
Esiste davvero, è davvero uscito nei cinema
La prima volta che mi sono sentito vecchio è stato quando, ormai 15 anni fa, un tizio mi chiese “Ma lo sai dove suonava Dave Grohl prima dei Foo Fighters?”, io risposi “Beh sì, nei Nirvana” e questa cosa lo gasò tantissimo come se avesse trovato l’anima gemella che come lui conosceva questo oscuro trivia di nicchia, e non ciò che a me sembrava una banalità a livello “che animale è el rata alada“.
Certo che oh, chi se lo sarebbe aspettato che l’anonimo batterista dei Nirvana sarebbe diventato – ok, principalmente per scarsa concorrenza – la rockstar di maggior successo della sua epoca?
E non solo: una rockstar carismatica, esuberante, amichevole, costantemente incline alle battutine demenziali e ai parrucconi. L’esatto contrario del povero Kurt Cobain. Aggiungeteci pure la deriva musicale sempre più direzionata al classic rock di vecchia scuola. Se Kurt fosse vivo… Boh, sarebbero ancora amici, perché chi è che non è amico di Dave Grohl a parte Courtney Love? Ma Kurt gli direbbe “Dave, ti voglio bene, ma ‘sta roba mi fa cagare”. Anzi, manco avrebbe bisogno di dirglielo. Dave ne sarebbe sicuramente consapevole.
Insomma, riascoltatevi Something in the Way dalla colonna sonora di The Batman, e poi beccatevi per paragone la sigla di oggi:
All’altezza di questo video eravamo tutti convinti che Dave Grohl avrebbe fatto l’attore.
Avevamo una sola domanda: gli sarebbe andata meglio o peggio che a un altro campione di faccette come Phil Collins?
Ma è qui che al Dave va dato un grosso, grosso credito: si è concesso qualche comparsata, ma non ha mai veramente fatto l’attore.
Sono sempre stato molto fiero di lui per questa cosa: “ecco un uomo”, mi dicevo, “che sembrerebbe superficialmente dotato del talento necessario per darsi alla nobile arte della recitazione ma, contrariamente alle apparenze, conosce i suoi limiti, tiene l’ego al guinzaglio e non ci si dedica, lasciandoci col dubbio, schivando l’errore di tanti colleghi e risparmiandosi un’evitabilissima figura barbina”.
Fast forward al 2021: Dave Grohl, chiusa la storia coi Nirvana, si è tolto una quantità inimmaginabile di soddisfazioni, ha realizzato probabilmente tutti i suoi sogni almeno due volte a testa, si è tolto tutti gli sfizi, si è persino dedicato alla regia di documentari. Gode ancora di una reputazione immacolata: è l’uomo che ha dimostrato che si può essere rockstar di successo pur rimanendo simpatici e bravissimi guaglioni (e anche che i bravissimi guaglioni fanno invariabilmente musica dimenticabile, ma è un altro discorso). Insomma, non gli è rimasto più niente da chiedere.
Dave racconta che aveva da tempo sul tavolo la proposta di girare un horror, apparentemente così, dal nulla, da un pazzo furioso coi soldi che aveva detto “se i Foo Fighters vogliono girare un horror, a me interessa”. Inizialmente respinta con un “ma di checcazzo vai blaterando”, la proposta era rimasta lì finché una serie di coincidenze, il decimo album, la noia da lockdown, una location che casca a fagiuolo, portano il Dave a formulare lo spunto giusto.
Nasce così Studio 666: storia di un cantante che si toglie la vita negli anni ’90.
Pausa a effetto.
Nasce così Studio 666: storia di un cantante che si toglie la vita negli anni ’90 lasciando un disco incompiuto, ma soprattutto il suo spirito maligno che finisce per possedere Dave Grohl (sé stesso) quando si presenta sul luogo del delitto per registrare il decimo album dei Foo Fighters (loro stessi).
In forma di horror comedy.

Incubi rock’n’roll
La prima cosa che ci tengo a dire è che la trama ricalca più o meno quella di uno dei miei metal horror preferiti, ovvero il leggendario Rock’N’Roll Nightmare con Jon Mikl Thor: anche lì una rock band andava a registrare un disco in un luogo funestato da spiriti malvagi, ma c’erano meno soldi, più pupazzi, e soprattutto più Jon Mikl Thor.
La seconda cosa che ci tengo a dire è che a un certo punto Dave Grohl è posseduto da un demonio che gli stimola l’ispirazione musicalmente malvagia, e il modo in cui Grohl decide di rappresentare la musica del demonio consiste sostanzialmente nel copiare il sound dei cari vecchi Diamond Head.
La terza è che dai, mi aspettavo peggio.
Nel senso: vanity projects vacanzieri di questo genere puzzano sempre di contenuto speciale per i fans, roba che andrebbe messa su Youtube e che dovrebbe durare 35 minuti a esagerare.
E invece è un film. Un vero film. Nel senso di un prodotto ben confezionato, con un budget contenuto ma usato bene, professionalità e impegno, voglia di fare qualcosa che uscisse effettivamente in sala (l’ho visto qua a Londra nel mio multisala di quartiere) e non sfigurasse.
Non sfigura, e non avrebbe sfigurato al Frightfest, per dire – Frightfest da cui era passato il film precedente del regista BJ McDonnell, ovvero Hatchet III (il resto della carriera passato per lo più a dirigere video per gli Slayer).
