Allora, statemi dietro perché qui il discorso è complicato.
“Luotto”, mi hanno chiesto, “C’è un buco da tappare. Riesci a fare un articolo su un horrorino di appartamenti newyorkesi? Dura solo un’ora e venti, vedrai che in quaranta minuti un pezzaccio lo cachi”. Il vecchio trucco, e io ci sono cascato come il fesso che sono.
E niente. Mi rimbocco le maniche e statemi dietro, perché qui – ripeto – il discorso è complicato.
Quella qui sopra è Dasha Nekrasova, attrice, regista e co-sceneggiatrice di The Scary of Sixty-First. Chi tra voi ama guardare le serie TV belle anziché le serie TV brutte potrebbe averla riconosciuta come una delle due PR di Kendall Roy, nonché fugace cotta del cugino Greg, in Succession. Inoltre Dasha è bielorussa di nascita, è molto bellina, e queste erano le uniche tre cose che sapevo di lei fino a poco fa. Ma c’è dell’altro.
Infatti, chi tra voi fosse appassionato anche di podcast americani politicamente orientati in zona dirtbag-left (ossia, in tre parole… troll di sinistra?) saprà già che Dasha Nekrasova è anche una delle co-conduttrici del podcast Red scare, in cui commenta notizie e attualità con linguaggio e argomentazioni assai poco politically correct, sollazzandosi delle incazzature che provoca (in primis tra la “sinistra perbene”) e andandosi a cercare litigi e polemiche con interviste e interventi a uso vespaio. Prima ancora si era guadagnata una fugace fama virale venendo intervistata dagli alt-right di Infowars mentre, vestita da scolaretta giapponese, presenziava tra il pubblico a un comizio di Bernie Sanders. Snocciolò un paio di “Eat the rich”, insultò l’intervistatrice, e tanto le bastò per guadagnarsi il soprannome di Sailor Socialism sia tra i suoi sostenitori che tra i suoi detrattori.
Provocazioni vuote? Autopromozione? “Sciacquati la bocca quando parli di Lenin, ragazzina”?
Oppure Nekrasova ha davvero la stoffa per inserirsi nell’inferno del dibattito sociopolitico attuale?
E soprattutto: se vuoi parlare di tutto questo, perché esordire al cinema con un horror che pesca dagli anni settanta di Friedkin e Polanski?
Vabè. Ora vi dico in breve la trama del film, poi cerco di spiegare la necessità di quel lungo preambolo sulla carriera di podcaster di Dasha Nekrasova.
La trama è che Noelle (Madeline Quinn, l’altra co-sceneggiatrice) e Addie (Betsey Brown, su cui ho assolutamente un paio di cose da dire più tardi) sono due giovani nevrotiche e annoiate che trovano un appartamento in affitto a un prezzo troppo bello per essere vero. E infatti il giorno dopo irrompe nella casa la misteriosa Dasha Nekrasova che rivela una cosa che non è spoiler: le due malcapitate sono andate ad abitare proprio in uno dei vecchi appartamenti di Jeffrey Epstein, il miliardario e noto trafficante di minori, gestore di un giro di pedofilia d’alto bordo tra celebrità e teste coronate, morto misteriosamente in carcere nel 2019. Inizia così una sorta di indagine sui foschissimi segreti della casa, mentre la povera Addie inizia a comportarsi in maniera sempre più strana.
Sentite, vado al dunque subito.
– Se non sapete niente del personaggio-podcaster Nekrasova e vi avvicinate a questo film solo perché vi hanno detto che è un horror, allora vi garantisco, vi PROMETTO, che lo troverete una stupidaggine pedestre, mal recitato, involontariamente comico, confuso e brutto, con giusto qualche guizzo di stile e qualche scena più shock del previsto.
– Se invece sapete qualcosa di lei, potrebbe capitarvi – e dico potrebbe – di rendervi conto che il film è in realtà una satira (o se preferite una trollata) e che, al netto di una certa ruvidità, il suo umorismo è volontario e molte delle sue “stupidaggini” sono intenzionali.
