«Ciao Stanlio senti vista l’incresciosa situazione a causa della quale non potrai scrivere per tempo di Dune di Denis Villeneuve e dovrai probabilmente aspettare il mese di ottobre per vedertelo al cinema come si deve ti andrebbe invece di coprire il Dune di David Lynch nell’attesa, così da riempire un buco ormai decennale che da tempo una percentuale di pubblico vicina al 90% ci chiede a gran voce di colmare?»
«Certo Nanni, mi sembra un’ottima idea!»
Chi cazzo me l’ha fatto fare. Seriamente, perché non mi avete fermato? FABRIZIO! Fabrizio vieni qui non fare finta di nulla. Ti avevo chiesto di tenermi d’occhio, di avvertirmi, di fermarmi per tempo in situazioni come questa. Certo “come questa”! ESATTAMENTE “come questa”! «Fermami prima che io mi imbarchi in imprese assurde a proposito di film ancora più assurdi» ti dissi un giorno. E tu non lo facesti! Dannazione Fabrizio, ora mi tocca parlare di un film che è impossibile non definire “brutto” sotto un sacco di punti di vista, e “sbagliato” ancora di più.
A partire da questo fatto: di quale Dune sto per parlare? Lynch ne aveva girata una versione di quattro ore (ci torno), al cinema uscì tagliata a due ore e un quarto ma da qualche parte, in ossequio al protocollo Blade Runner, esiste una versione con il voiceover di Mr. Spiegoni che dura quasi tre ore, tre minuti meno di tre ore, credete alla numerologia? Lynch probabilmente sì e quindi probabilmente questa Extended Edition, così come viene chiamata in certi circoli intellettuali, dura 2h57m perché 3-3=0=tutto o qualche altra puttanata del genere. Dune è un po’ un film di puttanate del genere, non numerologiche ovviamente, ma di gente che si deve risvegliare e misteri misteriosi, e sia che ne guardiate la versione più comune, sia che facciate come me in occasione di questo pezzo e tiriate fuori il DVD per sciropparvi la versione da tre ore, il risultato è che se potessero darvi un metaforico lanciafiamme che vaporizza tutto l’inutile space mumbo jumbo che appesantisce ogni istante del film sono sicuro che lo afferrereste al volo e senza pensarci un istante depurereste tutto quanto con il fuoco.
Lynch dice che quando gli venne affidato il film non solo non aveva letto il romanzo di Frank Herbert, ma non gliene fregava nulla della fantascienza in generale. La famiglia De Laurentiis dice che Lynch fu scelto perché Rossella De Laurentiis aveva visto Elephant Man e aveva deciso che il David con i capelli strani era l’uomo giusto. Che è un salto logico che a 38 anni di distanza – Dune è uscito nel 1984 quindi è stato girato nel 1983 quindi ha la mia età e dopo averlo rivisto non saprei proprio dirvi chi è invecchiato peggio – continuo a non comprendere appieno. Al di là del fatto che Elephant Man è ovviamente un capolavoro clamoroso e contiene un paio di sequenze oniriche che rimandano al Lynch degli esordi ma fungono anche da trailer per tutto il Lynch che verrà, al di là di questo non riesco a capire quale sia il collegamento che ti fa pensare “gli è venuto bene Elephant Man, sicuramente gli verrà bene Dune”, è e rimane uno dei grandi misteri di questa produzione.
Produzione pluridecennale che parte con i tentativi di Jodorowski dei quali andrebbe discusso in separata sede, ovviamente accompagnando il dibattito con la visione di Jodorowski’s Dune; assumo qui che l’abbiate già visto, o che comunque sappiate già tutta la faccenda, e i giri produttivi che hanno portato l’infilmabile romanzo di Frank Herbert (SPOILER resterà infilmabile anche dopo l’uscita del film di Lynch, non so dirvi se il discorso vale ancora dopo l’uscita di quello di Villeneuve perché mentre la gente era a Venezia a vederlo io ero a casa a piangere e grattare le pareti) a diventare questo adorabile pastrocchio che avrebbe stroncato la carriera di gente con anche solo un pizzico di talento in meno di Kyle MacLachlan. Sto girando a caso, in omaggio e ossequio al Maestro e alle sue scelte creative per Dune; è il momento della SIGLA e mi toccherebbe mettere Brian Eno nella sua versione più indigeribile o ancora peggio i Toto, volete i Toto? Eccovi una letale catena di eventi che mi è stata suggerita da Nanni in persona:
a cui segue
“e come anello di congiunzione, qui un singolo dei Toto usato dritto com’era come sigla di una soap opera” mi spiega Nanni:
https://www.youtube.com/watch?v=4F2_6qj29Po
Questo potrebbe aprire una lunga discussione sulla colonna sonora di questo film che però non sono pronto ad affrontare, per cui facciamo tabula rasa così:
https://www.youtube.com/watch?v=l10nXUFlhsY
Dune, nella visione di Lynch almeno, è la origin story di un supereroe. Davvero, provate a guardarlo senza pensare alla fonte e a Herbert e alla fantascienza anale pluridettagliata dei romanzi suoi e del figlio. È un film trattato e sviluppato esattamente come un miliardo di film di supereroi odierni: c’è un protagonista senza talento, una situazione più grossa di lui, una tragedia che lo coinvolge, una resurrezione in un luogo a lui estraneo, un percorso di acquisizione di consapevolezza dei propri poteri e del proprio ruolo nell’universo, e c’è infine la prima volta che questi poteri vengono dimostrati al mondo intero, e incoronano il nostro protagonista come salvatore onnipotente testimone della parola di Dio, e di fatto sto dicendo che anche i primi capitoli del vangelo sono la origin story di un supereroe, e che una cosa che mi ha sempre turbato tantissimo di Dune e soprattutto di Dune il film di David Lynch è questa fissazione non con la divinità o la trascendenza ma letteralmente con DIO, la voce di Dio, persino gente che quando deve imprecare o gridare il proprio disappunto dice “OH MY GOD” o “FOR THE LOVE OF GOD”.
Il Dune di Frank Herbert, dopodiché smetterò di parlarne per provare a trattare quello di Lynch come un film e non come un adattamento, è un’epica strana e a tratti indecifrabile, un melange (eh? EH?) di spunti filosofico-religiosi presi un po’ da ovunque e plasmati per creare un universo alieno ma che ci risulta comunque familiare per come si aggrappa non solo a certe strutture di potere tipicamente terrestri ma soprattutto a certe filosofie e visioni del mondo e dell’universo. Il Dune di David Lynch è questa roba trasposta su carta da uno che non aveva esattamente capito quello che stava facendo, e che probabilmente DAVVERO non ha mai letto il romanzo di Herbert e se l’è fatto riassumere per sommi capi da Jimmy lo Stagista prima di mettersi a scriverlo.
