Incipit
Suite deluxe all’ennesimo piano di un palazzo.
Uno scagnozzo sta digitando un messaggio al telefono.
A un certo punto, una forte folata di vento: lo scagnozzo vede una goccia di sangue sullo schermo del telefono, si tocca la guancia, è improvvisamente ferito.
Chi è stato? Flash???
La scena si riavvolge.
Lo scagnozzo sta digitando al telefono: parte la musica eroica a tutto volume, e al rallentatore snyderiano RADHE entra DI FAZZA da una vetrata esterna (come? perché? non importa). Addenta una scheggia di vetro al volo, sfreccia davanti allo scagnozzo, gliela sputa sullo zigomo.
Radhe afferra quindi il boss, che lo minaccia avvertendolo che fuori di lì ci sono altri dodici scagnozzi che lo aspettano.
Radhe non si scompone. Apre la porta. Gli uomini del boss sono tutti stesi.
Radhe prende il boss sottobraccio, e gli fa ammirare la situazione.
La scena si riavvolge, e poi si svolge davanti ai loro occhi: Radhe mostra al cattivo come Radhe ha steso tutti i suoi uomini.
E poi lo arribalta con un coppino.
È forse Radhe un supereroe?
No, è solo molto bravo nel suo mestiere.
Che emozione.
Ok, Londra non è Mumbai, ma i film di Bollywood arrivano anche qua e mi costa meno vederli qua che andare a Mumbai.
Dopo un recupero intensivo di oltre un anno finalmente, dopo la riapertura delle sale, sono andato a vedere un action di Bollywood al cinema.
A Shepherd’s Bush, poi!
Ci voglio bene a Shepherd’s Bush.
Ex-quartiere rozzo e popolare, trovandosi tutto sommato vicino al centro e ben collegato ha vissuto una riqualificazione che è ancora un po’ ferma a metà.
Quando esci dalla stazione della metro ti trovi a un angolo di Westfield, che è il centro commerciale più grosso d’Europa.
Dall’altra parte di Westfield, le ruspe che si sono fermate in tempo per non buttarlo giù, c’è l’ex-deposito di autobus che un tempo faceva anche da set per i film: vi sono state girate alcune scene di Aliens, per esempio, ma soprattutto ha interpretato i magazzini ACME in Chi ha incastrato Roger Rabbit, sia gli esterni che gli interni (Cartoonia è invece rimasta vittima della gentrificazione e non esiste più).
Se giri invece in direzione opposta ti ritrovi in un parchetto che una volta era territorio di spacciatori, ma che da qualche giorno ospita anche un accampamento di no-vax.
Attraversato il parco c’è un altro centro commerciale piccolo e sfigatissimo, il West12.
Al West12 ci sono il Lidl, Poundland, Whetherspoons, un buffet orientale, CEX e JD Sports.
Insomma, in confronto a Westfield pare Clint Howard in confronto a Ron Howard.
Il cinema in cui danno Radhe è lì.
Foxtons mi informa che in quest’area un solaio con un letto e un banco per il microonde costa circa mezzo milione.
Premessa
Mumbai.
Nel giro di pochissimi secondi un teenager si sveglia, strabuzza gli occhi, pippa di coca, si schianta giù dalla finestra, muore male.
Così, debbotto, senza senso, di prima mattina.
In questo modo sottile ci viene spiegato che a Mumbai c’è un problema di droga, talmente grave che ora è diffusa persino tra gli studenti.
La polizia viene accusata di nullafacenza, per cui decide di chiamare uno specialista, uno scomodo ma bravo, uno dai metodi discutibili ma risultati garantiti: Callaghan Cobra Radhe.
Il motto di Radhe è “Una volta che dò la mia parola, non ascolto neanche me stesso”.
Apro una parentesi: (è il motto più imbecille che io abbia mai sentito. Mai capito cosa ci sia di figo nello smettere di pensare e nello smettere di analizzare la situazione in cui si è coinvolti per fare la scelta migliore che –siccome le cose cambiano o semplicemente si aggiungono nuove informazioni che potrebbero rivelarsi importanti/determinanti – non è per forza la prima che si è fatta. È la cosa più facile da fare, questo lo concedo: decidi una cosa, stacchi il cervello, fine. Ma da qui a chiedere un premio perché hai arbitrariamente smesso di sforzarti ce ne passa. Chiudo la parentesi: )
Radhe arriva e prende immediatamente il controllo della situazione.
