In occasione del suo 40esimo anniversario, vi abbiamo raccontato del seminale Superman di Richard Donner e dei suoi tre sequel, incluso lo spin-off Supergirl. Ma com’è proseguito il rapporto tra il cinema e i fumetti dopo quel rivoluzionario successo? Scopritelo con la nostra rubrica #EroiDiCarta.
Ciancio alle bande. Sarò anche un sempliciotto – però l’ho sempre saputo, e si sta meglio così – ma se leggo un fumetto, le mie aspettative sono sempre e solo quelle: sollazzarmi. Quando leggo un fumetto voglio divertirmi, divertirmi*. Collateralmente posso anche riflettere, emozionarmi, imparare qualcosa, essere spaventato, provare tensione, disgusto, commozione, rabbia, fomento, saudade. Tutti bei plus, che non servono a nulla se prima il cerchio non si chiude e io non finisco l’albo mormorando soddisfatto: “oooh, mi sono proprio divertito”. Esatto: sono uno di quegli anziani dentro che quando poggiano il culo su una sedia fanno: “oooppplà”. Detto questo: mi aspetto lo stesso sentimento di quando finisco un albo e di quando mi siedo anche da un film tratto da un fumetto. Per questo, dico io, Guillermo del Totoro ha fatto due dei migliori film fumetti di sempre. Perché gli Hellboy non si dimenticano mai di quella cosa qui. Puntano tutto sullo stupore, la meraviglia, la gioia per gli occhi, il suono di armonie diverse dalla norma, la spensieratezza ancorata – brutto modo per dire che c’è godimento senza escapismo, ovvero senza negare che, realisticamente, navighiamo nellammerda. Che poi, secondo me, il talento migliore di del Toro (e il motivo per cui piace anche alla gente che fa vincere gli Oscar) non è tanto quello di inventarsi mostroni di lattice tra l’inquietante e il coccoloso. Il superpotere del messicano è quello di essere un narratore di razza, un affabulatore (inteso in senso buono e letterale) che racconta con gusto storie che tante volte sono solo ok, ma che vengono innalzate dalla sua capacità di anticipare, suggerire, creare tensione, nascondere dettagli, sussurrare rimandi che premiano l’attenzione: insomma, intrattenere chi lo sta ascoltando/guardando. Del Toro riesce sempre a coinvolgere lo spettatore in una visione attiva, ma non faticosa. Solo soddisfacente. E il suo non è esclusivamente un talento da scuola di sceneggiatura, pur avendo il del Toro una grossa (e palese) fascinazione per il cinema narrativo classico e la Golden Age hollywoodiana. Per dire: anche fosse nato Guillaume de Taureau ad Avignone nel 1162 e da una famiglia di mungitori, sarebbe comunque diventato famoso come trovatore, viaggiando per tutto il Sud della Francia a raccontare le gesta epiche dei cavalieri, mimando con le manone cicciotte il volo di un drago, cercando di far intuire che anche i rettili giganti sputafuoco hanno dei sentimenti. Tutto questo, di nuovo secondo il mio parere di sempliciotto, rappresenta un po’ la natura essenziale del fumetto, l’ultima (in ordine di tempo) evoluzione del racconto popolare, della performance aedica attorno a un fuoco. I fumetti stanno nello stesso mazzo dei ciechi con la parlantina e una memoria pazzesca, e del Toro fa orgogliosamente parte di quella nobile schiatta. Daje Hellboy, facci divertire. Sigla!