Ma ha ovviamente i suoi limiti: ad esempio, è un prodotto professionale incentrato in larga parte su sei attori non professionisti di mezza età, uno dei quali è prevedibilmente scatenato (Grohl) e gli altri si dividono tra chi è preso tutto sommato bene ed è disposto ad assecondarlo (l’altro ex-Nirvana Pat Smear, l’arrapatissimo Rami Jaffe) e chi esibisce vari livelli di disagio (i rimanenti tre).
Qua e là i procedimenti sono ravvivati da qualche pro (Jeff Garlin, Whitney Cummings, Will Forte) o comparsate di lusso (Kerry King, Lionel Richie, John Carpenter che compone il tema musicale e recita nei panni di sound engineer), ma è il Dave Grohl Show.
E il Dave bene o male fa il necessario per tenere il film in piedi ma senza strafare, probabilmente il primo ormai a sentirsi troppo vecchio per aspirare a diventare davvero una star multimediale, e ad accontentarsi di presentare un prodotto decoroso e piacevole.

Una rabbia del genere non ti viene di certo ad ascoltare i Foo Fighters
Studio 666, a conti fatti, non è diverso dalla musica dei Foo Fighters: curata ma senza pretese, a tratti promettente ma senza veri guizzi degni di nota, complessivamente piacevole ma disseminata di cali di tensione e ispirazione, un 20% più indulgente del necessario.
Se c’è un messaggio è che forse il Dave intende dichiarare di non voler aver niente a che fare con qualsiasi forma di riesumazione dei Nirvana, ma è seppellito sotto una smitragliata di gag (alcune passabili, altre terribili) e qualche momento splatter più buffo che violento, e momenti di tensione soprattutto quando gli altri della band si apprestano a recitare.
Una storia del genere avrebbe funzionato senza i Foo Fighters? Sì, rimpiazzandoli con attori avresti rappresentato la classica parodia di qualcuno tipo che ne so, i WASP, mentre i Foo Fighters ci mettono tutta l’autoironia del caso ma scarsa presenza scenica: sono i tuoi vicini di casa con cui ogni tanto fai un barbecue. Sono la rock band che presenteresti ai genitori. È incredibile a volte quanto si riesca ad arrivare lontano incentrando tutta la propria immagine su “non odiatemi”. Motivo per cui, in via eccezionale, vi lascio anche con una sigla di chiusura:
Vinyl-quote:
“Il metal horror che faresti vedere ai genitori”
Nanni Cobretti, i400calci.com
P.S.: ho riso due volte. Una quando compare Lionel Richie. L’altra quando Dave, già posseduto, dichiara di aver scoperto una nuova nota, la L (per chi non lo sapesse, in USA le note vanno da A a G, partendo dal nostro La e seguendo la scala in ordine) e io mi sono immaginato i metallari caricare il mansplaining delle grandi occasioni e girarsi a spiegare che è impossibile.
Su “el rata alada” sono morto, grazie di esistere.
Il film col buon Dave lo vedrò senz’altro, non può essere peggio di Cradle of Fear.
O di Tenacious D and the pick of destiny, che oscenità salvata solo dalle rockstar vere (fra cui Dave Satana Grohl).
Ma quello lo ritengo un musical, quindi non ci avevo fatto caso.
El rata alada mi pare sia il piccione, ma potrei sbagliarmi.
Però quanto gli si vuole bene a questo rimasuglio degli anni 90 eh?
Un po’ come quando per sbaglio parte “what is love”. Fa sempre cacare come allora ma anche i più inossidabili di noi avranno un flashback istantaneo.
Fa sempre cacare, provoca un flashback istantaneo e purtroppo ti si pianta anche in testa altrettanto istantaneamente: la maledizione delle canzoni di merda…
Nanni ha la sua opinione.
La mia?
Io l’ho vissuto il grunge. Mi sono visto gli Alice in Chains in quel buco di culo che era il rolling stone di Milano ( Laybe Staley strafatto ma voce sublime), e i Soundgarden sia a Torino con i Guns ( gruppo di apertura, purtroppo sound terribile), sia da soli anni dopo sempre a Milano. I Nirvana a Milano non potei vederli (impegni imprescindibili il mattino dopo che cozzavano con una notte di bagordi)…poi subito dopo Roma, e la fine di Cobain.
Io detesto Dave Grohl. O li ami o lo detesti. E io lo detesto. Perchè? Fa musica di merda, pseudo grunge/ punk ( tre accordi) ma pop rock da radio. Paracula all’inverosimile. Finto Rock. E poi questo atteggiamento alla “amico di tutti”. I Foo Fighters mi fanno schifo.
E anche sto film, da quel poco che ho visto, è una porcata. Non è che se prendi una merda e ci metti sopra una ciliegia ( sempre che Dave Ghrol sia una ciliegia) che profuma. O ma se a voi piace, godetevelo (mi chiedo in quale universo uno vorrebbe vedere sta roba ma come dice il Bardo: “Ci son più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia.”
Layne Staley…rispetto.
Giusto per regolarmi: fraintendi le recensioni apposta perché così ti rispondo?
No Nanni.
Intanto ringrazio per la risposta. Ma non mi sembra di avere frainteso. Non capisco neanche la domanda. Cosa avrei frainteso? :)
Io non discuto la tua opinione. Ho solo espresso la mia.
