Ehi, vi ricordate quando un paio di mesi fa vi ho parlato di Men di Alex Garland?
Perfetto perché Barbarian di Zach Cregger è uguale ma fatto bene e a posto così, ci siamo portati a casa la recensione.
Che bello sarebbe se la vita fosse davvero così semplice, ma la dura linea editoriale dei 400 Calci mi impone di metterci più impegno e più verve, quindi vediamo cosa possiamo fare.
Zach Cregger, innanzitutto. Da dove diavolo salta fuori Zach Cregger? Fa l’attore, sta a New York, ha fondato un gruppo comico chiamato “The Whitest Kids U’ Know” di cui non ho mai sentito parlare (ma dipende dal fatto che non frequento la scena newyorkese degli sketch comedy show, non ne faccio un giudizio di merito). Nel 2009 ha diretto e interpretato il suo primo film, una commedia su uno che scopre che la sua fidanzata del liceo ora fa la coniglietta di Playboy, una roba così vecchia che mi è venuta l’osteoporosi solo a scriverla. Barbarian è la sua seconda occasione di rendere fieri i genitori che gli hanno pagato la retta dell’università per clown e in barba alla mia invidia malcelata, ce la sta facendo. Non solo sta infilando un sacco di recensioni tra il positivo e il MEGA POSITIVO, Barbarian ha anche incassato finora 40 milioni a fronte di un budget di 4. Bravo Zach Cregger, e pensare che all’inizio di questo paragrafo credevo che fossi un cretino!
Perché poi Barbarian stia piacendo & incassando tanto è presto detto: è un horror intelligente e bello teso con tutte le cose giuste al posto giusto, una sceneggiatura ingegnosa che ti fa cacare sotto ma ti fa anche pensare e ti colpisce dove meno te l’aspetti. Parla di Detroit, di case degli orrori e di uomini che non ci sanno fare con le donne, dell’America di Reagan, dei poliziotti che non servono a un cazzo e del #metoo, il tutto senza – ed è una cosa abbastanza rara in questi anni, per un prodotto di un regista giovane e che non appartiene a un franchise – cadere nella trappola dell’elevated horror.
Non fraintendetemi, amo sentirmi più intelligente degli altri guardando horror della A24 come tutti, il problema è quando certe intuizioni diventano una formula che si ripete in modo meccanico e finanche un po’ ottuso; quando l’unico risultato di tutta questa intelligenza al lavoro è un film a tesi dove l’horror pare una voce che il regista spunta controvoglia prima di parlare di ciò che gli o le preme veramente (Black Christmas damnatio memoriae). In Barbarian scorre sì potente la lezione di Jordan Peele (che poi manco c’entra nulla con la A24, il discorso sull’elevated horror è un po’ più tortuoso di così, ma ci piace semplificare) ma anche, e soprattutto, quella di Wes Craven e di Tobe Hooper, del torture porn dei primi 2000 (Martyrs, Hostel), di The Woman di Jack Ketchum e Lucky McKee e tanta altra roba che a ben guardare è politicamente schierata esattamente come l’elevated horror ma abbastanza sporca, grezza e sanguinosa da non farti dimenticare che è prima di ogni altra cosa horror.
Arrivati a questo punto, io mi trovo di fronte al solito problema che non è proprio facilissimo andare più nello specifico senza fare spoiler.
E dov’è la novità, direte voi.
Eccoli, sono arrivati loro che vogliono sapere meglio di me come si parla di questo film, risponderò stizzito io.
Non è tanto questione di rivelarvi o meno che l’assassino è l’istruttore di kendo o che il farmacista ha una doppia personalità. È proprio che Barbarian adopera una serie di accorgimenti narrativi per cui entrare troppo nel dettaglio di ciò che accade, come accade e a chi accade finirebbe per rovinare un bel trancio di visione. Io, per dire, l’ho visto senza saperne NIENTE-DI-NIENTE e mi sono divertito un mondo.
Certo, potrei dire “una ragazza affitta un appartamento, scende in cantina e iniziano i guai” e starei dicendo la verità, senza però aggiungere nulla che non possiate già immaginare dal poster del film, il che ci riporta al punto di partenza e cioè che una recensione per chiamarsi tale deve essere un pelo più articolata di così.
Per fortuna, ho escogitato una soluzione. La dico piano e scandendo bene le parole perché credo di essere il primo ad averci pensato.
Smettete di leggere. Guardate Barbarian. Tornate a leggere.
Avete già visto Barbarian?
O anche: siete assolutamente sicuri che non guarderete Barbarian perché i film di paura (Barbarian fa paura, forse non l’avevo ancora detto) non vi piacciono ma vi piace comunque sapere perché agli altri piacciono?
Ottimo. Parliamo di Barbarian.
LINEA DELLO SPOILER © mia 2022
La cosa che sentirete dire più spesso su Barbarian è che è una montagna russa.
Ti caghi sotto, poi ridi, poi ti caghi sotto di nuovo, poi sei un po’ a disagio e poi ti caghi sotto ancora ma in quel modo un po’ catartico perché il peggio è passato (forse). Come ottiene Zach Cregger questa cosa? Principalmente grazie a una serie di repentini quanto strategici cambi di tono e di punti di vista, più una manciata di falsi indizi che ti depistano e sviano l’attenzione da quello che è il vero fulcro del racconto.
