Sala dei trofei è la video-rubrica che si occupa di catalogare i grandi classici del cinema da combattimento

Un normalissimo film in cui Babbo Natale punta un coltello alla gola di un bambino di 9 anni che l’ha appena torturato.
Vi ricordate quando è uscito Hunger Games e avete pensato tutti che era la versione moscia di Battle Royale? Scommetto che ve lo ricordate. Cose che succedono spesso a Hollywood. Ad esempio, nel 1990 usciva Mamma ho perso l’aereo, con le sue trappolette da cartone animato. Erano buffe, no? Abbastanza. Ma il classico natalizio Mamma ho perso l’aereo era la versione moscia di un film francese di appena un anno prima, 36.15 Code Père Noël. Un film che aveva fatto il giro dei Festival, vincendo premi a Roma e trovando una distribuzione italiana col titolo Un minuto a mezzanotte, e poi era semi-sparito. Questo perché il suo mix costantemente in bilico tra il mondo dei bambini e quello degli adulti, con le sue scene action tesissime con protagonista un bambino di 9 anni conciato da Rambo, è folle ed equilibrista come si vede raramente, e il tipo di operazione che non sapresti a che tipo di pubblico proporre. A parte i buongustai. Motivo per cui ve ne abbiamo parlato con un ospite speciale che sapevo idolatrare questo film quanto noi: Silvia Califano (Dampyr, Il confine, Judge Dredd, Elvira, Star Trek, X-Files…). A voi il filmato integrale:
PREMIO JIMMY BOBO
Crepi l’avarizia! Abbiamo sfogliato sia la crew di Un minuto a mezzanotte che quella di Mamma ho perso l’aereo. Qui i risultati:
- John Muto (production designer) 45%
- Oliver Chiavassa (color timer) 33%
- Ann Le Campion (sound recordist) 12%
- Robert Polonia (groupman) 9%
- Joe Pesci (“Harry”) 0%
Tante congratulazioni al vincitore John Muto, che corona così la sua gloriosa carriera di leggenda degli effetti speciali. E ricordate: se vi abbonate al nostro canale Twitch il vostro voto vale doppio, perché sì!
I PROSSIMI APPUNTAMENTI SU TWITCH
Il lunedì alle 21 il nostro puntuale appuntamento con le news, che già da adesso si annunciano sostanziose.
Giovedì 22 dicembre alle 21 appuntamento con un Fratelli di sangue atipico: due film che non hanno molto in comune se non il sottogenere di appartenenza, il fantasy anni ’80, e il fatto di essere stati entrambi costosi flop commerciali, come – va detto – quasi tutti i fantasy anni ’80 (che comunque si ostinavano a continuare a fare). Quindi è più una specie di doppio Raccolta differenziata. Buon Natale! Vanno recuperati? Non vanno recuperati? Vi parleremo di:
Krull (1983, di Peter Yates) e Yado (Red Sonja, 1985, di Richard Fleischer)
KRULL: tipo Super Mario, ma con un principe guerriero al posto di un idraulico e un minaccioso marziano al posto di Donkey Kong. Nel senso: c’è uno che deve partire all’avventura per liberare una principessa. Il suo punto di forza: una memorabile arma fighissima, una specie di frisbee a cinque braccia con le lame. [IMDb | Trailer]
YADO: la leggendaria guerriera Red Sonja (Brigitte Nielsen) parte all’avventura per vendicare la famiglia ammazzata da una regina malvagia. Chi è quindi Yado, di cui vaneggia il titolo italiano? Vai a sapere. C’è Schwarzenegger, ma il suo personaggio si chiama Kalidor. Lo scopriremo, spero, riguardandolo. [IMDb | Trailer]
Un grazie finale alla videosigla di Christian Aliprandi e Dario Cogliati, all’inno Trenodia per le vittime di Val Verde di Luca Giovanardi e alla sigla 400 Calci dei Nanowar of Steel.
Non dimenticate di seguirci e abbonarvi, e non mancate!
Non per fare la punta al c… ma la principessa mi risulta che venga rapita da Bowser, non dal povero Donkey Kong :)
Comunque a parte questo complimenti! Le vostre ultime live sono veramente belle, peccato solo che non riesca mai a guardarle veramente live ma solo in differita, vabbè
Ah guarda io ho giocato solo a Donkey Kong, che sicuramente aveva rapito qualcuno. Ma leggo ora su Wiki che non era la principessa bensì solo la morosa di Mario (che all’epoca nemmeno si chiamava Mario). E a parte questo grazie mille, mi fa molto piacere!
Con gli amici Krull lo si guardava e ri-guardava proprio per l’arma fighissima.
Red Sonia per la Nielsen, ovviamente (in realtà perché tutti innamorati di Schwarzy, ma da veri duri gggggiovani ometti degli anni ’80, nessuno lo ammetteva).
Ovviamente doveva essere un commento a parte, non una risposta, sorry.
Non vorrei sbagliarmi, ma credo che Yado fosse il nome del personaggio nella versione italiana…
Esatto, scelta curiosa di Dino De Laurentiis per la distribuzione italiana…
Ma infatti: se fallivano al botteghino, perché si ostinavano a farli? Sarebbe da approfondire