Essere originali raccontando storie di case stregate, criaturi demoniachi e tutto il comparto è ormai davvero difficile. Dopo James Wan, e dopo il tramonto del found footage, si stanno un po’ tutti allineando a quell’estetica dello spavento che, se ricalcata da gente meno brava, diventa la fiera del jump scare inutile.
Faccio una confessione: a spaventare me con questo genere ci vuole poco. Le case stregate mi fanno davvero tantissima paura, proprio una roba irrazionale. Per dire, qualche giorno fa stavo leggendo di Dear David, il Creepypasta ideato da Adam Ellis sotto forma di una serie di tweet in cui raccontava come casa sua fosse infestata dal fantasma di un bambino posseduto a sua volta da un demone. Mi sono bastate un paio di descrizioni e due foto sfocate per cagarmi sotto, ho dovuto chiudere tutto altrimenti non avrei dormito. Che ci posso fare, sono un boccalone.
La casa oscura – The Night House, che arriva da noi direttamente su Disney+ dopo una riunione in cui a Disneyfox si son guardati in faccia e hanno detto “E mo’ de questo che se ne famo?”, mi lascia combattuto, perché da un lato è riuscito a non spaventare manco un sensibilone come me (al netto di un paio di sequenze che mi hanno almeno fatto rizzare i peli sul collo), dall’altro è talmente pieno di belle trovate che lo salvano, tutto sommato.
Dietro c’è David Bruckner, uno che si sta configurando sempre più come nome da tenere d’occhio (e che è stato scelto per dirigere il reboot di Hellraiser). Il suo episodio di V/H/S (Amateur Night) era veramente figo e Il rituale (uscito su Netflix, povero David che non riesce mai ad arrivare propriamente al cinema) aveva un’atmosfera della madonna e un mostro notevole. La casa oscura ha alla base un concept altrettanto originale che, se solo fosse stato eseguito con un po’ più di arroganza, ci avrebbe regalato grandi soddisfazioni.
La storia è quella di Beth (Rebecca Hall), insegnante rimasta vedova da poco, dopo che suo marito Owen si è fatto saltare le cervella lasciandole un inquietante quanto criptico messaggio (“Avevi ragione, non c’è niente. Niente ti dà la caccia. Sei al sicuro ora”) e lasciandola sola nella grande casa lacustre costruita da lui stesso. Rovistando tra le cose di Owen inizia a scoprire indizi che puntano a una sua seconda vita nascosta, e Beth si convince sempre più che Owen fosse in realtà un serial killer. Ah, Beth è anche tormentata da una serie di visioni e sogni in cui vede una casa identica alla sua dall’altra parte del lago. E cose strane iniziano ad accadere in casa: stereo che si accendono da soli, presenze eteree che si aggirano per i corridoi, cani e gatti che vivono insieme. Anziché urlare “Fanculo questa merda, io me ne vado” come direbbe chiunque non fosse protagonista di un film dell’orrore, Beth indaga e scopre cose sempre più brutte brutte, che le fanno rimettere in discussione tutto il suo mondo e la riportano indietro, a un terribile incidente con conseguenze impreviste che aveva sofferto da ragazza.
Ora, messa giù così la trama è indubbiamente figa. Bruckner ha la saggezza di non trasformare La casa oscura in una festa del twist narrativo ad cazzum. Preferisce seguire passo dopo passo la detection di Beth, quasi il film fosse un giallo, e stanare il vero colpevole fosse più importante di spaventare. Il guaio è che quando questo colpevole viene effettivamente identificato, smette di fare paura quanto dovrebbe. Perché la paura, in questo tipo di storie, viene dal non comprendere del tutto cosa un’entità maligna possa volere, come possa pensare e agire, quali siano i suoi limiti e come possa essere sconfitta. Una volta che invece quell’entità diventa l’assassino di un giallo, il suo ascendente sulla nostra fantasia viene meno e diventa solo qualcosa da fermare.
Bruckner però è bravo a costruire atmosfere e immagini a effetto. Ad esempio è molto bella la trovata della casa speculare, così come è bella questa concezione fisica e concreta del piano per ingannare l’entità: non il solito rito del cazzo o qualche formuletta già sentita, ma proprio l’idea di prendere in mano la cazzuola (no pun intended) e mettersi al lavoro per ingannare il male con l’ingegno. Bruckner poi è anche molto bravo a giostrarsi tra realtà/sogno/visioni: inizialmente fa percepire le cesure (banalmente, Beth si risveglia dal sogno e capisci che era un sogno), poi pian piano smette di farlo. Spettatori e protagonista convergono sullo stesso piano, quella che persone più istruite di me definirebbero focalizzazione interna. È impossibile per noi sapere quando Beth sia cosciente e quando invece stia immaginando le cose, perché non lo sa nemmeno lei.
