In occasione del suo 40esimo anniversario, vi abbiamo raccontato del seminale Superman di Richard Donner e dei suoi tre sequel, incluso lo spin-off Supergirl. Ma com’è proseguito il rapporto tra il cinema e i fumetti dopo quel rivoluzionario successo? Scopritelo con la nostra rubrica #EroiDiCarta.

Emo Spidey is emo.
Una cosa sorprendente di noi esseri umani è la nostra capacità di selezionare le informazioni che ci va di assorbire. È una caratteristica contemporaneamente terrificante e necessaria, perché probabilmente ci impedisce di impazzire ogni cinque minuti. Un esempio perfetto? La pandemia che stiamo vivendo. L’abbiamo vista arrivare da mille chilometri, abbiamo scelto di ignorare le avvisaglie e voilà!, eccoci nella merda.
Nel 2007, per me e credo per molti altri, con Spider-Man 3 successe la stessa cosa. Lo vedemmo arrivare da distante, sotto forma di teaser trailer, trailer, servizi al TG1, sulle riviste. Zitto zitto, Spider-Man 3 si fece strada nei nostri cuori di spettatori pieni di fede – quella più cieca, assoluta – verso un regista che, fino a quel momento, non ci aveva deluso. Che si era laureato nel cinema giusto e aveva poi messo in pratica quell’esperienza per rendere più giusto il cinema dei supereroi. Come si poteva dubitare di lui?

“Sam, sei sicuro che ci sto nel film?”. “Che ruolo hai?”
E allora tutti a reprimere quella vocina che ci sussurrava, con fastidiosa puntualità, che la saga del costume nero e di Venom fosse davvero troppo complessa per essere infilata in un film che già conteneva il compiersi dell’arco di vendetta di Goblin Kadmon, l’Uomo Sabbia e tutte le sue menate, il potenziale matrimonio tra Peter e Mary Jane, Gwen Stacy… La Storia ce lo aveva già insegnato dieci anni prima, con Batman & Robin, che l’accumulo non è mai la soluzione e che voler fortissimamente vendere degli Happy Meal non basta per realizzare un bel film.
Ma noi niente, tosti. Non ne volevamo sapere, facevamo LALALALALALA e schiacciavamo per l’ennesima volta play sul sito dei trailer Apple. Ignari di quello che i trailer NON mostravano. Questo.
E questo.
Non ho parlato benissimo di Spider-Man 2, lo so. Ho questo problema che non mi interessa parlare di un vecchio film solo per confermare quanto si è già detto, preferisco affrontarlo da un punto di vista nuovo e Spider-Man 2, visto con gli occhi dell’adulto un po’ più cinico e smaliziato, l’ho trovato invecchiato. C’è anche da dire che non mi aspettavo che il Capo mi avrebbe affidato anche questa recensione, e allora ho fatto un po’ come quello che si presenta a una festa, tira una scoreggia e se ne va ridendo (vi è mai capitato? A me no. Forse ho sbagliato metafora). Se ho voluto essere un po’ più severo del solito, è perché Spider-Man 2 è comunque un film a cui voglio bene, per cui ho cercato di essere un attimino più obbiettivo perché lasciarmi trasportare dalla nostalgia non mi piace. Ciò detto, messo di fronte a Spider-Man 3, è Terminator 2.
La cosa curiosa è che Spider-Man 3, in fondo, è solo uno Spider-Man 2 che non ce l’ha fatta. Il problema dei due film è di fatto lo stesso: la fretta indiavolata di macinare storia, di aprire sottotrame solo per chiuderle rapidamente e passare ad altro. A salvare Spider-Man 2 dal destino del 3 è, di fatto, l’entusiasmo di un Sam Raimi ancora in palla e con la voglia di spaccare tutto visivamente. Fottesega se i dialoghi sembrano scritti da Tutankhamon e tutti recitano come sotto ossicodone, beccati queste splendide influenze horror in un film per tutti, guarda come ti so gestire le silhouette, bella ‘sta scena della metropolitana eh?, wow ma quella era una scenografia espressionista?, forte ‘sto Raimi oh.

Mica brutto da vedere.
E non è che, all’improvviso, in Spider-Man 3 Raimi si dimentichi come fare il regista, eh? Le scene belle ci sono anche qui. Ad esempio le origini dell’Uomo Sabbia, che sono il bignami dell’origine del supercattivo tipo, con tanto di polizia che lo bracca coi cani nelle paludi o qualcosa del genere (lo so, siamo a New York. Ripetete con me: FOTTESEGA). Anche il salvataggio di Gwen dalla gru impazzita non è male, super dinamico e coreografato al millimetro.
