
Ti fideresti di una franzoso con una fazza e una barba così?
Sapete cosa stavo facendo a giugno invece di recensire questa bombetta di film qua che parla di macchine modificate che si scassano facendo frontali in autostrada, di grossi fraintendimenti da risolvere e di corse contro il tempo? Stavo scrivendo di 7500, un film dove c’è Joseph Gordon-Levitt nella cabina di un aereo di linea E BASTA. Un grosso errore, seppur commesso totalmente in buona fede. Vedete: a Val Verde, fin dalla sua fondazione, giugno è il mese dedicato alla cultura francese. Per tutto il periodo, che per motivi di sponsorizzazione ha cambiato nome ed è stato ribattezzato “Voi lo chiamate pratile o messidoro, noi lo chiamiamo vaffanculo mangiarane”, i valverdiani si impegnano a trattare i francesi esattamente come i francesi trattano il resto del mondo durante gli altri undici mesi: con spocchia malcelata. Quando succede che un film bello e francese esca a giugno, quindi, per motivi religiosi siamo costretti a dire “Bien voilà, c’est un lavoro derivativo e privo di afflato autoriale. Un ottimo sforsò, ma oggi ho di meglio da fare: ho la terapia per la clamidia e non ho tempo di recensirlo”. Invece salta fuori che Proiettile vagante è un ragguardevole esordio nel cinema di menare, oltre ad avere un titolo originale (Balle perdue) che è a una sola consonante di distanza dal diventare il film porno più bello che nessuno ha mai avuto il coraggio di girare. Sigla franzosa!
https://www.youtube.com/watch?v=_V-b8QIYOpM&ab_channel=keanepersonStavo babbiandovi. Sigla vera!
C’è un tizio in un garage che si coccola una Clio, la sta tappando forte e la sta corazzando per fare brutto a una gioielleria da rapinare in pieno centro a Polar-en-Provence. È l’incipit azzeccato di quello che più che un thriller o un poliziesco è un manifesto per il recupero sociale delle auto francesi di merda, qui eroine indiscusse di un film fatto come clio comanda. Torniamo al tizio: fa il meccanico, si chiama Linò, ha un discreto disagio socioeconomico addosso, oltre a un’arcata sopraccigliare che Lombroso si emoziona, e viene scherzato dal suo amico magrolino e sfigato di nome Quentin perché l’idea di sfondare del cemento armato a bordo di un’utilitaria francese pare balzana. Però essa, l’idea, funge. L’ideatore, invece, viene cagnato dalle guardie perché al momento della fuga gli si incastrano le cinture di sicurezza e rimane bloccato in macchina. Finisce in carcere, dove viene cooptato dall’ordine costituito per fare il meccanico degli sbirri. C’è, infatti, un’unità che si chiama anti go-fast ed è una squadra speciale di gendarmi piloti catafratti all’inseguimento di trafficanti che corrono forte sulle macchine truccate trasportando le dosi della droga. Linò viene preso da parte dal poliziotto buono che crede nella redenzione e nelle seconde opportunità, il quale gli promette che se lavorerà sodo per due anni potrà realizzare il sogno di un’intera generazione di teppe: libertà condizionata e lavoro come dipendente pubblico. Woah. E lo sbirro buono mantiene! Stacco a qualche tempo dopo, e Linò regge in mano le carte che sanciscono la sua semi-libertà. Aspetta però. Prima c’è da fare un’ultima cosa, bisogna andare allo sfasciacarrozze a indagare su un aggeggio che è stato trovato sull’ultima macchina dei cattivi andata distrutta; uno stranfiero che serve a mettere il turbo e che è uguale identico a quello usato da Linò durante la sua rapina in Clio. Cosa mai potrà andare storto?

