Partiamo da una premessa estremamente importante: cosa sono i “video nasty”.
Non tutti sanno che nella prima metà degli anni 80, in Inghilterra, si assistette a un periodo di isteria collettiva legato alla distribuzione dei film horror in videocassetta. Io, per esempio, non lo sapevo. Ma sono sempre felice quando un film mi spinge ad ampliare i miei orizzonti e imparare cose nuove. E ora che lo so io è fondamentale che lo sappiate anche voi, ma con un grado di approssimazione tale che mi permetta di conservare un certo vantaggio nel caso in cui ci trovassimo a discutere di questa cosa al bar e dovessimo fare colpo sulla stessa ragazza. Grossomodo, si trattò di un fenomeno non diversissimo dal satanic panic di fine anni 80/primi 90, durante il quale un mucchio di scemi decisero che il problema numero uno di un Paese che stava attraversando una crisi senza precedenti era che al cinema non c’era abbastanza censura e i film violenti facevano diventare violento chi li guardava. E non stiamo parlando di vecchi rincretiniti che agitano il pugno, per lo più inascoltati, contro le mode che non capiscono e i giovani che le seguono (tipo io che mi lamento dell’esistenza di TikTok), ma della polizia che fa i raid nelle videoteche e di Margareth Thatcher che caldeggia l’istituzione di un organo di controllo col potere di decidere cosa la gente può vedere e cosa no. In questo contesto, la definizione di “video nasty” coniata dal National Viewers’ and Listeners’ Association di Mary Whitehouse — letteralmente la versione non a cartoni animati della moglie del reverendo dei Simpson che grida isterica perché nessuno pensa ai bambini? — serviva per indicare il nemico pubblico numero uno del Regno Unito: film dell’orrore a basso budget distribuiti in VHS e venduti agli angoli delle strade insieme all’eroina e al sesso prematrimoniale.

Ehi ragazzino vuoi comprare un po’ di Driller Killer
In questa distopia frizzantina non ironicamente datata 1984 è ambientato Censor, un film del 2021 scritto e diretto da Prano Bailey-Bond, che sembra il nome di un mobile Ikea e invece è una regista gallese al suo esordio cinematografico dopo la consueta gavetta di corti e video musicali.
Enid, look da bibliotecaria e passato traumatico che non tarderà ad emergere, fa il lavoro più bello e contemporaneamente più brutto del mondo: vede i film dell’orrore in anteprima ma è anche la persona incaricata di decidere cosa resta e cosa va censurato. Schiacciata dai sensi di colpa, si toglie la vita e il film finisce dopo tre minuti. Che sagoma che sono, no, in realtà Enid è presa benissimo dal suo lavoro perché è sinceramente convinta che il cinema abbia il potere di influenzare le menti più deboli e che la gente vada protetta da certe rappresentazioni della violenza.

Ho cercato su Google “cliché della bibliotecaria bacchettona” e mi è venuto uno screenshot del film
Armata di forbici e buona fede, Enid è considerata una rompicazzo “zelante” persino dai suoi colleghi ed è ben contenta di fare le ore piccole in ufficio anche perché a casa la aspettano solo le parole crociate e I FANTASMI DEL PASSATO: salta fuori che, quando era piccola, la sorella di Enid è scomparsa in circostanze che tuttora sono molto poco chiare e per le quali i suoi genitori “non la ritengono responsabile” che è il codice universale dei genitori per dire “ti riteniamo responsabile”. Immaginatevi la sorpresa, nostra e di Enid, quando si imbatte in un film da censurare che racconta, o almeno così sembra, esattamente quell’episodio fumoso della sua infanzia in cui la sorella sparì misteriosamente in una casa nel bosco. Da qui inizia una spirale di follia paranoide che porta Enid a ossessionarsi su quel film, il suo regista e un’attrice in particolare, una scream queen che potrebbe o potrebbe non essere la famosa sorella perduta.

