In una delle nostre imprese più impensabili, vi abbiamo raccontato tutti, ma proprio tutti i film di James Bond nella rubrica Le Basi: 007 (più Skyfall e Spectre che avevamo già recensito ai tempi della rispettiva uscita in sala).
La nostra missione, come quella di Daniel Craig, giunge alla conclusione.
A voi, finalmente, No Time to Die:
Pronti alla chiusura del cerchio? Pronti alla summa dei cambiamenti di 007? Pronti al massimo sfregio alla tradizione machista? Ok, andiamo.
Quando No Time to Die parte con la rituale scena d’azione non c‘è James Bond. Ma non è che non c’è come in tanti altri film perché poi, sorpresa sorpresa, arriva quando proprio non ce l’aspettavamo. Non c’è proprio, punto e basta. È ambientata nel passato, coinvolge una bambina, una madre e un assassino mascherato. Ed è buona. È buona cazzo!
La conferma di tutto poi arriva nella seconda scena, finalmente con Bond, ambientata a Matera tra Matera e Gravina e in cui l’idillio d’amore con la donna della sua vita viene interrotto da una bomba che quasi lo uccide (certo pure lui, sta con una e va sulla tomba dell’ex….). La Spectre è lì a Matera Matera e Gravina (Spectre sezione Puglia e Lucania) e cerca di farlo fuori in tutti i modi con le quattro M: macchine, moto, mitra e molta gente.
Ma quanto è bello quando diamo mano libera agli stranieri di massacrarci i nostri centri storici e intoccabili in cambio di vagonate di soldi? A me scalda sempre il cuore.
Bond calpesta tutta Matera Matera e Gravina con la motocross ma il momento che mi ha fatto capire che davvero ci siamo è un po’ prima, quando su un ponte stretto un’auto lo vuole investire e lui al volo si accuccia dietro una protuberanza in pietra al margine del ponte. Ecco, quella è un’idea vera, intelligente e di gran movimento. Una che usa l’azione e l’ambiente per farci capire che tipo è il protagonista. Da qui in poi ci sta un film di 2 ore e 40 minuti, in cui non ce n’è uno di troppo. E ce ne vuole. Uno che fa tutto quello che il cinema moderno deve fare ma che sogna tantissimo di essere un vecchio 007, già dalla musica che apre la scena, We Have All The Time In The World, come in Al servizio segreto di sua maestà (quello al termine del quale la Spectre uccide la sposina di Bond). E come quel film là anche questo è diretto in maniera molto tecnica con un’essenzialità nell’azione che si porta dietro fino alla fine. Fukunaga, ci voleva.
Se dovessi dirvi che quando nell’inseguimento in macchina escono dalla vecchia Aston Martin tutti i trucchetti di una volta, come le bombette dal retro o i mitra dai fanali, non mi sono sudati gli occhi mentirei. Come del resto mentirei se vi dicessi che non ho esultato all’arrivo della Aston Martin Vantage V8 di Zona pericolo o quando si è vista la location in cui è ambientato tutto il finale. Roba così classica che nemmeno Hank Scorpio!
Tutto ciò che è intorno a 007 in No Time To Die è vecchio stampo, ci sono voluti cinque film ma alla fine Daniel Craig è arrivato nel mondo del Bond classico, quello dei grandissimi complotti internazionali in cui è a repentaglio la salvezza del pianeta e ci sono i conti alla rovescia. Tutto è tradizionalissimo tranne lui, che è completamente diverso. Arrivato alla fine della carriera (si era ritirato a pescare e viene richiamato in servizio) è ormai un altro personaggio, nemmeno una versione diversa del solito. Proprio un altro. Un ottimo personaggio, sia chiaro, ma un altro.
C’è una regola non scritta molto semplice nella tensione dell’azione: se vedi un personaggio mettere le trappole ti apparirà fallace, umano, come te. Se invece deve sembrare invincibile devi vedere solo quando le trappole entrano in azione, senza sapere che stavano lì. È questione del punto di vista che adotti. Vedere quando piazza le trappole vuol dire adottare il suo punto di vista, e implica una certa tensione riguardo il fatto che queste potrebbero non essere efficaci, che ci sia un errore e che possa sbagliare. Anche se andrà tutto bene avremo preso in esame il fatto che possa aver sbagliato e quindi ci appare umano. Se invece vediamo solo l’esito il punto di vista è della vittima e l’eroe ci pare invincibile. In Rambo quando devono spiegarci che è inesorabile vediamo solo le trappole nel bosco far fuori gli sceriffi, in Commando quando John Matrix preme il pulsantino che fa saltare le cariche e distrugge tutto non abbiamo mica visto quando le metteva tutte quante. Quando nelle scene iniziali dei film di Batman dobbiamo comprenderne il potenziale terrificante vediamo i criminali scomparire non si sa come, mica vediamo Batman piazzarsi, aspettarli e coordinarsi per acchiapparli sperando di non sbagliare! Tutto per dire che questo è un film pieno di Bond che prova cose, dispone trappole e cerca di non sbagliare.
In tutta la serie di film con Craig lui le prende di santa ragione. Le prende nei confronti fisici che poi vince, ma le prende comunque. Qui è gonfio di botte, esplosioni e tagli di continuo. Viene testato dall’MI6 e il risultato è che non è adatto alla missione, proprio non è in forma, spara ai bersagli e li manca. Viene poi picchiato anche dai sentimenti. Quando rivede Madeleine gli prende una sincope al cuore, si blocca e quasi quasi piange. Se spesso i film con Craig sono stati incoerenti mostrandolo sempre in difficoltà nell’azione per dare l’idea dello sforzo ma poi a tratti inspiegabilmente dotato dell’aplomb del personaggio, per cui nelle stesse scene prima le prende, sbuffa e suda, poi si aggiusta il polsino, qui con più coerenza o lo vediamo in difficoltà o, come nella sequenza a Cuba, la missione è più facile per lui e quindi può esibire aplomb, bersi i cocktail nelle risse e tutto il corollario di stereotipi. E anche questo, funziona. Ma non è Bond, è un uomo innamorato delle due donne della sua vita (la prima è Vesper Lynd).
Parlando di Casino Royale avevamo detto che l’errore dei registi che dopo Martin Campbell hanno gestito questo Bond è stato di non usare l’azione per raccontarlo, ecco Fukunaga invece lo fa e come, usa l’azione per dirci cosa pensa e più nello specifico cosa prova. È un film di piccoli problemi di cuore questo, in cui il povero Bond ci rimane sempre male e in cui alla fine ci dispiace per lui, porello. Vi era mai capitato di dispiacervi per 007? Questo è quello che è stato cambiato, che non è più così tanto desiderabile essere lui. Specialmente nel momento in cui (cristo santo) viene friendzonato da Ana de Armas.
