«Il baffo» scriveva il poeta romano Claudiano nel suo poema epico Paulista, il baffo che conquista «è un apostrofo di colore variabile tra le parole “labbro superiore”». Un’affermazione tutto sommato inutile, ma che dà in qualche modo la misura dell’importanza che il ciuffo di peli che portiamo sotto il naso ha ricoperto nella storia dell’umanità. Spesso erroneamente considerato come una mera estensione del cespuglio barbale, il baffo è in realtà un’entità a sé, “indipendente e volitiva” come la descriveva un noto portatore di mustacchio come Albert Einstein; lungi dall’essere una semplice decorazione, il baffo è simbolo, identità, portatore di significato.
Prendete i fratelli Russo, i quali pur essendo privi di baffi sono riusciti comunque a costruirsi una carriera più che dignitosa dirigendo una manciata di film di discreto successo. I più noti tra questi, protagonista un gruppo di persone in pigiama e dotate di poteri eccezionali, hanno più o meno tutto quello che si possa chiedere al cinema di menare: esplosioni, combattimenti, morti violente, estinzioni di massa, multiversi. Sapete però che cosa non hanno? Esatto, i baffi. Sarà un caso che la prima cosa che ha fatto Robert Downey Jr. dopo essersi liberato del giogo della Marvel è stata lanciare un contest tra i suoi compagni di set per stabilire chi portasse meglio i baffi?
E sarà un caso che, non appena è stata data loro la possibilità di uscire dal recinto supereroistico, i Russo stessi abbiano deciso di chiamare il loro Chris preferito (Evans, ma non ditelo agli altri) e di affidargli il ruolo di villain baffuto nel loro nuovo thriller? Non ho ancora visto The Gray Man, ma mi basta il trailer per poter annunciare con orgoglio che finalmente anche i fratelli Russo sono passati al lato baffuto della Forza, e capiscono l’importanza della spazzola sottonasale per la definizione di un personaggio – nel caso di The Gray Man, i baffi di Chris Evans appartengono a quella categoria che Linneo, nel suo Systema Mystacis, catalogò come “Psicobaffo”, il mustacchio che indica instabilità mentale e un cervello ribollente di piani criminosi.
Qui a Valverde il Systema è lettura scolastica obbligatoria, come dimostrano tra l’altro due pezzi fondamentali della storia calcista come quello sulle migliori pettinature di Van Damme e quello delle migliori Blue Steel di Michael Dudikoff. Ahinoi il resto del mondo è ancora fermo alla preistoria culturale, per cui abbiamo pensato, in collaborazione con il Ministero della Cultura Valverdiana signor Rictus Erectus, di presentarvi alcuni passaggi selezionati dell’opera che vi aiutino a orientarvi nel mondo dei baffi di menare nel quale Chris Evans ha appena fatto il suo ingresso trionfale. Perché un baffo, come diceva Henry Ford, vale più di mille parole.
- L’indistruttibile: Henry Cavill in Mission: Impossible – Fallout
Massiccio, monocromatico e accompagnato da un’ombra di barba utile a ribadire la superiorità del baffo sul resto della peluria facciale, nonché perfetta continuazione dei capelli e sopracciglia del portatore – in questo caso Henry Cavill, ma non è importante, perché il Baffo Indistruttibile se ne frega della faccia su cui vive. L’unica cosa che gli interessa è pompare testosterone e garra, come dimostra la scena nella quale Cavill si carica le braccia come fossero fucili.
- L’invisibile: Henry Cavill in Justice League
“Triste, solitario y final” l’avrebbe definito Osvaldo Soriano prima del suo trasferimento alla Sampdoria: il Baffo Invisibile è quello che non si vede ma c’è, che c’era quando Cavill era sul set ma è sparito in fase di post-produzione, cancellato culturalmente dalle necessità creative di Zack Snyder, che in quanto privo di baffi non riusciva a concepire come il suo Superman potesse portarli. Una storia triste ma istruttiva, nonché uno dei capitoli più sanguinosi dell’infinita guerra tra baffi e barba.
- L’ereditario: Goose e Goose Jr. nei due Top Gun
Ci sono baffi così essenziali nella definizione di una persona che arrivano a modificarne il DNA, e a trasformarsi in caratteri ereditari trasmessi secondo regole che avrebbero fatto piangere Gregor Mendel – che però non aveva i baffi, e quindi chissenefrega. Il Goose di Anthony Edwards nel film di Tony Scott era tutt’uno con i suoi mustacchi, e lo stesso vale per suo figlio Rooster, interpretato da quel giandone di Miles Teller: non solo le colpe, ma anche i baffi dei padri ricadono sui figli.
