C’è una scena di That ’70s Show in cui i ragazzi decidono di registrare le cazzate che sparano quando sono strafatti nel basement di Eric Forman. “Scommetto che è così che i tizi del Saturday Night Live inventano i loro sketch”, dice Hyde, credo. Poi, quando alla fine dell’episodio si riascoltano, si rendono conto che no, le cose che la gente concepisce dopo essersi fumata i cannoni non sono esattamente lampi di genio, ma, appunto, i rantoli di un fattone senza capo né coda.
Ora, perché faccio questo esempio, vi chiederete? Sì, da un lato perché ho appena rivisto l’episodio in questione e ce l’ho fresco nella memoria. Ma soprattutto perché si adatta perfettamente a Una notte violenta e silenziosa: me li vedo proprio gli sceneggiatori Pat Casey e Josh Miller mentre, tudifadi nel villone che si sono comprati con i soldi di Sonic e Sonic 2, se ne escono con “E se rifacessimo Die Hard con Babbo Natale al posto di Bruce Willis?”. “Wow, bro, troppo forte ‘sta idea! Scriviamoci subito una sceneggiatura e facciamoci un bagno nel pazzo cash che Hollywood ci tirerà addosso!”.

“Sono venuto qui per distribuire regali e mazzate. E ho finito i regali.”
Una notte violenta e silenziosa è la riprova del fatto che certe idee dovrebbero rimanere tali e non diventare mai una sceneggiatura o un film compiuto. O per meglio dire che un’idea buona per uno sketch del SNL non è detto che possa bastare per un intero film. Di certo non basta nel caso di Una notte violenta e silenziosa, che di quell’idea non sa che farsene e la utilizza solo per imbastire il più mediocre, prevedibile e trito action movie possibile, oltretutto fintamente sovversivo e in realtà profondamente moralista in tutti i modi più sbagliati che a un americano possano venire in mente.
Prodotto dal nostro amicone David Leitch, Una notte violenta e silenziosa non inizia nemmeno troppo male: Babbo Natale si sta spaccando di birrette in un locale a Bristol. È la vigilia di Natale, e lui si è preso una pausa dalla consegna dei regali. Capiamo subito che è disilluso: la magia del Natale è andata persa in questa società moderna, signora mia, e i giovani non si accontentano più di un regalo perché ora possono avere tutto. “Dove andremo a finire?”, si chiede Santa (potrei stare parafrasando). Dopo essere decollato con le renne dal tetto del pub e aver vomitato in testa a una, Babbo di cognome Natale riprende il giro, e incappa in una famiglia di ricconi presa in ostaggio da una banda di manigoldi. Babbo vorrebbe tanto squagliarsela, ma gli occhioni dolci di una bambina che crede ancora in lui lo convincono a restare. Segue carneficina.

“Io ho fatto John Wick, hai capito? HO FATTO JOHN WICK!!”
Oh, se c’è una cosa che non si può certo contestare a Una notte violenta e silenziosa è il tasso di violenza (il silenzio invece non pervenuto, sempre grazie titolisti italiani): non me lo aspettavo – ero convinto fosse il solito PG-13 – ma il film è proprio un R-Rated. La gente muore spesso, male, c’è tanto sangue e va bene così. Quello che va meno bene è che Tommy Wirkola non è David Leitch: può anche esserci il regista di Atomica Bionda alla produzione, con quella sua idea di action, ma se dietro la macchina da presa c’è invece quello di Dead Snow abbiamo un problema, ovvero che Wirkola non sa girare l’azione come Leitch. I corpo a corpo tra Babbo Natale (lo abbiamo detto che è David Harbour? Diciamolo) e gli scagnozzi di Scrooge (John Leguizamo) dovrebbero essere il piatto forte del film, e invece sono nella media degli action americani pre-John Wick, girati oltretutto spesso in posti bui o con un forte contrasto (ma forse era anche colpa del cinema dove l’ho visto).