E adesso parliamo un attimo di Ana de Armas.
Immediatamente miglior bond girl di sempre senza essere bond girl, un personaggio che starà nel film tipo 20 minuti (non ho controllato perché non potevo levare gli occhi dallo schermo, altrimenti rischiavo di perdermi un sorriso) e lascia un solco gigante. Non solo è scritta benissimo, è scritta proprio per essere attraente non nelle solite maniere, attraente perché ha una personalità. O meglio perché in più ha anche una personalità. Per la prima volta è alla donna che frega poco di James Bond, gli interessa come suo superiore in un lavoro che devono fare ma non ci vuole avere a che fare e quando si crea una situazione propizia lo friendzona subito. Mo’ vi faccio sto spoiler perché è buono per voi, perché è meglio che lo sappiate per tempo: James Bond non scopa in questo film.
Che in uno slancio di apertura mentale a me sta anche bene. Sul serio. Però comincio ad essere in difficoltà se arriva Ana de Armas nella parte di quella solitamente con cui scopa, scosciata e approcciabilissima e poi viene friendzonato. È questione di aspettative. È proprio la trappola piazzata che poi non scatta.
Detto ciò fine degli spoiler. Tanto poi più avanti, dal punto di vista “scapolone che fa il diavolo con le donne” succede anche di peggio.
Ma passiamo al cattivo. Perché, apprezzabilissimo, nel ritorno al passato di tutto il mondo intorno a 007 anche il cattivone è giusto. Non solo ha il nome giusto (chi è che chiama un figlio Lyutsifer Safin?), ma ha anche le ossessioni giuste (i fiori mortali, i batteri e i virus letali, tutta roba che oggi ti torna utilissima anche solo per ospitate tv) e soprattutto i tratti giusti come la pelle distrutta chissà da cosa. La parte migliore dell’interpretazione di Rami Malek è la prima, con la maschera, perché è l’essere umano meno minaccioso di tutta Hollywood e meno lo si vede meglio è. Però poi ad un certo punto i contratti impongono che lo dobbiamo anche vedere e crolla la credibilità. La scrittura era perfetta eh, lui invece con quell’accentino e la patata in bocca anche no. Ma, onestamente, lo sapevamo da prima.

Quando tutti hanno i revers dello smoking giusti e tu no perché da piccolo ti hanno adottato ma questo non ti ha impedito di scegliere la carriera della spia internazionale al servizio del paese più classista del mondo
Sono sicuro che poi vorrete discutere molto del finalone che con grande personalità prende le sue decisioni e si schiera, io meno. A fronte di tutti gli altri cambiamenti (coerenti con la saga di Craig eh, sia chiaro) è veramente il meno e poi, in un certo senso, è una chiusa corretta. O almeno ha più senso di Bond che con i suoi Nokia (NOKIA?!?! Ma che davvero? Andiamo a salvare il mondo coordinandoci coi Nokia???) manda messaggi vocali a Q perché non ha tempo per scrivere.
Bond Girl & Bond Villain by Gianluca Maconi:
Dvd-quote suggerita:
“Un film rinviato così tante volte che nella parte ambientata in Italia James Bond paga in lire”
Jackie Lang, i400calci.com
P.S.: abbiamo aggiunto per completezza le illustrazioni del grandissimo Maconi, che ringraziamo infinitamente per il lavorone, anche alle vecchie recensioni di Skyfall e Spectre: andatele a vedere!
Recensione interessante perchè spiega il film senza prendersi responsabilità. E’ bello o no?
Sembra intuibile che potrebbe esserlo per molti, ma non per i fan del Bond “vero”. Corretto?
Bellissima recensione
Secondo me, No Time To Die non è un film perfetto ma ha il merito incontestabile di essere riuscito a nascondere, dietro l’apparenza di un manierismo bondiano (gadget, martini shaken not stirred, ironia british, inseguimenti, scontri, citazioni agli altri 24 film della saga), il germe della rivoluzione. James Bond, nel 2021, per tutto quello che è stato ed è tutt’ora, non può più esistere nella realtà: può restare solo come leggenda, come favola da tramandare di generazione in generazione affinché ne rappresenti l’ispirazione. Condivido l’analisi di Daria Pomponio sulla rivista cinematografica online Quinlan.it che ha definito il film di Fukunaga “un fiammeggiante melodramma”.
Finale da brividi e We Have All The Time in World, ripresa dal sottovalutassimo film con Lazenby del 1969 (che, a 82 anni, ha fatto anche un simpatico post su Instagram con lui ritratto davanti alla locandina del film, congratulandosi per le musiche: “Interesting choices of music I must say”), ci ha commosso in parecchi in sala
No Time To Die promosso a pieni voti: splendida chiusura dell’era Craig, a mio avviso la più riuscita ed impattante sull’immaginario collettivo dai tempi dell’irraggiungibile Sean Connery
Il mondo è bello perché è avariato. Non condivido una virgola della recensione dell’autore pur rispettando doverosamente la sua opinione. Mi prendo solo la licenza di invitare gli over 55 a non andare a vedere questo film per non restare delusi. È tutto meno che il personaggio creato da Fleming
Beh, Gianni Canova ha 67 anni ma ne ha parlato bene:
https://welovecinema.it/2021/10/04/no-time-to-die-la-regia-di-cary-fukunaga/
E anche Paolo Mereghetti (72 anni) lo ha elogiato:
https://www.corriere.it/spettacoli/cinema-serie-tv/21_settembre_29/bond-ricordi-rimpiantiomaggio-recherche-614f8106-2145-11ec-924f-1ddd15bf71fa.shtml
Mi rendo conto che sia un personaggio ben diverso da quello di Fleming, ma la parabola di questo ‘nuovo’ James Bond incarnato da Craig negli ultimi 15 anni mi ha davvero strabiliato ed incantato dall’inizio alla fine, mantenendo comunque alcune caratteristiche fleminghiane (il finale di questo No Time To Die mi ha ricordato, in maniera ovviamente più drammatica, quello di Moonraker – il romanzo del 1955 – per lo spirito che anima Bond…)
Da semplice appassionato non mi permetto di cimentarmi con chi è estremamente competente in materia. Posso al massimo offrire una testimonianza. Le prime pellicole si distinguevano per l’accuratezza delle scene di lotta individuale, quelle di questo film mi sono sembrate molto basiche, così come la trovata – scontata – dell’utilizzo dell’orologio fornito da Q per neutralizzare l’occhio del cattivo n.2 di turno. La sequenza della sparatoria finale richiama gli sparatutto dei videogiochi, con 007 che mitraglia nemici a grappoli conversando tramite auricolare. Andiamo oltre: il personaggio di Fleming si distingueva in un’epoca di moralismo borghese diffuso, per il fatto che era uno sciupafemmine che non doveva “chiedere mai”. L’ultimo Craig è un uomo eterodiretto dalle donne nel privato, come qualsiasi uomo comune. Questo taglio ne mette in esagerato risalto la veste di assassino: in parole povere si tratteggia una figura maschile totalmente in negativo. Voglio sperare che questa trasformazione/involuzione del personaggio abbia positivi sviluppi sul piano dei ricavi commerciali, per avvicinare il prodotto ai giovani. Gli anziani come me – che da ragazzini hanno sognato di identificarsi col personaggio prima con le letture e poi con la trasposizione cinematografica – secondo me vengono allontanati. O forse è solo il mondo che cambia. Anche se Craig in una battuta, dice invece che le cose sono sempre più o meno le stesse.
