Avete presente l’espressione “l’importante è che se ne parli”?
È la traduzione, un po’ approssimativa, di una massima di Oscar Wilde – There is only one thing in the world worse than being talked about, and that is not being talked about – che come tutte le massime di Oscar Wilde è più bella che vera. Da sempre viene spacciata come una grande verità della comunicazione pubblicitaria e se strizzate forte gli occhi non farete fatica a immaginare Don Draper di Mad Men che pronuncia questa frase mentre sorseggia un old fashioned e una sceneggiatura scritta apposta per dargli ragione gli dà ragione. Ma se ci pensate bene, Don Draper non ha mai detto niente del genere e se ci pensate ancora meglio nessuna persona intelligente ha mai detto niente del genere.
L’esempio forse più lampante di “l’importante è che se ne parli” è quando a giugno di quest’anno gli imbecilli patentati che si trovavano per qualche motivo a capo della terza casa di produzione cinematografica più grande al mondo hanno pensato di riportare al cinema Morbius, un film che solo due mesi prima era stato un flop senza precedenti, “perché ora la gente ci sta facendo i meme”. Risultato? Il film ha incassato meno di quanto è costato riportarlo in sala.
“L’importante è che se ne parli” è il premio di consolazione di chi non ha fatto un buon lavoro. È quello che ti racconti quando non sei riuscito a dire bene quello che volevi dire o non avevi proprio niente da dire fin dall’inizio.
Don’t Worry Darling riesce, incredibilmente, a fare entrambe le cose: non dice niente e lo dice male.
Ma come siamo arrivati a tutto questo?
GRAZIE PER AVERLO CHIESTO.
Tutto inizia nel 1984, quando Olivia Wilde (nessuna parentela con l’Oscar del primo paragrafo) nasce. E fin qui nulla di eccezionale, voglio dire, se ci pensate, anche la maggior parte di noi è nata.
Passano gli anni, Olivia Wilde decide di fare l’attrice, recita in diverse cose che probabilmente non avete visto fino a che non interpreta LA BISESSUALE CATTIVA in The O.C. nel 2004 e “13” in Dr. House nel 2007 (oh ma che belle erano le trame orizzontali del Dr. House? Vorrei che qualcuno facesse un supercut delle sole scene sulle vite dei personaggi, così potrei rivedere tutto in un pomeriggio saltando agilmente otto anni di gente malata con sintomi che sono convinto di avere anch’io). Fa altri film, non proprio memorabili ma che probabilmente avete visto perché quello passa il convento (Tron Legacy? Cowboy contro alieni?) e poi BOOM nel 2019 esordisce come regista.
Booksmart è una commedia adolescenziale su due amiche durante l’ultimo giorno del liceo: il classico film da festival dove nessuno pratica le arti marziali di cui normalmente non si parlerebbe da queste parti neanche per sbaglio. Tuttavia: è bello. Lo dico? È uno dei miei film preferiti del 2019. È così bello che inizia a farsi strada l’idea che Olivia Wilde è una brava regista e la gente dice cose come “teniamola d’occhio” e “chissà cosa ci riserverà il futuro” (il futuro poi ci ha riservato il COVID, ma non è stata colpa di Olivia Wilde).
Fine 2019: gasatissima per il successo di critica di Booksmart, Wilde mette le mani sullo spec script di un horror/thriller sci-fi che diventerà Don’t Worry Darling. 18 studi diversi si litigano il privilegio di produrglielo e distribuirglielo, alla fine vince la Warner perché le promette la distribuzione nelle sale. Olivia si mette al lavoro.
Aprile 2020: viene annunciato il cast di Don’t Worry Darling, ci saranno la stessa Wilde, Florence Pugh, Chris Pine e… Shia LaBeouf.
