Ghatanothoa, detto Il Signore del Vulcano, fa la sua prima apparizione nel 1935 nel racconto Dagli eoni di H. P. Lovecraft, appartiene al circolo di bocce dei Grandi Antichi ed è una creatura spaziale semidivina talmente orripilante che se lo guardi rimani pietrificato all’istante, manco fosse un disegno di legge presentato da Fratelli d’Italia. Nel racconto di Lovecraft Ghatanothoa è un dio bastardissimo che impone sacrifici umani in suo onore e se ogni suo singolo capriccio non viene esaudito allora dove passa lui non cresce più l’erba, caro. Lin Carter, inoltre, nella sua raccolta di storie ispirate agli scritti lovecraftiani The Xothic Legend Cycle, pubblicate per la prima volta nel 1997, aggiunse che Ghatanothoa è nientepopodimeno che il figlio di Cthulhu. E se non è la prima volta che capitate da queste parti saprete bene che quest’ultimo è lo spirito guida di alcuni di noi.
Tutto questo, Ghatanothoa, lo è stato sulla carta tra il ’35 e il ’97. Nel 2022 e sullo schermo, invece, Ghatanothoa non è poi così cattivo, ha la voce profonda e pacata di J.K. Simmons, si può dire che è in missione per salvare l’intero universo e si prende tutto il tempo necessario per spiegare a Wes, un tizio in post sbronza che incontra (per caso?) nei lercissimi cessi di una stazione di servizio, che questa cosa dell’universo che finisce dipende solo da lui. E quando dico tutto il tempo necessario intendo dire che per far sì che Wes pronunci correttamente il suo nome Ghatanothoa gli chiede di afferrare la punta della lingua con le dita e scandire lentamente “got another one”, per poi farsi chiamare “Ghat” per tutto il resto del film. Che adorabile minchione, eh?

«Non esattamente il mio Ghatanothoa»
Insomma, è un Ghatanothoa molto diverso quello immaginato da Rebekah e David Ian McKendry, lei regista, lui sceneggiatore, moglie e marito al terzo film insieme dopo All the Creatures Were Stirring e Le bugie scorrono nel sangue; un Ghatanothoa che delle sue origini letterarie mantiene giusto l’aspetto, l’alone di mistero, l’imperscrutabilità e l’essere figlio di una divinità maggiore portatrice di morte e distruzione, ma per il resto è come se i McKendry avessero preso spunto da quella puntata di Futurama in cui Bender si ritrova nello spazio profondo a parlare con Dio e avessero sterzato violentemente verso una situazione di tensione, prima che a qualcuno venga in mente di fare grandi discorsoni sulla vita, l’universo e tutto quanto. C’è della commedia in questo Glorious, dell’ottima commedia che parte dalla gloria che Wes troverà nel buco della parete che divide il suo cesso da quello di Ghat che è letteralmente un glory hole, e man mano si fa sempre più cinica; ma c’è anche – e forse soprattutto – una grande prova di saper scrivere e girare un horror a basso budget che parodizza con intelligenza l’immaginario lovecraftiano.

It’s comedy time!
Ho fatto un esperimento: se fate vedere Glorious ad un amico senza anticipargli nulla di nulla questi si ritroverà ad avere nell’esatto momento in cui lo avrà anche il protagonista lo stesso MACCOSA stampato in faccia. Ma tranquilli, poi a fine visione vi ringrazierà, perché in Glorious c’è tutto ciò che chiediamo al cinema che ci piace, dalle battute sul cazzo alla pioggia di sangue. In più, c’è Lovecraft. Che non è cosa da poco, eh. Come non è cosa da poco gestire così bene il ritmo di un film che alla fine si regge quasi tutto sulle spalle di Ryan Kwanten, che, ok, non è particolarmente brillante né possiede una fazza particolarmente interessante, però proprio per questo è la scelta giusta per tenere nascosta in modo efficace la grande rivelazione sul suo personaggio. Che ovviamente non vi spoilero, vi dico solo che ci fa capire come mai tra tutte le persone del mondo, Ghat abbia scelto proprio Wes. Ancora una volta: non è il Ghatanothoa che conosciamo.

«TE L’AVEVO DETTOOO!!»
Una cosa però va detta: d’accordo, Kwanten è azzeccato e la voce di Simmons una garanzia, ma il lavoro grosso qui lo fa il montaggio, sia visivo che sonoro. Alza il volume a palla quando c’è da far prendere piccoli spaventi insensati; ti piazza una colonna sonora a tratti esilarante, che fa da contrappunto ironico e spietato a ciò che stiamo vedendo; e soprattutto non se la gioca mai in piano sequenza quando si tratta di seguire Kwanten, ma taglia, trita, sminuzza, crea piccole, medie e grandi ellissi. Insomma, il ritmo è perfetto proprio perché il montaggio è forsennato, non si ferma mai, e per un’ora e un quarto ci racconta tutto ciò che è necessario dirci. Non un frame in più, non un frame in meno.