Il film si apre con Tess (Georgina Campbell), una ragazza che si trova a Detroit per un colloquio di lavoro, che ha affittato un appartamento dove passare la notte ma lo trova già occupato da Bill Skarsgard. Lo so cosa state pensando, perché lo pensa anche Tess: che paura Bill Skarsgard!
Immaginate di essere una donna (se siete già una donna non sarà difficilissimo) sola, in una città che non conoscete, in un quartiere che fa paura ai lupi, fuori piove a dirotto e in casa c’è Pennywise. Non ideale. Pennywise da parte sua si esibisce in tutta una serie di comportamenti che probabilmente nella sua testa dovrebbero apparire “da gentiluomo”, ma che nella realtà non fanno che aumentare il senso di disagio e di pericolo imminente di Tess. E solo dopo si scopre che in cantina c’è una porta segreta che conduce a un sex dungeon in cui è abbastanza chiaro che giovani donne come Tess sono state tenute prigioniere, torturate e ammazzate.
Insomma, chi cazzo è Bill Skarsgard, cosa vuole, è davvero lì solo per caso, le sue intenzioni sono buone o cattive, è un viscido o è solo involontariamente viscido? Non lo sapremo mai, perché al 40esimo minuto muore con la testa spappolata contro un muro.
E il film cambia protagonista e cambia location.
Ora è la storia di A.J., un attore di Hollywood con l’irresistibile faccia da schiaffi di Justin Long che si trova tutto d’un tratto senza soldi, senza amici e senza lavoro quando una collega lo accusa pubblicamente di averla violentata. Il modo in cui viene raccontata questa cosa ci porta a inquadrare A.J. come una di quelle fantomatiche “vittime del #metoo”, persone colpevoli al massimo di essere state un po’ maleducate la cui vita è stata rovinata da accuse infondate in questo odioso clima di caccia alle streghe. Almeno finché non diventa chiaro non solo che A.J. è una merda, non solo che è colpevole, ma che è pure così stronzo da essere convinto di avere ragione lui.
Che c’entra però A.J. con la storia di prima? Beh, la casa che Tess e Bill Skarsgard hanno affittato, quella con le porte nascoste e i sex dungeon, è sua! E anche lui sta per scoprirne i terribili segreti. E proprio quando A.J. e Tess si incontrano negli spaventosi corridoi della cantina delle torture, indovinate un po’, il film cambia di nuovo setting e protagonista.
Ora siamo negli scintillanti anni 80 e facciamo la conoscenza di Frank (Richard Brake), il proprietario originale della casa e qui non c’è spazio per ambiguità di sorta: Frank è esattamente quello che sembra, uno spaventoso killer e stupratore seriale che ha praticamente costruito una città sotterranea a partire dalla cantina di casa sua. Un nascondiglio dove ha continuato a vivere e compiere atrocità di ogni tipo, anche dopo che il suo bel quartierino si è trasformato in una baraccopoli, anche dopo aver perso la casa e probabilmente il lavoro, anche dopo il fallimento di Detroit.
Ciò che rende l’idea di Barbarian vincente è che a ogni storyline corrisponde uno stile e un significato molto precisi. Non si tratta semplicemente di chiudere ogni “episodio” con un cliffhanger e iniziare quello successivo prendendo le cose molto alla lontana, per shock value e per tenere all’amo lo spettatore. Funziona, ma non è quello l’unico motivo.
La storyline di Tess è un thriller pesissimo in cui per la maggior parte del tempo non succede niente “in superficie”, ma è un profluvio di segnali d’allarme. Siamo costantemente preoccupati per la sua incolumità perché ogni cosa è un pericolo potenziale: una porta che si apre da sola, un uomo che urla dall’altro lato della strada, uno sconosciuto che si prende troppa confidenza. Qualcosa sta per andare terribilmente storto e non è mai veramente chiaro se ha a che fare coi sotterranei della casa o con la presenza di Bill Skarsgard.
Quella di A.J. al contrario è una commedia horror. Sappiamo che qualcosa di terribile sta succedendo/sta per succedere ma seguiamo un personaggio troppo stupido per accorgersene, e questo fa ridere, non fa paura. La scoperta del sex dungeon da parte dei due personaggi in momenti diversi è emblematica: Tess capisce immediatamente cosa succede in quella stanza e che deve andarsene più in fretta possibile; A.J. scopre una stanza di cui non era a conoscenza e l’unica cosa che vede è un’opportunità, si cheide se questo aumenta il valore dell’immobile.
Cosa fa la differenza? Boh, ragazzi, poi pare che sono fissato io, ma ho come il sospetto che Cregger ci stia dicendo che il genere a cui appartieni tende a determinare come affronti la vita – e se sei una donna le cose tendono a essere più complicate.
Infine il breve episodio di Frank, con i suoi colori ipersaturi, le inquadrature surreali e il cambio di formato, è un omaggio a quel cinema satirico da Blue Velvet di Lynch in poi che mette in luce il contrasto tra l’immagine di una vita idilliaca nella provincia americana e l’orrore e le ipocrisie che scorrono sottopelle. È la parte più esplicitamente politica, con i suoi riferimenti all’amministrazione Reagan, alla crisi economica e alla fine di Detroit – come se qualcuni, qui, non io eh, volesse sottintendere un parallelo tra rapire e stuprare e votare repubblicano!