Il film è di una medietà allucinante, dura quasi due ore e ripercorre pedissequamente ogni possibile trope del genere, ma non riesce a rendere nulla memorabile. Qualche guizzo c’è: lo sgherro Krampus, interpretato da Axl Rose Brendan Fletcher, avrebbe meritato più scene. E c’è un momento, molto breve, in cui il film deraglia e diventa una specie di versione R-Rated di Mamma ho perso l’aereo, e io lì mi son detto: “Era questo il film che volevo vedere? Ma pensa te, forse sì”. È un’idea semplice eppure efficace, e per un attimo il film prende vita. Incredibile che nessuno ci abbia pensato prima – e no, Rambo: Last Blood non conta. Harbour fa del suo meglio, ma chi prendo per il culo? Ho visto il film doppiato, non posso giudicare più di tanto la sua performance. (Incidentalmente: la vogliamo smettere col doppiaggio? L’epoca d’oro, se mai c’è stata, è finita, e oggi la gente è abituata a vedersi i contenuti in lingua. Dai, su.)

Dio, Santa e famiglia.
Per il resto c’è solo questo Babbo Natale che si fa il suo arco di redenzione salvando una galleria di personaggi insopportabili da una galleria di cattivi generici, con l’aggravante che c’è pure questa cazzo di morale natalizia americana appiccicata con lo sputo, che castra qualunque slancio punk e, di punto in bianco, trasforma un film matto e demenziale in una serissima tirata sul “ritrovare lo spirito natalizio”. Un’ossessione tutta americana che, sia chiaro, ha rotto il cazzo anche in tutti gli altri contesti, ma qui è particolarmente fuori luogo; una tirata morale e moralista che porta a galla tutti i controsensi americani nel peggiore dei modi, affossa il ritmo e frantuma i coglioni dello spettatore, già ampiamente triturati a questo punto.
La faccio proprio stronza? Mi sono stupito che questo film sia uscito al cinema invece che su Netflix, dove sarebbe stato perfetto (e avrebbe fatto cagare uguale, sia chiaro, ma almeno non spendi dieci euro più otto di popcorn). Da Leitch mi aspettavo qualcosa di più. Da Wirkola in effetti no.
Ho-ho-ho quote:
“È Natale e si può fare di più”
George Rohmer, i400Calci.com
Noo io in Wirkola ci credevo. Fategli fare dead show 3
Dead snow ovviamente
Direi che la citazione iniziale e’ una metafora perfetta della cultura pop odierna.
E’ una questione a cui penso spesso ultimamente. Gli argini dei generi sono ormai rotti, tutto e’ “post-qualcosa”, tutto si puo’ miscelare, tutto si puo’ sovrapporre, tutto si puo’ fare e infatti se ne vedono di tutti i colori. Tipo, tempo fa per uno scherzo pensavo a un incrocio demenziale e mi era venuto in mente un “Garibaldi contro Dracula” (figo, no? probabilmente no), googlo e scopro che c’e’ gia’ un “Garibaldi vs Zombies” (un fumetto).
Il risultato di tutta questa pazza liberta’? Che 9 volte su 10 (ad essere buoni e ottimisti) si scopre che le robe tutte matte sono divertenti sulla carta e tremendamente pallose nei fatti.
Credo sia lo stesso meccanismo per cui sentire gli altri che ci raccontano i loro sogni e’ in genere solo una gran rompitura di coglioni.
Solo a restare a questa settimana calcista: solo vent’anni fa quanto ci sarebbe diventato duro al solo pensiero di un film, fatto con gli effetti speciali come dio comada, su un troll gigantesco che si risveglia e spacca tutto? E, appunto, a un Babbo Natale in versione action in un film con attori veri e ben prodotto? Ecco, ora che questi film li fanno sul serio sono solo occasioni sprecate.