Con questo, badate bene, non voglio minimamente dire che se il film vi fa schifo è perké non l’avete kapitoooo. Anche visto come satira, quello che ne esce è comunque confuso, uno scherzo che non si capisce bene se sia soltanto fine a sé stesso, oppure più intelligente di quello che sembra, oppure solo molto compiaciuto delle reazioni polarizzanti che aspira a strappare in tutti i modi possibili.
Da un lato, mascherando il film da horror cospirazionista di possessioni demoniache, Nekrasova denuncia l’un per cento dei ricchi pervertiti e impuniti. Dall’altro, però, ci mostra la vicenda attraverso gli occhi di tre protagoniste che sono, più o meno, la parodia della generazione a cui (secondo i suoi detrattori) Nekrasova appartiene: poser insopportabili, inconcludenti cospirazioniste mumblecore, hashtag-femministe convinte che il mondo giri intorno a loro. Se l’attrice-regista a un certo punto dice serissima una frase come “I’m not like normal people, I’m obsessed with political struggle”, i casi sono due: o sei una poverina, o stai facendo la parodia di te stessa per triggerare gli hater che pensano che tu sia seria (un po’ come ho fatto io quando ho scelto di usare il verbo triggerare).
Negli Stati Uniti, dove il podcast Red scare ha acquisito un certo peso nel dibattito online, è probabilmente più facile capire in che campo stiamo giocando (sarebbe un po’, fatti mille distinguo, come se un australiano vedesse Fascisti su Marte aspettandosi un film di fantascienza e senza avere la minima idea della storia di Guzzanti in TV). Però a questo punto nasce spontanea la domanda: perchè a noi dovrebbe fregarcene un cazzo? È sufficiente questa doppia lettura a fare un film riuscito? La risposta, che nasce altrettanto spontanea, è no.
Quello che ho visto io è un horror che, a volerne proprio dir bene, ha sprazzi di stile nel richiamare le atmosfere di un ben preciso cinema di genere di fine anni Sessanta / inizio Settanta (immagino ci sia un filo di malizia nel fare un film che denuncia i pedofili famosi e potenti, e che pure ambisce così esplicitamente alle atmosfere di un certo film di un certo Polanski), e che non si tira indietro di fronte a qualche scena piuttosto matta, soprattutto grazie alla buona volontà di Betsey Brown e, ehm, del principe Andrea d’Inghilterra.
(A proposito, c’era quella cosa che vi dovevo dire su Betsey Brown. Se riuscite a recuperarlo, date un’occhiata ad Assholes, film in cui Betsey si produce in scene che non lasciano indifferenti, e alla fine del film la faccia le si trasforma in un enorme ano. E il film è diretto dal fratello di lei. Non ve lo sto consigliando, ma è bello descriverlo agli amici il giorno dopo, se ancora vi restano degli amici.)
Per il resto, però, The Scary of Sixty-First è confuso e ombelicale sul suo versante satirico, ha almeno una pessima attrice (Madeline Quinn) e ci sono dei momenti che non ci credo che siano “girati male apposta” nemmeno se viene Dasha in casa mia a giurarmelo. In definitiva, è una gara tra le autrici e il loro pubblico a chi si infila più in profondità la testa nel proprio culo. A tratti lo apprezzi, e un attimo dopo ti vien voglia di prenderti a schiaffi per averne pensato bene.
Onestamente abbiamo tutti di meglio da fare.
DVD-quote suggerita:
«Quando la podcaster indica l’ombelico, il saggio guarda un altro film»
(Luotto Preminger, i400calci.com)
Ora lo scopo della mia vita é trovare un australiamo e fargli vedere Fascisti su Marte
Riuassumendo: piu che un film, è una “peffomanz”.
L’interlinea esagerato lo usavano gli studenti universitari falliti per aumentare il numero di pagine della loro miserabile tesi compilativa.
