Partiamo dal presupposto che esistono due categorie di persone: quelle che impazziscono per The Mandalorian e poi quelle che non leggono i400calci.
Siccome già l’anno scorso abbiamo sorvolato sulla prima stagione in ottemperanza al DPCM di Nanni Cobretti che impedisce al sito di seguire le serie tv, quest’anno io non ce l’ho fatta e ho chiesto con rispettosa deferenza una deroga per il blog per seguire tutto passo passo. I tempi amministrativi e la burocrazia hanno fatto sì che il decreto attuativo sia stato emesso solo al secondo episodio. Meglio di niente.
Ogni sabato, un pezzo sulla nuova puntata di The Mandalorian, da leggersi rigorosamente dopo averla vista. Che tanto sarà una scusa per mettere in fila le gif delle scene migliori e i concept art dei titoli di coda.
Che poi io qui devo confessare che a me non è che Boba Fett mi ha abbia mai fomentato granchè. Era un personaggio molto molto marginale nella trilogia originale, poi un po’ gonfiato nelle nuove edizioni e nella nuova trilogia gli hanno dato tutta una backstory non propriamente eccezionale. Insomma è sempre stata una promessa vaga, non di più.
Tuttavia non posso negare che quando è arrivata la sua caratteristica astronave mi sono abbastanza fomentato. Subito mi è sembrato un momento tra i più notevoli dell’episodio.
Non sapevo cosa sarebbe successo.
L’episodio 6 è uno dei più densi d’azione ma soprattutto uno dei più stilizzati e cool, senza che questo inquini la schiena dritta della serie. Solo alla fine ho capito perché.
In realtà tutto era iniziato come sempre (che bello!), con l’inquadratura del Razor Crest che entra in scena nello spazio e un inedito momentone sentimentale fatto benissimo. Il casco impedisce sempre a The Mandalorian di diventare come gli altri, è come uno schermo che non lascia passare qualsiasi inutile melassa e tiene dritta l’asta del minimalismo sentimentale. E come funziona! Certo tanto dialogo tutto insieme in The Mandalorian non lo si era mai visto e alla fine mi girava un po’ la testa per l’eccesso di parole. Ma entriamo nel vivo.
Arrivati sul pianeta di turno stavolta tutto è impostato come i migliori videogiochi. A metà tra il finale di un gioco di Fumito Ueda (in cui la parte sentimentale, cioè la figura da proteggere è presa in un incantesimo e il protagonista cerca di risolvere i pericoli, c’è pure uno spadone con il caratteristico nero magico di Ueda) e proprio una sessione di Call Of Duty o Gear of War, in cui una varietà di armi è usata per abbattere le “ondate” di nemici che arrivano in una mappa piena di punti per nascondersi e rimanere coperti. Addirittura c’è la classica situazione da fps in cui ti ritrovi un’arma a lungo raggio per far fuori nemici che arrivano a corto raggio.
Prima che questo accada però c’è IL momento, quando cioè quel che avevano promesso alla fine del primo episodio di questa stagione arriva a meta. Ma che dico? Quel che avevano promesso dalla prima stagione! Ma che dico?? Quel che prometti implicitamente quando decidi di produrre una serie che si intitola The Mandalorian. Il protagonista incontra Boba Fett.
“Sono un uomo semplice che cerca di farsi strada nell’universo” già è la mia nuova frase di presentazione ai party aziendali.
Quella bella faccia maori piena di cicatrici e tagli di Temuera Morrison già funziona ma poi diventerà fondamentale quando l’azione entra nel vivo. Intanto viene introdotta propriamente anche Fennec Shand cioè Ming-na, la cinese della tv (e del cinema) statunitense degli anni ‘90 (stava pure in Street Fighter a fare ovviamente Chun-Li). Se n’era già parlato nella prima stagione, qui però diventa il personaggione che è dimostrandolo in battaglia, nell’azione che è lì lì per esplodere.