Settembre 2020: Shia LaBeouf lascia il film e al suo posto, nel ruolo del protagonista maschile a fianco di Pugh, viene preso un cantante, Harry Styles, che incidentalmente non ha un cazzo da fare perché il suo tour è sospeso causa COVID e ancora più incidentalmente corre voce abbia una relazione con Olivia Wilde. A ottobre iniziano le riprese.
Novembre 2020: Olivia Wilde e il suo compagno, Jason Sudeikis, si separano. Wilde ha lasciato Sudeikis per Styles? Wilde ha tradito Sudeikis con Styles? Saranno un po’ cazzi loro? Ovvio che no, sono cazzi di tutti. Il tribunale di Twitter non fa sconti a nessuno e di sicuro non a Olivia Wilde che ha lasciato Ted Lasso per mettersi con una popstar di 10 anni più giovane di lei. Aggiungeteci che la, uh, agguerrita fanbase di Harry Styles si divide equamente tra chi vorrebbe stare con lui e chi lo vuole segretamente fidanzato (non sto scherzando) con l’altro ex membro degli One Direction Louis Tomlinson: praticamente Wilde si è disegnata un bersaglio sulla schiena e ci sono ragazzine col fucile da cecchino a ogni finestra.
Febbraio 2021: finiscono le riprese di Don’t Worry Darling e si inizia quasi subito a parlare di screzi tra Wilde e Pugh. Tra i motivi, veri o inventati, c’è che Wilde sia stata poco presente, o poco professionale, sul set e che Pugh sia stata pagata molto di meno di Styles.
Incredibilmente, per più di un anno non succede un cazzo, fino ad aprile 2022: durante un evento promozionale al CinemaCon di Las Vegas, mentre è su un palco a presentare il film, Wilde subisce un’imboscata da parte dei legali di Sudeikis, per roba che non c’entra nulla con il film (Sudeikis vuole portarla in tribunale per la custodia dei figli) e che inevitabilmente catalizza tutta l’attenzione.
Agosto 2022: Olivia Wilde rilascia un’intervista lunghissima a Variety, ne esce un pezzo di una noia mortale tutto teso a incensare Wilde e promuovere Don’t Worry Darling come una specie di rivoluzione femminista a Hollywood. Tra i punti salienti il fatto che nel film ci saranno molte scene di sesso, ma solo orgasmi femminili, e che Harry Styles è un grande artista. Ma soprattutto Wilde racconta di aver licenziato Shia LaBeouf per “incompatibilità con gli altri attori”. Traduzione: LaBeouf è un noto viscido e nessuno vuole più lavorare con lui, mette a disagio tutti sul set e ogni settimana salta fuori una nuova donna che lo accusa di violenze fisiche e psicologiche; e Wilde lo ha cacciato per assicurarsi che le donne sul set, e in particolare Florence Pugh, fossero al sicuro.
Peccato che non sia vero: LaBeouf racconta a Variety una storia un po’ diversa in cui è lui che se ne va e Wilde lo prega di restare. LaBeouf fornisce scambi di mail, di messaggi e addirittura un video abbastanza inequivocabile in cui Wilde gli dice “ti prego non abbandonare il progetto” e “speriamo che questo dia una svegliata a Miss Flo”. Robe che neanche al liceo.
In tutto questo Pugh, Miss Flo, non prende parte alla promozione del film, non spende una sola parola in favore di Wilde, non commenta la storiaccia di LaBeouf e si lamenta di come l’unica cosa di cui si parla siano le scene di sesso tra lei e Styles.
E poi, a settembre, la cosa inizia a diventare veramente strana.
L’intero cast è al Festival di Venezia per la prima mondiale del film, tranne Pugh che fa sapere di essere troppo impegnata sul set di Dune 2 (poco credibile, visto che anche Timothée Chalamet è a Venezia; e comunque è abbastanza inusuale che un’attrice protagonista non si presenti alla prima del proprio film). Poi, al grido di mi si nota di più se non vengo per niente o se vengo e me ne sto in disparte, arriva, ma piscia la conferenza stampa e si spara selfie con spritz d’ordinanza in giro per il Lido mentre il resto del cast è impegnato a fare interviste. Alla prima ci va, ma siede a quattro posti di distanza da Wilde e le due non si rivolgono la parola una sola volta.
