Quando uno come David Cronenberg decide di chiudere un cerchio della sua impareggiabile carriera riprendendo spunti e titolo da un suo cortometraggio degli inizi, è il segnale per far partire la retrospettiva. E noi, puntualissimi, rispondiamo. Seguiteci nel nostro nuovo, imprescindibile speciale: Le basi – David Cronenberg.
Prima di iniziare a lavorare su come raccontare il suo divorzio cinematograficamente, David Cronenberg ha in mente di sottoporre a Roger Corman una sua vecchia sceneggiatura intitolata The Sensitives. Questa bozza di storia incentrata su individui con poteri psichici negli anni assume più stazza e il titolo viene cambiato in Telepathy 2000. Non si sa se al tempo Corman fosse a conoscenza di questo progetto, fatto sta che Cronenberg, una volta trovato il modo di raccontare il suo divorzio cinematograficamente – ovvero attraverso omicidi, mutazioni e feti sanguinanti – e nel 1979 quindi aver deposto La covata malefica, si rimette al lavoro su Telepathy 2000, che diventa la base da cui nasce Scanners.
In questo caso “base” è anche sinonimo di unico punto d’appoggio stabile per non finire a culo all’aria, dal momento che le riprese di Scanners iniziano senza una sceneggiatura ultimata. La produzione vuole assolutamente approfittare di una serie di agevolazioni fiscali promosse dal governo canadese, per cui viene avviato tutto in fretta e furia, appena in tempo per richiedere i sussidi. Ovviamente il risultato è che la realizzazione del film è infernale. Cronenberg trascorre le mattinate a scrivere la sceneggiatura prima di girare le scene, quindi la trama prende vita in corso d’opera e immaginate quanto dev’essere stressante sapere di non potersi permettere ripensamenti su una svolta narrativa appena scritta perché la scena va girata quel pomeriggio stesso.
È ovvio quindi che nel risultato finale la componente di improvvisazione è evidente. Ma nonostante tutto laddove altri film con storie produttive altrettanto travagliate non ne sono usciti proprio benissimo, Scanners non solo si difende egregiamente ma è il film che fa fare a Cronenberg il grande salto nel mainstream. E questo lo si deve ad una scena in particolare. Dai, su, che lo sapete di quale scena sto parlando. La scena che nell’era internettiana è diventata la GIF per eccellenza quando sui social dovete rispondere a qualcuno che hey, ma questa cosa che mi stai dicendo è assurda, bro, mi sta esplodendo la testa!
Esatto, questa scena:
Ebbene sì, se ve lo stavate chiedendo la GIF del tizio a cui esplode la testa viene da qui. Questa grandiosa e goduriosa creazione di Dick Smith – uno che fra i tanti trucchi prostetici ha curato anche quelli de L’esorcista di William Friedkin –, ottenuta riempiendo di frattaglie la testa di un manichino e facendola esplodere da dietro con un colpo di fucile, attira l’attenzione di tutti. Pare che Cronenberg volesse addirittura aprire il film con questa scena, poi evidentemente qualcuno gli ha detto “non esageriamo” e quindi è stata spostata un po’ più avanti. Si trova comunque in una posizione saggiamente strategica, a poco più di 10 minuti dall’inizio del film, in modo che anche lo spettatore più distratto possa dire: «Fermi tutti, ma cosa sto guardando?!».
Già, cosa sto guardando? Sto guardando la storia di un tizio che entra in una tavola calda e a momenti secca con la forza del pensiero una signora che ok, sarà pure una stronza classista altezzosa ma stiamo calmi. Viene quindi portato dal dottor Spiegoni che gli dice di essere uno scanner, cioè un individuo dotato di poteri telepatici, e deve aiutarlo a fermare uno scanner malvagio, con (ovviamente!) piani di conquista del mondo.
