Che cos’è che qualifica un film come “banale”? È una domanda che mi capita di farmi ogni tanto, dopo aver visto l’ennesimo film muricano basato sull’immancabile struttura a tre atti. Apparentemente, la risposta è semplice: è banale un film prevedibile, che non aggiunge nulla di nuovo a quanto abbiamo già visto milioni di volte. In realtà, se volessimo un po’ filosofeggiare a cazzo, TUTTI i film americani sono lo stesso film, da sempre. NIENTE viene davvero inventato, mai. È tutto un mescolare fonti, riferimenti, stilemi, e la cosa è diventata particolarmente evidente solo negli ultimi anni con tutto il post-modernismo trainato da Tarantino, che denuncia apertamente quelle fonti. Prima si faceva finta di niente e si spacciavano le cose come nuove. Prendiamo Matrix: ha creato un nuovo standard nell’action spettacolare americano dell’epoca, ma in effetti era Terminator + Ghost in the Shell + Philip K. Dick + John Woo. E neanche in maniera tanto nascosta.
Forse, allora, la risposta più giusta è: un film è banale quando non sa nascondere tanto bene le carte. Quando, senza avere troppa inventiva, ripropone delle cose super-classiche senza variare quel tanto che basta per stupire. Da questo punto di vista, Estraneo a bordo si qualifica come “banale”, o per lo meno “banalotto”. Resta che però mi è piaciuto più di quello che avrei creduto. Sigla!
Estraneo a bordo è un film disponibile su Netflix. Già questa nozione porterà molti di voi ad affrontarlo con il pregiudizio che si riserva a quei film che arrivano su Netflix senza che se ne sia sentito parlare. Come a dire: non se lo inculava nessuno, Netflix l’ha acquistato e scaricato in silenzio un giovedì, nel mezzo di una pandemia. Cosa potrà mai andare storto? E in effetti non avreste tutti i torti: Estraneo a bordo è il tipico prodotto medio a cui la piattaforma di Ted Hastings (o era Reed Sarandos?) ci ha abituati. Visivamente non aggiunge nulla alla tavolozza della nuova hard sci-fi lanciata da Gravity e Interstellar. È tutto estremamente realistico, prosaico, non ci sono strani ologrammi o pezzi di tecnologia che non siano già disponibili ora, a parte il necessario trucchetto della gravità artificiale che, però, è spiegato in dettaglio ed è persino un punto chiave della trama. Da questo punto di vista, come da programma, niente di nuovo.
Il film, per il resto, si inserisce nel filone di quella che potremmo chiamare la fantascienza di risolvere cazzi diventato popolare dopo The Martian. La storia mescola due spunti più o meno già visti: il “dilemma del carrello”, che gli spettatori di The Good Place conosceranno bene, e il trio di protagonisti “freudiano”, composto da Quello Razionale (il super-io), Quello Istintivo (l’es) e Il Mediatore (l’io). In altre parole, Spock, McCoy e Kirk. Qui sono rappresentati da Daniel Dae Kim, lo scienziato, Anna Kendrick, il dottore, e Toni Collette, il capitano. Insieme praticamente funzionano come un unico personaggio alle prese col il dilemma di cui sopra.
Per chi non lo conoscesse, il dilemma del carrello, o problema del carrello ferroviario, o dilemma del tram, presenta questo scenario: c’è un tramme che si sta dirigendo a velocità smodata verso un gruppo di cinque cristiani legati alle rotaie. Li investirà di certo, facendoli a brandelli. Tu ti trovi vicino alla leva di scambio e potresti dirottare il tram verso un altro binario… dove però si sfrocerebbe senza se e senza meh contro un singolo cristiano. Cheffai? Resti a guardare, oppure sacrifichi un singolo cristiano per cinque cristiani?
È un po’ quello che succede qua: tre astronauti partono per Marte a bordo di una stronave, salvo scoprire che uno dei tecnici che stava operando gli ultimi ritocchi prima del decollo è rimasto a bordo. Il controllo missione praticamente esclude da subito ogni rimedio tranne uno: sbarazzarsi di lui per salvare tutti gli altri. Cheffare?
Infine c’è lui, solo lui, sempre lui, anche lui, nient’altro che lui, proprio lui: il MacGuffin. In pratica, il clandestino involontario ha altrettanto involontariamente danneggiato oltre ogni speranza l’elemento che ricicla l’aria della navicella, eliminando l’anidride carbonica. Senza quel pezzo, la crew è destinata a soffocare ben prima di arrivare su Marte. Ho visto MacGuffin di ogni genere, ma questo, che io ricordi, è il primo MacGuffin che diventa tale in quanto si rompe.
