Ciao.
Oggi voglio parlarvi di George Clooney, Autore, una figura che probabilmente esiste solo nella mia testa ma sulla quale sono convinto di avere almeno qualche misura di ragione.
Per farlo però dobbiamo prima parlare di George Clooney, Attore, una figura che è esistita per anni per rovinare l’infanzia di milioni di persone costrette a confrontarsi con il fatto che anche i loro genitori hanno voglia di scopare. George Clooney, Attore è emerso dalle nebbie all’incirca all’altezza di E.R. e si è presentato al mondo in quanto Sex Symbol Per Mamma E Papà: bello, affascinante, magnetico, con quel suo ghigno sarcastico e negli occhi lo sguardo di un uomo che esiste solo per far eccitare un target adulto, per anni ha fatto da contraltare all’amico Brad Pitt (un’espressione creola che significa “se hai trent’anni mi vuoi scopare”) e a Leo DiCaprio (“se hai sedici anni mi vuoi scopare”), ed è comparso in innumerevoli film nei quali non aveva gran bisogno di dimostrare di saper fare il suo mestiere perché gli bastava essere bono per portare a casa la pagnotta.
E come i già citati Pitt e DiCaprio, anche Clooney è arrivato a un certo punto e si è stufato di essere solo un pezzo di carne, per cui ha deciso di farsi crescere la barba (caratteristica principale che definisce un Autore) e di cominciare a fare Il Cinema, prima come attore e infine, com’è ovvio e naturale, come regista. A dire la verità la carriera di George Clooney, Autore è cominciata presto, quando ancora era nel mezzo della tempesta ormonale da lui provocata – Confessioni di una mente pericolosa è del 2002 –, ma se dovessimo segnalare un vero Punto di Svolta™ potremmo indicarlo probabilmente nel 2005, con l’uscita di Good Night, and Good Luck, film con il quale Clooney dimostrava di aver studiato a fondo l’intera filmografia di Robert Altman e di avere una grande voglia di diventarne l’erede, e magari di far dimenticare al pubblico le pubblicità del Nespresso.
Purtroppo, da allora la carriera di George Clooney, Autore non ha scintillato quanto lui stesso pensava che potesse succedere. Non fatemi fare l’elencone da IMDb, limitatevi a ripensare a Suburbicon e a chiedervi, e a chiedergli, “sei proprio sicuro, George?”. Perché io non lo sono: se è vero che formalmente Clooney ha imparato il mestiere per quanto scopiazzando da tutta la gente con cui ha lavorato in carriera, la sostanza dei suoi film da regista si è andata via via rarefacendo fino ad assomigliare a un esercizio di stile, un guscio vuoto sul quale l’uomo dipinge con i pastelli le sue quattro idee in croce e le presenta come Grande Cinema, sempre e comunque nel tentativo di far dimenticare a chi guarda di trovarsi di fronte quel bonazzo da paura del dottor Ross di E.R..
(fallendo spesso miseramente, come dimostra per esempio Gravity e quella sequenza dove galleggia nello spazio con quell’espressione da NESPRESSO WHAT ELSE che è impossibile cancellargli dal volto, ma questo è un altro problema)
Sto dicendo che la mia teoria, che appunto esiste solo nella mia testa e potete smentire quando volete, è che l’intera carriera di George Clooney, Autore sia un tentativo di evasione da una prigione nella quale è rimasto intrappolato a causa della sua mascella finemente cesellata – un tentativo fallimentare, come dimostra la sua ultima fatica, come si dice in questi casi, anche se parlando di The Midnight Sky il termine funziona meglio se applicato a chi sta dall’altra parte dello schermo. Tipo me. Spero non tipo voi, perché secondo me potete saltare questo nuovo film di Netflix senza alcuna remora e dedicarvi ad altro, per esempio fissare le capre. Ma ripeto, magari sono io. SIGLA!
The Midnight Sky si apre con George Clooney Con La Barba. UN SACCO di barba, e pure una qualche orrenda malattia, e la necessità di sottoporsi a dialisi costante, e in generale un nuovo, ennesimo tentativo di affogare la sua essenza di sex symbol sotto strati di Dolore e di Arte. È scritto da Mark L. Smith, uno che di Dolore e di Arte se ne intende (c’è lui dietro The Revenant, per esempio, un film con, guarda un po’, DiCaprio barbuto, ma anche dietro l’inutilissimo remake di Martyrs), e tratto da un romanzo di Lily Brooks-Dalton, ed è una storia di redenzione personale sullo sfondo di una catastrofe cosmica non meglio specificata che ha rovinato la Terra per sempre trasformandola in un deserto inabitabile dove la stessa aria che si respira è diventata tossica.
Intendiamoci, le opere di fiction che parlano di viaggi spaziali e colonizzazione di un altro pianeta sono una meraviglia, un esercizio mentale fantastico, uno sfondo perfetto per provare a reimmaginare la società e come potrebbe funzionare se dovessimo provare a resettarla e partire da zero et cetera. Sono però anche una fantasia positivista/progressista/ottimista che non è diversa da quell’Andrà Tutto Bene che ci ha perseguitato per tutto l’anno appena conclusosi; le migliori opere che parlano di spaziocolonie sono quelle che arrivano alla conclusione che il nostro problema in quanto specie non è la Terra, che trovare un’altra casa nel cosmo non sia la soluzione: il problema siamo noi, con buona pace di Elon Musk e delle sue fantasticherie marziane.