È interessante come, similmente a quello che vedevamo in Men, i tre uomini della storia rappresentino tre declinazioni di Maschi Che Non Ce La Fanno: il nice guy Bill Skarsgard che con la scusa della galanteria impone continuamente a Tess la propria volontà; il douchebag Justin Long che dice cose come “lo sai come sono le donne, dicono di no ma in realtà è sì”; e il predatore Richard Brake che semplicemente prende tutto quello che vede perché le donne sono cose, non persone. Tess e il quinto personaggio (su cui non mi soffermo perché dai, almeno una cosa vorrei lasciarla da scoprire a chi deve ancora fiondarsi a vedere questo film) agiscono da catalizzatori, la loro presenza mette in luce il vero volto che questi uomini nascondono dietro una facciata di rispettabilità. Ma al contrario di quello che succedeva in Men, i personaggi femminili si ricordano di avere una personalità, di non essere solo vittime e device narrativo che mette in moto la storia: ci preoccupiamo per loro, siamo dalla loro parte, non perché è così che vuole la storia ma perché sono riuscite a comunicarci qualcosa. E questo rende ancora più devastante il finale che, per quanto prevedibile e inevitabile, fa l’ultima cosa che mi sarei aspettato da un horror: fa scendere una lacrimuccia.
Tra me e Nanni c’è questa gag ricorrente per cui lui continua a farmi recensire film sulle questioni di genere perché sa quanto mi diverto a confrontarmi con questi temi per nulla divisivi e io che dico “ok ma è l’ultima volta” e non è mai davvero l’ultima volta. Ma il bello di Barbarian è che, se ne hai voglia, puoi tranquillamente ignorare qualsiasi sottotesto impegnato e godertelo comunque per la bomba pura e semplice che è. Nonostante, e questo forse è l’unico difetto che riesco a trovargli, non abbia nessuna parentela con The Barbarians, il ripoff di Conan il barbaro con i gemelli culturisti David e Peter Paul.
Streaming quote:
“Un’occasione mancata di fare un gioco di parole con “che barba” perché mi ha tenuto col fiato sospeso dall’inizio alla fine!”
Quantum Tarantino, i400calci.com
PS: la distribuzione di questo film è un tale macello che ho provato a riassumerla e mi è venuto il mal di testa. Diciamo solo che nonostante le reazioni entusiaste ai festival per un botto di tempo non l’ha, inspiegabilmente, voluto nessuno. Adesso sta facendo una release limitata nei cinema USA e UK mentre qui in Italia lo trovate su Disney+ e l’ironia di ciò non passa inosservata.
miglior horror 2022? miglior horror 2022!
Ottima rece di un ottimo film, ma ‘sta cosa che ogni due per tre “dovete” tirare in ballo Men di Garland come termine di paragone negativo manco fosse davvero la peggior cosa uscita da anni… cioe’, boh, dai, anche no.
ma guarda, pure io lo metterei volentieri via ma in questo caso era impossibile non pensarci: c’è una grossa porzione di film che parla letteralmente della stessa cosa e nello stesso modo
E arridaie con Garland e il suo Men, film che io non ho trovato assolutamente arrogante né tantomeno vuoto. Oh, de gustibus, tuttavia anche meno orsù. Ad esempio io ho trovato Men molto inquietante e molto profondo. Chi non ha capito cosa? Boh, ciccia. Barbarian è molto divertente, decisamente ben fatto, davvero fico ma basta usare Men per confrontarli. E no, non parlano su per giù o per grosse porzioni della stessa cosa. A no? No.
Barbarian è un ottimo film ma non c’entra un cazzo con Men di Garland. “Oh ma parlano entrambi di maschi che fanno cose brutte alle donne”, vaffanculo fratello, in modo amichevole. Pure Ian Solo trattava di merda la principessa Leila. Mascolinità tossica? No. Non c’entra un cazzo. A meno che tu non sia uno pseudo critico cinematografico per il quale Men ti ha fatto cagare e quindi al primo “uomini di merda” lo usi come “Cazzo per una buona metà parlano della stessa cosa”. Spoiler: persino Sciopero di Ejzenštejn parla di noi ma meglio. E quindi? Vogliamo davvero usarlo come metro per qualsiasi film che a noi non è piaciuto? Cristo,sparati una sega fratello. Men di Garland è un grandissimo film ma non c’entra nulla con Barbarian.
Postilla: oh cavolo mi è uscita malissimo, scusa. E il margarita non ha aiutato. Cercavo di essere ironico ma ho svalvolato. Sorry. De gustibus Forever.
Mi sono molto divertito, è un film molto intelligente, e mi sarei divertito a cagarmi addosso in una sala piena di ragazzini che sbroccano.
Proprio stamattina stavo pensando al tema “maschio tossico” del film, e devo dire che il film lo usa in maniera intelligente. Nel senso che non vuole fare una metafora o una denuncia, ma lo usa solo per manipolare le aspettative.
Minor Spoilers:
Tutto il primo atto gioca su quello (anche perché era il tema di marketing del film: “arrivi a casa e ci trovi un tizio ambiguo”), e tu sei lì che ti fai le paranoie insieme a lei, perché sai già come vanno queste cose, perché quello dell'”uomo cattivo ma finto gentile” è ormai un cliché, dai non è possibile sicuramente c’è qualcosa di losco, lui non è così bravo come sembra, ecc. Insomma ti aggancia con un tema, lo gestisce da dio, e poi lo usa per farti lo scherzone.