C’è quest’idea molto diffusa, anche tra chi ha partecipato alla realizzazione del film, che “se avessero fatto fare a Lynch il film che voleva fare ci saremmo trovati di fronte a un capolavoro”. Ora io non ho avuto modo di vedere il film che Lynch avrebbe voluto fare, solo quello che effettivamente ha fatto, e già che ci siamo ne approfitto per specificare che io a Lynch non sono degno neanche di allacciare i lacci delle scarpe che non usa, e che con l’esclusione del film di cui sto parlando non vedo alcun punto debole nella sua intera filmografia, solo film belli e film ancora più belli. Ma nulla mi toglie dalla testa che il problema del suo Dune non sia che non gli hanno lasciato fare quello che avrebbe voluto, ma al contrario che non sia stato inquadrato a sufficienza, arrivando al punto di licenziarlo e sostituirlo con qualcuno di più creativamente malleabile se necessario – il fatto che i primi nomi associato al film fossero stati quelli di Ridley Scott e H.R. Giger, reduci da quell’altro film di fantascienza lì e poi persi nel vento come lacrime nella pioggia, rimane il più grosso rimpianto e il più grosso punto di domanda su questo progetto da 40 milioni di dollari che ne incassò meno di 38.
Dicevo del supereroe. La storia di Dune il film è quella di Paul Atreides, figlio del duca di una delle due famiglie più potenti della galassia che sono in competizione per lo sfruttamento economico di un pianeta desertico abitato da grossi vermi delle sabbie e dal quale si estrae La Spezia, non la città in Liguria ma una megadroga potentissima che ti allarga gli orizzonti, ti espande la coscienza e se vai in botta seria ti permette anche di teletrasportarti in giro per la galassia. La famiglia rivale, quella degli Harkonnen, è segretamente appoggiata dal megaimperatore galattico, e con il suo aiuto e quello di Cavil di Battlestar Galactica compie un massacro ai danni della famiglia Atreides e prende possesso del pianeta Arrakis, Dune, Desert Planet, come viene ripetuto almeno tre volte nel corso del film. Paul sopravvive al massacro, fugge nel deserto, fa amicizia con i rivoluzionari del deserto, diventa il loro capo, prende un botto di droga, gli vengono i superpoteri, fa un culo così ai suoi rivali, ammazza Sting e diventa Superman.
In mano a un Jon Favreau qualunque questa storia avrebbe tutte le caratteristiche e i beat necessari per fare un Classico Film Moderno, l’equivalente intellettualmente carico del film di supereroi dove il supereroe indossa il costume per la prima volta nell’ultima scena madre. In mano a David Lynch diventa una cosa che faccio molta fatica a descrivere.
Mi ripeto: è chiaro che Lynch non aveva pienamente il controllo del materiale di partenza, e che la sua idea di prendere la sceneggiatura originale, scritta dallo stesso Frank Herbert, e gettarla in pasto ai dobermann per sostituirla con la sua era perdente in partenza. Dune era un film che avrebbe beneficiato di una collaborazione tra le due anime: quella più gelida e cronachistica di Herbert, che nei suoi romanzi mantiene sempre un distacco e una freddezza quasi ciniche anche di fronte alle situazioni più assurde, e quella più
onirica
visionaria
tossicodipendente di David Lynch, che di tutta questa storia di guerre stellari aveva capito solo “c’è una droga che ti espande la coscienza e vedi le cose”.
Guerre stellari, dicevo: l’idea della produzione, stando a diverse testimonianze di persone coinvolte, era quella di fare di Dune il primo film di una trilogia, che sarebbe dovuta diventare “Star Wars per adulti”. Io non so se a Lynch abbiano detto esattamente questa cosa, ma ho l’impressione di sì e che lui l’abbia presa come una sfida e quasi come un’offesa, del tipo “ah state dicendo che non faccio roba per adulti? E ora io vi faccio Shakespeare con la droga, ma sotto sotto non ci credo neanch’io”. Dune è magniloquente, sovrabbondante ed eccessivo; è un film di spiegoni soprattutto nella sua versione estesa, dove ogni singola cazzo di cosa viene illustrata nei dettagli, e spesso più di una volta, da un odioso voiceover documentaristico che persino in inglese sembra un outtake dell’Istituto Luce. E Lynch lo prende molto meno sul serio di quanto dovrebbe, e questo suo approccio filtra in ogni aspetto del film, a partire dalla direzione del cast che è, almeno questo credo sia oggettivo e incontestabile anche presso il comunque nutrito fandom di Dune, il punto più basso dell’intera carriera del David.
Non arrivo a dire che non ce n’è uno buono, ma quelli su cui si appoggia gran parte del peso del film – Kyle MacLachlan soprattutto, e la povera Sean Young, e Francesca Annis, e Silvana Mangano santo cielo! – recitano ogni singola scena come se ne andasse della loro vita, come se l’overacting fosse l’unico modo per salvarsi da un destino orribile. Direte “certo, è Lynch, c’è del consapevole overacting, sai che roba”, ma è il materiale che non ne ha bisogno e francamente non se lo merita; l’impressione è che ogni volta che un personaggio declama frasi epiche con sguardo intenso e volto all’orizzonte Lynch si stia segretamente divertendo tantissimo a sfottere chi crede che le frasi epiche e gli sguardi intensi volti all’orizzonte siano buon cinema. C’è un approccio quasi parodistico a quelli che nella fonte originale erano complicati intrecci politici e misteriose profezie dal significato oscuro ma dalle conseguenze su scala cosmica. Non so se sia perché ho visto quello che ha fatto Lynch dopo Dune e queste visioni macchiano il mio giudizio, fatto sta che c’è una fortissima componente di presa per il culo sottesa a tutto il film, e non riuscirete mai a convincermi del contrario.
Ovviamente il contesto è talmente caratterizzato e particolare che c’è anche chi ci sguazza: Patrick Stewart su tutti, che riesce a non risultare ridicolo per il semplice fatto di essere Patrick Stewart. C’è un nutrito gruppo di caratteristi che poi Lynch si porterà dietro in Twin Peaks e che affrontano l’ordalia non necessariamente con lo spirito giusto, ma con quello che il regista voleva (Everett McGill su tutti). E soprattutto, andando un attimo al di là del discorso attoriale e allargandomi a tutto il resto: è un film di David Lynch con i soldi, certo che ci sono grandissimi momenti e scene indimenticabili che solitamente sono quelle che vengono citate per salvare o addirittura promuovere Dune. Quante possibilità ci sono che David Lynch sbagli il 100% di un film? Se volete potete anche spiegarmi che le c.d. “sequenze oniriche” sono un gran bel trailer per quelle che userà poi nella prima versione di Twin Peaks, e che segneranno il resto della sua carriera, cioè la stessa roba che ho detto prima di Elephant Man, che fate, copiate?; che certi momenti di Dune esistono perché Lynch possa sperimentare e affinare la sua tecnica e la sua visione, e che senza Dune il resto della sua carriera sarebbe stata diversa.
