Attenzione amici e amiche. Non solo sto per fare una metafora, ma sto addirittura per fare una metafora con degli elementi di satira politica. Avviso prima così magari nessuno si fa cogliere da un subbuglio improvviso per alcune delle cose ficcanti che verranno scritte. Non è vero, lol come dicono i giovani, in realtà la politica non fa per me e ne capisco ben poco. Da quel minimo che leggo su Twitter e sulle notizie di Google, però, mi è sembrato di cogliere una cosa che viene buona per illustrare il film di oggi. Seguitemi. Il cinema d’intrattenimento contemporaneo ha la stessa conformazione dell’arco parlamentare italiano. In primo piano ci sono gli americani del Nord America eccetto il Canada, i quali rappresentano l’ordine costituito, sono Fratelli d’Italia. Non tanto e non solo perché sono fascisti dentro pur dicendo di no eh, quanto perché innanzitutto sono quelli che comandano e secondo poi perché rappresentano l’anima conservatrice e reazionaria del cinema d’intrattenimento; non per quello che dicono, ma per come lo dicono e per come sono riusciti ad appiattire completamente il linguaggio e i peni degli attori.
Un po’ più indietro ci sono gli indiani del subcontinente indiano che rappresentano l’opposizione disordinata, sono il PD. Sono disorganizzati, il più delle volte volenterosi, cialtroni, incoerenti, non si capiscono tra di loro perché parlano diciassette lingue diverse, alcuni sono esattamente uguali agli americani ma altri invece ci provano davvero a fare la rivoluzione proponendo qualcosa di completamente diverso. Cioè, per dire: secondo me RRR è un po’ Pippo Civati. E alla fine arrivano i giapponesi del Giappone messi con un imbuto tutti insieme dentro Hideaki Anno: essi, invece, sono il terzo polo. Artisti a sé spuntati ultimamente dal nulla, che fanno gara da soli, fanno le cose solo come dicono loro, hanno ragione solo loro. Poi la metafora salta, perché Shin Godzilla e Shin Ultraman sono film tra il bello e il molto bello, mentre il terzo polo di Renzalenda boh, non mi sembra così in forma. Però avete capito cosa intendo dire. C’è che il Giappone è tornato a proporsi come alternativa internazionale per un cinema d’intrattenimento che non sia quello di Hollywood – ma che ovviamente abbia un livello produttivo e di spettacolarità quantomeno paragonabile. Ed è una cosa molto bella anche se del Giappone non ve ne cala un cazzo. È molto bella nel senso che avere accesso a una forma diversa di cinema di intrattenimento è una faccenda cruciale per permettere all’occhio dello spettatore di non restare imprigionato, anche inconsciamente, sempre negli stessi cliché narrativi ed estetici. Il monopolio dello sguardo sull’intrattenimento, cara Marvel, è una roba che atrofizza i cervelli più in fretta di un libro di Fabio Volo secondo me. Quindi ben venga il Giappone, sigla!
Liberiamoci immediatamente delle formalità da fantacinematografo: si vede che Shin Ultraman e Shin Godzilla fanno parte dello stesso universo narrativo? Snì. Nel senso che sì, si capisce benissimo e basterebbe solo notare che per i kaiju di Ultraman hanno usato lo stesso mirabolante filtro lattice di Godzilla, che dà alla CGI quella grana pastosa dei pupazzoni anni ’60/’70 pur facendoli apparire moderni e scintillanti [Da quello che capisco il segreto è intrinseco al Giappone, ovvero il vecchio e il nuovo che si uniscono nel più trito degli stereotipi che pare di stare in L’ultimo samurai: tecniche di computer grafica all’avanguardia (curate dallo studio di animazione Shirogumi) e paroloni come “fotogrammetria” per scannerizzare le location da ricreare digitalmente, unite ai segreti artigianali degli effetti pratici tramandati per generazioni dai tecnici dei tokusatsu originali]. Ma anche nel senso che no, perché Hideaki Anno non è la Marvel, i diritti di Ultraman e di Godzilla appartengono a due entità diverse e non si possono mischiare e quindi anche chissene di unire i due film – se non tramite la fugace apparizione, in Ultraman, del tizio che in Godzilla faceva l’aiutante del primo ministro, ma facile che non se ne sia accorta nemanco la madre.