Il secondo invece è oggettivamente un maschio tossico, ma la cosa non ha un ruolo narrativo, è solo il suo personaggio. Certo, si può pensare che sia indirettamente e inconsapevolmente (a livelli di satira altissima) complice del casino, attraverso il suo orbo opportunismo, ma in realtà no.
Il terzo poi è semplicemente aldilà: è un mostro da film horror, puro e semplice. Non è un uomo reale.
Big Spoilers:
Forse si può tentare una forzatissima lettura notando che tutti i maschi muoiono, e le donne si salvano (se quello lo chiami salvarsi). (E a meno che di non interpretare l’ultima orrenda scena come un atto di simpatia sorellanza fra tutte le donne, perché se quella fosse l’intenzione allora sì tutto risulterebbe stucchevole)
Ma sinceramente il film è divertente proprio perché usa questi temi per fare il giocoliere con le aspettative e le emozioni, non per dare un messaggio, e quindi mi fa applaudire.
nzomma, non è proprio così, eh?
il personaggio di billy skarsgard è volutamente ambiguo nel senso che non sapremo mai se aveva intenzioni buone (ci stava solo provando) o cattive (violentarla, ucciderla) (poi secondo me voleva provarci e basta) ma il punto che il film cerca di fare è che il suo atteggiamento, di base, è sbagliato. tutto quello che fa è una red flag continua. se ci fai caso non fa che imporre la sua volontà ignorando sistematicamente tutto quello che lei gli dice o che cerca di fargli capire. lei vuole solo andare a dormire, lui non la molla un secondo; lui le offre da bere, lei gli dice di no 200 volte e lui alla fine le versa il vino comunque; lei dice che le va bene dormire sul divano e lui pretende di cederle il letto… lei è VISIBILMENTE a disagio, se lui volesse metterla a suo agio le direbbe buonanotte, si chiuderebbe in camera e la lascerebbe in pace: invece continua a cercare di fare conversazione, perché non gli interessa metterla a suo agio, gli interessa provarci. ora, nessuno dice che questo equivalga a un’aggressione, ma sono cose che tantissimi ragazzi fanno in assoluta buona fede, convinti che insistere faccia parte del corteggiamento. solo che notizia bomba si è scoperto che alle ragazze sta roba non è che piaccia tantissimo e spesso quel bicchiere di vino finiscono per accettarlo perché è più facile che dire di no per la 201esima volta.
quando più avanti (dai siamo in area spoiler) lei trova la stanza egli orrori, è TERRORIZZATA e vuole solo scappare, lui cosa fa? non le crede, minimizza, le dice sei isterica, le impedisce fisicamente di scappare. se fosse il gentiluomo che dice di essere, la accompagnerebbe alla polizia (che comunque si rivela inutile) o comunque lontano da lì, invece pretende di scendere in cantina per vedere cosa c’è di così spaventoso perché, sotto sotto, vede un’opportunità di fare colpo, fare il figo, far vedere che lui non ha paura e ha tutto sotto controllo.
e alla fine è questa la natura del nice guy: uno che dice “io non sono come gli altri maschi che sono dei maiali. io le ascolto le donne, le rispetto” ma non le ascolta davvero e neanche le rispetta, e alla fine vuole sempre qualcosa in cambio.
scusa il pippone ma è una roba su cui sto rimuginando da due giorni, avevo bisogno di sfogarmi
su questo
no io non la leggo così, la leggo come l’unica soluzione possibile, per quanto dolorosa, perché preso atto che “la madre” non è intrinsecamente cattiva, da quella situazione non si esce se non ammazzandola
C’è da dire che però sulla pr8ma parte ha ragione lui. Lasciare uno scazzato senza voler rimediare alla situazione non è sempre la cosa più giusta. Lì mi pare che abbiano anche giocato su quella ambiguità
Vabbe’, ci si ribecca dopo che l’ho visto ;)
Scusate, ma è uscito in Italia?
In streaming su Disney+, in sala non credo.
Contavo sull’uscita nelle sale considerando che negli USA era arrivato nei cinema, peccato
bella merdina woke misandrica per uno che ha fatto parte dei Whitest Kids You Know, che invero facevano degli sketch molto basati
ok ma ora dillo senza piangere
e se lo dicessi piangendo? non sarebbe una buona prova di sensibilità maschile rispetto al machismo della mascolinità tossica che tanto osteggi? fosse che sfotti invece per le stesse cose che contesti?
scusa, colpa mia, di solito quando qualcuno dice cose come “merdina woke” do automaticamente per scontato che non sia molto intelligente ma mi hai fatto cambiare idea
Ma parlando potabile icchè vorrebbe dire? woke, misandrica, basati….
Vuol dire che è un hipster di merda che ha qualche conto in sospeso con una o più donne
Recensire barbarian è facile è figo e basta.
Da anni vedo film di cui non so una beata minchia e spessissimo casco in piedi.
P.s. la metto sul difficile provare a recensire Skinamarink senza saperne nulla.
Do solo un aiutone … Serve buio , silenzio e superare i primi 25/30minuti.
in che senso recensire Skinamarink senza saperne nulla?
cioè devo scrivere la rece senza averlo visto?
CI STO!