Il tuo giudizio sulla musica dei Foo Fighters è più accomodante del mio, io li odio proprio.
Il film l’hai giudicato, e io ho detto che non lo guarderei. E poi mi sei simpatico, dai video che ho visto… :) ( non è captatio benevolentie ma lo penso davvero, non sai quanto ho riso quando hai mostrato il tipo che si spacca la schiena in The Raid. Ma dissentiremo…)
Mi sono dimenticato: Am I evil è il top. Forse ancora più massiccia la cover dei Metallica ( filologicamente fedele).
È che dal tuo commento sembra che i Foo Fighters mi piacciano o che mi sia piaciuto il film, mentre mi pare di descrivere entrambi come roba mediocre/innocua, che è soltanto meglio curata di quanto le premesse lasciassero a intendere. E io ero già al liceo quando è uscito Nevermind.
Eh, ti avrò capito male.
Ma se i Foo Fighters ti piacciono o ti piacesse il film, viva la diversità di opinioni.
E se mi dici che tu eri al liceo quando uscì Nevermind, io ero all’università. Primo anno. Nevermind, L’album nero dei Metallica, etc. etc. Pochissimi anni di differenza oggi, molti all’epoca.
Ommadonna, penso sia la prima volta che rispondo per fare polemica.
Ma che palle! Leggervi è come leggere quelli che “che schifo i lieto fine!”. A prescindere: la storia può essere buona tendendo all’ottimo ma se non finisce in merda per dimostrare quanto fa schifo il mondo (spoiler: è vero. Per questo inventiamo le storie) allora boooh!
Se l’argomento fosse stato “non mi piace DG e non mi piacciono i Foo Fighters perché non li orecchio” avrei capito: è come dire “non mi piace la cipolla”. Ma qui sembra “non mi piace la cipolla perché è un gusto asservito, meglio l’aglio che si è sparato in faccia pur di non diventare aglio bollito, che fa schifo”.
No, davvero, ma partire secchi contro uno dei batteristi più poderosi della contemporaneità solo perché colpevole di aver “domato la bestia” invece di bruciarsi il cervello in un modo o nell’altro mi fa davvero buttare acido
No mames… Il Rolling Stone di Milano. Che ricordi. Nello stesso periodo mi sparavo pure ogni band punk passasse per il (allora chiamato) Pala Lido. (sospirone).
(breve storia traumatica, i Nirvana passarono da Modena, mi organizzai per andarci, poi vidi un loro concerto su Videomusic, pensai “minchia ma dal vivo Kurt è senza voce, che schifo”, non andai, fine della breve storia traumatica) (unica magra consolazione: probabilmente lì sul momento se fossi andato per i miei gusti dell’epoca mi avrebbero davvero fatto schifo, ma oggi figurati, racconterei di una serata memorabile, ci mancherebbe)
@Oliver. A parte che non si capisce un cazzo di ciò che scrivi, definire il povero Dave come uno dei batteristi più poderosi della contemporaneità mi fa rattristare per la tua mancanza di cultura musicale.
@Nanni
Scrivi “Videomusic” e altra botta di nostalgia.
A questo punto della discussione mi sembrava però giusto rimarcare che tutto ciò che dite sarà pur vero (put some aria di sufficienza here) ma (TUTTI quelli che citate) … saran pur bravi però sono un po’ troppo commerciali per me; eglio gli Absurd che insieme ai Death e ai Profanatica non fan rimpiangere i Tartaros, i Massacra, i Dismember,
Gli Entombed, i Pestilence e i Rigor Mortis
Ecco
HAHA. E dimentichi i Cannibal Corpse e i Necrophagia.
Si certo che se ti ascolti il primo dei Monstrosity ti accorgi che han preso tutto dai Sarcofago.
Peraltro, il brutal death mi dà più stimoli dei Kataklysm, dei Luciferion, dei Cadaver, dei Minotaur, dei Pessimist e degli Urgrund tutti insiem.
W gli Urgrund!
Dopo tutti questi film con/su le band musicali, io aspetto io biopic dei Black sabbat che a seconda del regista e del periodo potrebbe tranquillamente essere un film horror, comico, di denuncia sociale o praticamente qualsiasi altra cosa. I tempi sono maturi, sai Ozzy Smolla un po’ sto diritti che si fa in cinque minuti
“i bravissimi guaglioni fanno invariabilmente musica dimenticabile” troppo vero.
Guarda quel cazzone di Josh Homme che casini combina e che discografia si tira dietro.
Il film comunque lo vedrò. I FooF non li ascolto ma mi fanno simpatia, a Pat Smear lo vorrei abbracciare fortissimo e se il termine di paragone per i vanity project è Gal Gadot che canta Imagine mi sa che qui va di lusso.
E prima ancora Dave suonava la batteria negli scream che non erano male, i foo fighters invece non li ho mai cagati più di tanto
Ho adorato il film dei tenacious D quindi darò una possibilità anche a questo però purtroppo dopo The Batman è l’ennesima prova che il revival degli anni ’90 è in pieno svolgimento e non ce lo meritavamo
https://www.youtube.com/watch?v=XimhI3TvUIg
Ronnie, col suo senso dell’umorismo, si prestò a rappresentare un Dio del Rock in questo film di culto.