Non vi leggo più: noto che l’interlinea occupa più spazio delle parole.
pier
ti
amo
…che comunque ha fatto comodo a tanta gente, permettendo finalmente di lasciarsi alle spalle le secche universitarie ed approdare finalmente al meraviglioso (?) mondo del lavoro, dopo tanti (troppi) anni passati a mandare a memoria emerite cavolate e ad avere a che fare con professori stronzi, assistenti ancora più stronzi e amministrativi mentecatti.
#tesicompilativa
@Pier Sono 2 recensioni di seguito che scrivi “non vi leggo più” ma puntualmente tocca ritrovarti nei commenti in preda ai tuoi deliri nazi-grammar. A questo punto non posso esimermi dal farti la fatidica domanda…perché non apri il tuo Necronomicon, rilegato in pelle di palle stracciate di utente medio dell’internet, leggi la formula scritta in Arial 20px con corretta interlinea cremisi del sangue dei redattori rei di non rispettare i tuoi voleri, riapri il warmhole per la dimensione da cui sei uscito tempo fa e ti ci rituffi dentro di culo? Perché non torni nella tua dimensione fatta di puro “corretto stile” di scrittura internettiana in cui puoi, come il Goblin di Dafoe, inveire su chi scrive, urlandogli in faccia quanto sia antiestetico il suo stile e quanta rabbia ti provochi il non veder accolti i tuoi sacrosanti suggerimenti?
Mi raccomando, leggi bene e non mangiarti le parole eh!
Scusate, sono arrivato in ritardo! Cosa mi sono perso?
Lo ha già detto che ormai recensiscono solo robaccia inutile e che questo è un sito gonzo?
Takeshi! Takeshi! quanto amore! Solo io posso risvegliarti dal tuo torpore e digitare!
@Efisio. D’accordo su quasi tutto. Ma…
Emerite Cavolate? Hai studiato poco e hai fallito agli esami. L’ignoranza è una brutta bestia.
@Gigos. Grazie :) Ormai mi conosci
@Pier: ho studiato tanto, non mi hanno mai buttato fuori ad un esame e mi sono laureato con lode.
E anche mentre le studiavo, riconoscevo le Emerite Cavolate a naso (a puro titolo di esempio: tutte le teorie aziendaliste del kaiser che si riepilogano con una matrice 2×2: spazzatura totale), e poi lavorando ho scoperto che si, sono cavolate che non servono proprio ad un tubo.
Zio cane Pier, sta fissa per l’ interlinea ti ha preso peggio di quella di Greta per l’ ambiente. A lei gli scleri grossi partivano il venerdì, a te il lunedì, ma direi che ci siamo. È asperger in variante aspierger. Chiedo al Nanni se può farti delle audiorecensioni o prenderti uno smartphone. Abbi pazienza.
Pensate, gli avete dato addosso 50 contro uno ebbri di cazzimma, sarcasmo muriatico, autoriali insulti raffinati, pungenti come vespe e scorpioni lo avete colpito e affondato in tutti i più fantasiosi e offensivi modi che lo stile luciferino mette a disposizione, e lui da affondato è tornato a galla come quella cosa che torna sempre a galla (La Verità) e più della palla di pelle di pollo datta da Apelle figlio d’Apollo. Gli avete detto cose che avrebbero umiliato Sgarbi, Busi, Cruciani. E lui niente, indomito imperterrito inossidabile infrangibile antiproiettile ignifugo in cemento armato con la testa più dura de La Cosa e di un bunker anti-atomico combinati. Il suo nome indifeso puro e sincero calembourizzato in tutte le salse le minestre e i menù ricettabili, e lui sempre qui, reinvented and reinforced a ripetere le stesse cose come il Grillo Parlante Meliconi rotto a pedate. Siete una manica di falliti.
Ci volevo io in tutta la mia odissea nello spazio per mandarlo via. Bastava poco, bastava il niente.
Questo lui dice, questo voi credete. Ma siamo appena all’inizio di una nuova era. La crociata contro di me non è che agli inizi. Pier non vi legge più, Pier è ammalato d’impierlinea, Pier canta Fedeli all’interlinea e l’interlinea non c’è. CCCP SSSPier altro che sito nuovo!
