Quando uno come David Cronenberg decide di chiudere un cerchio della sua impareggiabile carriera riprendendo spunti e titolo da un suo cortometraggio degli inizi, è il segnale per far partire la retrospettiva. E noi, puntualissimi, rispondiamo. Seguiteci nel nostro nuovo, imprescindibile speciale: Le basi – David Cronenberg.
Siamo nel 1975 e lo scrittore inglese J.G. Ballard pubblica uno dei suoi romanzi più famosi, High Rise, da noi uscito l’anno successivo grazie a Urania col titolo di Condominium. La storia è ambientata in un futuribile e avveniristico grattacielo, una sorta di organismo vivente, perfetto e infallibile, isolato dal resto del mondo e in grado di rispondere a ogni esigenza delle persone che lo abitano. Dopo una serie di black out e disguidi tecnici, il condominio va in tilt e gli abitanti sbroccano e vanno incontro a un processo di DEVOluzione, dividendosi in tribù in lotta e trasformandosi di base in bestie. Magari avete letto il romanzo, magari avete visto High Rise – La Rivolta, la trasposizione cinematografica che ne ha tratto il nostro amato/odiato Ben Wheatley qualche anno fa. Magari invece avete visto Il Demone Sotto la Pelle di Cronenberg.
È abbastanza inevitabile accostare il nome di Cronenberg a quello di Ballard. Non solo per Crash, di cui parleremo a tempo debito, ma proprio per un approccio comune alla fantascienza, per una serie di idee (meglio: ossessioni) quantomeno affini. La fascinazione e la paura nei confronti della tecnologia, la commistione tra macchine e corpi, la pornografia, il sesso come valvola di sfogo di una società repressa, la condizione di miseria dell’uomo… Due scrittori (Cronenberg fino al 1975 era convinto di voler fare quello da grande), due intellettuali che rileggono e rielaborano il presente in maniera del tutto simile. Non è un caso quindi che Shivers– Il Demone Sotto la Pelle inizi con la pubblicità di un Condominio ballardiano: appena fuori Montreal, su una piccola isola, è stato inaugurato lo Starliner Towers, un modernissimo complesso abitativo (nella vera verità si tratta del Tourelle-Sur-Rive, un condominio progettato da Mies van der Rohe nel 1962 sull’Île des Sœurs). Qui c’è tutto: appartamenti con il meglio del design dell’epoca, campi da tennis, una piscina, ampi parcheggi, addirittura una clinica medica. Il meglio che la tecnologia possa offrire, insomma.
E dopo averci fatto vedere questa asettica pubblicità, queste immagini da cartolina (che a ben guardare nascondono già una sporcizia di fondo, uno squallore tangibile, malcelato da un finto benessere), Cronenberg cambia immediatamente tono: un vecchio lotta, spoglia, strangola e poi uccide una ragazzina in divisa da scolaretta. Mentre le prime sequenze, quelle pubblicitarie, scorrono sulle note della colonna sonora composta dal produttore del film Ivan Reitman (sì, quell‘Ivan Reitman), nel momento in cui entriamo negli appartamenti dello Starliner e scopriamo che dietro a quella facciata di perbenismo si nasconde l’indicibile, non c’è musica. Ci sono solo i colpi che il vecchio assesta alla porta di casa della ragazzina. Un inizio folgorante, cattivissimo, che già racchiude in se gran parte della poetica del regista. Fa impressione infatti rivedere oggi questo film alla luce del suo ultimo lavoro, quel Crimes of The Future di cui Terrence e Cicciolina vi hanno da poco parlato e che segna il ritorno di Cronenberg a eccetera eccetera . Perché – ed è così solo per i grandi autori – è facile ritrovare nel loro primo film tutti gli elementi portanti del loro Cinema.
Perché non c’è solo l’idea ballardiana del moderno condominio organismo, non c’è solo quella sporcizia di fondo che infesta ogni inquadratura, non c’è solo un protagonista scelto apposta per la sua faccia fredda e inespressiva, sottolineata da uno stile di recitazione appositamente recalcitrante (un catatonico Paul Hampton, dalla pettinatura epocale), ma c’è soprattutto l’idea di base del film. Veniamo a scoprire che il professor Emil Hobbes, il vecchio colpevole di aver ucciso male la ragazzina, ha ideato un parassita che, una volta inserito in un corpo umano, si va a sostituire ai nostri organi per farli funzionare al meglio. Hobbes però è anche convinto che la nostra società si sia progressivamente repressa e che abbia negato ogni suo stimolo primario. Per questo ha modificato la sua invenzione per creare un parassita in grado di riportare l’uomo a un suo stato primitivo con lo scopo di “trasformare il mondo in una bellissima orgia senza freni” (la frase è: “… hopefully, turn the world into one beautiful mindless orgy“).