Hellboy II è una storia originale scritta dal regista di Guadalajara in combutta con lo stesso Mignola – e chiaramente in preparazione a un trequel (esplicitamente apparecchiato da parecchi accenni) mai realizzato a causa degli incassi scarsini. Inizia come il primo capitolo e come la maggior parte dei film di del Toro, con un incipit secco che instrada il racconto e raccoglie in nuce tutto il resto della narrazione. John Hurt ancora vivo e con meno capelli bianchi racconta al giovane Hellboy la favola dei tempi antichi, quando gli uomini convivevano con tutte le razze magiche – goblin, troll, orchi e, specialmente, elfi. Solo che il genere umano è stato creato con un buco al posto del cuore, voragine non può essere colmata da nessun possedimento – e siamo in regime family-friendly: già ci sono i sigari, non si può proprio tirare fuori la droga per risolvere il problema in poco tempo. La risposta degli uomini a tutte le loro mancanze affettive è, come al solito, cacare il cazzo facendo la guerra a chiunque e distruggendo tutto quello che non capisce o è diverso. Il re elfo, spinto dall’ambizioso e giustamente incazzato figliuolo, si inalbera e commissiona a un goblin la costruzione della Golden Army, 70 volte 70 gigantoni d’oro indistruttibili. Per comandarli serve una corona che funziona sulla testa di gente con sangue reale, e il cui controllo può essere contestato solo da un’altra persona di pari requisiti che sfidi a duello il possessore originale. Poi il re degli elfi, boss del regno di Bethmoora e gran visir dei Figli della Terra, si pente di aver sguinzagliato una faccenda così pericolosa come la Golden Army e sigla una tregua infinita con il genere umano. Gridando forte “il Signore degli anelli fa na pippa!” spezza la corona in tre, ne dà un pezzo agli umani e saluta la compagnia andando a nascondersi sotto i ponti di Brooklyn con tutto il suo regno. Stacco sul principe ambizioso della storiella, che ha passato le ultime migliaia d’anni post-tregua ad allenarsi duro saltellando come lo stuntman di un wuxia tagliando a metà le gocce d’acqua. Finalmente è pronto per entrare in azione e spazzare via il genere umano: si aprono le danze e da qui in avanti è pilota automatico per il cervello, che deve solo godersi lo spettacolo d’arte varia messo su da del Toro.
Sì, perché potremmo anche star qua a fare i recensori della Disney e sviscerare tutti i messaggi, messaggetti e messaggioni positivi e super teneri che Hellboy II usa per unire i puntini fra una scena di menare e l’altra, tra un set immaginifico e l’altro. A parte la storia su quanto facciano schifo gli umani, torna anche la poetica del mostro tanto cara al regista: Guglielmone È Hellboy, tizio che si percepisce diverso e altro rispetto alla norma e che nella vita ha sofferto come un Totoro senza ombrello perché non si sentiva apprezzato per quello che era. Maturando ha compreso, dolorosamente, che ha più senso concentrarsi sull’essere se stessi e piacere a poca, selezionata gente, piuttosto che snaturarsi per andare incontro al gusto della massa. Esattamente come del Toro, che quando ha fatto il film più personale e potenzialmente respingente – su le mani per La forma del pene di un anfibio umanoide – se n’è fregato di quelli che l’avrebbero scherzato per la zoofilia, e alla fine è stato premiato con la conquista di ricchi premi e cotillon, oltre a vincere il favore del grande pubblico delle sciure del cineforum. Ma, con tutto il rispetto per il grande cuoricione di del Toro, la sostanza psicanalitica e sentimentale del film è giusto un (accettabile) riempitivo che porta da una scena spettacolare all’altra, con il bonus di aggiungere qua e là un po’ di peso emotivo a qualche cazzotto – penso soprattutto alla sequenza strapparesina in cui Hellboy è costretto ad abbattere il gigantesco elementale della foresta. L’unica cosa che mi sento di aggiungere al paragrafo del sentimento, è che del Toro rimane fra i più bravi (nel cinema divertente) a manipolare l’empatia dello spettatore a scopi narrativi. Qui fai fatica a odiare i supposti cattivi. Perché ok le posizioni estreme e l’annientamento di un genere umano collettivamente arrogante, prepotente e cancerogeno, ma il principe inalberato si impegna un sacco anche per far capire a Hellboy che loro due, alla fine, si somigliano molto: esseri unici nel loro genere, soli e odiati dalla gente. E anche a noi, come a Hellboy, un minimo di dubbio ci viene. Tanto che, quando Wink (lo sgherro del principe che ha il pugno nella mano) viene ucciso e il suo boss ci rimane molto male perché gli voleva il bene, io un “aaaaaw” per le sofferenze di Lucius Malfoy vampiro l’ho esalato.