Grazie del suo tempo e complimenti per il blog
Non condivido quanto dici, ma rispetto il tuo parere. Ci sta!
Comunque, il blog non è mio, io sono un semplice frequentatore che talvolta commenta
Grazie a te
Bellissima recensione e gran film, che rende il giusto omaggio a uno dei più belli e incompresi episodi della saga (non che Lazenby abbia aiutato, eh?)
Attenzione che l’omaggio non si limita al pezzo di Armstrong, ma anche al bellissimo orchestrale “On Her Majesty’s Secret Service” di Barry che viene riprodotto pari pari – mi sembra – durante il colloquio tra Bond e M vicino al Tower Bridge. Credo fosse pensato per essere il nuovo Bond theme, poi tornò Connery e non è stato più usato, praticamente.
Bravò!
Condivido molto dell’ottima recensione.
In un mio ideale montaggio, probabilmente l’opera durerebbe 15 minuti in meno, con piccole limitare qua e là… ma ognuno ha in testa il suo film ideale e sicuramente la versione del regista, accontenta tutti.
Trovo che la vera novità del franchising, sia la continuità narrativa che lo avvicina maggiormente al nuovo linguaggio seriale e la fisicità “jesoniana “ cuciti a dovere su un attore che contrariamente alle scarse attese, ha saputo continuare e rafforzare il processo di attualizzazione del personaggio, iniziato con Brosnan.
Un Bond che inizia e chiude il cerchio del suo percorso nell’unico modo possibile.
Bravi tutti!!
Allora io ho amato soprattutto il Bond interpretato da Sean Connery e quello di George Lazenby. Ho visto quest’ultimo con Craig ed avevo anche quello dove c’era la Bellucci.” No time to die ‘ mi è piaciuto. Credo sia stato troppo lungo l’antefatto prima dei titoli di testa, ai tempi di Connery erano molto più brevi. L’impianto generale del film riprende molti dei film di 007 dove c’è una minaccia all’umanità intera. È sicuramente un film spettacolare e mi chiedo veramente come Matera sia resistita a un tale impatto…Non accetto la morte di James Bond e non ce la vedo una Bond donna. Per me 007 rimarrà in eterno un uomo.
Pur avendo tutti gli elementi per appassionare lo spettatore il film non risulta molto coinvolgente, non scatena empatia: troppo lungo e “rumoroso” (i miei figli, 13 e 16 anni !, hanno commentato “troppo rumore forte”): non ci sono i tempi e le pause per appassionarsi alla storia che è anche troppo concitata. Inoltre ontologicamente il finale, che può apparire sorprendente, è sbagliato: 007 non muore mai ! (Nel seguito si dovranno trovare spiegazioni e prospettare evoluzioni, robe tipiche da telenovelas)
Boh, quindi a quanto pare solo a me non è piaciuto…
Non mi piacciono trama, sigla, cattivo, inseguimenti in auto, finale… non mi piace Craig, ma non è questo il problema: non l’ho mai amato, eppure ho trovato splendidi Casino Royale e Skyfall.
Alcune parti sono fatte molto bene (l’inizio), altre mi hanno emozionato per affetto (le Aston), altre mi hanno divertito (il James gigione a Cuba), ma alla fine il film mi ha deluso… peccato.
Aspettiamo il prossimo…
No, non solo a te….non è un film di Bond, questo è il problema….. attualizzare va bene, snaturare no: Bond è un icona, non lo puoi modificare più di tanto. Per carità, va bene il me too, va bene tutto xche ormai bisogna farsi andare bene tutto se non si vuole essere additati come razzisti, sessisti, xxxisti….. Ma Bond è un personaggio che ha 60 anni, è l’equivalente cinematografico di una “ licenza poetica”: non credo che mantenere i suoi tratti distintivi, seppure attualizzati, avrebbe scandalizzato qualcuno, mentre di certo ha scontentato i veri cultori della saga….Questo film secondo me è un aberrazione: spero di dimenticarmelo e di certo sarà l’unico DVD di Bond a mancare nella mia collezione! Che dire….
Tanta tristezza…..
Quando ho saputo come finiva il film, ho cambiato idea di andarlo a vedere. Da fan di JB, penso che voglio andare a vedere la classica catarsi nel finale, e non una tragedia. Non lo accetto a priori.
Questa storia del “farsi andare bene tutto” e snaturare il personaggio perché se no è sessista, se no è razzista, ecc ecc se ondo me è una grande presa in giro.
Lo si fa nelle pellicole perché nella vita reale non lo si riesce a fare e così, una certa “elite” si lava la coscienza.
Ma se vado a vedere Will Coyote so quello che voglio (intendo la struttura) e sono contento se mi accontentano con idee nuove.
Se guardo il Tenente Colombo, so chi è l’assassino dopo 10 secondi, ma voglio divertirmi a vedere cosa si inventa il Tenente per incastrarlo.
Se vado a vedere Bond, uguale.
Fargli fare il pupazzo e tirargli la giacca di qua e di là, secondo me, è snaturarlo.
I Broccoli non patiranno di certo la mia assenza.
Ma dopo anni di attesa, la delusione per come viene trattato un personaggio e i suoi fan “più semplici” ma non sempliciotti, come me, mi amareggia un po’.
(Sarà che a 46 anni sono già un matusa?).
:-)
io andrei a vedere il film prima di fare filosofia sociale su James Bond..anche perché non viene snaturato un granché
@ Alex: se ti riferisci al fatto che nel cinema del 2020 qualche personaggio deve inderogabilmente diventare gay e ci tiene a precisarlo senza nessunissima esigenza narrativa se non soddisfare una quota marketing, sono d’accordo con te. Neanche pensassero veramente di puntare all’Oscar.
Hanno fatto diventare lesbica (o quantomeno bisex) anche Teela nel reboot dei Masters, fai te….
Non è perfetto e ci mancherebbe ma è stata un’esperienza grandiosa. Grazie Bond.