Se fosse uscito anche solo 20 anni fa Scanners sarebbe stato un film di fantascienza e azione dal ritmo serratissimo, pieno di inseguimenti e sparatorie, magari con Keanu Reeves. Oggi sarebbe l’origin story di un supereroe con poteri psichici, pieno di inseguimenti e sparatorie, magari con… stavo per dire James McAvoy ma il telepate lo fa già in un altro franchise per cui, massì, mettiamoci di nuovo Keanu Reeves. Invece nel 1981 questa storia è nelle mani di David King Of Body Horror Cronenberg quindi col cazzo che il ritmo è quello lì, qua si fa il thriller con le teste che esplodono e guai a chi fiata.
Che se ci pensiamo quello della telepatia è uno dei poteri più anti-cinematografici che esistano perché non lo vediamo. Ciò che vediamo di solito è il telepate che si mette le dita sulle tempie per poter controllare il corpo e la mente delle sue vittime. Fine. Invece Scanners è una sfilata di facce contorte, rigonfiamenti di vene, occhi che vanno all’indietro, grida, epistassi, … insomma, la telecinesi non è un pranzo di gala. Michael Ironside, diventato famoso proprio grazie a Scanners, dove interpreta il telepate malvagio, nelle interviste dirà che Cronenberg è uno che sa come metterti a tuo agio quando devi fare una serie infinita di smorfie e faccette. E non so come la vedete voi, ma quando c’è da fare una serie infinita di smorfie e faccette, l’attore deve potersi fidare ciecamente del regista con cui sta lavorando se non vuole trasformarsi in una brutta copia di Ace Ventura.
Per dirlo con le parole del nostro boss Nanni Cobretti: «Il mestiere del telepate al cinema è uno dei più ingrati. Devi trasmettere cose che, nella finzione del racconto, stanno avvenendo dentro al tuo cervello, invisibili a occhio umano. Poteri enormi, incontrollabili, che scombussolano i neuroni. Un combattimento tra scanners è così: sulla carta non richiede effetti speciali. Sono due che si guardano, e a un certo punto uno esplode. Ma in qualche modo bisogna renderlo cinematografico. E allora un attore si deve fidare, perché lui non può fare altro che faccette, mentre regia, montaggio ed effetti sonori fanno il resto».
E alla fine Scanners è proprio questo: una grande prova di mimica facciale dove il thriller sta tutto in una serie di elementi che non si trovano mai nei dialoghi. Non è sicuramente il film più riuscito di Cronenberg, ma presenta un’idea di tensione che quando esplode nel gore si fa perdonare ogni difetto di sorta. E comunque, nonostante le imperfezioni, Scanners diventa un cult e spiana la strada a tantissima fantascienza degli anni 2000, creando una mappa per navigare nelle acque della telepatia e della fantapolitica. Tant’è che a un certo punto qualcuno ha pensato di tornarci in quel mondo, anche senza il coinvolgimento di Cronenberg, e questa storia ve l’abbiamo raccontata in questa puntata di Saghe da combattimento. Senza contare che proprio recentemente la HBO ha annunciato una serie tv basata su Scanners.
Insomma questo film ha fatto tanto ma soprattutto a questo film tocca volergli bene perché dà i natali al Cronenberg che più conosciamo, che di lì a poco avrebbe turbato i nostri animi con una manciata di film uno più incredibile dell’altro. Il Cronenberg degli anni Ottanta. Quello di … beh, ve lo diciamo mercoledì prossimo. Restate con noi e con Le Basi: David Cronenberg.
DVD-quote:
«Xavier, spostati»
Terrence Maverick, i400calci.com
Questa che state facendo é la madre delle retrospettive. Lo dico da papà.
Sei il figlio di Cronenberg?
Sono il padre
interessante che anche questo sia una origin story. Il film dopo (videodrome se non ho fatto male i conti) è la origin story definitiva di un supereroe
Diciamo che da qui ti piace vincere facile, nel senso che cominciamo con i film (compreso questo) che sono fondamentali non solo per Cronenberg
La fondamentale differenza é che qui Cronenberg mostra gli effetti dei poteri psichici soprattutto dal punto di vista fisico, con risultati devastanti.