Ora, non mi metto qui a fare l’elenco delle cose che in Hellboy II ti fanno slogare la mascella dallo stupore. A parte che basterebbe dire “tutte le scene d’azione, nessuna esclusa, e perfino qualche scena in cui parlano”. Ma comunque sarebbe un’ostentazione ridondante: sono robe che, se hai due occhi vagamente funzionanti, non puoi non accogliere con fomento quasi infantile. C’è un senso di esaltazione, nei momenti di menare di questo film, che fa sembrare tutto facile, quando in realtà non lo è neanche lontanamente, e naturale, quando in realtà c’è un demone rosso scornato che al mercato dei troll fa a gare di pizze in faccia con un non meglio identificato mostro spara pugni di metallo. Però due cose bisogna dirle. Per primo, come annunciava il king dei king George Rohmer nella sua rece del primo Hellboy, c’è da sottolineare quanto bene invecchino i film di del Toro. Merito, come già detto, della gana che il messicano e i suoi amichetti ci mettono nell’insistere, laddove possibile, su effetti speciali pratici piuttosto che calare le braghe alla CGI. La seconda riguarda il casting e la scelta filosofica di adeguarlo alle priorità. Del Toro pretende che, nel suo film, le luci della ribalta spettino di diritto all’etica e all’estetica dell’azione che ha meticolosamente orchestrato. Siamo nel 2008, l’anno di Iron Man. E in un ambiente cinecomic dove, per farsi accettare dal pubblico il più generalista possibile, si punta ad avere la megastar del momento – convinta con mazzette di paperdollari a rinunciare a Shakespeare o a Malick per passare dalla parte dei nerd – Hellboy fa esattamente il contrario. Ricopre di lattice rosso il suo attore più di culto, mette il suo interprete più bravo e forse riconoscibile (Jeffrey Tambor) nel ruolo di comic relief ridicolo (ed è meraviglioso), e invece di puntare tanto (se non tutto) sul “ommioddio, ma è proprio Benedict Cumberbatch a fare la motion capture della corona!!11!”, del Toro si scaglia di peso sulla meraviglia delle creature, dell’azione e del world building che lui e i suoi soci hanno disegnato, creato, costruito e modellato. Io ho ripreso in mano Hellboy: The Golden Army per dovere, ma poi è finita che me lo sono riguardato tre volte in due giorni salivando come del Toro quando sente le parole “pene anfibio”. Fatevi un piacerone e andate anche voi a godervi la magia del cinema, quello giusto.
* e al casello di Carisio voglio ridere, ridere. Sì, viene da lì. Donato da Varese: ci vediamo all’inferno.
Dvd quote:
«Siamo ancora in tempo per Hellboy III?»
Toshiro Gifuni, i400calci.com
Il primo paragrafo di questa recensione sarebbe da incorniciare, poi prendere quel quadro e sbatterlo in faccia a tutti i film di “sentimenti urlati da Margherita Buy”: divertimento e riflessione devono essere sempre legati.
Non sono sicuro quale sia l’obiettivo e quale sia lo strumento, ma è fuori di dubbio che l’uno non dovrebbe mai esistere senza l’altro (mi sta salendo un rigurgito di filosofia fatta al liceo dove si metteva l’arte greca proprio al centro di questo discorso tra perfetto bilanciamento tra forma e contenuto, mentre l’arte romana era sbilanciata verso una delle due, ma basta so già stato noioso così e non c’ho la voglia di andare a googlare per approfondire)
Salto la rece a piè pari (al momento) per chiedere se Superman Returns l’avete saltato intenzionalmente o me lo sono perso io per strada.