Bruckner ci piazza anche dentro il suo solito tema della mascolinità tossica, qui con dei discreti ribaltamenti che rendono il tutto più sfumato. E poi anche il modo in cui è concepita l’entità mala è rinfrescante. Non è il solito demonazzo, ma qualcosa di più imperscrutabile ancora, forse la morte stessa. È una bellissima idea sminuita, come detto, dalla struttura alla “Indovina Chi?”.
Comunque, oh, per me niente male tutto considerato.
Disney+ quote:
“Non ci sono più le famiglie Disney di una volta”
George Rohmer, i400Calci.com
Concordo. Diciamo che è il tipico horror di Rebecca Hall, ovvero bellino ma che non arriva a fare quel passo in più. Per me ormai è una categoria a se, tipo tagline a cui rispondere: “che film è?” “IL CLASSICO HORRORINO CON REBECCA HALL”.
Però se vogliamo dirla tutta tutta il finale è un po’ frettoloso perché, senza entrare in zona spoiler, rientra nel tipo che sembra una roba difficilissima riuscire a “risolvere” e poi basta una roba stupida, una voce, per far dire “ok, fatto”. E si fà. Che ti fa dire “si ok tutto qui?” Eh si, tutto lì. Probabilmente è una cosa soggettiva ma ecco, si poteva fare qualcosina di più perché tutto il resto è ben fatto.
La recensione mi ha quasi convinto, ma rimango #passRebeccaHall (nella mia testa, #passXYZ è lo speculare di #teamXYZ)
l’approccio faccettaro mi tiene purtroppo ben lontano.
(mioddio le *faccette*… c’è la scena in cui fuma nervosamente e guarda di lato con disagio?)
Per me buonissimo horror psicologico senza tanti distinguo.
Vi leggo da molto tempo e non ho mai scritto. Mi diverte molto il vostro modo di fare recensioni “gonzo” (Vedi H.S. Thompson) che dicono molto più del recensore che del film recensito. Io preferisco le recensioni di eccezioni eccellenti ( o come le chiamate) piuttosto che quelle di film horror o di pugni in faccia. A me piace il cinema tutto. Il bel cinema, dal muto al digitale. voi vi esiliate in una (brutta) nicchia. Ognuno ha i propri gusti ma lasciatemelo dire: di horror ne escono un tanto al chilo e pure di pugni in faccia. Recensite per la maggior parte film pessimi, ridicoli. Cercando di ammantarli di significato. The night house? ma che caXXo me ne frega?!?! Vi chiedo a questo punto un articolo bello ben scritto (vi sfido) che mi spieghi perchè il genere horror e picchiaduro (e già a me quelli a cui piace UN genere fanno paura) è degno di tanto sforzo cerebrale. Illuminatemi.
mi verrebbe, d’istinto, di farti un applauso di 12 minuti poiché la penso uguale. Poi però ci ripenso ed effettivamente hanno ragione loro: il sito è specializzato su un certo genere/generi e quindi va bene così…bah. Onestamente però, se a volte recensissero di più e cianciassero di meno (scusate) lo preferirei (siete simpatici e tutto ma a volte, alcune recensioni non mi aiutano per nulla a capire come è un film tanto lungo era il preambolo)
Pensa che una volta se scrivevi che ti piacevano i fiori, ma non avresti mai fatto il fiorista, finivi dallo psicologo militare. Che é come se ti mandassero dallo psicologo perché dici che ti piacciono le donne, ma non faresti il magnaccia. Una volta che hai capito questo, hai capito la vita. Ora sei pronto per nuove sfide.
Ringrazio per le risposte civili. In accordo o disaccordo ma civili. Ormai sono a questo punto.
Mah, in questo spazio molti ci vanno per leggere le recensioni, mica per i consigli degli acquisti. Si fa sfoggio di “cultura”, di riferimenti, di ironia, ci si diverte, si gioca a chi ce l’ha più grosso, si scopre ogni tanto qualche gemma del passato che c’era sfuggita. Ma il 70 per cento dei film recensiti positivamente, che non arriva al 30 per cento del totale, fa abbastanza cagare, lo sappiamo. L’attitudine anti-intellettuale è una maschera, le recensioni qui sono il non plus ultra dell’esercizio intellettuale. Che non è un difetto.