Vi piacciono quei pezzi in cui l’autore si infila in una nuova situazione pittoresca e ve la racconta come se fosse allo zoo?
Ecco, purtroppo non posso accontentarvi, perché sono andato al West12 di martedì sera con il film ormai fuori da qualche settimana, e in questa sala che ha persino uno sbrago nello schermo di 30cm ci siamo letteralmente soltanto io, Madame Cobretti e un signore bianco di mezza età.
Insomma, avrei voluto raccontarvi di cosa si prova a vedere un film di Bollywood al cinema in mezzo ai leggendari tifosi scalmanati di cui narrano le leggende, ma sono rimasto paccato.
Durante i trailer, che di diverso dal solito includono solo la pubblicità del Netflix bollywoodiano ZEE5, entra anche una signora con grossi problemi deambulatori e un berretto di brillantini multicolore. Questo è il massimo dello zoo che vi beccate. Prossima volta vado di domenica pomeriggio.
Radhe è il sequel di un film del 2009 di nome Wanted, da non confondere col Wanted di Timur Bekmambetov in cui James McAvoja spacca i denti a Chris Pratt con una tastiera del computer (scena che riguardo spesso) che è del 2008.
Qui è dove dovrei sintetizzarvi la carriera di Salman Khan, ma è difficilissimo.
È una delle star di Bollywood più grosse di sempre, da oltre tre decenni, e al momento letteralmente la più pagata d’India.
È uno di quegli attori totali e carismatici di cui Bollywood abbonda: canta, balla, mena, fa action, drammi, commedie, storie d’amore – soprattutto queste ultime. Per non farsi mancare niente, è anche pittore e presentatore tv.
Viene spesso paragonato a Sylvester Stallone, ma il paragone regge soltanto se vi immaginate un mondo parallelo in cui nessun film di Stallone ha mai floppato per cui periodicamente vi beccate un altro F.I.S.T., un altro Fuga per la vittoria, un altro Nick lo scatenato, e Avenging Angelo è un classico epocale, e oltre a un film con Sharon Stone ne ha fatti almeno due con Meg Ryan fidanzandocisi pure, e le colonne sonore se le canta (e balla) da solo invece che appiopparle al fratello Frank.
Wanted è abbastanza medio nella sua filmografia.
La trama è classicissima per quelle parti: una bellissima ragazza si innamora di Radhe, un uomo duro e solitario che però è anche un noto e temutissimo gangster e killer prezzolato, e questo crea in lei un dilemma morale.
L’esistenza di un sequel è già uno spoiler: all’ultimo si scopriva infatti che (spoiler del primo film) Radhe era in realtà un superpoliziotto infiltrato.
#NonSiPuòFare?
A un certo punto Radhe entra in azione e parte col suo gippone da uomo vero.
Incontra sulla sua strada una banda di motociclisti, tutti spacciatori cattivi: stanno andando nella stessa direzione, lui è dietro.
E che fa?
Beh ovvio: accellera, inizia a sgommare e li falcia tutti.
Proprio così, come il più grezzo e clamoroso degli atti di road rage.
Come quei pazzi che cedono a un attimo di nervosismo apocalittico omicida e investono gli assembramenti di ciclisti.
Come quegli attentati terroristici che capitavano con preoccupante frequenza in giro per l’Europa fino a pochi anni fa.
Però in ridere! Con la gente che vola via in CGI tipo cartone animato.
Proponi un’idea simile in Occidente e ti guardano come se fossi impazzito: a Bollywood l’hanno messa nel trailer.
Radhe è difficile da descrivere, anche se sostanzialmente si tratta del classico action alla Salman Khan senza particolari deviazioni dalla formula.
Sì, può ricordare Stallone.
