Oh! Ehi! OH!!! Sì, a voi.
Vi ricordate Vidyut Jammwal? Ve l’avevo presentato.
Vi siete messi in pari?
No vabbé sono realistico, non lo pretendo. Solo un pazzo furioso si metterebbe davvero in pari. È una di quelle cose per cui vorrei che ci fosse stato un altro pazzo furioso come me che si fosse sacrificato a guardare tutto, letteralmente TUTTO di Vidyut Jammwal, come ho fatto io includendo i film in cui era comparsa, e poi avesse scritto un articolo per dirmi che i film in cui fa la comparsa tutto sommato fa anche lo stesso. E invece, siccome non c’era, l’ho fatto io.
Non serve vedere proprio tutto quello che ha fatto, ma porcamiseria, se vogliamo parlare seriamente di cinema di menare 1) bisogna conoscere Vidyut Jammwal e 2) almeno Commando e Commando 2 sono fondamentali.
Sì lo so che non è facile trovarli in Italia. Nel momento in cui vi scrivo però (usate JustWatch per controllare) c’è Commando 2 su Prime.
Sì, Vidyut Jammwal è indiano dell’India, ma ve lo dico subito: sarebbe fuorviante metterlo nello stesso calderone di RRR e cose del genere, e non solo per il budget ma anche proprio per motivi stilistici.
Innanzitutto – questo per tranquillizzare chi di voi si fa scoraggiare da un aspetto di cui in realtà non c’è niente da temere, anzi – nei suoi film non ci sono canzonette.
E poi perché lui è una star delle arti marziali, portabandiera dell’antica arte del kalaripayattu, che gioca il campionato dei vari Scott Adkins e Tony Jaa più di quanto giochi quello di un Hrithik Roshan. Al momento, almeno. Nel senso: chi non vorrebbe essere Hrithik Roshan? Hrithik Roshan sa fare tutto, anche i calci volanti. Ma Vidyut Jammwal non è che sa fare semplicemente i calci volanti: è un fenomeno vero. È uno che ti replica gli stessi numeri di Tony Jaa, ma è grosso il doppio. È lassù con la gente che ammiriamo di più, uno che se non lo prendono per il prossimo John Wick o il prossimo Ip Man mi incazzo ammorte.
Ma a parte questo: Sanak è girato all’americana, e grammaticalmente segue in tutto e per tutto quel grande classico filone action che sono i figli di Die Hard. Tipo Trappola in alto mare con Steven Seagal, che è “Die Hard ma in una nave”. O Air Force One con Harrison Ford, che è “Die Hard ma in un aereo”. O Skyscraper con Dwayne Johnson, che è “Die Hard ma in un palazzo” (?).
Sanak è “Die Hard in un ospedale”.
O più precisamente, è “A rischio della vita in un ospedale”.
Qualcuno di voi dirà “in che senso proprio A rischio della vita?”, qualcun altro dirà “Beh capita purtroppo abbastanza di frequente di rischiare la vita in ospedale, ma la gente va appunto là per cercare di risolvere”… Non confondetemi. Nel senso che A rischio della vita era “Die Hard in un palazzetto dell’hockey”, ma con Van Damme al posto di Bruce Willis, e quindi univa action classico e combattimenti marziali, e Vidyut è qui per questo. Fine del paragone, per fortuna nessuno gioca a hockey in ospedale.
Io qua vorrei fare un discorso per il quale c’è sicuramente una ragione plausibile, ma che non capisco e accetto come dato comprovato.
Là fuori – ma che dico là fuori, sicuramente anche qui dentro, tra di voi – c’è qualcuno a cui non piacciono i film di arti marziali.
Nel senso: non vi interessano le storie di tornei? No problem.
Ma a parità di storia, che problema sono? Non sono un valore aggiunto?
Mettiamola giù chiara: fingiamo che volete vedere la tv, ma vi si è rotto il servizio streaming e alla categoria “action” vedete solo due opzioni.
Opzione 1: un film con Scott Adkins che tira un calcio volante.
Opzione 2: un film con Scott Adkins che spara.
Sì avete ragione, è una domanda trucco, in entrambi i casi si tratta di Triple Threat, ma il punto è: statisticamente, la maggioranza sceglierà il film in cui Scott Adkins spara.
Il perché non lo capirò mai ma lui è il primo a dirlo: i film in cui mena gli consolidano la fan-base, ma sono i film in cui spara che rientrano davvero del budget.
Sanak vuol dire “malasanità”.
Ok no, non è vero: Sanak, stando ai sottotitoli (se posso fidarmi dei sottotitoli), vuol dire “rabbia”. Viene dalla scena in cui Vidyut è alla radio col cattivo e gli dice “Sono calmissimo e ho ucciso nove dei tuoi: non vuoi vedermi arrabbiato” (PEM!), ma contiene qualche sfumatura in più che porta il cattivo a reagire dicendo “interessante che usi questa parola, sanak” perché in quel momento si rende conto che è anche il titolo del film.