Per chiarire ciò che ho scritto sopra. Un film ( o un libro, o un quadro…) è o bello o brutto. Punto. Secondo i propri gusti, chiaro. Ma da bravi recensori “gonzo” come voi (mi è piaciuta tanto la recensione di tutti i Bond), mi aspetterei un sito più vario. Veramente questa rivista online di film “calciabili” è il vostro orizzonte cinematografico? Gli horror li fanno perchè costano poco e in proporzione si guadagna di più. Punto. Non c’è da fare tanta filosofia.
Da qualche parte, tra le recensioni, c’è un bel articolo di Nanni Cobretti che spiega, per filo e per segno, perché il cinema d’azione è il punto di riferimento di questo sito.
Ha a che fare con la meraviglia e con la concorrenza del teatro, e già ragionare sul medium non è una banalità.
Poi, i critici che scrivono qui sono, nel bene e nel male, la punta di diamante della critica cinematografica italiana, e i film, eccezioni meritevoli o no, li analizzano anche a puntino, con una capacità critica molto raffinata (“e oggi bisogna essere piuttosto raffinati anche solo per aspirare alla rozzezza” semicit.).
Ma leggere da un appassionato di cinema che un flim è bello o è brutto punto secondo i propri gusti fa un po’ cadere le braccia: e allora che ci stanno a fare i critici cinematografici?
I film e le opere d’arte in generale usano linguaggi più o meno oscuri e ci vuole competenza per comprenderli e ancora di più per spiegarli.
Un film al massimo può piacere o non piacere, dipende dalla persona, ma se è ‘bello o brutto’ è possibile spiegarlo, con argomenti e riferimenti ai segni usati dal film.
Sennò a che serve perdere tempo con le recensioni? Vatti a guardare i film e decidi da solo se ti piacciono o no, tanto non c’è altro da dire, no?
Magari ( ma anche sti nomi?), grazie. Ma non sono d’accordo. Basta con questa sudditanza culturale a presunti esseri superiori che ti dicono cosa ti deve piacere e cosa no. E’ comunque un opinione. E tutte le opinioni hanno il medesimo valore. “La corazzata potemkin è una cagata pazzesca”. Fantozzi aveva già chiuso la questione. E questo sitone è la dimostrazione. Su dieci film Horror che recensiscono, secondo me, 9 fanno schifo e forse uno si salva. E loro stessi lo dicono. Mi piace quando scrivono di film per loro speciali, non necessariamente horror. Ripeto: bravi e divertenti. Ma proprio non li capisco. Ma allora perchè non mi recensite solo i film che per Voi sono belli? Poi magari a me fanno schifo ma saprei la vostra opinione. La critica, in generale, ha fatto molti danni. Non parliamo di quella anni 70 di sinistra politicizzata. Madonna! Musicista, autore, pittore, etc…dovevi dare un messaggio. Io quando mi chiedono di suggerirgli un bel film, ormai mi rifuto. Perchè gli presento una cosa meravigliosa per me e mi rispondono come fantozzi. E hanno ragione loro. Quindi elogio lo stile molto personale, appunto “gonzo”, che è forse l’unico stile, dato che non esiste l’oggettività in critica. Ma dico: ma siete così bravi e passate la vita dietro a UN genere? Come se ti facessi vedere una bella figa e tu mi dicessi: a me piacciono SOLO le bionde (grasse, basse, magre) ma solo bionde. Sei serio?
Salve, vi leggo da molto tempo e forse una volta vi ho pure scritto. Volevo sapere perché vi siete fissati con le recensioni dei film di botte e di cacarsiaddosso e non proponete mai articoli di ricette. Non ci si nutre di solo cinema eh.
Risposta offensiva e stupida.
Pier nel post sopra hai dato dello stupido ad ogni membro della redazione. Mi pari un po’ confuso.
Troll. Punto.
Un giorno un uomo entrò da “Le Nouvelle Escargot – Cucina Francese” ed esordì: “Non mi conoscete ma sono anni che passo di fronte a voi e consulto il menù che proponete. Mi piace il font che usate ma ammetto che gli unici piatti che mi destano veramente l’acquolina sono i dolci mentre trovo i secondi mediocri e di scarso gusto. Che ne direste di ampliare la selezione proponendo, che so, Anatra alla Pechinese o Coda alla Vaccinara? Non vorrete certo chiudervi in una nicchia?”