E non è per aprire l’ennesima parentesi, ma a un certo punto bisogna anche dibattere questa storia che Cobra sia stato un film commercialmente deludente e al massimo un successo di culto, perché più si allarga lo sguardo e più la sua influenza è ancora visibile e pesante nel cinema popolare mondiale.
Cobra era l’aggiornamento anni ’80 del Dirty Harry di Clint Eastwood, ancora più spinto, patinato ed estetizzato. È questa versione dell’eroe macho standard che il cinema di serie B ha iniziato a scopiazzare con successo negli anni successivi. È questa versione che si è impiantata nel cervello in tante cinematografie fuori da quelle più abusate.
In India, ad esempio, fanno ancora Cobra da 35 anni: i loro eroi sono duri, spesso solitari, che hanno metodi pratici, brutali e sbrigativi, scarso rispetto per la burocrazia della legge (“la mia personale opinione è che questo tizio sia cattivo, di che altre prove ho bisogno per tortuspararlo???”), azione stilizzata/stilosa, obbligatori Ray-ban a specchio.
La formula classica di un action di Salman Khan – che altre star condividono – è questa: una prima parte leggera, tra commedia e love story, e una seconda parte gradualmente più seria, drammatica, fino a picchi di nichilismo che a confronto Cobra pare un personaggio di Tom Hanks.
Radhe è tutto sommato un film medio per quelle zone: ha un ritmo impeccabile, e una manciata di scene che lasciano a bocca aperta per creatività e/o esecuzione, roba che a confronto Fast & Furious pare Il braccio violento della legge.
Certe differenze culturali sono aspre da mandar giù per chi non è abituato, specie certe dinamiche sociali, ma altre soprattutto nella prima parte hanno un retrogusto tutto sommato familiare per il pubblico italiano: Radhe è a turno arrogante, sborone, grezzo, tamarro, vanitoso, impassibile, surreale, fortissimo, invincibile. In poche scene insomma passa da Monnezza a Celentano a Bud Spencer. Quando mena sono schiaffi, cazzotti, ma anche calci rotanti in fazza, e gente che vola da tutte le parti: ci sono parti acrobatiche e coreografate/riprese in modo stiloso, segno che hanno attecchito anche Van Damme e Robert Rodriguez. E quando canta e balla? Beh, è la sceneggiata napoletana.
Radhe è anche curiosamente il tipo di sequel che Hollywood ha smesso di fare ormai da tempo: quello che se ne fotte.
Il primo era un piccolo high concept (un medium concept?): Radhe era un gangster, un killer a pagamento ambiguo e misterioso, apparentemente senza morale ma con una parvenza di cuore. Una ragazza si innamora di lui, lui ricambia con distacco, lei si strugge e si strazia perché non riesce a capire se lui è buono o malvagio. Negli ultimi 15 minuti il colpo di scena: era sempre stato un poliziotto infiltrato.
Questo sequel non ci prova nemmeno a cercare un qualche modo contorto di replicare lo spunto: Radhe è un poliziotto e ovviamente lo sappiamo da subito. La ragazza del primo film è sparita senza spiegazioni (tutta quella fatica per niente…). La trama di infiltraggio è inesistente, e rimpiazzata con una sottotrama comica in cui Radhe si finge aspirante fotomodello (un tocco alla Donnie Yen: Salman Khan ha 55 anni, i suoi personaggi 34 al massimo) per non rivelare la sua vera identità alla sua nuova fiamma, che è la sorella del suo capo. A sua volta il suo capo (Jackie Shroff, padre di Tiger) gli regge il gioco per potersi prendere personalmente il merito di tutte le imprese di Radhe.
Insomma: se teniamo conto che come personaggio Radhe è sostanzialmente indistinguibile da altri ruoli action di Salman Khan – tipo il protagonista della trilogia Dabangg, consigliata – era un film che poteva letteralmente chiamarsi in qualsiasi modo.
Ad esempio avrebbe potuto chiamarsi The Outlaws, come il film coreano a cui dichiara di aver sgraffignato lo script.
Climax
Il cattivo sta scappando in elicottero.
Radhe è in auto.