E quante cazzo di volte, tanto nelle recensioni che nei commenti, abbiamo scritto “occasione sprecata” in questi anni?
PS la versione R-Rated di Mamma ho perso l’aereo l’aveva gia’ messa in scena Coscarelli in “Phantasm III: Lord of the Dead” nel ’94.
Di che anno é Zombeavers? Ecco, l’ultima volta che mi hanno inculato con l’idea di sceneggiatura pazzerella é stata con quel film. Da allora non li cago piú di striscio questo tipo di film, tant’é che anche ad uno di quelli che tutti dicono sia bello (“zombie vs zombie”) non riesco ad iniziarlo…
Inizialo e gustatelo ;)
Se con “Zombie vs Zombie” intendi “Zombie contro Zombie”, non farti scoraggiare dal terribile titolo italiano che non c’entra niente col film (quello internazionale è “One Cut of the Dead”).
“One cut of the dead” (l’originale, ovviamente) è uno dei film più belli degli ultimi 10 anni.
“Incidentalmente: la vogliamo smettere col doppiaggio? L’epoca d’oro, se mai c’è stata, è finita, e oggi la gente è abituata a vedersi i contenuti in lingua. Dai, su”
Referendum SUBITO.
Dopo il doppiaggio di “Una rosa velenosa” verrebbe voglia di abolirlo. Se ve lo siete perso, meglio per voi… Poi però capisco un parola ogni 10 e non è che lo spettacolo ne guadagni
Sarei assolutamente d’accordo: ormai è totalmente inascoltabile a livello che quando mi capita di vederli al cinema in italiano mi sento in imbarazzo come se un mio amico stesse facendo una brutta scenata ad una festa.
Però purtroppo nella mia esperienza c’è ancora parecchia gente che preferisce sentire doppiatori che leggono il temino in italiano come viene (basta che mangio, tanto non frega nulla a nessuno), piuttosto che sentire degli attori recitare effettivamente, ma in lingua originale.
“Il temimi”, come dici tu (non troppo a torto, come sto per spiegare), non è dato dal fatto che i nostri traduttori non sanno (più ?) tradurre, anzi. Il punto è che i commitenti americani hanno rafforzato il proprio controllo sul prodotto e hanno messo un sacco di paletti e regole ferree che prima non c’erano e molti copioni tradotti passano sotto molti revisori prima di arrivare effettivamente al leggio
Il film in lingua leggendo i sottotitoli ve li guardate voi nerd woke che tenete a far sapere a tutti che sapete l’inglese. La gente normale li vede doppiati.
Abolire il doppiaggio, dite?
Piuttosto fare in modo di riavere dei doppiatori in gamba, che almeno quelli non sono mai mancati.
Alla prova dei fatti, questa è una minchiata.
La gente al cinema non ci va, senza il doppiaggio, perché semplicemente siamo un paese di anziani che a malapena conoscono la propria, di lingua.
E questo lo dice uno che l’inglese lo parla almeno decentemente, altrimenti non avrebbe una relazione con un ragazzo americano che l’italiano non lo sa per niente.
Le eccezioni come me e te non fanno sbigliettare, il doppiaggio sì.
Nerd “woke”?
Ma cosa c’entra tirare dentro questa cosa?
Vai a farti inculare mentre guardi un film sottotilato, vai.
Non pensavo di scatenare un tale casino ma… va bene così. Era un po’ una provocazione, c’è chi ha segnalato cose giuste come il fatto che chi ha problemi visivi o di altro genere farebbe fatica a seguire, e chi, come te Anonimo, ovviamente deve cogliere ogni occasione buona per scatenare una rissa senza motivo.
Immagino sia inutile dirti che personalmente guardo in lingua anche i film in lingue che non capisco, e quindi non è una posa per far vedere quanto so bene l’inglese.