Voglio pensare che tutto quello lasciato per strada verrà recuperato negli inediti del volumone cartaceo in arrivo nel 2021…
Giusto così, che non venga recensito sui 400 Calci, in quel film non succede una fava che potevano girarlo con Margherita Buy e Raul Bova trattandosi di dramma del tinello.
mi ritrovo al mille per mille con la recensione
domanda secca a toshiro : meglio il primo hellboy o il 2
io dico il secondo.
il budget superiore 8 se sei del toro) si sente eccome
al casello di montezemolo(cn) voglio ridere anchio
bob
Mi trovi super d’accordo con te, e con Djenco e The Mat(Bat) qui sotto. Penso sia meglio il secondo, ma giusto per questioni circostanziali – ovvero: niente origin story ma subito azione, e più di tutto (più budget, più familiarità con personaggi e toni, più pugni in faccia).
beh che dire … è un capolavoro che si riguarda sempre volentieri a prescindere … anche l’ultimo alla fine aveva qualche scena che merita ma non c’è paragone…uno è scritto e pensato da un regista l’altro da un bambino di 12 anni
Veramente un gran film, ricordo che ci rimasi malissimo quando gli incassi insoddisfacenti chiusero la porta ad un eventuale terzo film che, immagino, avrebbe portato a conclusione la storia di Hellboy, presumibilmente con una trama simile a quella del reboot ma credo con ben diversa realizzazione.
Signori, questo è il cinema fantasy.
Spero solo che abbia fatto venire a qualcuno la voglia di approfondire la mitologia irlandese pre-cristiana, perchè questo qualcuno scoprirebbe veramente un mondo, peraltro molto molto differente da quello della mitologia germanico-vichinga
Avresti qualche libro da consigliare?
I miti celtici – T. W. Rolleston
Io l’ho letto in inglese, ma credo che la traduzione italiana sia completa, presenta una bella panoramica del tutto, con particolare attenzione alle leggende del ciclo dell’Ulster. Poi, se la cosa t’interessa, puoi cercare opere più specifiche riguardo le singole parti
Se invece vuoi “leggere” consiglio Yeats con il Crepuscolo Celtico oppure obbligatoriamente il ciclo di Cuchulain.
Io ho preferito di più questo secondo Hellboy rispetto al primo, è un “più di tutto” davvero esaltante ed è un peccato che ormai l’ipotesi di un 3° capitolo sia del tutto tramontata. Anzi, la sparo: questo è il miglior film di Del Toro. Per me riesce ad essere meno manicheo adattando un fumetto piuttosto che a raccontare la Guerra Civile spagnola. E La Forma dell’Acqua l’ho trovato invece molto furbo, nel cercare di portare avanti la sua poetica horror contaminandola con temi e immaginario forti per l’attenzione dell’Academy (personalmente non mi è piaciuto, alla fine non mi sembra riesca a incidere nè su un verso nè sull’altro, sempre al netto della sua grande tecnica registica).
Uno dei migliori cinecomic di sempre. Il migliore rimane Sin City, super fedele al fumetto. Prese poco al botteghino perché uscì subito dopo Batman The Dark knight e la gente voleva film di supereroi “superseriosi” e non fumetti fantasiosi.
Fosse uscito prima avrebbe fatto il botto!
Da appassionato di fumetti stavo per alzare il ditino del cacacazzi vedendo l’incipit… ma poi siamo pefettamente d’accordo sul bilanciamento divertimento-riflessione.
Ottima recensione. non me la sento di preferire nettamente uno dei due film ma il secondo ha quella marcia in più che spesso vedo nei secondi episodi: non c’è più bisogno di ripetere l’originale story, lo spettatore conosce il contesto e si parte dritti sulla storia.
Ho davvero apprezzato che Guillermo abbia virato sull’aspetto più mistico e folclori dell’opera di Mignola. Tutta l’idea che esista un mondo parallelo con cui la realtà umana può interagire in modo distruttivo o positivo è fortissima in Hellboy (e intorno sono state costruiti degli ottimi racconti). Poi, eh, adora anche tutto il filone complottistico e pulp tipo “scienziati pazzi nazisti usciti dall’ibernazione evocano grosse divinità aliene e sono cazzi”.