Tutta questa roba che io trovo interessantissima ovviamente non trova posto in The Midnight Sky, perché non interessa né all’autrice del romanzo né a Mark L. Smith né a George Clooney, Produttore, che ha invece voluto fare questo film per parlare delle solite robe: l’animo umano, l’amore, gli affetti, la famiglia, la solitudine, cos’èèè? Succede questo: l’umanità sta abbandonando la superficie per andare a nascondersi sottoterra in attesa che la merda tossica passi, ma AUGUSTINE LOFTHOUSE decide di rimanere indietro, a presidiare solingo il suo avamposto artico mentre attende la fine dei suoi giorni. Siccome in mezzo ai ghiacci non c’è granché da fare, il Nostro prova anche a contattare gli equipaggi delle missioni spaziali che ancora galleggiano nel vuoto cosmico, per avvertirli del fatto che la Terra è diventata una merda. Scopre così che ce n’è solo una ancora attiva, e guarda caso è proprio quella che sta tornando sulla Terra da K-23, il pianeta che lo stesso AUGUSTINE ha scoperto e identificato come possibile sede per una nuova colonia umana.
Ah, giusto, in tutto questo succede anche che il nostro amico A. scopre che insieme a lui nell’avamposto c’è una binba, lasciata indietro con ogni probabilità da una madre disattenta e della quale mr. Lofthouse decide di occuparsi, in parte perché non ha altro da fare, in parte perché a botte di flashback scopriamo che Augustine da giovane era un tizio tutto dedito al lavoro e incapace di dedicare la sua attenzione all’amata Jean, che infatti lo molla quando rimane incinta. Incredibilmente ci troviamo così di fronte a un film che pare una roba sci-fi ma è in realtà l’ennesima menata su un genitore assente; uno space drama sui daddy issues che in qualche modo potrebbe ricordare quell’altro esempio recente di pseudofantascienza autoriale fallimentare con il protagonista barbuto che è Ad Astra.
Per cui: da un lato abbiamo George Clooney, Autore Con La Barba protagonista di un survival movie al ghiaccio di rose che deve provare ad avvertire l’equipaggio della stronave mentre per la prima volta nella sua vita stringe una qualche forma di legame affettivo con un’altra persona. Dall’altro abbiamo l’equipaggio della stronave, una serie di figurine di cartone capitanate (non formalmente ma in quanto a screen time e minimo sindacale di caratterizzazione del personaggio) da Felicity Jones, una bravissima attrice con un talento innaturale per finire in film nella quale il suo talento viene sprecato. Le due metà del film fanno di tutto per non parlarsi e per esistere nella loro bolla di realtà, e quando infine lo fanno l’unica reazione possibile è questa:
È tutto molto bellino e ben curato, eh, mica sto dicendo che Clooney non sappia come gestire i silenzi e gli spazi vuoti e le rare, improvvise accelerazioni narrative. The Midnight Sky fa un figurone nei trailer e nelle clip accuratamente selezionate per convincere l’utenza di Netflix a pigiare Play. Ma è tutto così vuoto, etereo come una cover al pianoforte, è la foresta degli spunti volanti che cascano a terra con fragore e vengono subito dimenticati di fronte all’ennesimo campo lungo sul gelo dell’Artico o l’ennesimo momento di space porn razzato dal già citato Gravity senza averne la gravity nel secondo significato del termine secondo il dizionario di Cambridge. È un film che dovrebbe parlare tra le altre cose del nostro destino in quanto specie condannata all’estinzione dai nostri eccessi e dalle nostre mancanze, ma tutto questo strato di significato nel film in realtà non esiste, ce lo aggiungiamo noi che guardiamo perché ci viene naturale avvicinare una storia di apocalisse climatica e viaggi della speranza a tutta una serie di opere analoghe e/o che parlano della stessa roba; quello che davvero c’è nel film è un monologo di George Clooney, una disperata richiesta di essere preso sul serio della quale tutto il film, da quello che succede al resto del cast, è una mera funzione, una stampella, uno strumento.
E poi è tutto così, oh per l’amore dei Grandi Antichi mai avrei pensato che avrei usato una parola del genere in una recensione ma è tutto così pacchiano, smaccato, senza vergogna – una Macchina per Emozioni che sacrifica ogni parvenza di ritmo narrativo e di interesse intellettuale sull’altare del drammone, un drammone nel quale potete anche entrare con tutto il cuore se volete, non ve lo vieto certo io, ma davvero è possibile nell’anno 2021 farsi trascinare da questa storia di nostalgia e padri assenti e figlie surrogate e barbe incrostate della neve della Groenlandia? Sono sicuro che da qualche parte sotto la patina The Midnight Sky nasconde spunti nuovi, idee interessanti, una visione del cinema che vada oltre i ristretti confini del tinello e del nucleo familiare, ma anche con tutta la buona volontà del mondo gli ultimi dieci minuti di film farebbero passare a chiunque la voglia di grattare – dopo aver vagato a vuoto per lo spazio per due ore, tra silenzi, sguardi intensi e morti perfettamente inutili se non per strappare qualche lacrima e/o risvegliare un briciolo di attenzione, il film collassa in una scorreggia cosmica al cui confronto il pur discutibile finale di Arrival sembra… boh non mi vengono paragoni adeguati, scusate, sono stanco, ho freddo e mi sono rotto il cazzo della non-fantascienza e degli esercizi di stile.