Ora, tralasciamo il fatto che la presenza di una persona extra a bordo di una navicella spaziale in viaggio per otto mesi nello spazio porrebbe un problema di viveri che non viene menzionato. Anzi, no, non tralasciamolo: la presenza di una persona extra a bordo di una navicella spaziale in viaggio per otto mesi nello spazio porrebbe un problema di viveri che non viene menzionato. Me lo hanno fatto notare, io in effetti non ci avevo pensato. Forse ho dato per scontato, sempre per colpa di The Martian, che avrebbero razionato. E poi a un certo punto si fa menzione di una colonia su Marte, quindi non è che i tre arriveranno su un pianeta totalmente deserto e i coloni potrebbero dare loro una mano per il viaggio di ritorno. Ci posso stare, ma il fatto che la cosa non venga minimamente citata è il primo indizio di un problema che il film ha: il regista/sceneggiatore Joe Penna e lo sceneggiatore Ryan Morrison (prima o poi dovevo citarli e – taaaac – avete visto con quale scioltezza?), autori di Arctic, sono disposti a passare sopra a tutto pur di dimostrare la loro tesi su come il dilemma del tram non sia in realtà per nulla un dilemma: sacrificare una vita, anche di fronte al bene collettivo, è comunque una merda.
Prova ne è il nostro MacGuffin. Ora tu vorresti dirmi che, in una navicella spaziale in viaggio verso Marte, una navicella per altro dotata di stampante 3D, l’elemento più importante di tutti, quello che assicura la sopravvivenza dell’equipaggio, non ha un ricambio? Faccio un po’ fatica a crederlo, cari Penna/Morrison.
Ciò detto, alla fine Estraneo a bordo non è malaccio. Specialmente la missione centrale, quella che dovrebbe risolvere il problema dell’ossigeno a bordo, quella in cui gli eroi devono incrociare i flussi e fare l’unica cosa che non avrebbero mai dovuto tentare, è costruita molto bene. C’è vera tensione, c’è una bellissima idea visiva e narrativa, un gioco con la gravità molto ben realizzato. Sai che le cose non andranno per niente bene, eppure speri che tutto fili liscio perché ti sei un po’ affezionato a questi personaggi archetipici. Un film che riesce a farmi affezionare ad Anna Kendrick non lo posso liquidare a male parole.
Il tutto viene un po’ risolto con il deus ex machina delle sfighe – quella svolta che ti fa proprio sbraitare “E che cazzo! Pure?!?” – e la conclusione è un altro schiaffo in faccia alla sospensione dell’incredulità che, se volete, vi spoilero al*.
Ma tutto sommato mi ha convinto e messo a disagio il giusto di fronte a una scelta impossibile, il tipo di dilemma che riesce a farti sentire una merda quando pensi “Beh, in fondo Spock non ha tutti i torti”. Di più, mi sa, non era lecito credere.
Nesquik quote:
“Piselli da evacuare… in space!”
George Rohmer, i400Calci.com
*LO SPOILER: Di tutte le persone che potevano sacrificarsi, proprio il dottore? Proprio l’unica che, in una lunga missione nel vuoto cosmico in cui tutto può andare malissimo, era indispensabile? Capisco che Penna e Morrison hanno impostato tutto sull’empatia e che dunque dovesse essere il personaggio legato a un giuramento che le impone di prendersi cura degli altri a sacrificare la propria vita per la collettività. Ma è comunque una svolta difficile da mandare giù.
Il film non l’ho ancora visto, credo lo vedrò presto, ma non ho mai pensato che Spock avesse sempre torto, anzi :)
Però una nota sul cibo. Credo che la navicelle spaziali già oggi, come peraltro le navi normali, non partano col cibo “contato”, cioè credo che se è previsto un viaggio di x giorni per y persone abbiano a bordo più cibo ed acqua del necessario per x*y. Dato questo, penso che razionando un pò sia credibile pensare che dove mangiano in 3 possano mangiare anche in 4, almeno per qualche mese.
Potrebbe anche essere plausibile, dato che si recano su una colonia marziana, che siano carichi oltremodo di libagioni che i coloni non riescono a produrre su Marte
“Ti metto un panino con la frittata in più, tante volte qualche compagno si è scordato il pranzo.” Le basi.