Lo vidi per la prima ed ultima volta con gli “Heaven and Hell”, sostanzialmente i Black Sabbath sotto mentite spoglie, Com Tony Iommi, Geezer Butler e Vinny Appice. Un anno dopo, o giù di lì morì.
Long Live Rock and Roll.
https://www.youtube.com/watch?v=b4VtbKrUKGQ
foo fighters sempre trovati una lagna inascoltabile, lui idem con le sue cagate tipo suonare col gesso alla gamba e le mille chitarre e altre amenità…però a suo favore vanno la citata comparsata diavolosa con Jack Black e la più che comprensibile gaffe coi gemelli diversi quando fu invitato a mtv ai tempi…
“Io ne ho viste cose che voi giovani non potreste immaginarvi:
ho vissuto il grunge al largo dei bastioni di Oristano,
e ho visto i Led Zeppelin suonare nel buio vicino alle porte di Taranto Vecchia.
E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo,
come lacrime nella pioggia.
È tempo di boomerire»
Fa ridere perché io ho visto Dave Grohl e Taylor Hawkins duettare con Jimmy Page e John Paul Jones sotto l’arco di Wembley.
Per quanto tu, io, possiamo aver visto nella vita, mai avremo la gioia di poter scrivere “ho vissuto il grunge” com’ egli ha fatto. Ora ho Pier nella mente che si svuota addosso il secchio del vomito di Kurt, picchia Dave quando va floscio sulla batteria, fa da amante a Courtney e Courtney chiede il bis.
La mia è invidia, segnante, come lacrime sotto il sole.
@Pier Batty. Quasi tutto vero tranne che il vomito era solo il mio, Dave non l’ho mai visto e Courtney non era la mia amante perchè era troppo tossica e l’ho mollata a Kurt. :)
https://www.youtube.com/watch?v=l11vH6lRnZ0
John Carpenter che compone il tema musicale e recita nei panni di sound engineer? Me lo hai venduto istantaneamente!
Se poi dici che Grohl era il batterista degli Scream sei da ospizio.
“i bravissimi guaglioni fanno invariabilmente musica dimenticabile”
Beh, no. Se sei Scaruffi e decidi a priori di disprezzare chiunque non finisca con litigare col mondo morendo male facendo musica che ispira all’omicidio chi la ascolta, è così. Se invece riesci ad ammettere che persino la musica che ha avuto qualche parvenza di successo possa essere ottima, c’è tanta buona musica fatta da guaglioni non necessariamente dediti ad offendere il prossimo (nei limiti del fatto che qualcuno prima o poi lo offendi, pure Grohl appunto). Sono d’accordo sulla pochezza di gran parte della produzione dei Foo Fighter, ma i Pearl Jam non li metterei tra gli scarti che vedremo sparire nel dimenticatoio. Pure qualcosina di Neil Young, Tom Petty, Paul Simon, Bob Dylan, Leonard Cohen, io lo salverei. Il mio amico Mark Hollis sta un poco alla volta ricevendo il giusto riconoscimento (da defunto, ma quella è sfiga). Sono i primi che mi vengono in mente.
Per fare un buon horror serve una certa dose di sadismo che non si concilia con il buon Grohl, ma per la buona musica, non lo vedo per niente necessario. A meno che, appunto, non si decida a priori che la musica destinata a durare deve in qualche modo offendere (in qualche modo) chi la ascolta. Il che può funzionare a volte, ma se diventa la regola, pure quello viene presto a noia. E sì, allora la dimentichi.
Aldilà che l’opposto di “bravissimo guaglione” non è per forza “tizio che va in giro a insultare la gente”, è ovvio che come per ogni regola esistono le eccezioni come ammetto senza problemi che ogni tanto ho pure voglia di ascoltare musica inoffensiva. Però oh, in generale, difficile che se non hai avuto una vita “interessante” tu faccia arte “interessante”.
Beh, in realtà l’opposto di “bravissimo guaglione” sarebbe più dalle parti di “serial killer”. Ma nel campo musicale non è “tizio che va in giro ad insultare la gente”, è “tizio che usa la musica per provocare e destabilizzare”.
Ma concordo, la falsa dicotomia è il modo più inutile per trattare qualsiasi cosa vada oltre “mi prude l’ascella->mi gratto l’ascella” (feat Mario Cemento). Non credo ci siano disaccordi sul fatto che la stragrande maggioranza della musica è dimenticabile, inoffensiva o offensiva che sia. Perché appunto (imho) non trovo sia quello il punto. Che per sfornare capolavori tu debba fare una vita “interessante”, mi sembra troppo spesso un cliché. “It’s better to burn out than it is to rust” funziona alla grande, ma proprio per quello è il caso di chiedersi quanto sia genuino, e quanto invece un intrigante slogan, ottimo per il marketing. Perché il mito di Icaro è un gran bell’archetipo, quando devi vendere il prodotto artistico ai giovani. Ma persino il punk coi suoi eccessi distruttivi, a partire dai suoi elementi più rappresentativi, i Sex Pistols, si scopre poi essere abile creazione di un furbo manager. E molte di quelle canzoni sono invecchiate parecchio nale. Davvero la musica più è inoffensiva, più è dimenticabile? Chi sfugge a questa regola sono “eccezioni”? Non ho la risposta, ma secondo me quello che regge la prova del tempo ha vinto su un altro campo di battaglia. Ma non pretendo di avere certezze, per cui mi piacerebbe ascoltare altri pareri. Del resto poco come la musica divide le opinioni.
