A marzo in India è uscito RRR, il più grasso grosso action indiano del 2022. Una roba talmente enorme che ha strabordato dai confini dell’India per conquistare i paesi limitrofi del terzo mondo come gli USA e il Regno Unito. A forza di dai e dai, è arrivato anche qui da noi su Netflix e se da un lato il nostro consiglio è di guardarlo immediatamente, dall’altro non ce la sentiamo di mandarvi impreparati ad affrontare l’ignoto di questa nuova cinematografia. Abbiamo così messo a punto uno speciale dedicato al suo regista S. S. Rajamouli per farvi capire un po’ che tipo è, cosa gli piace, quali sono i suoi interessi e cosa cerca in una relazione prima di matcharlo su Tinder. E anche perché il cinema indiano è oggettivamente una figata e iniziava a diventare imbarazzante averlo coperto così poco.
La cosa più importante di tutti e due i film della saga Bahubali sono i capelli. Ma proprio di gran lunga la più importante. È il singolo dettaglio di messa in scena a cui i due film stanno più attenti e quello che rivela un po’ tutto quel che c’è da sapere. In particolar modo (ovviamente) i capelli di Bahubali stesso, sia Amarendra Bahubali che suo figlio Mahendra Bahubali (interpretati dallo stesso attore, perché sennò era facile).
A questa coppia di film interessa così poco il grande affresco e la grande trama che unisce tutto, che alla fine della fiera quale sia il vero centro della storia lo si capisce verso metà del secondo film, cioè più o meno quando sono passate tre ore e mezza. Questo perché la divisione tra i due capitoli è folle. Non vi ho ancora spiegato niente di niente, mi rendo conto, ma è importante che capiate che la storia inizia nel presente, con Bahubali figlio (cioè Mahendra), e poi verso metà del primo film c’è un flashback (la storia di Bahubali padre, cioè Amarendra) durante il quale finisce il film.
Due anni dopo poi è uscito il Bahubali 2, che riprende da dentro il flashback e, nell’ultimissima parte, si torna nel presente. Quindi, nonostante il primo film si dilunghi tantissimo sul presente e gli eventi di Bahubali figlio (tanto che quelli fanno il poster!), a metà del secondo capiamo che il punto di tutto è la storia nel passato, quella del padre. Già per questo io applaudo. Perché vacci a fare te i milioni di rupie con una struttura simile! Ma che ci volete fare? Siamo in India e ve l’abbiamo detto più volte che lì le regole non esistono “ESISTONO SOLO LE ECCEZIONIIIII!!!” (non è vero sono solo altre regole che non conosciamo e ci paiono matte matte).
Ora che vi ho svelato almeno la struttura, per orientarvi, vi ripeto che tanto la cosa più importante rimangono i capelli di Bahubali (ma che nome è? Ma quanto ti viene voglia di ripeterlo mille volte e urlarlo come fanno in battaglia? Bahubaliiiiiiii!). Non siamo in un poliziesco stavolta, non siamo in un film d’epoca, siamo in un fantasy che affonda nei miti popolari Jain quindi se pensate che quella roba lì fosse un pelo esagerata, immaginate questa che fa epica mitica, che tratta di figure tipo semidei (non mi ci avvicino nemmeno a cercare di capire lo statuto effettivo dei personaggi ma diciamo che riescono a fare cose che in occidente solitamente attribuiamo a semidei). A questo vi aggiungo che Bahubali significa “quello con le braccia forti”.
Immaginate un wuxia pian ma con una rule of cool un milione di volte più esasperata. Un wuxia pian che dice “Sì però non sentiamoci ancorati al realismo eh!” e che pensa solo a quanto sono eccezionali i suoi personaggi, che cazzo di capelli che c’hanno!
Tutto inizia con Bahubali (figlio) che da neonato è portato in salvo dalla madre (capiremo come e perché due film dopo) la quale si immerge in un fiume dopo essere caduta da una cascata e lo tiene sopra le acque. Lei sott’acqua, ma lui tenuto con una mano in superficie a oltranza. La madre è ormai morta sott’acqua quando lo ritrovano ma lo stesso ha tenuto il figlio in superficie mentre la corrente li trascinava. Ecco, così.