- L’antipasto: Chuck Norris in Octagon
Fiumi d’inchiostro sono stati versati sulla rivalità tra i baffi e la barba, ma come tutte le guerre anche questa nasconde inaspettati angoli di serenità e di concordia tra fazioni rivali. Chuck Norris è uno dei più famosi rappresentanti della Fazione Barbuta, ma la storia ci insegna che all’inizio della sua carriera non disdegnò di indossare anche la maglia degli avversari: si veda il caso di The Octagon, dove Chuck sfoggia un notevole esemplare di Baffo a Spazzolino, indicativo di una personalità brusca e aggressiva, che preferisce i calci alle parole.
- La forza dell’ordine: Mel Gibson in Dragged Across Concrete
Il baffo è un segnale di autorità innanzitutto morale, ma può assumere anche contorni più istituzionali. Baffi e forze dell’ordine vanno spesso a braccetto, ma per irradiare superiorità e controllo non basta un baffo qualunque: come dimostra il detective Ridgeman di Dragged Across Concrete, il Baffo dell’Ordine funziona meglio quando mantiene il suo colore originario, in contrasto con l’ingrigimento del resto della peluria facciale, a indicare che il corpo potrà anche invecchiare ma il mustacchio è eterno.
- Lo sparviero: Errol Flynn in Robin Hood
Sapete cos’è uno sparviero? Io non ho idea di cosa sia uno sparviero. Cioè, so che c’è un uccello che si chiama sparviero, nella mia vita ne ho visti un sacco in montagna, ma non ne ho mai visto uno con i baffi. Eppure il 99,7% dei testi che parlano del Robin Hood di Errol Flynn contengono le parole “baffetti da sparviero”: affilati, pungenti, provocanti ma anche minacciosi come lame di coltelli a serramanico. Perché vengono definiti così? Che cosa ci spinge a farlo? La scienza non ha risposte: è il Mistero dello Sparviero, baby.
- Il bicipite: Carl Weathers in Predator
Non tutti i baffi stanno sotto il naso: il baffo è un concetto che può estendersi a tutto il corpo, come le radici di un fungo il cui cappello è un ciuffetto peloso collocato proprio sopra il labbro superiore. Carl Weathers in Predator si fa notare per due cose: il bicipite gonfio e il baffo aggressivo. Quello che pochissime persone sanno è che bicipite e baffo sono la stessa cosa: le braccia di Carl Weathers non sono altro che peli molto pressati, naturale prosecuzione del cespuglio sottonasale. L’anatomia umana è una figata!
- La rapsodia boema: Vernon Wells in Commando
La rapsodia boema sembra un baffo ma è in realtà una sinfonia, sembra un ciuffo di peli ma in realtà è uno spartito sul quale quel grande musicista delle botte che è Vernon Wells ha impresso a fuoco le note della miglior canzone che inizia con le parole “Mama, I just killed a man” che sia mai stata scritta. Un baffo poderoso, orchestrale, talmente esplosivo che, per portarlo senza correre rischi, Wells girava giorno e notte con una cotta di maglia addosso (quella che si vede appunto anche in Commando, e che l’attore non si toglie dal 1981).
- La sineddoche (cioè il baffo per il tutto): Sam Elliott
Sam Elliott è i suoi baffi. I baffi di Sam Elliott sono Sam Elliott. Il diagramma di Venn con gli insiemi “Sam Elliott” e “i baffi di Sam Elliott” è un cerchio perfetto. Sam Elliott è nato in contemporanea ai suoi baffi (c’è chi dice che si sia tirato fuori da solo dal grembo materno aiutandosi proprio con i mustacchi, tipo il Barone di Munchhausen). Ogni volta che Sam Elliott firma il contratto per un film ne firma in realtà due, uno per lui e uno per i suoi baffi. “Sam Elliott” è un’antica espressione cimmera che significa “baffi”. «Uscirò con te il giorno in cui Sam Elliott si taglierà i baffi!» è un’antica espressione di Valverde che significa “dare il due di picche”. Le carte da gioco di Sam Elliott non hanno le picche, ma i baffi.
