Raccolta differenziata è la video-rubrica che dà una nuova possibilità a film inizialmente sottovalutati da pubblico e/o critica.
Tanti aneddoti surreali da raccontare a questo turno, ma era anche doveroso partire da lontano e darvi prima una panoramica del modus operandi dei fratelli Weinstein, che in questo film raggiungono il culmine di stronzaggine (dal lato artistico ovviamente): immaginate di aver girato il 90% del vostro film, e poi arriva il produttore e ve lo cancella vi dice “mmmh, non mi piace, riscrivetelo e poi rigiratelo”. Immaginate che l’80% degli attori abbandoni perché impegnati altrove, e tocchi rifare pure il cast. Immaginate che il produttore poi vi dica specificatamente “lo so che abbiamo assunto e anche già pagato il miglior creatore di effetti speciali di lupi mannari della storia del cinema, ma io li voglio in digitale”. E non è nemmeno tutto. Ringraziando “davideschiano” che ci ha introdotti alla parola “apericidio” che è il miglior neologismo che abbia sentito da parecchio tempo, ma anche tutti voi che ci avete seguiti in diretta che eravate particolarmente ispirati, gridiamo forte #ReleaseTheSkeetUlrichCut e vi piazziamo qua il filmato integrale:
APPENDICI ALLA VISIONE
- Down and Dirty Pictures, di Peter Biskind
- la mia rece/cronaca/martirio di La musica nel cuore
PREMIO JIMMY BOBO
- Christopher Van Malmsteen (band member) 43%
- Marianne Maddalena (producer) 29%
- Bob Renna (draper) 14%
- Johnny Ciccone (hair stylist) 9%
- Milo Ventimiglia (Bo) (nel senso che interpreta “Bo”) 6%
Tante congratulazioni al vincitore Christopher Van Malmsteen, che è il nome d’arte del chitarrista dei Bowling for Soup ma abbiamo deciso che vale lo stesso, e ricordate: se vi abbonate al nostro canale Twitch il vostro voto vale doppio, perché sì!
I PROSSIMI APPUNTAMENTI SU TWITCH
Il lunedì alle 21 serata news, che si farà via via più interessante man mano che la gente va in vacanza. Questo lunedì per esempio vi parleremo dell’importanza dell’idratazione soprattutto durante le ore più calde.
Giovedì 13 ottobre alle 21 prosegue il nostro speciale di ottobre sui lupi mannari e torna Saghe da combattimento, eccitante rubrica in cui normalmente affrontiamo saghe intere, ma su cui questa volta ci sentiamo di imbroglicchiare… Vi parleremo di L’ululato: in teoria sarebbero ben otto capitoli, ma in realtà è la vertiginosa escalation dei primi tre a meritare l’approfondimento.
L’ululato (1981, di Joe Dante): una giornalista viene spedita in visita a una comunità di montagna i cui abitanti fanno brutto già di default, e quando c’è la luna piena pure peggio. Ma fin qui, tutto bene. (Trailer | IMDb)
Howling 2 – L’ululato (1985, di Philippe Mora): un uomo scopre che sua sorella è un lupo mannaro, e per qualche motivo ci devono far vedere un threesome fra licantropi e a un certo punto arriva Christopher Lee vestito come Schwarzenegger in Last Action Hero. (Trailer | IMDb)
Howling 3: The Marsupials (1987, di Philippe Mora): siamo appena al terzo capitolo e già incrociamo i lupi coi canguri. Fate voi. (Trailer | IMDb)
Per la speciale occasione, e per la coincidenza col prossimo numero della nostra rubrica Le Basi: David Cronenberg, ci sarà la possibilità di ricevere in omaggio questo spettacolare poster di Videodrome ad opera di Christian “Magazoo Studio” Aliprandi:
Un grazie finale alla videosigla di Christian Aliprandi e Dario Cogliati, all’inno Trenodia per le vittime di Val Verde di Luca Giovanardi e alla sigla 400 Calci dei Nanowar of Steel.
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sul discorso del riuscire a rendere credibile l’effetto speciale della trasformazione del licantropo, a parte i motivi che avete detto voi, aggiungerei anche che essendo il lupo mannaro antropomorfo si ha un ulteriore step di difficoltá, perchè tanto il lupo (cane) ma sopratutto il corpo umano ci sono piú familiari di, ad esempio, uno squalo.