A lui interessa soprattutto, come da tradizione, far vedere cosa accade a un corpo quando viene invaso da un agente esterno ed estraneo.
Ed é un tripudio di pupille rovesciate, vene che si gonfiano e membra che si deformano e si contorcono. Su cui troneggia la testa che esplode, ovviamente.
Ma anche dal punto di vista recitativo funziona. Oggi come oggi, quando devono rappresentare scene del genere non fanno oltre la classica espressione da affetti da stipsi grave.
Del finale e di com l’ho interpretato ne avevo già parlato la volta scorsa, quindi lasciatemi spendere giusto due paroline. Anzi, tre.
Michael Ironside, signori.
Vero mito e caratterista a dir poco pazzesco, a parer mio.
Oh, per il sottoscritto é un autentico idolo, sin dai tempi di “Visitors”.
Io l’ho sempre considerato una sorta di Jack Nicholson mancato.
E credetemi, é il migliore dei complimenti.
Scanners l’ho visto la prima volta a 14 anni, ricordo benissimo il giorno e anche l’ora manco fosse stato il crollo delle torri gemelle. Mi lasciò esterrefatto. Il film è fighissimo.
Di Scanners avevo un vago ricordo, più o meno di un grezzo b-movie con la gente che esplode e basta.
Invece, rivisto recentemente, si conferma un ottimo thrillerone dritto e teso, con sequenze da maestro che, giustamente, sono diventate iconiche.
Non apro neanche la parentesi Ironside perchè non so descrivere quanto sia fico.
Affittato, in videocassetta (che cafoni quelli che non riavvolgevano il nastro), quando ancora apparteneva alla serie b, prima che entrasse nella categoria dei film di culto. Dalla trama sul retro della cassetta mi aspettavo spaventi da splatter/horror, trovai invece la tensione di un thriller.
Michael Ironside principe dei caratteristi – nel senso piu’ nobile del termine – degli anni 80, tra i pochi che, grazie ad un’aura ambigua, poteva interpretare efficacemente sia ruoli da buono, tracimando comunque nell’antieroe, sia parti da villain. Ci si aspettava sempre un qualche voltafaccia quando compariva sullo schermo.
Un valore aggiunto agli innumerevoli film e telefilm ai quali ha partecipato, come solo gli attori veri, dotati di grande professionalita’, sanno garantire. Discorso che vale per tanti altri,che non hanno mai sfondato nel cinema ad alto budget, penso ad esempio, in misura minore certo, ad un Billy Drago.
A questo proposito spero che, prima o poi, venga elaborata una rubrica dedicata ai caratteristi ricorrenti dei film d’azione/thriller/arti marziali, quegli attori visti in decine di film di serie b ma di cui non ci si ricorda il nome. Una forma di riconoscenza verso gli onesti mestieranti che, anche se non ce ne rendevamo conto, costituivano l’ossatura di tanti film che abbiamo amato.
Nel frattempo un sentito ringraziamento per l’interessantissima retrospettiva su Cronenberg.
La mia scena preferita è sempre stata quella del protagonista che crakka il il mega computer via telefono pubblico. Uno dei Maccosa più stilosi della storia del cinema.
E Wargames muto.
P. S. Parlando di Michael Ironside. Vidi Robocop al Maestoso di Milano e per anni nella mia mente di ragazzino il boss della banda era Ironside. Solo dopo averlo rivisto in VHS mi accorsi che il mio cervello l’aveva messo lì perché era una parte perfetta per lui e perché in realtà sembra che Kurtwood Smith (altro mito) stia interpretando Ironside che interpreta Clarence. Scherzi di una mente calcistica ante litteram.
Si chiama effetto “total recall”
Definizione perfetta.