- La condanna a morte: Mandy Patinkin in La storia fantastica
Mandy Patinkin è un altro che come Chuck Norris ha cominciato la carriera combattendo per il #teambaffi e poi, per pigrizia o perché è stato minacciato dalla fazione avversa, si è convertito al #teambarba. È una delle più grandi perdite a memoria di mustacchio, perché i suoi baffi in La storia fantastica sono una delle più alte espressioni estetiche della storia della nostra specie. Sono una sorta di compilation, un Frankenstache, un mix tra il Baffo da Sparviero, il Baffo a Manubrio e il Pornobaffo (v. sotto), sono curati fino all’ultimo pelo ma hanno una forma bizzarra, non euclidea, con angoli troppo stretti per appartenere a questa realtà. Il genere di baffo che non ti vuoi ritrovare di fronte in un vicolo, ma che se vuole ammazzarti ti troverà, ovunque, non importa quanto tu provi a nasconderti.
- Il biblico: Sam Jackson in Pulp Fiction
C’è un passo relativamente poco noto della Bibbia nel quale si parla del giorno in cui la guerra tra barba e baffi terminerà in un armistizio e nella successiva formazione del più grande esercito pilifero che il mondo abbia mai conosciuto, che procederà a conquistare la Terra e a sottomettere l’umanità. Il suo profeta assomiglierà molto a Sam Jackson in Pulp Fiction, i cui baffi elongati e disordinati sono sempre a un passo dal diventare barba, incoraggiati come sono da due basette che a loro volta spingono per essere considerate baffi. Aggiungeteci i riccioloni e otterrete che la fazza di Sam Jackson in Pulp Fiction è un’orgia pilifera e fluida, cioè il futuro dell’umana specie quando barba e baffi stringeranno infine la loro blasfema alleanza.
- Lo spaziomustacchio: Billy Dee Williams in Star Wars
Quello del baffo è un linguaggio universale, come dimostra tra l’altro il fatto che molte canzoni dei Black Sabbath siano state ispirate a Tony Iommi proprio dagli alieni che vivono nei suoi baffi. Acconciare il mustacchio in una certa guisa è come parlare una sorta di esperanto cosmico comprensibile a ogni angolo della galassia. Osservate a esempio i baffi di Billy Dee Williams in Star Wars: curati, lunghi e vibranti, ma curiosamente vuoti in mezzo, proprio al centro del labbro superiore – un segnale di scarsa affidabilità, secondo gli esperti in simbologia del mustacchio di Valverde. E infatti cosa fa Lando Calrissian a Han Solo in L’impero colpisce ancora? LO TRADISCE!
- Il posseduto: Donald Sutherland in Terrore dallo spazio profondo
Può la paura plasmare un mustacchio? Ovviamente sì, e i baffi di Donald Sutherland nel primo dei tanti remake di L’invasione degli ultracorpi sono lì a dimostrarlo. Osservateli e notate come sono folti, sì, ma asimmetrici e disordinati, e forse troppo lunghi ai lati: sono i baffi di un uomo che è stato interrotto mentre li stava attentamente scolpendo, e che non vede l’ora che questi alieni fastidiosi se ne vadano per poter tornare alla sua importantissima opera.
- Il politicamente scorretto: Christopher Lee in yellowface nei vari Fu Manchu
Nel suo romanzo The Insidious Dr. Fu-Manchu, Sax Rohmer, lontano cugino del nostro George, descrive così quello che diventerà uno dei supervillain più famosi del secolo: “Immaginate un uomo alto, magro e felino, con la spalle larghe, un sopracciglio alla Shakespeare e una faccia tipo Satana, dategli tutta la crudeltà e la scaltrezza di un’intera razza orientale […] e otterrete un’immagine del Dr. Fu-Manchu, il pericolo giallo incarnato in una sola persona”. Carino, no? È possibile peggiorare la situazione? La risposta è sì: basta portare questo personaggio al cinema e farlo interpretare a Christopher Lee truccato da cinese malvagio, e fargli portare il paio di baffi più politicamente scorretto della storia dei baffi.