L’azione. La struttura come detto è quella delle ondate dei videogiochi ma visivamente Rodriguez fa il giusto lavoro di renderlo un piccolo assedio. In The Mandalorian il punto è sempre la semplicità. Tre personaggi ne proteggono uno (tengono il fortino) da molti che arrivano ad insidiarlo. Su questo tema elementare si costruisce il resto. Ed è bello il dettaglio che gli stormtrooper stavolta hanno tutti gradi diversi e corazze molto più pulite del solito, ad indicare che siamo di fronte a qualcosa di ben più organizzato e strutturato del solito. Bello che però non abbiano comunque più mira del solito né sufficiente decenza per scansarsi se sta arrivando un masso gigante. Classic empire proprio.
È qui che fa il suo ingresso in scena la vera protagonista della puntata: la mazzarocca maori di Boba Fett, un arnese eccezionale pieno di grandi usi a cui Rodriguez regala inquadrature in stile anni ‘90. E più lo scontro avanza più diventa una rissa da John Woo con una parte brutale e una tecnica che raggiunge il vertice eccezionale nello sparo all’indietro di Fennec Shand montato seguendo le regole auree di Hong Kong. Per montare bene l’azione devi vedere due volte alcuni fotogrammi. Nello specifico qui vediamo tre volte lo sparo ma ad una prima visione non si nota, è solo fluido e corretto.
A questo punto sono stato ingenuo io a non capire che c’era Rodriguez a dirigere. Perché il design della rissa è proprio un’altra cosa, un altro mondo. Più dello scopo conta la plasticità dell’esecuzione. Un principio che non aveva mai albergato in The Mandalorian e che per una volta (specie questa volta) ci sta tutto. Un’intera serie così sarebbe ovviamente un’altra cosa.
Che poi la vogliano trasformare (come è stata questa seconda stagione) in una specie di grande reunion di nomi, attori e registi del genere action, un piccolo porto franco in cui chiamare tutti quelli a cui vogliamo bene a dare un contributo (e non si sa perché anche Bryce Dallas Howard) non può non scaldarmi il cuore.
Vi confesso che quando sono stati sganciati i soldati oscuri (un nome da Signore Degli Anelli) e sono atterrati intorno a Baby Yoda ho dovuto guardare quanto mancasse alla fine della puntata perché mi stava prendendo troppo male. Ma è andata come è andata. E la puntata è riuscita anche a regalare qualcosa di più, oltre a quella poracciata allucinante che è il tunnel del viaggio nell’iperspazio.
Non è solo Baby Yoda che si difende come può, ma il cambio di espressione di Gina Carano quando passa da “No, adesso sono pulita, rispetto le regole” a “Hanno rapito il bambino”.
Nelle serie tv come questa è sempre tutto un assembrarsi e creare la squadra per il grande scontro. Nulla di nuovo. Però che bello.
This is the way
Per me quando in una serie viene distrutto un oggetto / un luogo e ci rimani male, come avessero ucciso un personaggio a cui ti eri affezionato, quella serie sta funzionando alla grande.
Parole sante, quale miglior titolo per questa puntata!
Vero, il momento in cui viene distrutta la Razor Crest è commovente, e Robert Rodriguez al volante si vede tutto. Notare che la mazzarocca è anche la parola definitiva riguardo le armature degli stormtrooper. Se non difendono da un’arma bianca non servono ufficialmente a un cazzo
Sono letteralmente di plastica scrausa, non vedo altre spiegazioni.
Ma sai che dopo DECENNI a dare per buono che fossero di plastica per ragioni di economia (nel primo film) e poi diventate così perché iconiche (nei successivi), ci sono rimasto quando ho visto che anche nella finzione sono proprio di plastica-plastica.
Cioè l’impero (giustamente) sa che i suoi trooper sono così scadenti che non valgono la spesa di più di una corazza in plasticaccia demmerda. Vagli a dare torto.
Ma in teoria (cloni di Jango Fett dover) le corazze non dovrebbero essere ispirate proprio a quelle mandaloriane? Cioè, magari una sottomarca ma di quel genere? Allora veramente che le indossano a fare?
In teoria sì, in realtà è andata così:
– Signor Luca, come li facciamo i soldati di Palpatine?
– Sarebbero fichi come Boba Fett! Tutti amano Boba Fett!
– Che scusa usiamo?
– Che sono tutti cloni di suo padre. Pure Boba Fett facciamo che è un clone.
– Ma per quale motivo dovrebbero avere la stessa armatura? Non c’entra nulla il fatto di essere cloni.