OK, d’accordo, interessante. Ma Dune resta un film sbagliato e svogliato, sotto il quale probabilmente si nasconde davvero un’altra versione che funziona, ma sotto una tale quantità di strati che a quel punto fai prima a togliere il marchio e a cambiare tutti i nomi; perché se no il risultato è questo, un film con momenti di estasi cinematografica totale intervallati a lunghe sequenze che servono a giustificare narrativamente suddetta estasi, e che diventano quindi niente più che una litania di spiegoni e di cinema raccontato, non mostrato. Sono sicuro che nella testa di Lynch fosse tutto molto più chiaro, ma Dune è un universo che non si presta a questo tipo di racconto, che ha bisogno di redini più salde e che spesso beneficia del basso profilo, pur essendo una storia di vermi delle sabbie lunghi 450 metri.
Ci sarebbe anche da discutere del fatto che Dune è montato a cazzo, ma in questo caso la questione è più sfumata e macchiata dalla mia scelta di rivedermi la extended edition, quella che Lynch disconosce tanto che nei titoli di testa il film è accreditato ad Alan Smithee. Il problema è che le cose non cambiano granché tra le versioni: Lynch ha sempre voluto un film che procedesse in modo irregolare e saltellante, che inseguisse una sua non chiarissima visione invece della chiarezza narrativa, e non importa quanto materiale sia stato aggiunto o tolto, Dune resta un film che accelera e rallenta completamente a caso, che perde minuti e minuti su un dettaglio per poi mangiarsi interi anni con un rapido montaggio e due parole buttate lì. Che gestisce mille personaggi e se li dimentica, ritirandoli fuori alla bisogna e senza ulteriori spiegazioni; un film ambientato su un altro pianeta nell’anno 6000 nel quale c’è un carlino la cui presenza non è mai giustificata in alcun modo.
La domanda da porsi quindi è sempre quella, la più importante: Dune è un brutto film? Molto probabilmente sì, almeno stando a quelli che sono i canoni universalmente accettati per identificare un prodotto cinematografico accettabile. È un film che non dovreste vedere mai per nessuna ragione al mondo? Assolutamente no: è sgangherato e spesso non ha alcun cazzo di senso, ma è spesso sontuoso e sempre affascinante, di un fascino che nella maggior parte dei casi ricorda quello di un incidente in autostrada, ma bene o male l’importante è che se ne parli. È un film che si apprezza di più se lo si guarda con la consapevolezza di com’è stato concepito, realizzato e anche ricevuto, se lo si vede come un bizzarro pezzo di storia del cinema che è servito da punto di svolta per svariate carriere, e che è comunque riuscito qui e là ad azzeccare abbastanza momenti iconici da meritarsi citazioni più o meno dirette in opere più o meno inaspettate.
È un casino. È un film che avrebbe potuto stroncare la carriera di Kyle MacLachlan, se la gente si fosse concentrata unicamente sulla sua prestazione invece che sul resto del delirio. È una collezione di MACCOSA, una gara a chi si mette più spesso le mani nei capelli. È il peggior film di Lynch e fatico a credere che Villeneuve possa aver fatto di peggio. Sono contentissimo che esista e di poterlo rivedere tutte le volte che voglio, sognando di possedere anch’io una pistola che spara se faccio PEW PEW con la bocca.
Viaggio astrale causato dalla spezia quote suggerita
Ho letto “la recensione di Dune” e mi si è fermato il respiro.
Well played, ragazzi. Well played.
È il mio romanzo del cuore ma non è il mio film del cuore manco per il cazzo. Mi portò in sala da ragazzino mio zio in botta dura coi romanzi (e scoprimmo solo anni dopo che era spesso in botta pure per altro…) e uscii agghiacciato e con la sgommata sulle mutande per colpa di Alia e il suo Gom Jabbar e per quella palla di merda schifosa del Conte Vladimir Harkonnen (Harkonnen… Il nome più figo di tutti i nomi fighi dell’universo!).
Però nonostante sia una schifezza di film che sbaglia tutto lo sbagliabile, ha su di me un fascino perverso. Mi attrae e spesso me lo metto su perché nonostante i mille errori e le cagate atomiche è pur sempre DUNE. Un po’ come il FLASH GORDON sempre di De Laurentiis di qualche anno prima…
Ora aspettiamo la versione di Villeneue. Conosco gente che l’ha visto alla Mostra e ho ricevuto pareri contrastanti. Bello ma incompleto nonostante si sappia che è il primo capitolo di un dittico. “Si poteva fare di più” mi dicono dalla regia. Boh! Io comunque domani sono in sala e vaffanculo.
Sinceramente, Dune di Lynch è piaciuto tantissimo, consiglio vivamente di rivederlo più volte.
Che il romanzo sia infilmabile non mi trova d’accordo. Tolte le supercazzole etologo/scientifiche, parliamo del classico viaggio dell’eroe. Alla fine è una storia che più dritta non si può (parlo del primo libro, ovviamente).
“Tolte le supercazzole etologo/scientifiche” hai Star Wars, grazie a Dio
Lo vidi in sala da ragazzino, e mi affascina da allora. La prima parte, quella che ti racconta il mondo, è ancora fantastica. Da quando Paul sbarca tra i Fremen va tutto in vacca, ma sappiamo come è andata. Sono contento del nuovo adattamento, ma ho come l’idea che il film di Villeneuve, che sarà senz’altro più equilibrato e complessivamente “bello”, sarà anni luce meno memorabile di questo.
La recensione come sempre è stupenda, ma anche io ho ricordi indelebili di questo film (come gli esimi colleghi dei commenti) e lo ricordo come qualcosa che mi piacque al punto che quando l’ho rivisto (non troppo tempo fa) ne ho ritrovato lo stesso sapore.
Non sono un critico evidentemente, sono un mero mangiatore di film, quindi lo vedo come un’anomalia nella filmografia di Lynch e un’anomalia nel cinema fantascientifico, però un’anomalia piacevole.
Eppure non ricordo che mi drogassi da ragazzino.
Comunque il libro non l’ho mai letto e lo farò prima di vedere il Villeneuve.
Però non ha stroncato la carriera di Alicia Witt.
Il bambino indaco è Alicia Witt? Maccosa!
Papà lo vide in diretta al cinema e anche lui ne rimase affascinato ed era un suo film di culto: una mezza fetenzia, ma con momenti micidiali ed azzeccatissimi.
Io non ho mai avuto la forza di recuperarlo, pur avendo visto financo i corti di inizio carriera di Lynch.
mai riuscito a vedere tutto intero mi addormentavo sempre. sempre. e mi seccava pure parecchio visto che se videogiocavi all’inizio degli anni 90 era citato dappertutto, peró adesso grazie a Stanlio só il perché :D
Il primo dei System of a down… quanti ricordi…
Sono un gran fan dei libri, di cui ho letto tutto il ciclo originale di Herbert padre ( fino a Rifondazione *comunista* di Dune) mentre mi mancano i libri del figlio e le opere derivate.
