Uno dei drammi dell’essere felicemente sposati, e prima felicemente fidanzati, è quello di non avere nessuna confidenza con le app di dating. Quando si è cominciato a parlare di Tinder (in realtà un mio amico molto sensibile, penso fosse addirittura un poeta, mi aveva fatto vedere anni prima Grindr), ricordo l’eccitazione dei miei amici single: si apriva un intero mondo nuovo fatto di seduzione online, qualcosa di totalmente diverso rispetto a quello che fino a quel momento conoscevamo. Insomma, la cosa era molto eccitante. Poi grazie a Tinder abbiamo potuto godere di video di un certo livello, come questo, che qui funziona come… SIGLA!
Noa è una giovine ragazza, interpretata dalla super cute Daisy Edgar-Jones, che fatica a trovarsi uno straccio di fidanzato. Continua a incontrare dei poveri stronzi ma al tempo stesso ha sviluppato una strana dipendenza da app di dating. Vorrebbe seguire i consigli della sua amica Mollie, una molto più tosta di lei, ma non ce la fa. Sogna ancora di incontrare online il Principe Azzurro. E una sera, una strana sera, mentre si trova al supermercato un po’ dimessa, con la coda del terzo giorno, i pantaloni del tutone… incontra un uomo. Un bell’uomo, uno che le fa una battuta un po’ stupidina ma alla fine simpatica, uno che ha il coraggio di chiedere il numero di telefono a una guardandola in faccia e non nascondendosi dietro lo schermo di un telefonino. Si chiama Steve, ha la faccia di Sebastian Stan, e Noa è già pazza di lui.
Noa e Steve sono fatti per stare insieme. Escono una prima volta, e all’inizio c’è un po’ quel piccolo imbarazzo di quando non ci si conosce ma si sente già una forte attrazione. Avete presente? Ma che ne sapete voi di cosa è l’amore? Quando sei lì, nel momento, occhi negli occhi e tutto sembra prendere la direzione giusta, i pezzi del puzzle che vanno al loro posto uno dopo l’altro come per magia… Non importa cosa c’è stato prima. Non importa cosa succederà. Loro sono fatti per stare insieme. Poteva sembrare una cosa stupidina, una frivolezza, un rimorchio al supermercato, ma qui c’è qualcosa di più. Noa è raggiante. Lo dice anche alla sua amica Mollie. Oh, guarda. Guarda qui che robetta: questo è lui che dorme al mattino al mio fianco dopo che mi ha praticato l’amore all nite long. L’ho fotografato un po’ così, da artista, mentre i primi raggi del sole baciavano il suo angelico viso. Non è bellissimo, Mollie? Mi sa che lo amo. Ciao Mollie, parto con uno sconosciuto per un weekend d’amore in una località segreta che lui non vuole dirmi perché per noi l’amore, la vita, è una giostra in cui gettarsi a capofitto senza pensarci due volte. Ah, l’amore, Mollie: l’amore!
Mollie è un po’ preoccupata. Guarda Noa, ho capito che questo è un figaccione, un medico, ti piace, vi piacete e c’è quell’intesina lì magica che non pensavi di poter più sentire con un uomo… ma il mondo è pieno di stronzi. Non ti dice nulla l’espressione “mascolinità tossica”? Eddai. Ed effettivamente Mollie ha ragione. Sapete perché? Perché Steve è un pazzo psicopatico della peggior specie. Ma proprio una roba grave, eh? Calcola che, appena arrivati nella sua casa isolata in campagna, una specie di Wayne Mansion da mega riccone, droga la povera Noa per poi ammanettarla e tenerla segregata in una piccola stanzina arredata in stile minimal tipo da Muji. Ma perché, mi chiedete voi? Magari qualcuno che non ha ancora visto il film preferisce saltare il paragrafo che metterò fra le prossime due immagini.