Per il resto, però, il film si trascina stancamente col pilota automatico. Il problema è quello che sappiamo: Sam Raimi voleva fare un tipo di film, Avi Arad voleva i pupazzetti. Era stufo di tutti quei cattivi da fumetti anni ’60, della fedeltà alle storie di Lee/Ditko/Romita. Voleva qualcosa di cool, hip, ggiovane. Voleva un cattivo con lo snowboard. Voleva Venom.

“Eccomi q-” “NON TU!!!”
Non solo, voleva anche Gwen Stacy, per ragioni non meglio specificate. E Sam Raimi, professionista qual è, lo ha accontentato. Ha trovato un modo per inserire, in un film già affollatissimo, anche tutta la storia del costume nero, condensandola il più possibile per arrivare alla fine ad avere Venom nel terzo atto.
E pare anche che, a un certo punto, Raimi se lo sia fatto piacere. In un certo senso ha trovato una chiave di lettura interessante: nei fumetti, Eddie Brock è un marcantonio di due metri per due coi capelli a spazzola. È una via di mezzo tra un marine e un suprematista bianco. Quando indossa il costume nero, è grosso e mostruoso perché è già grosso e mostruoso di suo. Raimi ha l’idea geniale di scritturare nel ruolo un attore distantissimo da questa immagine: Topher Grace, star di That ’70s Show (e a proposito, grazie Sam Raimi per una stagione 8 di That ’70s Show di merda, eh!). Nella serie, Grace interpreta Eric Forman, un ragazzo un po’ nerd dalla battuta facile innamorato della rossa della porta accanto. Ricorda qualcosa?

The original Peter and Mary Jane.
Topher Grace viene quindi scelto sostanzialmente perché è il perfetto doppio cattivo del protagonista. È uno specchio deformante che rappresenta il lato oscuro di Peter, in un film che si pone l’obbiettivo di mostrare i lati oscuri di Peter. Sulla carta, dunque, Venom dovrebbe funzionare. Dico dovrebbe perché, ovviamente, è solo uno dei tanti ingranaggi in una sceneggiatura talmente piena di roba che deraglia dopo venti minuti.
Non c’è letteralmente il tempo di raccontare tutto quello che bisogna raccontare, e allora Raimi, che sceneggia insieme al fratello Ivan e al solito Alvin Sargent, prende due decisioni drastiche. Primo: le cose accadranno perché sì. Secondo: in mancanza di altro, tocca affidarsi alla locura.
La prima decisione si traduce in una pigrizia di scrittura che ha pochi eguali. L’esempio migliore è l’arrivo del simbionte alieno e il modo in cui prende il controllo di Peter. Nel mondo di questi film, Spider-Man è l’unico supereroe di New York, d’America e probabilmente del mondo. Eppure, guarda caso, il simbionte cade a Central Park proprio accanto al motorino di Peter e ci si avvinghia.

“Non senti anche tu il rumore della merda che stiamo per calpestare?”
Gwen (il primo ruolo in cui ricordi Bryce Dallas Howard), nei fumetti il grande amore di Peter, protagonista di una delle morti più iconiche della storia dei comics eccetera eccetera, qui ha la sola funzione di far ingelosire Mary Jane (la cui psicologia, come al solito, è ridotta a “quella che non sa decidersi tra il suo fidanzato e uno che le fa il filo”). Una volta che ha svolto la sua funzione, sparisce senza tanti complimenti. E non dimentichiamo il maggiordomo di casa Osborn, che rinverdisce la stimata tradizione del deus ex machina rivelando a Harry l’informazione necessaria al momento giusto e triggerando la sua conversione al bene. Alla fine, poi, succede questa cosa inaspettata e rapiscono MJ. L’ho detto, pigrizia.
Il secondo elemento, la locura, deriva probabilmente dalla pressione che tutte queste necessità aziendali esercitavano sul povero Raimi, che, a un certo punto, deve essere esploso sul set gridando “MA IO VOLEVO SOLO FARE LE ROBE MATTE DEI SUPEREROI!!1!”, e ha deciso debbotto, senza senso, che ci doveva essere un numero di danza jazz. Sappiamo tutti come è andata a finire, non amiamo tanto parlarne (come ha detto quell’altro Uomo Ragno), ma portiamo ancora oggi le cicatrici.