Li lessi negli anni ’90 dopo aver giocato al primo Dune su Amiga e vidi solo poi il film. Certo, è un film imperfetto,con troppi tagli, molte interpretazioni sono un po’ a cazzo di cane e non capisco come mai negli articoli sul film sia sempre in primo piano una foto di Sting (e io sono un fan dei Police) quando fa appena 2 minuti di interpretazione cane con un paio di grugniti. Eppure lo riguardo sempre volentieri, trasmette comunque l’idea di universo e l’atmosfera messianica soprattutto del primo libro. E’ molto meglio che sia stato fatto, anche se imperfetto, piuttosto che non sia stato fatto.
Pur amando Dune, trovo che il libro sia appena accettabile (e sono d’accordo sia un fumettone semplice semplice, ma va letto… il resto della saga anche no, si sta bene lo stesso), e che il film di Lynch sia brutto, ma da vedere quante volte si vuole, perché va visto e basta, preferisco guardare il film che rileggere il libro.
Il libro ha di buono che ha ispirato altri film, il film ha di buono che sia quella roba brutta ma amabile.
Sembra la recensione di un film horror scritta da uno che va matto per le commedie romantiche. “la storia d’amore tra i protagonisti è poco approfondita perché purtroppo lei viene subito uccisa da un personaggio che pare non conoscerla neanche personalmente. Bella la fotografia, ma non ho pianto neanche una volta”.
Sul fatto che il film sia un pasticcio direi che non ci piove, ma c’è dentro talmente tanta meraviglia che ad un certo punto chi cazzo se ne frega delle incongruenze?
Io l’ho visto da ragazzino, e sono rimasto completamente fulminato dal fatto che potesse esistere una narrazione fantastica che non fosse quella merda da ritardati mentali di Guerre Stellari, con i pupazzoni pelosi che fanno MMMGGGWWAAAHHHH.
Solo il dettaglio delle tute che riciclano il piscio per farti sopravvivere nel deserto è una cosa che vale la visione della pellicola da qui all’eternità.
Il navigatore della Gilda Spaziale?
La Reverenda Madre, che meraviglia è?
Le uniche cose veramente pessime sono quelle che probabilmente sono state infilate a forza per normalizzare il film (la storia d’amore piattissima e il combattimento finale a coltellate con Sting), tutto il resto è amore incondizionato dall’inizio alla fine.
Questa è la perfetta dimostrazione del fatto che sia un film mal concepito.
Quello che definisci “cose infilate a forza” sono entrambe elementi estremamente importanti del libro, ma sono trattati in modo talmente superficiale che sembrano essere appiccicate con lo sputo.
Chani è un personaggio molto importante, lo specchio di Jessica: come lei è de facto una concubina, come lei è la base indispensabile per far sorgere un uomo potente.
Il duello con Feyd, nel libro, è un modo con cui Paul taglia l’ultimo ramo secco del suo passato, uccidendo suo cugino (ebbene si) e cancellando l’unica possibile linea di successione del programma riproduttivo che lo aveva generato. Non a caso la Veridica imperiale era terrorizzata, perché se si fossero uccisi a vicenda novanta generazioni di accoppiamenti sarebbero finite nel cesso.
Un film che non riesce a trasmettere davvero il messaggio della sua fonte è un film mal costruito. Sulla meraviglia estetica non si discute, l’intuizione di sfruttare le divise dell’era coloniale europea e gli arredamenti Art Deco è stata geniale.
“Un film che non riesce a trasmettere davvero il messaggio della sua fonte è un film mal costruito.”
Opinabile. Secondo me non è assolutamente indispensabile che un film sia il calco esatto del messaggio etc. della fonte da cui è tratto, mi basta che sia un buon film e i difetti di Dune (film) esulano dalla mancata aderenza/coerenza con il libro. Anche perché se Jodorowsky avesse fatto il suo film addio Frank Herbert… gli script che ci sono arrivati non c’entrano quasi nulla con il libro.
Comunque Nausicaa ha due anni in più
I film sono contemporanei, ma il manga prendeva ispirazione dal romanzo. In effetti da come l’ho scritta non era chiarissima.
O amanti di Dune, sappiate che esiste una fan edit del Dune lynchiano che unisce le 2 versioni (teathrical e TV) in una ottima e curatissima versione, anche coi sottotitoli.
L’elenco degli edit è su ifdb punto fanedit punto org e il file si trova pescando su IPT
Mi dispiace dissentire ma io adoro il Dune di lynch… Sono vorace di fantascienza e non mi sembra poi così male..
Proposta di didascalia per la foto di Sting:
“Con l’innocenza dei tuoi vent’anni
E quel musetto pulito ahaha
Non dai troppa importanza
Al colore della maglia e della pelle
Quindi a tua volta metti via
Quel coltellino dai, non fare lo stronzo
Gol, oh oh oh oh oh oh oh oh oh…”
Proposta di didascalia per la foto della fisarmonica:
“CAPPITTOOO!”
E anche per oggi ho dato il mio contributo alla discussione.
Amico Uligano, dai capelli un po’ corti..
Io qui vedo uno schema che si ripete, e che chiameremo SSDA, Sindrome del Signore Degli Anelli. Si parte con un libro leggendario, considerato infilmabile e causa di fotta planetaria elevatissima, complici le condizioni cultural-socio-economiche del momento. C’è, dopo enormi sforzi, una prima versione cinematografica costosissima (non solo in termini economici), incompleta e in gran parte insoddisfacente, come un orgasmo strozzato. Dopo qualche decennio c’è una seconda versione che sa quali sbagli non bisogna fare, ed è un successo mondiale. Fine. Ora resta solo da vedere se Villanova fa la sua parte.
L’ho visto per la prima volta al Cinema, a 9..10 anni, fu un esperienza unica. Mi piacque da morire, senza capire nulla.
I libri li ho letti dopo sperando di capire di piu.
sul Dune di Lynch in quanto di Lynch non so dire molto se non che è un film oggettivamente soporifero e incasinato ma sempre affascinante ..sarà Lynch sarà la storia o l’universo meno guerrestellaresco sarà quel che si vuole…però…dopo aver visto il documentario (e ssnza essere un suo fan) quello di Jodorosky sarebbe stato sicuramente meglio. Vedremo quello “nuovo”
Da bambino vidi per caso solo le scene finali, abbastanza per per cagarmi sotto per il personaggio (formidabile) della bambina. Personaggio la cui messa in scena e’ oggi difficilmente replicabile, con quel mix tra il lato creepy del personagio e il naturale candore infantile dell’attrice colto con persino una certa sensibilita’ da Lynch: una roba di quando il cinema era allo stesso tempo qualcosa di piu’ serio ma anche piu’ giocoso. Vedremo come lo risolvera’ Villenueve.