Non mi dispiace ascoltare ogni tanto Butthole Surfers, Dead Kennedys e Pere Ubu. Ma dopo dieci minuti di solito mi annoiano e metto altro. La musica commerciale è in gran parte pattume, non ci sono dubbi, ma l’essere alternativo e provocatorio non mi ha mai convinto, come criterio qualitativo. La musa è sfuggente.
Michele, dici bene. E’ il tempo a decidere se una musica vale. Musica famosa per i contemporanei viene dimenticata, e viceversa. I sex pistols prodotto? Sì, può essere vero. Ma il movimento punk no. E i Pistols, che fecero un solo album, sono ancora attuali. Metti su God Save the Queen e suona bene. Molto altro no, in effetti.
Hai ragione anche quando contraddici Nanni: non devi vivere una vita interessante per produrre arte interessante. Parlando di letteratura, il buon Salgari non viaggiò mai. MAI. Ma ci fa ancora vivere i misteri della giungla nera o i viaggi dei Corsari. Viaggiò con la fantasia.
E non bisogna essere maledetti e drogati per fare buona musica. E fare il dito medio sempre e il coglione tanto per.
Comunque ho detto “difficile”, non “impossibile”.
Nanni, si ma anche puntualizzare sul “difficile” non cambia il senso della tua frase.
Sembra un non voler ammettere che in fondo la frase era infelice. E lo è. Immagino che riflettendoci sopra, noterai che la frase scritta d’impulso non sia corretta.
E poi bisognerebbe definire “interessante”.
È solo estrema/sintetica perché è un argomento che se sviscerato diventa lungo quanto discutere sul senso della vita, e tocca anche diversi aspetti in comune. C’è discussione solo se la prendete come assoluto (mi sembra anche banale sottolinearlo). Rimane che, dovessi scommettere dei soldi alla cieca, 7/8 volte su 10 ci becco.
E comunque, al di là dei sofismi, non ho colto il significato della tua frase. Che mi interessa di più.
“Rimane che, dovessi scommettere dei soldi alla cieca, 7/8 volte su 10 ci becco”. Non ho capito. Sinceramante. :) come frase estrapolata da ogni contesto anch’io credo lo stesso delle mie intuizioni, e immagino tutti la pensino allo stesso modo. Ma non ho proprio capito il senso nel contesto.
Comunque grazie per la cortesia, ma conversare via messaggi diventa difficile e i fraintedimenti sono dietro l’angolo.
Mi riferisco sempre alla solita frase in oggetto. Il mio errore piuttosto è stato scrivere “è un altro discorso” dando l’impressione di volerlo affrontare, ma diventerebbe davvero una roba complessissima che non so se ne vale la pena. C’è una marea di persone che nella vita non hanno mai fatto nulla di particolarmente grave (che si sappia) ma hanno comunque un minimo di fuoco dentro che le porta a esprimersi in modo interessante, ma quando penso al Dave invece penso a uno che, da Fabio Fazio del rock’n’roll quale è, non ha un gran fuoco dentro a parte la determinazione per raggiungere le proprie ambizioni personali/professionali. E alla fine il discorso non è diverso dal cinema: una volta che sapete che scelgo di parlare solo di action e horror, e che mi leggete e che avete un’idea delle cose che apprezzo e delle opinioni che promuovo, potete più o meno intuire anche come la penso in generale sulla musica.
Io invece quando guardo Grohl dare sempre il massimo nei live (cosa che a volte difetta ad altri grandi artisti “col fuoco dentro”, altro concetto difficile da maneggiare) vedo uno che si diverte molto in quello che fa, e piace fare divertire gli altri, e non per finta (altrimenti sarebbe davvero un attore fenomenale). E che per questo ha lavorato con tanti altri artisti sicuramente più talentuosi di lui (Josh Homme, Trent Reznor, la lista è lunghetta), che non disdegnano anche di fargli compagnia nei live, per cui ai concerti dei Foo può saltare fuori Page e Paul Jones, o lui può fare un salto a suonare dai Pearl Jam. Le canzoni sono quello che sono, ma la passione è genuina. Ecco perché non lo vedo per niente l’accostamento con Fabio Fazio. E te lo dice uno che quando ha visto nascere i Foo ha subito pensato “ecco l’ennesimo furbastro che cerca di raschiare il fondo del barile sfruttando il nome”. Ma mi sono dovuto ricredere, nei Foo non trovi il genio, ma c’è solida tecnica e vera passione, e qualche bel pezzo esce (Learn to fly, peraltro, la trovo una delle peggiori in assoluto). Non li rende eterni, ma degni di rispetto, per quanto mi riguarda, sì. Per un Fazio, zero.
Pure io ho visto i Foo Fighters dal vivo un paio di volte, incluso quando sono apparsi Page e Jones. Il Dave innegabilmente si diverte, si impegna e ha passione, però fa sempre robetta che sa di acqua con le bollicine e mi dice poco. Quando tocca qualcosa sai sempre che lo farà meglio di tanti improvvisati – motivo per cui rimango curioso di quello che combina – ma sai anche che te ne scorderai il giorno dopo. Che è anche il succo della mia recensione del film (in positivo, se vuoi, perché questa era la volta che mi aspettavo fosse più tirato via).
