Partiamo dal presupposto che esistono due categorie di persone: quelle che impazziscono per The Mandalorian e poi quelle che non leggono i400calci.
Siccome già l’anno scorso abbiamo sorvolato sulla prima stagione in ottemperanza al DPCM di Nanni Cobretti che impedisce al sito di seguire le serie tv, quest’anno io non ce l’ho fatta e ho chiesto con rispettosa deferenza una deroga per il blog per seguire tutto passo passo. I tempi amministrativi e la burocrazia hanno fatto sì che il decreto attuativo sia stato emesso solo al secondo episodio. Meglio di niente.
Ogni sabato, un pezzo sulla nuova puntata di The Mandalorian, da leggersi rigorosamente dopo averla vista. Che tanto sarà una scusa per mettere in fila le gif delle scene migliori e i concept art dei titoli di coda.
Se chiedete a me uno degli episodi migliori.
The Believer è il mandaloriano che crede ancora di poter riprendere Baby Yoda? O è Mayfeld, viscido e lurido nella prima stagione che come in ogni film di Stallone che si rispetti dopo essere stato battuto come avversario torna come alleato e si rivela pieno di morale, un uomo che crede davvero in qualcosa? Non importa. Questa penultima puntata contiene una delle migliori scene di assalto e soprattutto ha un’anima durissima, una schiena dritta che fa spavento ed è scritta e diretta alla grande da una persona che non conoscevo ma che mi sono segnato nella mia piccola agendina dei registi da tenere d’occhio, Rick Famuyiwa, americano-nigeriano che fino ad ora ha diretto film indipendenti sentimentali ma ha un talento grandissimo per il western.
Recuperato Mayfeld dalla prigione e convinto con la forza ad aiutarli a trovare una base imperiale dove scoprire le coordinate della nave di Moff Gideon si parte subito. Questo in qualsiasi filmone sarebbe stato un momento breve: come i personaggi scoprono dove andare a prendere il cattivo. Ma The Mandalorian è esattamente in questi anfratti che trionfa, trasformando momenti di passaggio in grandissime avventure e valorizzando tutto ciò che altrove è minimizzato. The Mandalorian è la sua azione, non la sua trama e non si lascia sfuggire nessuna occasione per allargare momenti avventurosi.
Il piano come è giusto che sia è elementare: assaltare un mezzo, fingersi soldati imperiali, entrare nella base, accedere a computer, mettere tutto su pennetta (gigantesca, meno male che è il futuro) e uscire. Per fortuna due problemi si metteranno di mezzo così che possiamo arrivare al finale di stagione con tutti i carrarmatini posizionati, tutte le squadre fatte. Per inciso io per la prossima puntata auspico una durata di 30 minuti SECCHI e solo azione.
L’assalto al mezzo è ovviamente l’assalto alla diligenza e il fatto che poi loro siano assaltati a loro volta da un popolo alieno un po’ più primitivo non fa che rafforzare l’impressione. Gli assaltatori hanno le lance, i soldati dell’impero (in questo caso il mandaloriano) le pistole, ma poi c’è il momento in cui si sale sopra la diligenza e si lavora a mani nude. La coreografia è eccezionale, non solo il classico combattimento a due ma almeno un paio a tre, per nulla banali. Ma non è solo questo. Non è solo il minimalismo encomiabile con cui viene portato avanti lo scontro, l’economia di montaggio e gesti, fino all‘essenzialità degli eventi ma il fatto che il coinvolgimento sia curato per essere abbattuto.
Quando alla fine di tutta la grande sequenza arriva la cavalleria a salvare tutti ci rendiamo conto che siamo stati dalla parte dell’Impero, del nuovo ordine o di quello che è, insomma dei cattivi, che gli alieni sono dei nativi che fanno attacchi terroristici contro quella manica di bastardi e che il mandaloriano ha malmenato per sopravvivere. Ma è chiaro che hanno ragione loro e fino ad ora, come avveniva nel western classico, siamo stati dalla parte dei cattivi nella più classica delle distorsioni imperialiste. Bravo Famuyiwa!
L’altro grande tema è come la puntata metta a dura prova il principio n.1 del mandaloriano, cioè non levarsi il casco. Prima è costretto a piegarlo e farlo diventare “Non mi faccio vedere in volto” e poi dovrà contravvenire in pieno a quello in cui crede per raggiungere il suo obiettivo. Un momento eccezionale (tanto lo sappiamo che la faccia di Pedro Pascal si deve vedere almeno una volta a stagione, così almeno una volta sul set ci va) che se serve a qualcosa è a cementare in realtà Mayfeld, ragionevole e tutto d’un pezzo. Che uomo. Un assaggio di quel che sta per accadere quando, attirati a tavola da un ufficiale, lui non si trattiene. Lo conosceva e gli rinfaccia un’operazione che è stata un massacro (una che stava in Star Wars: Battlefront II). Come se lo stesse rinfacciando Little Big Horn al generale Custer.