Fino a poco tempo fa avrei concordato con la rece, ma rivendendolo pochi mesi fa (credo nella versione consigliata da Stefano qui sopra) ne sono rimasto folgorato. Vero cinema “alieno”, vero cinema “trip”, vero cinema d’invenzione visiva. Vero cinema, insomma. E’ un film ancora unico, con trovate ancora originali, come ad esempio tutta quella tecnologia con un che di “legnoso”. Narrativamente e’ un tale concentrato di infrazioni al Galateo del Regista Provetto che non e’ pensabile non sia una scelta di base ricercata e portata avanti con coerenza da kamikaze. Per certi versi e’ l’ultimo colpo di coda della fantascienza adulta e distopica dei 70s in mezzo ai colori e le spade laser degli anni 80, piu’ parente di film come “Il pianeta selvaggio” che non di “Guerre sellari”. E insomma, W lo Sbaglio se porta a film come questo.
Credo che la bambina (non ne ricordo assolutamente il nome, forse Arya? Boh) comparirà nel secondo film di Villeneuve, se mai verrà girato. Concordo con tutto il resto, non avrei saputo scriverlo meglio.
Film pessimo ma che per qualche strano motivo , ogni volta che lo fanno alla tv , finisco col guardarlo
Dune ricordo che lo noleggiai in videocassetta e me lo vidi un pomeriggio della mia adolscenza, addormentandomi a tratti, in uno stato allucinato (dopo scoprii che avevo la febbra). Anche per questo me lo ricordo come un’esperienza mistica, complice anche l’eccessiva debordante verbosità del film, una voce che continuò a risuonarmi in testa anche dopo la fine del film. Probabilmente un epic fail, ma, appunto: epic.
Bella la recensione e belli i commenti. Vi leggo sempre con immane piacere.
Bisognerebbe aprire una sezione “Film visti da pischelli con la febbre”. Io ad esempio in quel magico stato vidi Una poltrona per due e lo incorporai come un film estremamente cupo e sostanzialmente drammatico.
merda ma anche io, noleggiato (credo in biblioteca) a un’età indefinita dopo le superiori, ma di cui ho ricordi così annebbiati e confusi che o ero in febbra o in cannetta.
Io con la febbre e da pischello vidi solo, purtroppo, “Licenza di Guida” con Corey Feldman…
Grazie per avermi finalmente spiegato Dune di David Lynch . Non ci avevo mai pensato
Dopotutto e’ ambientato nell’anno Undicimilaequalcheccosa, quindi se ci va bene lo capiremo tra ottomila anni o giu’ di li’.
Un film Lynchiano, nel bene e nel male.
Come tutti i suoi film. O la maggior parte.
Criptico e incomprensibile a tratti, ma il suo fascino risiede proprio in questo.
O li si ama, o li si odia. Con Lynch le mezze misure non esistono.
Si sa.
Anzi, il fatto di essere un film di Lynch lo ha in qualche modo salvato da fin troppo evidenti buchi di trama e sceneggiatura uniti a una direzione artistica e un montaggio che definire eseguiti a cazzo di cane (scusate) e’ un eufemismo. Per non dire un complimento.
A suo modo ha segnato l’immaginario collettivo, al punto che viene definito un classico.
Forse banalizza una vicenda ben piu’ complessa da punto di vista strategico e politico, almeno nel romanzo (gli Atreides e gli Harkonnen non sono le due uniche famiglie in lotta per Arrakis), riducendola a un “famiglia cattiva stermina famiglia buona, e unico sopravvissuto diventa il piu’ forte di tutti facendo il mazzo a tarallo ai cattivi”.
D’altra parte, a mettere tutti gli elementi del libro non sarebbero bastate dieci ore di film.
In certi punti la voce fuori campo e didascalia rompe, e da’ forse un tono cosi’ fintamente pomposo ed epico in stile kolossal alla De Mille da risultare quasi ridicolo e fuori luogo.
Ma…ripeto, alla sua maniera lascio’ senz’altro il segno. Soprattutto nelle parti horror.
Quello che mi frega, rispetto ai discorsi che si tendono a fare normalmente nei confronti dei film di Lynch, è che in questo caso lui NON ha fatto il film che voleva. E non è nemmeno questione di scene tagliate, ma anche di fotografia imposta mentre lo stava girando, montaggio diverso, scene tolte e altre aggiunte dopo (appunto la voce narrante). È un altro prodotto che nessun montaggio alternativo può salvare. Lui a tutt’oggi lo rinnega e ha declinato qualsiasi offerta di lavorare a un director’s cut. Quindi ci andrei piano a dire “va accettato criptico com’è”, perché non è il suo criptico. È qui probabilmente dove distingui chi ha davvero capito la poetica di Lynch da chi si beve acriticamente la qualsiasi… (poi oh, qua e là il suo tocco è comunque riconoscibile)
Sono d’accordo sul fatto che definirlo un film “Lynchiano”, alla luce dei retroscena sulla realizzazione travagliatissima, significherebbe fare un torto.
Al regista in primis e pure al film, sotto certi aspetti. Perche’ equivarrebbe a caricarlo di valori aggiunti che col senno di poi non ha.
E che forse nemmeno merita, visto che Lynch fu praticamente estromesso dal suo lavoro in fase di post-produzione.
Questo secondo la cronaca.
Resta il fatto che, disconosciuto o meno che sia adesso, nel periodo successivo all’uscita e per parecchi anni a venire fu considerato un film di Lynch a tutti gli effetti. E fu probabilmente la sua fortuna, dopo l’iniziale flop al botteghino. E specie dopo che il suo regista inizio’ a farsi un nome. E bello grosso.
Sarebbe diventato un cult, altrimenti?
Pur se fatto con il cult, se mi passate la battuta.
Lynch, da come ho capito, se solo glielo nomini si incazza.
Ma la sua mano e il suo stile ci sono, come affermi tu. Impossibile non notarlo.
Poi potrebbe dipendere da tanti fattori.
Vuoi che era agli esordi, vuoi che forse si trovera’ a suo agio con altri generi piuttosto che con la sci – fi (per Lynch andrebbe inventato un genere a se’ stante), ma siamo sicuri che se il film non e’ venuto come voleva la colpa sia stata tutta degli altri?
Era da tempo che non mi capitava di essere d’accordo con tutto e con tutti.
Mi sono riletto per la 4° volta tutta la saga (Herbert padre, gli altri son boiate) proprio per rinfrescarmi la memoria in attesa del film di Villeneuve. Quello di Linch, visto a suo tempo, conteneva così tanti strafalcioni che era una sofferenza vederlo. Dai trailer del nuovo, temo che siamo alla supercazzola 2.0.
Qualche particolare? I Fremen di Dune non hanno armatura ma solo la tuta distillante, il coltello con cui cimbattono é un kriss fatto dal dente del verme delle sabbie e non una lama di metallo, sono tutti (Paul compreso) magri e asciutti perché usano meno acqua possibile, etc. Ma ci voleva tanto a non scappellare? Mah!
Se questi sono i problemi di un film, mi intristisce essere banale, ma fatti più seghe
Di fronte a tanta ignoranza non c’è commento!