La paziente zero di questo suo esperimento sociale è stata proprio Annabelle, la ragazzina che ha appena ucciso. Una volta inserito il parassita nel suo corpo, questa si è trasformata in una menade e ha già infettato gran parte degli abitanti del condominio, tra cui l’incredibile Allan Kolman, un’altra faccia perfettamente cronenberghiana.
Tutti coloro che sono entrati in contatto con Annabelle adesso vivono con un vermone fallico nella pancia che li trasforma in bestie assetate di sesso che si aggirano tra i corridoi dello Starliner tentando di accoppiarsi con chiunque: uomini, donne, vecchi, bambini…
Roger, il dottore in forze allo Starliner, aiutato dalla sua infermiera Forsythe, la bellissima Lynn Lowry, tenteranno inutilmente di fermare il contagio, vagando per una notte intera tra i gangli del condominio, andando incontro a un’umanità sempre più violenta e perversa. E poco prima dell’orgia finale in piscina, sarà proprio lei, la Forsythe, a condensare in un piccolo monologo gran parte della poetica cronenberghiana. Sentite qui:
“Roger, I had a very disturbing dream last night.
In this dream, I found myself making love to a strange man.
Only, I’m having trouble, you see, because he’s old, and dying.
He smells bad and I find him repulsive.
But then he tells me that everything is erotic:
That everything is sexual.
He tells me that even old flesh is erotic flesh.
That disease is the love of two alien kinds of creatures for each other.
That even dying is an act of eroticism.
That talking is sexual.
That breathing is sexual.
That even to physically exist is sexual.
An I believe him. And we make love beautifully”.
Traduco al meglio delle mie possibilità: “Roger, ieri notte ho fatto un sogno sconvolgente. Nel sogno, stavo facendo l’amore con un uomo strano. Ero in difficoltà perché, vedi, era un vecchio in fin di vita. Puzzava e mi faceva senso. Ma poi lui mi dice che tutto è erotico, che tutto è sensuale. Mi dice che anche la carne vecchia è carne erotica. Che la malattia è l’amore tra due creature aliene. Che anche morire è un atto erotico. Che parlare è sensuale, che respirare è sensuale, addirittura che esistere è sensuale. E io gli credo. E facciamo l’amore in modo bellissimo“. Mancava dicesse Lunga Vita alla Nuova Carne, insomma.
Dal punto di vista filosofico autoriale dunque, Shivers – Il Demone Sotto la Pelle è già un film molto maturo che gran parte degli elementi che ritroveremo almeno nella prima parte di carriera di Cronenberg, almeno fino a Videodrome. Il film però non è esente da qualche problema. Come racconta lo stesso regista negli extra del Bluray, il film venne finanziato e distribuito dalla canadese Cinépix che all’epoca era impegnata nella realizzazione di “very lovely, gentle, soft core porn film“. Shivers inizialmente doveva chiamarsi Orgy of the Blood Parasites ed è probabile che fosse proprio la parte “Orgy” a interessare ai ragazzi della Cinépix, visto che all’epoca non esisteva una tradizione canadese di film horror o di genere. A onor del vero non esisteva una tradizione di film come Shivers da nessuna parte del mondo, visto che una cosa del genere non si era mai vista. Un film che mescola “sensazioni” da film erotico con agghiaccianti sequenze horror, arricchito da citazioni filosofiche, incredibili discorsi medici, il tutto girato con uno stile secco quanto deciso. Per questo motivo ogni tanto ci sono dei momenti, ecco, un po’ così…
E a proposito di questa sequenza: non si capisce bene come funziona il parassita. Inizialmente si è portati a pensare che tutti quelli che vengono contagiati, cioè sono entrati in contatto biblico con qualcuno che ospitava il parassita, perdono immediatamente il lume della ragione e si trasformino in una sorta di morto vivente romeriano col durello, cioè arrapatissimi, pronti a violentare/infettare tutti quelli che incontrano. Dopo un po’ però le cose si fanno più complesse e sembra che qualcuno riesca a mantenere una certa lucidità e faccia addirittura da procacciatore di innocenti per gli arrapati.
Ma poi, il parassita è una specie di Alien ante litteram (1979 vs 1975) che esce dal copro delle vittime e si infila poi nei suoi pertugi, come sembra suggerire la famosa sequenza culto con la divina Barbara Steele penetrata nella vasca da bagno? O “funziona” solo all’interno del corpo ospite?