Delirio paranoide
In un anno che è in giro, Censor ha raccolto pareri tra il positivo e l’entusiasta, un mucchio di nomination e qualche premio ai festival che si è girato e detiene una media voto del 90% o giù di lì sugli inutili aggregatori di recensioni. Per quel che mi riguarda è il vincitore morale del premio Sylvester come miglior poster (migliori al plurale perché ne ha due e non so decidermi su quale mi piace di più), ma se devo essere onesto l’ho trovato un po’ meno che eccitante e se devo essere ancora più onesto quando l’ho visto la prima volta mi sono addormentato. E avevo cenato leggero ed erano le nove di sera, quindi è proprio che mi stavo annoiando a morte: un’ora e venti minuti scarsi che pesano come un macigno, uno slow burner che porta la durata percepita di un film in cui non succede quasi niente a due ore e mezza.
Mettiamola così, Censor soffre della sindrome dell’horror da Sundance (convinzione maturata sulla base del fatto che è effettivamente stato al Sundance): ci sono stile e teoria a pacchi, ma alla resa dei conti lascia parecchio a desiderare. Sarebbe ingiusto parlare di “tutto fumo e niente arrosto”, diciamo che c’è molto fumo e quello che a un primo sguardo sembrava arrosto si rivela cavolo bollito, che per carità, c’è a chi piace, però non è arrosto quindi mi scuserai se ti chiedo come hai fatto a vincere dei premi come “miglior arrosto” e la risposta generalmente è che chi ti ha dato quel premio non aveva mai assaggiato arrosto in vita sua. Si capisce che l’arrosto è una metafora del genere horror?
Vorrei entrare più a fondo della faccenda, ma temo sia inevitabile superare la spaventosa linea dello spoiler. Se lo ritenete, seguitemi.

La linea dello spoiler
Censor fa parte di quel sottogenere dell’horror in cui tutto gravita attorno a un trauma sepolto e il mostro vero o immaginato è secondario perché ciò che conta veramente è fare i conti col passato. Non è necessariamente un male, c’è a chi questa cosa riesce bene e a chi no. A Censor non riesce particolarmente bene.
Forse gli facciamo un favore se smettiamo di dire “horror” e lo chiamiamo “film d’atmosfera” (atmosfera = neon) che consta al 90% di primi piani in cui la protagonista è presa molto male, ma in questo caso sorge un altro problema. Posto che non si può fare una colpa a un film perché non racconta quello che volevamo noi, lascia perplessi la scelta di fare una premessa così approfondita sulla questione della censura, di inquadrare con accuratezza e evidente goduria cinefila la scena horror degli anni 80 (il film è pieno di inserti di veri film che potevano tranquillamente finire sulla scrivania di un censore inglese in quel periodo) e riempire la prima parte di riferimenti alla situazione politica del Paese, per poi prendere una direzione completamente diversa, volgere lo sguardo verso l’interno — il trauma, per l’appunto, che è profondamente personale. Da metà in poi, la discesa di Enid nella follia chiude fuori tutto il resto ed è un peccato, non solo perché sarebbe stato probabilmente più interessante vedere un film che usa il registro dell’horror per raccontare il thatcherismo, ma anche perché di horror in cui a una persona normale succedono un tot di cose che la tirano scema finché non molla completamente gli ormeggi e fa una carneficina ne abbiamo visti già tanti e di ben migliori.