Io non provo invida facilmente (il vantaggio di possedere un ego strabordante, ed è in effetti l’unico vantaggio). Ma per uno che era a quel concerto, faccio eccezione. Bel colpo.
Michele, quelli che porti mi paiono argomenti un po’ poveri. Il rispetto, tu mi insegni, è dovuto, l’apprezzamento, specie artistico, va guadagnato.
Comunque i commenti a ‘sto post mi han fatto ricredere su una cosa: pensavo non potesse esserci nessuno di più sfigato del metallaro standard (intendo quello da Nanni genialmente schizzato come quello col mansplaining pronto in canna) scopro invece che l’adepto del verorock® può essere ancora più pateticamente saccente con le sue megabanalità.
Già che ci sono vi appoggio qui il link a una discussione che tratta di terzo figuro che potrebbe comporre una trinità dei tristoni che la menano con la vera musica (discussione peraltro animata da un redattore dei Calci di prima fascia): http://www.bastonate.com/2015/03/23/sultani-swing-appunti-rock-riccardone/
Uno dei miei pezzi preferiti di Bastonate.
E comunque vivadio (che naturalmente non esiste) che il rock è morto. L’unica cosa che mi secca è che la sua morte sta rendendo peggiore la musica pop.
@ Bugo
Mah, al netto che pure il rispetto va guadagnato, quello dovuto non è rispetto, è una sospensione del giudizio, una convenzione sociale di base che adottiamo per comodità. E questo sì mi tocca insegnarlo spesso visto che c’è in giro un sacco di gente che crede che il rispetto sia gratis. Eh, no.
Chiuso con la saccenza generica, discussioni sul verorock™ non sono mai state di mio interesse, dubito abbiano il minimo senso, non mi sembra di aver mai tirato in ballo il concetto. Se quello che ho scritto ti sembra povero, rispetto (non per convenzione) la tua opinione. Sulla musica non ho certezze, e poche sicurezze, per cui non pretendo di avere nulla di lontanamente definitivo da dire. Per quello mi interessano altre opinioni. Incasso la tua, e ne prendo atto.
Anzitutto scusami se ti ho dato l’impressione che mi riferissi a te parlando della sfiga del verorock®ettaro; non intendevo assolutamente, sarei stato del resto terribilmente incoerente a farlo appena dopo aver scritto che il rispetto è dovuto.
Al qual proprosito:
no dai, imho il rispetto bisogna impegnarsi per perderne il diritto; infatti sono sicuro che la gente cui ti trovi costretto ad insegnare che va guadagnato in realtà se l’è perso, e proprio perché avrà dimostrato di non aver nozione di questo fatto base: non rispetta gli altri e si aspetta per sé rispetto e anche qualcosina in più, è entitled, come dicono gli anglofoni. Il Fazio il diritto al rispetto lo ha perduto dopo aver perso quello all’apprezzamento che (siamo onesti) si era precedentemente guadagnato. Lo si disprezza artisticamente per la melensaggine (che inizialmente ha saputo gestire e utilizzare come un attrezzo del mestiere) lo si disprezza anche per riguardo al rispetto-dovuto perché si è svelato per l’ipocrita servo del potere che è in realtà.
Usiamo più o meno le stesse costellazioni di termini per parlare del bello e del buono, ma, sempre imho, la distinzione sta proprio lì: dove il rispetto (etica) è default (b i s o g n a comportarsi bene) l’apprezzamento (estetica) è un risultato, il risultato di un lavoro ben fatto, anche se poi, pur soggettivo, l’apprezzamento artistico che abbiamo per qualcosa pretende di essere riconosciuto anche universalmente, quasi fosse oggettivo – di qui le infinite discussioni che suscita.
E, per tornare a Grohl, la difesa che ne fai tu riguardo al valore artistico, utilizza gli argomenti propri del rispetto-dovuto: non fa male a nessuno, è corretto, dunque gli si deve il rispetto. Lo si deve rispettare perché non ha fatto nulla di tale da perdersi il diritto al rispetto. Questo è un argomento debolissimo: è da un bel pezzo (ma secondo in realtà da sempre) che dall’arte ci aspettiamo non solo l’eccellenza ma vieppiù quel di più fuoco iconoclasta o comunque terribile che sembra un cliché ma in realtà identifica un qualcosa di preciso seppur indeterminatissimo.
Non so se mi sono saputo esprimere bene, ma so che sai più meno di che parlo, perché ricordo bene che hai animato insieme a Nanni una delle discussioni più interessanti viste ultimamente su queste pagine (dopo, naturalmente quelle del buon Pier): https://www.i400calci.com/2021/12/patriottismo-e-pacchianate-sooryavanshi/ – discussione in cui hai argomentato riguardo questo proposito.