E sì, è vero, la qualità dei doppiaggi è peggiorata per tutte le ragioni che dite, ma sospetto che la cosa che ci fa dire che una volta erano meglio sia anche in parte una certa nostalgia per i doppiaggi dei film con cui siamo cresciuti, in un’epoca in cui potevi vedere i film solo doppiati. Erano fatti meglio? Probabile. Questo rendeva più giusto il doppiaggio? Credo di no.
Si tratta comunque di una bella piallata sul film originale, una cosa non scelta dall’autore (nella maggior parte dei casi, ma i Kubrick si contano sulle dita di una mano, dai) che non ci permette di capire le performance degli attori, perché non ha senso pensare che la mimica e la voce siano due cose scindibili.
L’ho sparata un po’ grossa, ok, siamo su i400Calci e ogni tanto è bello anche fare un po’ gli stronzi. Resto comunque dell’opinione che dovremmo andare sempre più verso un mondo in cui il doppiaggio non sia la norma, e in cui ci possa essere molto più scelta di adesso. Il doppiaggio fa staccare i biglietti? Può essere, ma perché ci siamo abituati. Le piattaforme stanno abituando la gente alla scelta, che, ribadisco, una volta proprio non c’era.
Comunque son contento di aver scatenato un dibattito, ma almeno teniamolo su toni civili.
Sì, George, l’ hai sparata enorme. Che da dove veniamo noi, la gente quando compra un dvd cerca il doppiaggio in vigasiese, concamarisico, bovolonese. E se si annoia non fa zapping, ma “go fato motozappa”. Non siamo pronti. Non sono pronto. Poi io sinceramente i doppiaggi di merda li trovo solo nei B movie di Amazon Prime o Netflix.
Gran parte di quello che volevo dire in un commento ad hoc lo avete già detto voi.
Stima per George Rhomer che invita a esprimersi civilmente nei commenti e, sopratutto, espone bene la sua tesi, da cui traspare una chiara preparazione in materia. Non posso dire di essere d’acordo con quello che dice, ma vedo che sa di che parla e lancia anche la questione delle lingue che non conosce. Riguardo al quale: vedere film in idiomi non conosciuti può anche farci sentire più vicini al nostro nume tutelare John McTiernan, che mi risulta avere questa abitudine, ma è non solo una pratica pochissimo diffusa ma anche inconcepibile per i più. Può apparire interessante una volta che lo dici (ma secondo me la maggior parte delle persone ti vede come uno spostato) ma la vedo dura che possa fare tanti proseliti.
Vorrei aggiungere solo un’altra cosa: in molte comunità del mondo, la pratica del doppiaggio è vista non solo come un modo per agevolare la fruizione dei prodotti, ma anche come mezzo di affermazione culturale. Per fare un esempio, in Spagna esiste sia il doppiaggio in lingua spagnola che il doppiaggio in lingua catalana, fortemente voluto dai catalani stessi come un modo per valorizzare la propria identità (il rapporto fra i catalani e il governo centrale spagnolo dovrebbe essere noto a tutti credo). Lo stesso discorso vale per molti doppiaggi in irlandese/gaelico (su cui sono meno edotto).
E’ un discorso che vale anche per culture dove il doppiaggio non c’è ma viene invidiato a chi ce l’ha. L’anno scorso avevo letto di questi produttori che stavano organizzando un doppiaggio professionale in lingua Maori del “Re Leone”, lingua in cui non se ne fanno certo tanti di doppiaggi, e appunto è stato vissuto come un piccolo evento nei nativi di quella lingua.
E non dimentichiamoci dell’effetto a doppio taglio: se tanti italiani si vedono i film in originale per imparare il più delle volte inglese, è anche vero che tanta gente nel mondo che vuole imparare l’italiano si vede film doppiati in italiano.
Tutto questo per dire che le cose non sono così semplici.