Qui di nuovo entra in ballo un contrasto basilare del cinema virile (e quindi anche del western): una posizione morale stimolata da un evento è molto più importante della convenienza personale. Non c’è niente di male a morire per non cedere su un principio. Non c’è niente di male a creare una difficoltà in più per mantenere la schiena dritta e farla pagare a qualcuno. La dirittura morale è la prima cosa. E anche il mandaloriano, che ad un suo principio è andato in deroga, non rinfaccerà mai a Mayfeld di aver fatto un casino e aver potenzialmente rovinato tutto per una questione personale. È stato giusto così. Aveva ragione.
Nella loro fuga (stupenda, con Fennec Shand e Gina Carano a coprirli da lontano) poi verrà finalmente usato il grandissimo tema della serie in una versione d’azione. Io non vedevo l’ora.
La chiusa con “Voglio dormire la notte” è da manuale. Non si potrebbe vivere senza un principio e anche un criminale viscido come Mayfeld ha avuto una vita e ha un codice cazzo.
Fa ridere poi che Mayfeld sia interpretato dallo stand up comedian Bill Burr che per anni ha preso in giro l’assurdità di Star Wars, ci ha gettato fango sopra e poi quando la Lucasfilm sì è presentata e ha aperto la valigetta ha detto “CI SONO!!”.

Una rappresentazione idealizzata di Bill Burr che accetta il compenso per partecipare a The Mandalorian
In chiusa un ultimo momento che mi ha fatto venire voglia di dare una pacca sulla spalla a Famuyiwa e dirgli: “Se dirigi un altro dramma indie giuro che ti vengo a prendere” è quando Gina chiede “Qual è la prossima mossa?” e non c’è bisogno che Mando risponda, perché un piccolo carrello a stringere leggermente su di lui e sul suo casco immobile dice tutto lasciando Gina da un lato e mettendolo al centro.
This is the way
Uno non fa in tempo a farsi venire qualche dubbio per le goffaggine melodramatica delle manettine a Baby Yoda nell’episodio precedente e loro ti sparano una mezz’ora in cui mescolano Vite vendute/Salario della paura con gli inseguimenti di Indiana Jones e Mad Max, il vietnamovie (dalla parte dei “vietcong”) con certe robe di Tarantino. E poi Bill Burr(!) che spara per primo e due dee-cecchine protettrici come Gina Carrano e Ming-Na Wen (57 anni?!?) a spargere carisma indolente.
E insomma, mi rendo conto che sono sempre li’ ad aspettarmi la sbracata, la cazzatona che rovina tutto, e invece, con tutti suoi difetti e goffaggini, con la sua natura di serie piaciona e furbettona, e invece Mandalorian insiste ad essere una cavolo di figata di serie.
Ma non mi arrendo, DEVONO trovare il modo di rovinare tutto alla prossima stagione, perche’ non e’ possibile che improvvisamente abbiano capito tutto dopo che per vent’anni non hanno capito un cazzo.
Si anche questa puntata è stata bellissima e bellissima e credibile la filosofia e la svolta del “cattivo”. Incredibile che improvvisamente abbiano capito tutto dopo che per vent’anni non hanno capito (e non me lo sarei aspettato dalla Disney…).
Bill Burr bravissimo…
In effetti è un po’ una forzatura, ma da come diceva Mayfeld serve solo a verificare che tu non sia in “blacklist”, non se sei in “whitelist”.
Cmq episodio solidissimo, secco e asciutto come un montante al costato. La prima volta in cui c’è da essere felici dell’intervento dei Tie Fighter, e la one-liner “voglio dormire la notte” è da eroe virile di una volta, da John Wayne o Gary Cooper
“Per vent’anni non hanno capito un cazzo”
Di chi parli?! Chi è al timone di Mandalorian è Filoni e se tu avessi visto il cartone di Clone Wars, sapresti che ha sempre spaccato il culo a chiunque in termini di sceneggiature.
Cosa che sta ovviamente replicando anche in The Mandalorian.
Deal with it.
Il convoglio è l’erede del blindato di Aliens, bellissimo&goffissimo.