Il giorno seguente, il Ristorante “Grande Oriente – Cucina cinese e italiana” a fianco di “Le Nouvelle Escargot” espose il cartello “Anatra alla Pechinese/Coda alla Vaccinara: 5Euro fino ad esaurimento scorte”.
Mah. Credevo che fosse un sito di persone intelligenti. E invece mi parete un branco di poverini nascosti dietro la tastiera. I tipici leoni da tastiera che dietro l’anonimato offendono. Quello che ho scritto è lì da vedere: un commento civile, un opinione. Ma voi non accettate le opinioni. Dei bambini. E con questo non voglio offendere i bambini, che sono più intelligenti di voi. Non scriverò mai più. E alla redazione: se questi sono i vostri minions per i quali scrivete… che orgoglio!
ma di cosa delira questo?
Questo? “Ma dici a me? Ma dici a me? Ehi, con chi stai parlando? Dici a me? Eh, non ci sono che io qui. Di’, ma con chi credi di parlare tu?”. Ma poi..uno che si fa chiamre mereghettitumifaiimpazzire.
Sottoscrivo con stima le risposte di Francis Ford Coppa e Oliver Die Hardy.
Per Pier aggiungerei che le opinioni restano opinioni se trattano di gusti personali, ma qui di ‘personale’ c’è molto poco: le recensioni sono basate su argomenti e ragioni.
Per questo una ‘opinione’ che non è una opinione, ma una affermazione, qui andrebbe motivata e dovrebbe essere solida, o almeno basarsi su un ragionamento.
Invece… ehm… non tanto (come il riferimento al “bel cinema”: quale sarebbe per te? cosa intendi per bello? è condivisibile? è una bellezza universale? possono percepirla tutti? perché sarebbe “bello” e non il risultato di un argomento di autorità?)
Pier che tu segua questo sito da molto non ci crede nessuno (hai il problema del disagiato compulsivo che ha trovato il nuovo giochino e si deve sfogare dandosi un tono scrivendo vaccate e insulti vari, ma guarda caso alla terza recensione letta hai già cambiato tono) ma anche se fosse…qual è il (tuo) problema?
Fanatico.
ok problema individuato…
Buongiorno,
sono del Moige – Movimento Italiano Genitori, a difesa dei bambini, e mi stavo chiedendo perché continuate a recensire film così violenti. Senza dimenticare che sono diseducativi.
Sarete mica in combutta con Fedez…
Non ricordo se avete recensito o meno Squid Game, ma se sì avete il mio biasimo.
Cordialmente.
Con te ci vogliono le maniere “calciabili”: brutto pezzo di merda, ti mangio il cuore.
La prima frase é stupenda.
Sorry, mi é partito il commento. Intendevo: la prima frase é stupenda nella sua semplicitá. Quanti secoli sono che fanno film su case infestate e demoni? Ma se dici che questo va un po’ fuori dall’ ordinario e di cazzuola, mi hai comprato. ;-). Thanks.
Ma scusa, nell’immensita’ del web, tra galassie di siti e blog superspecializzati esiste anche questo. Tratta solamente alcuni generi e li tratta a suo modo. Pensa che io mi guardo un sito solo di diorami di guerre stellari…Tu ti aspetteresti hai scritto…ma, senza polemica alcuna (anche io non amo il cinema action, leggo qui di film mai visti solo per apprezzare lo stile di chi scrive), ai ragazzi che gliene importa di cosa ti aspetti tu? Mi sembri uno che arriva ad una festa senza invito, entra e dice: tutto bene, buona musica ma cambiate sto tappeto che mi fa cagare. E chi ti ha risposto non mi è sembrato affatto maleducato, ti ha solo serbato una reazione uguale e contraria (condita con caustica ironia). Ti aspettavi pure la reazione che più di garbasse? L’aspettativa crea delusione
Davide. Grazie per il commento. Altri hanno risposto con quella che tu chiami caustica ironia, io chiamo stupidità. Se scrivo è perchè il sito mi piace e lo leggo, no? Altrimenti nella galassia, sarei da qualche altra parte. E siccome trovo molto belle alcune recensioni, e divertenti, e ben scritte…mi sono permesso di fare un mio commento costruttivo. Sembra, per alcuni fanatici, che abbia fatto reato di lesa maestà. Il mio era un complimento che non è stato capito.