@Inerlinea. Sei Bugo? Si, sei Bugo, ti riconosco. :)
@Interlinea… o mereghè? beh, chiunque sia, sei stato grande nel pigliarmi per il culo. :)
Grazie.
Mamma mia Marina che ritorno in gran spolverone! Buonumore a palate qui sui Calci! E, attenzione, persino Pierino sembra ritrasformarsi in un bambino vero&bravo.
Fossi in te non ci conterei troppo e me ne guarderei bene dal sopravvalutarlo.
Parlando di cose serie, ma anche pur sempre di Pier, ti avrei risposto su Assholes laddove ne chiedevi lumi. saluti in 1.15.
Luotto ti si ama sempre
A parte che urge la recensione di asshole (se da parte di Luotto il venerabile è pretender troppo almeno da parte di Marina Schramm qui nei commenti) a me me l’hai venduta ‘sta roba. Cazzo è? A che cazzo fa riferimento? Oh, a me interessa! cazzo vuoi? a me mi interessa, va bene?! Urgerebbe un’immersione in questo mare di stronzate, ma da dove cominciare non si sa.
PS A un certo punto mi è venuto il dubbio che la rece, il fatto in particolare di scomodare nientemeno che Luotto per un film del genere, fosse in realtà una trollata al cubo ai danni del ben noto troll che tutti sapete a chi è che io mi riferisco…
EEEH? Io non leggo più le rece. Forse pecco di tracotanza a pensare che io sia il “ben noto troll”. Non so di cosa tu parli. E se il troll era un altro allora sono stato io tracotante a credermi più importante di ciò che sono. ;)
@Bugo Ma guarda che sei un impertinente!
Bella Takeshi, tutto a Boston?
@pier
Non so di cosa tu stia parlando
@Bugo. Curiostà: chi è sto stroll se non sono io?
@Bugo:
1) “a me mi”. non farlo più. non per me, ma rischi serio serio che Pier ti appaia in sogno mascherato da Interlinea di Osvaldo Cavandoli che declama al contrario l’omnia di Benedetto Croce
2) Assholes è un manuale del bravo copromane, una mappale di ogni propaggine scatologica, un magnificat della scurrilità gratuita, una sorta di Waters (f)arthouse via Troma e Lucifer Valentine. Nominane una e c’è (attenzione spoiler); herpes genitale, labiale, nasale, feticismo, rimming, laddrogah, parti anali 666, Pier che con raspata voce growl gorgoglia FIGA SE SCRIVI MALE, vomito e feci spalmati addosso, razzismo, jackazzate, pop-art, Magritte, Cronenberg, Debord, Freud, Makavejev, metal tamarro. ma soprattutto c’è lei, la protagonista indiscussa per cui la visione rientra tra le più imprescindibili e prioritarie di sempre:
L
‘
I
N
T
E
R
L
I
N
E
A
.
venduto?
Eh, che dire? un tributo a me. Ho anche io i miei fan. Ma vi adoro! Grazie!
Grazie Marina, tutto ottimo, vorrei dire passo, specie perché va bene tutto ma l’interlinea anche no, senonché il trailer mi ha stregato.
Ma c’è uno straccio di trama?
@si, Bugo, c’è. è proprio un mocio vileda dove si strizza e filtra di tutto, ma ti ho già spoilerato tutto e avrai capito che è una sorta di Pieles incarognito forte, se vuoi anche una sinossi tanto vale non vederlo.. ;)
Quanto parafilie anali senza interlinea alcuna permettimi di dirottarti sullo strepitoso Butt boy. se puoi, vagli incontro google-esente e saranno cose carpenteriane.
Anch’io consiglio Butt Boy. Sia Assholes che Butt Boy sono film corti, guardali entrambi in quest’ordine nella stessa serata e ne risulterai appagato
Ma il pomeriggio non è il caso? Ci avevo fatto un pensierino per un dopopranzo pasquale per tutta la famiglia.
e per ricordarvi quanto sono fico e multidisciplinare oggi vi consiglio un gruppo che sicuramente pochi di voi conosceranno…i Rolling Stones com Simpathy for the devil…muzzica!