Comunque, bella la fotografia
Ma più di tutto, lascia l’amaro in bocca quel finale gloriosamente meta in cui il film e il film-nel-film si fondono, realtà e finzione diventano la stessa cosa nella mente a pezzi di Enid mentre il formato cinematografico si trasforma progressivamente nel nastro di una videocassetta, con tanto di proporzioni video che si restringono e la qualità dell’immagine che va degradandosi. Un’idea ottima sulla carta e splendidamente eseguita, ma così fine a sé stessa e così tematicamente cheap da giocarsi qualsiasi possibilità di essere vista come qualcosa di più del “pezzo di bravura” della regista esordiente che vuol fare vedere a tutti quanto la sa lunga. Peggio ancora, Bailey-Bond sembra così concentrata sulla trovata pazzesca che ha avuto da non rendersi conto del messaggio atroce che con questo finale sta implicitamente lanciando. La sua intenzione, leggo da un’intervista, era di raccontare come se reprimi certe cose, invece di affrontarle, a un certo punto queste esploderanno con risultati disastrosi. Esattamente come la censura scopa sotto il tappeto tutte le cose che ritiene sconvenienti e con cui non vuole fare i conti, finendo solo per peggiorare la situazione. Ed è molto bello e molto ispirato e soprattutto molto vero, ma è impossibile non notare come il film, con un finale che butta tutto in locura, stia letteralmente dicendo che, sì, in effetti se guardi troppi film violenti diventi violenta anche tu — esattamente il luogo comune che all’inizio voleva spernacchiare.

“Sono un po’ paxxa”
Blu-ray quote:
“Se guardi troppo a lungo l’abisso non succede un cazzo perché sono in grado di distinguere la realtà dai film”
Quantum Tarantino, i400calci.com
L’horror da Sundance sta diventando un po’ una piaga. Siamo passati da “faccio l’horror perché ho pochi soldi ma tante idee pazze” a “faccio l’horror perché non c’ho un fava da dire ma posso usare i neon”. Il risultato è una sequela interminabile di palle al cazzo.
Questo ne è la conferma. Dopo mezz’ora è partito il fast forward. Più Astron-6 meno neon, please.
io non capisco perché se gli piace così tanto il neon non lo usano anche nelle commedie romantiche! ma com’è che solo noi fan dell’horror e dell’action ci dobbiamo sorbire sta roba?
@quantum
c’aveva provato Wong Kar-wai con My Blueberry Nights ma gli è esploso cosi forte in faccia che tutti i possibili epigoni si son dati giustamente alla macchia.
Oh, a a me non é dispiaciuto e secondo me il significato finale é diverso da quello identificato da te, essendo palesemente finto e appiccicato mi pare molto più ironico di quanto suggerito. Ovviamente se togli l’ironia tutto questo non viene visto.
Sono d’accordo che questa vague di horror con dominante rosso verde neon hanno un po’ rotto la fava, ma devo dire che non la romperanno mai quanto i film horror fatti dagli hipster.
beh ma a me sembra un’hipsterata pure questa, eh!
comunque, il punto secondo me non è tanto il messaggio (su quello non c’è ambiguità perché l’autrice l’ha detto esplicitamente cosa voleva dire), ma il tono generale, goffissimo e sgramamticato, per cui alla fine, quali che siano le intenzioni di partenza, puoi leggerci qualsiasi cosa e il suo contrario
“beh ma a me sembra un’hipsterata pure questa, eh!”
fair enough…
Sul resto pure direi che siamo d’accordo, però il messaggio è si sgrammaticato ma forse aggiungerei volutamente paraculo, ma essendo tutto il film abbastanza ironico manterrei la stessa chiave di lettura.
Comunque si sa, sono troppo buono con gli horror.
miglioe dvd-quote del duemilaesempre.
Vedo questo banale poster e relativo titolo (il metaforone più bambinesco del mondo) e via….via, per carità! Che schifezza. N’altra vaccata.
Poi mi faccio del male e leggo veloce la rece e guardo velocemente le immagini ( bella fotografia? BOH).
Ma al recensore pare un poster da premio.
Io mi chiedo ma ci siete o ci fate? Ma ci perculate o ci credete?
Questi sono… i400calci che ODIO.
pier come sempre difficilissimo capire se stai parlando del film che non hai visto, della recesnione che non hai letto o stai avendo un ictus. chiedo per bugo, che mi sembra preoccupato
Parlo del poster del film che non ho visto ( mi sembra chiaro no: via via, ho scritto! E manco lo vedrò)
Delle rece non parlo perchè l’ho letta velociemente e conferma che è un filmaccio ( ma voi pervicaci a farci perdere tempo e a perderne per farle ma questo sono affari vostri).