Coito interspecie
Tutto. Va storto tutto. Tanto che Pallottola raminga smette di gettare le premesse, entra nel vivo e diventa un film di scappare da una situazione di merda in cui contesto e reputazione (entrambi pessimi) ti schiacciano in un angolo finché non riesci a trovare l’unica prova che potrebbe scagionarti. Peraltro – e poi basta con i pezzi di trama – l’oggetto che potrebbe dimostrare l’innocenza di Linò è giusto giusto la pallottola perduta del titolo, incastrata nel cruscotto di una Renault 21 che il nostro meccanico deve riuscire a portare all’attenzione della polizia (quella buona). E Linò cosa fa? Prende la Renault, la pimpa a livello Mad Max e va a fare Carmaggedon in superstrada. Cosa si può volere di più dalla vita? Probabilmente che il film sia scritto davvero bene, per esempio. E parbleu, è proprio così. Qua si racconta con chiarezza una storia e si approfondiscono (il giusto, senza esagerare) i personaggi riuscendo a non essere esplicativi o didascalici, senza mai sprecare una parola, usando solamente il superpotere dell’attenzione ai dettagli. Piccolo esempio: nei due anni di stacco fra il reclutamento di Linò e le faccende che scatenano l’azione del film, si sono fisiologicamente venuti a creare dei rapporti umani (fuori campo) tra il meccanico carcerato e la squadra anti go-fast. Piuttosto che spiattellarceli con sei dialoghi ostensivi come farebbe un film mediocre, ammazzando il ritmo della narrazione e finendo dritto dritto sulle palle dello spettatore, Pallottola vagante non si ferma e continua a raccontare la sua storia, applicando i dettagli secondari strada facendo e in maniera organica. Tipo far capire in tre agili mosse che Linò e Julia, una delle agenti con cui lavora, si sono temporaneamente ammucchiati: prima vediamo lui che, quando viene reclutato in carcere, sfoglia i dossier dei suoi futuri colleghi e si sofferma più del dovuto sulla scheda di lei; poi ce li mostrano quando si incrociano in officina e lei lo tratta in maniera più fredda rispetto agli altri. E infine taaac, al momento giusto c’è un dialogo funzionale – Linò è disperatamente nella merda e chiede aiuto a Julia – in cui troviamo conferma che fra i due c’è stato del tenero andato a ramengo. Sono cosine di cinema che ti commuovono proprio.

Il vero abbraccio virile è quello in un garage pieno di macchine nuove
Ma chi è che c’è da ringraziare per questa simpatica sorpresina di menare che sta fra il polar e l’action, tra l’heroic bloodshed hongonkonghese e Fast & Furious con le Trabant al posto delle muscle car? Bisogna scappellarsi al cospetto dell’oscuro carneade Guillaume Pierret, totale esordiente che prima di scrivere e dirigere Pallottola vagante aveva giusto realizzato un cortometraggio e lavorato dietro la macchina da presa di uno sketch show televisivo. Poi un giorno si è svegliato, ha mangiato il suo pain au chocolat, si è gustato la sua éclair, ha consumato il suo croissant, ha pucciato tre madeleine nel caffè, ha dato un morso alla sua chouquette, ha spalmato il burro dolce sulla sua baguette, ha spalmato il burro salato sulla sua altra baguette e infine ha deciso che era arrivato il momento giusto per rottamare un numero ragguardevole di autovetture indigene in un film che sarà anche piccolo (e piuttosto raffinato per il genere, che potrebbe anche non essere un plus) ma fa comunque arricciare scroti e prepuzi clitoridei dalla felicità. Le ciliegine sulla torta di un film organico e compatto sono le due scene madri di menare, quella che lancia il secondo atto e il gran finale in auto sul corrispettivo francese della transpolesana. La prima è un grosso pestaggio di gruppo con evasione dalla stazione di polizia – con tanto di fattone appena portato dentro che fa il tifo per il protagonista urlando cose buffe tipo “Fagli il culo a questi sbirri dimmerda bwaaaa” –, che è una cosa ben girata, ben congegnata e ben coreografata. Non viene spiegato perché un meccanico sia così versato nelle MMA, ma supponiamo che l’arte del menare sia un benefit derivato dal disagio sociale. La seconda è il corretto e soddisfacente finale sfasciacarrozze, con Linò in fuga da un cattivo che praticamente è Wile E. Coyote, se solo Wile E. Coyote avesse la caratteristica di sparare a bruciapelo in faccia ai minions di Beep Beep.
DVD quote:
«Linò Gon’ Give It To Ya»
Toshiro Gifuni, i400calci.com
e siamo a due esordienti francesi che fanno film interessanti (l’altro è quello di Wolf’s Call, film di sottomarini molto calciabile che spero recensirete)
visto nel w end e infatti ho subito pensato di essermi perso la recensione… c’è la giusta grinta di chi sotto sotto pensa che taxxi sia il miglior francese drgli ultimi 30 anni
Beh, dai, almeno assieme a Leon
nel genere action comedy caciarona alla francese …Leon altra categoria
Si vabbé ve siete dimenticati Dobermann… beata ignoranza
scusa stavamo raccogliendo i soldi da Netflix…Dobermann si carino ma non è in catalogo
“scusa stavamo raccogliendo i soldi da Netflix”: finché ci sono i fessi che ci cascano, fate bene.
