Se dovessi spiegare Sion Sono a qualcuno che non ha mai visto un suo film, probabilmente direi qualcosa come “è un Takashi Miike che ha ancora gli occhi della tigre”.
✔️è giapponese
✔️è prolifico in modo disturbante
✔️è pazzo
✔️non bazzica i circoli mainstream ma è considerato un assoluto fuoriclasse
✔️passa dalla commedia romantica al torture porn con la disinvoltura di, boh, qualcuno che è molto disinvolto
❌ non si è ancora rincoglionito
In 30 anni di carriera, Sono ha cacciato fuori film ambiziosissimi che sono autentici capolavori e altri francamente incomprensibili che diremo sono autentici capolavori per non fare la figura di quelli che non li hanno capiti, ha infilato qualche successo commerciale piuttosto importante, ha pestato un paio di merde e fatto l’inevitabile serie su un servizio streaming. È un peccato che non ci siamo mai occupati bene di lui, su queste pagine (potete trovare la rece di ben 11 anni fa del suo Cold Fish e quella di otto anni fa di Why Don’t You Play in Hell, più di recente il buon Luotto lo aveva menzionato parlando del pazzissimo Pazzo Samurai Musashi; infine il film di oggi l’aveva visto quest’estate Nanni in anteprima al FrightFest e ne aveva parlato brevemente qui), ma è anche comprensibile considerato che a) in Italia viene distribuito un po’ di merda e b) i suoi lavori sono spesso così strani che risulta difficile inquadrarli anche all’interno di un genere elastico come il “cinema di menare”. Io stesso mi sono deciso a recuperarlo seriamente solo da poco e che dire: mi sono preso a schiaffi da solo per non averlo fatto prima.
Se dovessi spiegare Nicolas Cage a qualcuno che lo conosce solo come quello dei meme, probabilmente direi qualcosa come “è una versione molto più brava e professionale di quello dei meme”. Ora, è inutile che attacchi con la pippa sul valore di Nicolas Cage perché se leggete queste pagine GIÀ SAPETE. Sì, ha fatto film di merda, e sì, ha affrontato ruoli spudoratamente alimentari con lo spirito di chi non gliene importa un fico secco (che espressione bellissima è “fico secco”? bisogna riportarla in auge!) o di chi vuole vedere il mondo bruciare o a volte entrambe, contemporaneamente. E nonostante questo continua a essere uno dei migliori attori della sua generazione, uno con un entusiasmo infinito per il suo lavoro che non si tira indietro davanti a niente, che pure nel più stronzo dei film riesce a regalare qualcosa di unico al progetto e che quando ci crede davvero, ragazzi miei, quando ci crede davvero tira fuori cose memorabili da sceneggiature apparentemente impossibili.
Alla luce di tutto questo, una frase che inizia con “il film di Sion Sono con Nicolas Cage” dovrebbe innescare manifestazioni incontrollate di entusiasmo, celebrazioni nelle strade, eruzioni vulcaniche, accoppiamenti tra cugini di primo grado — e non ve lo nascondo: così è stato. Ma è durato poco.
Prisoners of the Ghostland è sì il film di Sion Sono con Nicolas Cage, ma anche no. Nel senso che non è veramente un film di Sion Sono, almeno non come i film di Sion Sono di Sion Sono. È un film che Sono non ha scritto e che ha accettato di girare su commissione. Oltre a questo, doveva essere il suo primo film americano, ma per problemi di salute è stato costretto a girarlo in Giappone, vicino a casa, e con un cast solo in parte occidentale visto che molti attori, di fronte alla prospettiva di attraversare l’oceano durante una pandemia, si sono tirati indietro. E al di là di tutti i disguidi pratici e di una sceneggiatura con qualche problema (su cui torniamo tra un attimo), c’è proprio qualcosa che scricchiola, che manca, a un livello più profondo. L’idea che un po’ mi sono fatto io è che, come molti registi asiatici arrivati in America sulla lettiga, Sono si sia sentito in dovere di fare quello che il pubblico si aspettava da lui: un’auto-imitazione, quindi, una versione stilizzata, un bigino di sé stesso.