Ahah (e un ahah anche @Gigos) cmq non possiamo negare che è sempre al centro dei nostri pensieri, un pezzettino del nostro cuore se l’è preso.
Bentornato Luotto! È sempre un piacere.
Gigos, mi hai fatto piegare in due dal ridere
Nel 2006 sono andato a vedere Fascisti su Marte due volte, donandogli ben 16 euri. Dico 16 euriii.
Tenuto presente che il film ha incassato poco più di 700mila euro, ho contribuito massicciamente al suo magro incasso. Ma per Guzzanti ci può stare.
Quindi caro Luottone, se capisco bene: i) a livello cinema fa cagare; ii) a livello contenuti fa cagare (provocare NON è offrire contenuti, figurarsi farlo male); iii) se ci vedo sporco nella faccenda di Eppstein mi fa cagare, se penso che chi ci vede sporco è un pagliaccio con la stagnola in testa mi fa cagare, se non penso né l’una né l’altra cosa mi fa cagare comunque. E’ corretto? Ovvero: non aggiunge niente né al cinema né al dibattito né alla satira. Stare alla larga punto. Dimmi se mi sono perso qualcosa.
Non ho letto la rece. Ma ho letto te. Ruper chiede in altre parole: che cazzo recensite? Perchè?
Ma non lo dico io, l’eretico, lo dice uno dei vostri assidui lettori.
Ma scusa Pier, a me pare un servizio positivo anche recensire una cosa che magari può attrarre per i motivi più svariati e stroncarla, così uno si tiene alla larga. O magari se è masochista se la spara lo stesso. Sai te.
Anzi, direi che è ad occhio due volte più utile. Ed enormemente più ammirevole.
Trovo l’idea di ascoltare un podcast politico invitante esattamente come quella di rotolare nudo nell’ortica per cinque ore di fila. E dalla lettura della recensione la mia idea che molti di questi pseudo-commentatori politici non facciano altro che guardarsi l’ombelico (per citare Luotto) e perdere tempo in provocazioni fini a se stesse del tipo “guarda quanto sono edgy, normie del cazzo!” nella convinzione che quella sia satira si è rafforzata.
Detto questo buon lunedì.
Ciao! Ciao a chiunque!
@Rupert: guarda, dal mio punto di vista tutto quel che dici è corretto. Non riesco a dire “no, ma” per controbattere. Però, a parte il fatto che mi garba lei, è un film che ha un personalità e magari qualcun altro può trovarci motivo di svago/interesse. Per esempio: a diciassette anni è molto probabile che me lo sarei fatto piacere per credermi un cinefilo anticonformista e scomodo.
Rispetto a centomila slasher vanilla tutti uguali che ormai non sappiamo più nemmeno come recensire, questo è per lo meno qualcosa di diverso. Come il pegging: è qualcosa di diverso, è molto probabile che non ti piaccia, ma hai visto mai.
Ti giuro non so cosa fare adesso :D
GIURO che stavo cercando solo info su di lei (che pure a me garba), e…lo avevi visto questo? “She won the Best First Feature Award at the Berlin International Film Festival”. Per questo film eh. Sempre più indeciso.
Sì, avevo visto. Ma in realtà se vai su rottentomatoes vedi che il film ha 2/3 di recensioni negative o pessime (per lo più dai quotidiani, che immagino sappiano zero del contesto) e 1/3 di recensioni più che positive di chi dice che “l’ha capito” (per lo più siti hip). Oh, ha dalla sua che dura 1h20, quando ti sei stufato è già finito.
Grande Luotto! Tu non sai quanto ti stimo. Ma tu scrivi da qualche altra parte? Se sì si può dire dove? Comunque mi sembra tu sia bene o male riuscito ad informarti sulle cose strane di cui tratti nella rece. Ci puoi dare qualche riferimento per iniziare ad approfondire questi argomenti di rara utilità?
