Quando uno come David Cronenberg decide di chiudere un cerchio della sua impareggiabile carriera riprendendo spunti e titolo da un suo cortometraggio degli inizi, è il segnale per far partire la retrospettiva. E noi, puntualissimi, rispondiamo. Seguiteci nel nostro nuovo, imprescindibile speciale: Le basi – David Cronenberg.
Vi dichiaro subito che ho un problema: ho più GIF che cose da dire.
Quindi adesso io troverò delle cose da scrivere così da poter mettere un po’ di testo tra una GIF e l’altra in modo che non siano tutte attaccate, che sarebbe brutto ammettiamolo. Intanto metto la prima.
All’interno della serie di film horror di serie B con i quali esordisce al cinema (dopo diversi lavori televisivi) c’è quest’anomalia, un film strano per Cronenberg, palesemente su commissione. Non c’è niente di quello che gli appartiene nella trama eppure è una storia che gli interessa tantissimo, è una storia canadese di velocisti, piloti di dragrace. L’obiettivo che gli è stato dato è tanto semplice quanto evidente: “Vogliamo motori, velocità, uomini duri e donne bionde che non fanno troppe domande ma vogliono essere prese”. E la cosa più bella è che è chiaro che è tutta roba che a Cronenberg piace tantissimo.
Chiariamolo, lui ha fatto il suo lavoro, quindi il film è un filmetto con una sceneggiatura (che non ha scritto) davvero risibile e degli stacchi musicali assassini da arresto immediato, con dei villain ridicoli (però presi sul serio) e nel complesso un arco banalissimo. Però poi le immagini davvero raccontano un’altra storia parallela, dicono cose che nessuno ha mai scritto e che gli attori non sapevano di stare interpretando. Ad esempio quanti riescono a fare finta di niente di fronte a scene del genere?
È infatti evidente che c’è un feticismo diverso dal solito intorno a tutto quello che è meccanico, che queste auto assurde che fanno rumori assurdi e sono estremamente artigianali è come se contenessero un pezzo di carne bardato per confondersi con il macchinario e diventare uomo-macchina. La cosa clamorosa è che tutto questo non è nella sceneggiatura, è solo nelle immagini. Nella maniera in cui Cronenberg silenzia tutto nelle scene di corsa per sentire solo i motori e l’acciaio che trema e quando questi si fermano c’è il silenzio, nella maniera in cui si infila nelle macchine, cerca di rendere la precarietà e poi inspiegabilmente (ma davvero questo è il mistero della filmografia di Cronenberg) riesce a filmare queste cose inanimate come se fossero esseri viventi. Tipo qui, sembra una creatura dotata di vita propria, non un auto guidata.
I personaggi sono i classici: il giovane pilota pieno di speranze, quello esperto a fine carriera che sceglie la cosa giusta (ognuno ha una bionda sua di riferimento), lo spietato e cinico proprietario della scuderia (John Saxon), i cattivi della scuderia rivale, il pilota rivale che però è onesto. La parte che mi fa impazzire è che il pilota esperto è ormai metà macchina, cioè sembra parlare con l’auto e non ha niente da temere da questi mezzi che prendono fuoco come niente, mentre il giovane se le vuole proprio scopare. Non lo dice mai (perché la sceneggiatura è quello che è) ma ogni volta che le tocca o opera sul motore c’è la libidine dell’atto sessuale, dei pezzi che si penetrano a vicenda, li tocca con una delicatezza come stesse masturbando una donna, fino a quando non si carica due ragazze sull’autostrada e a letto con loro versa addosso ad una l’olio motore che sponsorizza la sua auto. Una scena che se non è porno quello non so cosa non lo sia. Non potendo scopare l’auto cerca di arrivare il più vicino possibile. Titane scansati.
Ovviamente ci sarà il momento di rivalsa con il perfido team manager che pensa solo al profitto e non ha invece i veri valori dei dragracer (che immagino includano concupire donne bionde e portarle nel loro camion/casa acchittato come un motel di quart’ordine) e ci sarà anche un pugno. Non tanti, uno solo. Perché nei film di Cronenberg la violenza ha un peso pazzesco, uno solo che fa un male cane. Adesso ditemi voi ma io un’idea del genere per rendere il dominio, il dolore e l’umiliazione non l’avevo mai vista. Semplice e geniale.
Dvd-quote suggerita:
“Un uomo così eccitato dalle auto e dalla loro meccanica che mi stava venendo duro anche a me”
Jackie Lang, i400calci.com
Mi ricordo Il Castoro dedicato a Cronenberg (mi sembra si fermasse a Crash, ma potrei davvero sbagliarmi) non aveva idea di come considerare questo film, che considerava qualcosa di totalmente estraneo alla sua filmografia. Bello che voi de I Calci lo abbiate inquadrato e messo meglio in contesto: film su commissione in cui Cronenberg ha giocato con quello che gli interessava.
La cosa assurda e` che dopo questo filmetto, ci sono 20 anni di capolavori fino a Existenz.
Madonna che meraviglia Existenz! Tutti convinti che parlasse di videogiochi, ma a me ha cambiato per sempre la prospettiva sui ristoranti cinesi.
Vi prego quando arrivate a Il pasto nudo l’immagine del coso coi tentacoli non mettetela in copertina. Mai visto il film, mi son bastate le immagini di un Ciak
Ma quello che piglia il cartone in faccia è il buon Ironside?
No, è John Saxon
Un feticismo per i motori simile si trova solo nei dischi dei Catharral Noise (come i veneti ben sanno)
Fetiscismo e erotismo ce ne sono. Una cosa però non ho capito: con tutta la sua passione e la carica erotica, perché il buon David non ha chiamat a recitare Jungle Pam Hardy? Con quel suo corpo aveva la carrozzeria perfetta per un film del genere.