Prima di mettermi lì a vedere Motherly – Istinto primordiale, da qui in avanti semplicemente Motherly, ero tutto pieno di simpatia e di battutine. Sapete, no, la storia per cui il dominio .ly è quello della Libia ma in realtà lo usa un po’ chiunque, dai vari siti per accorciare URL tipo bit.ly o brief.ly a quello che ora si chiama TikTok ma un tempo si chiamava musical.ly. Esiste persino mother.ly stesso! È, poco sorprendentemente, un sito dedicato alle madri.
Quando ho finito di vedere Motherly, un film dedicato alle madri, non avevo più un cazzo di voglia di scherzare. È un film cinico e brutale che arriva a sfociare nella crudeltà, che prende un’idea semplicissima e iper-sfruttata – fino a che punto è disposta a spingersi una madre per proteggere la sua creatura? – e la torce, la stiracchia, la accartoccia, la straccia e la perverte in tutti i modi possibili fino a lasciarla, pesta e sanguinante, proprio sulla soglia delle sue stesse Conseguenze Più Estreme, che se la trascinano in casa e finiscono l’opera a bastonate.
Lo fa con strumenti vecchi e sempre efficaci: Motherly è un home invasion, un thriller, una roba psicologica di dolore interiore che trova nel dolore esteriore una tutto sommato insoddisfacente valvola di sfogo. Nonostante qualche suggestione buttata lì in un primo atto fatto apposta per confondere le acque, non ci sono mostri, fantasmi, entità soprannaturali; c’è solo gente che sta male e che per provare a stare meglio fa del male ad altra gente. Ci sono torture e dita infilate nelle ferite, e ovviamente verità nascoste.
Ci sono anche, visto che la produzione è la stessa, le stesse tre facce di un altro film che abbiamo recensito con gusto da queste parti, For the Sake of Vicious, un altro thriller home invasion “efficacissimo e all’insegna del minimalismo” diceva Quantum, una definizione che tutto sommato si applica anche a Motherly. È una cosa curiosa, e non è la prima volta che ve la facciamo notare: meno di un anno fa Nanni vi raccontava il Frighfest 2021, segnalando tra i dieci film migliori proprio questa bizzarra versione alternativa di For the Sake of Vicious. Lui diceva anche che Motherly avrebbe sofferto del paragone, perché tra i due è il meno bello. Io sono qui per spiegarvi perché è comunque bello, e non dovreste farlo soffrire. SIGLA!
Come dicevo, Motherly sta tutto (no, dai, non è vero: molto) in quel primo atto che gioca a buttare sul tavolo tutte le carte contemporaneamente per non farti capire quali siano importanti e quali una distrazione. Che ci sarà di mezzo una home invasion lo si intuisce entro i primi dieci minuti: Kate (Lora Burke) e la figlia Beth (Tessa Kozma, non credo che quest’anno vedrete una Bambina Di Menare più brava di lei) vivono in una casa in mezzo al nulla, e l’unica persona che le viene a visitare è il simpatico poliziotto locale, Hal, che forse ha anche un debole, ricambiato, per Kate. Le due sono lì in mezzo al nulla per un motivo orrendo: il loro rispettivamente marito e padre, Brad, è in galera perché ha ammazzato una piccola amichetta di Beth mentre giocavano a nascondino, ma non per sbaglio, no l’ha proprio presa e trascinata in un armadio e l’ha accoltellata, poi ha messo il corpo in macchina e l’ha parcheggiata poco distante da casa.
Il terrore nel quale Kate vive da allora, e la solitudine di una vita da fuggiasche sotto protezione testimoni, le fanno vivere ogni singola giornata immersa nella paranoia, terrorizzata dalla sua stessa ombra e quindi anche sempre di pessimo umore, per nulla aiutata dal fatto che la figlia Beth è una dannatissima stronzetta preadolescente traumatizzata e dunque complicatissima da trattare, soprattutto perché la madre non le ha ancora spiegato per bene come mai sono lì e non sono più insieme al papà.
