Non so se l’avete notato, ma quello dei vampiri è un settore che tira. È qualcosa che trovo estremamente affascinante, al di là del concetto di vampiro in sé, la promessa di dormire tutto il giorno, festeggiare tutta la notte eccetera. Stiamo parlando di una leggenda che è diventata un topos letterario, che è diventato un genere, che è diventato una sorta di franchise senza un proprietario e che per questo verrà declinata a oltranza nei secoli dei secoli. Un concetto che rimane sempre uguale a sé stesso, dovendo rispettare quei due-tre principi cardine che lo definiscono, eppure che si trasforma in continuazione per adattarsi alle mode, ai sentimenti del pubblico, alla StoriaconlaSmaiuscola. Non penso di esagerare se dico che, molto più di qualsiasi altro genere altrettanto fortunato, ogni film di vampiri ci dice chi siamo in quel determinato periodo storico. Se non come persone, sicuramente come società.
Un’altra incredibile costante del genere è che non importa quali siano i vampiri con cui siamo cresciuti noi — il Dracula di Christopher Lee, i ragazzi perduti di Schumacher, i succhiasangue melanconici di Anne Rice o quelli autoironici di Buffy: saremo sempre pronti a mettere da parte le nostre differenze culturali e ideologiche per fare fronte comune contro qualsiasi tipo di vampiro piaccia a chi è più giovane di noi, spiegando nel dettaglio perché i loro film sono una merda e perché quelli non sono veri vampiri.

Questa cosa si chiama gatekeeping
Qualche giorno fa, con l’uscita del nuovo trailer del nuovo Batman, sono incappato nel pianto greco di qualche incel che si lamentava del fatto che “per colpa di Robert Pattinson ora tutte le ragazzine di Twilight diventeranno fan di Batman”. La cosa mi ha fatto molto sorridere perché questo timore di vedersi portare via Batman dalle ragazzine sembra non tenere conto del fatto che le ragazzine di Twilight non sono più ragazzine da un po’. L’ultimo Twilight è uscito quasi dieci anni fa: le ragazzine che sognavano di essere stalkerate da vampiri fosforescenti nel 2008 ora probabilmente hanno un lavoro, pagano l’affitto, vanno a fare il 730. Non sono più “una minaccia”. C’è un’intera nuova generazione di ragazzine che i tormenti amorosi di Edward e Bella non sanno neanche cosa siano, una generazione per la quale Twilight è una roba, se non da vecchi, da zie e sorelle maggiori.
È questa la generazione a cui sono indirizzati i nuovi film di vampiri.
Ed è questa le generazione che dobbiamo distruggere. Anche a costo, potete scommetterci, di fare fronte comune con le (ex) ragazzine di Twilight.
Ovviamente non sta bene criticare senza conoscere, quindi accendete le vostre due piattaforme di streaming preferite e vediamo insieme cosa passa il convento!
BLACK AS NIGHT, di Maritte Lee Go
LA TRAMA IN BREVE: Una ragazza e i suoi amici danno la caccia ai vampiri che infestano un quartiere degradato di New Orleans.
LA TRAMA IN UNA FRASE A EFFETTO: Buffy ma non fa ridere
DOVE LO TROVATE: su Amazon Prime Video
CHI SONO I PROTAGONISTI (e perché dovrebbe fregarcene qualcosa di loro)? La protagonista è un’adolescente che affronta la pubertà, la sua prima cotta, una situazione famigliare non facile e il problema non marginale dei vampiri-barboni. Ad aiutarla nella sua impresa ci sono l’amico gay, la crush, il fratello cazzone e una nerd in fissa coi romanzi di vampiri, la cui caratterizzazione varia da “cliché con le gambe” a “nessuna”.
LA DITTATURA DEL POLITICAMENTE CORRETTO: raga non so come dirvelo ma la protagonista di questo film è nera.