Tu ti esponi esaltando un poster e poi ti becchi il commento. Non fare il furbino, ciccio. Permalosetti in redazione quando non ci si inchina?
Quindi ci sei: capisco ora il tuo senso estetico.
scusa ma io la poesia beat proprio non la capisco
Il 15 Febbraio 2022 i400Calci introducono per la prima volta il PG-50, ossia il Pier Strongly Cautioned sui titoli delle recensioni. Il PG-50 serve ad avvisare della presenza di fims usciti dopo il 2000, non necessariamente pluripremiati, , a forte connotazione indie e che la recensione potrebbe essere perfino più corta della durata del film in analisi.
Ehi, che c’entro io? Dici che sono l’altra faccia di questo troll? O è solo che sono quello che gli dà più da mangiare?
Comunque sia mi scuso, nel caso.
Tognazio, ora si spiega tutto: sei il Piertomane.
Aredaje… La redazione, Bugo e il resto del mondo a impallinare me.
Grazie, davvero. :)
Credo che il giudizio di Pier sull’intero progetto 400calci muti costantemente in base alla qualità dell’ultimo film trattato.
@Gigos. Non è così.
A parte che il progetto non è chiaro…
PRIMO
Ripeto: è un sito Gonzo. Una serie di persone che recensiscono ognuno seguendo solo il proprio giudizio una serie di film. Il Gonzo presuppone un giudizio estremamente personale, approccio che condivido perchè cercare di fare una recensione obiettiva è impossibile. Questo espone a rischi tipo l’esaltare un poster come questo ( e io e la mia opinione che valgono ESATTAMENTE come qella del recensore dico schifosa) e scene come “scena migliore del cinema tutto” ( il rave dei coglioni!) che fa schifo al 99 % delle persone. Ci sta.
SECONDO
Posto che si accetti il punto PRIMO, anche i film recensiti sono… a caso. Si va dagli horror e action indie, a megaproduzione holliwodiane con superpiagimini e mostri, a classici anni 70, etc. etc.
Ora: se accettate il gioco, io commentatore, sulla base della mia personalissima esperienza, dico la mia. E vale come la vostra. E’ il gioco del Gonzo. Ma qua non sembra così pare.
E la mia critica, di fondo, è sempre la stessa. E la rispiego.
Oggi la recensione non è più un valore: si trovano miliardi di recensioni per ogni film e ci sono gli aggregatori. Siamo mica nel ’70 ’80 (anzi nei settanta c’era a volte solo il poster e il poster di sto film fa cagare secondo gli standard di quando un poster doveva INVITARTI al cinema).
La recensione di questo stesso film ad esempio è già presente in molte versioni di persone diverse su internet.
Di film Horror ne escono, nel mondo, almeno uno al giorno. Almeno.
Quindi, nel caso specifico dell’horror, se il sito continua a recensire horror dicendo che fanno schifo ( perchè per molti film fa così, tra l’altro con lo stile di raccontare TUTTA la trama prima, che a me non piace ma divago) allora vale una delle due: o volendo recensire film horror, anche cercando, di buoni non se ne trovano oppure…ecco che arrivo al fatidico punto…scelgono male.
Cioè il valore aggiunto , oggi, di un sito di recensioni, PER ME, è che si SCELGANO, ripeto SCELGANO, si distilli fra la moltitudine di film di nicchia il MEGLIO…non il PEGGIO.
Epperò, se stiamo al giochino del gonzo, vogliono recensire un film famoso e incensarlo o massacrarlo per divertimento loro e i commentatori non sono d’accordo…che ce lo lascino fare e non rompano il cazzo. E non si offendano, chè non sono padreterni. E non si offendano neanchi i fan del sito.