Solo un piccolo suggerimento: data la “conoscenza” e la “capacità” dell’autore di questo ……. articoletto mi permetto di suggerire un impiego stagionale, magari non granchè retribuito ma sicuramente più adatto!
Va bene tutto ma 7 punti di sospensione preceduti da uno spazio, suvvia.
ma sei Maurizio o Fabrizio ?
Sarebbe interessante avere qualche ragguaglio in più sui motivi di questo commento. Non voglio difendere a spada tratta l’autore della recensione, sia chiaro, anche perché non ho neanche visto il film (ci ho provato circa una ventina di anni fa ma ho desistito, prima o poi le recupererò), né tantomeno letto i libri. Pura curiosità, tutto qui
Forse le sarà sfuggito il punto di vista della critica che é quello di uno che probabilmente conosce il cinema anche dal punto di vista tecnico. Poi forse le sarà sfuggito che la critica é argomentata molto bene, a differenza del suo commento. Distinti saluti Fabrizio.
@Gigos, non sono 7 punti di sospensione bensì le 7 stelle dell’orsa maggiore cosí come si vedono dal pianeta LHS21 aB c1:
insomma è la costellazione di Hokuto, l’unica scuola in grado di battere quella dei 400 calci…
Dopo aver letto i romanzi di Herbert penso che anche quelli siano chiaramente la storia della genesi di un supereroe e di una famiglia di supereroi cazzutissimi, penso anzi che il Dune di Lynch abbia perfino “annacquato” un po’ questo aspetto…
Brutto si, ma comunque unico film guardabile del sopravvalutatissimo Lynch, forse proprio perché gli é stato impedito di rov ehm di fare tutto quel che avrebbe voluto.
Mi raccomando non Lynchiatemi ;)
da nn fan … sopravvalutatissimo non si può leggere mi spiace…puoi sempre dire che ti fa cagarissimo quello sì
Speravo di non vivere abbastanza da leggere che Lynch fosse sopravvalutato.
Be’, se non ti piace Velluto Blu sei una brutta persona..
si, sarà pure una ciabattata sulle palle, ma due o tre momenti, Il Barone che veleggia a caccia di tappi, il Duca che parla al figlio del dormiente o Paul che giura vendetta poco dopo il momento più basso…
Se solo ci si avvicinasse il mio amore Villeneuve, allora si che godrei come Tom Cruise quando può correre.
Il look dark punk, l’aspetto dei navigatori all’inizio, le musiche, il montaggio so noro.
Questo film non ha tempo e classificarlo come un brutto film quando nel mondo esistono 6 film su 9 di Star Wars IMPOSSIBILI da vedere, fa pensare :D
per il resto, io sono pessimista.
E certo hai esagerato un attimo…
Certo oggi con il senno di poi… Ma quando uscii il film non c’era poi niente di più, non so se mi spiego dice il paracadute al paracadutista, oggi il primo film è quasi ridicolo ma sono passati tanti decenni oggi fa ridere. Come tanti film altri del passato, che hanno fatto storia… Arancia meccanica è ridicolo in tutta la struttura. Considerato, considerato un capolavoro il periodo in cui è uscito… Lo so che non sei d’accordo con me. Sta qui la bellezza della cosa. Io non sono te, non la penso come te e ho sempre diffidato dai critici semplicemente perché i gusti sono gusti. Lasciamo perdere la vita del regista, che sono cazzi suoi, non me ne frega un cazzo… Sono passati trent’anni tra l’altro e uscito una versione americana, sinceramente preferisco il primo, per quanto possa sembrare strampalato il primo lo rivedo sempre con molto piacere. È un pezzo della mia vita ho letto tutta la saga amo la fantascienza e tutte le sue trasposizioni. Perché sai e alla fine come me lo immaginai io allora giovane ragazzo. Sei molto bravo e divertente ma tutto finisce qui perche non condivido ciò che hai detto… Fare il culo agli altri è facile… Tu quanto sei capace di fare una cosa simile?
Gesù, davvero Arancia Meccanica è ridicolo, o in qualche modo è invecchiato male? A me sembra l’esatto opposto, era talmente avanti rispetto alla sua epoca, che ancora oggi è inquietante ed è un calcio in faccia rispetto al 99.99% della produzione odierna
hai scritto sotto effetto della spezia?
hai capito, quindi non dovrebbe fregarcene di meno della vita del regista ma dovremmo emozionarci a scoprire che è stato un pezzo della tua vita, in un sito di recensioni ci si aspetta info sugli autori dei film non sui fruitori degli stessi, mi sa che sto mondo dei social vi ha fatto proprio perder la bussola, tanto che, se davvero come dici hai sempre diffidato dei critici perchè i gusti sono gusti cosa ci sei venuto qui a fare?
i gusti saranno gusti ma una critica oggettiva come la recensione in calce è un altra cosa.
Piero, tutto bene?
Annal Nathrach Oolthvas Bethod Dochyek Dyenve (spero funzioni)
Sì ma alla fine non ho capito se ti piace o no…
È un film veramente poco lynchiano ed è obiettivamente sgangherato.
Però è forse l’unica versione cinematografica dei fumetti di Métal Hurlant, quelli di Moebius, Druillet e Bilal. In quel senso ha un’irriverenza visiva invidiabile.
Sarà che non l’ho visto da bimbo ma da adulto, per cui non ho alcun “attaccamento emotivo” o filtro nostalgia, ma come film in sé non mi è piaciuto per questo essere ibrido fra “kolossal” e film d’autore prendendo il peggio da entrambi i generi.
Comunque bella recensione
Ha ragione chi ha scritto che Dune non è infilmabile e la trilogia del Signore degli Anelli lo ha dimostrato. Ma non tanto, o non solo, perché un tentativo fallito in precedenza aiuta.
Ma perché ha dimostrato gli ingredienti che ci vogliono per raggiungere quel risultato: un regista di alto livello appassionato dell’opera originale, ed una barca di soldi. Cosi ce la fai
Aggiungerei che non per forza deve piacere a tutto il mondo, ma spesso va poi in contrasto col recuperare la barca di soldi spesa
Le migliori foto con didascalie di tutta la storia delle foto con didascalie
Visto ieri Dune di Villeneuve, indubbiamente bello. La narrazione e la recitazione, malgrado l’ottima decisione di non spiegare quasi nulla (niente incipit spaccaballe, yeah!), sono più convenzionali, con i pro e i contro del caso. Il film di Lynch da questo punto di vista era pura astrazione e credo sia questa la ragione del suo fascino nonostante il casino che tutti conosciamo. Visivamente è grandioso, più volte si resta a bocca aperta, tutta la parte dell’attacco degli Harkonen è magnifica. Sui Fremen invece ci sarebbe taaaanto da dire: insomma, delusione. Davvero quelli di Lynch ne escono meglio, almeno la lettura anticolonialista non viene spiattellata in maniera così scialba e prevedibile. Tutti notevoli gli attori (Rebecca Ferguson e Charlotte Rampling non fanno rimpiangere le rispettive lynchiane) ma Javier Bardem non si può guardare.