Piaciuto davvero molto, questo Cregger ha un gusto incredibile: nella gestione dei registri diversi senza soluzione di continuità, della parte visiva, dei sottotesti (sacrosanti) che non prendono mai il sopravvento sull’esperienza di visione e
– SPOILER –
nell’uso disorientante del povero Bill Skasgaard e quella sua fazza da creepy guy che non riesce a convincerti di essere a posto nemmeno se lo vedi allattare cuccioli di huskey.
Vado un po’ controcorrente, anzi decisamente controcorrente. A me non è piaciuto, se non forse la prima parte, e nemmeno quella più di tanto. Troppo sbrigativo, troppo tirato per i capelli (sul serio dovrei credere che due poliziotti lascerebbero lì sola una donna in quello stato? ), in certi punti veramente mi è parso che non si siano sforzati nemmeno di inventare delle situazioni credibili per giustificare quello che succede. Cioè Tess finisce nel tunnel perché non c’è carta igienica in bagno dai. Tensione? Poca, anche perché ci viene svelato abbastanza presto che il “mostro” è in realtà una vittima, cosa peraltro già resa ovvia dal fatto che vive in una prigione sotterranea piena di gabbie. Carina l’idea del cambio di prospettiva nel corso del film, ma poi qui ci troviamo a seguire un personaggio talmente sgradevole e idiota da far crollare qualunque tipo di tensione. Cioè questo scopre un labirinto sotterraneo sotto casa e si mette a prendere le misure. Va bene tutto, ma non puoi pretendere che prenda seriamente il film allora.
Brutto anche che alla fine la trama venga spiegata in venti secondi dal barbone (“lo dimo”, tanto per cominciare a usare le nuove citazioni di Boris). Non lo so, l’ho trovato molto debole, nelle premesse, nei dialoghi, nei pretesti narrativi.
Anche dal lato puramente horror per me deludente.
ti appoggio anche la punteggiatura e gli spazi tra le parole. e per me il ricordo del film si riduce a due soli momenti irresistibili: per paraculaggine e adesione performativa, Justin Long che viene presentato come un ciofane di ottime speranze cantando entusiasta Riki Tiki Tawi dei Donovan; per impatto, l’inatteso headsquelching contro il muro (non aggiungo altro ché forse non tutti l’hanno ancora recuperato). buttare in fondo al mare il resto, parte del quale – specie nella terza tranche – mi ha peraltro suscitato ilarità e fior di “maddai!”, “mapperfavore!” e “maffiguratise” proprio laddove non avrebbe assolutamente dovuto. e quando accade questo è dura davvero che un film si salvi per il ciuffo, specie con tempi e montaggio così sbagliati. per me delusione del ’22.
Francamente l’ho visto a seguito della recensione e devo dire con molta curiosita e aspettative. In genere ho sempre guardato pochi horror perche mi fanno sempre una paura fottuta, avete presente l’espediente del “suono improvviso “. Ecco sono il tipico tizio che ci casca sempre .Sempre. E salta sulla sedia.
Ma al di la di questo , onestamente Barbarian non mi ha minimamente colpito. Saro strano io..
sono gusti, nulla di grave. (l’effetto “suono improvviso” si chiama jumpscare comunque ED È IL MALE)
Non capisco come un film scritto da un uomo, diretto da un uomo, montato da un uomo, prodotto da uomini riesca a parlare della mascolinità tossica senza fare mansplaining.
Perché è furbo e altrimenti non avrebbe venduto neanche i biglietti ai testimoni del suo matrimonio. Il politically/ethically/socially correct è all’ordine del giorno, non si possono fare scivoloni negli anni 20.
> Non capisco come un film scritto da un uomo, diretto da un uomo, montato da un uomo, prodotto da uomini riesca a parlare della mascolinità tossica senza fare mansplaining
non so, tu hai la sensazione che faccia mansplaining nel senso di “mettersi in cattedra e spiegare alle donne una certa cosa convinto di saperla meglio di loro”? io no. a me sembra racconti una storia in cui il punto di vista femminile è rilevante, ma non ho percepito paternalismo né arroganza (come per esempio Garland in Men). al contrario, molta empatia. ma magari sono io.
Ma tu sei un uomo, la tua percezione di mancanza di paternalismo è filtrata dal tuo vissuto come uomo.
Non sai nulla su come realmente una donna debba convivere costantemente con il senso disagio, il senso di potenziale pericolo, il timore per la propria incolumità dovuto alla presenza di uomini conosciuti o sconosciuti in un contesto estraneo, non sai niente, perché non lo hai mai vissuto.
Storie di questo tipo devono essere raccontate da donne, altrimenti saranno sempre inautentiche. Non è un’opinione, è un dato di fatto.
Gli uomini dovrebbero smetterla di parlare per le donne, o magari smetterla di scrivere film, dirigere film, montare film, produrre film solo tra uomini con l’idea di analizzare una tematiche prettamente femminile, solo perché hanno scoperto su un manuale di self-help (scritto da un uomo!) che ci sono dei segnali di allarme nei comportamenti di un uomo che una donna deve imparare a riconoscere.
Questa è la storia dell’origine di Barbarian, dichiarata dal regista in varie interviste.
Una sera si è messo a scrivere una scena cercando di inserire tutti questi elementi presi dal manuale che aveva letto per caso. E ha scritto quelli che sono diventati poi i primi 30 minuti del film.