Ho trovato questa cosa brutta online e ho pensato di postarvelaPerché Steve è un cannibale. Anzi, non solo. Sì, si mangia la carne delle ragazze che raggira, rapisce e sequestra, ma rifornisce anche una società segreta di altri cannibali in giro per il mondo. Fa proprio le consegne tipo Amazon Prime (Ribs): ti taglia un pezzo di gamba, lo mette sotto vuoto, prende due o o tre oggetti personali della ragazza, mette tutto in una scatola e te la spedisce a casa. A uso e consumo di altri pazzi piscopatici mangia carne umana. Va detto, molto meno belli del Winter Soldier…
Noa realizza che non è da sola. Che non è l’unica ragazza ad essere caduta nel tranello di Steve (ma poi si chiama veramente Steve? Chi è realmente quell’uomo?). Con lei, legata in altre stanzine, ci sono altre ragazze, tutte sull’orlo della sanità mentale. Noa capisce anche che effettivamente Steve ha un debole per lei. Se così non fosse forse sarebbe già senza una gamba e non semplicemente senza una chiappa. Per cui, e qui sta il vero motivo di interesse del film, capisce che se vuole avere una speranza di farcela, se non vuole finire su un piatto condita con un po’ d’aglio e del rosmarino, dovrà scendere a compromessi con quel pazzo assassino. Dovrà riconquistarlo, dovrà fingersi vittima consenziente, interessarsi al suo mondo malato, entrare nella sua testa, capirlo… fare quello che fa lui.
Da qui in poi potete ricominciare a leggere sereni.
Fresh è un film piuttosto bizzarro. Parte come una rom com, diventa un thriller psicologico di rara crudeltà ma continua apparentemente a mantenere quell’aria da commediola horror che pensi non possa farti niente di male. Butta lì frivolo un pezzo indie in colonna sonora, rassicura apparentemente il pubblico con la faccia di Sebastian Stan, per poi scendere senza freni nei meandri della psiche umana. Si può dire che Fresh sia così palese e didascalico nel suo intento da essere già in lizza da ora al Premio Albero della Vita (al peggior metaforone), che risponde a stimoli evidentemente dettati dalla società odierna (la mascolinità tossica), che rischi di gettare alle ortiche quanto fatto nell’ottima seconda parte in un finale un po’ sciocco e confuso, ma è innegabile abbia una sua forza. Prodotto da Adam McKay, scritto da Lauryn Kahn che aveva già messo la firma su Ibiza, diretto dall’esordiente Mimi Cave, Fresh è una discreta sorpresa. Parte fondamentale della riuscita del film (meglio: della parte centrale) l’alchimia tra i due protagonisti. Sebastian Stan è un ottimo pazzo (avrei tolto giuste due o tre faccette secondo me in più del dovuto, ma sono inezie), mentre Daisy Edgar-Jones è semplicemente perfetta nel suo ruolo di angelo della vendetta. Si poteva osare un po’ di più nel finale? Se chiedete a me, sì. Ma per oggi, esordiente Mimi Cave, ci accontentiamo di aver provato del disagio di fronte a un piatto di carne.
DVD-quote:
“Sembra una rom com ma non è,
serve a farti provare del disagio!”
Casanova Wong Kar-Wai, i400calci.com
Non avrei mai detto che Sebastian Stan fosse così bravo a interpretare personaggi weirdo, anche se nei panni di Tommy Lee un mesetto fa aveva già lasciato presagire molto, soprattutto quando dialoga con il suo piffero. E tutto su Disney+, tra Biancaneve e Cenerentola. Che tempi curiosi, quelli in cui viviamo
Non ho ancora fatto in tempo a guardare la serie su Tommy e Pamela, merita quindi?
La riflessione su Disney comunque la facevo anche io guardando una commediola per ragazzi in cui una ragazza adolescente sviluppa un’app per il sesso e nel frattempo per fare “ricerche” si tromba l’amico di turno…. niente di che sia chiaro, ma i riferimenti sessuali così espliciti su un film disney proprio non me li aspettavo.
In un certo senso i ragazzi di oggi sono diversi e disney si adegua.