Ecco cosa temevo, che uscisse una mera esecuzione piena di cgi, senza strilli o squilli.
Quel catorcio rattoppato di Dune di Lynch ha una prima parte più lenta per poi correre e rovinarsi nella seconda; in quella prima parte con spiegoni alla Nolan fatti dal “trick pensante” rientri dentro il plot e mentre lo fai vieni preso a pedate da salti scenografici fortissimi e momenti quasi eterei buttati a random che lasciano cmq un segno, piacciano o no, c’è del coraggio nella confusione e a distanza di anni te lo godi.
Oggi se fai cose simili vieni perseguitato come un no vax che insulta il premier in mutande mentre butta colpi di tosse addosso ai passanti davanti Montecitorio; deve essere tutto lineare, pulito e anche i sassi devono capirlo e sentirsi intelligenti senza infastidire una minoranza importante.
Chissene dei vermi fatti pelo per pelo o di Acquaman fighissimo pronto a resuscitare se tutto va bene entro il terzo episodio… (Se han scelto lui, pensateci.. è tutto pronto).
La storia la conosciamo già, di fatto stai mettendo in scena un racconto noto con più effetti che ammicca e che evita di parlare di Jihad … uscendo la più corretta Crociata; tutto come al solito pianificato a tavolino da un CDA con un esecutore che adoro e che spero ancora possa metterci del suo.
Segretamente speranzoso ma pessimista :D
Bardem ha un atteggiamento da capo tribù grumpy e ci starebbe ancora (la mia tesi è che recita così perchè Villeneuve gli ha detto che <>).
La cosa insostenibile è lo scazzo di Zendaya che ha di default in tutti i film: che nervi.
Ma porco cane, quanto gli costava mettere Margaret Qualley?
Bardem ha un atteggiamento da capo tribù grumpy e ci starebbe ancora (la mia tesi è che recita così perchè Villeneuve gli ha detto che <>).
La cosa insostenibile è lo scazzo di Zendaya che ha di default in tutti i film: che nervi.
Ma porco cane, quanto gli costava mettere Margaret Qualley?
Inevitabile, un nuovo Dune criptico e oscuro non lo avrebbe prodotto nessuno, deve essere entertainment ma se di caratura superiore tanto meglio. Ho l’impressione che anche a Villeneuve non freghi più di tanto della trama, o almeno al di là della quota media per non sovvertire alcunché. Come già successo (e peggio in Blade Runner, dove non c’erano migliaia di pagine di riferimento e ha lasciato buchi e inconsistenze evidenti), preferisce costruire il film sugli spazi, le architetture, le grandi scene in esterno. Neanche per un attimo ho sentito la CGI ingombrante. La sua visionarietà sta lì. C’ha pure lui ‘sta fissa con Zimmer, mortacci sua e loro. Sto rivedendo quello di Lynch e l’attacco degli Arkonnen è talmente brutto, malfatto, atroce che davvero fa pensare che sia stato fatto apposta. Quando Patrick Stewart lancia l’offensiva col carlino in braccio sono morto dalle risate tanto mi è sembrato folle e geniale e ultraridicolo. Che dire del povero Brad Dourif? A un certo punto in quegli anni dovevi sempre piazzare a cazzo Max von Sydow, quindi perché no un nobile svedese tra sporchi guerrieri del deserto in un pianeta immaginario? Vabbè, pure Sharon Duncan-B sembra uscita da una sfilata alternativa… Ora si fa così con Zendaya, i tempi cambiano, ma appare per 5mn. Temo per il seguito. Eppure il primo Dune mi ha lasciato segni indelebili. Vladimir Harkonnen fa sublimamente schifo e paura, quando sputa su Jessica ancora mi rivolta e mi ossessiona. Bene avrà fatto, forse, Villeneuve a farne uno molto sottotono piuttosto che un’imitazione. E la bambina perfida con gli occhi blu, brrrgggghhhh.
“Il Dune di David Lynch è questa roba trasposta su carta da uno che non aveva esattamente capito quello che stava facendo, e che probabilmente DAVVERO non ha mai letto il romanzo di Herbert e se l’è fatto riassumere per sommi capi da Jimmy lo Stagista prima di mettersi a scriverlo. […] Dune resta un film sbagliato e svogliato, sotto il quale probabilmente si nasconde davvero un’altra versione che funziona, ma sotto una tale quantità di strati che a quel punto fai prima a togliere il marchio e a cambiare tutti i nomi; perché se no il risultato è questo, un film con momenti di estasi cinematografica totale intervallati a lunghe sequenze che servono a giustificare narrativamente suddetta estasi, e che diventano quindi niente più che una litania di spiegoni e di cinema raccontato, non mostrato. Sono sicuro che nella testa di Lynch fosse tutto molto più chiaro, ma Dune è un universo che non si presta a questo tipo di racconto, che ha bisogno di redini più salde e che spesso beneficia del basso profilo, pur essendo una storia di vermi delle sabbie lunghi 450 metri.”
STANLIO GRAZIE GRAZIE GRAZIE CHE LO HAI SCRITTO
Concordo sul fatto che sia il film più tossicodipendente mai fatto e per questo è un capolavoro, è un trip in acido totale, star wars con la droga e magari ce ne fossero di più di film così XD
Ho visto tutto di Lynch e non mi ha mai annoiato. Ho visto Inland Empire con l’aspect ratio sbagliato e per un buon 70% ho perso la parte sopra e la parte sotto. Ho visto la collezione delle scene eliminate di Fuoco cammina con me pensando fosse il film vero e proprio e me ne sono accorto solo alla fine. Con Dune mi sono addormentato a metà. Mai più recuperato, è una lacuna che non mi sento di colmare. Grazie per l’articolo, comunque, molto ben fatto.
hahah mi hai fatto venire in mente io mentre stavo guardando interstellar:
nella scena in cui il protagonista si picchia con matt damon mi è saltato l’audio e io per niente preoccupato ho incominciato a pensare dentro di me “aaah, che tocco di classe, chiaro nello spazio il suono non si trasmette, troppo un genio il regista11!1!” poi dopo tipo 20min che ancora non si sentiva assolutamente nessun rumore il dubbio mi è venuto, sopratutto quando la scena si sposta sulla terra e ancora non si sentiva niente (ma si vedeva la Hathaway muover la bocca)…
Ok, ho passato ore ed ore sul videogioco, che mi ha fatto appassionare al genere come il primo di tanti; non ho letto i libri e non sono un grande fan dello si-fy. Però e l’unico film di Lynch che non ho visto e mi sono piaciuti tutti… che faccio? Ci provo?