Visto ieri con la signora Strangelove, amore immediato di entrambi per Ana/Paloma, che vorrei vedere in un film o serie o quello che le pare .. personaggio pazzesco, non a caso sceneggiato (per la prima volta) da una donna , su richiesta di Fukunaga hanno chiamato Fleabag /Phoebe Waller-Bridge, e la scelta è stata davvero vincente..
Siamo persone di una certa, quindi il finale ci ha spiazzato , anche se era chiaro che non potesse essere in altro modo, vedremo cosa sceglieranno di fare per il futuro…nota di merito per la regia, asciutta, chiara, con le scene di azione ben delineate, tutti i richiami al loro posto, non ci siamo annoiati nemmeno per un minuto in quasi tre ore.
Un finale col botto per Craig insomma, forse il migliore possibile. Rece impeccabile come (quasi) sempre
bellissimo film in tutti i sensi.
grande Craig e Ana.
spettacolare il finale. ma tanto sappiamo che bond ha 7 vite come i gatti e quindi sicuramente e sgattaiolato in qualche pertugio dell isola x ritornare nel prossimo piu forte che mai . nche se un po pou vecchietto
Personalmente non è del finale che mi lamento, né dell’eventuale denaturazione del personaggio essendo un devoto del Bond messo in scena da Craig. Quello che proprio non mi è andata giù è la lentezza della storia, i dialoghi noiosi, il villain scarsamente credibile, lo scienziato russo (Valdo! Pure il nome…) ancora meno e fondamentalmente il fatto che questo film è probabilmente quello col numero di scene di azione più basso da 15 anni a questa parte.
Visti i sensibili cambiamenti nello stile e nell’impostazione del franchise con l’era Craig, prima fra tutti la continuità stretta, mi chiedo che cosa faranno adesso, chiunque e comunque sia il prossimo Bond.
– Il solito “mezzo reboot” dove qualcosa cambia, qualcosa no, ma sostanzialmente si fischietta e si fa finta di nulla
– Si prosegue in continuity e si ufficializza il fatto che i Bond cambiano negli anni
– Si prosegue in continuity ma con James Bond come legacy e non come personaggio
– Reboot completo e ufficiale (magari con serie TV ambientata negli anni ’60)
– Prequel, poi si vede
– La chiudiamo qui e ci si rivede tra 15 anni.
Davvero super recensione, condivido tutto.
Soprattutto quanto detto su Ana de Armas e Rami Malek.
C’ha fatto attendere ma è stata una super esperienza!
Un film noioso senza capo né coda … sono uscita prima non ne potevo più
Concordo. Non vedevo l’ora che finisse. Tremendo ancor prima dell’ancor più tremendo finale. Italiani (soprattutto meridionali) dipinti nella solita maniera macchiettistica. Scene d’azione poco verosimili. Dialoghi di una banalità (e retorica) sconcertante. Quando è apparsa la figlia dalle scale mi è tornato in mente Quo Vado e il periodo equino. Trama talmente fessa che gli sviluppi si intuiscono dopo 5 min. La scena dell’ultima conversazione via radio pare presa da Everest (altra porcheria per chi ha amato Aria Sottile). Il merito di James Bond di Daniel Craig era di aver di nuovo reso il personaggio credibile, dopo Pierce Brosnan che surfa sul ghiaccio sciolto dal laserone (cit. ). Con questo (che tra l’altro ha il titolo palesemente sbagliato, avrebbe dovuto chiamarsi Time to Die) siamo tornati ad un misto tra il peggior Roger Moore e un film romantico di quarta categoria. Rimane un mistero perché l’orologio riesca a far scoppiare l’occhio ma l’auricolare funzioni ancora. Una carrellata di cagate con una volontà a esibire parità di genere, razza e apertura verso gli orientamenti sessuali talmente forzata da risultare finta. Da Bondiano di ferro ed entusiasta del Bond di Craig, avrei preferito si fosse fermato a Spectre. Non so se si è capito che sono rimasto LEGGERMENTE deluso :)
Il film mi piaciuto, non cade mai nonostante duri quasi 3 ore. E’ un Bond….diverso dal solito….romantico e innamorato con scene e inseguimenti mozzafiato. Bravi tutti gli attori con Daniel Craig….semplicemente fantastico. Peccato non vederlo piu’ in questo ruolo.
Rece da condividere in toto, soprattutto per quanto riguarda il kattivo Rami Malek e Ana De Armas, di cui sono follemente innamorato, che meriterebbe uno spin-off scritto totalmente dalla Waller-Bridge (BRIVIDI).
Allora io ho amato soprattutto il Bond interpretato da Sean Connery e quello di George Lazenby. Ho visto quest’ultimo con Craig ed avevo anche quello dove c’era la Bellucci.” No time to die ‘ mi è piaciuto. Credo sia stato troppo lungo l’antefatto prima dei titoli di testa, ai tempi di Connery erano molto più brevi. L’impianto generale del film riprende molti dei film di 007 dove c’è una minaccia all’umanità intera. È sicuramente un film spettacolare e mi chiedo veramente come Matera sia resistita a un tale impatto…Non accetto la morte di James Bond e non ce la vedo una Bond donna. Per me 007 rimarrà in eterno un uomo.
Di quelli con Craig hai visto solo Spectre e quest’ultimo e hai saltato a pié pari tipo due tra i migliori Bond di sempre, cioè Casino Royale e Skyfall? Ti conviene recuperarli perché la continuity è molto più serrata di quanto si pensi e senza aver visto quei due ti mancano un sacco di pezzi.
Per il resto, la Broccoli non sa più come dirlo che il personaggio di Bond non è morto con questo film e che certamente nella sua prossima incarnazione continuerà ad essere interpretato da un uomo.
Però se da adesso il protagonista viene ucciso ma si sa che non muore per il prossimo 007 suggerirei Kenny di South Park.
ma davvero è un film di due ore e mezza abbondanti?
Mi son veramente divertito questa volta, dopo la delusione Dune avevo realmente bisogno di un film fatto come si deve, e No Time to Die è fatto benissimo.
Persino Blofeld mi è apparso interessante rispetto al film precedente, ma tutto l’amore che ho in corpo va a Paloma, ero lì in sala e quando l’hanno inquadrata per la prima volta mi è uscito il “Minchia!” più spontaneo di sempre, ha messo in secondo piano la Seydoux con niente.
-SPOILER-
Dopo i titoli di coda hanno inserito il messaggio “James Bond tornerà” ed io spero non accada prima di almeno un decennio, ho paura di cosa potrebbe essere un nuovo 007 creato con i canoni “””woke””” di oggi
quando Bond parla della festa a Cuba descrivendola come il Bunga Bunga della Spectre volevo morire.
Infatti, sono curioso di sapere quale fosse la battuta in originale…
Quoto la recensione: per me ottimo film, nonostante una trama forse troppo classica (ma capisco l’esigenza, quindi va bene).
