C’è un momento in cui Relic (che non è The Relic, eh) cita apertamente le nature morte barocche, quelle legate alla vanitas, al passare inesorabile del tempo e al suo effetto deleterio: il legno si impolvera, le corde non suonano più, la frutta marcisce. E questo è il tema che unisce tutto il film: il decadimento fisico e psicologico, visto in chiave horror. E’ uno di quei film in cui ti sembra che non stia accadendo niente, e te ne accorgi solo quando è troppo tardi e non puoi più tornare indietro – esattamente come quando cadi vittima di una malattia mentale.
Per questo impressionante debutto, Natalie Erika James ha preso spunto dal suo vissuto familiare per mettere in scena con disarmante sincerità tre generazioni di donne tutte in conflitto con le altre due: l’anziana matriarca Edna (Robyn Nevin), sofferente ma ancora affascinante e dallo sguardo d’acciaio; sua figlia Kay (Emily Mortimer), una control freak repressa con la paura (giustificata) del futuro; e sua nipote Sam (Bella Heathcote), ribelle senza causa che ha bisogno di trovare una alleata. Quando Edna sparisce nel nulla, Kay e Sam si trasferiscono nella sua villa alle porte di Melbourne per aiutare nelle ricerche. Ma quando Edna ricompare, sembra che una presenza oscura e maligna la stia tormentando – tocca alle altre due scoprire di chi o che cosa si tratta e come farci i conti a lungo termine. Una rete invisibile di sensi di colpa, solitudine, angoscia, incomprensione, perdita del sé attanaglia le tre donne e le imprigiona in una villa che si scopre essere sempre più labirintina e minacciosa.
Relic è un rarissimo caso di horror a tesi in cui la regista ti spiattella una serie di metafore davanti agli occhi, ma poi saggiamente non ti spiega come leggerle: te le lascia lì, fluttuanti come brandelli onirici di cui ti eri dimenticata, e sarai tu a riempire gli spazi di suggestioni coi tuoi ricordi, le tue sensazioni, a volte le tue esperienze di vita. La muffa nera che pervade il corpo di Edna è simbolo del suo disfacimento progressivo, ma anche dei luoghi malsani in cui spesso gli anziani, abbandonati, si ritrovano a vivere; la casa di riposo è filmata come un girone infernale. La villa, coi suoi corridoi bui, claustrofobici stipati di vecchiumi, che nascono dal nulla e finiscono nel nulla, è la mente stessa di Edna, vittima della demenza e della perdita di memoria.
La tensione cresce lentamente ma in modo costante e calibratissimo; la potenza evocativa delle immagini e la colonna sonora, un rombo continuo che spinge abbestia sulle frequenze basse, rimpiazzano la narrazione con l’emozione. Le tre protagoniste (tutte perfette), pur armate di buona volontà, si trovano a fronteggiare un Male che nasce dall’interno e che non si può comprendere, solo accettare – un po’ come accadeva nell’altro grande horror australiano degli ultimi anni, The Babadook – e tutte e tre ne sono vittime. L’inseguimento nel labirinto spreme finalmente tutta l’angoscia accumulata, ma il vero “venenum in cauda” del film arriva sotto forma di un finale dolcissimo ed empatico, la vera e propria esposizione della reliquia che ha fatto copiosamente sudare gli occhi alla vostra Cicciolina. Insomma, niente esplosioni e niente mazzate (boh oddio, alcune ce ne sono) ma tanta tensione e li emosioni veri.
Divano-quote:
“Li emosioni veri”
Cicciolina Wertmüller, i400calci.com
Vendutissimo!
(Fun fact: questo tipo di storia così come l’hai descritta è esattamente come mi avevano venduto Hereditary tempo fa, e mai delusione fu più grande)
Mah, era dai tempi del secondo avp che non vedevo un film così buio e scuro, dove si fa fatica a capire che succede.
No dai, davvero? Perchè lo vorrei vedere tantissimo, ma avp2 ricordo che lo spensi dopo circa 15 min causa fotografia davvero troppo scura. Difatti mai rivisto da quella volta. Siamo davvero a quei livelli?
Ma si vede benissimo ed è un gran film.
L’ho visto e iniziato pensando fosse un terribilissimo bimuvi pseudorifacimento di fasti passati.
E invece eccoci un filmone ricco, originale, claustrofobico e ben recitato.
Una bella sorpresa e ottima recenzione di Cicciolina! Come sempre
questo lo confondo sempre con the lodge, che sono usciti più o meno lo stesso periodo o cmq me li sono visti nello stesso periodo e c’hanno pure dei punti di contatto (horror cum familia, donne giovini tra le protagoniste, etc).
l’unica cosa che sono sicuro che stava in relic e non nell’altro è il finale, che è realmente inaspettato e agrodolce
Sì, ma ora vogliamo la rece di The Relic!
the relic gran film visto in VHS…da ripescare …si guarda anche questo ovviamente..se ho retto a the lodge che sinceramente era una mezza cacatina …
Venduto. Da vedere. Secondo la regola ferrea per cui ogni film recensito da Cicicolina VA VISTO. Punto.
Mi manca solo Kindred Spirits perché non ci sono piattaforme che hanno i diritti per l’Italia. Tra pochi mesi torno a casina in zona USA finalmente e lì è tutto molto più facile.
Uno dei finali più commoventi mai visti e uno dei migliori film in assoluto dello scorso anno.
Relic quell’altro comunque film godibilissimo da ripescare assolutamente!
Che mostrone meraviglioso era kotoga.
Visto ora, confermo che è davvero molto bello.
Le scene nel “labirinto” mi sembrano la perfetta trasposizione delle metafore di Casa di Foglie, e sono grande cinema, ma tutto qui, dalla fotografia alle attrici, è allo stato di grazia.
Davvero grazie per questa scoperta.
diobono cicciolina riuscirebbe a vendermi anche un attrezzo per fare gli addominali
Visto ieri..bocciatissimo.
Ok le metafore… ma non può esser solo metafore, devi “vendermi” anche il film con una sua storia, qualcosa che abbia un senso e stia in piedi, anche magari con spiegazioni paranormali, ma deve andare a parare da qualche parte..invece qui a parte il metaforone non c’è nulla. delusione.
Uno dei migliori horror che ho visto l’anno scorso. A chi lo boccia: la trama? Il sangue?!? Mi piacciono anche gli horror buontemponi ma da uno serio pretendo ORRORE. Qui, cosa ormai rara, c’è .