Shin Ultraman è l’ammodernamento definitivo di uno dei franchise di maggior successo nella storia dell’intrattenimento giapponese, nonché classico argomento che quando sei pronto per approfondirlo ti accorgi che sono cinquant’anni di roba ininterrotta e più o meno 2 milioni di ore fra serie tv e film arretrati da recuperare e dunque dici ciao Ultraman, è stato bello conoscerti ma non sono pronto ad avere quel tipo di rapporto. La colpa è mia, non tua; non essere triste. La versione di Anno (poi accenniamo meglio alla paternità di questo film) è una ripresa abbastanza fedele della storia raccontata nelle 39 puntate della serie storica, quella che nel 1966 ha sancito definitivamente l’onnipotenza al lattice di Eiji Tsuburaya, uno che ha fortemente contribuito a creare la mistica degli effetti speciali in Giappone collaborando alla lavorazione di tutti i primi film di kaiju e che verso la fine della sua vita è riuscito a mettersi in proprio inaugurando la saga di Ultraman, alieno onnipotente membro di un corpo di sbirri intergalattici, che si fonde con un essere umano (morente a causa sua), rimane affascinato dalla nostra specie e decide di restare sulla Terra per aiutare a tenere in ordine il pianeta da sciocchezzuole come sauri-rafflesia giganti che si nutrono di energia atomica e vanno in giro a sfasciare le cose.
Ora un test facile facile: vogliano i candidati osservare l’immagine di cui sopra e cercare di dimostrare che quello non è un angelo preso da Neon Genesis Evangelion bensì un fotogramma di Shin Ultraman. Che questo sia un film di Anno, anche se il credito per la regia se l’è preso tutto intero l’amicone turbotecnologico Shinji Higuchi (co-regista di Shin Godzilla), non ci sono troppi dubbi. Il babbo degli EVA aquesto giro fa l’umile e si prende solo la responsabilità ufficiale di sceneggiatura e montaggio. Ma Shin Ultraman, porca pupazza, è proprio quel tipo di produzione in cui il regista ha un ruolo marvelliano da segnaposto e organizzatore/supervisore, mentre lo swag peculiare del film è dato al 50% dagli effetti speciali – che, ribadisco, io trovo clamorosi – e al restante 50 da scelte di sceneggiatura e, soprattutto, di montaggio. Shin Ultraman inizia in medias res, con un pempempem a introdurre uno dietro l’altro i mostri grossi che nell’ultimo periodo stanno tormentando il Giappone. Sembra una puntata di Evangelion, quando tutti vanno in fibrillazione per l’arrivo di un angelo – sensazione ancora una volta, come in Shin Godzilla, acuita dalle musiche di Shirō Sagisu che, non si sa come, continua ad avere pezzi avanzati dalla colonna sonora dell’anime – e non c’è niente di male, nel senso che funziona tutto alla perfezione. Anno sceglie un approccio al montaggio che non esiterei a definire bulimico: nei 112 minuti di film ci saranno almeno 150mila stacchi (iperbole). Ma è anche questione di qualità, oltre che di quantità: ogni stacco di montaggio va a trovare un punto di vista inedito all’interno dello spazio. Dunque capita di seguire una conversazione tra due personaggi in cui il batti e ribatti di campo e controcampo assume, a ogni stacco, un punto di vista differente. In combutta con Higuchi, poi, Anno gioca anche con i fuochi e la profondità di campo, tenendo il cuore dell’inquadratura a fuoco sullo sfondo e lasciando dettagli particolari (anch’essi a fuoco) in primo piano. Non c’è niente di troppo filosofico da raccontare sulla scelta di avere POV di un telecomando, di un sacchetto di patatine, del bracciolo di una sedia o di un modellino giocattolo. È semplicemente, io credo, il modo che ha scelto Anno per distinguere esteticamente la sua idea di cinema di intrattenimento da quella che già esiste.
