Gli stranissimi è la video-rubrica che si occupa di film che sfuggono a facili definizioni e/o esistono per motivi imperscrutabili
Volevamo parlare di Frogs, horror a base di batraci diretto dall’altrimenti anonimo George McCowan. Siamo finiti a discutere di eco-horror a tutto tondo, e più in generale della fine del mondo e di come il suo volto sia sempre cangiante a seconda del genere di merda che ci circonda in quel momento.
Frogs è un film apparentemente già sconfitto dal suo stesso presupposto: in un’isola della Florida posseduta e governata con pugno di ferro da una famiglia guidata dal patriarca Crockett, le rane e gli altri animali dello stagno decidono di ribellarsi contro la distruzione dell’habitat perpetrata dagli umani, e massacrano l’intera famiglia un membro dopo l’altro (ah ah, “membro”). A cercare di salvare la baracca nonché a fare da uomo-spiegone che illustra con decisione i temi del film, una creatura magnifica e spaventosa insieme: Sam Elliott senza baffi.
A voi il filmato integrale:
APPENDICI ALLA VISIONE
- Un serio studio universitario condotto da un lettore dei 400calci che parla di eco-horror e di natura ribelle, con tanto di bibliografia STERMINATA dalla quale potete pescare tutti i titoli che vi interessano
- Un album di Merzbow dedicato al film (non è vero ma ci tenevo a linkarlo in qualche modo)
- Primavera silenziosa di Rachel Carson (solo chi ha visto la puntata sa!)
PREMIO JIMMY BOBO
- Joan Van Ark (Karen Crockett) 0%
- John Speak (sound mixer) 0%
- Skip Hitchcock (transportation captain) 57%
- Sal Grasso (assistant to producer) 43%
- Gene Corso (sound effects editor) 0%
Congratulazioni a Skip Hitchcock per la vittoria in questo clamoroso testa a testa, e ricordate: se vi abbonate al nostro canale Twitch il vostro voto vale doppio! Democrazia Puppa La Fava!
I PROSSIMI APPUNTAMENTI SU TWITCH
Il lunedì alle 21, come sempre, appuntamento con le news più calciabili della settimana e le vostre domande.
Giovedì 11 agosto, alle ore 21, ritorniamo stranissimi raccontandovi di quella volta che un tizio decise di fare un film sul Killer dello Zodiaco allo scopo di catturare il Killer dello Zodiaco durante una delle anteprime, nella convinzione che l’assassino non si sarebbe fatto sfuggire l’occasione di andarsi a vedere al cinema. Ecco a voi:
The Zodiac Killer
Ripassatevelo per tempo! Lo trovate qui, per esempio.
Un grazie finale alla videosigla di Christian Aliprandi e Dario Cogliati, all’inno Trenodia per le vittime di Val Verde di Ludwig Van Verhoeven e alla sigla 400 Calci dei Nanowar of Steel.
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P.S.: come ogni estate, i400calci si prendono una breve pausa per ricaricare le pile. Le recensioni scritte si interromperanno fino a ferragosto, ma le nostre dirette su Twitch continueranno puntuali come se nulla fosse due volte a settimana. Non perdetevele!
Visto e rivisto a manetta su uno di quei gloriosi cicli di Odeon TV (mi pare si chiamasse Animals, o qualcosa del genere).
Che dire…trashissimo, davvero.
Che poi i rospacci non fanno praticamente nulla, se non limitarsi a supervisionare i delitti compiuti da ragni, serpenti e fauna varia.
Del resto vorrei capire in quale modo un rospo possa uccidere un uomo…
Non so. Dallo schifo, forse?
In effetti di cosa muore precisamente il vecchiaccio, nel finale?
Di terrore? D’infarto?
Boh.
Forse è stato già considerato e me lo sono perso, comunque il regista di Maestros, commediola ora visibile su Netflix, il premio JIMMY BOBO se lo meriterebbe a prescindere: Oscar del Caz – occhio, non è uno pseudonimo…
OT Prey (2022)
S
P
O
I
L
E
R
America rurale profonda, giovani nativi americani insoddisfatti ed alla ricerca del loro ruolo in una societa’ rigidamente strutturata, divisi tra rispetto della tradizione e desiderio di cambiare le loro prospettive. E’ da poco ricominciata Reservation Dogs, serie tv di Fx, arrivata alla seconda stagione e prodotta, tra gli altri, da Taika Waititi.
Sempre ad agosto, sempre in tv, un identico romanzo di formazione, ambientato qualche centinaio di anni prima e con l’aggiunta di un alieno sanguinario.
Chissa se Sonny Landham, che nel 1987, armato solo di coltello e di contratto da caratterista, si sacrificava eroicamente contro un Predator, avrebbe mai immaginato che piu di trent’anni dopo una esile ragazzina comanche lo avrebbe vendicato?
A dispetto, anzi, proprio grazie alla premessa improbabile, il film funziona e lo fa alla grande. Amber Midhunter, nei panni della protagonista Naru, e’ in realta’ una vecchia conoscenza della serialita’ televisiva ed aveva gia’ dimostrato spiccate doti combattive nella psichedelica Legion.
Il rating “R” viene sfruttato a dovere, il sangue scorre a fiumi come doveroso per la tipologia di lungometraggio, il Predator e’ piu’ tetro e selvaggio rispetto alle precedenti (successive?) iterazioni, squarta orsi a mani nude e massacra all’arma bianca decine di avventurieri francesi. Al fine di livellare gli scontri infatti, o perche’ non ancora inventate o per la via del bushido alieno, si rinuncia intelligentemente a soluzioni troppo avanzate viste negli altri film, tipo i cannoni al plasma o gli shuriken teleguidati.
Il regista Dan Trachtenberg (10 Cloverfield Lane, The Boys S01E01) sa alternare fasi di quiete, con campi lunghi su paesaggi incontaminati, a momenti di tensione seguiti da esplosioni di ultra violenza. Inoltre, per parare potenziali accuse di appropriazione culturale, rende il film politicamente inattaccabile, facendosi assistere da una produttrice nativo-americana, realizzando, su modello Apocalypto, un doppiaggio in lingua originale comanche e citando anche Balla coi Lupi, nella scena dei bisonti barbaramente uccisi e scuoiati per le pellicce.
Ogni tassello socio-culturale e’ al proprio posto, il minutaggio e’ quello giusto, si evita il cliche’ della storia d’amore ricorrendo alla figura del fratello della protagonista (il rischio era concreto, visto che con poche modifiche di sceneggiatura sarebbe potuto diventare il solito fidanzato geloso delle sue abilita’).
La sospensione di incredulita’ regge fino in fondo, anche quando Naru, ricoperta di sangue verde fosforescente, come di ritorno da una tre giorni di festival goa-trance, porta al capo villaggio la testa della sua preda aliena ed esibisce la pistola ad avancarica che ricomparira’ in Predator 2. L’emancipazione femminile e’ completata, le bambine della tribu’ la prenderanno a esempio, tuttavia il finale amarissimo, che consacra questo film come il migliore dopo l’originale, permette di evitare l’effetto didascalico alla Wonder Woman.
Il mostro alieno e’ stato sconfitto, ma si avvicina una minaccia ben peggiore, il corso della storia.