Nel frattempo, forse per dimostrare che si può fare danni sia non facendo interviste sia facendole, Styles rilascia la seguente dichiarazione:
«You know, my favorite thing about the movie is, like, it feels like a movie. It feels like a real, like, you know, “go to the theater” film movie»
di fronte a un Chris Pine la cui anima sta lentamente abbandonando il corpo.
Ecco, se proprio devo scegliere una persona per cui fare il tifo, il mio eroe, il mio campione, è Chris Pine. Una persona tragicamente fuori posto e a cui non frega una assoluta minchia di quello che sta succedendo attorno a lui. Un uomo preso tra l’incudine e il martello che non ha scelto di essere lì, che non ha scelto di prendere parte a questo circo… e quindi non vi prende parte, decidendo di giocare solo secondo le proprie regole. Le sue foto a Venezia sono la nota più gioiosa e punk dell’intera vicenda.
Chris Pine in modalità fanboy che scatta foto a Florence Pugh:
Chris Pine intrigato quello che ha appena sentito:
Chris Pine che contempla il vuoto:
E finalmente Chris Pine che abbandona questo piano della realtà:
A questo punto, se siete persone informate dei fatti, avete capito che mi sono tenuto il meglio per ultimo. Se invece è la prima volta che sentite parlare di questa faccenda: lo so che sembra me lo stia inventando, ma vi giuro che è tutto vero.
In sostanza, c’è un video in cui pare che Harry Styles sputi addosso a Chris Pine.
Non sono un esperto di linguaggio del corpo, e nemmeno di sputi, ma è questo il bello di internet: non serve. C’è gente pronta a giurare che non è vero basandosi sulla posizione delle labbra di Styles e gente che non vede altra spiegazione basandosi sulla reazione di Pine. È un dibattito che ha tenuto sotto scacco internet per giorni, ha generato infiniti meme ed è servita la morte della regina Elisabetta per far cambiare argomento ai più (non a tutti).
E ancora adesso, a settimane di distanza, è difficilissimo non avere un’opinione al riguardo.
Secondo noi dei 400 Calci, no, Harry Style NON ha sputato su Chris Pine.
Per quanto sia convincente il filmato, non avrebbe senso. Non davanti a tutti, non in quel contesto, non durante la prima del film che potrebbe lanciare la sua carriera come attore. Non importa quanto odi Chris Pine, non importa se il suo status di toy boy della regista e cantante non-coreano più amato sulla faccia della Terra lo fanno sentire intoccabile, lo fanno sentire – e probabilmente è vero – come se potesse ammazzare un neonato in diretta su Instagram e passarla comunque liscia. Semplicemente Harry Style non ha sputato su Chris Pine perché non è qualcosa che farebbe un professionista.
L’ipotesi più probabile è che si tratti di due azioni completamente separate avvenute con il tempismo più strano della storia del festival di Venezia: da un lato c’è Harry Styles che si piega verso di lui per sedersi e dall’altro Chris Pine che si rende conto di aver lasciato il gas acceso e poi scoppia a ridere perché si ricorda che a casa sua non c’è il gas perché ha fatto mettere la cucina a induzione. Tutto qui, è davvero così semplice.
Twitter quote:
“It feels like a movie”
Harry Styles, cantante
Ah, volete sapere com’è il film?
Boh raga non so che cosa dirvi. È brutto.
Cioè, è bello da vedere, quello sì, fotografia, costumi, set design, è tutto bellissimo. Ma se parliamo di contenuti… C’è questa scena in cui Florence Pugh rompe un uovo e si rende conto che è vuoto, c’è solo il guscio e dentro non c’è assolutamente niente ed è veramente interessante che questa scena sia nel film perché è l’esatta descrizione del film.