Fukunaga un bel diesel: parte tranquillo, filma le scene trattenendosi ma con rigore, poi nel finale si ricorda del piano sequenza della IV puntata di True detective e tira fuori le palle fumanti. Bravissimo.
Craig, mi mancherai; Léa, sempre bella ma scansate, tutte le emozioni sono per Ana. <3
La battuta in originale è esattamente così “Spectre’s Bunga Bunga”. Grande Berlusca, missione compiuta.
Per il resto sono basito, secondo me il film cagare (tolta la prima mezz’ora), mi spiace solo che non abbiamo fatto scopare Q, a sto punto già che c’erano piede sull’acceleratore. Ma cagare nel senso che è noiosissimo. Brutto brutto brutto. Infatti arrivavo qui carico come una molla per leggere la stroncatura e invece è tutto un coro di Osanna. Toccato leggere una recensione su The Spectator per trovare una basita come me che diceva “forse io e la critica abbiamo visto un altro film”. Toccato leggere un’altra recensione su Corriere Romagna per trovare uno giustamente inviperito per questi che
SPOILER
hanno deciso di ammazzare James Bond senza averne alcun diritto (artistico) non essendo loro i creatori del personaggio.
Grazie!
Non l’avrei mai creso, grande Silvio che vive nel cinema con più linee parallele (2012 e qui).
Perfino James Bond matura più in fretta di certi suoi fan, pensa te…
Se per te maturare è fare il labbrino, hai perfettamente ragione. Altrimenti potresti prendere in considerazione che maturare include l’accettare la vita ed il mondo per quello che sono, senza andare dalla mamma perché qualcuno ti fa la bua con le parole cattive, bensì rispondendo personalmente, tenendo la schiena dritta.
Bond ha sempre combattuto per salvare il mondo, non per cambiarlo. I cattivi volevano cambiarlo. I cattivi sono i suoi produttori e infatti
SPOILER
lo hanno ammazzato.
esattamente in questo film, dove ti è sfugita la parte in cui non cerca di salvare il mondo per, come dici tu, cambiarlo? (può non piacerti il film per carità, ma non mi risulta sia la prima volta che si andrà verso un nuovo Bond e una nuova serie…è la vita..)
SPOILER
Ovviamente la storia di cambiare il mondo etc. andava letta analogicamente (oddio, forse non tanto ovviamente), peraltro qui manco il cattivo vuole cambiare il mondo, solo fare un omicidio di massa. Era un discorso un po’ generale.
In ogni caso, un conto è andare verso un nuovo Bond, cambiare, non ri-stagnare etc. (anche se i cambiamenti delle ultimi decadi mi sembra TUTTI uguali e all’insegna dell’edonismo, non chissà quale filosofia o novità, e intanto mi sa che nello spazio non ci andiamo più), un altro è ammazzare fisicamente James Bond. No? Stronzo io? Chiedo
mah il film ha mille difetti (quale 007 non ne ha..non ci sono capolavori assoluti e ci sono tanti filmacci che si salvavano per la sigla) e fra i vari sicuramente il cattivo di turno insomma è in effetti proprio buttato lì…però questo Bond (degli ultimi5) introduce la tragedia in una serie di film dove non se n’era vista quasi mai e io ho apprezzato molto la novità e come è stata sviluppata. In questo, essendo un epilogo, si è un po’ esagerato coi ti amo troppo palesi però il finale, anche se secondo te non ne avevano diritto, è una bella mazzata “tragica” e lo trovo più dignitoso di un finale con lui in barca a vela a cuccare gnagna o, ancor peggio, un finale aperto col dubbio che sia ancora vivo e magari ritorni (si sapeva ,mi pare ,che fosse l’ultimo Craig Bond, e forse era l’unico modo per farlo finire, letteralmente).
Poi che 007 sia portatore di messaggi particolari nel 2021…è un personaggio di puro intrattenimento che però ha aggiunto all’eleganza una sfumatura umana che lo ha reso un po’ diverso dai Tom Cruise e pigiami vari suoi contemporanei…temo che quel che verrà dopo ti/ci piacerà molto meno..ma mai dire mai….
In ogni caso un po’ di miele e 20 minuti in meno e sarebbe stato meglio.
Fair enough fratello
se non è piaciuto ai nostalgici allora mi piacerà…il vero incubo dovrebbe essere TheRock in tiro con la sua faccia da culo … invece ci è andata di lusso in questi anni.. continuiamo a sperare…
Rami Malek toglie la maschera.
“Hey, ma quello è Freddie Mercury”cit.
No.
“So’ Lillo!” (cit.)
Appena visto, sono abbastanza d’accordo con la recensione.
Di sicuro sono 2h40m che volano via senza accorgersene, pazzesca la scena a Matera e fortissima Paloma, forte anche il Bond di Craig che mi è piaciuto in tutti i film (forse essendo giovane e avendo visto pochi film precedenti ho avvertito meno la rottura dalle tradizioni).
L’unica cosa che mi ha lasciato un po’ perplesso è il cattivo, non tanto per Rami Malek (che secondo me regge anche se non brilla) quanto il fatto che abbia poche scene e in quel poco non si capisce bene cosa voglia (forse è anche un po’ contradditorio, cioè, ogni tanto è un esaltato idealista ogni tanto è un mercante d’armi, vabbè)
Il film mi è piaciuto, da “giovane” fan della serie non mi dispiace nemmeno questo lato più “umano” e meno donnaiolo di Bond; la cosa che invece mi ha deluso tantissimo è stato il finale: per me Bond era il simbolo della tenacia, del non arrendersi mai, del riuscire sempre ad inventarsi qualcosa per uscire da una situazione disperata… e qui invece cosa fa? Si lascia andare, si demoralizza, perde la speranza, getta la spugna… Questo non è James Bond!!
Eh, ma se introduci “la famiglia” anche nella saga di Bond, c’è poco da fare.
Boh, a leggere i commenti mi sembra di non aver visto lo stesso film. Chiaro, non è brutto, è fatto troppo bene per esserlo. Il problema direi che questo film vive in due scarpe, è bello, ma non è Bond.
SPOILER
Da un lato è un film estremamente citazionista, omaggia il passato ogni tre per due, forse pure troppo: mi sono emozionato a vedere la galleria dei quadri dei passati M, dove ci sono Judi Dench e Robert Brown, ma come lo giustifichiamo che l’M di Dalton esiste sulla linea temporale di Craig, che è l’unico Bond a sé stante?