I VAMPIRI SONO UNA METAFORA DI: dei neri d’America che si sono rotti il cazzo di essere schiavizzati, emarginati, calpestati e ignorati da uno Stato razzista e classista e decidono di risponde alla violenza con la violenza. Attenzione, però, che alla fine del film c’è la morale: è giusto essere arrabbiati, ma i problemi si risolvono firmando le petizioni, non organizzandosi in un esercito e progettando una rivolta dal basso che mira a rovesciare il sistema.

Chissà cosa ne penserebbero loro
LA RILETTURA INASPETTATA DEL MITO DEL VAMPIRO: i vampiri abbastanza antichi e con abbastanza melanina possono resistere alla luce del sole e muoversi anche di giorno. Quindi in pratica i vampiri neri hanno un superpotere in più. Viene anche accennato il fatto che un vampiro può scegliere di non nutrirsi di esseri umani (ma non spiegano quale sia l’alternativa, dicono solo “con la moderna tecnologia”… forse si mangiano uno smartphone).
IL GRANDE ATTORE IN UN RUOLO UMILIANTE: c’è Keith David (quello di La cosa, Essi vivono, Platoon, Armageddon, Pitch Black) che fa il capo dei vampiri cattivi.
COME VA A FINIRE? (santo cielo, GLI SPOILER!) I buoni vincono, i cattivi perdono, l’amico gay muore durante lo scontro finale ma alla fine del film torna come vampiro: finale a effetto o gancio per un sequel? Chi può dirlo, al giorno d’oggi.
COSA NON FUNZIONA: non riesce a decidersi se vuole essere un teen horror serio o scemo. Tocca una quantità di temi scottantissimi che vanno dalla schiavitù all’uragano Katrina, si parla di tossicodipendenza, di povertà, dei senzatetto, delle istituzioni che ti voltano le spalle, di razzismo e persino delle tensioni all’interno della comunità nera — la protagonista è complessata perché ha paura di essere troppo nera — ma non affronta mai veramente nessuno di questi argomenti, li accenna e poi scappa a gambe levate. Passa da una madre che chiede i soldi alla figlia per comprarsi l’eroina a un gay che fa commenti salaci sull’abbigliamento di qualcuno senza soluzione di continuità. Non mi stupirebbe scoprire che è stato concepito come qualcosa di molto più serio a cui poi Amazon ha detto “sì vabbè però un po’ meno” o come qualcosa di molto più leggero a cui Amazon ha detto “ok ma aggiungici un po’ di impegno sociale che ai giovani piace questa merda”.
È OGGETTIVAMENTE UN BRUTTO FILM? Nì. Boh. Al netto di personaggi dimenticabili e una scrittura piattissima, è un film per ragazzi inoffensivo, c’è ben di peggio.
LA TRAMA IN BREVE: un autista viene ingaggiato per accompagnare due fregne in giro per la città per tutta la notte, le due fregne però sono vampire con una lista di gente da uccidere. Seguono casini.
LA TRAMA IN UNA FRASE A EFFETTO: Collateral ma coi vampiri
DOVE LO TROVATE: su Netflix
CHI SONO I PROTAGONISTI (e perché dovrebbe fregarcene qualcosa di loro)? Il protagonista è un ragazzo simpatico e dal cuore d’oro che va sullo skate, sogna di fare il produttore musicale, sbarca il lunario facendo i compiti per i ragazzi più ricchi all’università e gli piacciono i manga, quindi che dire, io alzo le mani, sono riusciti a infilare veramente tutti i cliché, non ne è rimasto fuori neanche uno, sono ammirato. Le due vampire sono caratterizzate come fregna e stronza una e fragna e un po’ meno stronza l’altra.
I VAMPIRI SONO UNA METAFORA DI: dei ragazzi fighi del liceo che poi finisce il liceo, ci ripensi dopo anni e ti chiedi “ma perché eravamo tutti convinti che fossero fighi?”