L’elicottero decolla.
Radhe non demorde. Punta una rampa.
L’abbiamo vista ormai tante volte un’auto lanciata contro un elicottero, no? È sempre bellissima.
Ma Radhe ha altre idee: prende la rampa, l’auto decolla, con l’auto in volo esce con calma dal finestrino e da lì salta dentro all’elicottero a menare tutti.
Cazzo ci voleva?
Salman Khan è miliardario, uomo di mondo.
Ha avuto una gioventù burrascosa, problemi di alcolismo, problemi di tweet controversi di cui scusarsi, problemi di andare a caccia di specie protette, problemi di ubriacarsi in auto e sfondare negozi investendo cinque persone e ammazzandone una, problemi di sospetti di aver partecipato al rapimento e conseguente uccisione di un testimone chiave dell’incidente – un poliziotto, tra l’altro. Ma nessun problema di galera, come capitava regolarmente alle persone famose nella Hollywood ai tempi di Cobra.
Ora, con le storie qua sopra ancora tecnicamente in sospeso, sta cercando di regolarsi, ma fa discutere il suo schierarsi dalla parte del governo durante le recenti proteste contro i grossi tagli all’agricoltura che rischiano di azzoppare un’intera categoria.
Radhe doveva uscire l’anno scorso, ma sappiamo tutti cos’è successo in tutto il mondo.
Salman Khan allora, in un impeto di generosità e riavvicinamento alle classi meno avvantaggiate, ha fissato una nuova data: il 13 maggio 2021, in coincidenza con la festa musulmana dell’Eid al-Fitr.
Quando è scoppiata l’ondata della variante Delta e i cinema indiani sono rimasti chiusi, lui non ha battuto ciglio e ha dichiarato “ho promesso che sarebbe uscito quella data, e se non può farlo in sala uscirà in streaming. Ci perderò dei soldi, ma in un momento difficile come questo penso che sia importante che la gente possa se non altro godere di un paio d’ore di svago”.
Quando dà la sua parola, non ascolta neanche se stesso.
Finale (spoiler)
Radhe e il cattivo si picchiano come due forsennati, finché Radhe non ha la meglio e rende il suo avversario sostanzialmente inerme.
E quindi che fa?
Lo consegna alla giustizia? No.
Si fa impietosire? Macché.
È lì che ci pensa ma per una serie di circostanze il cattivo muore senza che lui l’abbia veramente voluto, tipo che scivola su uno spuntone, o l’ammazza qualcun altro tanto per lasciare l’etica dell’eroe immacolata? Ma checcazzo dite, ma no, ma secondo me non avete capito a che tipo di film vi trovate davanti.
Sapete che fa Radhe?
Radhe prende il telefonino, fa una videochiamata al giovane amico della vittima della prima scena, appoggia il cellu in piedi per benino, ci si piazza davanti, si carica il cattivo sulle spalle e gli fa la fatality in diretta.
Olè!
Bootleg acquistato al mercatino-quote:
“Salmone lo sbirro”
Nanni Cobretti, i400calci.com

Sì, quella roba di entrare dalle vetrate di fazza la fa davvero.
P.S.: scorrono i titoli di coda, io e Madame usciamo dalla sala.
Dietro di noi sentiamo un tonfo: “oddio, è cascata la signora”, penso.
Mi giro e no, era cascato quell’altro.
Annamo bene.
Ti amo, Shepherd’s Bush.
Domanda: come siamo messi, a Bollywood, sull’oggettificazione femminile? È ancora previsto che l’uomo sia solo un maschio duro che si schiaccia le tipe e le tipe siano solo bambolone in attesa di essere schiacciate (chiedo solo nell’ambito del cinema action) oppure c’è un tentativo di dare alle “bambolone” anche una personalità e/o un ruolo proattivo? C’è un dibattito in India come c’è in occidente?
Grazie per la spiega, se vuoi.
Per darti un’idea tieni presente che ci sono i matrimoni combinati, e che nei film vengono dipinti come usanza tutto sommato tranquilla se lei non viene costretta con la forza.