Comunque bello l’easter egg, così come la Aston di Zona Pericolo, l’isola di Malek (non concordo con la recensione, bravo ma scritto male) che ricorda la base missilistica del Dr No, le musiche di Al servizio segreto di sua maestà. Dall’altro lato però, la ricerca del nuovo, oggi non è più rivoluzionario amare il film di Lazenby, è rivoluzionario farne uno altrettanto bello e coraggioso. A chi dice che James Bond deve essere adattato al mondo moderno, ed evidentemente gli sceneggiatori lo pensano, anche il film di Lazenby sembrava poco adatto, l’anno dopo il ’68. Oggi lo riveriamo anche perché non sembra un prodotto dei tempi. No time to die già oggi sembra un prodotto dei tempi: l’imborghesimento di un Bond che deve stabilirsi, la figlia che porta responsabilità, le nuove leve più rappresentative e inclusive. A proposito, mi fa morire dal ridere che nessuno abbia ancora citato la nuova 007, i progressisti gridavano al nuovo che avanza, i conservatori temevano l’onda woke, e poi alla prova dei fatti è un personaggio assolutamente innocuo, che si spara giusto qualche posa da donna con le palle e ha una rilevanza sulla trama pressoché inesistente. Tutti giustamente si ricordano solo di Paloma, che nel suo duetto con Bond al bunga bunga della Spectre vale tutto il resto del film messo assieme. Cioè, per una ventina di minuti eravamo davvero in un Bond alla Roger Moore, con flirt, battutine brillanti, il party elegante, la donna bella e letale, la rissa, i vodka Martini agitati non mescolati prima e gli shot alla buona nel mezzo. Non concordo con la recensione che suggerisce come Bond venga friendzonato: dal gioco di sguardi si capisce benissimo che non fosse stato per la missione si sarebbero volentieri dati da fare nello stanzino dello smoking, però che ci vuoi fare, prima il dovere e poi il piacere, “la prossima volta fermati di più”.
Il resto del film di nuovo, ha un bellissimo look (meglio di Spectre), scene d’azione chiarissime e molto creative (tranne alla fine dove diventa un videogioco con sgherri generici e battutacce insipide tipo “il mio orologio gli è piaciuto da morire”), ma allo stesso tempo una durata troppo lunga, una trama veramente stronza con addirittura i nanobots manco fosse DOA: dead or alive, un cattivo minaccioso, recitato bene ma dagli obiettivi incomprensibili, tanti cerchi (Felix Leiter, Blofeld, Bond stesso) che vengono chiusi nel modo più pigro possibile, ovvero facendo morire i personaggi.
FINE SPOILER
Insomma, in buona parte un buon film, ma in poca parte 007. Il Bond supremo e aggiornato di Craig è ancora quello di Skyfall, “vecchia volpe, nuovi trucchi”. Speriamo bene in un nuovo inizio, magari con un volto sconosciuto che porti freschezza alla saga. Fino ad allora Bond ha tutto il tempo del mondo.
Esatto
In pratica possiamo vedere Casino Royale e poi questo che pare il suo vero diretto seguito e con i James di Craig siamo a posto, gli altri sono fiacchini.
Detto questo quando ho visto Ana De Armas ho avuto uno schok. Sapete quando alle medie eravate innamoratissimi di una tipa che non vi si filava, poi con il tempo l’avete dimenticata perchè era troppo un soffrire ma poi la rivedete anni dopo e ripiombate nella voragine del dolore? Ecco a me era capitato quando l’ho vista in Blade Runner 2049 e poi adesso quando mi è apparsa in 007.
lascio le sbrodolate ai commentatori convinti….il film è lunghino ma…fa scendere una lacrima sul finale..chi l’avrebbe mai detto da 007.. per i nostalgici e quelli a cui non ha sudato l’occhio non bionico ci sono i vecchi 007 o i mission impossible dal 2 in poi.
Hah. Be’ se devo dire la mia umile opinione… Mi sono perdutamente innamorato e a giudicare da quel che ho letto di qua e di là non solo io. No time to die dura la bellezza di due ore e quaranta ma alla fine due cose rimangono una volta terminata la visione. La seconda non la dico perché sarebbe spoiler mentre la prima ha persino un nome: Paloma. Cucurrucucù Paloma. Resta un po’ di più Paloma!! Non andartene così! 😭 A livello di innamoramento il personaggio interpretato da Ana de Armas è il paradigma del colpo di fulmine. Simpatica, tosta ma anche normalissima, figa e persino perfetta compagna di sbronze. Cazzo, la donna da sposare. Voglio un Funko Pop di Paloma e se c’è una petizione per farla ritornare io la firmo intingendo il pennino nel mio corazón ❤️. La penna, quella di Phoebe Waller-Bridge, si percepisce abbastanza. Sì okay ma il film? C’è una scena in cui prendono a mitragliate la Aston Martin ed è un momento che a me è piaciuto assai. Quello è lo 007 di Daniel Craig. Non è invincibile. Non è uno tutto d’un pezzo. È un uomo pieno di tormenti e debolezze e quando resta lì che soffre per cose sue mentre gli stanno per sfondare i vetri della macchina sembra persino un beffardo suicida. Ammazzatemi pure bastardi, io devo soffrire per altre cose. Mi mancherà il Bond di Daniel Craig. Così votato al malessere. Hai voglia a dire No time to die quando per tutto il film ciò che aleggia è proprio la morte. Ma questa sorta di cupezza in effetti è la cifra di tutto questo Bond nuovo corso. No? Un James Bond… Sporco. Tipo quello di Timothy Dalton, al quale sono affezionato perché è stato il primo 007 visto al cinema nel lontano 1989. All’epoca mi innamorai di Pam Bouvier. Dio. Ma per farla molto breve, No time to die version Fukunaga è un buon film ma non mi ha sconvolto. Anzi sì. Oddio, devo pensarci meglio. Sono ancora troppo fresco di visione. Ad essere sintetici questa è la storia di un gruppo di alcolizzati che cerca di salvare il mondo. Già, perché qui bevono tutti. Bond ammette persino di bere ogni quattro ore. Quindi ci sono ‘sti alcolizzati che devono salvare il mondo dal cattivo peggio assortito, ossia un deludente e astemio Rami Malek. Deludente non lui come attore ma il personaggio che è stato scritto coi piedi. Se vogliamo chiudere un cerchio datemi un cattivo degno di questo nome. Vabbè, il cattivo col pollice verde ha dei piani di distruzione che non si capisce manco cosa vuole e dalla centrale degli alcolisti decidono di farsi aiutare dall’alcolista migliore: James Bond. Solo che lo ritrovano nel suo momento in cui vuole godersi la pensione e non correre veloce in auto. Cosa farà ritornare quindi Bond al suo meglio? Ma ovvio, l’ammmmore. Ma Bond non è più in forma come ai vecchi tempi. In fondo ha ragione pure lui. Basta col salvare il mondo. Ora James ha solo tanta voglia di andare a pesca, bersi il suo Martini agitato non mescolato e pensare agli affetti. Credo abbia ragione. Grazie Daniel Craig per essere stato tra i miei Bond preferiti e sappi che ti invidio moltissimo per via di Rachel Weisz. Ti voglio bene ciao. Si capisce che necessito di una seconda visione?