Amo talmente tanto questo film che ho letto tutta la recensione con un sorriso da imbecille stampato in faccia. Sì, sono d’accordo su tutto -meno una cosetta*- ed è un film non brutto ma raffazzonato sì, tenuto insieme con lo scotch e la colla vinavil, con prove di recitazione da commedia paesana etc. etc., ma come dice Stanlio in chiusura: è affascinante. Molto. E ormai ci sono talmente legato che non potrei mai riuscire a giudicarlo obiettivamente. Farei fatica a consigliarlo a chi non l’ha mai visto, probabilmente suggerirei di leggersi prima il romanzo e poi guardarsi il film originale, non l’extended version. Il Dune di Villeneuve, oltre alla suddivisione in capitoli che considero un problema, già dai trailer mi trasmetteva una freddezza estrema che cozza potentemente con il circo grottesco-esuberante di Lynch e con i sogni bagnati del Dune di Jodorowski. Temo che una volta che il film di Villeneuve avrà fatto il botto nessuno riuscirà mai più ad affezionarsi al film di Lynch.
*L’anno scorso ho letto la biografia-intervista di Lynch “Lo spazio dei sogni”, libro consigliatissimo per chiunque, e dai capitoli dedicati a Dune emerge chiaramente che per lui Dune fu un fallimento totale. Dubito che durante le riprese abbia coltivato una sorta di secondo fine paraculo con la direzione del cast come paventato nella recensione…. il fatto è che ci credeva veramente, nella sua idea di Dune. Ci rimase molto male quando realizzò che il film non solo non gli piaceva ma era stato anche un fiasco clamoroso.
Il film di Villeneuve lo vado a vedere domani, almeno la prima parte.
Ho paura però che non ne vedrò mai la seconda parte, perché non è stata ancora girata e verrà girata solo se la prima parte andrà bene. Uhm… tra Covid e disaffezione per il cinema ho paura che farà fatica a recuperare i soldi che è costato. Vedremo.
Ieri per non farmi mancare niente, ho rivisto il Dune di Lynch, e devo dire che faccio fatica a credere che fosse così brutto. Ma brutto davvero, anche negli effetti speciali che sono invecchiati male, e nei costumi che erano una pacchianata.
Riporto per completezza le parole di JODOROWSKY sul film di Lynch
“Quando andai a vedere Dune di David Lynch diventai verde per la rabbia. Lui era l’unico capace di realizzarlo. Ma alla fine del film mi rilassai e divenni allegro: il film era una merda”.
fantascienza anale?
Penso che quando decisero di girare Dune, l’idea fu quella di traporre su schermo il romanzo che aveva dato la maggiore influenza a Guerre Stellari. Credo che invece che Lynch avesse accettato ben consapevole del tentativo di Jodorowsky.
Penso che qui vi fu l’errore di fondo: Star Wars ha a che fare con l’universo di Dune come Brancaleone può dirsi un film sul medioevo. Ed il motivo è, IHMO, quello che ha portato due personaggi come Lynch e Jodorowsky a volersi confrontare con il romanzo.
Dune non è a mio avviso un romanzo di fantascienza nel senso classico: non vi è una esaltazione della tecnica o un racconto ambientato in un mondo dominato dalla scienza; è esattamente il contrario. In Dune l’umanità è immersa in secoli bui in cui si rifugge dalla scienza e ci si affida al misticismo, in attesa di un messia. Solo i mistici (le streghe Bene Gesserit, i Navigatori della Gilda) possono dare risposte all’uomo e ciò attraverso l’uso di una droga – che il sangue e il corpo di dio – che consente loro di trascendere e muoversi nello spazio e nel tempo.
Il messia che attendono poi porterà non “cieli e terra nuova” ma una guerra santa (proprio la Jihad) che affogherà l’umanità nel sangue in attesa che egli stesso completi la propria trasfigurazione da uomo a dio (e non dico altro).
Ne nasce un film evidentemente frutto di un brutto compromesso, perché sarà pure vero che il Dune di Herbert non sarà “infilmabile” ma lo credo lontano (almeno per l’epoca, oggi non so ma non credo) dall’idea di blockbuster fantascientifico (o come si diceva KOLOSSAL).
Resta a mio avviso un film con tante di quelle sequenze e trovate memorabili dal punto di vista della capacità evocativa (alcune delle quali assenti nel libro e partorite dal regista: una su tutte, le valvole cardiache Harkonnen) che comunque merita, per me, un posto d’onore. Dune di Lynch sarà lento, incoerente nella narrazione, con un montaggio frammentario, con attori in overacting (non sempre), ma lascia ricordi decisamente più indelebili di almeno 7 guerre stellari su 9.
PS: se trovate affinità tra l’universo di Dune e quello di WH40K avete visto giusto.
Nei tantissimi anni che vi seguo questa è la prima volta che mi ritrovo in quasi totale disaccordo con una vostra recensione.
Sbertucciare il Dune di Lynch è una operazione facile facile, quasi bullistica perchè da un certo punto in poi non è più un film ma una sequenza di scene sgangherate e mal montate, una specie di documentario con una voce fuori campo che racconta una storia accompagnata da qualche immagine: ecco sì, da un certo punto in poi Dune diventa un documentario sul film Dune, mostrandoci alcune brevi scene di un film che forse poteva essere ma che non abbiamo mai visto.
Esistono varie versioni/leggende sul perchè sia finita così ed ognuno sceglie la sua in funzione di quanto ama o odia il regista: Lynch voleva girare un film bellissimo ma la produzione aveva finito i soldi o la pazienza e gli hanno detto di montare quello che aveva; a Lynch non fregava nulla di Dune e l’ha girato mentre pensava ad altro; gli spiegoni glieli hanno imposti perchè il pubblico non avrebbe capito una cippa; Lynch aveva già programmato un film di tre ore, o due film separati e quando gli hanno risposto picche ha concluso la storia in sala di montaggio… scegliete voi quella che preferite.
Però, i primi venti o trenta minuti sono semplicemente sublimi: molti grandi attori (non tutti, purtroppo) che mettono in scena una autentica Space Opera prendendosi il tempo necessario, recitando scene intense in una atmosfera teatrale e drammatica, tra scenografie e costumi perfetti in bilico tra futuro e antichità, mostrandoci tecnologie visionarie avanzatissime e decadenti. Sarebbe questo il film ridicolo e sbagliato di un regista svogliato o incapace ? Allora datemene altri cento.
Comunque tutti a criticare i voice over del film originale, ma l’intro, con la principessa che dice agli spettatori “Sappiate che questo è l’anno 10191” è una bomba.
Dico la mia. Chiaramente il film è “brutto”, nel senso che è un’opera incompiuta, parte benissimo e poi si perde. Altrettanto chiaramente, ha delle sequenze, soprattutto all’inizio, che sono uniche e meravigliose e questo lo salava ampiamente. Ma al netto di come la si pensi, nemmeno Stanlio ha letto il libro o quantomeno non se lo ricorda.
Nota a margine: questa recensione stronca il film laddove la nuova trilogia di star wars o il terzo batman di nolan sono stati non dico salvati ma addirittura esaltati. E ci sono limiti al doppiopesismo, tutto ciò è più ridicolo di qualsiasi scena del Dune di Lynch.