Ed è un peccato, perché evidentemente Raimi voleva fare un’altra cosa. Voleva esplorare temi come le conseguenze della celebrità, la vendetta, il perdono. Quest’ultimo prende la forma di un tradimento eclatante del materiale originale, una roba che da un fan come Raimi non mi sarei mai aspettato: il ladro che ha ucciso zio Ben non ha realmente ucciso zio Ben. Questo manda a gambe all’aria un po’ tutto l’impianto del personaggio, che agisce per via del senso di colpa nato da quella fatalità. A rivederlo oggi, mi ha dato meno fastidio di allora e sono certo che, se Raimi avesse avuto carta bianca, avrebbe saputo sfruttare meglio questa deviazione. Ma così è solo una delle centomila coincidenze pazzesche (il vero assassino di zio Ben diventa un super-villain) che il film vorrebbe farci accettare.
L’altro grosso tema è, appunto, quello della celebrità e di cosa può fare alla psiche umana. Peter se la sente caldissima in questo film. La città lo adora, neppure gli editoriali di Jameson (il sempre MVP J.K. Simmons) riescono più a tenere testa all’amore che dalle strade di New York si propaga verso l’amichevole Uomo Ragno di quartiere. Peter si monta la testa, perde di vista gli altri e la ragione per cui ha iniziato a vestirsi con un pigiamino rosso e blu. Quando quel pigiamino diventa tutto nero, la trasformazione di Peter è in realtà già iniziata. Non è male come idea. Anche qui, però, la fretta rovina tutto e costringe Raimi a dipingere Peter come uno stronzo insensibile finché non lo è più, perché non c’è tempo per le sfumature. Let’s roll che dobbiamo arrivare a Venom, se no Avi mi rompe i coglioni.

Basta con questi cattivi anni ’60!!1!
E a proposito di Venom: entra in scena per la prima volta a un’ora e 47 minuti, quando ne mancano trenta alla fine. La sua origine è l’ennesima goingidenza pazzesca: è esattamente nella stessa cazzo di chiesa dove Peter si sta liberando del costume. Lo so, è così anche nei fumetti, ma li almeno passa del tempo tra una cosa e l’altra.
Ma parliamo degli attori. Tobey Maguire è inadeguatissimo. Quando deve fare il tenebroso gli daresti un buffetto sulla guancia di pura tenerezza, per il resto adotta lo sguardo da triglia standard da lui precedentemente brevettato. È così geneticamente incapace di sembrare cattivo che l’unica cosa da fare è cambiargli la pettinatura. Kirsten Dunst al solito fa del suo meglio con un non personaggio. James Franco… James Franco ha la faccia di quello che sa che questo avrebbe dovuto essere il SUO FILM, che gli è stato rubato e dunque perché sbattersi? Portiamola a casa.
Meglio le new entry: Topher Grace ha un certo fervore perché, tra tutti, è quello che più ha da dimostrare, ma il suo ruolo è davvero minimo. Thomas Haden Church (Uomo Sabbia) è l’unico a riuscire davvero a brillare con il poco che ha: il suo sguardo triste infonde più personalità a Flint Marko di tutta la scrittura di questo mondo. Lui, James Cromwell (Capitano Stacy) e Bryce Dallas Howard sono iconograficamente perfetti. Magari Raimi avesse potuto usarli meglio.
Spider-Man 3 regala anche i due camei migliori della saga a Stan Lee e Bruce Campbell, che qui fa il maitre d’ in un ristorante francese. Rispetto ai capitoli precedenti, invece, scarseggia in fatto di volti noti in ruoli minuscoli. C’è n’è giusto UNO molto gustoso, ma temo sia più il risultato di una scena tagliata.

Chi sarà mai?
Nonostante tutto, Spider-Man 3 incassa più degli altri film, 890 milioni di dollari (fu però anche il più costoso film mai realizzato all’epoca, con un budget stimato tra i 258 e i 350 milioni). Per un attimo, uno Spider-Man 4 è entrato in lavorazione, prima che Raimi cogliesse al volo le avvisaglie e decidesse che non voleva ripetere l’esperienza del 3.
Tutto questo è servito a qualcosa? Non proprio. Dopo un reboot che effettivamente torna a puntare su un cattivo unico, The Amazing Spider-Man 2 avrebbe rifatto esattamente gli stessi errori, uno per uno. E se dobbiamo dare retta alle voci, il rischio è grosso anche per il NUOVO Spider-Man 3.
Comunque, se lo chiedete a me, in Spider-Man 3 già si capisce che è andato tutto a puttane quando partono i fiati stile Batman & Robin nei titoli di testa.
DVD quote:
“Uno Spider-Man 2 che non ce l’ha fatta”
George Rohmer, i400Calci.com
Avercene di film “sbagliati” cosí. Ok la sceneggiatura minestrone, ok emo Peter, ma è un filmone girato coi controcavoli!