Il che ci porta alle scelte di scrittura dell’Anno (ohohoh). Questo film è bizzarro, agli occhi di uno spettatore abituato alle parabole Marvel. Innanzitutto nell’utilizzo degli antagonisti: i principali, quelli che hanno un vero impatto narrativo e non sono solo solamente una funzione, sono tre e tracciano una parabola che va dal classico villain che vuole distruggere tutto per il proprio tornaconto personale e per sadismo, a quello che invece vuole farlo per profitto, all’ultimo che, dal suo punto di vista, sta solo rispettando le leggi che regolano il bene superiore. Fra gli interstizi della distruzione kaiju che si prende gran parte del minutaggio del film, c’è una riflessione fantascientifica basica sul rapporto della specie umana con eventuali civiltà extraterrestri, e in entrambi gli aspetti il film fila via diritto come un fuso pur essendo piuttosto distante dalla suddivisione in tre archi narrativi a cui siamo abituati. Mettendo tutto insieme – la turbo tecnica di Higuchi, il senso narrativo per lo spettacolo di Anno e il suo ritmo estetico – esce fuori un oggetto davvero strano. Un raro caso di reboot/revival che riesce a inventarsi non dico qualcosa di nuovo, ma sicuramente qualcosa di più interessante (e in possesso di maggiore personalità) rispetto al resto del panorama. E adesso aspettiamo con un po’ di bava alla bocca anche Shin Kamen Rider.
Campagna elettorale quote:
«Un altro intrattenimento è possibile: vota Anno(tonio)»
Toshiro Gifuni, i400calci.com
Toshiro caro, mi sei sempre piaciuto, ma la roba che ti stai sparando e che evidentemente dilata il tempo inducendoti a scrivere periodi luuuuunghi come la minchia di James Deen giova assai poco alla scorrevolezza e comprensibilità del testo.
Inutile lamentarsene, sono anni che succede. E’ sempre stato illeggibile.
Questo non e’ neanche il peggior articolo. Anche se contiene un paragrafo di 1000+ caratteri con solo 3 frasi, una delle quali è “La colpa è mia, non tua; non essere triste.”
Come direbbe Caparezza: ” per andare affanculo da quella parte”
Dai siete seri? Davvero? Non ci credo, in ogni caso se vi sta sul cazzo chi scrive basta non leggere eh
Magari per non apprezzare un articolo bisogna leggerlo, no? Che ne dici, genio?
Affanculo vacci tu insieme a Caparezza (che un genio lo è sul serio).
Perché siete così arroganti?
Di persona vi prendereste a schiaffi?
Dai su, un po’ di maturità! Fare i bulli dietro allo schermo è una cosa imbarazzante.
Sono della vecchia scuola, punto a John Holmes
interessante
Che si dice della nuova serie di kamen rider, vale la pena?
Dal titolo del pezzo ho temuto per un’attimo che si stessero per elogiare i penosi Rebuild of Evangelion.