In Prisoners of the Ghostland ci sono damigelle da salvare che poi si salvano da sole e un eroe improbabile che si imbarca in un ancora più improbabile percorso di redenzione, un discorso critico sul corpo della donna e un rapporto problematico col sesso, malattia mentale, preoccupazione per l’ambiente, legami famigliari pazzerelli, violenza come se fosse gratis, una riflessione sulla memoria e sul potere di plasmare la realtà del cinema… Lo spettatore con gli occhialetti da intellettuale ansioso di applicare a questa pellicola la politica degli Autori ci troverà buona metà dei temi cari a Sono, ma annacquati, semplificati. A questo giro Sono si ferma alla superficie, sfiora tutto senza toccare mai niente, come se credesse (o sapesse) che il pubblico ha pagato per vedere Nic Cage che fa il matto, non per assistere alla sua seduta di psicanalisi #57.
Difficile, a cose fatte, capire quanto dipenda da Sono e quanto da uno script un po’ meno che perfetto (opera di due attori sconosciuti e senza nessuna esperienza da sceneggiatori che sa il cazzo come hanno fatto a piazzarlo e piazzarlo proprio a Sion Sono), sta di fatto che la premessa è molto più in area “cose a caso dopo esserci fatti una canna” che “cose a caso perché vogliamo rivoluzionare il Cinema rivoltandolo come un calzino”. Nic Cage è un carcerato a cui viene promessa la libertà se riuscirà a portare a termine una missione impossibile: salvare la figlia di un pezzo grosso che si è persa in una specie di terra di nessuno piena di insidie e abitata da nemici pericolosissimi. Per assicurarsi che Nic non faccia il furbo, viene dotato di una tuta esplosiva e di un orologio con conto alla rovescia integrato: se porterà a casa la figlia del Governatore sarà salvo, se non ce la farà entro 5 giorni, boom. Senza girarci tanto attorno, è esattamente la trama di Fuga da New York & da Los Angeles, a parte il fatto che siamo in una specie di far west post-atomico abitato da cowboy e samurai e che la terra di nessuno in cui Nic si deve avventurare è una città fantasma in cui il tempo ha smesso di scorrere, abitata da barboni steampunk e alla mercè di una banda di demoni-zombie predoni.
Niente di tutto questo è supportato da un qualche tipo di spiegazione, da una mitologia precisa o da un ragionamento: la risposta a ogni cosa è “perché sì” e tutto accade senza espliciti nessi di causa-effetto, come in un sogno. Che da un lato è un approccio molto da Sion Sono, qualcosa che chi ha familiarità con la sua filmografia non faticherà ad accettare (magari darà direttamente per scontato), dall’altro è una scusa bella e buona per far succedere cose a caso per quasi due ore senza sentirsi in dovere di dare allo spettatore uno straccio di coordinata su cosa cazzo stia guardando.
Tanto per citare qualche passaggio assolutamente non-chiave della non-trama:
- al momento di partire per la sua missione, a Nic vengono offerte le chiavi di un macchinone per attraversare il deserto, lui le rifiuta e sale su una ridicola bicicletta da bambina
- la guardia del corpo del Governatore, un samurai interpretato da Tak Sakaguchi (quello di Crazy Samurai Musashi), di punto in bianco si mette a uccidere i propri colleghi per dimostrare di essere il più forte di tutti
- la figlia del Governatore, una sempre in formissima Sofia Boutella, a un certo punto viene trasformata in un manichino
- nella città fantasma c’è un predicatore che legge passi di “Cime tempestose” come se fosse un testo sacro…
E potrei andare avanti, ma temo vi priverei del gusto di rimanere basiti, deliziati e di nuovo basiti di fronte a ogni snodo narrativo matto e privo di senso e, mi spiace dirlo, è forse l’unica cosa veramente gustosa di questo film.
Narrativamente parlando, se si abbandona ogni pretesa di coerenza, è uno spasso.
E visivamente è la proverbiale festa per gli occhi, perché Sono e il suo direttore della fotografia (il sodale Sohei Tanikawa) si divertono come pazzi a giustapporre, con gran gusto, immagini diversissime dalle fonti più disparate: kabuki e steampunk, western e chanbara, sabbia e neon, geometria e caos, vecchio e nuovo. Qualcosa di vagamente simile a Sukiyaki Western Django (non a caso di Miike), ma sparato a volume 11 mila.
Tuttavia, per il 90% del tempo si ha l’impressione di stare vedendo attori che improvvisano su un set ancora in allestimento, dove scenografo e costumista hanno avuto carta bianca ma il regista e lo sceneggiatore non sono ancora intervenuti per dare una forma al racconto e un significato a queste immagini. È indispensabile? No. È spiacevole? Non per forza. È tutto qui? Purtroppo.