Il personaggio femminile tipico non sta zitto un attimo; come un chihuahua nervoso blatera o fa polemica costantemente, ma non dice mai nulla di sensato. A volte le battute sono così fuori luogo rispetto al contesto che sembra mancare di facoltà del ragionamento tout court. Quello che vuole dalla vita è: a volte un buon lavoro ma sempre un marito ricco, macho, e sistemarsi. E fissare con odio le altre donne che glielo vorrebbero fregare, ste stron…
L’uomo (opportunamente prima di fidanzarsi) va anche a prostitute in locali che sembrano cabaret di lusso, dove ballano e cantano canti eleganti sulla liceità sessuale.
Eccezione Dhoom 2 e almeno i primi due Baaghi, dove abbiamo donne più moderne e pensanti.
Aggiungo anche Baubali e Thugs of Hindostan, dove la donna guerriera combatte e si comporta in maniera attinente. Trattasi di due registi più moderni.
In generale, per quello che ho visto finora, anche il personaggio femminile più moderno non vale Rene Russo in Arma letale 3.
Ci credete che è uno dei motivi principali che mi bloccano dal vedere action made in Bollywood? La coprotagonista del western medio americano anni 50 aveva più agency delle dei personaggi femminili di questi film indiani, che come scopo nella vita hanno solo quelle di innamorarsi dell’eroe, farsi salvare da lui e accompagnarlo nell’eventuale balletto.
Non fatico a crederci…
Il primo dei tag, Adriano Celentano, è quello definitivo. Siamo in piena legge di Poe applicata alla cinematografia: sembra venire direttamente da South Park. A suo modo, un capolavoro.
Nanni, da quello che hai scritto sulla vita personale di Salman Khan un altro parallelo è Frank Sinatra /Dean Martin. Per essersi parato il sedere in casi che avrebbero chiuso la carriera di un altro ed essere ancora la super star che supporta attivamente il governo in carica, qualche amico importante ce l’ha.
Riso parecchio assai. Grazie.
Etica dell’eroe immacolata? Fotti-mene.
Non sono solito frequentare queste vallate ma mi hai fatto venire una gigantesca voglia di vederlo.
Domanda, gli stacchetti musicali sono tanti, sono invasivi, sono necessari per capire la trama o sono facilmente saltabili?
Gli stacchetti musicali non sono MAI importanti per la trama.
Però permettono di accontentare la tipa che altrimenti non ti accompagnerebbe a vedere un action manco morta
Grazie, Bollywood!
(“Una volta che dò la mia parola, non ascolto neanche me stesso”: un motto che avrebbe potuto risultare ancor più esilarante – forse – solo se pronunciato da Frank Drebin o da Sledge Hammer).
Grazie per la rece ma Bollywood non ie la faccio proprio, sarà per la prossima vita.
Io ci provo, ma non ci riesco.
Leggo recensioni divertenti come questa, mi esalto, mi butto nella visione bello carico, ma non sono mai riuscito a finire uno senza il fast forward, anzi, il più delle volte me ne frega talmente poco di personaggi e trame che neanche quello.
Nei momenti migliori mi sembra di vedere Una pallattola spuntata con momenti seri, ma in generale il livello sembra davvero quello dei film di Castellano e Pipolo con Celentano. E quando i film sono più seri é quasi peggio, perché non puoi più far finta di non notare una visione del mondo talmente reazionaria che in confronto Orban sembra John Lennon.
Grandi stunt e scene tutte matte, ok, ma un film non dovrerbbe essere solo circo.
Il problema è che gli indiani si prendono drammaticamente sul serio, un po’ come Celentano in Joan Lui e Adrian, infatti stiamo a quei livelli.
Cioe fammi capire, vai a vedere i film NEL MIO LIDL e sopra il mio fornitore di proteine geneticamente modificate e ti conosco solo via internet?
Stai a Shepherd’s Bush??? Ma grandissimo.