Aggiungeteci che proprio Beth ha una fervida fantasia ed è convinta che la casa sia infestata, una suggestione confermata con un sorriso ironico (O FORSE NO) dal poliziotto Hal: nel momento in cui Craig David Wallace (al suo primo vero film per la sala dopo tanto lavoro in TV) comincia a farci vedere le prime sagome che si stagliano in controluce sullo sfondo della foresta notturna che circonda la casa delle due si capisce all’istante che direzione voglia prendere il film, e riguardo all’identità degli home invaders si aprono almeno tre diverse possibilità – sarà il marito Brad, fuggito di galera con istinti omicidi?, saranno i fantasmi, e quindi Motherly un horror vero e proprio? oppure qualcuno che non c’entra nulla con il resto, alla Alta tensione?
La risposta è il primo e ultimo spoiler che farò, e che considero tutto sommato leggero – se preferite saltate direttamente il paragrafo e ci vediamo sotto la foto. Dicevo: a invadere Kate e Beth sono i genitori della vittima di Brad, convinti che a uccidere la piccola Courtenay non sia stato lui ma proprio Kate! Hanno le prove! Trattasi dunque di home invasion con agenda: costringere Kate ad ammettere le sue colpe e a fare finalmente giustizia nel nome della dolce Courtenay.
Ci sono fondamentalmente due modi per inscenare una home invasion. La versione più spettacolare è quella nella quale chi invade è competente, creativo e spietato, e chi viene invaso deve scoprirsi altrettanto pieno di risorse, e dotato di talenti insospettabili. La versione più domestica ma anche disturbante è quella nella quale chi invade ha un’agenda, un motivo, uno scopo, ma nessuna expertise: sono quei film dove i cattivi sono imbranati quanto i buoni e spesso altrettanto spaventati dalla situazione nonostante siano stati loro a crearla, e dove gli snodi di trama sono spesso se non sempre dovuti a incompetenza altrui più che al talento del protagonista.
Motherly si colloca saldamente nella seconda categoria, il che significa tra l’altro che fa molto poco in termini di azione pura. Sta tutto nella testa della gente: c’è una madre che si sente inadeguata perché non è riuscita a proteggere sua figlia e che deve sopportare le peggio cose nella forse futile speranza di avere l’occasione di redenzione definitiva; c’è una figlia confusa e spaventata ma abbastanza sveglia da capire che frignare non serve a nulla e che per sopravvivere bisogna darsi da fare; ci sono due invasori incapaci ma con una motivazione forte e degli ottimi motivi per essere lì, motivi che hanno ancora una volta a che fare con il rapporto tra una madre e sua figlia. Solo occasionalmente ci sono inseguimenti per i corridoi della villa, oppure sparatorie e altre diavolerie moderne.
C’è nonostante questo una sufficiente dose di violenza da sollevare Motherly dalle acque melmose del thriller puramente psicologico. Ed è violenza a modo suo giustificata, o meglio motivata: una delle crudeltà del film è che tutto quello che succede è brutto ma non è mai gratuito, piuttosto la conseguenza di una catena di eventi cominciata nei primi minuti e che il film porta avanti di colpo di scena in colpo di scena. È un film nel quale a un certo punto si smette di tifare perché è un film nel quale nessuno degli adulti è innocente – neanche il povero simpatico poliziotto Hal, il classico terzo incomodo da home invasion che sembra possa arrivare in sella al suo cavallo bianco per salvare la situazione e invece… be’, lo sapete cosa succede in questi casi, io non vi ho detto nulla.