E non provate neanche a venirmi a dire che c’è un messaggio o un avvertimento o un discorso sulle sorti ultime dell’umanità più complesso di “ops, abbiamo fatto casino, ricominciamo e vedrai che andrà tutto bene”. Non tirate in ballo il cataclisma e l’aria irrespirabile e le radiazioni perché non sono nulla, sono parole messe su carta e fatte pronunciare a gente fatta di carta per giustificare il fatto che le location di The Midnight Sky non sono “il tinello di casa” e “il triste ufficio” e “la vasca da bagno scrostata e muffita dove il nostro protagonista piange calde lacrime” ma “le nevi artiche” e “lo spazio profondo”. Puoi anche nasconderti dietro la barba da Autore, George Clooney, Manon Serve; non basta darsi un tono per, be’, darsi un tono, come non basta Kyle Chandler che parla con gli ologrammi per poter dire che hai dato tridimensionalità ai tuoi personaggi. The Midnight Sky è un monologo del Nostro, due ore di blabla vestito a festa che si possono riassumere in “oh no avrei dovuto cagare un po’ di più il resto del mondo invece che concentrarmi solo su me stesso”, una fornace di banalità alimentata a metaforoni di grana talmente grossa che ci puoi condire gli spaghetti di Godzilla.
E no è inutile che fai quella faccia, non mi commuovi.
Ridatemi Miley Cyrus.
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Il vuoto cosmico sopra di noi, il vuoto cosmico dentro di noi, insomma il vuoto cosmico
(Stanlio Kubrick, i400calci.com)
Non l’ho visto, ma del Clooney Autore ricordo Monuments men, sia perché a mia memoria rimane l’ultimo film che ho fisicamente noleggiato (intendo proprio che avevo fisicamente un disco in mano e l’ho dovuto riportare al tizio della videoteca, che tempi), sia perché era veramente una merda. Questo dalla rece pare anche peggio.
PS ma visto che questo rientra nel genere “fantascienza” abbastanza da essere trattato qui, posso sperare che la stessa sorte tocchi pure a Vacanze su Marte o chiedo troppo?
Ma quant’era bello Confessioni di una mente pericolosa? No?
Confermo, grande film che prometteva una carriera da regista spumeggiante, invece è andata via via sempre più alla ricerca dell’affermazione da AUTORE.
Va detto che a me non sono dispiaciuti neanche Good night and good luck e Le idi di marzo
Concordo. Impeccabile la recensione del dott. Stanlio, ma Confessioni è un piccolo grande capolavoro. A parte la storia, il ritmo, Sam Rockwell & c, George ha avuto la geniale intuizione di far recitare la Roberts senza che riuscisse a sfoderare nemmeno uno dei suoi insopportabili sorrisi. Impagabile.
Io l’ho visto e l’ho apprezzato. Ho apprezzato l’introspezione della solitudine, della psicosi fino alle allucinazioni. Lo spirito di sacrificio e la condanna autoinflitta. Ho apprezzato i momenti di silenzio e quelli di dispersione. Al di là della figura di Clooney. Il film merita di essere visto. Ci sono film come l’ultimo di Nolan che… Per non parlare della filmografia italiana con i cinepanettoni & C.
Appena visto il film, di una noia mortale. Un contenitore formalista e vuoto. Niente a che vedere con la grande fantascienza che per altro amo sia in letteratura che al cinema. Coincido con la recensione.
Confessioni di una mente pericolosa è stato l’unico film che non ho finito di vedere al cinema, andandomene via prima della fine!
Ci sono errori grossolani nella sceneggiatura come la passeggiata fuori dall’ astronave della protagonista in stato di gravidanza , quale comandante di un’astronave decide di mandarla allo sbaraglio in quello stato esposta sondaggi cosmici ? E poi il balletto hollywoodiano tra gli astronauti fuori dall’abitacolo in piena emergenza e il comandante alla plancia di comando dell’astronave che balla e canta a squarciagola , che tristezza , mi sono sentito preso.in giro
film netflixiano per eccellenza…visto … addormentato durante la visione…ripreso finito e dimenticato dopo 10 secondi…
Netflix sta al cinema come McDonald’s alla ristorazione
Definizione letta su un altro sito ma per me perfetta
Mi dispiace, ma è una metafora banale e sbagliata.
Il termine di paragone più corretto non è McDonald’s, ma i Quattro Salti in padella.
al di là dei riferimenti gastronomici…io mi chiedo ogni tanto se i pigiami e simili che hanno monopolizzato le sale(e che hanno come target gli under 25 circa che popolano Netflix) avrebbero avuto lo stesso successo fossero usciti direttamente su Netflix prime ecc… a volte mi sembra che per la soglia di attenzione media dello spettatore e l’incapacità del target medio di distinguere tra una roba che ha un senso e una vaccata tutto sto spreco di fantastilioni poteva essere risparmiato e ci si guadagnava comunque uguale… magari non cambiava niente ma ci sarebbe stata molta gente che ciancica al cinema vero…
molta gente che ciancica in meno volevo dire
Mai mi sarei aspettato di vedere una recensione sul “mio sito” di CINEMA DI MENARE di questa cosa con Clooney che non vedrò mai.
forse perchè come te la meni con questo film, con nessuno.