Pericolo scampato :E
Il giappone ci ha davvero donato un immaginario strepitoso e innovativo, però non è questo. Sono cresciuto con la loro animazione, all’epoca additata come demoniaca pervertitrice delle giovani generazioni (per fortuna il buon Rodari diede al moige dell’epoca una bella ginocchiata virtuale negli zebedei, un genio lo vedi anche da questo), con le melense storie di Heidi che per fortuna lasciarono presto lo schermo alle risse di robottoni, la gioia dei nostri giovani occhi. Con alti, bassi e perle assolute, che pur inesperto colsi immediatamente (Gundam una svolta indimenticabile). Con la tv commerciale fu il diluvio e arrivarono anche queste pupazzate (megaloman, ultraman, altra roba di cui non ricordo il nome), ma facevano ridere, non convincevano nessuno. Perché ovviamente nulla da togliere a Godzilla, iconico e gran metaforone, ma rimane King Kong rivisto dagli asiatici, metaforone con gli occhi a mandorla che sfascia robe, l’idea proprio così nuova non era. I mecha invece erano davvero qualcosa di mai visto, così come l’animazione usata su temi del tutto inediti, continuamente evoluta ed espansa in ogni direzione, raggiungendo periodicamente picchi d’arte pura ed inarrivabile (la lista è lunga, Ghost in the shell e Last Exile solo per citare i miei preferiti). Queste pupazzate invece rimangono roba che lascio volentieri a loro, così come i loro patetici tentativi di live action, una continua serie di penosi flop. E magari la facciano finita anche con gli EVA, che sinceramente non mi hanno mai convinto, al netto dell’ottima realizzazione tecnica. Quando la metafora diventa il protagonista assoluto, si perde la magia dello schermo, e diventa più che altro letteratura. Altra roba.
Non mi unisco invece alle critiche al recensore. Sarà che ho appena letto Musil, ma a me il suo stile garba.
Neon genesis evangelion su Mtv spaccava…non ci ho mai capito un cazzo …poi ho visto su YouTube uno spiegone lunghissimo e ho guardato i film netflix…e non ci ho ricapito un cazzo di niente.
Shin Godzilla buffo ma questo sembra fatto meglio almeno dal punto di vista mostri grossi che fanno cose
Evangelion rimarrà una pietra miliare a livello di Akira, e come Akira rimarrà anche un’occasione persa. Tecnicamente eccellente, un progetto molto ambizioso che pretendeva di mettere insieme millemilla robe che però finisce presto per avvitarsi su se stesso e cercare la quadra con un’improbabile finale aperto, e successivi ulteriori tentativi di spiegazioni che però aumentavano il bisogno di spiegazioni (ma ci sono là fuori milioni di fan che invece hanno capito tutto, poi ognuno ha capito a modo suo). Lost prima di Lost, il che mi ha permesso di mollare Lost alla terza puntata, e di non provare nemmeno a guardarmi il giochetto dei troni (avevo letto i libri, e subdorato la fregatura). Peccato, molte cose erano buone, ma se provi a cucinare il piatto della vita senza avere un piano chiaro, potrai usare i migliori ingredienti sulla piazza, è assai probabile che uscirà uno schifo. Spero che Arcane non faccia la stessa fine, l’inizio è stato col botto, incrociamo le dita.
Arcane un gioiellino..ma ha dalla sua più possibilità tecniche dal punto di vista visivo … resta il problema di riuscire a trasmettere su schermo un universo potenzialmente infinito di trame e personaggi
Akira e Evangelion, così come molte produzioni hollywoodiane, sono la dimostrazione che le possibilità tecniche bisogna saper farle funzionare. L’animazione 2D-3D aveva sempre dato risultati mediocri, ho citato Last Exile perché a mio parere è stato il primo esperimento riuscito di fusione 2D-3D, su scala peraltro limitata, ma per il resto nulla di degno, sicuramente per le scarse possibilità tecniche/costi. Il vero salto di qualità è stato Spider-Man: Into the Spider-Verse, e Arcane ha saputo fare anche di meglio. Ma ha anche lavorato bene su sceneggiatura e caratterizzazioni, ed è stata la vera sorpresa, visto che l’immaginario di League of Legends è smaccatamente derivativo e molto piatto (praticamente ogni suo personaggio è la trasposizione di qualche altro personaggio/archetipo già visto in ambito fantasy-sf-cyberpunk, così come le lore). La mia paura infatti non è di un calo tecnico (il fatto che si prendano così tanto tempo per far uscire una serie è raro e rassicurante), quanto di caduta nel banale/sciatto della scrittura. L’universo a cui attingere è ampio, ma renderlo interessante e non prevedibile non è una sfida da poco. Spero davvero ci riescano.
Mi scuso per la digressione un poco o-t, so che il canale non si occupa di animazione, ma al netto delle contaminazioni tra generi, la barriera tra animazione/cgi e live action è diventando oggettivamente sempre più sfumata, quindi forse o-t non è.