The perfect frame
Sarà che recentemente mi sono sparato tutto il Cabinet of Curiosities di Guillermo del Toro ma non posso fare a meno di pensare a quanto Glorious avrebbe funzionato alla grande come episodio in quella sorta di “Tales from the Crypt secondo Del Toro” che troviamo su Netflix. Anzi, non solo: avrebbe pure fatto mangiare la polvere ai due episodi effettivamente tratti da due racconti brevi di Lovecraft: Il modello di Pickman e I sogni nella casa stregata. Si dice spesso, e se ne è parlato anche da queste parti, che Lovecraft sia infilmabile. Non credo sia necessariamente vero, ma trovo curioso che ben due trasposizioni dirette di Lovecraft siano meno efficaci nel trasmettere quel particolare tipo di orrore cosmico rispetto ad una parodia. Sono quei momenti in cui mi viene da pensare: ma chi ha ragione? Loro che comunque ci provano anche se non si rendono conto di non essere Richard Stanley o i McKendry che si studiano bene l’argomento e poi fanno come cazzo gli pare?
Boh. Non saprei. In ogni caso, se lo chiedete a me, Glorious è una delle sorprese dell’anno.
DVD-quote:
«Tales from the Cthulhu-verse»
Terrence Maverick, i400calci.com
Sicuramente il film me lo vedrò, da adoratore di Lovecraft, ma nella stessa veste non posso esimermi dal dire quanto deludenti siano stati i due episodi citati di “Cabinet of curiosities”, con budget a disposizione si sono rivelati trasposizioni piuttosto banali dei racconti da cui (teoricamente) sono tratti.
E nemmeno penso che Lovecraft sia in realtà infilmabile, specie con la tecnologia degli effetti speciali che c’è ora. Basta volerlo ed avere un buon regista a disposizione. Paradossalmente uno dei migliori prodotti derivanti dalle sue opere è proprio Lovecraft Country, aldilà del discorso razziale la trama “horror” è fedelissima nello spirito, per quanto non ovviamente alla lettera, al materiale originale.
Concordo, specialmente Racconti dalla casa stregata è un banale film di possessione senza tutto l’orrore non-mostrato di Lovecraft
A proposito, dove si trova il film? Immagino non in sala, ma qualche servizio di streaming fruibile in Italia ce l’ha?
Stando a justwatch no, non e’ disponibile su nessun servizio streaming:
https://www.justwatch.com/it/film/glorious
Bisognera’ attendere che esca per il mercato home video.
È passato al TOHorror, speriamo arrivi presto come minimo in streaming.
L’articolo mi ha incuriosito, il trailer mi ha comprato! Interessantissimo!
Su Cabinet of Curiosities dico che quei due episodi sono deboli non perché sono tratti da HPL, ma perché sono semplicemente fatti molto male, blandi e senza coraggio, che è una caratteristica che purtroppo torna in quasi tutta la serie (a proposito, farete mai un pezzo? Secondo me varrebbe la pena parlarne)
#teamlovecraft anch’io. Questo Glorious venduto. E aspetto con ansia i prossimi di Richard Stanley.
E comunque grazie Terrence, perché con le foto che hai messo nella rece ora DEVO rivedere Whiplash. Vado. Ciao.
È su Shudder , è si merita.
Visto appena uscito,direi 2 3 mesi fa.
Visto (dopo Whiplash). Divertente davvero. Mi ha ricordato molto “Bloody Hell” nello stile.
J. K. Simmons enorme come sempre (proibito guardarlo doppiato, se mai lo doppieranno).
Vai di Feed Me 2022 , allora
Segnato!
Visto! Grazie per la segnalazione. Bello, divertente, anche se credo che a differenza di Bloody Hell (e anche di Glorious) ha un po’ di cambi di tono dovuti ad indecisione, piuttosto che a commistione di generi. Vuole fare la commedia horror (e gli viene bene) ma poi metterci il dramma e il background traumatico (un po’ forzatamente e quindi non lo prendi sul serio). Non sa bene cosa vuole e finisci per non empatizzare con nessuno.
Però ha un botto di momenti da applauso, quindi ci sta! Grazie!
p.s. è tipo ispirato a Armin Meiwes, no?
Fenomenale. Cornack (Tiny cinema, l’imprescindibile Butt boy) che incontra il Kostanski de Psycho Goreman e The void) passando all’ipercoop a prendere una confezione di Dead dicks. La trasposizione più scapocciata da HPL dai tempi di From beyond.
Fenomenale. Cornack (Tiny cinema, l’imprescindibile Butt boy) che incontra il Kostanski de Psycho Goreman e The void) passando all’ipercoop a prendere una confezione di Dead dicks. La trasposizione più scapocciata da HPL (tranquilli, P non sta per Pier) dai tempi di From beyond.