Purtroppo la vostra obiettività è andata a farsi fottere dopo i 2 libri (molto ben fatti e di cui non rimpiango l’acquisto). Come anche la vostra capacità espositiva (a parte una donna di cui non ricordo il nome).
Infine, nei vostri gusti e aspettative vi siete livellati non rasoterra, ma a livello fognario.
Vengo a leggermi solo perché ogni tanto spunta qualche commento di qualche utente intelligente.
“a leggermi” non è un refuso mi sa
Certo che no. Ho certamente gusti migliori di molti di questi redattori.
gusto puffo o Nutella?
e banlieue 13 dove lo mettiamo…
“Poi un giorno si è svegliato, ha mangiato il suo pain au chocolat, si è gustato la sua éclair, ha consumato il suo croissant, ha pucciato tre madeleine nel caffè, ha dato un morso alla sua chouquette, ha spalmato il burro dolce sulla sua baguette, ha spalmato il burro salato sulla sua altra baguette”
Ti sei dimenticato di aggiungere che si e’ anche fatto un bid… ah, gia’, niente…
Ueh, non mandatemi a cagare che sono un noob: ma se lo volessi vedere dove lo trovo sto film che i cinemi sono blindati?
Netflix.
Comunque rece giustissima: gran bel filmetto.
Evvai, allora posso vederlo anche io!
Grazie della risp.
Ho visto la foto in alto e…ecco che fine aveva fatto Rafa Benitez!
OT:
Dice che Timoteo Burton farà la famiglia Addams.
Facile facile… Johnny Depp nel ruolo di Mercoledì, Helena Bonham Carter fa Pugsley,e il film te lo sei già bello che portato a casa.
“Balle perdue” non ha bisogno di una consonante in più per diventare il titolo di un porno: basta inserire uno spazio a metà di “perdue”.
>> una sola consonante di distanza dal diventare il film porno più bello
(o uno spazio)
Finalmente visto! Ficus, ma sono perplesso su un dettaglio del finale: dovremo aspettarci Balle Perdue Due?
Visto, piaciuto e, mentre contavo i soldi di Netflix, mi sono chiesto la stessa cosa.
Io non lo so se prendete dei soldi da netflix, in questo caso la recensione avrebbe una sua ragione d’essere, per lo meno per il mestiere di riuscire a dire il falso mettendo assieme piccoli pezzetti di vero. Il film è terrificante, noioso, piatto, palloso, scritto di merda, con degli attori assolutamente anonimi che fanno cose totalmente banali. Pimpare a livello mad max sarebbe attaccare un rastrello al paraurti davanti, ok. Ho fatto fatica a non addormentarmi, si parla per il 90% del tempo, ma purtroppo gli attori sono dei cani da manuale; c’è un accenno di menarsi ma è fatto male, malissimo, ci sono almeno un paio di momenti in cui vedi il tizio che le deve prendere che si prepara, si aggiusta il sospensorio, deglutisce, irrigidisce gli addominali e chiude gli occhi in attesa del colpo. Ma dai, e voi che siete quelli che se ne dovrebbero intendere mi passare per buona una merda del genere? MI spiace, so che sto facendo un merdone per niente, ma ve lo volevo scrivere perchè non è la prima volta che succede… e sta diventando brutto dover mettere su un film che mi avete consigliato e dovermi chiedere “ma sarà uno di quelli sponsorizzati? Speriamo di no” tutte le volte. E su.
mi sa che hai sbagliato film..o forse pensavi di vedere max max o altro.. può capitare
frabber: “Io non lo so se prendete dei soldi da netflix”.
Io ne sono sicuro. Hanno pimpato a 1.000 quella stron*ata inguardabile di 6 Underground. Quindi sì. Prendono soldi da netflix.
gomblotto! parlare film di Netflix mentre son tipo 10mesi che non esce un film in sala!! come osano?!
Un conto è parlare un conto è fare marchette. Informati sulla differenza.
un conto è scrivere cazzate un conto è …no nel tuo caso non c’è alternativa
netflixpagami: almeno le scrivo gratis e non mi paga nessuno.
ma si avrai anche te un qualche blog dove scrivi cagate convintissimo…vai vai al tuo blog
E comunque l’ennesima dimostrazione che bisogna fare come la Francia e rischiare con 10 film di menare all’anno, altrimenti siamo costretti a caricare di responsabilità quell’unico che esce in due anni.
chiedilo direttamente a loro no?