E se io vi sto sul cazzo perchè voi invece pensate lo siano: me ne frego. Gli zombie ritornano sempre. :)
Quindi concludo: FILM MIGLIORI E MENO FUFFA. Grazie. Oppure continuate così, beccatevi i commenti e non pigliate per il culo.
Boh
Io non credo che la mia opinione valga ESATTAMENTE quanto quella di un altro. La trovo una frase di comodo, come “la verità sta nel mezzo”. Una presunta realtà teorica che mi deresponsabilizza ed aiuta a coltivare la mia presunzione. Così come la verità, che di volta in volta sta dove cazzo le pare, alle volte la mia opinione vale esattamente quanto quella di un altro, alle volte vale inesorabilmente di più, senza paragone proprio, alle volte vale di meno e si deve accontentare di provare a far belle domande. Stante questo, così, a gusto personale eh, quando ti leggo non trovo affatto che il tuo parere abbia lo stesso peso specifico di alcuni recensori del sito gonzo. Credo anche che alcuni recensori non si picchino perché, come forse ti fa piacere credere, la tua opinione sia scomoda e, come un moderno trickster, rompi le uova nel paniere ad un sistema autoreferenziale di reciproca masturbazione. Si piccano per il tuo umore altalenante e l’aggressività del linguaggio. Che ci starebbe anche in un sito di calci , ma si sente che sotto non c’è una vena ironica o in qualche modo spiritosa che faccia accettare un certo tuo atteggiamento.
P.s. a me piace il modo di strutturare una recensione che vedo piace anche a te e son d’accordo con te pure sulla scelta dei film (friedkin ad esempio), ma rompere il cazzo perché recensiscono filmetti su zombi tabagisti che rubano le macchine mi par come entrare in un locale e dire al barista che deve cambiare la musica. O resto la, o vado via , o mi apro il mio bar.
il disagio di Pier è inversamente proporzionale alla sua possibiltà di reperire i film…probabilmente se non li ha sulle cassette di Panorama pronti da infilare nel vhs sbrocca ed il commento è servito..vai Pier facci sognare
Una cosa al signor Pier va riconosciuta: ci vuole talento nello scrivere stronzate tanto supponenti quanto irritanti e prive di senso.
Forse il segreto di tale genio risiede nell’errata convinzione del pensarsi scomodo e sovversivo? Nel pensare di stimolare una riflessione argomentando minchiate da adolescente frustrato?
Certi misteri forse è meglio che rimangano tali.
Esagerato.
Ma guardate che siete voi che mi date un’importanza che non ho. :)
Quando dico “Bene , bravi , bis”…silenzio. E giustamente, mica voglio i complimenti! E quando qualche fan adorante, francamente caramelloso scrive per OGNI recensione di OGNI film “Siete i migliori, grandi, etc, etc,” mica leggi i recensori scrivere: non esagerate.
Unico Darth che dopo una messe di complimenti ha ringraziato.
Appena faccio due righe, due di numero, in cui critico un commento, un opinione di un recensore esprimendo quindi la mia, per forza opposta, mi becco, come in questo caso ma non è la prima volta, una risposta piccata e supponente come “stai avendo un ictus”.
E dietro tutti questi commenti…. Ma vi fa bene a tutti essere così talebani? E fa bene ai recensori dare quest’immagine di sè? Vi rendete conto che tirate in piedi sto casino perchè il signor quantum dà a me di uno che ha l’ictus ( con un sussiego e una ironia di merda….) perchè ho scritto in pratica che il poster fa cagare? :)
Pier vai avanti così..forza Pier! non mollare!
Cioè ma guardatevi sto mini sketch di albanese che sintetizza il concetto di “opinione personale” con ironia, eccheccazzo.
https://www.youtube.com/watch?v=QKC_Nj8MGPk
si si di più! un bel video musicale oggi no? qualcosa che nessuno ha mai sentito non so…Rolling Stones? Pink Floyd? dai dai dai
Dunque riassumendo molto a spanne :
il Grande Capo decide di far recensire un film che “In un anno che è in giro, … ha raccolto pareri tra il positivo e l’entusiasta, un mucchio di nomination e qualche premio ai festival che si è girato”.
