Conoscete la serie slasher Slumber Party Massacre?
Sono tre capitoli.
Probabilmente l’avete sentita nominare.
Non so se sia mai uscito in Italia, ma è uno di quei titoli che ogni appassionato serio di slasher conosce almeno per sentito dire. Una di quelle cose che senti e pensi “è ovvio che esiste una serie di film che si chiama Slumber Party Massacre, è il soggetto più scontato del mondo”, e se sei un adorabile guardone che non vede l’ora di vedere una specie di Porky’s col sangue ti ci fiondi immediatamente. Altrimenti te la prendi un po’ più calma. Che ne so, leggi prima le recensioni. Ma sai di trovarti davanti a un gol a porta vuota.
La cosa che sanno solo gli appassionati di slasher livello advanced, invece, è che si tratta di una saga in cui ogni episodio è stato scritto e diretto da una donna.
Ora: i tre episodi in questione sono usciti rispettivamente nel 1982, 1987 e 1990, ovvero quando le donne in posizione tale da poter prendere decisioni ancora non esistevano, quindi in realtà non si tratta di proto-femminismo avanguardistico/miracoloso, bensì di Roger Corman colpito da improvvisa intuizione gimmick.
Lo conoscete no Roger Corman?
È una figura leggendaria.
È il prototipo, il modello aureo, la definizione da dizionario del produttore bassa spesa massima resa.
La sua formula era semplice: individuare temi popolari, organizzarci un film intorno, ingaggiare gente giovane, lasciarla libera di esprimersi a piacimento a patto che il film portasse a casa quei due/tre momenti chiave.
Da lui sono passati talenti impressionanti tipo Scorsese, Coppola, Cameron, Dante, Demme, o attori tipo Peter Fonda, Jack Nicholson, Dennis Hopper e Sylvester Stallone. E quando girava lui in prima persona tirava fuori delle chicche micidiali: La piccola bottega degli orrori, Il pozzo e il pendolo, I selvaggi, Il massacro del giorno di San Valentino, ecc…
Ma porcamiseria quanta monnezza che ha finanziato intorno a quella roba.
Voi non so se c’avete idea. Non so se avete mai provato a pescare un film a occhi chiusi soltanto perché era prodotto da lui.
Non so se, soprattutto, avete provato a guardarne qualcuno negli ultimi 30 anni.
Perché è ancora in giro Corman, eh? C’ha 96 anni ma è ancora in giro e produce ancora. Gode ancora di una rispettabilità ormai intoccabile.
Solo che ora la sua cifra è avere le stesse idee e lo stesso budget della Asylum, ma buttare fuori film al cui confronto la Asylum pare la Universal.
Io non lo so se è sempre stato così, prima degli anni ’80 ho solo guardato i suoi classici, ma la roba che ha fatto dopo ha sbalzi di qualità veramente selvaggi, che il più delle volte si attestano a un livello che Sharknado pare un Marvel.
Ma dicevamo: l’idea che gli era venuta nel 1982 era di girare uno slasher a tema pigiama party e farlo scrivere/dirigere a femmine.
Nello spirito che lo contraddistingue da sempre, queste femmine erano liberissime di fare quello che meglio pareva a loro, carta bianca e fiducia totale, a patto che rispettassero una sola, piccola e semplice indicazione: il film doveva piacere ai maschi. Che concettualmente mi ricorda quella volta che andai a vedere un concerto metal in cui a un certo punto il leader della band disse “basta con le chitarre! che noia! noi abbiamo IL VIOLINO!!!” per poi attaccare il violino al distorsore e procedere a suonarlo esattamente come avrebbe suonato la chitarra.
E siccome in un caso di serendipità micidiale mi ero messo a guardarmi tutti i film della saga tipo il giorno prima di scoprire che esisteva il reboot, ora vi sintetizzo i risultati:
- Slumber Party Massacre I (1982): goffo, scolastico, meccanico, girato con impegno e risentimento. Le “high school girls” hanno tutte almeno 28 anni. La cosa più interessante è il killer: lo si vede subito in faccia, non ha un minimo alone di mistero intorno, non ha un tratto distintivo né uno straccio di backstory. Pare il più classico vicino di casa anonimo e vagamente laido, un incel frustrato che uccide perché non ha idea di come corteggiare e quando ha provato a fischiare per strada non ha funzionato. Uno per cui non tiferesti manco per sbaglio, insomma. Leggendario il suo “I love you” sussurrato. La regista Amy Holden Jones era stata assistente di Scorsese su Taxi Driver e aveva montato il primo film di Joe Dante, e a sentire lei aveva dovuto scegliere tra il suo sogno di passare finalmente alla regia con questo oppure andare a montare E.T. di Spielberg. In seguito diventerà sceneggiatrice e scriverà Mystic Pizza, Beethoven e Proposta indecente. A parte il trauma della sliding door più incredibile che abbia mai sentito sta benone, insomma.