Se il mio argomento fosse stato quello, sarebbe stato in effetti molto debole. La mia difesa di Grohl è legata non al suo essere corretto e quindi inoffensivo, ma alla sua onestà e passione, oltre al rigore tecnico con cui maneggia le bacchette, cosa che tutti gli riconoscono. Fatta la somma ne esce fuori un artista molto oltre la media, come ammette pure il Nanni. Che sia dovuto al fatto che la media è bassa è triste verità, che gli manchi il tocco di genio e la furia iconoclasta è indubbio, comunque il punto su cui ho fatto partire la discussione è che non li trovo elementi così indispensabili alla produzione del capolavoro (fuori portata per il buon Grohl). Anche perché l’immagine dell’artista geniale e maledetto consumato dal proprio talento la trovo tipicamente romantica, e come tale molto sfruttata per vendere un prodotto che spesso il tempo rivela non essere questo granché.
Insomma, sarà che vivo in zone dove di genio ne passa poco, a me un Grohl che ci mette il cuore in quello che fa me lo rende simpatico. Non sono di regola propenso ad abbassare l’asticella, se ho dato questa impressione, vuol dire che per una volta passerò per fanboy. Non lo sento mio, ma ci posso sopravvivere. Grazie comunque per lo scambio.
Sì c’hai anche ragione, ma gli è che l’innocuità (musicale) dei FF è veramente troppo smaccata e stracciacoglioni, siamo dalle parti di quei metallari degli U2, quanto a pallosità cui non puoi contestare niente in praticare, con l’aggravante che almeno Bono è un malefico ipocrita miliardario rettiliano e mi sta sul cazzo, a Grohl neanche quello gli puoi dire, è troppo un regaz.
Ma ripeto, per me ormai il rock è morto, e per fortuna. Ora è un genere come gli altri, come il jazz o il metal o la soul music, che produrrà eccellenze anche migliori dei mostri sacri, ma non recupererà più lo status di un tempo: è una questione materialistica, di tecnologia; la musica che un ragazzo o una banda di guaglioni si mettono a fare per i cazzi propri è altra e va bene così.
In praticare=in particolare
E sempre per i giovanotti o i non giovani. Di proto-grunge ce n’era tanto, nella storia del rock. A parte gli stooges di Iggy, guarda cosa ti vanno a fare i Pink Floyd nel 1969. Delle serie: ” Volete er grunge? E checcevò”
https://www.youtube.com/watch?v=KIjrVybFDHo
Ho sempre preferito di più i Jane’s Addiction ai Nirvana .
Vabbè fin qui è facile…
Ha ragione il Nanni. I bravi guaglioni spesso fanno musica dimenticabile. Poi dipende dai gusti, perchè i Beatles erano dei fighetti ma la loro musica (che a me fa cagare) mica è dimenticabile. A me piace la musica sofferta, quella con l’ avvertenza “può causare suicidio” in copertina, e quasi tutti gli artisti che hanno fatto i loro capolavori li hanno fatti durante un periodo di droghe, divorzi, malattia, lutti, abusi, visioni di films di Inarritu. Poi voglio salutare quel paraculo di Grohl, che pare abbia suonato nei Nirvana solo per la paga senza capire un cazzo di Cobain…Per carità, ci sta che morto lui non è che tu debba andargli per forza dietro, ma fare un gruppo che va bene per le feste tra liceali a base di Coca Cola e forse forse uno spinellino con roba costosa, è vilipendio a Kurt. Ma è un problema di molti nelle band: stanno lì, suonano la loro parte, c’è uno che scrive dei testi ma mica è detto che gli altri li capiscano. Ian Curtis scrive due album in cui è didascalico che sta soffrendo come un cane per l’ epilessia, si suicida e tutti gli altri “non ce lo aspettavamo”. Peter Hook, il bassista, dirà che forse avrebbe dovuto ascoltare meglio i testi. Poi fondano i New Order, fanno roba ottima, ma che non c’ entra un cazzo coi Joy Division. I Cure fanno “la trilogia”, poi passano al commerciale e tornano con un capolavoro (Disintegration) solo quando Smith è a un passo dal ficcarsi una pistola in bocca. I Depeche Mode sfornano il loro miglior album ( no, non Violator, ma quello dopo) quando Gahan è pieno di eroina e non ha più voglia di cazzate elettroniche e impone al gruppo un po’ di rock. Ed ecco che arriva la stoccata finale, quella in cui spiego al mondo chi è il miglior batterista degli ultimi 40 anni: Stephen Morris. E se non capite il perchè, è solo perchè siete dei metallari convinti che per essere dei bravi batteristi quel cazzo di strumento vada sempre sfondato. Stephen ci picchia veloce, velocissimo, quasi sovrannaturalmente, nessuno però gli batte le mani e a lui viene il muso lungo. Dietro la maschera del killer di Scream, c’è lui.
Cough cough Danny Carey…
Il mento di Morris ha preso altri 3 millimetri. Pentiti.
I Beatles si drogavano fortissimo, e si sente.
Non l’ho riletto, ma mi pare di ricordare questo potesse essere un contributo pertinente https://www.vice.com/amp/it/article/kz5zv3/paul-mccartney-discografia-commento-intervista-biografia (a proposito ma cosa diavolo è successo a vice Italia? Non dico sia mai stato chissà che, ma il modo in cui da un giorno all’altro si è trasformato nella definizione di inutile mi lasciò all’epoca di stucco – anche perché è successo appena dopo la pubblicazione di questo pezzo: https://www.vice.com/amp/it/article/7b55vy/alt-right-italiana-provocatori-fake-news-bufale-troll-bomberismo-populismo).