Alice e Jack sono marito e moglie in questa cittadina anni 50 dove tutto sembra perfetto. Sono giovani e belli, hanno amici giovani e belli, i vestiti sono stupendi, la musica è quella giusta, splende sempre il sole e scopano come ricci. È tutto così dannatamente perfetto che inevitabilmente sorgono dei dubbi tipo: è davvero tutto così perfetto? E poi che lavoro fanno esattamente Jack e tutti gli altri uomini? Perché alle donne è proibito avventurarsi oltre i confini della città? E cosa nasconde Frank, il carismatico leader della comunità con scritto in fronte STO FACENDO QUALCOSA DI LOSCO?
Questi e (pochi) altri interrogativi fanno di Don’t Worry Darling un episodio di Ai confini della realtà tirato per le lunghissime, che non dice assolutamente niente che non sia già stato detto da mille altri film (e libri e telefilm e fumetti) molto migliori. C’è un mistero che indovini al minuto uno e passi le successive due ore a dirti “no dai non può essere così banale”, poi finalmente il film finisce ed era veramente così banale. Wilde non nasconde di essersi “ispirata” a diverse altre opere ma forse la parola che stava cercando era “saccheggiato”.
A questo punto c’è una parte di me che vorrebbe evitare di fare spoiler e un’altra che vuole disperatamente elencare tutte le robe identiche che mi sono venute in mente durante la visione del film, quindi facciamo che se non l’avete visto saltate il prossimo paio di paragrafi.
- La fabbrica delle mogli (The Stepford Wives)
- Matrix
- The Truman Show
- The Village
- Abre los ojos/Vanilla Sky
- Antebellum
- The Handmaid’s Tale
- Wandavision
Wandavision, ragazzi, Wandavision! Olivia Wilde parla di questo film come se avesse scardinato a mani nude le fondamenta del patriarcato e ha la stessa trama di Wandavision!
E vogliamo parlare di Antebellum? Preferirei di no, ma visto che è un film passato abbastanza inosservato qui in Italia diciamo giusto che qualcuno che non ha capito un cazzo di Get Out ha cercato di fare la stessa cosa ed è venuta fuori una puzzonata brutta e abbastanza problematica nel modo in cui affronta un tema delicato come essere neri in America. Ecco, Don’t Worry Darling non solo ha lo stesso identico plot twist di Antebellum (sembra ambientato nel passato e poi invece si scopre che sono dei pazzi di destra che lo hanno rifatto paro paro nel presente) ma nasce dalla stessa arroganza di fare il Get Out delle donne bianche mancandone clamorosamente il punto.
In generale, non è tanto che Wilde ha preso, più o meno consapevolmente, più o meno in buona fede, elementi da altri titoli. È che credo si possa tranquillamente rifare Don’t Worry Darling, scena per scena, usando solo pezzi di quegli altri titoli.
I personaggi? Non esistono. Sono una serie di segnaposto utili solo a portare avanti La Grande Metafora Sul Patriarcato (ci arriviamo tra un attimo). Gli unici ad avere qualche caratteristica sono quelli di supporto, mentre Alice e Jack sono definiti unicamente dal fatto di essere Florence Pugh e Harry Styles. Dobbiamo credere al loro amore perché il film dice che c’è: la chimica fra loro è inesistente ma del resto la sceneggiatura non dà agli attori niente su cui lavorare. Per lo stesso motivo dobbiamo credere che sono in qualche modo speciali. Perché o in cosa Jack è migliore degli altri, al punto di entrare nelle grazie di Frank? Perché proprio Alice si pone domande e cerca di svelare il mistero che avvolge la cittadina? Credo che la risposta sia “perché sono i protagonisti”.