Questo l’ho schivato as usual con gli Originali Netflix, ma chiedo a voi che ne sapete: non c’è un problema produttivo ENORME dietro questi fallimenti in sequenza dei film Netflix, indipendentemente dalla qualità e dall’esperienza dei nomi coinvolti? Pochi set, inquadrature strette, comparse sparute. Il ricorso abusato alla fantascienza apocalittica sembra in questo senso un tentativo di giustificare con un genere che l’algoritmo sostiene funzioni fra gli abbonati una scarsezza di mezzi piuttosto evidente e una incapacità dei vertici Netflix di fare davvero il lavoro di produttori. My 2 cent, accolgo un confronto.
La gabola dietro a questa tua teoria è che Netflix non è una produzione ma solo una distribuzione, che occasionalmente decide che vuole prendere un film sotto la sua ala e smolla il cash alla produzione per metterlo in piedi (questo p.e. è prodotto dalla Smokehouse Pictures di Clooney).
sono veramente tanti gli esempi da portare a supporto della tua tesi. non capisco nemmeno io come mai, come si possa approvare progetti del genere, tutti in serie. Sarebbe interessante capire quanti li guardano poi.
Ripeto quanto avevo scritto nei commenti d un altro film: il problema è che questi sono esattamente i (non) film che Netflix vuole.
Palle mostruose che scorrono sul televisore per due ore e mezzo mentre controlliamo le mail, ordiniamo da mangiare su Glovo, compriamo su Amazon. Netflix non vuole l’engagement, vuole una platea di persone distratte e vagamente annoiate.
Fateci caso: un qualsiasi film Netflix – con le note eccezioni meritevoli – può essere abbandonato in un istante a caso e ripreso dopo mezz’ora senza che nulla sia assolutamente cambiato. Mi sono addormentato per una mezz’oretta e la storia era ancora lì, dove l’avevo lasciata.
Il problema gigantesco all’orizzonte è l’effetto che questo tipo di prodotti avrà su di noi; siamo sicuri che tra un anno saremo in grado di vedere un film al cinema dall’inizio alla fine?
Grazie per la risposta Stanlio! Pensavo che il marchio Originale Netflix implicasse anche un vago controllo produttivo (anche se in effetti campeggia su serie trasmesse originariamente su altri canali tipo Adult Swim o ABC), ma a questo punto forse è la casa di produzione che, puntando già alla piattaforma su cui vuole stare, taglia costi e supervisione del prodotto. (Reverse conspiracy theory)
secondo me hai perfettamente ragione.
ormai “originale netflix” rischia di diventare un marchio di infamia come i film della Hallmark (mentre per esempio A29 è quasi sempre indice di qualità) .
e non concordo con Stanlio, Netflix interviene eccome sulla produzione, non si limita a finanziare a scatola chiusa ai soli fini distributivi.
infatti sta diventando un bel problema perché il politicamente corretto – quindi la noia – cominciano a farla da padrone.
Ma scusa dove ce lo vedi questo famigerato e sfuggente “politicamente corretto” in The Midnight Sky? Io ci vedo solo un drammone familiare di genitori assenti e sentimento&pentimento.
“siamo sicuri che tra un anno saremo in grado di vedere un film al cinema dall’inizio alla fine?”
Il cinema è sopravvissuto al videoregistratore, sopravviverà anche a Netflix.
Secondo me la pandemia, una volta finita, farà riscattare la molla e le sale torneranno a riempirsi. Probabilmente la spiegazione sta nel fatto che il cinefilo medio e il “bingiatore” da Netflix sono animali diversi con esigenze diverse.
“il cinefilo medio e il “bingiatore” da Netflix sono animali diversi con esigenze diverse”
Non lo so, io mi godo entrambe le esperienze, con le loro differenze, senza problemi.
Per me l’approccio ai film di Netflix è sempre sbagliato e “sproporzionato”. Un film in sala presuppone una scelta da parte mia, nonché un impegno nel guardarlo. Impegno sotto forma di uscire di casa, spendere dei soldi, stare 2 ore in una sala buia con una sola pausa per pipì e popcorn. Un film di Netflix, non prevede da parte mia nulla di tutto questo, non posso aspettarmi lo stesso tipo di prodotto. E’ come paragonare un DTV ad un blockbuster, non solo in termini di costi produttivi, ma anche di ambizioni, obbiettivi di partenza, cura nella realizzazione, ecc.
Forse una formula Blumhouse applicata alla fantascienza? (minima spesa/1 idea/ massimo guadagno). Ieri ho avuto la bella idea di guardarmi (me tapina) I’m mother e il modello mi sembra quello…
Ehm….scusatemi… Mi è piaciuto il film
Scusate anche me…
Però secondo me è il modo più bello ed estremo per mettere in evidenza il problema della paternità assente. Un modo più estremo e romantico non c’è secondo me.
Domanda. Quando è stata l ultima volta che un problema del genere vi ha commosso guardando un film? Ed il motivo era ugualmente estremo?
Scusatemi ancora
grazie Stanlio, mi hai fatto schivare una pallottola.
mi permetto ma tutta la vita un film di Ben Affleck regista che uno di George Clooney regista!
p.s. so che è con molto ritardo ma spero sempre in una recensione di The Accountant
Spero di non scatenare una polemica politica, non è mia intenzione, però Clooney ha incominciato la propria parabola discendente quando è diventato più un attivista che un attore.