- Slumber Party Massacre II (1987): grezzo ed economicissimo ma se non altro a tratti un minimo creativo e divertente. Stavolta ci si inventa un cattivo sovrannaturale rockabilly, armato di una chitarra-trapano che pare disegnata da Steve Vai, che invade i sogni della protagonista e poi si materializza di persona per massacrare, fermarsi per una canzone e un balletto, continuare a massacrare. Meraviglioso. Forse il killer più sottovalutato di tutti gli anni ’80. La regista/scrittrice Deborah Navarra-Brock ha le idee più chiare e la mano più sciolta: non è un talento abbagliante ma coi pochi spicci a disposizione tira fuori qualcosa di tutto sommato energico e simpatico. In futuro si dedicherà alla produzione e firmerà Tesoro, mi si è allargato il ragazzino, Faccia da bastardo e Buffalo ’66.
- Slumber Party Massacre III (1990) è una ciofeca tristissima e imbarazzante fatta con zero soldi e mezza idea, e mi dispiace per tutti quelli coinvolti. La povera Sally Mattison non ha più diretto niente e ha prodotto cosette di zero interesse. Racconterà che a lei manco le piacevano gli horror.
Sorvolando sulle carriere violentemente random della gente coinvolta, se proprio ci tenete vi consiglio il secondo film, che tanto sono tutti semi-slegati fra di loro.
Ma magari guardatevi prima i tre rispettivi documentari su Youtube.
Se lo chiedete a me, insomma, Slumber Party Massacre è il classico tipo di film che se lo rifai c’è il rischio che ti venga meglio degli originali anche così, per inerzia e coincidenza, senza guardare.
E chi ci si è messo a rifarlo? Il Sy-Fy Channel (in collaborazione con gli Shout Studios, ramo produttivo di un’etichetta di distribuzione homevideo specializzata in film di genere).
L’inizio, da un punto di vista teorico, è già esilarante.
Sostanzialmente l’impressione è che ci si senta in dovere di seguire la moda odierna dei reboot che in realtà sono sequel, e quindi di collegarsi al passato per poi ambientare la storia nel presente.
Solo che per una serie di ragioni è più forte la tentazione di scrivere un reboot totale, per cui in realtà mette in scena un remake del primo film nei primi cinque minuti, con lo stesso killer (l’incel allucinato Russ Thorn, sempre armato di trapanone industriale) ma diverse vittime, diversa location e ambientazione nel 1993, e poi si passa al presente, facendo quindi il sequel del brevissimo remake. Il primo omicidio, tra parentesi, di pura semplice ma efficace messa in scena, è già tecnicamente meglio di tutti i tre film precedenti messi insieme.
Parte a cliché a tutto spiano, il nuovo Slumber Party Massacre, e dimostra – nonostante non fosse assolutamente necessario – di aver ripassato tutti e tre i film precedenti, a turno omaggiati con le più ovvie strizzate d’occhio.
Ma è solo la rincorsa.
Le nostre protagoniste arrivano nella classica casetta al lago affittata per il weekend, Russ Thorn rispunta fuori evocato dal suo pigiama-radar, e da lì in poi il film preme a tavoletta sull’acceleratore e diventa la più densa, furiosa e divertente collezione di twist, metafore, meta-commenti, ribaltamenti e contro-ribaltamenti di convenzioni che io abbia visto da parecchio tempo a questa parte.
La cornice da tipico Sy-Fy movie è al tempo stesso una maledizione e una benedizione.
Una maledizione perché i soldi sono pochi, le maestranze grezze e il ritmo è da tv-movie satellitare già pensato con le interruzioni pubblicitarie.