Siamo ufficialmente vecchi (per lo meno io lo sono)
La scena in cui Tommy Lee parla col suo pisello è storica
Merita merita
L’ho visto giusto giusto lunedì, questo film, e mi domandavo “chissà se approderà mai su i400calci? Mi piacerebbe proprio sapere cosa ne dicono…” ed eccovi qui con la recensione: ma quanto vi si può amare,?
Detto questo… Ero partita con aspettative abbastanza basse ma rincuorata dalla presenza di Sebastian Stan, che se non altro è sempre una gioia per gli occhi, e invece è stata davvero una discreta sorpresa.
Non una bella sorpresa, perché il finale in effetti è un pastrocchio che rovina un po’ tutto, ma comunque una sorpresa piacevole.
E del resto oh, non si può mica avere tutto…
Dite che questa può essere un’occasione per “fregare” la famigliola facendo credere loro di guardare una rom-com con Sebastian Stan?
Dite che quando si accorgeranno della verità sara troppo tardi?
Dite che in caso rischio la richiesta di divorzio?
Quasi quasi faccio la trollata.
Il vero eroe si riconosce quando, pur vedendo arrivare la disfatta, si tuffa nella pugna!
Non sarai al livello del Sig. Giancarlo, ma sarai l’eroe di cui abbiamo bisogno
Questo lo vorrà vedere Adolfa. Grazie della rece. Finale col braccino è metaforico, spero, che dopo Spare Parts non voglio più saperne di donne tirchie…
Avevo capito fosse su Prime, vabbè fa nulla.
Bella per i Death Of Anna Karina, che non conoscevo
Certo che, se nella stessa recensione vengono citati sia Pollon che i cavalieri dello zodiaco, allora la visione diventa obbligatoria!
Scusate se riposto ma il tag
“una rete di cannibali sparsa per il mondo fai contro tipo cortilia ma con la carne umana al posto delle zucchine”
mi ha fatto morire 😅
Già presenti nella recensione ma comunque SPOILER
Non ho mica capito, il tipo le ha tagliato una chiappa intera? Cioè tipo una mutilazione gravissima, che non potrà mai più camminare? E questa è solo la premessa di tutto un crudele gioco psicologico e non di un mero soporifero torture porn? Ma allora è uno dei film più pesi mai girati? No, perché dalla rece sembra l’ennesima cazzatella pseudoindy.
SPOILER
Twerkava malissimo.
FINE SPOILER
Bel film. Interpreti azzeccatissimi, ed il modo in cui gestisce in modo normali situazioni folli, surreali e disturbanti sono fantastici e si fanno perdonare il finale un po’ scontato ed il modo effettivamente un po’ didascalico in cui diventa metafora della mascolinità tossica e della rivincita femminile, cioè due di quelle cose di cui è ormai quasi obbligatorio parlare. Ma il secondo atto è formidabile
Buon film, si regge sull’alchimia tra i due protagonisti. Sebastian Stan ha la fazza che è già citazionista, sembra l’esatto morphing tra Michael Biehn e Sam Neill da ciofane, quindi funziona. Penso e spero che rivedremo anche lei, versione fintamente scialba di Dakota Johnson. Al di là dei rimandi, il film è abbastanza soft nella parte torture porn, non aspettatevi molta macelleria. Purtroppo il finale è un po’ da film indie che volutamente mette un frustrante piccolo buco di sceneggiatura (il robusto assistente incaricato di far sparire il cadavere di Steve è ancora a giro).
Niente da fare, nei commenti c’è sempre il fenomeno che deve spoilerare senza preavviso
Nel film c’é la miglior scena di ballo per coreografie e mossette dopo Ex Machina.
uuu …quella grandiosa poco da aggiungere
carino sì, ma fuffetta se messo a raffronto con Barbaque – Some like it rare, uno spasso dal micidiale thought-provoking level, che ridà un verticale senso al concetto di politicamente scorretto.
Oh, a me è piaciuto e ha divertito. Ho anche apprezzato che non sia finito demmerda e tristemente per la componente femminile come Promising young woman, e che non sia stato pura cagata atomica come Spare parts. Se uno vuole analisi storico-sociologiche profonde e puro sarcasmo deve andare a vedere Delicatessen, non queste cose qui.