L’ultima scena me la sarei risparmiata, tanti saluti all’effetto sorpresa. Oltre al sapore da promo WWE
Lo scan facciale pensavo rivelasse un twist sul passato di Djin, pensavo validasse solo membri dell’impero. Non gli hanno dato peso quindi devo averla interpretata male
Ma infatti mi pare strana come cosa, se lo scanner facciale è un sistema di sicurezza allora Mando ha un passato nell’esercito (soprassedere sul fatto che non aggiornano gli archivi da vent’anni), se non lo è a che cavolo serve? È tipo il clicca qui per confermare che non sei un robot?
Direi che è un po’ come quando metti il tuo codice fiscale e ci sono i controlli tipo blacklist. Tu potresti anche aver messo un codice fiscale falso, il software non ha modo di controllare quello, ma solo che quel codice non sia in lista nera per questioni di riciclaggio di denaro.
La sua faccia non risulta tra quelle dei ricercati e quindi eccoti i dati.
Si, intendevo la stessa cosa di Egalandir, solo che per motivi a me ignoti sono finito a rispondere al commento sopra.
Fermo restando che è esattamente il contrario di quello che farebbe un sistema di sicurezza militare, sia chiaro.. :D
Secondo me i soldati imperiali, sono scarsi; non sanno neanche colpire un bantha.
A me la scena nel circolo ufficiali ha ricordato Django Unchained
L’ho visto solo oggi causa rogne con l’internet. Al “voglio dormire la notte” ammetto che mi è venuta la pelle d’oca ma già prima con i combattimenti sul trasporto ero parecchio fomentato.
Episodio semplicissimo ma bellissimo.
Ora sappiamo che le armature imperiali non solo non proteggono dai semplici Blaster, ma nemmeno dai cazzotti di una donna gravemente sovrappeso.
Se ne deduce che siano solo ornamentali, tra l’altro permettono a chiunque di infiltrarsi in una base dell’impero.
Ad ogni nuovo episodio Gina Caranoarmato è sempre più grassa, si deve essere mangiata un Bantha.
Gina Carano non è grassa: è densa…
Forse ma io non glielo direi in faccia.
Bella recensione. Mi ha fatto apprezzare di più certi passaggi. “Mettere tutto su pennetta (gigantesca, meno male che è il futuro) e uscire.” Tecnicamente siamo nel passato.
Pensare che fino ad un anno fa su queste stesse pagine si difendeva a spada (laser) tratta un certo Rian Johnson. Grazie a Dio Faverau e Filoni stanno dimostrando come si possano scrivere contenuti inediti rimanendo fedeli allo spirito originale della saga. In 35 minuti di Mandalorian il personaggio di Mayfeld ha più spessore, storia, carisma e motivazioni dei tre protagonisti della nuova trilogia messi assieme nell’arco di tre film.
Ma io continuo a gradire l’operato di Johnson insieme a quello di Filoni e Favreau… i problemi dell’ultima trilogia si chiamano j.j. abrahams e katleen kennedy.
Il primo non tornerà e la seconda potrebbe essere mandata a casa a favore di un certo kevin feige: speriamo!
Nathan
Caro Nathan,
invidio chi, come te, riesce a trovare del bello in TLJ. Dopo diversi confronti sono arrivato alla conclusione che é un problema mio, non riesco a cogliere ciò che dice tra le righe. Sono ancora legato ad un tono epico nella narrazione dei personaggi di SW. Diciamo che il finale di stagione di questa serie é riuscito a colmare quel senso di vuoto e fastidio che mi aveva lasciato l’ultima trilogia.
Pace!
spero che a gina carano,dopo the mandalorian, le venga affidato qualcosa di bello.. che cazzo di carisma a menare le mani! e a chi dice che e ingrassata io aggiungo: sempre gnocca e sempre capace di spaccare culi.
Eccellente episodio, interessante già a partire dal titolo (quello originale): tutto è relativo, anche gli ideali lo sono, traditori e nemici possono essere eroi e viceversa, ed è possibile spogliarsi (letteralmente) delle proprie convinzioni, quando ne vale la pena.
Anche in questa puntata un mix di suggestioni: la prigione ricorda molto vagamente la Terra del futuro di Terminator, l’assalto alla diligenza ha un che di Mad Max, il miglior momento di tensione (probabilmente di tutta la serie, perlomeno a livello di tensione costruita con i dialoghi) rimanda alle sparatorie nei saloon (o a casa di Calvin Candle). Il tutto è arricchito da azione a volontà e con una conclusione con un po’ di sano fomento, con Mando che finalmente esprime a parole i suoi sentimenti. In più, abbiamo pure smarcato la puntata helmet off: siamo pronti per il gran finale.
e muoiono sempre con 1 colpo… nonostante la loro bella armaturina bianca.
a che minchia serve l’armaturina bianca mi son sempre chiesto…
era un “rispondi” al post di Gloria Perin.. non so perchè sia finito qui