Blu-ray quote:
“Un’avventura onirica samurai western post-nucleare con Nicolas Cage, o come lo chiama Sion Sono: mercoledì”
Quantum Tarantino, i400calci.com
è peraltro costato parecchio, almeno credo visto cosa e chi c’é dentro. Dura un fottio, inutilmente. E Nicholas Cage è truccato con la cazzuola del muratore, seriamente, la tinta a barba e capelli sembra fatta col lucido da scarpe.
oh andiamo, nicolas cage non può costare così tanto! hai visto quanti film fa all’anno?
poi tu critichi il trucco, ma ieri leggevo che sul set del film ha incontrato la sua QUINTA MOGLIE. evidentemente ha fatto colpo.
quinta moglie.
let that sink.
quinta moglie? ora capisco perchè deve fare 30 film all’anno
E lo dico da papà, nonché da cieco sostenitore di Nicholas al quale perdono il 99 percento delle cappellate.
È vero il trucco e la tinta alla barba di Cage lo fanno assomigliare molto a Pavarotti truccato per un opera lirica 😄
Potrei guardare quella gif di Nic Cage tutta mattina
Ho guardato quella gif di Nic Cage tutta mattina
Io mi scuso veramente tantissimo per l’off-topic ma ieri sera ho finalmente visto I Molti Santi del New Jersey (purtroppo non in sala come volevo) e mi è piaciuto molto, anche e soprattutto perché tratto dalla miglior serie TV di sempre.
Visto che c’è in giro gente che non capisce e parla di scimmiottamento di Scorsese, sarebbe proprio bellissimo se trovassi qui la recensione giusta, anche perché sarebbe l’occasione per parlare un po’ dei Soprano, che non fa mai male.
Se ve lo steste chiedendo, specifico che il film, trattando di gangster, è calciabilissimo.
beh, perché no, vediamo se in redazione qualcuno che ha visto i soprano (e se li ricorda bene) ha voglia di cimentarsi
Scusate l’off-topic.
Ma quindi, dopo due settimane abbondanti, devo rassegnarmi all’idea di non leggere una recensione di Ghostbusters Afterlife su queste pagine?
chi di noi l’ha visto dice che non è un film calciabile. chi non l’ha visto non l’ha visto perché non gliene fregava niente neanche nell’eventualità che fosse un film calciabile, vedi te. nanni ha proprio detto “non ha senso che ne parliamo qui” e io mi fido di nanni. se vuoi leggere cosa ne pensa lui, ha partecipato a un pezzo collettivo su lega nerd
dei suoi film non ne ho visto mezzo però l’altra sera a ora tarda davano sul digitale una versione italica di Fuga da New York…sono abbastanza sicuro che fosse meglio di questa ennesima puntata di N.C. deve pagare le tasse arretrate
Spiace che non sia venuta gran ché, ma in realtà questa è una puntata di “Nicolas Cage usa i suoi poteri di visibilità per far puntare i riflettori su autori sottovalutati”, come Mandy o Il colore venuto dallo spazio o anche Il cattivo tenente 2.
beh ma sono sempre Team N.C. , solo che lo preferisco dove c’è una storia matta ma più o meno lineare come quella del colore spaziale appunto..oppure in Cane mangia cane…forse il suo migliore degli ultimi n anni…per il resto non mi fido molto di chi gira un film al mese ma recupererò qualcosa promesso…
Ok, ma che il film non funziona te ne accorgi al massimo dopo. Questo non è uno di quei progetti in cui Nic ha firmato tanto per tenersi occupato, ha firmato per lavorare con Sion Sono.
Tutto bellissimo, ma chi sarebbe esattamente l’autore “sottovalutato” ne “Il cattivo tenente 2” (manco fosse il sequel di quello di Ferrara, ma vabbé)..