Cioè, per un certo periodo ha funzionato anche, “Three Kings”, “Syriana” e “Michael Clayton” sono per certi versi tutti film di satira e/o denuncia dell’Ammerika e sono tutti e tre bei film.
Poi però dopo l’attivista Clooney ha preso il sopravvento sul Clooney attore/cineasta che secondo me da pure l’impressione di non averne nemmeno più tanta voglia.
Questo film non l’ho ancora visto ma da come ne parlate mi sembra “Clooney Greenwashing meets Greta Thunberg”
Io ormai ho un metodo infallibile: chiedo a mia madre cosa s’è vista di recente e se gli è piaciuto. Se la risposta è si, so già cosa NON guardare.
Ripeto quanto avevo scritto nei commenti d un altro film: il problema è che questi sono esattamente i (non) film che Netflix vuole.
Palle mostruose che scorrono sul televisore per due ore e mezzo mentre controlliamo le mail, ordiniamo da mangiare su Glovo, compriamo su Amazon. Netflix non vuole l’engagement, vuole una platea di persone distratte e vagamente annoiate.
Fateci caso: un qualsiasi film Netflix – con le note eccezioni meritevoli – può essere abbandonato in un istante a caso e ripreso dopo mezz’ora senza che nulla sia assolutamente cambiato. Mi sono addormentato per una mezz’oretta e la storia era ancora lì, dove l’avevo lasciata.
Il problema gigantesco all’orizzonte è l’effetto che questo tipo di prodotti avrà su di noi; siamo sicuri che tra un anno saremo in grado di vedere un film al cinema dall’inizio alla fine?
Scusa, solo una piccola notazione nella bellissima recensione, capisco l’urgenza creativa di buttare giù di pancia la recensione, però binba al posto di bimba non si può leggere… E pure due volte nel testo e nel trafiletto della foto
Ciao amico, grazie dei complimenti. Sei nuovo di queste parti?
Dovevi scrivere biNba.
Dovere di cronaca della correzione di boxe… hai scritto anche stronave (2 volte) al posto di qualcosa.
Mi hai fatto ricordare gli asteroidi da prendere in palestra per pompare il fisico anni’80 (e ho trovato il nesso col cinema di menare @nicomadrulz )
Sigh.
OK me lo segno: “non fare più il simpatico con gli spelling alternativi che fanno ridere solo te”.
A me i tuoi spelling alternativi hanno fatto ridere, come tutta la recensione che da sola vale il film.
@Stanlio no. no.
se smettiamo di dare per scontata un’accettabile conoscenza pregressa del Vernacoliere (RIP) nei nostri co-calcisti e co-calciste questo diventa un mondo in cui non voglio più vivere, altro che fantascienza distopica.
Binba?
non fanno ridere solo te!!!
Perché, non si chiama quella stronave? Ragazzi, ma lo sapete su che sito siete? Che tempi, signora mia….
Ah, il film è una palla oltrelimite, ma qui si parla dei lettori del sito, no?
@Doc Strangelove ero ironico, non si capiva… mea culpa. Ho fatto il verso a chi correggeva biNba etc. Ora non sapevo come tirarmene fuori, mi sento tipo Bart che fa lo scherzo telefonico quando cerca centrico ego e gli risponde l’egocentrico, beh come adesso…volevo mettere le carte in tavola.
@Stanlio Kubrick grazie di esistere, di usare questi mispelling e tutta la tua dimestichezza con la forma e il genere critico perché stavolta applicato a una parabola di velleità autoriale è risultato alquanto meta. A costo di rovinare l’effetto bisogna scrivere “IRONICO” al pari di “SPOILER”! Manon Serve…
Io avevo capito la trama in modo diverso, provo a riproporla qui.
SPOILER
Clooney è il custode di una base di ricerca in Groenlandia, dove c’è anche una bambina. La loro vicenda è così pallosa che l’intera umanità cerca di rifugiarsi sottoterra.
Stendin govescio la tua versione.
Recensione impeccabile. Film che delude ben oltre ogni qualsiasi aspettativa.
Ah ma ecco dove vanno tutti! Sottoterra! Giuro che l’ho ricominciato 3 volte, perchè per 2 volte mi sono addormentato a metà, e ancora non l’avevo capito. Grazie.
Visto sotto Natale. Credo che non ci possano essere parole più giuste di quelle che hai scritto.
Lo sto sconsigliando a praticamente tutti. Che peccato quando un film fa così irrimediabilmente cagare
Non è un filmone, questo é sicuro, e nemmeno tra i migliori del piacione che però talvolta mi è piaciuto molto, più come regista che come attore, ma non lo butto via.
Personalmente credo che questo film deluderà molto chi si aspetta un film “di fantascienza”: non lo è, ma il punto é che non voleva esserlo e su questo doveva essere più chiaro, sia per chi come me intende la fantascienza come 2001 o persino arriva a Gravity, o per quelli ai quali è piaciuto Interstellar, sia per chi la intende in altro modo come Star Wars (che amo, ma non è fantascienza). Midnight é una storia umana di redenzione, tutto il resto é un contesto. Da questo punto di vista, ci si può trovare del buono. Lo consiglio ? No. Lo rivedrei ? Nemmeno, ma l’ho visto volentieri e non mi è dispiaciuto affatto.