È spettacolare nel senso stesso della parola, e pur floppando su vari fronti lo ritengo più che discreto in quanto cinecomic!
Poi tutta la parte di SandMan a me piaceva un fottio!
Bello il film, anche se secondo me il peggiore della trilogia e inferiore alle aspettative. Colpa secondo me di Tobey Maguire purtroppo inadeguatissimo quando deve fare il tenebroso. Ma Raimi è troppo bravo, peccato non abbia fatto Spider-man 4 e peccato non abbia avuto a disposizione Tom Holland…
Comunque lo Spider-Man col costume (nero) più bello di quello di Batman…
…come si vede anche dalla prima immagine di questo pezzo…
vidi il film al cinema e mai più e l’unica cosa che mi ricordo è la bambina che c’era anche in kill blill( la figlia di beatrx kiddo)
detto questo ai produttori interessa il guadagno e qui di quadagno ce ne è stato tantissimo
quindi bravi tutti
credo ma quello non l’ho visto che lo stesso discorso lo si possa fare anche con venom di tom hardy
peunia non olet
bob
Sono uno strano pervertito, ma a me “Venom” è piaciuto. Stupidissimo (in altri casi, tipo Wonder Woman, la cosa è stata ritenuta un pregio, ma tant’è…), ma divertente.
Sono anch’io convinto che ai produttori interessi il guadagno, ma anche che non sappiano capirlo…
Mi spiego meglio: i numeri al cinema di un 3o capitolo sono in gran parte frutto dei meriti del film precedente, mentre sono i ricavi nell’homevideo ad essere frutto dei meriti del film attuale.
Leggevo sopra che bob lo ha visto al cinema e poi mai più: qui da me idem e pure tutti quelli che erano andati con me al cinema sono abbastanza certo che non l’abbiano più rivisto.
Non solo: durante il lockdown, complice sky, volevo rivedermi tutti gli spiderman… arrivato al 3o, bello carico dal 2o, ho interrotto il mio proposito entro i primi 20 minuti…
Probabilmente con un attore un pelo più credibile anche le scene imbarazzanti di emo-peter sarebbero state più credibili… però ci saremmo persi una fabbrica di meme incredibile!
Nathan
Io l’ho rivisto volentieri in DVD (nonostante Tobey con un capello inguardabile…). Comunque filmone…
Posto che sono un boomer (non è vero, purtroppo, in tal caso avrei la pensione garantita) wannabe millennial, per me registi, produttori e sceneggiatori possono anche pisciare allegramente in gruppo sul materiale originale se poi viene un film ugualmente bello alla materia di partenza (“Logan”) o migliore (“Civil War”). Da appassionato di roba giapponese, trovo che il difetto di molti anime sia la pedissequa fedeltà ai manga da cui sono tratti (avete visto il cartone di Jojo?! Riprende il fumetto vignetta per vignetta, come faceva, ed era il suo grande difetto, “Sin City”).
Venendo a Spiderman 3, l’ho visto solo di recente per verificare che fosse una merda come la vulgata comune vuole. Ed è una merda per tutto quello che non riguarda le scene d’azione. Quando partono quelle, non puoi che rilevare come Jon Watts a Sam Raimi gli spicci casa.
d’acordissimo sul discorso sulla fedeltá alla fonte.
piccola parentesi jojo: a me è sempre sembrato il manga piú paraculo della storia, altro che avventure bizzarre: è un minestrone di idee, si passa dal hamon agli stand perchè si e non riesce a scrivere un volume senza buchi logici ogni poche pagine (ed è curioso visto che l’autore gioca a farti credere che la storia sia arguta)…
sulla rece, in linea con i 400 calci.
I giapponesi giocano quasi sempre per accumulo, prendere o lasciare. Chiaro che, per approcciarti a una roba come Jojo, “verosimiglianza” e “logica” li devi chiudere in un cassetto e lasciarti andare alle trovate.
In realtà, questo vale anche per buona parte dei fumetti supereroistici americani, solo che loro veleggiano sui buchi logici fischiettando per far finta di nulla, i giappo ci infilano orgogliosi l’uccello dentro.
hahah ok, temo abbia ragione tu, certo che anche per gli stand(ard) giappi mi sembra che qui Araki si sia proprio lasciato andare la mano. magari è un problema generazionale, per me jojo è stato l’ultimo manga che ho letto, in effetti da li in poi non sono piú riuscito a farmene piacere uno… :P
“Chi sarà mai?”: Joe Manganiello, il quasi-uomo-d’acciaio?
Manganiello era Flash Thompson nel primo film
Poi quasi-quasi Deathstroke.
Il quasiman della Warner-DC.