Senza offesa per nessuno, ma Herzog nel 2021 lo puoi “sottovalutare” giusto se ti fai le pippe con “Fast & furious n. settordici” e la tua idea di settima arte coincide coi ralenti in cgi di Zack Netflix Snyder.
col.massimo rispetto per Sion e i suoi più o meno fans..credo che la penna di Nic vada in automatico…a sto giro è toccato a un regista che fa 2 film all’anno.. probabilmente ha fiutato l’affare
@werner: non è che Herzog sia esattamente famoso per sbancare i botteghini mondiali, eh? Nic gli ha dato un film hollywoodiano, una roba più grossa di quelle che fa di solito e che l’ha messo in mostra un po’ oltre i soliti giri. Se andava bene si allargava il mercato, se andava male ci faceva comunque due spicci in più che puntualmente ha utilizzato per girare le sue solite cose che ha fatto dopo e che si son guardate sempre le stesse persone. Stesso discorso vale per Sion Sono.
@mereghetti: vabbè, non segui veramente la sua carriera, pazienza, mi rendo conto che non è facile e non è un problema, ma ecco, l’affare con un film del genere era molto più per Sono che per Nic.
non seguo la carriera del regista lo confermo senza problemi e magari un giorno diventerà il mio preferito chi lo sa…dico semplicemente che l’incontro tra uno che sforna film a ripetizione fegandosene di tutto e un exdamò stella che gira tutto il girabile per incassare un assegno rapido ed indolore in più..beh mi stupisce solo che non sia successo prima… anche solo statisticamente parlando.
(intendevo quella di Nic, da come ne parli, ma fa lo stesso)
ah no sorry…boh quella di Nick direi che ho visto quasi tutti i suoi film recenti con un minimo di dignità cinematografica…mi stupivo sinceramente che ancora oggi potesse avere velleità artistiche (e potere di scelta) tali da fargli dire “voglio girare un film con te”..pensavo firmasse bendato il 99.9 per cento dei copioni e relativi contratti.
In realtà sceglie ancora. Ha sempre l’obiettivo di tenersi costantemente occupato per cui non sceglie per forza sempre, ma si leva spesso la soddisfazione di lavorare con maestri che faticano a racimolare fondi importanti (Herzog, Stanley) o nuovi talenti che lo impressionano (Cosmatos, Sarnoski). A volte invece sceglie semplicemente perché gli piace il ruolo e gli permette di fare qualcosa di diverso dal solito (Jiu Jitsu, Wally’s Wonderland). Quando non si incrocia niente di tutto questo, pesca quel che c’è in attesa della prossima occasione.
Ah, quindi “sottovalutato” da Hollywood.
Non che voglia temperare la punta al cazzo, ma bastava specificare.
Fermo restando che io l’ultimo botteghino sbancato dal buon Nicolino Gabbia, con tutta la buona volontà del caso, proprio non me lo ricordo.
Ammesso che sia mai accaduto, eh..
grazie della delucidazione capo supremo…non si è capo supremo per niente in effetti..
@werner: ho capito che ti serve la precisazione che i film di Nicolas Cage hanno distribuzione più ampia e generalista e di conseguenza incassano in media più di quelli di Werner Herzog – specie il Nic Cage che ai tempi di Herzog non aveva ancora fatto roba tipo Drive Angry o Ghost Rider 2 – per cui eccola.
Quantum, consiglieresti una manciata di titoli per approcciarsi all’unico Sion buono?
Love exposure, The Land of hope e il dittico Joe Murata Cold fish/ The forest of love
i miei prefe sono
– love exposure (il più bello ma da arrivare preparati psicologicamente: dura 4 ore!)
– why don’t you play in hell (il più cinefilo)
– tokyo tribe (il più miikiano)
– antiporno (il più porno)
non necessariamente “gli indispensabili” ma sicuramente quelli che raccomanderei io
Ci butto Love & Peace, che se la stessa idea fosse venuta a Michel Gondry l’avrei perculato per tutta la vita, e invece è venuta a Sion Sono che ne tira fuori una roba pazza ed epica il giusto da lasciare disarmati. E poi ci butto Shinjuku Swan, forse il più mainstream, ma sempre furioso e violento: indispensabile se per caso avete mai giocato a Yakuza sulla Playstation, anche se è tratto da una roba diversa.
E fra tutti non avete nominato,forse, il suo più bello : Himizu.
The forest of love va vista la deep cut.
Consiglirei per cominciare a guardarlo #Tag.
Antiporno ,alla risoluzione m9gliore ,e con un background precedente o successivo alla visione.
Menzione speciale a Red Post on Escher Street ,bellissimo.
