C’è stato un periodo della mia vita in cui io e il mio amico e coinquilino Matteo, che all’epoca nella compagnia chiamavamo Antropophagus perché aveva acquistato delle cuffie del tutto simili a quelle che indossa la prima vittima del film del Massaccessi, parlavamo in codice.
Non era quello del ghetto ne tantomeno un codice militaresco. No, parlavamo per frasi tratte da Ecce Bombo di Nanni Moretti (un nome che mi suona, non trovate?). Era un continuo dire cose come: “Vito sa fare molto bene il giovane” o “I tuoi capelli hanno l’odore degli agrumi di Sicilia. La Sicilia dagli Sciasia e dei Guttuso”. Ancora oggi non ho bisogno di controllare che queste frase siano corrette. Lo so, sono giuste, era il nostro codice. Ecco, oggi mentre ero intento a guardare Possessor, secondo film scritto e diretto da Brandon Cronenberg, figlio di David, pensavo in continuazione a questa sequenza. Che a questo punto potremmo usare come… SIGLA!
Siamo in un prossimo futuro in cui esiste una macchina che ti permette di sostituirti a qualcuno. Cioè, fuori c’è qualcuno, ma dentro ci sei tu, capito? E c’è questa, boh, azienda? società? Insomma, ci sono questi della Trematon che di lavoro inseriscono Andrea Riseborough nel corpo di qualcun altro e le fanno fare i loro porci comodi. Solitamente le fanno uccidere qualcuno. All’inizio del film vediamo una ragazza, una hostess in servizio a una cena dell’alta società, che uccide malissimo un avvocato. Sangue ovunque, un disastro. Poi fa per uccidersi, ma non ce la fa… Poco importa però, perché dopo 12 secondi arriva la Polizia che la crivella di colpi. La ragazza muore, ma da un’altra parte si risveglia Andrea Riseghesboro che sembra, as usual, tutta presa malone. Fortunatamente ci pensa Jennifer Jason Leigh a riordinarle il cervello: c’è questa sequenza un po’ prova del nove di Inception in cui la Leigh fa vedere a Andrea Riseabove degli oggetti – una pipa, un quadrettino con dentro una farfalla – e le chiede di chi fossero. Se riesce a ricordarsi che la pipa era quella del nonno, vuol dire che ha ritrovato se stessa, altrimenti vuol dire che “è arrivata ai massimi dei massimi, la dissociazione mia”.
Ma non c’è tempo da perdere. C’è una nuova missione per Andrea Decretoristoro: deve entrare nel corpo di Christopher Abbott per uccidere la fidanzata e il padre della fidanzata, il potentissimo Signor Parse (Sean Bean), proprietario della multinazionale Zoothroo. Lo scopo è quello di far passare la proprietà della Zoothroo a un altro che, devo ammettere, non ho capito bene chi fosse. Ma non è un problem, perché tanto tutta questa roba di intrighi di spionaggio industriale e omicidi sanguinolentissimi altro non sono che un bel McGuffin per parlare della “dissociazione mia”. Specchi, riflessi, specchi riflessi, momenti di video arte, maschere, improvvisi inserti di immagini, fuori fuoco… Cronenberg Jr. usa tutto l’armamentario visivo possibile e immaginabile per farci capire che se entri nel corpo di un’altra persona, se la abiti, c’è il rischio di boostare la proprio dissociazione. Soprattutto se il tuo ospite ha una volontà di ferro e tu sei già lanciata spedita verso le metaforiche lande della psicopazzia mentale.
Come già successo con Antiviral, il primo film del piccolo Brandon, si ha l’impressione di essere di fronte a un film che si sforza al massimo di essere cronenberghiano, tanto da risultare quasi parodistico. La stessa fredda messa in scena con le riprese fatte da uno studente all’ultimo anno di architettura, la stessa volontà di scegliere attori con la faccia fredda e impassibile (tipo Andrea Riseandshine e l’ormai abbonato alle parti da pazzo Chris Abbott), il consueto presupposto fantascientifico utile a parlare d’altro, il corpo! dio mio, il corpo! come elemento di partenza del lato horror della questione… Il tutto però fatto da uno che questa roba qui non se l’è inventata, ma l’ha vissuta di riflesso paterno. Non è neanche che sia per forza di cose un brutto film, eh? Solo che boh, Brandon… non so come dirtelo, ma esiste già. E tu la fai peggio.
Rimane una bella confezione, la soddisfazione di vedere tanto sangue e le solite solide prove di Chris Abbott e Andrea Riscostello. Ma anche la sensazione di trovarsi di fronte a un plagio senz’anima.
DVD-quote:
“Sullo stesso tema mi è paciuto molto di più Face Off”
Casanova Wong Kar-Wai, i400calci.com
Ecco, Cronenberg jr mi da proprio l’impressione di uno che non riuscirebbe a fare i suoi film se no fosse figlio di…
“Ci sono questi della Trematon che di lavoro inseriscono Andrea Riseborough nel corpo di qualcun altro”
Ho la sensazione che il business decollerebbe se provassero l’operazione inversa.
“Le riprese fatte da uno studente all’ultimo anni di architettura”. Questa era perfetta, ma la rece è al ribasso.
Secondo me il film è una discreta fucilata.
Sarà che ormai lo spiegone che mi scassa il cazzo a morte è la norma e allora quando trovo un film che ti tocca di seguirlo e riempire i buchi col tuo immaginario son troppo contento.
Poi magari a uno ci viene in mente ecce bombo, ma ognuno ha le proprie coordinate del disagio.
infatti stavolta la rece ha toppato alla grande.
Possessor (uncut) è un film della madonna. Il miglior film del 2020 per quanto mi riguarda. Brandon è bravo, bravo bravo, signora mia, ed è anche simpatico, disponibile, modesto: mi sono cercata tutte le interviste che potevo e ha detto quello che dici tu: no spiegone. Come si fa a non amarlo?
Ce ne fossero di figli di registi così, altrochè.
A me vengono in mente Vulvia e Rieduchescional Ciannel. Il figlio!
Che poi figli meritevoli ce ne sono (guarda Duncan Jones), però questo sembra di no…
Tutto ciò mi fa venire in mente che anche Cronenberg senior quando decide di fare lo scrittore dovrebbe ripensarci e fare altro. “Divorati” (consumed) è un romanzo da usare come carta igienica che sembra una parodia dei temi cronenberghiani (senior).