Il suddetto film si rivela inferiore alle aspettative.
Si dovrebbe evitare di parlarne solo perchè non è bellissimissimo ?
Personamente trovo le recensioni negative altrettanto utili di quelle positive, quantomeno capisco quali pallottole evitare.
La parte difficile se vuoi è capire quale dei recensori ha i gusti più vicini ai miei e tarare quanto scrivono di conseguenza.
@mereghè. Vedo che neanche tu oggi hai un cazzo da fare.
@Rage.
Va bene, questa è la TUA opinione, e grazie. Però qua bisogna tornare in carreggiata. Io ho detto la mia sul poster. E un’altro utente ha subito concordato con me. Questo è il fatto. Ma Quantum ( apriti cielo! ) fa finta di non capire mi percula e dietro tutti.
Poi, la mia (umile ma insindacabile) opinione era ben nota e, obtorto collo, ho risposto a Gigos che ha tirato il discorso da un’altra parte.
oggi?
pier non ci provare neanche a dare la colpa a me, come dicono nel mondo anglosassone you made the bed and now pedali
ne sono effettivamente stracolmi i cantieri delle macerie di quarte pareti sfondate a colpi di meta-tutto e in tema/fatto di cine-matrioskalità che manda il senno in coriandoli gli ultimi augh li avevano proferiti Bigas Lucon prima e il Carpenter di CIgarette burns poi.
Acclarato ciò, sul postrr sarei abbastanza concorde con Pier: se questo è da primo premio, quello di The sadness dovrebbe mummificare il pianeta.
Ovviamente Luna, non lucon.
Anche per me è un peccato che i video nasty siano usati solo come una sorta di gimmick e non come fulcro del discorso: è un fenomeno che non conoscevo minimamente, quindi mi sarei accollato anche un film parzialmente riuscito ma con questi al centro.
Messa come da recensione, invece, anche se fosse meglio riuscito, non mi sembra che valga l’impresa di guardarlo, per me.
A me le videoteche mancano. C’ era questo mio amico che ci viveva dentro, intrappolato dalla gente che noleggiava e restituiva usando un distributore che si inceppava tutti i giorni. Quindi era sempre lì: nei giorni in cui la macchina funzionava benino tornava a casa alle due di notte, mentre i giorni che proprio non ne voleva sapere gli toccava dormire nella saletta dei film porno. La saletta dei film porno era molto bella, c’ erano posters ovunque e il mio amico la aggiornava con quelli delle ultime uscite. I posters glieli forniva il rappresentante dei film porno, che ogni due mesi si presentava con tutte le ultime uscite, le trame, le attrici e gli animali coinvolti. Il mio amico mi faceva vedere i nomi di quelli del quartiere che amavano un sacco gli animali e devo dire che eravamo un quartiere con un cuore grande così. Passavo molto tempo nella videoteca del mio amico e ho scoperto un sacco di cose, tipo che le videoteche tenevano aperto grazie all’ hard, una vhs per il noleggio costava sette volte tanto rispetto alla copia per libera vendita e che se eri furbo ogni tot copie da noleggio ci piazzavi qualche copia da libera vendita. O almeno così ricordo. Il mio amico aveva sempre due lettori vhs in negozio, uno vecchio con le testine mezze sfasciate e uno nuovo da sette testine. Se uno provava a fare il furbo dicendo che il film il suo lettore non lo vedeva bene, lui lo metteva su quello sfasciato e su quello nuovo. Se si vedeva su quello sfasciato e su quello nuovo, il furbo veniva smascherato. Se si vedeva su quello nuovo ma non su quello sfasciato, il mio amico diceva al furbo che doveva cambiare il lettore, e gli accreditava metà del noleggio “per stavolta”. Se effettivamente il film non andava in nessuno dei due, partiva la chiamata a casa dell’ ultimo che lo aveva noleggiato e lo aveva rovinato, il quale scaricava la colpa sul penultimo, che scaricava la colpa sul terz’ ultimo…Il mio amico passava molto tempo al telefono. Chiuse quando gli aprirono vicino una videoteca di uno ricco che aveva un distributore che non si inceppava, dava vhs e pure una cosa appena inventata dal demonio: i dvd. “I dvd porno, non tutti eh, hanno i contenuti speciali e certi anche il making of. Come cazzo posso competere?”. Vennero dei tipi e si portarono via Orcodio, che era il nome con cui il mio amico chiamava il suo distributore. Gli voleva un sacco di bene.