LA RILETTURA INASPETTATA DEL MITO DEL VAMPIRO: i vampiri hanno già vinto, hanno conquistato tutto quello che c’era da conquistare, stipulato una tregua con gli esseri umani e da secoli dominano il mondo dall’ombra; una volta erano dei predatori ma ora si sono impigriti e imborghesiti.
LA DITTATURA DEL POLITICAMENTE CORRETTO: raga non so come dirvelo ma il protagonista di questo film è ispanico.
IL GRANDE ATTORE IN UN RUOLO UMILIANTE: questo film è una tale poverata che il nome non solo più grosso, ma anche più di talento, è Megan Fox, che compare per tre minuti e muore offscreen.

“Bella e brava!”
COME VA A FINIRE? (santo cielo, GLI SPOILER!) I cattivi perdono, ma non arriverei a dire che “i buoni vincono”. Durante il combattimento finale il protagonista rimane ferito e per salvargli la vita la vampira fregna-e-un-po’-meno-stronza lo vampirizza. Quindi il film si chiude col protagonista che è diventato un assassino? Boh, non chiaro. Però guida una macchina figa, indossa gli occhiali da sole anche di sera e scopa, è questo quello che conta, no?
COSA NON FUNZIONA: la quasi totalità di quello che succede, succede fuori scena, per cui il film è sostanzialmente una compilation di gente che entra in stanze tutte imbrattate di sangue e dice “o mio dio ma che avete combinato”, oppure conversazioni telefoniche in cui i personaggi si raccontano quello che hanno fatto o stanno per fare. È una roba a basso budget che cerca di non sembrarlo, tutto è tirato a lucido come un telefilm per adolescenti della CW ma se strizzi gli occhi vedi che i set sono minuscoli, i fondali un greenscreen unico e gli attori dei modelli che non sanno recitare. Ma soprattutto non sa cosa vuole raccontare, non c’è una storia, c’è solo il concept “autista di Uber porta a spasso due vampire matte e un po’ porche” e la speranza che questo basti a tirare l’ora e quaranta.
È OGGETTIVAMENTE UN BRUTTO FILM? Sì. È l’estetica a discapito della sostanza, e comunque è un’estetica che fa cagare, tutta neon, discoteche, hotel di lusso e pantaloni attillati. Nessuno reggerebbe il paragone con Collateral, ma questa roba non lo regge neanche con A spasso con Daisy.
VAMPIRES VS. THE BRONX, di Oz Rodriguez
LA TRAMA IN BREVE: Un gruppo di ragazzini dà battaglia a un gruppo di vampiri che stanno lentamente prendendo il controllo del Bronx attraverso una serie di speculazioni immobiliari.
LA TRAMA IN UNA FRASE A EFFETTO: I Goonies ma coi vampiri
DOVE LO TROVATE: su Netflix
CHI SONO I PROTAGONISTI (e perché dovrebbe fregarcene qualcosa di loro)? Il trittico perfetto dei personaggi di un film per ragazzi: il boy scout, quello too cool for school e il nerd e imbranato. A un certo punto si aggiunge anche una ragazza che vuole fare l’influencer e ha sempre il telefono in mano (ah, i giovani d’oggi!)
I VAMPIRI SONO UNA METAFORA DI: della gentrificazione! E non è neanche una metafora tanto velata, i vampiri sono questi ricchi stronzi che si comprano mezzo Bronx spogliandolo della sua identità, costringendo i suoi abitanti a trasferirsi altrove e riempiendolo di appartamenti di lusso, Starbucks e negozi che vendono solo cereali per la colazione.

Esistono davvero
LA RILETTURA INASPETTATA DEL MITO DEL VAMPIRO: non c’è, in realtà tutto molto fedele alla tradizione. La trama stessa è una citazione a Dracula di Bram Stoker, con il vampiro che programma di conquistare una città a partire dall’acquisto di un immobile. Ci sono un mucchio di altre strizzate d’occhio al canone sia classico che moderno, tipo che il capo dei vampiri si chiama Murnau, uno sgherro si chiama Polidori, un personaggio a un certo punto legge Salem’s Lot e i ragazzini imparano a combattere i vampiri guardando Blade…
LA DITTATURA DEL POLITICAMENTE CORRETTO: raga non so come dirvelo ma i protagonisti di questo film sono neri e ispanici.