- Il più veloce del West: Val Kilmer e Kurt Russell in Tombstone
Se esiste la pistola più veloce del West perché non possono esistere i baffi più veloci del West? C’è un chiaro collegamento tra le due cose: più i tuoi baffi sono veloci più lo sono i tuoi riflessi, e quindi la tua capacità di estrarre la pistola dalla fondina e sparare a chi ti sta di fronte prima che chi ti sta di fronte spari a te. A voi che conoscete i baffi tutto questo potrà sembrare una banalità, ma è la trama di Tombstsone di George Pan Cosmatos, un film nel quale Val Kilmer e Kurt Russell vincono perché hanno dei baffi magnifici. Almeno, mi pare che la trama sia questa.
- Il monolite: Tom Selleck in Magnum P.I.
«MACCOSA!» esclama Fabrizio «UNA SERIE TV!». Stai tranquillo, Fabrizio, stiamo facendo un’eccezione, e solo perché ce lo hanno chiesto i baffi di Tom Selleck. Come si fa a non citarli? Sono loro il segreto del suo successo, nel senso che ogni contratto negoziato da Tom Selleck nella sua vita è stato in realtà negoziato dai suoi manubri, che detengono anche l’invidiabile record di essere i primi baffi laureati in legge nella storia di Harvard. 99 baffisti su 100 concordano: il monolitico blocco nero pece che ha preso possesso della fazza di Tom Selleck quando ancora aveva sette anni è l’apice estetico del baffo, l’iperuranio pilifero al quale ogni altro baffo del mondo può solo sperare di assomigliare alla lontana.
- Il pornobaffo: Burt Reynolds in Il bandito e la madama
I baffi di Burt Reynolds sono un altro caso clamoroso di identità quasi totale con il loro portatore, al punto che hanno addirittura una pagina IMDb dedicata. Sono anche i massimi rappresentanti di una categoria spesso sottovalutata o giudicata pregiudizialmente in maniera negativa: il pornobaffo, il mustacchio che solletica e conquista, spesso accompagnato da un bel paio di occhialoni colorati ad aumentare la libido. Non vai a letto con i baffi di Burt Reynolds: sono loro che portano a letto te. ATTENZIONE! Da non confondere con un altro esemplare all’apparenza molto simile, il Baffo Che Non Puoi Avvicinarti A Meno Di Cinquecento Metri Da Un Asilo.
- BONUS Il miglior baffo italiano di tutti i tempi: Maurizio Merli
Avete mai visto Maurizio Merli in uno squallido tinello a piangere sulle bollette e litigare con Margherita Buy? E credete davvero che il merito sia suo o del suo agente?
(ci siamo dimenticati qualcosa di clamoroso? O meglio, Linneo si è dimenticato qualcosa di clamoroso? Manca il vostro baffo preferito? E i commenti cosa ci stanno a fare, allora? E i nostri social? Niente, bisogna sempre spiegarvi tutto)
Lo sentite anche voi questo rumore in lontananza? È Chris Evans che frigna, perché ha appena letto anche lui questo estratto dal Systema di Linneo e ha realizzato che il suo povero Lloyd Hansen (cioè il suo personaggio in The Gray Man) dovrà confrontare il suo mustacchio con un pantheon di giganti, e quindi gli è venuta l’ansia da prestazione. Volete anche voi farlo sentire inadeguato e ridere dei suoi psicobaffetti? Non chiedetemi come lo so, ma ho una dritta per voi: martedì prossimo 12 luglio a Roma ci sarà la Premiere ufficiale di The Gray Man AKA Party Esclusivo Per Sfottere I Baffi Di Chris Evans, e potete iscrivervi per presenziare (scadenza: 11 luglio)!
Si comincia alle 20:00 spaccate con, ci ha sempre spiegato la nostra fonte anonima, una “esperienza immersiva negli ambienti e nelle sensazioni del film” – anche questo è linguaggio in codice, significa “potrete ridere dei mustacchi del peggiore dei Chris”. Poi alle 21:00 sempre spaccate ci si guarda il film. Dopodiché, l’afterparty: voci incontrollate parlano di un’ostensione dello psicobaffo, altre più affidabili suggeriscono che le robe pazze che succedono prima della proiezione continueranno anche dopo.
Non è necessario avere i baffi per entrare ma aiuta.
“Un omaccione… con due baffetti da sparviero” ricorderanno i meno giovani di voi il tormentone del Drive In.
Penso che il termine si ricolleghi ad Errol Flynn in quanto protagonista del film “Lo Sparviero dei Mari” del 1940.