No, non è un capolavoro. Ma non è nemmeno da buttare. E il twist finale sorprende davvero, cosa rara di questi tempi. Mi pare che vogliate vedere a tutti i costi il bicchiere mezzo vuoto: le idi di marzo e Good night sono momenti di cinema altissimo e mi sembra che Suburbicon sia stata l’unica vera cagata. Ma nemmeno a Tarantino tutte le ciambelle vengono col buco…
Mi rendo conto che robe tipo “il twist è scontato/è geniale” sono talmente soggettive che è difficile parlarne al di là dell’effetto che hanno avuto sul singolo, ma a me il twist di sta roba è sembrato telefonatissimo da quando compare la bimba, nonostante il tentativo di depistaggio con la mamma nordica che perde la figlia a inizio film, e il sospetto che fosse come effettivamente era me l’ha confermato quando la bimba apre bocca e ha l’accento inglese come Felicity Jones e non quello nordico come la mamma nordica.
Comunque non ho detto che Clooney ha fatto solo merda (GNAGL l’ho proprio scritto che è figo), ma che la sua carriera da regista è andata facendosi via via più vuota di contenuti: Le idi di marzo ancora si salvava, Monuments Men è mediocre, Suburbicon è pessimo e quest’ultimo vabbe’, diciamo che non l’ho apprezzato ecco. I primi tre (pure Leatherheads) sono belli.
La mamma nordica me la ricordo bene perché praticamente era una Greta Thunberg quarantenne con tanto di treccia che sembrava dovesse gridare “Ve l’avevo detto, cazzo, ve l’avevo detto!” da un momento all’altro.
A proposito di George Clooney, attivista.
Oddio, come dice Stanlio è personale, ma per me
SPOILER
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Il twist che Felicity Jones è sua figlia è telefonato al minuto 4.30, il twist che la bambina è immaginaria telefonato alla seconda volta che appare.
Iniziato. Addormentato dopo poco. Messo in panchina per 2-3 giorni e ricominciato. Ri-addormentato un pelo più in là di prima. Mò c’ho Netflix che mi ricorda di finirlo ma a sto punto mi sa che passo oltre.
Magari mi perdo un buon film ma in fondo chissene! Ti voglio bene uguale George, ma pure se fai film più cazzoni non mi offendo mica eh.
Quasi più soporifero delle partite di Coppa Italia senza pubblico, con solo la voce del telecronista, i brusii dalle panchine e il rumore del pallone.
In più ho trovato davvero irritante
SPOILER
la scena della passeggiata nello spazio con il suo malriuscito tentativo di creare tensione con loro belli belli a cantare e noi tutti in trepidante attesa di un qualsivoglia colpo di scena. Che poi è arrivato, ma era una scoreggia.
Adovo e stendin govescio la tua rece (e la vostra pagina). È esattamente ciò che ho visto io mentre mi pippavo questa minestra riscaldata obtorto collo (.. non si può vivere di rewatch).
Oltretutto sul genere Nuova terra/nuovo inizio, per il mio gusto personale, è già stato detto tutto il quel gioiello fuoriserie, ed infatti non compreso, che è Passengers.
Di cui linko modestissima rece, al fine di definirne la distanza “Siderale” con questo pistoletto di Cluney Autore.
http://www.mymovies.it/film/2016/passengers/forum/?id=1403261
Non ci capite più un cazzo, purtroppo. Ormai chiedere all’umanità di accendere il cervello è diventata una bestemmia. Vi meritate Michael Bay.
Caro Arcibaldo, Il problema, purtroppo, è che non ce lo meritiamo abbastanza e Bay non è ancora il Re del Mondo (che, poi, probabilmente farebbe detonare).
Oppure il problema sei tu, e la tua spocchia , e apprezzi solo i film dove I GRANDI TEMI vengono urlati e evidenziati con il Carioca punta grossa.
Noi ci meriteremo Michael Bay, ma tu ti meriti Margherita Buy.
Meglio Margherita buy di Michael Bay, vai a raccattare il cervello se lo trovi. Idiota.
Lo spocchioso sono io, no una manica di bulletti spocchiosi tutti allineati che si leccano il culo a vicenda, hai ragione.
Sei talmente disallineato con il mondo da dare dei bulli dopo essere entrato a gamba tesa esordendo con ” Non ci capite più un cazzo” e “non riuscite ad accendere il cervello (scusa, qui ho parafrasato un po'”.
La cosa più buffa è che ti metti pure a piangere perché “i bulli cattivi si sono schierati contro di te”… che ti aspettavi? Che tutti osannassero la tua idea che, oltretutto, non ti sei nemmeno premurato di motivare.
Credi che Midnight sia un bel film? Bravo! Argomenta così magari riusciamo anche a decidere se essere in accordo o meno con te.
Arcibaldo arcibau…dai vai a cuccia che per stasera ne hai sparate abbastanza
A tutti gli effetti “fissare le capre” ritengo sia la miglior mediazione tra il Clooney autore e il Clooney attore…
Io non so come tutti questi improvvisati critici facciano a sputare con una spocchiosità così insopportabile non solo su un film ma sull’intera carriera di artisti attori registi. Io sono cresciuta con ER ma ero più giovane quindi ero innamorata del dottor Carter. Per quanto riguarda Clooney Midnight Sky non l’ho ancora visto ma a parte che non c’è necessità alcuna di far dimenticare al pubblico di come sia iniziata la propria carriera. È poi Clooney attore l’ho adorato in quasi tutti i film dei Coen. The Arrival è uno dei più geniali film visti negli ultimi anni. Cos’è che non va nel finale? Non l’hai capito forse? Te lo spiego? Magari eri troppo occupato a sputare su tutto. E poi cos’è questa cosa contro il farsi crescere Ia barba? Forse hai problemi di lopecia generalizzata?