– Sei licenziato.
Nel 2020 non si può ancora sentire gente che dice che gli Stormtrooper sono cloni. Toh, aggiornatevi dai: https://www.youtube.com/watch?v=eznwSJjw9_I
Certo che Nanni poteva dircelo che tra una recensione e l’altra era Boba Fett
Mi aspettavo una puntata più tranquilla, come la seconda di questa stagione, dopo i botti di settimana scorsa. E invece è arrivata probabilmente la miglior della serie.
Boba Fett si è definitivamente riabilitato, dopo i pochi minuti di presenza e quell’ingloriosa “morte” nella trilogia originale.
Episodio eccezionale!
Mi sono accorto che qualcosa “non andava”, cioè che fosse diverso dal solito (senza però essere così bravo da capire che in regia ci fosse rodriguez) alla prima inquadratura un o’ dall’alto in tre quarti degli stormtrooper che in maniera così organica con il contestoe l’ambiente si disponevano sparpagliati tra le rocce mentre avanzavano: lì mi sono girato verso mia moglie, con cui cobdivido questo fantastico tuffo contemporaneamente nel passato e nel futuro, e le ho detto che se fossero stati pensati e coreografati così anche i film della nuova trilogia avremmo avuto dei prodotti migliori (ferme restando però le facillonerie di scrittura dei film di j.j.).
La distruzione della razor crest è stata inaspettata e di impatto, ma è nel momento in cui si vede din djarin rovistare tra i rottami, dopo anche il rapimento, che qualcosa definitivamente si spezza e gli occhi sudano.
Unica nota negativa all’episodio sono i sottotitoli: soldati oscuri proprio no; quelli sono i dark trooper introdotti nell’EU legends con i vg della serie dark forces (poi diventata jedi knight), ma anche senza i vari dietrologismi se lessicalmente come ci sono stormtrooper e sith trooper, così potevano esserci i dark trooper senza l’effetto signori degli anelli giustamente evidenziato da jackie.
Nathan
Mi ero fomentato durissimo giá con Ahsoka Dawson, e pensavo non potesse migliorare piú di cosí.
Poi peró ho riconosciuto la Slave 1 e ho proprio volato per il resto della puntata.
La mazza usata da Boba Fett é un bastone “gaffi” o “gaderffi”.
Sono armi tipiche dei “Sabipodi”, o Tusken Raiders di Tatooine.
Le vedi anche nella trilogia originale.
Fomento Durissimo, una puntata piú dell’altra, se continua cosí infarto.
I quattro cattivi cattivoni sono troppo ispirati a BLASTAR di Capitan Power, per i poverini millenial qui: https://soldiersofthefuture.fandom.com/wiki/Blastarr
Sta faccenda che abbiano abbandonato lo stile western della prima serie per sbrodolare in un classico cinepanettone americano è oramai più ovvio della scoreggia al termine di una battuta di bombolo, ma le piccole manette di grung suggellano il passaggio al cringe più dozzinale.
Mandalorian 2 è il palcoscenico per attori da rilanciare.
Adoro i disegni alla fine di ogni puntata.
oddio, “abbandonato lo stile western” non direi proprio:
prima puntata: alleanza sceriffo:pistolero = comunita’:”indiani” contro la minaccia comune
seconda: attacco alla “diligenza” sul “sentiero selvaggio” per portare la “squaw” alla sua tribu’
teraz: ok, avventura marinaresca / bellica
quarta: il gruppo alla “un dolaro d’onore” va alla guerra contro i “sudisti”
quinta: il “samurai style” vs “cowboy style”
sesta: ancora “samurai vs cowboy” in mezzo a rocce che urlano “West is the best!”
per carita’, le manettine hanno fatto sorridere anche a me, vivo con un pizzico di fastidio tutti i collegamenti tra stronzate varie dell’universo SW, e forse preferisco la prima stagione, piu’ naif e sgangherata, pero’ dai per ora lo spirito originale mi pare salvo.
A me pare che continuino a riempire la serie di tutta quella roba che abbiamo odiato per decenni, ma la serie resta bellissima.
Voglio dire.
Inizia la serie e tutti a dire “oooh ecco le atmfosfere western di ep.4, ecco Kurosawa, vedi che adesso funziona tutto, funziona perché è asciutto, funziona perché non ci sono le cazzate dei prequel e dei sequel” – e io col coro.