@Eglandir: sì, è quello nella foto. E perse il ruolo di Superman in “L’Uomo d’acciaio” per un niente.
Aggiungo che se, come si dice da anni, Magic Johnson si è “rubato” il miglior nome possibile per un attore porno, Joe Manganiello è sicuramente sul podio anche lui, con la differenza che quello di Joe è il suo nome vero.
Fomentato dai Calci mi sono rivisto tutta la trilogia raimiana a distanza di anni. Il primo per me invecchiato malissimo, ma lo salvano Raimi e Defoe. Il secondo rimane ancora uno dei migliori cinecomic in giro (avevo dei dubbi su questa convinzione, ma rivederlo me li ha tolti). Il terzo è scritto da cani ed è senza dubbio un brutto film, ma non l’ho trovato sinceramente scritto tanto peggio di SM1. Anche se ricordo il trauma di me che entro fomentatissimo al cinema per vedere il costume nero e ne esco mogio mogio. Ne ho anche approfittato per verificare se Maguire in lingua originale giustificasse il suo casting ma no, è davvero un cane che a tratti fa proprio affondare i film. Per il resto concordo as usual con tutto.
“Tobey Maguire è inadeguatissimo. Quando deve fare il tenebroso gli daresti un buffetto sulla guancia di pura tenerezza”
Se ci si riferisce alle sequenze drammatiche, mi trovi d’accordo.
Se ci si riferisce a tutta la vicenda dell’Emo Parker, balli in strada e jazz club compresi, dico una cosa che sostengo dal 2007:
Emo Parker è VOLUTAMENTE ridicolo.
E’ per far vedere che fare il Tony Manero dei poveri, il Fred Astaire di sta ceppa non è cosa di Peter, che il costume nero & co lo stanno rovinando.
Non ho mai visto Emo Parker come difetto del film (gli altri che hai elencato assolutamente sì invece), perché l’imbarazzo che si sente guardandolo ho sempre pensato fossero voluti.
Peter col costume nero nel film diventa un coglione e come tale viene visto.
Just my two cents.
Assolutamente d’accordo.
Anzi, se si legge tutta la trilogia come un coming-of-age di tre amici (cosa che secondo me e’), sono scene anche di una certa crudelta’, con PP che di fatto diventa stronzo e patetico perche’ e’ diventato “adulto”, e infatti recupera umanita’ quando riscopre il suo lato adolescienziale e romantico.
Come e’ crudele e con un carico di tristezza poco conciliante anche l’arco narrativo di Mary Jane.
Poi il film e’ il patrocchione che e’, ma forse perche’ non ho mai idolatrato i primi due (che sono migliori e mi piacciono di piu’, comunque) non ho mai ravvisato questo mostruoso scarto qualitativo.
Devo dire che è un punto di vista condivisibile. Io resto però dell’idea che usare il ridicolo – anche se volontario – per portare lo spettatore dentro questo dilemma morale non è stata una grande idea, e mi sembra venire più dal nervoso che Raimi provava per essere stato manipolato che altro. Ma sarà anche che sono un fan del materiale originale e su questo fatico a essere obbiettivo.
Ma è palese che sia così. Il personaggio di Peter non cambia dal primo film al terzo. Lui è un nerd sfigato e tale resta.
Quando un nerd sfigato si mette in testa di essere una star, sembra un imbecille vestito a festa che fa le mossette. Voglio dire, guardate la faccia di chi gli sta intorno. Mancano solo i due turisti giapponesi che lo indicano dicendo “tocollione!”.
Secondo me è un colpo di genio di Raimi, ed è ridicolmente belliffimo!
Concordo sul colpo di genio del regista. Anzi, oltre ad anticipare di 10 anni il materiale da meme che oggi chiunque ad Hollywood vorrebbe (e non è necessariamente qualcosa di buono), in quella sequenza ci vedo Raimi puro. Un Raimi caciarone, incazzato nero con i produttori che vogliono il simbionte alieno che a lui non piace. E allora prende Peter corrotto da detto simbionte, e lo fa passeggiare per New York atteggiandosi come un idiota sulle note di Drive that funky soul. Dite quel che volete, per me siamo nella genialità assoluta.
Quasi quasi mi convinco anche io, ma ricordo al cinema l’imbarazzo e il disgusto per Tobey con quella pettinatura inguardabile… Comunque il film spettacolare. Secondo me la trilogia di Raimi sarebbe stata perfetta con Tom Holland…
Sì, l’obiettivo di Raimi è quello.
Ma non funziona comunque secondo me.