Uomo d’altri tempi, incompreso, a volte vittima, Pier.
E aggiungo, Davide. Tu scrivi “ai ragazzi cosa gliene importa di cosa ti aspetti tu?”. Chiunque scrive, scrive per essere letto. A meno che non sia un segreto diario. Se ci pensi, oggi scrivono tutti, e pochi leggono. Ci sono più libri stampati, chè lettori. Tutti concentrati nel pensare che le loro piccolezze siano degne di stampa. Io stesso con questo mio messaggio, in realtà una cortesia verso di te che mi hai degnato di un attimo della tua attenzione. Troppe parole e inutili. Tutto è già stato scritto. E se scrivi, e decidi di esporti, e qualcuno per tua fortuna ti legge… dovresti esserne grato. E se si espone per criticarti, ma da amico, da ammiratore, dovresti farne tesoro. Ora: nessuno della redazione ha risposto, financo letto, i miei commenti. Tu si. Molto gentilmente. Altri, senza argomentare, hanno fatto sarcasmo mediocre. Spero la redazione abbia capito lo spirito delle mie parole. E, per finire con una nota divertente, che per me i 10 minuti migliori di Tarantino sono quelli della morte di Beaumont in “Jackie Brown”.
Pardon, volevo rispondere a Pier. Ma sono un cazzo di boomer e premo tasti a caso
Whoa, oggi polemiche sullo stile quattrocentesco, secondo me non succedeva almeno dal 2012.
Meno male che ogni tanto c’è qualcuno che scende in campo a farsi mazzulare nei commenti, se no sarebbe tutto un “l’unica opinione che conta”, “d’accordissimo con il capo”, “cicciolina sposami”.
Insomma, che sito da combattimento è?
Grande Pier, che entri a gamba tesa in un sito di cinema di menare e chiedi perchè mai si recensisce solo di cinema di menare. Idolo!
Sottoscrivo con stima le risposte di Francis Ford Coppa e Oliver Die Hardy.
Per Pier aggiungerei che le opinioni restano opinioni se trattano di gusti personali, ma qui di ‘personale’ c’è molto poco: le recensioni sono basate su argomenti e ragioni.
Per questo una ‘opinione’ che non è una opinione, ma una affermazione, qui andrebbe motivata e dovrebbe essere solida, o almeno basarsi su un ragionamento.
Invece… ehm… non tanto (come il riferimento al “bel cinema”: quale sarebbe per te? cosa intendi per bello? è condivisibile? è una bellezza universale? possono percepirla tutti? perché sarebbe “bello” e non il risultato di un argomento di autorità?)
Comunque secondo me in questo film c’è un terzo “strato” abbastanza interessante/apprezzabile.
Nel senso che oltre alle due cose stra-tipiche, ovvero (1) sta letteralmente affrontando un demone/creatura/forse la morte stessa e (2) ma non è che è matta/suggestione e sta tutto nella sua testa c’è anche (3) il METAFORONE, tutta la faccenda come allegoria delle difficoltà di elaborazione del lutto e della lotta contro la depressione e l’istinto suicida, che diventa semi-letterale sul finale, quando a parlarle e a provare a convincerla a farla finita è appunto proprio una specie di incarnazione della depressione (cosa che giustificherebbe anche quello che dà fastidio a Vespertime). E alla fine è forse l’aspetto che più mi è rimasto addosso del film.
Guarda io e la mia compagna questo METAFORONE lo abbiamo spinto oltre, cioè secondo noi lui la tradiva (e probabilmente per questo lei era depressa, oppure lui la tradiva proprio perchè lei era depressa) e lei si fa un gran film (ahah) immaginandoselo serial killer e psicopatico (troviamo molto azzeccata la caratterizzazione dell’amica bionda che cercava sempre si ‘sminuire’ la voglia di approfondimento della protagnista, come se lei, guardandola dall’esterno si rendesse conto della situa meglio) per giustificare il senso di colpa di lui che potrebbe averlo portato al suicidio (e se – invece – lo avesse ucciso lei?). Insomma il film ha ottimi spunti, però si aggrava un po’ e risulta noiosetto nelle sue quasi due ore. Però meglio della media dai.
a me era piaciuta in una delle poche serie che ho visto…la tristissima Tales of the Loop..anche lì molto angosciata e sempre unpòpresamale
A proposito di disneyplus, vi segnalo il malese Zombitopia uscito quest’anno.