Una benedizione perché, virando presto sul tono da commedia semi-demenziale, può permettersi di togliere freni a dialoghi e situazioni e di essere diretto e spudorato – di fare in poche parole gli stessi discorsi che faceva il reboot più recente di Black Christmas a volume ancora più alto, ma sembrando dieci volte meno scemo.
Sembra di assistere a una specie di vendetta contro Roger Corman: prendere la stessa vecchia gimmick ma, approfittando di essere nel 2021, fare quello che Corman in realtà impediva, ovvero uno slasher che mantenesse una sequenza di morti creative ma che per il resto mostrasse un punto di vista nuovo, sfidasse i cliché, rimescolasse un minimo le carte. E da questo punto di vista, il nuovo Slumber Party Massacre sembra aver accumulato idee dal 1982 e volerle risputare fuori tutte in una volta, con tutto il fomento aggiunto di ribellione femminista degli ultimi anni. Mi spiace per quelli che ancora oggi, 29 ottobre 2021, quando leggono la parola “femminista” si fanno cogliere da convulsioni epilettiche, ma è ovvio che l’argomento è per buona parte questo. Mi scoccia raccontarvi scene, preferisco che vi godiate ogni piccola trovata, ma date tranquillamente per scontato che ci sia il momento di doccia sexy e che sotto la doccia ci sia un uomo, e che sia giocata per essere contemporaneamente eye-candy maschile e commento su quanto il cliché della doccia sexy sia ridicolo, e che pur nella sua ovvietà funzioni alla grande.
Alla regia dopotutto troviamo Danishka Esterhazy, che magari non vi dice niente a meno che non vi ricordiate che ha diretto l’horror sui Banana Splits, ma non è esattamente l’ultima arrivata: ha 52 anni e una carriera fatta delle idee più disparate, e dopo il film sui Banana Splits per esempio ha diretto una biografia di Lorena Bobbitt. E io voglio dire: a chiccazzo lo vuoi dare uno slasher femminista se non a una che ha diretto la biografia di Lorena Bobbitt??? Ringraziate che la butti in ridere.
In conclusione: dire che il nuovo Slumber Party Massacre ricorda Scream o Cabin in the Woods è esagerato; dire che ricorda Tucker & Dale vs Evil lo è un pochino meno, ma in realtà sta una spanna anche sotto a quest’ultimo. Le idee non mancano, ma soffre la confezione da tv-movie, e butta forse troppa carne al fuoco quando le trovate migliori avrebbero meritato maggior sviluppo.
Però è simpatico, deliziosamente cretino, e spesso imprevedibile: di questi tempi, in cui riescono a deludere anche i reboot dei film brutti e chi ha tutti i soldi che vuole tira comunque fuori Halloween Kills, è grasso che cola.
Video On Demand-quote:
“I love you”
Nanni Cobretti, i400calci.com
il primo “momento di doccia sexy e che sotto la doccia ci sia un uomo” che ricordo è stato in Tomb Raider anno 2001 quindi non proprio una novità, e in quel caso era tutto elevato a potenza dal fatto che ti aspettavi Angelina Jolie formato Lara Croft mica attrice sconosciuta da tv movie…
Che è il motivo per cui ho scritto “date tranquillamente per scontato che” invece che “sconvolgetevi davanti all’incredibile intuizione di”.
“Mi spiace per quelli che ancora oggi, 29 ottobre 2021, quando leggono la parola “femminista” si fanno cogliere da convulsioni epilettiche […]” (cit. Nanni Cobretti)
Non più di quante me ne causi il termine: “maschilista”. Uomini e donne sono diversi AND complementari. Period. Solo gli sfigati (e gli incel, ambosessi) alimentano una guerra tra i sessi di cui non c’è assolutamente bisogno.
Btw, questo film è una merda.
Tuttavia, da buon over 40, so distinguere la merda dalla merda.
Quando hai 20/30 anni caghi e poco ti importa.
Superati i 40 anni, senti che anche la consistenza e la modalità di espulsione delle feci fa la differenza. E così, senza accorgertene, di fatto recensisci quotidianamente le tue deiezioni, associandole ad un maggiore o minore stato di salute.
Slumber Party Massacre l’ho visto perché praticamente il 99% delle recensioni lo ha associato ad Halloween Kills (e viceversa).