Senza Aldimashi , German Doner Kebab e Naama non sarei diventato il degustatore che sono adesso :D
Da ubriaco ha investito e ammazzato ? Potrebbe essere coinvolto nel rapimento del testimone chiave ?? Tra l’altro un poliziotto ??? Certo che l’India è tutto un altro mondo,in America ti basta essere un abbracciatore seriale come John Lasseter per essere visto come delinquente…. Beh,spero per lui che non c’entri niente con l’uccisione del poliziotto.
Non mi risulta che manco Lasseter sia in galera, comunque.
Si lo so,ma ci fù un’attrice che non volle fare la doppiatrice perchè c’era lui,o anche solo il fatto che non sia più alla Pixar.La galera no,ma certe donne lo considerano un delinquente comunque,questo davanti alle telecamere naturalmente,dietro non so,a volte ho la senzazione che si limitino ad’accodarsi a come gira in quel momento,magari su suggerimento degli agenti ” non lavorare con lui,fai una storia su Instagram dove ti dici indignata,e mi raccomando vestiti di nero”.
Boh, fermo restando che non conosco John Lasseter di persona e non ho la più pallida idea se sia un abbracciatore seriale innocuo o malizioso/laido, mi sembrano sinceramente due casi ben poco paragonabili…
Si vero,ho pensato all’esempio più lontano possibile per fare un pò di satira su Hollywood e il suo estremismo,e un abbracciatore mi è sembrato l’esempio più opposto a quello di cui è accusato Khan.
Non voglio farla troppo lunga perché è un off-topic gratuito gigantesco, però quello che ho letto io è che a Lasseter è stato detto più volte che il suo modo di abbracciare faceva brutto, e lui ha trovato più facile dimettersi che smettere. Il che fa enormemente più brutto. Quindi personalmente fatico a provare compassione e di conseguenza a capire il tuo esempio specifico. Però ho capito dove volevi generalmente andare a parare e possiamo chiudere la parentesi.
Oh merda è vero,la conversazione più lunga nei commenti è il mio Off-topic scusa,si si chiudiamola quà,che poi il paradosso e che sti’ argomenti manco mi interessano pensa te.
Mi chiedo sempre se gli indiani si rendano conto, che i loro film in occidente sono quasi percepiti come film di satira, allo stesso cinema d’azione occidentale; leggendo i commenti sotto il trailer di questo film, comincio a pensare che molti se ne siano resi conto.
Comunque da oggi sono un fan di Disha Patani.
Credo che sostanzialmente se ne fottano. I loro film arrivano in Occidente puramente per raggiungere gli espatriati, non per convincere gli altri.
Disha PATATA
Quindi mi volete dire che Salman Khan batte il mitico Roshan? Sono sconvolto.
Dipende, fisicamente è come paragonare Vin Diesel a Van Damme.
porca miseria….mica male come paragone
p.s. poi quel libro sull’India l’avevi letto? Io l’ho finito domenica. Spaziale.
Bella rece.
Una cosa importante che ho notato nel trailer, scusate se già l’ha scritto qualcuno, non leggo tutti i commenti, è che il regista è Prabhu Deva, ovvero un cantante ballerino coreografo attore indiano, conosciuto anche per la canzone “kalluri vaanil” che alcuni conoscono come “benny lava”. Alcuni lo definiscono il Michael Jackson indiano per le sue movenze.
Tale canzone indiana è stata oggetto di traduzione (finta) da parte di un certo Buffalax, content creator di youtube non più in attività.
Per chi fosse curioso
https://www.youtube.com/watch?v=PCB-GMpQ4ko
Ciao
Scusate, ma quindi che imdb lo dia a un incoraggiante 1,8/10 non dovrebbe preoccuparci minimamente?
Tra l’altro una fracca di voti, saranno tutti di non indiani?
A questo punto non posso esimermi dal chiedere, anche se fondamentalmente è off topic, se hai visto il mitico Bajirao Mastani.
Un film enorme, meravigliosamente sparone, in cui il termine esagerazione trova una nuova splendida definizione.
Sarebbe bello leggere qualcosa qui su quel film che è, beh, tutto!
Ce l’ho in coda ma non l’ho ancora visto. Se davvero spicca tra la 50ina di titoli Bollywood che mi sono sparato nell’ultimo anno vengo a stringerti la mano.