In primis per colpa di Maguire che in questo film a differenza dei precedenti è svogliatissimo
Pur ammettendo tutte le sue criticità, Spider-man 3 continua a lasciarmi sensazione piacevoli nel cuoricino. Però se c’è una cosa che mi urta, è che mi urtó gia quando andai a vederlo la prima volta al cinema, é la scena del maggiordomo. Porca miserie, Harry Osborn sta li,seduto, con la faccia ustionata dal suo ultimo scontro con Peter, che ripensa a quel momento momento. Arriva il cazzo di maggiordomo che così, a buffo, gli dice: ” Ma guardi Signorino Osborn che non è stato Spider-man ad ammazzare suo padre, quel pirla ha fatto tutto da solo”. In quel momento, mi venne spontaneo condividere con tutta la sal aun pensiero a voce alta: “Ma vaffanculo, ora lo dici!”
Mai piu’ rivisto nessuno dei tre (giusto qualche sequenza random su Youtube) – magari meglio cosi’ perche’ li troverei invecchiati male etc. ma sinceramente io li ricordo come un ottimo compromesso tra rispetto per il materiale originale e un minimo di innovazione/trasposizione cinematografica.
Il terzo sicuramente aveva troppa roba (e tirava dentro Venom che era un personaggio comparso quando ormai avevo smesso di leggere i fumetti da un pezzo) pero’ Sandman e’ veramente una meraviglia, non solo per gli effetti ma anche per l’intepretazione.
Ricordo che usci anche io con la consapevolezza che era ora di basta, ma il mio giudizio rimane comunque positivo.
(P.S.: in verita’ piu’ che Emo Parker vi chiederei di chiamarlo, d’ora in avanti, Buddy Love Parker).
McLovin Parker.
Le scene di azione e tutte le scene dell’uomo sabbia (interpretato alla perfezione) sono magnifiche…
Uno di quei film che sono strasicuro di aver visto, perché l’ho visto con gli amici, ma di cui non ricordo assolutamente nulla se non le cose diventate in seguito famose come meme. Evidentemente mi colpì molto.
Film che alterna cose ottime (le scene d’azione e Sandman) a cazzate potentissime che ti fanno cascare le palle.
Troppa roba che poteva riempire benissimo due film (o un film diviso in due parti…) per alleggerire di molto questo capitolo 3 che letteralmente non ha tempo di dire tutto. Ed è un peccato perché le cose buone vengono sprecate malamente.
Il doppio malvagio, lo specchio deformante che doveva essere Venom (ricordo chiaramente le immagini pubblicitarie che mettevano lo Spiderman classico davanti al riflesso di quello nero) viene gettato nel cesso dal volutamente ridicolo Peter Parker che fa il pagliaccio (concordo con @Colin Farth su questo).
Se avessero avuto le palle di ricavarne due pellicole, avremmo avuto una degna conclusione dello Spiderman di Raimi. E invece solo giù di pernacchie.
Difficile fare meglio del secondo e battere l’effetto novità del primo… però si salvano tante cose..e per essere la terza pupazzata è già un pregio. Anche io dilusione di diludendo incredibile per la moscezza del Venom sullo schermo che, pur non essendo appassionato del fumetto, vedevo e immaginavo come un coso nero superpompato e schizofrenico…boh forse lo hanno rimpicciolito per adeguarlo allo spazio ridotto nella trama…
p.s. se poi però si vede cosa han combinato col film dedicato a Venom direi che ..meglio così…è un personaggio non all’altezza delle capacità di Raimi
Ma come si fa a non apprezzare il film dove finalmente Maguire si rivela per quello che è? Ovvero la controfigura di Dybala? Davvero coi capelli emo è il sosia.
A parte gli scherzi, io non sono d’accordo che questo 3° capitolo di Raimi è così inferiore e disastroso rispetto agli altri 2.
Riconosco sicuramente che la parte Venom andava trattata meglio e che forse era meglio lasciarlo ad un 4° film. Ma almeno c’è una scena finale degna di questo nome mentre io continuerò a rimproverare sempre al 2 che il finale non esiste e che il cattivo si immola da solo.
Secondo me è la degna conclusione di una trilogia dove la storia la fanno i 3 protagonisti Parker/Spidey, l’eterna promessa fidanzata e Harry Osborne.
A me non dà neanche particolarmente fastidio il Maguire emo, anzi quella scena mi diverte sempre. Come sfigato il buon Toby riesce benissimo e questo era l’intento.