E tutto sommato mi ci sono divertito.
Un po’ come quella cagata che esce con la consistenza giusta, la velocità giusta, la sensazione giusta, che alla fine non hai neanche bisogno di pulirti.
Non ti cambia la vita, certo. Ma almeno agli amici intimi è un’esperienza che ti senti di raccontare e suggerire.
Ammazza quanto risentimento nel nome del non voler alimentare il risentimento…
Scusa, sono troppo curioso, quale sarebbero le aspettative di un incel femmina?
@Nanni Cobretti
Non mi fraintendere. Zero risentimento. Dico solo che gli esseri umani -come li conosciamo oggi- esistono da 75.000 anni. Hanno vissuto, prosperato, conquistato. Solo oggi pare che sia complessa anche una delle cose più semplici al mondo, ovvero il rapporto uomo-donna (qualsiasi gender abbiano scelto).
Ma non c’entra nulla col film, lo ammetto.
@udokier
“Scusa, sono troppo curioso, quale sarebbero le aspettative di un incel femmina?”
Le stesse, identiche, di un incel uomo. O sei convinto -come molti- che per una donna basti uscire di casa e sventolarla all’aria per trovare il principe azzurro?
@Pitch se vuoi rispondergli dagli un’email a cui contattarti, grazie per la cortesia
…troppo tardi. Ma sì, la tua posizione l’avevo capita. Anche le tasse sembrano complicate ma secondo me siamo tutti uguali e nelle stesse condizioni e dovremmo tutti pagare la stessa identica cifra. Ora però torniamo a parlare di cinema che ci facciamo tutti quanti una figura migliore, grazie.
@Nanni Cobretti
“Ora però torniamo a parlare di cinema che ci facciamo tutti quanti una figura migliore, grazie.”
Volentieri!
Non ho una statistica precisa, ma mi sa che qui dentro sono uno dei pochissimi che commenta la recensione di un film solo se lo ha effettivamente visto.
Quindi: se volete spoiler, curiosità, livello di figa del film qui recensito, commentate qui sotto ;-)
Peace.
è anche vero che la provocazione comincia nella recensione stessa quindi zittire chi la coglie mi suona un pò ipocrita ma vabbè il capo decide
È vero che nella mia ingenuità preferisco che qualcuno risponda soltanto a se stesso in quella particolare divagazione di 7 parole contenuta in un articolo di 2000, ma ha anche già comunque risposto in modo esauriente e non c’è bisogno di proseguire.
@PweDiePie
“è anche vero che la provocazione comincia nella recensione stessa quindi zittire chi la coglie mi suona un pò ipocrita ma vabbè il capo decide”
Grazie per il supporto <3
Ma non sono stato zittito o censurato.
La digressione e la chiosa socio-politica fanno parte della cifra stilistica delle recensioni de I400Calci. Sono io che ho abboccato come un nasello alle 7 parole su 2000 della recensione.
Detto questo: praticamente sto film lo abbiamo visto solo io e @Nanni Cobretti?
Proviamo a riportare la cosa nei giusti binari.
Il punto è: è chiaro che il film fa una cosa, ed è praticamente obbligato a farla, sia perché gli slasher fino ad oggi sono stati al 98% unidirezionali, sia perché proprio questa saga nello specifico lo richiede come suo storico, come descrivo nella prima parte dell’articolo.