E comunque una piccola critica al recensore mi scappa: se per Diabolik era inevitabile Body Movin’, qui era d’obbligo Intergalactic. Anche nel caso fosse già stata utilizzata in passato. Anche perché si riascolta sempre con piacere.
lo Spiderman animato è il più bel film degli ultimi n anni in generale…non c’è niente di sbagliato…una specie di Jurassic Park diciamo…solo che la.concorrenza c’è ma è stata surclassata
“la facciano finita anche con gli EVA, che sinceramente non mi hanno mai convinto”
Siccome non ha convinto te, uno dei più grandi successi commerciali generazionali e spartiacque dell’animazione giapponese, allora “la facessero finita”.
Trovo curioso che internet, invenzione rivoluzionaria per la comunicazione e il commercio ma oggi assimilabile a qualcosa di facilmente deviante e viziato, invece ti convinca.
Se la gente usasse internet in modo intelligente invece di imporre il proprio parere, probabilmente molti commenti sul web, la maggioranza dire, non sarebbero presenti.
E staremmo tutti meglio.
Grazie del commento, ma un Giancarlo anche bastava. Comunque non compro nulla. Saluti e auguri.
Grazie dei vostri commenti.
Che nulla c’entrano con Shin Ultraman, ma dovete per forza fare gli intellettuali espertoni wannabe.
Non ci frega nulla se a te piace o non piace Evangelion o Akira.
Non è un articolo su Evangelion o su Akira questo.
Parlaci di Shin Ultraman. E usate internet per scrivere cose costruttive e utili, non i caxxi vostri.
Grazie.
Campagna di sensibilizzazione personale contro l’abuso dei commentari web.
Esattamente, quando ha cominciato a sentire voci che la qualificavano come rappresentante ufficiale dei commentatori del sito? O usa il plurale maiestatis in quanto papa in pectore? Esistono specialisti per problemi simili. Non sono infallibili, ma spesso aiutano.
Penso che i gestori del sito sappiano cosa fare se qualcuno li infastidisce, e infatti lo fanno, giustamente. Ho comunque chiesto scusa per l’o-t. E ovviamente, il mio commento vale quello che vale. Come il suo riguardo il mio. E del suo giudizio, so cosa farmene. Si senta pure libero di fare lo stesso col mio, è gratis. Infatti non ho mai preteso di imporre nulla, perché se non se ne era accorto, qui chiunque può commentare, nei giusti limiti. Quindi continui pure, ad ognuno poi giudicare metodo e merito. Risaluti e riauguri.
Ora va di moda Pete Davidson ,che per altro nelle stand up fa il meglio di se.
Ha gli occhi che sembrano due buchi di culo((cit.)
Io Shin Godzilla l’ho adorato, mi spinse a recuperare Evangelion (e io sono sempre stato allergico agli anime, non riuscivo a guardare nemmeno Dragon Ball da ragazzino) e ho amato pure quello, pur non capendoci quasi un cazzo.
Appena ci riesco lo guardo sicuro. Anche se Ultraman, già solo per il nome, mi fa troppo ridere.
Musil mi fa ridere, ma proprio risate vere, il mio prefe.
Ultraman, anzi Urutoraman, è un mito.
Anno è un grande, Shin Godzilla è una figata, (altro che Pacific Rim!) mostroni pupazzoni e supereroi giappo vari (ci sono anche i Power Rangers eh) sono una miniera dei diamanti grezzi e tutta l’operazione è stratop.
Toshiro è un ganzo (leggete qua: https://www.i400calci.com/2022/06/chi-vuole-vedere-morire-la-stronza-la-recensione-di-dashcam/).
No, non ho visto il film, perché?
Sgusade ho il ravvreddore.
Du sei un foddudo ciucciacazzi.