IL GRANDE ATTORE IN UN RUOLO UMILIANTE: non lo definirei un grande attore, ma c’è Method Man che fa il prete…

Che ne è dei tempi in cui se ascoltavi Method Man diventavi violento?
COME VA A FINIRE? (santo cielo, GLI SPOILER!) I buoni vincono, i cattivi perdono, il quartiere viene salvato dall’invasione hipster e celebra la sua identità con le sue bodega, i suoi murales, la sua musica rap.
COSA NON FUNZIONA: per durare appena un’ora e venti riesce a essere parecchio ripetitivo. Essendo un film di impostazione molto classica ci sono tutti i cliché del genere, l’alleato che poi si rivela cattivo, il cattivo che poi si redime, il gruppo che si sfalda ma poi nel momento del bisogno torna insieme, la vestizione dell’eroe, la resa dei conti e tipo 47 scene tutte uguali in cui i ragazzini vanno dai genitori e dicono “aiuto ci sono i vampiri”, i genitori non ci credono e li mettono in castigo. Poteva durare 10 minuti in meno e non si faceva male nessuno.
È OGGETTIVAMENTE UN BRUTTO FILM? No, alla fine comunque si fa guardare. Fa simpatia e riesce dove Black as Night falliva miseramente, cioè nel tentativo di dare tridimensionalità sia ai personaggi, sia al quartiere dove vivono, restituire il senso di una comunità da proteggere e, insomma, portarti a parteggiare per i buoni e non per i cattivi.
Allora, io di questa roba credo proprio che non ne guarderò nemmeno un minuto per sbaglio, ma questo articolo lo salvo e lo appendo in bacheca :D
Grazie 400 Calci!
♥♥♥
Anch’io! Lho letto due volte :D
“Raga non so come dirvelo ma…” quest’articolo è uno dei migliori che abbia mai letto sul sito, anche se dubito fortemente che guarderò i tre film in questione.
Ps. se non fosse stato per i rispettivi “hatedom” e se non fosse stato per l’ottusità e l’ossessione dei sopracitati odiatori i vari Robert Pattinson, Justin Bieber ecc. avrebbero ottenuto soltanto una frazione della fama di cui godono oggi. There is no such thing as bad publicity.
Dillo ai Lost Prophets ;) (gruppo che mi ascoltavo nel mio periodo niumetallazzo adolescienziale Shinobi vs Ninja o una cosa del genere era il top ai tempi)
Beh i L.P. facevano cagare a spruzzo anche a prescindere dal loro pedofrontman.
Ripeto, a 14 anni il niumetal era il top per me. Avevano pure un dj!
Bei tempi, nonostante tutto.
Comunque in Gran Bretagna erano abbastanza famosi prima che venisse fuori che schifoso dimmerda fosse il cantante.
Pattinson è un bravo attore e sono convinto sarà un ottimo Batman (come lo è stato ben afflect, la cui unica colpa è aver interpretato mr Wayne in due film non esaltanti). Per quanto riguarda questi vampiri, boh. Non mi pare roba così caratteristica da potersi definire “generazionale” come Twilight o Buffy.
non fanno una generazione ma fanno numero. nessuno di questi film passerà alla storia, ovvio, ma quando ci guarderemo indietro chiedendoci “com’erano i film di vampiri nei primi 20s?” la risposta (probabilmente) sarà: inclusivi, senza personalità e legati al territorio, e il merito sarà anche di film non memorabili come questi. almeno credo
Allora, film totalmente inutili, ma articolo brillantissimo come solo qui sui Calci. Forse mi guarderò quello dei cattivi vampiri hipster, ma solo per la maglietta degli Slayer del nerd sfigato.