Poi però via via:
– ci ficcano il filler tra la caduta dell’impero e il primo ordine, e resta bello;
– ci ficcano la cazzate da expanded universe come la Darksaber, e resta bello;
– ci ficcano la nuova repubblica, e resta bello;
– ci ficcano i jedi, quelli “inventati” tipo Ashoka Tano, che addirittura ha le spade doppi e bianche (ovvove) e resta bello;
– ci ficcano la segarella di Jango e Boba, e resta bello;
– ci hanno ficcato i midichlorian porco cazzo, i fottutissimi midichlorian, e continua a essere bello!
Ma allora non sarà che il problema non erano le stronzate fantasy e i pupazzi (che poi più pupazzo di baby yoda io sfido)?
Non sarà che semplicemente, come sempre si tratta di saper fare cinema?
credo che ciò che questo ci dice è che quella roba lì non è mai stata il vero problema, ma solo dettagli contro il quale prendersela. Il problema è solo la cattiva scrittura e cattiva regia. I midichlorian come il nuovo ordine, come jango e boba sono elementi narrativi che a seconda di come sono usati possono portare ad esiti buoni o cattivi. In sè non sono migliori o peggiori di Han Solo, Chewbecca o gli Ewok
I dettagli minori per me fanno la differenza e salvano The mandalorian 2 dall’inevitabile destino a cui andrà incontro per ovvie ragioni commerciali:
1- Il doppiaggio del protagonista, unito all’effetto sonoro, regalano un piacevole brivido positivo che non sentivo (ma in chiave angosciosa) dai tempi di Visitors dei primi anni 80, quelli con la voce metallica tanto per capirci.
2- Visto su un reference monitor ho notato un leggero cambiamento di color grading che regge ancora (per quanto?)
3- La fase sperimentale della tecnologia CGI vattelapesca è terminata, hanno trovato uno standard e lo ripropongono ad ogni puntata: si sono un po’ appiattiti e prestano il fianco a qualche scivolone come l’atterraggio/decollo delle due navi contenenti gli sbullonati bianchi. Ma per ora regge.
4- Come scrive Lupo Ramarro i 4 cattivoni neri sono semplicemente dei BLASTART (sigh!) in versione: “non ho idee e pesco dagli anni 80”.
Pericoli in vista:
1- Sta diventando un rehab di attori da riciclare.
2- L’universo starwars che ha di fatto rovinato tutta la saga dopo i primi tre originali sta bussando alla porta
3- The mandalorian 3 sarà dirimente: una fine miserabile come la terza serie di the walking dead o voltare pagina e proporre qualcosa di nuovo come narrativa, possibile che in tutto l’universo ci sia da parlare solo di jedi e compagnia bella?
Ma lo avete detto davvero?!
Attori da rilanciare?!
Macheccazz…
Rosario Dawson non si ferma un minuto tra film e serie tv.
Ming-Na Wen si è appena fatta 7 anni di Agents of SHIELD oltre a mille altri interventi in casa Marvel-Disney.
Chiami una serie TV “The Mandalorian” e il mandaloriano più famoso non lo consideri? Era ovvio che Temuera sarebbe ritornato. Ed è ritornato alla grande. Se questo e rilancio, ben venga!
Per Bill Burr, Star Wars è un prodotto dozzinale e di poco spessore ma è stato incastrato da Favreau e se ne è innamorato grazie all’aspetto western. É uno dei comici più stimati di Hollywood ed i suoi podcast macinano numeri da paura. Non aveva bisogno di Star Wars e sentendo le sue interviste, continua a sbattersene il cazzo.
Amy Sedaris ha appena finito Bojack e non sto a menzionare il resto della roba che ha fatto fino ad oggi, perchè c’è wikipedia per quello.
Carl Weathers, è andato ben oltre Apollo Creed ed ha dimostrato non solo di essere un ottimo attore, ma anche un gran regista d’azione!
Gina Carano, trumpismo a parte, si sta ricavando una nicchia ad Hollywood, e seppur non sia proprio una attrice con tutti i crismi, almeno è onesta e interpreta sempre lo stesso personaggio che ti prende a calci in culo a prescindere. Prima di Mandalorian aveva fatto altro, ma di certo non è in cerca di riciclaggio quanto di sviluppo ed evoluzione della propria carriera.