Io ho passato sostanzialmente tutto il pezzo a descrivere o far cercare di intuire il femminismo senza scrivere “femminismo”, perché purtroppo so bene che c’è gente a cui scatta il Google Alert se compare la parola “femminismo” e tira il freno d’emergenza. Ma lo posso descrivere. Se lo descrivo e basta va tutto bene e arrivano fino in fondo senza problemi. È un po’ un problema con le etichette in generale. Però a un certo punto mi sento anche ridicolo a descriverlo senza nominarlo, e tutta la situazione è ridicola perché è una parola, un concetto, un contesto che non dovrebbe far scattare un beneamato cazzo di nulla. E fino a un certo punto non mi frega neanche di parlare di com’è messa la società oggi o se per caso siete nazisti certificati e dichiarati, perché la vera questione in oggetto è: dove volete che vada a parare uno slasher che decide di rimescolare le regole dello slasher? Quali sono quelle più ovvie? E per di più nello specifico: dove volete che vada a parare il remake di una saga che all’epoca si presentava come pseudo-femminista in un contesto culturale che non le permetteva di essere davvero femminista? Con un concept platealmente indirizzato al voyeurismo? Dove volete che vada oggi che invece le è commercialmente permesso di avere gli orizzonti un pelo più ampi, e con tutta la giustificatissima frustrazione accumulata nel frattempo? Che senso ha infastidirsi? A un certo punto non siete davanti a uno slasher “femminista”: siete davanti a uno slasher fresco. Che per risultare fresco ha strade abbastanza ovvie da prendere (e il film ne prende anche altre che non hanno niente a che vedere con il famigerato e temutissimo gender). Poi trovo divertentissimo che nel contesto di un tono semi-demenziale possa permettersi di urlare tutti questi concetti a squarciagola invece che andarci delicatamente per non infastidire quelli che “HEY checcazzo vuol dire che qui sono gli uomini a fare a cuscinate in mutande” (mi ha fatto ridere la battuta delle tipe che reagiscono con “Are they out-slumberpartying us???”). Quindi la mia divagazione di 7 parole era semplicemente l’espressione di questa frustrazione, che – e sinceramente spiace di averti colto diciamo in un attimo di distrazione, @Pitch – si è rivelata immediatamente giustificata.
Ma di nuovo, più forte di prima: ringraziare che, qualità altalenante a parte e senza per forza rivoluzionare lo stato del cinema horror, faccia tutto questo in modo tanto spiazzante quanto effettivamente puntuale, e soprattutto che la butti in ridere. Poteva andare peggio. Poteva essere Black Christmas 2019.
Vabbè, fine di un pippone di approfondimento che prima o poi andava fatto, grazie.
Assaggiatelo se Halloween Kills vi ha fatto sbadigliare.
@Nanni Cobretti
Il problema di fondo -su cui penso non ci troveremo mai- è che Slumber Party Massacre 2021 *non* è femminista. Per questo mi hai triggerato. Al massimo è anti-misogino e prende per il culo -e non sono certo sia totalmente volontario- una certa mascolinità tossica “di reazione” tipica degli ultimi anni.
SPOILER
Per chi non lo ha ancora visto: l’unico culo che vedrete è di un uomo. Nella versione “easy” che ho visto è pure pixellato.
FINE SPOILER
E infatti -come ho scritto nel primo commento- mi ci sono anche divertito.
Non è il film del secolo, non avrà neanche l’impatto culturale che ebbe “Get Out” (che detesto), ma ci sta tutto.
Sai meglio di me che l’humus dello Slasher (da Halloween in poi) non è la guerra tra sessi, ma il moralismo. Scopi liberamente? Muori. Bevi? Muori. Ti droghi? Muori. Sei una verginella che punta il dito contro la sua stessa ombra? Benvenuta, Final Girl.
Anche se sono solo “7 parole su 2000″ (cit), è quantomeno furbetto citare il femminismo in un film che è praticamente una commedia horror in salsa slasher e che prova un attimo a ribaltarne il canovaccio senza pretese di sradicarne i topoi (la final girl è afroamericana).
E’ la mia opinione e per definizione non vale un cazzo, ma no, Slumber Party Massacre 2021 non è… femminista :-)
Penso che per discutere di femminismo/non femminismo tocchi prima accordarsi sulla definizione appunto di femminismo, e solo su quello probabilmente non basta nemmeno se ci troviamo una sera al pub solo per quello (specie perché facilissimo che sbagliamo entrambi). Detto questo: da una parte sono d’accordo perché è proprio quello che sto dicendo, ovvero che prima di tutto si scardinano parecchi cliché di genere, e la direzione più ovvia è mettere in scena femmine che non si limitano a subire la situazione stirando la trama fino al punto limite in cui tocca che reagiscano se no finisce il film. Il film colpisce un po’ ovunque: ribalta i personaggi femminili (pur non lasciandoli immuni da frecciatine), ribalta/sfotte quelli maschili, commenta altri cliché che non hanno a che fare con nessuna di queste cose (che so, la scena in cui si danno i turni per guardare il cadavere). Però è anche un film che, nel rispetto di quello che avrebbe dovuto essere il concept della saga originale, ha in mente prima di tutto un target femminile. Usa tutte le “buzz words” del caso in allegria, e quei pochi stralci di momenti seri che si concede sono tutti in quella direzione (“we take care of each other, that’s what we do”, e ovviamente le motivazioni del killer). Non è “furbo” usare “femminismo” in un pezzo del genere, continuo al contrario a sentirmi stronzo a non farlo perché continua a sembrarmi assurdo che sia un termine da lenzuolo rosso davanti a un toro.