E non sono neanche loro quelli che ne escono peggio: la vera vittima di Don’t Worry Darling è Chris Pine, se non per la faccenda dello sputo, perché il personaggio che interpreta è forse il personaggio meno personaggio di tutto il film. Nelle intenzioni di Wilde, Frank doveva essere una figura ispirata a Jordan Peterson, pseudo intellettuale di estrema destra che non crede al riscaldamento globale ma crede che il posto delle donne sia in cucina. La verità è che Pine ha due scene, in una fa un discorso motivazionale da venditore di aspirapolveri e nell’altra farfuglia roba da cattivo di un film di James Bond. Anche qui, capisci che è carismatico perché è il film a dirtelo, perché tutti sono innamorati di lui, baciano il suolo su cui cammina e pendono dalle sue labbra, ma la volta e mezza che apre bocca non c’è un solo motivo per cui qualcuno dovrebbe stare a sentire ciò che ha da dire. È come se Wilde fosse così sicura che tutti, nel momento in cui Pine entra in scena, faranno il collegamento con Peterson (o qualsiasi altro scemo con tanti follower dell’alt-right) che non c’è neanche bisogno di spiegarlo.
Le famose scene di sesso che dovevano rivoluzionare il cinema? Mah, c’è sicuramente un problema, a Hollywood, che riguarda la rappresentazione del sesso e cioè che è quasi sempre raccontato da un punto di vista esclusivamente maschile (nota per me: ricordati di linkare la pagina di Wikipedia sul male gaze così non ti devi prendere tu la responsabilità di questa frase). Non credo che Harry Styles che lecca la passera a Florence Pugh sposti di molto gli equilibri ma immagino che sia un primo passo – se vogliamo affrontare la questione da un punto di vista puramente numerico in cui vince chi alla fine del film ha avuto più orgasmi.
A scanso di equivoci, ‘ste scene di sesso sono due, in entrambe i partecipanti sono vestiti da capo a piedi, intuiamo che lei è soddisfatta dalla prestazione di lui, e potevano tranquillamente non esistere e il film avrebbe detto le stesse identiche cose.
La Grande Metafora Sul Patriarcato? Allacciatevi le cinture amici perché sono qui per dirvi che non è giusto che gli uomini decidano cosa devono fare le donne.
Harry Styles attore? In una scala che va da cane a Marlon Brando, diciamo che si capisce perché in Dunkirk stava zitto, ma c’è di peggio. Lui comunque è un performer e bisogna riconoscergli che sa muoversi sotto i riflettori, non a caso l’unica scena in cui tira fuori qualcosa è quella, altrimenti inspiegabile, in cui balla il tip tap. Non rovina un film già rovinato e questo è tutto quello che si può dire della sua interpretazione, nel bene e nel male.
Va notato comunque che in sala c’era un numero veramente significativo di ragazze e anche se non le ho intervistate una a una, dovendo tirare a indovinare direi non erano lì perché avevano amato Booksmart e nemmeno perché fan della fantascienza distopica. Quindi se non altro Harry Style porta più gente al cinema di quanta Jared Leto ne faccia scappare.
Ma solo io ci ho visto anche molto di Abre Los Ojos/Vanilla Sky nel plot twist?
ma allora aggiungiamoci anche the village di shyamalan!
sì e sì avete ragione entrambi (abre los ojos mi era anche venuto in mente durante la visione, minchia, hanno lo stesso identico finale) adesso li aggiungo alla lista
A leggerne la trama, pare ci sia anche un po’ dell’episodio dei Simpson “Si trasloca solo due volte” (quello con Hank Scorpio, il falso villain di 007)
ahahahahaha vero & madonna che episodione
ma è un’eccezione (non) meritevole?
🤷 è un thriller, ha elementi horror e schi-fi distopici ma non è né un horror né una sci-fi. cambia tanto se diciamo che è un’eccezione (im)meritevole o se lo copriamo come copriremmo un thriller con liam neeson?
ricevuto
I Larry (nome ufficiale della presunta liason tra i due 1D, sto troppo tempo su Twitter) sui 400 Calci e’ una cosa che non pensavo avrei mai letto.
amico, se affrontiamo un tema lo affrontiamo BENE
VVB.