Al contrario. Io sono convinto che proprio perché qui si bannano senza pietà i razzisti che lasciati liberi di grufolare trasformerebbe questo sito benemerito in una succursale dei loro porcilai, qui siamo ancora liberi di usare, con la testa, anche ‘sti termini. E se anche non fosse così, sai che c’è? Che me ne sbatto i coglioni, anzi sono contento.
Barbùn!
XD! Sei divertente, bro (“quindi ti ucciderò per ultimo”: citazione calcista o hate speech? Mamma mia!). Noi porci razzisti grufoliamo e non ci vergognamo di un cazzo di niente.
Fate bene a bannare i razzisti senza bietà. Bravo Bugo Tognazio? Bugo de che? De culo, suppongo.
Faccio notare, esimio Bugo Tognazio, che se spetta a terzi decidere chi usa certe parole “con la testa” e chi col culo, la libertà d’espressione non è più tale, ma assoggettata all’arbitrio altrui.
censurerei “altro che Pacific Rim”
Pacific Rim imho ha gli stessi difetti che qui si imputano ad Avatar, con in più un sacco di cringiate (gli scienziati, dyo mio!) e di maccosa.
censurerei anche chi scrive maccosa e pacific rim nella stessa frase
Boh, uno pensa che mettere su un sito con forti riferimenti anni ’80 gli garantisca un pubblico di gente un minimo cresciuta, e invece 1) termini a sproposito per motivi ignoti e 2) la stessa persona che risponde tre volte cambiando tre nomi, sempre per motivi ignoti. Dai raga che siete meglio di così.
Bell curve is a bitch.
Magari si tratta di più persone che leggono i Calci tutti insieme, magari sul lavoro, e scrivono dallo stesso telefono. Che poi abbiano (abbiamo) idee similari sulla dittatura del politicamente corretto, a mio parere è un bene.
ahh le dittature immaginarie..le resistenze disagiate…è un bel mondo…dove fai/fate le riunioni?
Quindi insomma, il livello di sensibilità è già alla fase per cui sull’argomento vi triggerate tranquillamente da soli anche quando nessuno di noi l’ha anche solo sfiorato. Ok, segno.
Vabbè, dai, colpa mia che ho fatto ‘sta provocazione del tutto immotivata. Sorry a tutti.
E’ stato sfiorato col martello pneumatico a piu’ riprese in precedenza.
Scusa. #CalciInCuloLifeMatters
@mereghettietc
Prossimamente sotto il portico di casa tua. Tre(cento) caffè lunghi, grazie. ;)
No, un momento, domanda seria. Ma il fatto di avere quelle inquadrature lì che dice Toshiro, tipo il POV della Morte Nera di Aliens, è una scelta del regista no? Ho capito che il montatore fa un sacco di stacchi tra un sacco di punti di vista, ma aver girato tutti quei punti di vista è una scelta (e un megasbatti) del regista, no?
Sarebbe interessante un recupero in chiave contemporanea dei super sentai, magari su modello del corto dei Power Rangers uscito qualche anno fa, uno straniante feedback occidentale che retroagisce sull’impulso iniziale giapponese.
Mamma mia, ma questo film? Scusate per le cazzate, sotto la rece di un film del genere sono da schiaffoni e pugni sul grugno.
Effetti speciali, i più fighi che abbia mai visto, un finale che credo sia il migliore di sempre, sia per spettacolarità (le famose mazzate che piacciono ai lettori di questo sito) sia per come crescendo e climax perfetto.
Musiche bestiali, costumi e scenografie da urlo, fazze eclatanti, originalità a palate e nello stesso tempo rispetto meticoloso delle fonti! Meganostalgia da lacrimuccia, ma non con gli occhiolini che li prenderei a calci nelle reni, bensì con il recupero direi filologico delle fonti, che ti fa rivivere oggi, nei cazzo di anni ’20 del duemila, cosa deve aver rappresentato per la gente dell’epoca questa saga. Io dico innovazione a manetta altro che no.
Le motivazioni non solo dei cattivi, ma anche dei protagonisti/spettatori e persino del buono ottime.
Un film che per me meritava la rece di tutta la redazione.