Un saluto al comitato dei 400 calci!
Credo che rispettosamente si sarebbero potuti tagliare 60 minuti di abbondanti primi piani, spiegoni, pianti, naso mucoloso e apparizioni della bella e buona Lea che per quanto bellissima sembra scollegata. Come spesso capita quando ci sono zavorre contrattuali, .. .. e quel finale “telefonato”. Capisco il povero Bond che tocca andar a visitare l’amata Vesper.
Penalizzato anche il dialogo, girato in un pomeriggio, tra lui e Walz che praticamente gli fanno fare sempre Hans Landa, poverino potevano regalargli un po’ più gloria! :-D
Ben riuscita la tipa che frienzona Bond e ci regala qualche momento tarantiniano! Poteva durare di più ma ci accontentiamo! :-)
L’inizio con la neve, la maschera, poi la stessa baita senza la neve con quel fotogramma sul prato circondato dagli alberi e ci vogliono far sapere che ci troviamo in nord europa …. il buon Ari Aster gode di ottima benevolenza ..? :-D Non lo so ma ci ho pensato!! Ciao a tutti!!
bellissimo film in tutti i sensi.
grande Craig e Ana.
spettacolare il finale. ma tanto sappiamo che bond ha 7 vite come i gatti e quindi sicuramente e sgattaiolato in qualche pertugio dell isola x ritornare nel prossimo piu forte che mai . nche se un po pou vecchietto
SPOILER
SPOILER
SPOILER
SPOILER
SPOILER
Quando Bond muore mi sono letteralmente crollati addosso 49 anni di iconografia cinematografica. Ero sconvolto e sconcertato. Poi dopo i titoli di coda ho letto “James Bond ritornerà” e ho mandato tutti affanculo.
Più che altro non se lo sono guadagnato un momento così alto, nemmeno Fleming aveva mai osato. A parte Dalla Russia con amore, che comunque si manteneva ambiguo, e avrebbero potuto benissimo farlo pure qua. Bond è il simbolo dell’immortalità, del non arrendersi mai, e vederlo rassegnato, quasi sereno davanti a morte certa è stato un vero schiaffo in faccia.
Un film noioso senza capo né coda … sono uscita prima non ne potevo più
beh senza coda ..non lo hai visto tutto … la gente non sta benissimo.
Per quanto mi riguarda è un Bond degno di stare al fianco dei classici della saga, il che è forse il complimento migliore possibile per un film attuale di 007. Craig, Bond più longevo di sempre in termini di anni trascorsi come interprete ufficiale del personaggio, chiude il suo percorso in maniera coerente con l’impostazione data a partire dal grandissimo Casino Royale e a posteriori mi sento di dire che è stato il migliore dopo Connery, sicuramente il più innovativo fino ad ora.
Dopo di lui si apre la strada a cambiamenti ancora più radicali per il personaggio, che ora sono in attesa di scoprire.
E così si arriva alla fine del ciclo con Daniel Craig. Sono un fan hardcore della saga di 007: cofana blu ray, documentari, speciali…sono un fan terminale.
Sono stato contento di Craig come Bond in sè, ma questo finale non mi ha convinto per niente. E’ un film godibile da vedere eh, mentre il precedente Spectre partiva a razzo e poi si affossava, però non riesco a togliermi la sensazione che abbiano avuto parecchi problemi a gestire questi due capitoli finali. Quello che ne è venuto fuori è un papocchio dove ho trovato davvero difficile essere coinvolto emotivamente, con problemi concettuali che ci si tira dietro da Spectre: principalmente cattivi fumosi e un love interest che non si capisce cosa abbia di speciale per essere così forte.
SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER
Allora già Blofeld finiva in scorreggia e il suo risentimento verso Bond era francamente esagerato e senza senso. Questo nuovo cattivo che cazzo vuole? Si vendica di Blofeld, ok, ma da Bond cosa vuole? Il suo astio contro di lui è senza senso. Il tutto avrebbe funzionato moooolto ma moooolto meglio mettendo Madeleine al centro della questione per davvero, facendola sembrare equivoca, dandole una vera relazione con il cattivo e mettendo magari pure in questione la paternità della bambina (La battuta “non è tua”, vince il più grande premio “Eccome se ci credo” di tutti i tempi). E invece no, è tutto buttato a cazzo. E della mega-arma? Vuole distruggere il mondo? Creare un nuovo ordine? No, alla fine la vuole vendere manco fossero i materassi eminflex.
Ammetto di esserci rimasto male per la morte di Bond. Non che volessi il finale famigliola felice: avrebbero potuto fare un finale più aperto, con Bond che si autoesilia per non mettere in pericolo la famiglia, scomparendo nell’esplosione ma facendo trovare magari il pupazzetto e bon. Così muore anche un po’ da pirla perché diciamoci la verità: ci sarebbero stati n modi molto più sensati per terminare la questione, con il cattivo ormai fuori dai giochi.
Tra le altre cose, canzone anonima, Ana de Armas unico raggio di sole, la nuova 007 totalmente inutile. C’era già Moneypenny! Qui è relegata a carta da parati, e la nuova 007 più che sfoggiare swag con occhiali e auto non fa, le prende sempre sulle gengive. Non passa mezzo secondo in una posizione dominante rispetto a Bond: James la mette sempre sotto sia nell’azione che nella favella, rendendola un’altra gregaria molle.[/spoiler]
Mai avrei creduto di ammetterlo, ma mi ha coinvolto emotivamente molto di più quello che ha costruito Tom Cruise con Mission Impossible.
Ora è tempo di un nuovo ciclo, e per me la gente sta facendo nomi a caso (Elba, Fassbender, Hiddelstone…tutta gente troppo vecchia). Secondo me la produzione punterà a qualcuno giovane giovane, un faccino tipo Tom Holland. E, per carità, che si smetta con questo adagio del ‘Bond vetusto fuori dal tempo’: avevano già iniziato a menarla con Goldeneye e, tra l’altro, mi pare che la storia recente confermi come di spie ce ne siano parecchie e in ottima salute, con buona pace del cyberspionaggio.
Stavo quasi per rinunciare al commento, poi ho visto la minirece del Presidente e mi sono sentito meno solo.