Intanto, mi unisco alle preci sul pezzo, anche se in effetti non ho trovato elementi di traino per veder ‘sti film (forse giusto un po’ quello nel Bronx) :) Su Pattinson: lui mi pare un buon attore, non una cima, ma perlomeno ha fatto scelte di gran gusto dopo Twilight facendosi dirigere da Cronenberg, Egger, Denis, I Safdie e quindi ho deciso che lo rispetto e anzi paradossalmente credo che la gente che lo percula per Ed Cullen ignori completamente i filmoni a cui ha preso parte dopo (Internet classics, si preferisce giudicare sempre al ribasso e mai parlare delle cose belle). Sul perché certi fumettari ci rimangano male quando le ragazze accedono al loro mondo rimane per me un mistero tafazzista della Fede.
Perché non hanno più scuse per andare in bianco.
@Rocco Alano BOOOOOOM mic drop
@Rocco Alano Ahahah ‘n effetti non fa una piega.
Dei 3 il meno peggio è Vampires vs. The Bronx.
Gli altri due oltre a essere bruttissimi sono pure una noia totale.
quello delle due fregne l’ho visto…e dimenticato in 10 secondi (il cameo di Megan talmente ridicolo che ho cercato prima chi fosse la sua socia tettona). Son film da cestone come il 90 per cento della produzione prime/nflix..
Concordo in toto sulla riflessione che delle ragazzine di T. che ormai sono cresciute quindi qualsiasi commento simile a quello riportato a riguardo di Pattinson e Batman è davvero ridicolo
Keith David vorrei ricordare anche che è stato il voice actor originale di Golia nella serie animata “Gargoyles”
!!! credevo di essere l’unico che lo riteneva rilevante ma sì, è RILEVANTISSIMO
gargoyles unica serie disney con dei diritti ♥♥♥
Gargoyles gran cartone!
L’ho già detto, lo ripeto, sono noioso ma non importa: la truppa dei 400calci sa scrivere. Gioisco ogni volta che esce un nuovo pezzo. Gioisco e rido: chi cazzo sa farti ridere scrivendo, al giorno d’oggi?
Ps: perché gli altri blog sul cinema, oltre a non strapparmi nemmeno un sorriso, si dannano a spompinare nove film su dieci che si rivelano poi orrendi?
Un abbraccio, di cuore.
Strano che nessuno abbia ancora pensato a un vampiro musulmano e ai suoi dilemmi interiori durante il Ramadan: rispettarlo alla rovescia bevendo sangue di giorno chiuso in casa o fare la vita di sempre rispettandolo allo stesso modo dei fratelli non vampirizzati?
E se il morso convertisse a Maometto invece di renderli nosferati?
Che poi sarebbe immune alle varie croci.
Sarebbe divertente un vampiro che subisse l’effetto dei simboli di una religione (una qualsiasi) e risultasse immune a quelli di tutte le altre, suscitando il panico tra i fedeli di quelle religioni, opportunamente rappresentati nel gruppo di protagonisti..non mi viene in mente niente di più politicamente scorretto!! :D
P.S.
Dei 3 film ho visto Vampire vs Bronx, carino ma fino a questo articolo me lo ero dimenticato e se è il più bello qualcosa vorrà dire. Invece non c’entra niente con i Vampiri ma di produzione Netflix ho trovato divertente “The Trip”, spero in una recensione! :)
Bomba the Trip! Visto, gioito e poi rivisto con la morosa per far si che ne gioisse anche lei!
Beh i L.P. facevano cagare a spruzzo anche a prescindere dal loro pedofrontman.
Concordo. Film che non guarderò mai, ma articolo divertentissimo
“questo film è una tale poverata che il nome non solo più grosso, ma anche più di talento, è Megan Fox”
Ouch!
Non so bene in che forma, ma vorrei fortissimo che questo pezzo diventasse una serie.