Confessioni di una mente pericolosa era un film geniale, con un Sam Rockwell in stato di grazia prima ancora che il grande pubblico si accorgesse del suo talento immenso. Poi Pitt, Di Caprio…Per criticare un film hai fatto un minestrone in cui hai messo dentro un po’ tutto e tutti. Mi ritengo una cinefilo che come tutti in questo terribile periodo fa quel che può per vedere film di qualità. Anche se significa abbonarsi un mese sì è un altro anche a piattaforme che nascono come funghi. Sono andata al cinema finché è stato possibile e riprenderò appena possibile. Ma non leggerò mai più una recensione di una presunzione così gratuita. Vedrò il film e mi farò una mia idea. Cmq come sempre criticare chi crea è più facile che creare (cfr. Ratatuille).
Sono indignata dell’arroganza di questo Stanlio Kubrick chiunque sia. E bannerò immediatamente un sito con recensioni (ah grazie di aver raccontato il film per filo e per segno) di tale meschinità. E continuerò ad affidarmi a siti più seri, se pur severi senza insulti gratuiti.
Che poi cosa c’è di male che il film sia incentrato sui rapporti umani? Se non sono quelli che danno senso all’esistenza allora visto che sei così illuminato dimmelo tu.
E il premio “Non leggo ma non capisco” goes to….
sta sbrodolata per? di solito questi spuntano solo quando si osa criticare il regista decaduto italico di turno…adesso anche con George? solo perché ha preso casa a Como?
“Ma non leggerò mai più una recensione di una presunzione così gratuita. Vedrò il film e mi farò una mia idea”
Cioè, non hai ancora visto il film ma già dici che la recensione è sbagliata?
WTF?
che disagio che gira
Almeno sei riuscito a non sputare su Felicity Jones e non esagerare su Kyle Chandler.
Io credo che un film debba parlare di ciò di cui l’autore vuole parlare. Nessuno punta una pistola alka testa a nessuno per guardarsi tutto. Pensa a me la fantascienza piace poco anche se ritengo diversi film delle perle a prescindere dal genere. Ms visto che come dici è la solita storia del genitore assente che di redime a questo punto lo guarderò di certo.
Tanti auguri per la tua carriera di critico!
A questo punto due suggerimenti:
– meno produzioni americane, benché “mainstream”, più prodotti “globali” e attinenti alla mission del sito;
– aridatece le Eccezioni Meritevoli, ho visto “Il figlio di Saul” meno di un anno fa e ancora ce l’ho addosso!
Con rinnovato rispetto.
Beh questo è una eccezione IMMERITEVOLE, perché di calcista in questo film non c’è una sega.
Ciao amici, a me fa strano dover dire una cosa del genere che pensavo fosse scontata, ma è già capitata due volte di fila. Apprezziamo molto il feedback, anche quello negativo, ma cercate possibilmente di darcelo su film che a) ricordate o perlomeno b) avete visto. Specialmente – ed è incredibile come questa cosa si applichi ad entrambi i casi – se ci volete “spiegare il finale”. Grazie.
Roba indecente, ma veramente indecente. A me Clooney sta simpatico, come quasi tutti quelli della sua cricca. Però questa roba è scandalosamente brutta.
Ah Georgie Georgie… con goodnight and goodluck pareva diventato pure compagno, chissà poi come ci sarà finito ai festini a casa di Silvio. :P
Non credevo aveste recensito questo film (in quanto non mi pareva calciabile), tutto sommato non mi è dispiaciuto, certo un pò lento e con il twist finale che era telefonatissimo (almeno per me) per me 6.9
Be ora rimane solo un uomo massacrato dalla demrnza come Williams x k alcool e il seguito di una dieta Ke non ha detto con grave chetosi..purtroppo nn superata ho le foto!!?
I
Diciamo che tutti questi attori di medio livello hanno cercato di copiare Mel Gibson regista/autore e hanno fatto tutti la stessa fine, si sono sparati le poche cartucce di idee che avevano e sono finiti a copiare loro stessi, ormai senza idee.
Almeno Mel Gibson ha la scusa che si è fatto beccare ubriaco a dire frasi antisemite e cosi è potuto tornare a fare film, dove almeno non ha bisogno di dimostrare niente, come in quel Macete o come Babbo natale.
Questo sito di merda vale la pena di visitarlo solo per farsi quattro risate sui commenti, che sono perlopiù “ma che bella recensione signora mia”. Cioè il punto non sono tanto i film, ma propil farsi pompini a vicenda. Poi se qualcuno prova a farglielo notare arriva coso là a bannarti (“il capo! Grande capo!” e via spompinando).