Bahubali cresce così con le sue braccia forti in un villaggio di campagna ai piedi della cascata nel quale fa cose tipo spostare pesi giganteschi e poi ballare per la soddisfazione di averlo fatto ed entrambi sono sfoggi di virilità. Quando scopre che lui però viene da sopra la cascata fa di tutto per scalarla, riuscendo così ad incontrare una donna guerriera con cui ingaggia un rapporto sentimentale, fatto di balli, canti e teneri tatuaggi fatti a lei sott’acqua mentre dorme.
Oppure in un confronto tra i due, mentre lei cerca di farlo fuori, lui (che è pur sempre Bahubali), invece di combatterla la evita e intanto le cambia vestiti e modifica il trucco per renderla più femminile, così che quando lei alla fine si specchia nell’acqua ci rimane e capisce che è meglio così (come immaginerete non sono proprio proprio dei film in cui i rapporti e le posizioni dei sessi sono come da noi). Insomma questo è Bahubali (figlio), un innamoratone che scopre il mondo, almeno fino a che non entra in contatto con la guerra e le battaglie, momento nel quale un anziano combattente gli racconta come lui stesso abbia ucciso suo padre. E VIA AL FLASHBACK.
Se nel presente era tutto esagerato nel passato non ve lo dico nemmeno. Non vi sto a far riassunti, parliamo di statue giganti, tori domati e fratelli cattivi, regni minacciosi, armate e poi di più e di più, in un continuo rilancio di una computer grafica palesemente insufficiente (ma qui gli effetti visivi gettano continuamente il cuore oltre l’ostacolo) fino ad uno scontro finale (del primo film) davvero clamoroso con numeri impressionanti di comparse digitali che sono palesemente modellati su un unico personaggio e quindi si muovono tutte insieme tutte nella stessa maniera.
Se fino a quel punto il film è stato assurdo ma non esattamente esaltante, il finale è davvero la grande ricompensa, roba che per certi versi è mai vista prima per ambizione e poi immagini effettivamente clamorose centrate. La vera soddisfazione.
Come superarlo nel sequel? Ad esempio facendo entrare in scena Bahubali (padre) mentre spinge carretti immensi e alla fine della prima grande sequenza d’azione (con elefanti) lui sta in piedi in cima ad un elefante impennato con i suoi fenomenali capelli vaporosi al vento.
Tuttavia, come un po’ tutti i sequel, Bahubali 2 non è Bahubali 1. Aumenta tutto perché il successo è stato pazzesco, aumenta tantissimo la pacchianata (ma il grande S. S. Rajamouli non migliora la computer grafica, perché lui si ricorda da dove viene) per tutto questo lungo flashback nello sfarzo, ambientato nei regni mitici del passato sopra la cascata e non nel presente sotto la cascata. Certo però se il wuxia pian punta tutto sull’armonia e una delicatezza clamorosa, anche nelle sequenze di combattimento più furiose, Bahubali punta tutto in realtà su un senso dell’epica smodato, fatto di armi sempre più gigantesche, decisioni senza senso e mosse dall’enfasi fuori scala.

Dai fori anteriori poi spara tipo un milione di frecce tutte insieme in tutte le direzioni. Ma cos’è? Che mezzo è?!? Chi l’ha ideato?! Pare uscito dalla fantasia di un bambino di 8 anni
Se il wuxia è leggero anche nella pesantezza, Bahubali è sempre pesantissimo anche quando vuole raccontare la leggerezza. Ci saranno scontri volanti seguiti da balli, ci saranno mazzarocche giganti da darsi sui denti fatte d’oro e con diamanti placcati dentro, ma anche uno scontro a pugni in cui ognuno si è arrotolato intorno agli avambracci 40 chili di catenone. Tutto così tanto che alla fine per il colpo finale, quello in cui sì concentra tutta l’enfasi di 4 ore e mezza di storia, dovranno veramente scomodare ‘sto mondo e quell’altro.