Per tenere in piedi un’impalcatura così cerebrale, e della quale sta diventando via via più difficile parlare senza fare spoiler, servono soprattutto prestazioni all’altezza. Sono felice di dirvi quindi che l’intero cast spacca il culo, non solo la già segnalata Tessa Kozma. E che Craig David Wallace sa che non servono virtuosismi o regia troppo invadente quando il tuo materiale è basato soprattutto su gente che parla, e quindi se ne sta in disparte, si mette al servizio della storia senza farsi notare, e in questo modo la fa emergere in tutta la sua violenza. Dove si fa davvero sentire è soprattutto in fase di montaggio: Motherly è il genere di film che usa bene i flashback, e non ricordo l’ultima volta che ho scritto una frase del genere, e che li tratta non come un riempitivo o uno spiegone ma come ulteriori tasselli di un quadro generale che è un piacere scoprire pezzo dopo pezzo, come una classica detection alimentata però a unghie strappate con la pinza.
Fatemi dire un’ultima cosa su Motherly: è un film che migliora con il passare dei minuti, arricchito e non appesantito o ridicolizzato dai suoi colpi di scena. A fine primo atto ho pensato “sembra interessante”, alla fine del secondo mi sono spostato su “che bel film!” e il terzo mi ha direttamente strappato un sentito applauso: il finale è il genere di chiusura a sorpresa ma in retrospettiva giustificata che fa venire voglia di riguardarlo indossando gli Occhiali del Senno di Poi. E non dico davvero altro perché non voglio rovinarvi l’esperienza. Guardate Motherly: non vi metterà di buonumore.
Quote pronunciata dalla persona mascherata che vi sta invadendo casa
«Un film che ucciderà il vostro buonumore!»
(Stanlio Kubrick, i400calci.com)
Justwatch mi dice che si trova in noleggio a 99 centesimi: dopo una recensione del genere, come non cogliere l’occasione di farsi passare il buonumore?
0,99 € su Amazon Prime.
Sono ideologicamente contro il noleggio su Prime, ma data la recensione, farò un’eccezione.
Ci si risente tra un paio di ore.
Ho visto che è anche compreso in uno dei canali Amazon Prime: Midnight Factory.
C’è la possibilità di usufruire di 14 giorni di prova.
Venduto!
Speravo che la sigla fosse questa:
https://www.youtube.com/watch?v=FFQbERB2DAM&ab_channel=MrWzzzW
io non lo so se vi danno dei soldi per scrivere che un filmaccio di merda come questo è guardabile e merita almeno una visione, non lo so, spero di sì, perché se no mi sa proprio che ogni tanto parliamo una lingua diversa, boh. Si capisce il twist 1 nel momento esatto in cui vi si accenna per la primissima volta, si capisce il twist 2 anche molto prima… il resto è un conglomerato di tutte le solite cavolate che abbiamo già visto 10000 volte. Tempo sprecato.
Appena visto su vostro consiglio. Il film è tecnicamente ben girato e ben recitato, ma è telefonatissimo dall’inizio sino all’ovvio ‘colpo’ di scena finale, a causa di una sceneggiatura troppo accademica. Non c’è stato un solo momento nel film che mi abbia veramente colto di sorpresa, e tutto era abbastanza prevedibile, incluso l’uso del forcone per la paglia. Del resto, lo diceva anche Alfredo Cazzodiproblema (traduzione italica, ma azzeccata, del maestro del suspense) che se all’inizio mostri una pistola, quella dovrà sparare. Ecco, il film è tutto così: gradevole e ben fatto, ma sai bene dove andrà a parare. Inoltre, titolo e locandina non scherzano come ulteriori indizi sulla prevedibilità della trama il che, in effetti, è veramente un Cazzodiproblema! Comunque per 0,99 cents, se po fa’.
Ma sul serio ti ha gasato sto film? Cioè, quella cialtronata di “La ragazza della finestra della casa del vicino della veranda della beataminchia di fronte” di Netflix faceva la stessa identica cosa con più verve e più divertimento…e questo commento l’ho scritto a metà film. Ben fatto, per carità, bello, se non hai mai visto un film…
A me non e’ che sia piaciuto piu’ di tanto, la trama e’ banalotta, di film con idee del genere recenti e fatti meglio ce ne sono (tipo The Lie della bloomhouse per esempio), il twist si capisce dal momento -2 e gli attori sono mediamente cani tranne la bambina.