A me è piacque anche suicide club all’epoca, ma oggi non ricordo manco un frame di quel film
@Phon Connery davvero non ricordi neanche la scena delle scolarette giappe che zompano tutte assieme allegramente sui binari della metropolitana poco prima che passi il treno?
secondo me suicide club (che comunque è bello) per apprezzarlo veramente bisogna avere freschissima la memoria del periodo di massimo successo del j-horror, perché è un film che riflette molto sui meccanismi del genere e si prende gioco delle sue soluzioni ultra-abusate. se ti manca questo input è un film in cui non si capisce niente perché la trama va in mille direzioni diverse senza convergere o arrivare mai a un punto
E necessita anche la visione del suo seguito Norlko dinner’s table.
Approcciarsi? Ma che parola è!?! Avvicinarsi….santo Dio. Avvicinarsi. Conoscere. Capire. Accostarsi. Abbordare.
strange circus, noriko’s dinner table, cold fish, antiporno
Guardare questo film è come imparare ad andare in bicicletta. Devi togliere le rotelle laterali e andare, consapevole che cadrai almeno una volta ma che ne sarà valsa la pena.
Sion Sono ti voglio bene.
Da amante dei film tutti matti con Nicolas Cage (vedi Mandy) e di giapponesi depravati (Miike e Sion Sono, Guilty of Romance e Suicide Club promossi a pieni voti per quanto mi riguarda) questo quì è stata una delle più grandi delusioni della mia vita. Se negli ultimi anni non fosse stato fatto nulla di pazzeriello sarebbe andato anche bene, ma così non basta, non succede veramente nulla e quel poco che capita è insipido e mai “over the top” come ci si aspetterebbe da un film con queste premesse. Oltretutto è praticamente stato girato in un parcheggio. Bocciato in pieno, non ne consiglio la visione. Penso possa stupire piacevolmente solo chi non ha mai affrontato cinema di questo tipo.
E siamo alle solite. Recensione gonzo…che poi in fondo dice: film demmerda. Con millemila parole. Mah
ouch, colpito dove fa più male! (cioè nella comprensione della rece perché non ho mica detto che è un film di merda)
E allora cosa hai detto? E bello o brutto? Che “È indispensabile? No. È spiacevole? Non per forza. È tutto qui? Purtroppo.” L’oracolo di delfi l’ha già detto.
dai pier non puoi stare veramente chiedendo un riassunto della recensione perché non hai voglia di leggere gli altri paragrafi oltre alla frase finale. sei migliore di così
Vabbè, chettetedovodi? (e manco sono romano). Grazie della risposta. Li ho letti gli altri paragrafi. Rimango della mia idea: ognuno ha le proprie perversioni. E se a te piace farti del male con questo tipo di cinema, va bene. Siamo esseri liberi. (più o meno, visto il controllo sociale dall’arrivo del covid).
“Beh, non è ancora il momento di farci i pompini a vicenda”. Originale: “Well, let’s not start sucking each other’s dick quite yet”. E VOI mi sembrate a questo punto….
TU a che punto sei?
Spiego ad uso di pompadour ( e ancora: ma un nome vero no?). Mi sembra che vi facciate ( cioè alcune persone del sito) i complimenti a vicenda e vi parliate addosso. Tutti eccitati di appartenere ad una microscopica nicchia, ma con una spocchia… cioè c’è un limite all’essere nerd, Cazzo. Anche il Capitano Kirk (William shatner) ce l’ha detto. GET A LIFE! Ora è chiaro il mio sarcasmo?
te fai parte di una nicchia ancora più esclusiva…ci sei tu e…basta…di certo avrai imparato a farti i pompini da solo..ma poi ..quante recensioni hai letto di questo sito a parte le ultime due?
Un infinità.
Straordinario il poster, ma concedetemi almeno di poter dubitare su quanto vi affermi quella vecchia lenza del Nic Cage: “The wildest movie I’ve ever made” ‘sto lavoretto su commissione, quando sei stato letteralmente il protagonista di Wild at Heart.
Io comunque spulcio regolarmente la pagina Wikipedia della filmografia del Nic, una specie di miniera d’oro, e dico solo che i prossimi 2 film saranno dei western
se è per questo farà anche dracula in una specie di prequel di dracula di bran stoker
@Quantum: incuriosito sono andato a leggere in giro e si parla di “azione con toni comici”… temo un trash clamoroso, speriamo bene.
Ah poi come potevo dimenticarmene, deve uscire anche il film in cui interpreterà se stesso!
devo ancora vederlo, ma non mi aspetto granchè