Mai capito il flop di questo film… Va bene, la storia non sarà il massimo dell’originalità. E ok, è arrivato il carrozzone Marvel e tutti ci si sono fiondati a pesce, ma la gioia per gli occhi che è questo HELLBOY II è qualcosa che dura tutt’ora. Dai set ai personaggi, dalle scene di combattimento ai rapporti,… Tutto è meraviglioso, vivo, reale.
Orgogliosamente anacronistico e artigiane. I set sono opere d’arte! Tolti alcuni lavori di Gilliam, l’unico che mi viene in mente che sia paragonabile è LABYRINTH (film del mio cuoricino!).
è uscito subito dopo Batman the dark knight, questo è stato il problema. La gente voleva cose “realistiche” e “oscure” e non pupazzi fantasy. Un peccato perché è un filmone.
Grandissimo film, uno di quelli che mi ha fatto innamorare di Ciccio Beniccio Del Toro.
Il pezzo dice tutto, compresa la citazione alla morte dell’elementale che ad ogni gamer della vecc scuola ha suscitato sensazioni simili a quando si rimontava su argo dopo aver ucciso un colosso.
Sul perché del flop boh, a parte l’ennesima prova della pochezza del pubblico meinstream.
Forse uno dei motivi è citato nella rece, ossia la mancata distinzione secca tra buoni (con cui identificarsi) e cattivi (per cui desiderare una morte brutta), visto che da una parte abbiamo solo freak, compreso il protagonista demone con flashforward di sterminio dell’umanità (e scompare il gimmick del rookie del primo hellboy tale e quale a te spettatore), e dall’altra elfi con motivazioni ragionevoli e sentimenti.
Magari non è un caso che nei film successivi, Beciccio non solo ha droppato i cattivi tridimensionali, ma s’è buttato direttamente sugli orchi cattivi delle favole, anche se in forma umana.
Massima stima per la menzione di Shadow of the Colossus: attimi di esaltazione dopo la vittoria seguiti repentinamente dalla certezza di essere persone orribili…
Gran bel pezzo per un gran bel film, di un gran bel dittico (ma a me e’ piaciuto anche l’Hellboy di Marshall, molto diverso nei modi, ma nello spirito per nulla lontano dal cinema della meraviglia di Del Toro).
I400calci + Zanzara = grazie Toshiro
… ed Abe! ed il Dr. P. Geist…
…e la clamorosa Fatina dei Denti “rianimata”, che in trenta secondi di pantomima in CG esprime più di Scarlett Johansson in dodici film degli Avengers…
filmone, Del Toro Califfo assoluto dei Calci.
Concordo, in Del Toro c’è tanta scuola “Jim Henson”, uno dei più grandi sul fronte marionette, pupazzi e trucco prostetico pazzeschissimi.
In questo Hellboy cosa non è ad esempio l’Angelo della Morte? Indimenticabile.
P. S. Era la risposta per L’Ozio è il Padre di Virzì, ma è finita qui. Mah!
E infatti, a riprova di quello che scrivevo sopra sulla pochezza del pubblico mainstream, una serie della madonna come quella su dark crystal, fatta proprio dalla jim henson company facendosi un mazzo così, è stata segata da netflix dopo la prima stagione, mentre una cacatina innocua come supernatural è andata avanti perr ventordici stagioni.
Mah, ti diro’ che io ho fatto proprio fatica a finirla la stagione di Dark Crystal. Non ce l’ho proprio ritrovata la magia semplice e misteriosa del film: troppi personaggi, troppi intrighi, troppi dialoghi, persino troppa azione. E tutto quel girare a vuoto, con l’anticlimax costante che comunque era tutto un prequel del film.
La magia di Henson in TV l’ho ritovata piuttosto nella splendida miniserie fine anni 80 “The Storyteller”, quella si’ un piccolo capolavoro degno ell’autore di Dark Crystal e Labiyrinth.
Sulle scene d’azione ti do ragione, uscivano veramente i limiti di lavorare solo coi pupazzielli.
Però sul resto l’ho trovata ottima, oltre che coraggiosa considerati i rischi che mediamente si prendono quando si produce una nuova serie (praticamente pari a zero)
Anche nel creare empatia coi protagonisti e le loro emozioni sono stati bravi, pure qui visti i limiti di capacità espressiva dei pupazzi.