Non credo che avremo mai uno Spiderman migliore come gestione delle scene d’azione, non certo gli Amazing e neanche i Marvel. Certo mi sarebbe piaciuto vedere lo Spiderman di Cameron, ma ormai è andata così…
Secondo me se Raimi avesse avuto a disposizione Tom Holland al posto di Tobey “Agonia” avremmo avuto una trilogia migliore di questa che è quasi perfetta (a parte Tobey appunto, il protagonista sbagliato di una trilogia altrimenti perfetta)…
bah mi chiedo cosa abbia aggiunto Holland allo spiderman marveloso…personaggio preconfezionato quasi spinoff di Iron Man..è un bravo ragazzo, sicuramente simpatico, ma non credo che sia valutabile la sua capacità attoriale guardando al “suo” Spiderman…calcolando che arriva come terzo a mettere la tutina…Tobey era un salto nel vuoto ..ad oggi non riesco a pensare a nessuno di diverso da lui come primo tutinato. Gli altri attori della serie piuttosto, per quanto giovani ai tempi, li ho sempre trovati ultrasprecati…a parte Defoe Goblin che vabbè poteva farlo solo lui.
I film MCU di Holland non sono all’altezza di quelli di Raimi, ma Holland esteticamente mi ricorda PP dei fumetti molto di più di Tobey “Agonia”…
…per tutto il resto, storia, azione, costume, cattivi, la trilogia di Raimi è imbattuta…
Se vogliamo parlare di coincidenze Peter Parker è in classe con Goblin jr e l’astronauta licantropo, Lizard è un suo professore e Doc Oc sposa zia May. Senza Spiderman3 come spiegare ai boomers il significato di cringe?
Che poi a me è piaciuto comunque più di quelli con Garfield
Eppure gente quando uscì le recensioni erano super positive con un hype alle stelle, e il mega incasso anche oggi farebbe sognare molti cinecomics (impietoso il confronto con Shazam per esempio).
All’epoca trovai Venom sprecato per il minutaggio mentre la resa era di tutto rispetto… La parte di Peter “bislacco” serve appunto a generare comicità involontaria, ovvero si sente uno strafigo mentre e’ meno che ridicolo, però capisco che nell’ottica del cinema di menare faccia storcere il naso ai più perché lo consideriamo “tempo sprecato”.
Parere mio, eh.
Ma trovo che in quel periodo antecedente all’avvento dell’ MCU come soluzione divina e manna dal cielo in grado di salvare capra e cavoli, il genere supereroistico stesse cominciando ad avere un pò il fiato corto.
Lo slancio sull’onda dell’entusiasmo iniziale stava cominciando ad affievolirsi.
Ma noi fan avevamo ancora qualche garanzia a cui aggrapparci.
Tipo Spider – Man 3.
Voglio dire: stesso cast, stesso regista, arrivava come un treno in corsa dopo due episodi strepitosi almeno per il sottoscritto, una formula ormai consolidata…
Andiamo, cosa mai poteva andare storto?
Beh, più o meno tutto.
Troppi cattivi in una volta sola, e il film inesorabilmente si affloscia ed impolde su sé stesso. Senza contare che Venom, L’ Uomo Sabbia e…Boh? (chi sarebbe Haary, per l’esattezza? Goblin? Hobgogblin? Vattelapesca) messi insieme non valgono neanche la metà dei due cattivacci precedenti. Che lavoravano pure da soli, per giunta.
Marko funzionerebbe anche abbastanza bene, nonostante la ret-con nei confronti della morte di Zio Ben che risulta un pò indigesta.
Venom totalmente sprecato.
C’é da dire che Raimi é cresciuto con le storie di Ditko e di Romita, e quel che é venuto dopo (ad esempio L’ Uomo Ragno degli anni 90, quello di McFarlane e Larsen) deve averlo lasciato completamente indifferente.
Maguire e la Dunst sono stufi marci di fare Pete e Mj, e si vede.
L’unico che gigioneggia é Franco, anche se il suo Harry cambia versante e allineamento da un minuto all’altro.
E poi Gwen…considerando cosa significa per L’ Uomo Ragno ma soprattutto per Peter Parker, questo personaggio, non me la possono ridurre a una sciacquetta senz’arte né parte.
Già dall’inizio ci vuole una notevole dose di sospensione dell’incredulità.
Ho sempre trovato più plausibile, parlando di origini del costume alieno, quella presentata dal vecchio cartone trasmesso sulla Rai (dove il simbionte arrivava sulla Terra attaccandosi alla navicella del figlio di Jameson mentre rientrava dopo un viaggetto in orbita. E pare che all’inizio anche nel film volessero fare così. sarrebbe stato mooolto meglio credetemi).
E la parte centrale dove vediamo Tobey col ciuffo da schifosetto é davvero troppo.
Si ripiglia un pò verso la fine, ma il duello finale che dovrebbe essere una strizzata d’occhio ai “Team-up” che tanto hanno reso famoso Spidey si trasforma in un rissone da Power Rangers.