Avete fatto bene a non recensire Freaks Out. Una boiata imbarazzante.
uscito il 28…mi fiderò sicuramente di più del parere dei 400 calci…
magari invece lo recensiamo. è mainetti che fa gli x-men + inglorious basterds, bello o brutto che sia mi sembra il genere di cosa che merita attenzione
Bel pezzone, Bronx era l’unico che mi incuriosiva in effetti. E comunque questa vera dittatura del politicamente corretto è la cosa più razzista che ci possa essere, un po’ come le quote rosa…
cioè?
haha il protagonista lo vedo bene per un film del videogioco yakuza like a dragon :D
Dei tre, Night Teeth è proprio idiota a livello di trama.
In pratica il capo di un intero quartiere di Los Angeles, uno che siede al tavolo con i capi VAMPIRI di ben altri 4 quartieri, può tranquillamente essere assoldato come noleggio con autista così da essere comodamente ucciso.
sta cosa ha lasciato un po’ perplesso anche me, ma d’altra parte buffy lavorava da mcdonald’s
ma, per quanto non sia di certo un capolavoro di sceneggiatura, non è che sia proprio così…il fratellastro guarda vampiri non è proprio un boss ma un blade dei poverissimi..che poi faccia l’autista e possa anche raccattare dei vampiri spaccatregua ecc..serve solo a far salire su quella cazzo di macchina il protagonista (giusto in America un suv orribile è un auto spendibile per scarrozzare dei vip per feste esclusive…questa per me è la parte più incredibile del film)
quando il protagonista strabuzza gli occhi e dice una roba tipo (potrebbero non essere queste le parola esatte) “wow che schianto di macchina” ero tipo MA CHE CAZZO DICI MA NON VEDI CHE E’ UN’AUTO DI MERDA?
Leggendo questo articolo mi sono posto una domanda.
Anche a me, come immagino a voi visti i toni canzonatori, infastidisce quella che chiamate dittatura del politicamente corretto.
E’ evidente come la razza (si può dire razza?) degli attori sia diventata fondamentale per la scelta dei protagonisti e questo ovviamente infastidisce. Toh guarda, anche stavolta hanno preso un nero (o ancora peggio un ispanico o un gay o un gay ispanico) per fargli fare il protagonista, ormai è una dittatura, figurati se prendevano un maschio bianco eterosessuale come ai bei vecchi tempi.
Però mi viene da pensare che forse è davvero un ribaltamento di prospettiva.
Quanti attori sono davvero stati esclusi per la razza e non per le capacità (chi si sarebbe sentito rappresentato da un protagonista ispanico d’altronde?). A parte qualche attorone affermato, giusto i neri americani potevano andare bene, e al più come spalle (spesso comiche) o al massimo co-protagonisti.
Insomma, siamo sicuri di non essercelo meritato? E’ davvero giustificato il fastidio che proviamo?
non sono sicurissimo di cosa intendi quindi ti chiederei di elaborare meglio prima di risponderti e fare la figura di quello che non ha capito niente, però a scanso di equivoci io non mi ritengo “infastidito” dalla “dittatura del politicamente corretto”. principalmente perché non credo esista alcuna dittatura…
Scusami ma permetti allora che ti ponga io una domanda, perchè a questo punto credo di essere io quello che non ha capito.
Perchè nelle tue recensioni un paragrafo si chiama “la dittatura del politicamente corretto”?
“Perchè nelle tue recensioni un paragrafo si chiama “la dittatura del politicamente corretto”?”
Per fare ironia su quelli che parlano di “dittatura del politicamente corretto” appena vedono un nero in un film. Anzi, a me sembrava anche abbastanza chiaro dal tono di quei paragrafi, vedi quell’incipit ripetuto tre volte.
@Mario Bava: puoi scriver la parola “razza” ma, almeno per quel che mi riguarda, se la usi a sproposito (per esempio riferendosi agli esseri umani) non ci fai una grande figura.
@ma va, porta pazienza, ma allora non ci fanno una bella figura neppure i nostri padri costituenti visto che anche la nostra costituzione parla di razze (vedi articolo 3).