A fronte di tutto questo è quindi evidente che S. S. Rajamouli ha un’inventiva clamorosa, che regge 4 ore e mezza rilanciando, creando, ampliando la sua storia, infilando mille personaggi interpretati dagli stessi attori e ad ognuno regalando inquadrature di una coolness così ingenua ma anche così indubbiamente potente che è proprio difficile rimanere indifferenti. È senza dubbio un creatore di immagini. Possiamo faticare a entrare al 100% nella strutture o a comprendere come possano stare insieme un momento di grande forza con un balletto subito dopo, ma ci sono cose che sono universali. E quando parlo di cose universali, intendo una faccia di leone gigantesca, d’oro, dietro al trono del più cattivo di tutti.
Dvd-quote suggerita:
“Un film che getta il cuore oltre la computer grafica. Ogni 10 minuti”
Jackie Lang, i400calci.com
Un mio collega indiano tutte le volte che deve spostare un peso esclama “Oh Bahubaliiiii”
Idolo!
Non mi sento pronto
mah io anche solo a vedere le giffine nella recensione continuo a credere che il cinema indiano sia veramente troppo lontano dal mio immaginario e gusti cinematografici, e provo zero stimoli a scoprirlo.
praticamente lo stesso effetto che mi genera il 95% dei musical.
a meno di non mettermi a vederlo anche per il LOAL … ma quello vale anche per cose tipo Asylum che però non durano 3 ore
limite mio e ok boomer sicuramente ma tantè
ti posso dire che io ho iniziato assolutamente per il LOAL e sono finito dentro con tutte le scarpe nella coolnes rule exploitation
Dvd-quote alternativa:
Uno schiaffo alla calvizie!
una cosa non detta è che su NETFLIX c’è solo il primo dei due film. Poi tocca andare su Youtube a recuperarsi il secondo
in realtà i blockbuster indiani sono letteralmente una droga, se cominci a guardarli non smetti più, c’è dentro tutto ciò che noi non oseremmo nemmeno pensare di poter mettere in un film perchè oggettivamente (soggettivamente in realtà) fuori di testa, ma che in realtà è dannatamente divertente.
Provare per credere
Da amante del cinema indiano credo sarebbe molto interessante una retrospettiva di action come: Baaghi, I film di menare di Vidyut Jammwal… Che ne pensi Capo?
Intanto grazie per le rece di questi classici di Rajamouli, sia Eega che Bahubali.
È un dovere. Abbiamo già fatto uno speciale Vidyut Jammwal, ma continuiamo a tenerlo d’occhio, e prima o poi una scusa per parlare della trilogia Baaghi la troviamo.
Highlights:
– Visto il secondo al cinema, tra la lunghezza estenuante ed il tifo da stadio in sala, un’esperienza unica. Esaltante
– Il disclaimer “No animals were harmed” o similare che compariva ad ogni scena in cui c’erano animali chiaramente fatti in (brutta) cgi
– Il femminismo patriarcale di Baahubali, che taglia la testa al nobile che aveva allungato le mani sulle dame della corte
notevole anche Sir Anthony Hopkins nel ruolo della nuvola.
Cavoli! L’ho vista 10 volte e non sapevo che ci fossi Sir Anthony Hopkins come la nuvola…. 😅 😂 😂 😂
Sei micidiale 😁😁
L’ho cercato su Netflix e mi sono imbattuto non in 2 ma in 4 film. E tutti e 4 si chiamano Bahubali – The beginning. Quale è quello giusto da vedere per primo?
È Bahubali – The Beginning,
Scherzi a parte, temo che il tuo Netflix sia rotto e ti mostri quattro volte lo stesso film.
Ho controllato meglio e a quanto pare Netflix semplicemente mostra separatamente le versioni nelle diverse lingue (Hindi, Tamil, Malayalam e Inglese. Quest’ultima versione, per altro, è molto più breve delle altre).
Ok, ho visto due ore e mezzo di racconto epico indiano con balletti, pessima cgi, fotografia smarmellata stile telenovela, esagerazione a mille e tanto cuore… E mi è piaciuto da matti, ne voglio ancora, mi sarei sparato il sequel subito se fosse su netflix. A tratti sembrava il live action di uno shonen, viste situazioni, pose e personaggi