Premetto che non sono un esperto di blog ne di comunità internettiane in genere, quindi non so se esistano dei parametri da rispettare, una netiquette oppure ogni blog fa come gli pare e blabla. Ma so che quando ho voglia di leggermi i 400 calci son consapevole di che linguaggio trovo e so che genere di caustiche arguzie vengano usate. Insomma, è un sito che celebra “action jackson” , mica peter greenaway. Eppoi vedo un blog come una casa: entro e mi conformo alle usanze, se ho voglia dei 400 calci, sto allo stile dei 400 calci. Che mi piace anche quando non son d’accordo. Ed anche ad @elisabetta sala vorrei dire che io ho gradito quanto scritto dal recensore sulla barba di clooney, trovo la recensione e lo stile in genere di @stanliokubrick sagace. Io vedo quello che c’è sotto, dietro il modo in cui questo team di recensori scrive. La competenza si intuisce eccome. Lo stile con cui scrivono è una scelta. Oddio, credo! La musica di frank zappa era seria ma a chi non aveva nelle sue corde i mezzi per comprenderlo pareva una pagliacciata. Sebbene il paragone sia generoso eh
Oddio troppa troppa grazia il paragone con Zappa ma lo incasso con gusto e soddisfazione come se fosse una cosa vera.
E comunque ci tengo a dire che ho una barba fantastica.
Però col barbone diciamo che un tono se l’è dato dai. Per il resto concordo anche con le virgole.
Ieri sera ho visto il film e sono subito corso a leggere la vostra recensione del dopo partita: grazie ragazzi, avevo le lacrime agli occhi. Condivido ogni parola. Qualcosa di buono nel film a mio avviso c’è, qualche piccola sorpresina (la scena del rientro della tizia dalla tempesta di meteoriti; la battaglia coi lupi; l’essere riuscito a mantenere l’identità della bimba fino alla fine, tutto sommato, segreta; il risveglio quando crolla il modulo abitativo nei ghiacci) ma veramente troppo poco.
A nessuno è venuto in mente che, essendo amici, Pitt e Clooney avranno fatto a gara sul film dello SPAZIO? Ritengo che questo sia leggermente meglio di Ad Astra anche se, ovviamente, il campionato è sempre quello della scoreggia cosmica.
grazie di esistere
che vita miserabile devi avere…
era riferito al cretino che blaterava di pompini a vicenda
Bellissima recinzione. I primi film che faceva erano proprio bellini, poi pian piano si è perso, peccato. Concordo con chi dice che il 90% dei film Netflix siano dei polpettoni in cui se ti addormenti, quando ti svegli ti sembra che non sia accaduto nulla. Io credo che in fondo a loro fanno comodo film del genere, non ne puoi parlare male se dopo 1 minuti non ricordi più manco come si chiamava quello che hai visto *rollsafe meme*
Finito di vedere ieri. Sa un po’ tutto di già visto: a me è parso un mix tra Interstellar, Gravity, the Martian e non so cos’altro, ma a differenza dei titoli citati è piuttosto carente di pathos e grandiosità.
Non concordo sulla dicotomia Clooney Attore vs. Autore. Al buon George va oggettivamente riconosciuta la capacità di mettersi in gioco. Quante altre star-sex symbol rischiano la loro credibilità piazzandosi dietro la macchina da presa ottenendo risultati minimo accettabili/a volte molto buoni? Mi vengono in mente solo Gibson, che poi ha praticamente fatto harakiri a causa delle sue intemperanze nel privato, e Costner, a cui è stato dato un freno onde evitare bancarotte. Clooney ha lavorato con grandi registi (Malick, Cuaron, Petersen, Rodriguez, più volte con Soderbergh e i Coen) e ha cercato di applicare la lezione. Un paragone potrebbe essere Redford, che, dopo il sodalizio con Pollack, si è messo a fare il regista, ma anche lui non è che abbia sempre diretto dei capolavori (certo, bisogna anche ammettere che ha fondato quel gioiello del Sundance). Qualche perla Clooney ce l’ha regalata (più in veste di attore direi), in particolare nel suo periodo d’oro (secondo me il decennio dal 2000 a poco dopo il 2010) e probabilmente ha iniziato la parabola discendente, ma mai dire mai, spero di essere smentito.
Tornando al film, per me il problema di base è la storia, da quanto leggo tratta da un romanzo. Ora, mi chiedo chi mai possa aver deciso di adattare per lo schermo un libro con una trama così: o l’autrice sa scrivere come David Foster Wallace e quindi è in grado di rendere intrigante qualsiasi cosa e a Hollywood ci sono cascati in pieno, o alla Mecca del cinema non sanno più che pesci prendere, nel tentativo di cavalcare una specie di moda sci-fi intimista-“d’autore”.
A “il problema siamo noi” ho smesso di leggere. Magari tra un po’ mi rifaccio forza e cerco di capire com’è il film. E dire che eri partito bene, dicendo che la ricerca di un altro pianeta da colonizzare è una grossa minchiata: a meno di tecnologie boh, se hai l’energia di andare lì dovresti anche averla per risolvere i problemi qui.
Invece no, invece il problema siamo “noi”. Il problema di chi? Quale problema? Dio di una Madonna di Dio. Platone, già Platone diceva che eravamo troppi, che la terra era sovrappopolata. La torta è sempre troppo piccola, siam sempre troppi per spartirla, a sentire alcuni. Fine analisi.
Che due coglioni questo film! E al finale con i due superstiti che si aggiornano i calendar di Outlook, che gli vuoi dire?
Netflix sforna film più o meno di merda, non si scappa.
P.S. Comunque una spanna sopra a Outside the wire, una cosa veramente inguardabile.