Detto questo, e posto che etnia non va bene, se conosci una parola più adatta per distinguere un bianco da un nero ti chiedo di insegnarmela.
credo che il tuo dubbio si fermi al “fastidio che proviamo”.. e che invece provi solo tu e pochi altri… però un conto è un film “di razza” (come dici tu, sbagliando, non so se per ignoranza o altro) come non so Black Panther, per stare nel genere calcista..un conto è incastrare come un pezzo di un puzzle sbagliato una caratterizzazione etnica (minoritaria? ispanici americani non credo siano un esempio corretto ) … direi che si debba sempre chiedersi senza pregiudizi..funziona? perché se funziona, come le battute politicamente scorrette ecc, allora è più che ok, se non funziona o peggiora solo la cosa (e non perché si infastidiscono i conservatori del bel cinema anni 60) allora possono anche partire delle speculazioni (anche se inserire un cast cinese in film che vengono venduti spesso più a est che a ovest lo scontato, oer fare un esempio scemo). In questi film credo che la cosa funzioni, sono i film ad essere mediocri.
@mario: etnia mi sembra piú azzeccato, in ambito scentifico puoi usare “razza” per parlare di uccelli, cani e quant’altro ma non per gli esseri umani
non saprei a cosa ti riferisci quando parli dei padri costituenti (per altro ne ho conosciuto bene uno di prima mano) ma la societá nella quale è nata la nostra costituzione non è piú quella di oggi, no?
@ma va guarda, hai ragione tu. Avrei dovuto scrivere “è evidente come i tratti somatici derivanti dall’appartenenza a certi gruppi etnici degli attori…”. Ti ringrazio per la correzione. Un abbraccio.
non vorrei fare l’avv di chi non ne ha bisogno ma…la dittatura del p.c. esiste quanto quella sanitaria ..nella mente di pochi (per fortuna)…quindi credo ci sia della “sottile” ironia .
Si, avevo colto la nota ironica, però solo il fatto che se ne parli è significativo. Da quel che ho letto in tutti e tre i casi il casting ha evitato i bianchi (se non per gli antagonisti). E va bene che magari faceva parte del messaggio dei film, però tutti e tre i film avevano lo stesso messaggio. Non può essere un caso o no?
Così come sempre più spesso vengono fatte scelte (a mio parere) discutibili di casting. Facendo esempi a caso mi vengono in mente il soldato nero negli ultimi star wars, il little john nero dell’ultimo robin hood, il lupin nero della serie netflix, il protagonista nero di bridgerton. E comprendo che in tutti o quasi tutti questi casi vi siano delle motivazioni per queste scelte, ma mi risulta difficile credere che non dipenda anche e soprattutto da un certo “spirito del tempo” che spinge verso queste scelte a discapito di altre. È ovvio che non esiste una dittatura, però mi sembra che il mondo vada in una certa direzione, contraria a quella finora imperante.
ok cerco di dirlo nel modo più dritto possibile:
quella della dittatura del politicamente corretto è una battuta, che nasce dal fatto che ogni volta che un nero ha un ruolo di rilievo in un film, qualcuno sente il bisogno di dire che “l’ha avuta per via del politicamente corretto” o che “per colpa del politicamente corretto ora mettono i neri dappertutto”
ora, io non penso sia una dittatura e penso che questo genere di commenti celi un certo fastidio nel vedere persone non bianche in ruoli di rilievo. quindi quel paragrafo può essere letto come un trigger warning: “attenzione, se sei razzista questo potrebbe non essere un film per te”. ma fa molto meno ridere detto così.
Per la cronaca: nella serie Netflix non c’è nessun “Lupin nero” (Ah, signora mia! Cos’è che si inventeranno poi? Lupin giapponese?): il protagonista è un francese che si ispira al personaggio letterario di Arsene Lupin, che è costantemente citato e omaggiato nel corso della serie.
e’ sempre vita difficile per la sottile ironia, quentin.
Sei stato molto chiaro e ti ringrazio.