Ma ecco: Sanak è il tipo di film che ingrana con molta calma e poi quando si menano decolla nell’iperspazio, con Vidyut Jammwal alle prese con quelli che con grande probabilità sono i combattimenti migliori dell’anno, a sfruttarne il talento atletico nel migliore dei modi. Ma non solo: è un film dove in più di un momento è in realtà il coreografo Andy Long (ve l’ho già presentato pure lui) a rubare la scena infilando Vidyut in momenti di pura scuola Jackie Chan in cui è l’interazione con l’ambiente e con gli oggetti a portata di mano a farla da padrone.
Tre le scene degne di particolare nota:
- la mossa bellissima, chiaramente ispirata da Henry Cavill in Mission: Impossible, con cui Vidyut carica le braccia prima di menare, ma più simile a due fruste che a due fucili (la vedete all’inizio del trailer)
- il numero senza senso con cui Vidyut svita istantaneamente il cerchione di un auto a mani nude per tirarlo contro lo scagnozzo di turno (che nel caso è l’eroe nostrano Daniele Balconi)
- la rissa in palestra che è un’invenzione dopo l’altra di pura scuola Jackie
Peccato quindi che fuori da quei momenti il film si impantani subito in una storia generica e senza guizzi, in cui Vidyut è costretto a fare l’attore a tutto tondo che si prende cura anche di quei folli che non apprezzano le sue gesta atletiche. È un film che se durasse un’ora e 25 sarebbe un nuovo piccolo classico, e invece mannaggia la maledizione dura un’ora e 56.
L’unico momento classic Bollywood è sui titoli di coda, quando Vidyut si esibisce nell’obbligatoria canzone con balletto, e questo mi ha portato a pensare che l’unico modo per migliorare Die Hard sarebbe se alla fine Bruce Willis, ancora in canotta, avesse cantato Respect Yourself.
Volantino pubblicitario lasciato a casa di Chad Stahelski-quote
“John Wick 4 ormai è chiuso ma mi raccomando, segnarsi questi nomi per John Wick 5”
Nanni Cobretti, i400calci.com
“E questo mi ha portato a pensare che l’unico modo per migliorare Die Hard sarebbe se alla fine Bruce Willis, ancora in canotta, avesse cantato Respect Yourself.”
Che qualcuno usi finalmente la maledetta computer graphic come si deve e LO. FACCIA. ORA.
Il mondo sara’ un posto migliore quando porteranno Kondor di Altieri al cinema
Ehi, non dimentichiamoci che alla fine di un “certo” film, Bruce Willis mantiene la promessa e balla la giga.
Ok, non sarà il Naacho Naacho, ma per me conta.
Ubik, te lo concedo
Bruce Willis che balla la giga in L’ultimo boyscout lo possiamo considerare un momento classico Bollywood?
Ok, niente canzonette. Invece a nazionalismo e odio per tutto l’occidente (e bianchi in genere) come sta messo il film..?
Più che l’odio per i colonizzatori privilegiati, che più di tanto non mi tocca, certi film di quelle zone tendono ad avere un rapporto problematico con i musulmani, ma o mi son perso dei passaggi o mi sembra che non sia il caso di Sanak (è invece il caso di Commando 3 e Khuda Haafiz, per dirne altri di Vidyut che altrimenti sarebbero consigliati con più forza).
Lo metto in lista!!
Domanda : visto sub eng ?
Sì, purtroppo non parlo hindi
Quasi die ore ce la posso gare tranquillamente , è war su prime video,dura 152 minuti che mi fa tentennare.
Se hai visto l’ultimo Batman non hai scuse.
Grazie della segnalazione Capo.
Sanak sembra davvero bello.
Stamattina mi sono visto Commando 2, ispirato dalla recensione. Divertente, ma ha una bella quota di “India Fuck Yeah!” e un paio di combattimenti mi sono parsi moscetti.
Però Vidyut è davvero bestiale dal punto di vista atletico…
Ma tipo nel trailer ho visto il logo di Disney+
È uscito sul Disney+ indiano, che fuori dall’India è distribuito altrove. Negli USA su Hulu, credo.
Aggiungo ai film consigliati Junglee, anche lui uscito per Disney + in India. Contiene diverse forme del kalaripayattu prese dagli animali, che si trovano anche nel suo canale YouTube, e diversi combattimenti in cui usa il kalaripayattu puro. Si parla di spiritualità indiana. E ci sono gli elefanti, a cui Vidyut vuole bene come Tony Jaa.