Cm si suol dire, 1D e 400 calci = viviamo in una simulazione
La tragedia è che nel finale si è fatto passare l’uomo come malvagio patriarca mentre alla donna si trova la motivazione per dire “beh, almeno l’ha fatto per una ragione”. Egoistica tale e quale alle altre ma migliore. Non vado oltre per non superare il vallo dello spoiler.
In pratica è più interessante tutto quello che c’è intorno al film che il film stesso
quando leggo o vedo Olivia W. penso sempre alla scelta di cast più inspiegabile della storia del cinema (brutto) moderno…mamma di Justin Timberlake (infatti muore subito)
in time uno dei film più wtf della storia del cinema
“ehi che ne dici se facessimo un film…. però sono tutti dei modelli?”
Oh e dire che a me l’idea di In Time piaceva: la faccenda che ognuno aveva un timer sul braccio e che la moneta fosse il tempo aveva del potenziale secondo me… peccato che l’unica cosa che ricordo del film è questa è il fatto che ci fossero OW e JT come mamma e figlio.
Giuro è un film di cui ricordo un solo fotogramma
Duole dirlo, ma è una cosa giustificata nel film, se ricordo bene in In Time le persone non invecchiavano oltre i 25 anni
sì ma il film era scemo lo stesso
Al minuto 1 del film prima della fabbrica delle mogli a me ha fatto pensare a “la moglie perfetta” con la Kidman.
Non mi ha particolarmente colpito nè per il cast nè come trama giust’appunto per il fortissimo senso di deja vu, ma come detto anche in recensione non son uscita del tuitto delusa per la bella fotografia, i costumi e la messa in scena.
L’unico cruccio è se tacciare come semplice nonsense la scena finale in cui
[/spoiler]
….la moglie di Frank alquanto schifata/delusa/per il potere di Greyskull ora Matrix è mio/ accoltella il marito.
Così de botto. Senza sintomi.
Nelle intenzione della Wilde doveva avere il significato di dare – inutile – evidenza che anche la moglie era consapevole della simulazione? O sottolineare un ulteriore passaggio di “free woman power”?
[/fine spoiler]
Stef, non è che ti stai riferendo a “La donna perfetta”? Che è basato, indovina un po’, sulla “Fabbrica delle Mogli”… il romanzo ovviamente, di Ira Levin (esatto, quello di Rosemary’s Baby), un vero capolavoro satirico, orrorifico e politicamente scorretto, potrebbero averlo scritto oggi e invece ha 50 anni. Fatevi il favore di leggerlo invece di guardare sto filmetto.
sì boh pure io quelle cose là nel finale non l’ho mica capita, secondo me hanno sforbiciato qualcosa in sceneggiatura, perché non è neanche l’unica cosa che viene accennata e mai più ripresa (vedi i terremoti, per esempio)
comunque il romanzo di ira levin del 72 in america si chiama The Stepford Wives, che ha generato due adattamenti cinematografici: The Stepford Wives del 75 e The Stepford Wvies del 2004. in italia il romanzo è uscito sia col titolo di La fabbrica delle mogli che La donna perfetta, il film del 75 è poi uscito come La fabbrica delle mogli e quello del 2004 come La donna perfetta. comprensibilmente c’è un po’ di confusione
non riprendono neanche cosa fanno lì dentro, in riferimento alla frase di jack che dice “non sai cosa faccio fuori”. o è un’interpretazione della vita sfigata nella vita reale, ma è troppo colta per essere così, oppure minano ethereum alimentando i computer con una cyclette
Ma c’è qualcosa legata alla Warner Bros quest’anno che non sia sinonimo di “sbaglio”?