Ora tu dimmi se tutto questo non è inautentico.
E dimmi se non può suonare come un: ho appena scoperto che voi donne ve la passate male in una situazione dove invece io non me la passo mai male, ora vi faccio un film per farvi vedere come ho imparato bene la lezione.
Altra domanda: se tu non avessi saputo niente su chi ha girato/montato/diretto il film, il film ti avrebbe lo stesso dato la sensazione di raccontare la storia da un punto di vista di uomini che non ci chiappano una sega di queste tematiche? Se si, da cosa lo avresti visto?
@Giordana il tuo commento è molto interessante. Però non ho capito se tu, vedendo il film, hai percepito questo tono da “spiegone”, oppure se è solo una riflessione di principio. Cioè secondo te è un problema reale di questo film in particolare?
@Bradlice La risposta alla tua domanda è nel mio commento che hai reputato molto interessante, ma che a quanto pare non hai capito.
Vuoi lasciare intendere che in questo film non sia problematica la scelta del tema e del COME sia nata l’intenzione di scriverci un film sopra, perché conta il risultato e non l’intenzione. Come dice Quantum, altrimenti andiamo a fare i processi alle intenzioni, dio ce ne scampi.
Invece le intenzioni contano. Mi spiace, ma contano.
Ma quando hai recensito Men, Quantum, il processo alle intenzioni ti preoccupava, perché il film non ti era piaciuto. Barbarian invece ti è piaciuto, ok, può anche piacere perché più affine a gusti personali o quello che vuoi.
Rimane però il fatto: uomini che si svegliano e dirigono e producono e montano e scrivono film intorno a una tematica che non conoscono perché non hanno mai vissuto veramente niente del genere.
Per questo dico inautentico.
Per questo guardandolo si sente la vocina di qualcuno vuole mostrare di avere capito una cosa che ha imparato l’altro ieri su un libro.
Voi non la sentite, perché per voi invece questa vocina risulta empatica e rispettosa?
Contenti voi.
Ognuno ha la sua sensibilità.
Se pensate sia da applaudire, fate pure, io passo.
…e dire che se c’è una cosa che mi è piaciuta del film (l’unica del resto) è il suo far prevalere la narrazione e l’onda emotiva sul rischio di fagocitosi metaforica (che è poi in positivo quanto mi ha fatto apprezzare Men, bad trip che andrebbe preso più di pancia che di testa e di sottotesto). e ci si accapiglia proprio su un aspetto – chi è più femminista di chi e perché – che personalmente a me è volato alto metri sopra la testa. insomma il problema non è tanto che ciò di cui pretenderebbe parlare la prima tranche è inautentico perché fatto da un uomo (e intendiamoci, lo è), il problema vero (e grosso) è che narrativamente fa parte di un amalgama-maionese impazzita di tre tranche che da sole sono interlocutorie e assieme si mettono a fare uno scopertissimo gioco delle tre carte e credono magari pure di spuntarla. ma probabilmente sono io che sono una testa di cazzo.
Spoiler…
Non mi va giù che il proprietario si metta a prendere le misure dimenticandosi che poco prima aveva sentito dei rumori.. è dura tenere la sospensione dell’incredulità alta
SPOILER ALERT.
Ho appena finito di vederlo e mi sono messo subito a caccia di recensioni per confrontare la mia opinione. Beh, devo dire che mi è piaciuto abbastanza nel complesso. Ha fregato anche a me all’inizio deviandomi con il personaggio ambiguo di Bill, ero sicurissimo che avrebbe combinato qualcosa e invece niente, una bella testata sul muro e fuori dai giochi.
Come scritto anche da altri prima di me, si notano chiaramente alcune forzature, ma stiamo comunque parlando di un horror dove c’è uno psicopatico che ha costruito abusivamente un seminterrato grande come l’Oriocenter ed è padre legittimo di una zombie tettona. Insomma, le forzature fanno anche parte della narrativa quasi surreale.
Poi si sa che negli horror i protagonisti sono tutti stupidi ed in questo caso ne abbiamo la conferma quando la tipa, invece di scappare via ai primi segnali, scende giù ad esplorare un cunicolo che santiddio, poi ci ritorna di nuovo per salvare la vita di uno che ha conosciuto da qualche ora.
Quell’altro deficiente si mette a prendere le misure e preparare le pratiche per il bonus 110.
Finale che lascia una porta aperta per un sequel, visto che abbiamo provato a fracassarle gli arti inferiori investendola e niente, lanciata da una torre ed atterrata in una pozza di sangue e neanche un po’ di dolore alla cervicale, qua mi sa mi sa che il colpo di pistola non chiude mica i conti, anche perché non si vede esplicitamente cosa succede. La spara davvero alla testa? Magari cambia idea.
Vedremo.
Ho notato che molti film che trattano tematiche di oppressione femminile sono scritti da uomini, come questo, men, assassination nation eccetera. Che siano caduti vittima della metafora che c’è in questo film? L’uomo (o il registra/scrittore) che scopre una stanza oscura (l’oppressione in varie forme) e ne prende le misure per farci soldi?
possibile, ma se ci mettiamo a fare il processo alle intenzioni o pretendiamo ogni volta di capire se l’autore è in buona o cattiva fede non ne usciamo più. come pubblico l’unica cosa che possiamo fare è chiederci: il risultato finale è valido?
men l’ho trovato di una supponenza e di una vuotezza sconfortanti
barbarian è un horror solidissimo e il messaggio femminista è un punto di partenza, non una meta a cui arrivare per poter dire “ehi ci ho messo la morale, datemi un premio”
Visto ora a scatola chiuso.