Dire qualcosa su Giancarlo Esposito è come bestemmiare in chiesa, quindi tutti zitti.
Non mi metto a citare Timothy Olyphant, Katee Sackhoff, Taika Waititi o Werner Herzog giusto perché non mi piace infierire.
Se sparare minchiate galattiche fosse disciplina olimpica, qui avremmo dei veri campioni!
Il cambio di espressione della Carano ha fomentato pure me; a ‘sto punto tra le ispirazioni dirette od indirette oltre ad “Okami Lone Wolf” ci metto pure “The sheriff and the satellite kid”.
Che poi, a guardar bene, non è neppure un vero e proprio cambio di espressione. Inclina la testa e basta. Dateglielo sto Nobel.
Avevo sempre dato buono che Boba Fett fosse diventato un bounty hunter mandaloriano durante la sua vita, quindi un po’ ci sono rimasto quando litigano sull’armatura all’inizio.
Poi spiega che era mandaloriano d’adozione il padre, quindi ok.
Ming Na-Wen sposiamoci, se mia moglie si metti di mezzo la meni te.
Ah.
Ma perché tutti date per scontato che la puntata sia bella perché dirige Robert Rodriguez? Personalmente, lo considero un grande ritorno, non una conferma, perché ultimamente mi aveva fatto piuttosto cacare, cioè, per non me non ne azzecca una da Machete… bene così, The Mandalorian a quanto pare rende tutto migliore – a partire dalla mia vita.
I rimandi allo stile anni 90 che fa Rodriguez in alcune inquadrature sono delle vere chicche.
Ora, nei 2 episodi rimasti, Mando dovrebbe capire come liberare baby Yoda, mettere insieme un team, organizzarsi, compiere l’impresa e già che ci siamo si dovrebbero pure chiudere le varie sottotrame. Spero proprio che non rovinino tutto arrivando a una conclusione affrettata della stagione, con il coinvolgimento di tutti i personaggi apparsi finora, che non sono pochi (Weathers, Carano, Boba Fett, Ming-Na (57 anni e non sentirli), Moff Gideon, Rosario Dawson, magari pure il grand’ammiraglio di cui non ricordo il nome e lo Jedi “chiamato” da baby Yoda). A questo punto sarebbe forse meglio un finale con cliffhanger o perlomeno rimandare alcune sottotrame alla prossima stagione.
Nel frattempo, dopo la sua fine insulsa nella prima trilogia e il racconto (abbastanza insignificante) della sua storia nella seconda, pare proprio che siano riusciti a recuperare Boba Fett, un personaggio che ha comunque sempre mantenuto un certo fascino. Niente male.
Si vede che non hai vissuto quegli anni.
Purtroppo li ho vissuti. Dico purtroppo unicamente perché sono già passati oltre vent’anni e, ahimè, tempus fugit.
In realtà questa è per l’appunto la prima volta dal 1980 ESCLUSO che Boba Fett ha un senso e un interesse (notevole tra l’altro).
Finora era sempre stato l’emblema dell’inutile feticcio nerd.
Ricordo che ai tempi in cui return of the jedi era ancora l’ultimo film uscito, un mio amico di scuola era fomentatissimo da sto Boba Fett. E io “Chi?”. E lui “il cacciatore di taglie che cattura Ian Solo!”.
Era così interessante che io nemmeno avevo capito/ricordato che si chiamasse Boba Fett…
Anch’io ricordo che negli anni 80 un mio amico era fan di boba fett ed io a malapena ricordavo la sua presenza. È stata la prima dimostrazione della capacità di quel film di far appassionare agli sfondi. Come voleva Lucas, avventura in medias res ed un movimento degli sfondi che ben fa capire quante altre cose stiano accadendo intorno. Questo ha portato a poter creare mondi su mondi, tutti collegati. So che lo sapete ma che figo! L’universo espanso nasce con boba fett. Interessarsi a qualcuno che nella storia cade in un fosso. Ma se, come è stato detto, l’universo espanso inizia a volere di più, la peculiarità stilistica della serie si potrebbe perdere