E soprattutto non hanno snaturato i toni disturbanti del film, anzi forse esasperando il contrasto tra la perversione dei skeksis e l’innocenza di gelfling e podling.
Storyteller non la conosco, o me la segno
Molto OT rispetto alla rece, ma vi consiglio anche Farscape, ovviamente se vi piace la sci-fi declinata in puro stile Jim Henson.
D’accordissimo con tutta la prima parte del pezzo su Guglielmone nostro, ma d’accordo anche con il resto dell’articolo (io ho preferito il primo HB, ma per puro e semplice gusto personale) che spiega perché questo film e questo regista sono così grandi. Unico appunto è non vedere menzionato nel corpo dell’articolo il lavoro mostruoso (in tutti i sensi) di Doug Jones nascosto sotto chili di protesi sia come Abe Sapien sia come Angelo della morte, a volte facevo fatica a credere che non si trattasse di computer grafica! Indimenticabile anche l’ubriacatura di Abe e HB (“Il mio corpo è un tempio!” “Sì, e adesso è un luna park!”) che esprime qualcosa che va al di là della semplice gag comica.
p.s. non ho visto Hellboy con David Harbour ma da quanto ho capito è una tamarrata inutile in stile Van Helsing, vale la pena vederlo in streaming o neanche quello?
p.p.s. “I’m not a baby, I’m a tumor” è mica una parodia di Schwarzy che grida “It’s not a tumor!!!” ?
Guardalo quello con Harbour. Non aspettarti l’atmosfera dei due film del Toro, siamo piu’ dalle parti di Guardiani della galassia come tono (pero’ con piu’ violenza e umorismo nero), ma per me e’ una gustosa sarabanda di trovate, magie e mostri pure quello. Come spirito siamo vicini a “L’armata delle tenbre” se vogliamo. Il difetto, relativo, e’ che tira un po’ un’aria di serie B.
Comunque cento volte meglio di Van Helsing.
Scusate, sono adatti ai bambini? (8 e 10 anni) è una domanda seria…
Io lo farei vedere tranquillamente, ma è pur vero che la cosa può variare da sensibilità a sensibilità.
La cosa migliore che puoi fare, secondo me, è “spizzare” qualche video su youtube e capire bene di cosa si tratta:
https://www.youtube.com/watch?v=s-rl8q9jezU
https://www.youtube.com/watch?v=bg5SLBapMiI
Capolavoro.
Il più bel cinefumetto mai girato per i miei gusti.
Mi viene da piangere a pensare che uscì lo stesso anno di Iron Man…di Iron Man hanno fatto 2 sequel e lo hanno usato per figliare una miriade di altri progetti collegati mentre Hellboy 2 è rimasto lì da solo, non voluto e respinto come il suo protagonista.
E’ divertentissimo, ma coi supereroi non c’entra nulla, è piuttosto la solita variante della fiaba horror tipica di Del Toro con in aggiunta un bel po’ di azione.
In questo caso sono completamente dalla parte opposta della barricata. Il personaggio principale che le piglia sempre, il cattivo overpowered, i buchi logici della trama (io non sono un fiscale, ma qualcuno grida vendetta) lo fanno essere super noiso
Mi aggiungo ai cori di giubilo per questo filmone, e aggiungo che la scena nel mercato – le lampade, i personaggi, il senso di meraviglia e mistero – mi è rimasta nel cuore.
Ma un bella serie su Nessundove di Gaiman girata da Del Toro come sarebbe?
Ho mio figlio che l’altro giorno stava guardando Troll Hunter I racconti di Arcadia (serie su netflix creata appunto da Del Toro, tra molte altre) e a un certo punto sui titoli di coda mi urla “Babboooo ma c’è lo stesso del film dei robottoniiii*”.
Hai detto tutto nella recensione, il tizio sa raccontare storie, benissimo, per tutte le età, da guardare a ogni età. Dio ci salvi Del Toro.
*ovviamente Pacific Rim
Non riesco a smettere di rivedere la scena con la Morte…