Credo che evitare che l’equipaggio muoia di fame o di stenti sia in cima alla checklist, visti gli innumerevoli rischi con contromisure meno semplici da prendere in considerazione. Una derrata in 8 mesi può contaminarsi per svariati motivi.
da quel poco che so io comunque, uno dei problemi del vettovagliamento per un ipotetico viaggio a marte è che ancora non sapremmo come schermare dalle radiazioni tutto il materiale organico che viaggiasse con la nave, radiazioni che a causa della durata del viaggio sarebbero mortali per l’equipaggio.
““Ti metto un panino con la frittata in più, tante volte qualche compagno si è scordato il pranzo.” Le basi.”
Capo della NASA subito!
Il grosso problema è che tutti questi film riprendono The Cold Equations di Tom Godwin, che è molto asciutto e si rifiuta di porsi certi problemi. Ovviamente una volta che allarghi la prospettiva il fatto che non esistano alternative a buttare fuori il clandestino diventa sempre meno credibile.
Ma infatti The Cold Equations sin da quando è uscito, negli anni cinquanta se non sbaglio, viene criticato proprio perchè nella vita reale le cose non funzionano cosi, non esiste che un sistema complesso ed importante come una nave spaziale, con svariati sotto sistemi d’importanza letteralmente vitale, venga progettato senza alcun margine, non esiste proprio, un pò di progettazione in eccesso c’è sempre.
L’astronave vera più nuova che esiste, la Crew Dragon di SpaceX, che ha cominciato a fare la spola da e per la stazione spaziale internazionale, è certificata per ospitare 7 persone. Il che significa che c’è posto, un sistema di riciclo dell’aria, alloggiamenti per cibo ed acqua, etc. tutto almeno sufficiente per 7 adulti, probabilmente in realtà con un pò di margine. E la usano ogni volta per 4 persone.
la mia incredulità purtroppo non si è mai sospesa in questo film: come può il tecnico essere stato dimenticato? cioè, era schiacciato dietro un pannello, pannello per giunta fissato con viti! boh.
derubricato a Gravity dei povery.
visto tutto, ma più per rivedere Jin di Lost.
Tra tutte le sospensioni di incredulità quella del McGuffin irreparabile è la più insostenibile: impossibile che un elemento fondamentale per la sopravvivenza, peraltro così piccolo, non sia ridondato o riparabile. Un corto circuito può avvenire per decine di motivi, anche senza clandestino, e viene detto che senza sacrificare le piante (cosa che comunque fallisce) l’equipaggio non sarebbe sopravvissuto comunque: inammissibile in una missione spaziale. Hyperion doveva avere anche l’appalto per la SA-RC, mi sa.
La scena dell’EVA è appassionante, ma con una serie di svarioni di fisica immani. La bombola che “precipita” in linea retta attratta da una forza misteriosa, invece di partire roteando per effetto della forza di Coriolis (siamo solidali con l’astronave, non inerziale) indica che chi ha fatto gli effetti non è mai stato su un calcinculo.
E lo so, sono un PDF, ma era un cazzotto in un occhio.
Concordo con il cazzotto di @Kylo Pontecorvo e sulla SA-RC per dio, ma insomma, ho lasciato subito stare la critica interiore e ho pensato ad un semplice scivolone causa povertà di mezzi o magari il consulente di astrofisica quel giorno stava dall’urologo, in fondo mi ero goduto altre buone scene e la tensione c’era.
Del cibo mi son domandato subito ma era una omissione della sceneggiatura non importante.
Ma quello che mi faceva incazzare, e a cui ho tentato disperatamente di non pensare è proprio il PEZZO superVITALE rotto… ma come cazzo non prevedere 30secondi in sceneggiatura dove – non dico spiegare – facevi capire che nun se poteva proprio arriparà manco colla 3D e che il ricambio del ‘pezzopiùvitalesenomuertemale’ per qualche incredibile supercazzola non c’era?
O comunque manco una domanda dei personaggi su come cazzo c’era finito un intruso comodamente accovacciato in un posto striminzito e vitale, che proprio….boh manco sulla SA-RC sti crateri.
Detto questo mi è molto inaspettabilmente piaciuto!!! Vai netteflix, più filmi come questi!