Ma Bronson può essere considerato un baffo di menare o no? Perché ok, era molto snob e artsy, ma menare mi pare che menava!
Personalmente ho sempre visto i baffi di Bronson più come una specie di elegante cicatrice che veri baffi…
…e come al solito il Capo ha la poesia nei pugni…
È vero. Come cazzo fa?
I baffi di Groucho Marx esclusi in quanto disegnati?
I due baffi che mi sono venuti in mente prima di aprire l’articolo sono quello giustiziere di Charles Bronson (giá citato) e quello psicopatico di Robert Carlyle in Trainspotting
In realtà io pensavo a Bronson di Refn, ma hai ragione c’era anche Charles Bronson che è un baffo di menare onorabilissimo!
non so, secondo me una menzione ai baffi di NIC in Kick Ass (e The Trust) ci voleva
Aggiungiamo pure per NIC i baffi fake di Fu Manchu (in piena concorrenza con Il Conte Christopher Lee) nel fake trailer Werewolf women of SS di Rob Zombie…..
Finalmente è arrivato quell’articolo che non ci meritavamo, ma di cui avevamo assolutamente bisogno. Grazie da tutto il popolo di Valverde.
E i baffi dadaisti di Hercule Poirot? E poi non so, nei baffi del West secondo me ci dovevano stare anche quelli di John Ruth il boia, anche se tanto sempre di Kurt Russell stiamo a parlare.
Quoto, il baffo di Poirot dovrebbe fare categoria a sé!
Gente, ricordate che quello che leggete è solo un estratto! Il testo completo comprende 10.476 diverse specie di baffo.
Vado subito a prenotare il libro cartaceo su A****n!
“Trattato Enciclopedico del Baffo Cinematografo” sarebbe un libro che comprerei tipo subito.
Mi sa che stasera arrivo a casa e mi rado la barba
Una conferma: Russel Crowe è matto da legare quando porta i baffi e un agnellino senza….
Ma vorrei aggiungere i santaclausiani baffoni di Sutherland (padre, che porta da eroe e villain indifferentemente), e una menzione d’onore per i ghirigori psichedelici di Seneca Crane: non solo baffi, è vero, ma qualcosa di irripetibile.
Direi che andebbe menzionato anche Lee Van Cleef.
E danny glover e eddy murphy e gene hackman
Per il “Pornobaffo” giuro che mi aspettavo Ron Jeremy.
Denny Trejo! Non scordiamoci di Denny Trejo!
il baffetto antinazista di Bradi Pitt in bastardi senza gloria no?
Possiamo quindi supporre che Singham rientri nella categoria Pornobaffo, o gli Indiani sono (giustamente) categoria a parte?
Quando penso al baffo mi torna sempre in mente il ” Dirty Sanchez”,o il baffo delle televendite.
Viggo mortensen ne porta di notevoli in Appaloosa, mi aggiungo al team danni trejo
W l ispettore tanzi Maurizio Costanzo vs bennet di commando.sarebbe un corto da Oscar bob
Non so se vale ma nel campo della critica cinematografica citerei i notevoli baffi del nostro (ex?) stagista Bongiorno Miike.
P. S.
Io ho i baffi come Val Kilmer in Tombstone ma ahimè non la sua fazza…
Credo che Sam Elliot ad ogni contratto ha realmente la postilla “non toccatemi i baffi”…
Anche se forse non é proprio di menare ma é comunque horror, io ci metto il grande Vincent Price.
Sottotitolo:
DUE BAFFI DIABOLICI.
E’ per questo tipo di articoli che pago l’internet.
Contributo tricologico:
– Yayan Ruhian
– Qualunque attore, protagonista a parte, di “Yamada: The Samurai of Ayothaya” (2010)
Don Frye, i baffi più temuti delle arti marziali miste prestato di tanto in tanto a misere comparsate cinematografiche
In The Grey Man, Gosling definisce “ridicoli” i baffi di Evans che palesemente si diverte un mondo a impersonare il fetente della situazione… deve essersi proprio scocciato di fare il paladino bello e buono. Il baffo dell’altro cattivo, ossia Regé-Jean Page, è del tipo rado con barba coordinata, mentre Gosling esibisce un set barba-pizzetto di maggiore consistenza ma il miglior apparato pilifero del film a mio parere è quello autorevolmente brizzolato di Billy Bob Thornton: non mena ma incute rispetto.