The Batman
Peacemaker
E giustamente hanno subito cominciato a impallinare tute le prossime uscite DC.
leggere che sia noioso mi fa piacere perchè posso skipparmi Il Metaforone
azz, speriamo non scoppi una faida Quantum-Casanova, adesso… mi raccomando ragazzi non litigate (e niente uso improprio della saliva al prossimo meeting di Val Verde).
per il resto, propongo di correggere la scala cane-Brando in Leto-Brando (ancora mi tormenta negli incubi il Joker di Suicide Squad, un jack russel pescato in strada non avrebbe fatto altrettanti danni)
cazzo non ci avevo pensato, ora gli mando un messaggino di scuse
(sempre in accordo colla tematica di lotta al patriarcato + maschilismo tossico) bros before hoes
Mi hai davvero fregato!
Alla quote ho davvero creduto di essere arrivato a metà articolo! Mi sono detto:”Ma come? Non parla del film?”
È stato un secondo surreale XD
<3
Fantastico pezzo
Il film non mi interessa, ma la questione del non-sputo è chiara: Pine ha semplicemente reagito al colletto della camicia di Styles.
segnalo anche un chris pine che scimmiotta una giornalista italiana https://www.facebook.com/1521133238/videos/1547465252377606/
Raga però così mi minate le certezze.
Avevo capito che solo le persone con utero potevano permettersi di fare film su questioni femminili e invece poi si scopre che se fai un film brutto è brutto lo stesso.
Mi sento dilemmato come quando non sapevo se indignarmi per la mancata conferma della McGillis in Topgun2 oppure se indignarmi perché quel ruolo era stato in origine creato ad hoc per evitarsi una lettura omoerotica su Maverick in Topgun1.
Asino di Buridano WAY of LIFE: da una parte omofobo dall’altra sessista, impossible choiche.
sono abbastanza sicuro che a maverick piacesse il cazzo con o senza kelly mcgillis
Shian’t è stupenda. E complimenti perché qui spaziate nel gossipparo e lo fate comunque meglio di “Chi”.
Ho una domanda tecnica su come faccia HS (e come si possa in generale fare) a praticare sesso orale a Florence Pugh (o a una donna in generale) completamente vestita. Ha la lingua di Sawaru Ogekuri?
Sì.
“È come se Wilde fosse così sicura che tutti, nel momento in cui Pine entra in scena, faranno il collegamento con Peterson (o qualsiasi altro scemo con tanti follower dell’alt-right) che non c’è neanche bisogno di spiegarlo”
Non per difendere un film che non ho visto o la Wilde, ma credo che questo lo abbia fatto proprio perchè in USA è la normalità, è ESATTAMENTE così: personaggi ridicoli, che hanno uscite che con un minimo di raziocinio si possono giudicare solo ridicole, che invece hanno un enorme e inspiegabile successo
“Dobbiamo credere al loro amore perché il film dice che c’è: la chimica fra loro è inesistente”
Still a better love story than “Thor 4” {che la veramente potevano mettere 2 manichini uno di fronte all altro e la resa sarebbe stata migliore}
Comunque dire che Jordan Peterson è uno pseudo intellettuale alt right che pensa che il posto delle donne sia in cucina è:
1) oggettivamente falso come la verginità di Cicciolina
2) funzionale al delirio ideologico della Wilde, la quale mi par di capire passi da mezza sciroccata e non capisco perché si debba fingere di crederle solo su questo punto.
Che poi la Wilde pensasse che tutti conoscessero Peterson, ne avessero la sua stessa opinione e facessero il collegamento tra lui ed il personaggio di Pine; è una ricostruzione quantomeno azzardata.
Va bene che la regista non mi sembra un genio, ma dubito che le ragazzette fan di Styles facciano questi collegamenti (che in ogni caso dovresti essere sciroccato come la Wilde per fare).
E’ più probabile che abbia approfittato della promozione per insultare un intellettuale che non le piace, come non piace a tutta l’ultra sinistra woke e frignona, ma questo è un titolo di merito.
Figuriamoci, l’ha definito “divinità degli incel”, perché ha un’audience di giovani maschi in cerca di un senso per la propria vita