Spoiler
Ok i twist, i cambi di registro, la regia che fa il suo.
Capisco la satira nel personaggio di Long lo stronzo, ma la misura della casa al buio ecc? Ma daiii non tiriamola troppo,come han detto altri.
E poi sto mostro che nn muore Mai, cade, lo investono…e che maronna!
In finale Ok simpatico, ed originale, da tenere d occhio il regista x la prossima
ti do una dritta allora: non guardare mai Halloween
Promosso. Anche se, da come ne avevo sentito parlare, mi aspettavo un po’ di più.
In tutto e per tutto ben confezionato. Apprezabile che sia un horror che ha qualcosa da dire senza che il “messaggio” si mangi il film. Ma alla fine tolta la struttura narrativa particolare (che sì, è insolita per il genere, ma neanche una roba rivoluzionaria o mai vista) non resta molto di veramente degno di nota.
Il problema più grosso? I primi 40 minuti, quelli tutti giocati sulla tensione e l’ambiguità, sono di gran lunga la parte migliore. E quando prima di arrivare alla metà hai già visto il meglio che il film può offrire non è proprio il massimo.
In ogni caso, sicuramente regista da tenere d’occhio
Film bombetta, un po’ di freschezza finalmente, se non nei contenuti almeno nella messa in scena. Prima o poi faranno un film dove muore il protagonista a metà film e ne arriva un altro, è ora di fare qualcosa di nuovo.
Giusto, spero anch’io che prima o poi facciano qualcosa di nuovo tipo Psycho di Alfred Hitchcock
Vabbè allora anche Non è un paese per vecchi. Muore a metà e pure fuori scena
Dai, in Non è un paese per vecchi è un anticlimax voluto ma succede già ad almeno tre quarti di film. È Hitch che ha davvero spiazzato tutti lasciandoli appesi a chiedersi cosa sarebbe successo dopo.
Sarà che non ho più aspettative dal 1999, ma l’ho trovato molto originale e mi ha fatto proprio paura, una paura fottuta. Che bello!
Poi non è certo un capolavoro, la voglia di spiazzarti è un po’ troppo insistita, le parti non prettamente horror sono comunque scritte bene (cosa che gli horror spesso si dimenticano di fare)
e mi è piaciuto molto come mischia i registri, anche all’interno del genere stesso. Bravo Cregger
Ero SICURO fosse il remake di The Barbarians, ma sicuro al 100%
Al netto di qualsiasi interpretazione, sottotesto, metafora, l’ho trovato mediocre. Nel senso che il suo effetto tensiva lo fa, non posso negarlo, ma poi resta un collage di cliché e cose già viste che a fine film, quando la tensione era ormai finita da un tot, mi ha proprio lasciato insoddisfatto.
Buono ,naturalmente Men è cento volte meglio ma è un’altra stroria.
Filmone bello.
La faccia sul muro mi ha sconvolto, il momento pre-Fallout 4 coi colori vivi ed accesi è stato bellissimo e da li in poi aspetti solo una morte che arriva come l’ultimo boccone più gustoso di una bistecca.
E si, non puoi non rimanerci male stavolta perchè cazzo, capisci cosa sia e perchè sia così e ti girano i coglioni perchè poi “quello la” saluta tutti alla sua maniera, non come meriterebbe con un cotton fioc di filo spinato nel prepuzio…
Bello bellissimo, ottimo film!
Per me ci sta tutta che sia su Disney+, credo sia l’horror più innocuo che abbia mai visto. Non fa paura neanche per sbaglio, succedono tutta una serie di cose ridicolmente inverosimili che neanche a guardarlo con un occhio chiuso ci credi, e la divisione a episodi spezza la già inconsistente tensione. Salvo lo spunto iniziale: una tizia affitta una casa su air bnb ci arriva di sera tardi e ci trova un tizio dentro. Ma sono 19 parole, un po’ poche per farci un film.
Paradossalmente, l’idea bellissima iniziale si scontra con l’idea generale del film sulla mascolinità tossica – quando non direttamente mortale – declinata in un horror in tre diverse parti. E viceversa.
E’ come se due buone idee fossero state troppe per un solo film, finendo per darsi fastidio a vicenda.
“una tizia affitta una casa su air bnb ci arriva di sera tardi e ci trova un tizio dentro”
peraltro, elemento narrativamente irrisolto, anche quando è lo stesso proprietario a chiedere alla propria agenzia come è possibile che ci sia qualcuno in una casa che non risulta tecnicamente affittata. sembra un fare le pulci, ma di busillis così il film ne inanella parecchi senza instillare mai congruo senso del mistero.
Appena visto con un po’ di ritardo (leggasi trovare tempo necessario pet trovare amico che presti account Dysney+).
Bello vero.
Posso essere sincero? Ultimamente mi avete incensato diversi horror in cui non succede un cazzo. Io quelli di cui parlate bene me li guardo tutti, eh? Cieca fiducia ed obbedienza a Valverde.