Ma grazie! Se ti riferisci al mondo dei podcast dirtbag-left, ho ascoltato a sprazzi Chapo Trap House (che è il più famoso, nonché il più divertente) e lo stesso Red Scare (che stufa presto, almeno me), oltre ad aver visto un po’ di interviste di Nekrasova su YouTube. Inoltre la seguo su Instagram sperando che s’innamori. Assholes invece l’ho visto nel 2018, recuperandolo in maniera rocambolesca, dopo aver letto delle recensioni che mi avevano quantomeno incuriosito.
Non scrivo da nessun’altra parte (scrivo a malapena qui, come avrai notato), ma a proposito di podcast che stufano puoi provare ad ascoltare Gli Incompetenti, dove si parla di cinema
Sicuramente ascolterò. Ora, scuseranno i lettori la leccata, ma quando ci vuol ci vuole: per me è già un miracolo tu abbia scritto quanto hai scritto; posso solo immaginare (e mi sono in realtà trovato a immaginarlo ad ogni tuo nuovo pezzo) quanto dovesse essere difficile provare a superarsi ogni volta, la delizia di vedersi finalmente sovvenire una nuova trovata delle tue, rovinata però dal dubbio che possa essere l’ultima al livello cui ci hai abituato. Tu ed Heskarioth (che non c’entra un cazzo ma c’entra per me) siete per me i due esempi di genio incompreso che mi fan disperare: perché non vi conosce nessuno? Cioè lo so che ti conoscono in tanti, però in realtà niente affatto quanto si dovrebbe.
Comunque stima a palate e salutami stocazzo.
Troppo buono, e un saluto a stocazzo. (Nel podcast che ti dicevo ci sono io, sotto falso nome, è per questo che lo citavo. Si capiva, no?)
Sì, sì, certo, mi son già fatto il piano di riguardarmi un tuo video a Lucca per studiarmi la tua voce e capire quale sei e con che pseudonimo ti presenti nel podcast (perché il tuo nome vero è Luotto Preminger, giusto? )
Ricambio i saluti a stocazzo.
Grande Bugo hai tirato fuori Heskarioth hahaha cose inaspettate ma non quanto “la faccia le si trasforma in un enorme ano”
Would you wanna restore this fucking site? It’s shit! Horrible. It is unreadable!
A me hai venduto Assholes. Lo guarderò, se sopravvivo alla visione di stasera di Antrum, il film che uccide.
Passi l’interlinea che sarà la lagna autistica-bot di Pier per le prossime 40 rece almeno, ma LA SIGLA no, non dovevate toglierla!!
(Altra cosetta che andrebbe se possibile sistemata: da piccì è sparita la funzione case sensitive e ogni santa volta tocca ridigitare moniker e mail. E non credo farebbe mezzo soldo di danno togliere il robot, che eccettuando Pier che come Rain man ripete sempre le stesse tre lagne battendosi il pugno in fronte, non se ne capisce il pro.
Ciò detto, il film fa veramente recere. A ogni latitudine e longitudine.
Si ma se scrivi in Itaiano corrente , o in inglese se preferisci, si capirebbe qualcosa.
Marina Lothar Schramm scrive – or writes, if you prefere –
come
cazzo
gli/le
pare
@pier:
“Sì ma se scrivESSI in ItaLiano(no spazio prima della virgola), o in Inglese, se preferisci, si capirebbe qualcosa. ”
Non ringraziarmi, è un piacere correggerti…
@Michele. Un altro che vive per me.
Se tu fossi meno stronzo mi saresti simpatico. Ma non avresti mai potuto capire che l’errore che feci fu dettato da fretta e me ne accorsi subito.
A professò: affanculo.
Pieritonite, ma che pretendi? È quel che accade a chi entra qui a gamba tesa facendo il sindacalista sui modus scrivendi altrui e credendosi il sommo e unico depositario dello scibile, dello stile e della grammatica. Non hai vinto tot concorsi per finirla docente di italiano in una secondaria ed è comprensibile che la cosa ti frustri a centomila, però qua si parla di cinema, non dei calami o dei barocchismi altrui. Te la meriti su tutti e quanti denti ti son rimasti, dunque, se arriva qualcuno a farti notare il gran somaro che sei in termini di consecutio.