In Notizie dal mondo c’è una sola sparatoria ma è tutto così giusto che non si sa da dove iniziare.
Non solo è disegnata benissimo, con la capacità che anche le pietre sanno appartenere a Greengrass di creare uno spazio nella testa dello spettatore a partire da uno “immaginario” nel film e far muovere lì dentro l’azione, ma possiede una narrazione interna così potente da farne la pietra angolare dello sviluppo dei personaggi (oltre a quella del centrare in pieno petto gente malvagia). Questa volta non sono gli interni stretti di Bourne gli ambienti ma i grandi spazi aperti e un classico arroccamento montuoso in cui chi sta sopra e chi sta sotto si sparano in una forma di assedio che mette in difficoltà chi è sopra. Tipo il finalone di Una pallottola per Roy ma con un tipo da Tom Hanks al posto di un tipo da Humphrey Bogart.
Greengrass in questo film non è stato chiamato a fare azione ma sa che per raccontare certe cose, in un certo genere, con una certa coerenza serve l’azione. Così tutto l’inseguimento e poi la sparatoria, fino ad un confronto di grande intelligenza coreografica, è un modo per unire i due personaggi mettendoli in una condizione di vita o di morte. Se non vi unite qui mentre decidete come farete a fare fuori malissimo della gente io davvero non so come o quando lo farete….
Lui è praticamente l’Enrico Mentana del 1800, gira per i paesini del Texas e fa delle maratone notturne da solo per le quali la gente paga. Racconta ai paesani le notizie raccolte in giro appoggiandosi ai giornali di carta. Lei è una bambina rapita dagli indiani, rimasta senza la sua tribù. Lui nel suo girovagare raccatta lei per portarla dai parenti più prossimi. Praticamente Sentieri selvaggi senza livore o acrimonia e con i giornali al posto della sete di vendetta.
Lei non parla altro che lingue indiane ma ha origini sassoni e incontra l’unico americano in tutto il vecchio West che padroneggia elementi di tedesco. Ma vabbè. Il punto è che nemmeno si possono parlare tuttavia in condizioni di vita o di morte iniziano a comunicare per sopravvivere. Comunicare con sguardi, gesti e azioni. Quello che le parti dialogate di questo film scritto non proprio alla grande ma diretto veramente bene non riescono a fare lo fa l’azione. Perché è un western. Ma anche un po’ perché è Greengrass. E come in tutto il resto del film a fare il lavorone in tutta questa sequenza sarà Tom Hanks, che in Notizie dal mondo effettivamente recita per due. Recita la sua parte e quella della bambina facendo lo specchio delle emozioni che lei non comunica con le sue espressioni di ascolto. Levi lui e il film è una serie di mutismi vuoti della bambina. Metti lui e c’è qualcuno che in ogni momento ti fa capire come interpretare quel mutismo.
Quando si tratta di fare azione poi Hanks viene caricato con gli straordinari e fa un lavoro triplo. Il personaggio ha l’età di Hanks, non è un giovanotto, ma ha un passato da militare. È un intellettuale, non una persona d’azione, ma ha un addestramento. In parole povere non è davvero abile ma nemmeno incapace, una via di mezzo difficile e va tutta comunicata con la recitazione del corpo in una sola scena: vai Tom.
Hanks è bravissimo a spiegarcelo con i movimenti, la goffagine unita alla consapevolezza di come funzionino certi meccanismi dei confronti con una sicurezza da eroe che però tradisce una gran preoccupazione. È ovvio che la sua risorsa maggiore quando c’è da far azione è la testa, un’intelligenza sufficiente ad adattarsi e risolvere con qualche inganno ma c’è anche una destrezza sufficiente ad eseguire quell’inganno con rapidità. In una parola: che cosa richiede l’essere un uomo nel west.
Alla fine di tutto sarà stremato da qualcosa che Bruce Willis avrebbe fatto senza fatica, ed è esattamente la forza sua e del film. Invece di ampliare il rischio e la fatica dell’azione lo riduce dando valore ad ogni momento. Quella fatica ci fa capire (assieme agli eventi) che mai ce l’avrebbe fatta senza la bambina. Ora sono uniti da qualcosa di maggiore del senso del dovere.