Film molto ma molto noioso, con tutti i personaggi buoni e gentili, gli unici stronzi sembrano quelli nella torre di controllo sulla terra ma in effetti non si capisce nemmeno cosa dicono.
no niente, con i film di netflix non riesco manco a finire i trailer che durano una quaresima e ti raccontano 3/4 di film…figurati un film intero…
Mammamiachefilmdemmerda…mia figlia di 15 anni voleva menarmi visto che gliel’ho proposto io.
Un sfilza di Maccosa dietro l’altro, a cominciare dall’estraneo infilato dentro un vano sigillato e nemmeno mezza spiegazione. Pure il finale deprimente, mortacci loro!
eh! io da quando ho giocato a kerbal son diventato uno scassacazzi impressionante con i film spaziali. peró se ricordo bene de martian, almeno nel libro, l’ipotesi cannibalismo viene presa in considerazione eccome.
Suggerimento a Netflix per fare un film di fantascienza sulle scelte difficili:
1) Prendere “Le fredde equazioni” di Godwin come sceneggiatura
2) Fine
Questa è merda con più buchi nella trama di un groviera.
Ho gradito il film più di quanto mi aspettato proprio per la questione morale su cui si concentra ma le incongruenze sono davvero grosse. Le due principali:
1) non viene fornita alcuna spiegazione su come un tecnico della manutenzione abbia potuto trovarsi in quella posizione, ossia dentro uno stretto pertugio fissato con viti!
2) non è verosimile che non sia stata prevista la possibilità di riparare apparecchiature vitali per la sopravvivenza dell’equipaggio: intruso a parte, un guasto avrebbe potuto comunque verificarsi durante il lungo viaggio verso la colonia marziana;
3) il fatto che non venga fatta alcuna menzione circa la possibile carenza di viveri o acqua fa pensare ad una scorta da utilizzare in caso di necessità (ad esempio, se una parte dei viveri si fosse deteriorata). Perché una tale precauzione non è stata presa anche per l’ossigeno?
Notevole il fatto che il tuo elenco di due incongruenze principali conti tre elementi :)
Scherzi a parte si, ora ho visto il film e effettivamente la situazione è quella, un film di per sé godibile ma per apprezzare il quale è necessario cercare di non pensare a diverse cose
Si può passare sopra al fatto che Toni “a mia figlia si è staccata la testa” Colette non sia credibile nella parte del capitano Kirk così come la Kendrick in qualunque ruolo che non sia quello della liceale stupidotta, ma l’idea che nel futuro le navette spaziali abbiano gli stessi controlli di sicurezza dei barconi delle Onlus nel mediterraneo manda completamente tutto in vacca dal minuto 18 in poi, e quando ti sei giocato la sospensione dell’incredulità poi diventa difficile recuperare mordente.
SPOILER—-
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A parte il fatto che non ho capito perchè senza le bombole prima l’aria bastava per 3 e alla fine solo per due, trovo cosa buona e giusta che a sacrificarsi sia stata la dottora perchè ha cagato il cazzo fin da subito mettendo a rischio i suoi compagni (del tutto inutilmente, come era ampiamente prevedibile) e alla fine doveva pagane lo scotto. Anzi, un pò ci speravo che schiatasse, la stronza.
Perchè nel frattempo erano morte anche le alghe che inizialmente filtravano almeno un pò di anidride carbonica. Ovviamente plot device per rendere necessario il sacrificio finale, perchè nella nuova situazione non sarebbe bastata nemmeno l’eutanasia del “clandestino”, si sarebbero dovuti suicidare in due.
Peccato, film che non gli avrei dato 2 cents, ma alla fine si è rivelato con la giusta tensione e godibilità (tipo Gravity) ma un paio di maccosa sono veramente duri da accantonare:
Nessuno si accorge che manca un collega della squadra dei tecnici a fine lavoro!!
Il macguffin vitale in qualche modo si ripara: pezzi di ricambio, adatta qualcosa (tipo apollo 13) circuito ausiliario, Scotty fondimi un cristallo di dilitio, respira di meno, il tight in lavanderia, inondazioni, le cavallette…….ma cazzo stai andando su Marte mica a fare la spesa alla Conad!
Faccio una riflessione forse scema, ma dopo appena due giorni dal lancio, il comandante dice che non si può tornare indietro perché non basterebbe il carburante….cioè ci vai su Marte per mesi e non puoi tornarci sulla terra dopo due giorni?
ora sei un intenditore di film https://cineblog01.rest/10927-la-fata-combinaguai-2023.html e puoi determinare con precisione come giocherà questo o quel partecipante?