Il peggiore dei Bond con Craig, una mixed bag in cui si passa dalla scena da vaudeville a Cuba (nonostante l’IRRESISTIBILE Ana de Armas) che vede l’attore molto poco a suo agio, alla drammatica seconda parte. E poi enormi buchi di sceneggiatura: Bond che dovrebbe essere portatore sano non solo del nanobot anti-Madeleine, ma di decine e decine di nanobot cui è stato esposto a Cuba (e con lui tutti gli altri ospiti non defunti del locale); l’assoluta indecifrabilità delle motivazioni e degli scopi del nuovo cattivo, che crea l’officina di Armageddon e poi aspetta gli acquirenti (ma de chi e de che?), Bond che diventa la favola del maschio perduto, quello che si sacrifica come i minatori di Chernobyl, da raccontare alle bambine buoen che viaggiano in Aston Martin sulla costa italiana. E poi soprattutto l’impressione che la morte di Bond sia solo uno stratagemma scelto dalla produzione per avere le mani libere e fare del franchisng quello che vuole, “tanto quello di Fleming è morto”. Insomma, un film che si lascia vedere, ma non più di un MI o di qualsiasi altro onorevole derivato degli ultimi decenni. Tout ça, pour ça, direbbero i francesi.
Secondo me il film va giudicato secondo due canoni distinti: quello dell’action movie contemporaneo tutto CGI, botte, sparatorie inseguimenti e quello del classico “Bond movie”. Come action movie “per i giovani” troppo lungo, confuso, con troppi buchi di trama e con un protagonista usurato e poco a suo agio. Come “Bond movie”, superfluo dire che non ci siamo, se pago il biglietto per un film di Bond voglio vedere Bond, non una brutta copia di Jason Bourne invecchiato. Potremmo dire che i produttori hanno commesso qui lo stesso errore di “007 vendetta privata”, per rendere Bond più contemporaneo e gradito alle giovani generazioni, cresciute a serie TV e videogiochi, hanno finito per costruire un personaggio che non è più riconoscibile e si confonde con milioni di altri. Chi entra come me per vedere un film di Bond rimane inevitabilmente deluso (oddio, dati i precedenti, “Casino Royale” escluso, non è che le mie aspettative fossero alle stelle), chi entra per vedere un film di azione rimane ugualmente deluso perché ce ne sono mille dei migliori. Per me è un grosso “no”, spero che con un protagonista più giovane si torni nei canoni della serie. Se proprio vogliamo essere innovativi io il prossimo, per la prima volta, lo ambienterei nel passato, magari durante la guerra fredda, così da recuperare le atmosfere originali.
Il film è un gigantesco pretesto di 2h40m.
Il pretesto per arrivare alla fine, alla chiusura dell’era Craig in un modo definitivo che mai era stato fatto con i suoi predecessori.
No time to die non è perfetto. A parte Bond gli altri personaggi stentano a trovarsi uno spazio o un ruolo che non sia quello di contorno, a parte la fantastica Ana de Armas: dopo Knives Out si ripete l’alchimia con Craig e si vede, ho faticato a non innamorarmi.
Anche la storia non brilla certo per originalità: all’inizio sembra che Safin voglia solo vendicarsi, poi sterminare il mondo, poi vendere il virus… Boh, un miscuglio di intenzioni sviluppate male.
Ma va detto che Craig è in gran forma, si carica il film sulle spalle e lo porta fino alla fine.
Diciamo quindi che come film in sé non è il migliore, ma come finale ci sta
Craig è bravo, si sa, ma qui mi sembra che anche lui non veda l’ora di finire il suo contratto e tornarsene per davvero alle Bahamas. Per il resto non un gran film, si avverte l’esigenza di chiudere il cerchio a tutti i costi ed accommiatarsi da un personaggio ( il bond di Craig) da cui si è ormai spremuto tutto lo spremibile, ma così facendo si è consumato in maniera definitiva e forse irreparabile la separazione fra tradizione e “nuovo”, e si sono bruciati la terra sotto i piedi da soli. Bond deve continuare perché non si uccide l’oca dalle uova d’oro, ma allo stesso tempo uccidi il personaggio e ti prepari già a resuscitarlo sotto altre sembianza nel prossimo film? Non vedo come possano uscirne, se non con il solito abusatissimo meccanismo del prequel ( ma a questo punto devi cambiare anche tutto il cast di contorno…). A questo punto pretendo un “vero” Bond (quello cinematografico, quello letterario ormai non esiste più per la maggior parte degli spettatori), indistruttibile e sciupafemmine, ma con una vena di frivolezza (come lo rimproverava spesso il “vero” Q), un personaggio alla Connery per intenderci. Purtroppo il pericolo di imitare Austin Powers è però dietro l’angolo. Forse sarebbe preferibile a questo punto lasciare giacere mr. Bond in pace nella sua tomba, ma l’avidità delle major ci ha abituato a ben di peggio.
Il film mi è piaciuto ma non entusiasma. Mi sono piaciuti tutti i richiami vintage, la macchina blindata con i vari aggeggi, l’immancabile orologio, l’isola in mezzo all’oceano, i pavimenti che si aprono con l’acqua che cola dentro e che per poco non usciva pure Mazinga.
Quello che non mi è piaciuto e Rami Malek. Non convince come super cattivone a differenza di Christoph Waltz. Un altro valido cattivo per me è stato il “bel biondino”. Forse perchè mi sono abbituato a vederlo come mezzo psicopatico in Made for Love.
Cuccurucucù Paloma da paura, Obrachev fico, 007 donna mm… inutile.
Per me è la morte di Bond. Ma proprio la morte. Film inutile che ripercorre la carriera dell’agente più famoso del mondo e si piega totalmente al politically correct. Sostanzialmente è la chiara affermazione che non c’è più spazio a pensare in modo diverso da quello “mainstream”; se sei un bianco di mezza età non conti nulla. Se sei donna e di colore va meglio. Speriamo anche gay così facciamo bingo. Omologazione completa. Ci mancava solo che guidasse una Yaris…
È un dark knight rises senza il mantello. E infatti non si può guardare. Però a differenza del film di Nolan, questo è anche infarcito di buonismo e moralismo, perfettamente in linea con woke e cancel culture che stanno distruggendo personaggi su personaggi. Poi banale. Comunque al di là di tutto, è il film più brutto della saga con Daniel Craig.
La cosa migliore del film Netflix original è che è l’ultimo di Daniel Craig, il peggior 007 fino a qui per distacco.
Quello che ci aspetta in futuro però, visti i tempi, sarà uno 007 ancora peggiore, più snaturato, più etico, green e woke.
Roba da vedere a casa in abbonamento mentre si fanno le pulizie il sabato mattina.
Una cosa che mi ha dato fastidio nel film è che Léa Seydoux ha sempre la goccia al naso!
Una cagata pazzesca questo film.
Bond non è Bond ma una femminuccia colei che ha scritto questa barbarie di film.
I produttori non hanno capito che Bond non di innamora ma fa solo sesso ed è un assassino e basta. Io amante dei film di 007, quello vero, sono scandalizzato:è il peggiore film di sempre.
Vedi dalla Russia con amore il film migliore di sempre.