Ma parliamo anche di cose serie per favore: udokier, “un incel femmina” vuole l’apostrofo.
Ok, segnato. Mai incrociato neanche per sbaglio uno dei film originali, ma relativi poster erano un classico delle riviste del settore dell’epoca. Ma gia’ a 15 o 16 anni capivo che se proprio volevo soddisfare certe fantasie morbose era meglio se mi riguardavo “Omicidio a luci rosse”.
Piuttosto, per un attimo, leggendo (molto) distrattamente il titolo dell’articolo e leggendo di montaggio, mi sono illuso che non si trattasse del “solito” remake, ma mi ero immaginato che qualcuno avesse finalmente realizzato un mio vecchio pallino: cioe’ che qualcuno avesse preso i tre vecchi SPM e li avesse rimontati e rieleborati creando un “nuovo” film, un bignami che sintetizza la saga tenendo le parti “migliori”. Un bignami coerente e fico, pero’, mica ‘na roba da youtube con le dissolvenze cheap! Si’ insomma, utopizzo la versione “arty” e professionale dei video porno che mettono insieme le scene hot di questa o quella attrice. ‘Na roba alla “F for Fake” di Welles, per sparare altissimo, o dei trailer recut, per stare piu’ terra terra.
Proposta intrigante. Ho provato a pensarci, ma di base ci verrebbe una roba che inizia con una sintesi del primo film, dalla mezzora in poi diventa un riassunto del secondo, il terzo viene ignorato per compassione e ci sono tempi morti lo stesso.
Ma é meraviglioso!
Non ero assolutamente a conoscenza di questa saga ed ora DEVO averla.
Nel caso, dove si possono vedere i 3 (ora 4) titoloni?
Perché al momento ho solo trovato i dvd su amazon…e il prezzo é abbastanza altino purtroppo.
Se non vuoi prenderti i bluray/dvd credo si trovino integrali su Youtube
Certo che anche la VHS che ho postato qua sopra ha un prezzo che non ha il minimo senso.
Grazie mille.
Recensione fantastica comunque!
PS io comunque un film in cui un serial killer si imbuca al pigiama party di un gruppetto di super eroi e uccide tutti senza pietà, lo guarderei. Cazzo se lo guarderei.
Magari gli stronzi per l’occasione si sono persino scambiati i costumi e speppiano su quale sia il loro nemico più pippa.
Se può esserti di conforto, l’ha fatto io punitore. Sia intrufolarsi al pigiama party ed uccidere tutti (Suicide Run), sia diventare un serial killer di supereroi (un bel what of di Ellis)
Ma il secondo capitolo stando alla vostra sinossi è praticamente “Nightmare”
Strano chiedere ai lettori dei 400 calci se conoscono Corman e poi procedere a spiegare chi è. A volte avete dato per scontato conoscenze ben più improbabili.
Comunque per me Corman è quello dei film di Edgar Allan Poe, tutta la roba che ha prodotto non ci penso nemmeno a guardarla.
In realtà dò per scontato pure quello e ci mancherebbe, ma ricordarlo crea una rincorsa più a effetto.
questi film che mi perderei perché non se ne parla altrove sono il motivo per cui seguo fedelmente i 400 calci. grazie nanni!
ps, non entro in quella polemichina anche perché el commentator che l’ha iniziata non conosce il significato delle parole di cui vuole discutere, ok ho fatto polemica pure io sono debbbole.
Non sei “debbbole” (cit). Sei solo un poveraccio che commenta un film che non ha visto e che non vedrà, per sua stessa ammissione.
A casa mia quelli come te sono solo “attention whore”. Nella migliore delle ipotesi.
By El commentator (cit. 2)
un film che non ha visto e non vedra’ per sua stessa ammissione…
uhm, e dove hai preso questa informazione?
il film l’ho visto.
comprensione del testo.
salutini carini.