Ecco Adolf, non è che se mi perculi poi metto il broncio (‘nzomma dipende). :) Sto pezzo è divertente :)
Top
grazie adolf, è una storia bellissima
Che bella storia. Se ne hai altre siamo qui ad ascoltarti
Ahah, gran storia! Che quartierino. Ti dico la verità, l’unica casa, tra quelle del mio giro, in cui si trovavano certe perle animalier su nastro magnetico, era quella del più disagiato tra i teppistelli con cui noi bravi ragazzi eravamo andati a impelagarci. Ne deduco che non devi essere cresciuto nel più tranzollo dei circondari.
E questo momento nostalgia, permettetemi, mi porta a voler fare una domanda
@Marina:
Ricorderai che sotto al post su Ebola Syndrome hai accennato come da almeno un 15 anni infestassi l’internet? E come ti chiesi dove te la spassassi? Ricorderai forse anche che la mia domanda non ebbe risposta. Ma il caso volle che ti scovassi a un dipresso, mentre facevo ricerche su Dead or alive di Miike. Ho trovato la tua rece del tal film su un portale, ed ho poi avuto modo di dare un occhio alle altre tue.
Riporto le parole con cui hai descritto nel thread di cui sopra la tua attività: “con un terzo del mio moniker mi spreco gioiosamente da lustri altrove”
In primo luogo consentimi di dirti che ho trovato che davvero ti sprecassi, su quelle pagine. Lo stile epigrafico delle tue recensioni non fa onore al linguaggio superfico che ti stai inventando, qui su queste pagine, lavorando sulla più lunga distanza, magari facendo a ceffoni, hai dato il meglio di te. Ma a parte questo, capisco benissimo l’impresa che stai facendo di là (posso dire dove e sotto che nome? Per me c’è qualcuno qui cui può interessare). Giustamente vuoi tenere traccia dell’impresa folle a cui ti sei votato. Stai recuperando tutti i film matti (pessimissimissimi più spesso che no) e te li annoti su uno spazio pubblico.
E qui torno abbastanza sul seminato: ai tempi delle vhs e dei divudì di Panorama l’impresa in cui ti sei cacciato era certamente diversa. Ma poi, con internet e specialmente da emule in poi, la faccenda è cambiata. Guarda, non sto nemmeno ad eccennarti in che sensi dico “cambiata”; ti faccio direttamente la domanda: com’è cambiata per un pazzo come te?
mi ricorda The Vast of NIght come tipo di film…solo che quella recensione era più positiva..vedremo come piazzarlo in una scala che va da The Endless (come grado zero di intrattenimento e pessima recitazione) a The Monster (come film hypsteroso ma dignitoso) passando appunto per the vast of night come film sundensoso guardabile ma soporifero…
(premio a parte per il film del tipo che va per lo spazio con la figlia a cercare dei tartufi/perle..iniziato 2 3 volte mai finito)
The endless occasione sprecata, ma non riesco a volergli male, anche se sono obbiettivamente ore (o almeno mi son sembrate ore) perse. Quell’altro film dove i tipi si svegliavano con gli innesti meccanici, nel finale mi pare c’è uno degli insulsi protagonisti che corre verso l’infinito e oltre con le sue gambe bioniche? Dove me lo piazzi quello?