Prima di questa scena e dopo questa scena c’è tutto il resto del film. C’è una tirata sulle fake news, c’è la schiena dritta e il rischio, quando i due finiscono in un covo pericoloso, c’è il sentimento di una paternità non ordinaria e poi un gran senso del west, dell’attraversamento delle praterie, della carovana, del trovarsi in un luogo in cui tutto è possibile e ogni uomo è solo con la propria sopravvivenza. Però lo script di Notizie dal mondo ha così tanta voglia di accreditarsi all’interno del dibattito più succoso e facile dell’era Trump (“I GIORNALI CI DEVONO DIRE LA VERITA’!!!”) che tutto il film finisce a reggersi su quella scena centrale, quella che stabilisce il rapporto e certifica che questo film dagli obiettivi sentimentali non sarà sentimentale come lo intendiamo di solito (anche se alla fine una corsa a perdifiato tradisce un po’ l’intenzione) ma troverà il sentimento là dove lo trovava il western classico. Nelle azioni e negli sguardi che vengono scambiati durante queste azioni e non nelle parole, nell’intesa che lo spettatore percepisce e non nelle dichiarazioni.
Dvd-quote suggerita:
“L’attore che recitava al posto di tutto il cast”
Jackie Lang, i400calci.com
l’ho visto giusto ieri sera e ho pensato (giuro): ne uscirebbe un gran pezzo di Jackie sui 400 calci. Accontentato. E devo dire che concordo come eccezione meritevole ci sta tutta.
Hanks ormai in questi ruoli in cui si carica tutto il film è eccezionale (già con greyhound aveva fatto un lavoro simile, ma mi viene da pensare al contrario nel senso che lì tutti gli altri traducevano in parole e gesti quello che traspariva dagli sguardi al green screen di Tom), uno dei miei preferiti.
Greengrass è un gran regista e qua, nel più classico dei classici film, con una sceneggiatura che va avanti in molti casi a clichès, porta a casa un gran risultato.
nota di plauso anche alle poche volte in cui vengono inquadrati gli indiani, oddio inquadrati, diciamo che vengono rappresentati come dei fantasmi errabondi per le pianure, davvero nel sentiero delle lacrime
@jackie, una nota: il cattivo che hai messo nella GIF ha un nome notevole: Michael Angelo Covino.
Grande non l’avevo notato!
La DVD quote rende veramente tutto il film. Tom Hanks lavora per tre e si porta a casa il film, che ha più di uno spunto non banale come i discorsi sulle questioni indiane (verissimo quanto dice jax sulla loro rappresentazione) o quello sulla situazione del Texas, che post-guerra di secessione era (o quantomeno si sentiva) un’area sotto occupazione militare straniera.
Eccezione meritevole sul serio, un film che magari non entrerà nella storia del cinema ma che ti rende contento di averlo visto
Ottimo corredo alla visione. Avrei altresì sottolineato che la carriera di Tom Hanks si è sempre più raffinata nel subarchetipo di un personaggio alla Tom Hanks. Vedere Tom Hanks fa bene al cuore.
E che gli vuoi dire a un western così con un Tom Hanks così in forma? Niente… lo guardi, godi e ogni tanto ti sudano gli occhi.
P.S. Uno dei western più di sinistra che mi è capitato di vedere negli ultimi anni.
Greenglass ha 2 grossi-grossissimi pregi: i suoi villain fanno bruttissimo (il pirata di Cap. Phillips incubo vero e questo qua è un avvoltoio curvo, ghignante e minaccioso) e gli standoff sono perfetti. Tom Hanks ok lo sappiamo ma anche la ragazzina come postura/ sguardo è credibilissima sia da “civilizzata” che da nativa.
Solo un appunto sull'” ’unico americano in tutto il vecchio West che padroneggia elementi di tedesco.”
Giusto per fare la punta al matitone: https://www.wikiwand.com/en/German_Americans
minchia che punta che hai fatto!
Comunque dal grafico si capisce anche che le colonie di tedeschi erano al centronord. In quel West lì che viene raccontato (non quello montano ma quello desertico, nel caso specifico il Texas) praticamente non ce n’erano
20,000 circa dice , ma alla fine anche sticazzi eh di quanti fossero, tranquillo, scusa sai, di solito non sono uno precisino (aka pedante) ma sta cosa dei crucchi negli US mi era rimasta impressa post Django Unchained e riflettendo su quanti mila cognomi di origine tedesca ci sono in realtà negli USA. Comunque il succo e grazie per la rece e G.Razie a T.Hanks che zitto zitto rieccocelo qua. Mi hai incuriosito, lo vedo.
Lui e’ un mezzo intellettuale dell’800 e ci puo’ stare che conosca un po’ di rudimenti di tedesco, come non sarebbe stato improbabile conoscesse il francese. E poi, visto che viaggia, si puo’ immaginare abbia incontrato anche comunita’ tedesche. La scena improbabile e forzata e’ piuttosto quella della padrona del saloon che parla il kiowa in scioltezza.
(Gran bel film.)