Ma sono imperfezioni, piccole sbavature, in un film ancora oggi godibile, coraggioso, coraggiosissimo ( i due bambini al guinzaglio <3) e tematicamente già molto maturo. Il Demone Sotto la Pelle, esordio sulla lunga distanza di un canadese di appena 32 anni, è già un film profondamente cronenberghiano. La critica dell’epoca, ovviamente, fece fatica a capirlo, a etichettarlo. Rimane mitologica la recensione scritta per Saturday Night, all’epoca un settimanale vendutissimo, da tale Robert Fulford. Dato che il film era stato in parte pagato dal Canadian Film Development Corporation, a sua volta sovvenzionato dalle tasse degli onesti cittadini, Fulford titolò il suo pezzo: “You should know how bad this film is. After all, you paid for it.” Dovreste sapere quando fa schifo questo film. Dopo tutto, l’avete pagato voi. Fulford, che da quello che leggo è ancora lì a fare il critico letterario e cinematografico, scrisse che era il film più disgustoso che avesse mai visto. Leggenda vuole che questa feroce stroncatura non solo rese molto più difficile per Cronenberg trovare altri pazzi volenterosi di produrre i suoi film successivi ma che addirittura fu sfrattato dal suo padrone di casa che impugnò una clausola morale nel contratto di affitto.
Vabbè, è facile (e obiettivamente anche un po’ giusto) farsi beffe di Fulford oggi, data astrale 2022. Ma vale la pena tentare di ricordarsi che prima di quel 1975, questa roba qui non esisteva. Adesso invece c’è. Ed è qui per rimanere.
DVD-quote:
“Penso che ancora non siete pronti per questi parassiti fallici che ti crescono nel corpo
Ma ai vostri figli piacerà”
Casanova Wong Kar-Wai, i400calci.com
Lynn Lowry [non a casa gia’ in La citta’ verra’ distrutta all’alba]… cuoricini cuoricini cuoricini
Come non innamorarsene…
Ricordo di averlo visto ai tempi delle superiori grazie al Fuori Orario di Ghezzi e, appena capito l’andazzo, di aver aspettato che i miei non ci fossero per guardare la VHS (ho sempre amato disgustare madre guardando horror truci in cucina ma il verme fallico e le orge mi parevano troppo). Alla fine della visione la voglia di sciacquarmi il cervello era parecchia, e la sensazione principale era stata di disgusto incredulo (oVVove!! Mai più, che schifo, che perversione!) ma alla fine non ho mai cancellato la VHS… e sì, l’ho riguardata almeno un altro paio di volte, arrivando a cambiare opinione crescendo, al punto che ora lo trovo imperfetto ma geniale. Diavolo di un Cronenberg.
La copertina di quell’Urania è un autentico tuffo al cuore; quel libro di Ballard fu il mio primo Urania che lessi scegliendo a caso nella libreria di papà. Il demone sotto la pelle devo recuperarlo invece, il mio primo Cronenberg cronologicamente parlando fu Brood.
Lando uno di noi
Anche il Lando del bar mario insieme a lardoso condor e durbans
Sto amando un sacco questa serie che state dedicando a “Mr. David” – Shivers è esattamente il primo della trilogia della nuova carne. Il filotto corretto sarebbe SHIVERS – VIDEODROME – CRIMES OF THE F – ma se vogliamo come Spin-off della antologia della “Nuva Carne” sono adatti anche RABID e EXISTENZ. Insomma questa è la poetica di Cronenberg non c’è altro da aggiungere. Il monologo del tutto è “erotismo” in SHIVERS, sintetizza esattamente tutto il pensiero dell’autore. Inquietante, disturbante ma incredibilmente profetico su tante tematiche (AIDS – PANDEMIA COVID). CofTF profetizza ancora una volta. Ipotizza una possibilità seppur remota (Apparato digerente mutato in grado di assorbire plastica) ma per nulla campata in aria, di fatto se nel nostro corpo ormai coesistono con il resto dei tessuti e organi particelle microscopiche di plastica da decenni, vorrà dire in qualche modo ci stiamo adattando ad essa.
Comunque l’attore protagonista di SHIVERS solo a me ricorda HERBERT BALLERINA?
Bye
D
Visto settimana scorsa al cinema in double feature con Videodrome, rispetto al quale per assurdo mi pare invecchiato meglio.
L’inizio è veramente una fucilata in faccia, in generale ha ancora una carica eversiva non da poco e pur concordando con la rece che al tempo era una roba mai vista, devo dolorosamente prendere atto che pure oggi a coraggio dà un po’ la biada a tutti.
In realtà credo che un film come questo fosse molto più in linea con gli anni in cui è uscito (vado a memoria , gli stessi in cui in Cecoslovacchia usciva quel capolavoro di “Le Fantasie di una tredicenne”- e già il fatto che in Italia gli abbiano dato quel titolo ridicolo dimostra che la mentalità dell’epoca era, nel bene e nel male, “leggermente” diversa) , rispetto al presente. Oggi è stigmatizzata quasi come stupro persino la differenza di età tra adulti consenzienti. Da un eccesso all’altro.
DVD-Quote che da sola vale la scheda.