(Fermami pure Nanni se approfitto troppo della libertà che ci concedi)
Dipende: il pezzo su Paul McCartney mi pare in tema, quell’altro no.
Ok, afferrato.
Però personalmente non vedo il collegamento “bravissimi guaglioni”= mai avuto nulla a che fare con additivi chimici da sballo. Praticamente tutti in quell’ambiente hanno avuto almeno un periodo problematico, chi ne è uscito e chi no, ma tendenzialmente non mi sembra che tolga o aggiunga nulla sul personaggio/gruppo, in senso positivo o negativo. O che fornisca un valore aggiunto dal punto di vista della produzione artistica. Però è mia opinione assai opinabile, di esempi pro e contro ne esistono parecchi, per cui potrei tranquillamente sbagliarmi.
Ragazzi, non ho scritto solo droga, ho scritto altre mille cose che possono essere segnanti e che possono influire sulla tua arte. Jimmy Sommerville era un gay bullizzato e coi Bronsky Beat fece un album che era un inno al gayume sofferto con tanto di numeri di telefono di associazioni gay sulla cover interna per chi se l’ era passata come lui. Dimenticabile? Se sei etero sì, se non lo sei un po’ più difficile. Poi la teoria vale 7 volte su 10, quindi non c’è da fare troppo temperapuntismoalcazzo. Ora vi saluto, che vado a uccidere mia zia e poi compongo un requiem per milf (ho grossi problemi, lo so, ma mia zia dovreste vederla…). Buona serata a tutti.
@Bugo: il tuo secondo link non l’ ho capito. Se ti riferisci al fatto che ho un nick che può far pensare ch’ io sia fan del nanetto assassino coi baffi, ti giuro su mia zia appena defunta che è l’ esatto opposto. È solo che Adolf Hit-Girl suona come Adolf Hitler, tutto qui. Adoro Hit-Girl, odio Adolf, ergo coglici il dualismo/duellismo della natura umana. Non è un nick turbogoliardico. Pace e serenità ( anche se poi esce musica dimenticabile).
No, no, figurati, tra l’altro mi pare che qui scrivano anche un adolph hitledger e addirittura un Adolph hitler e nessuno li ha mai scambiati per nazi.
Il secondo link era un purissimo off Topic. Ricordo distintamente quell’articolo come l’ultimo interessante di Vice Italia, che dopo aver pubblicato quello è diventato di un’inutilità agghiacciante (e si è messo a spingere la Trap). Niente a che fare col tuo interessante commento, cui non mi permetto di rispondere perché non conosco i riferimenti.
Avrei dovuti stare zitto, anche Taylor Hawkins ci lascia. Rest in noise.
I Foo Fighters sono quel gruppo che se gli frulli insieme tutta la discografia esce fuori almeno un bel pezzo easy listening. Che sarebbe anche bastato.
A forza di definirli bravi ragazzi il batterista è morto con cocktail di 10 droghe in corpo…
sì ma se sei americano, ti prendi un antidolorifico perchè hai mal di schiena, una pastiglietta per l’ansia e ti fai una canna preconcerto, facile arrivare a 10 droghe mica hanno l’oki e le goccine di cbd come da noi.
povero Taylor, mancherai <3
notato la buffa coincidenza pure io… vabbè lo conoscevo solo perché era nella serie di doc fatti dal “buon” D.G….boh pensavo non andasse più di moda morire così
mi che non è l’essere americano ma piuttosto l’essere musicista. sto leggendo biografia di gentaglia degli anni 50, che ingenuamente pensavo meno psichedelici, e giá avevano un livello che levati.
Mo’ che bello ‘sto post, me l’ero perso. Conoscendo i Foo Fighters e non sbattendomene un cazzo (ma allo stesso tempo amando avere un’opinione sulle cose che conosco) li avevo messi lì, in stand-by, aspettando che qualcuno descrivesse quel che ne penso senza dover sforzare un neurone mio, perché quando dico “sbattermene il cazzo” significa che son passati vent’anni. Poi ci ha pensato Nanni. Grande Nanni.
PS @Nanni io i Nirvana li ho visti a Modena, il concerto era vergognosamente pressato e anche avessero suonato bene (e non lo fecero) ne avrei un brutto ricordo. Infatti ne ho un pessimo ricordo e la sua unica utilità per quel che mi riguarda è usarlo ancora oggi come esempio del perché vedere un concerto in uno stadio è una cagata.
PS IN BOOMER CAPS LOCK: PAT SMEAR E’ IL CHITARRISTA DEI GERMS. Tutto il resto, fighettini miei, è fuffa.
in realtá la è L come nota non è impossibile, dipende da in quante parti (intervalli) vuoi dividere :P
il film c’ho provato, ma dopo mezz’ora mi sono arreso.
Quindi secondo te, Fabrizio, quello che intendevo io è che nel film c’è una scena in cui lui dice “hey amici non vi preoccupate se vedete la L negli spartiti, è solo una G ma ho suddiviso le note diversamente”.
haha scussassero volevo fare un po il fico teorico musicale e sottolineare che le note e gli intervalli tra loro sono arbirtrari, certo, per falro dovrebbero spostatre anche le altre 7 note.
poi ho visto effettivamente tutto il film e anche grohl la spiega come un a bemolle (mi par di ricordare) ….
alla fine me lo sono visto tutto
Tipo la scena di “These go to 11” degli Spinal Tap