Tra l’altro mi rendo conto che non ho letto metà delle rece di Stanlio degli ultimi anni per non spoilerarmi l’high concept del filmetto di turno, che non poi mai recuperato. Quali mi consiglieresti tu, nel genere in questione?
mmm quello dove il tipo corre alla fine credo sia The Signal…film inguardabile per boh credo un’ora abbondante..poi arriva un Fishburne dal nulla e succedono cose per 5 minuti…
sui film da consigliare strambi non saprei…su 2 piedi mi era piaciuto un Honeymoon,2014, con la rosha di Game of trones, Primer, quello coi tipi in camicia che si viaggiano nel tempo infilandosi in un box doccia..altri son già più famosi, Morgan per dirne uno…Splice che è già più vecchio..
poi tanti non li ricordo..
ultimi anni ormai saltan fuori anche da Netflix o Amazon prime…
Io The Monster l’ ho odiato. Mi aspettavo chissà cosa, e invece mi sono trovato davanti ad un horror/thriller piatto, con un significato da cercare proprio scavando scavando e ancora scavando. Perchè se gli togli un eventuale significato, resti solo con un mostro che fa cose tipo l’ orso di Revenant per un’ ora.
boh non è sicuramente un filmone però l’ho visto una volta e mi è rimasto qualcosa… c’è di meglio e di peggio di sicuro…per dire It follows, pompatissimo e premiatissimo visto piaciuto e dimenticato
Io inverto. The monster dimenticato, It follows non certo da premi, ma piacevole se in più ci leggi il messaggio che passarsi le piattole è un attimo. Poi non ho capito perchè c’è una che ha un ebook o un tamagochi in mano e ci sono i Telefunken in bianco e nero, ma forse il regista voleva farci capire che le piattole esistono da sempre e resistono a tutto.
Decisamente più bello il poster a destra
Visto e piaciuto.
Concordo che sia estetica -il cui gusto è soggettivo- prima del contenuto: ho capito al minuto 36 dove sarebbe andato a parare e non essendo un genio questo è indubbiamente un limite del film.
Detto questo:
Non siamo negli anni ’90, chi cazzo se ne frega dei poster? C’è qualcuno che, senza Googlare, si ricorda il/i poster di Mad Max Fury Road? Eppure di Pulp Fiction o di Fight Club (che ne aveva 2-3) potrei descriverne i poster senza problemi ancora oggi.
Riguardo alla questione, sopra dibattuta, del: “La mia opinione vale quanto quella di tutti“, ANCHE NO. Questa è una bufala -già stigmatizzata da Asimov in tempi non sospetti- esacerbata da quella fogna a cielo aperto che sono i social network.
E nei commenti di un film le opinioni di chi ha visto, realmente, il film valgono infinitamente di più di chi non lo ha visto. E che magari, in mancanza di argomenti, si limita a “recensire la recensione”.
Film passabile dai, alla fine. Una buona prova dell’attrice protragonista, per esempio. Anche se alla fine il vero motivo di interesse è stato capire quali sono gli inserti dei video nasty che si vedono nel film stesso. Da quali film sono tratti? Ho cercato ma ho solo ottenuto la lista dei 72 film tagliati in UK in quel periodo. Tra questi, quali sono quelli citati? Un aiutino?
Driller Killer, The Last House on Dead End Street sicuro… alcuni sembrano girati apposta…
vistolo, e a parte il corrispondere alla peggiore delle ipotesi che mi ero fatto su sta roba, va ammesso che la battuta psycho-referenziale è intelligente il giusto, dato il contesto della prima metà dell’operazione.
Concordo al 100%%. È un vorrei ma non posso, anzi, vorrei ma non riesco. 85 minuti di noia, anzi, 70 di noia e 15 di boh . Soprattutto la parte in cui lei schizza di brutto sul set, è totalmente priva di senso/credulità.