Ma insomma, un po’ di noia generale… E per me la noia è l’unità di misura del cinema. Può anche essere un polpettone biopic lentissimo, ma se è fatto bene e mi accompagna ai titoli di coda ha fatto il suo lavoro. È cinema perdio.
Questo Barbarian mi è volato, un’ora e mezza incollato alla tv. Bello.
Grazie ragazzi, come sempre.
Visto, bello. Peró
“ Cosa fa la differenza? Boh, ragazzi, poi pare che sono fissato io, ma ho come il sospetto che Cregger ci stia dicendo che il genere a cui appartieni tende a determinare come affronti la vita – e se sei una donna le cose tendono a essere più complicate.”
Si Quantum, sei fissato! Riduci tutto a uno schemino porca miseriaccia, così polarizzi e reiteri alcuni problemi. E non ti accorgi manco che il bicchiere di vino lui NON glielo versa fino a che lei non si dimostra interessata a lui per via del suo essere un musicista che lei forse potrebbe intervistare per il suo documentario che forse farà. Non ti accorgi che lui è creepy all’inizio perché sì, ci prova troppo, ma non con cattiveria e alla fine funziona pure, lei è contenta del suo biglietto il giorno dopo, torna da lui in quella casa dopo che la datrice di lavoro (che peraltro perché non chiama la polizia..?) le dice che lì è pericoloso. Intendiamoci: funziona nello stabilire un rapporto empatico, non dico che lei era cotta con gli occhi a cuore. E dopo averlo stabilito, quella prima sera, mica ci prova, la lascia in pace. E si scusa seicento volte, e le mostra che la sua prenotazione in regola, e capisce che lei può avere paura nei suoi panni, e ne parlano pure!!! È il comportamento “giusto”? No, non lo è, hai ragione doveva lasciarla in pace dall’inizio, ma è proprio qui che ti scatta il fanatismo: uno sbaglia, in buona fede, fa un errore ma lo inchiodi alle sue terribili responsabilità anche dopo che sai che non voleva fare niente di male, che voleva solo essere galante, che magari gli piaceva. E il fanatismo è proprio questo andare a caccia degli errori (che tutti compiamo continuamente), non capire il proverbio “c’è sempre un puro più puro che ti epura”. L’interazione tra uomini e donne è complicata e probabilmente lo sarà sempre, c’è sotto una cosa potente e irrazionale come gli istinti sessuali che fa compiere terribili errori da entrambe le parti, o a volte come in questo caso, errori meno terribili. Sì alla cultura, all’attenzione e al dialogo, no al fanatismo, no al leccare il culo alle mode del momento. Ma apprezzo il tuo buon cuore giovane padawan, so che dietro tutto questo c’è un buon cuore. Peró Cristo rifletti.
P.s. Guarda che io tengo al tema quanto te. Ma sono con Peterson, le identity politics sono pericolosissime, peggiorano le cose. Vorrei scrivere un pippone ma te lo risparmio e spero si capisca meglio cosa penso con questa immagine: a me ha terrorizzato AJ, ha terrorizzato l’idea che vi siano persone così, ho avuto veramente paura – una paura profonda – quando mostra la sua codardìa ed il suo egoismo domandandomi se per caso non possa nascondersi anche dentro di me un mostro simile; mentre ero quasi in lacrime per il coraggio di Tess, per la sua volontà di salvare tutta questa gente, per il suo comportarsi da eroe. E a me sì, è scappata la lacrimuccia nella pazzesca scena finale. Ma ridurre tutto alle questioni di genere crea l’ennesimo esercito di bigotti con un contenuto diverso, formare persone come Tess è un lavoro invece molto
più complicato e difficile.
Ciao Nanni, vedi? :D:D
Ciao Ruper! Se mi stai chiedendo semplicemente se io veda i commenti ai post vecchi, sì, li vedo.
Si scherza Nanni, buon primo maggio
Grazie, buon primo maggio soprattutto a te (dove sto ora non si festeggia…)
Visto iersera.
Come ogni santa volta torno poi qua per confrontarmi con la vostra recensione.
Allora é sicuramente fatto bene, ma essendo un fan di Woman, Offspring e Darling, la storia in se mi ha un po’ fatto sbadigliare.
Invece ho trovato molto interessante la tua visione sul personaggio di billy skarsgard e la sua “cortesia pelosa”, interessante perche mi metto in discussione chiedendomi quante volte ho insistito su qualcosa solo per gentilezza e posso essere stato frainteso (sono stato cresciuto in una famiglia dove cortesia e insistenza sono sinonimi, soprattutto a tavola).
Noioso, terribile
Ennesima occasione persa che si perde nei meandri di fastidiose lezioni contro gli uomini, ormai dipinti come personaggi indesiderati e negativi nella maggior parte dei film americani recenti.
bah al netto del discorso fin troppo forzato sul conflitto di genere (IT è molto bravo a fare il suo mestiere, ha la fazza e il talento per essere una specie di Bateman pur non essendolo..e nel film due gonzi su 3 avrebbero sbagliato tutto….invece lui sostanzialmente se la sarebbe anche spassata con la protagonista più che consenziente…peccato che gli vada proprio male quando decide di far quelle scale…)..il film è un buonissimo horror con la giusta tensione e una certa personalità, che non guasta mai…avercene .
p.s. agli schiavi del.maccosa …niente agli schiavi del maccosa non si dice niente perché dubito capirebbero