Come trilogia meritava davvero una chiusura migliore.
L’ho rivista di recente. E devo dire che questo terzo capitolo tutto sommato non é così pessimo come lo ricordavo (dal cinema ero uscito delusissimo).
Ma messo a paragone coi primi due, dal punto di vista qualitativo li separa un autentico ABISSO.
Rohmer troppo severo.
Questo Spidey è un gran casino con i suoi momenti “episodio musical di Xena”, però ci si sente a casa con Sam, e per me la fa in testa a tanti film del MCU-Disney degli ultimi anni.
Non voglio entrare nella rubrica “ho visto di peggio”, ma qui imbarazzi tipo la scena Carnage di Venom 2018 non ne ricordo.
Casualmente rivisto di recente, confermo l’impressione avuta anni fa (non al cinema, quindi senza grande effetto delusione), ovvero che Spiderman 3 è un gran film perso in un pastrocchio di sceneggiatura, o anche di regia in scene come il jazz club o lo scontro nella metro, che non ti aspetteresti da Raimi. Quel che ti aspetteresti da lui è qualcosa di memorabile, e lo rimane ancora oggi nonostante i difetti. È il film più citabile della saga, almeno in inglese (il doppiaggio italiano era buono ma si prendeva troppo sul serio, non so se rendo l’idea), ha scene di combattimento ottime, e metà delle volte senza nemmeno i pigiamoni che fanno tanto contenti i fan (Harry contro Peter a casa del primo la migliore, imo), ha personaggi magari non approfonditi ma ben recitati (Kirsten Dunst una spanna sopra tutti). Sui paragoni con Amazing 2: onestamente non c’è nemmeno confronto (neanche col primo che era una merdina dimenticabilissima), i primi tre quarti d’ora del terzo di Raimi reggono, e anche quando sbraga tutto i villain hanno comunque motivazioni chiarissime e identificabili: Eddie Brock il lavoro e la fidanzata persa, Sandman sua figlia, New Goblin ha avuto ben due film per costruirsi un background. Insomma, ancora oggi un filmone in questo campo, e che non stona neanche troppo con i predecessori.
Comunque un filmone nonostante i difetti giustamente evidenziati. Grande Raimi e pessimo Tobey…
Ricordo ancora l’imbarazzo vero provato in sala durante le scene di Maguire tenebroso. Roba da dire proprio: “Ma che roba è?”.
L’idea di Venom/Topher Grace come specchio oscuro di Parker non era per niente male, anzi, ma è appunto sprecata, buttata lì male male.
Un peccato vero.
Mentre il terzo Batman nolaniano rivisto di recente l’ho rivalutato parecchio, questo non si salva
Il film non lo rivedrò mai più, ma ogni tanto mi è capitato di riguardarmi su Youtube la scena della nascita di Sandman, puro Raimi al suo meglio.
comunque EMO PETER è una delle grandi icone degli anni 2000 e basta.
Comunque la Bryce Dallas Howard penso tu te la possa ricordare in quella cagata di The Village di Shyamalan. O se non te la ricordavi capisco il perché tu lo abbia rimosso.
Mi ricordo quando mi lamentavo di come cazzo avessero sprecato Venom in questo film. Poi è uscito Venom con Tom Hardy e mi è subito venuta nostalgia di Venom in Spiderman 3.
Concordo, il Venom con Tom Hardy è stato una delusione, considerate le premesse (cioè attore perfetto e personaggio perfetto). Risultato scadentissimo che mi ha fatto rimpiangere il Venom di Spiderman 3…
Il problema di fondo rimane Maguire, che e’ veramente pessimo, ma anche l’idea assurda di fare di Peter Parker un nerd timido patologico (nei fumetti non lo e’ per niente, e’ pure alquanto permaloso quando di cattivo umore). Jim Sturgess sarebbe stato un Parker molto migliore, ma ormai e’ andata. Tom Holland dopo due film che fa il teenager scombinato comincia a scocciare, lo aspettiamo sul lato drammatico.
ricordo la pubblicità ovunque al tempo, era il film dell’anno senza se e senza ma…lo ricordo come lento ed estenuante con un lieve risveglio all’arrivo di venom…
Ricordo che lo vidi con uno screener by marocco e pensai mi avessero fregato e mancassero delle scene.
Un film che fa troppa tenerezza. Gli voglio bene, a tutta la saga, non posso criticarlo!
Spulciando nell’internet si scopre che Sam Raimi dirigerà il prossimo Doctor Strange che sarà collegato anche con il suo Spiderman 3