Visto quanta gente si e’ vista squid game, direi che la prova sia superata e che la necessita’ del doppiaggio sia un falso problema dovuto all’ abitudine
Ho iniziato a vedere film in lingua dopo l’acquisto di un numero di Speak Up con la VHS di Matrix…rimasi scandalizzato dalla differenza percettiva tra il film in originale e il film doppiato, incluso il sound ambientale. Da allora fatico a vedere i film doppiati, compresi quelli indonesiani e infatti idue The Raid me li sono visti con i sottotitoli!
io litigo tutti i santi giorni su FB con tizi che citano frasi mai dette da attori ma appiccicate a cdc dai doppiatori per osannare dei film.
Il pueblo italico adora i doppiatori, adora il fatto che reinterpretino dei film come pare a loro. Come se un gallerista dipingesse una mela su un quadro perchè a lui piace così.
Non avresti speranze, il referendum non raggiungerebbe il 3% di quorum.
Dico la mia premettendo che non conosco l’inglese a sufficienza per poter vedere un prodotto parlato in tale lingua e riuscire a capirlo senza sottotitoli, figuriamoci altre lingue!
Quindi io sono per il doppiaggio a prescindere (limite mio, gusto mio).
Detto ciò mi capita di vedere prodotti in lingua originale, da anime a film non distribuiti in Italia, e ovviamente li guardo subbati.
I 2 problemi principali e in qualche modo simili dei prodotti sottotitolati sono: sincronismo e tempistiche.
Il primo caso è: testo di dialogo piuttosto lungo che però non viene pronunciato con la mia stessa velocità di lettura. Risultato: perdita della giusta enfasi e in qualche caso della giusta suspence.
Il secondo problema invece mi capita in particolar modo con le commedia. Mi viene in mente l’ottima serie VEEP in cui i dialoghi sono serratissimi e molto veloci e che con i sottotitoli paradossalmente perdono la loro efficacia comica.
Ovviamente c’è anche tutto il discorso del voler vedere un qualcosa per rilassarmi e con i sub diventa molto più faticoso.
https://youtu.be/26HpcATLLFg
…io a Virkola una possibilità ancora voglio dargliela: Hansel&Gretel non era malaccio!
Felice che Brendan Fletcher non abbia avuto la carriera stroncata dalla saga di Rampage (coi tempi che corrono non si sa mai…)
Doppio audio a scelta in cuffia pure al cinema, semmai.
Ché voi normovedenti non pensate mai che esistono persone (anche assai giovani) affette da dislessia oppure retinopatie o qualunque altra cosa impedisca di godersi un film sottotitolato, e li volete tutti relegati sul divanetto de casa.
No ciccini, anche gli sfigati hanno diritto alla sala buia.
Il tuo è un buon punto.
Non è buono, ma eccellente.
Oltre tutto, i sottotitoli ti impediscono di guardare attentamente la performance degli attori.
O si parla bene la lingua oppure si è costretti a guardare il film due volte, una per leggerlo, l’altra per vederlo.
Ci sono poi appunto delle persone con dislessia, deficit di attenzione, disabilità di varia natura, che sarebbero costrette a rinunciare anche all’aspetto sociale dell’andare in sala.
La qualità dei doppiaggi si è abbassata? Plausibile.
Ma allora non prendetevela con il doppiaggio, ma coi committenti che costringono tutti gli addetti ai lavori a rispettare tempistiche sempre più strette, per motivazioni tipo “doppiamolo subito per darlo in pasto al pubblico prima che XYZ venga piratato” (che tra l’altro è una stronzata enorme perché in verità la pirateria non incide veramente sugli incassi, ma CEO sono gente avida e fingono che sia vero il contrario).
Dobbiamo pretendere semmai che venga messo in discussione un certo modo di fare le cose e di conseguenza i contratti di doppiatori, traduttori, adattatori, direttori del doppiaggio, fonici etc etc.
No, dai, non difendermi l’attuale generazione di doppiatori-interpreti: ok che gli adattamenti saranno imposti e faranno tutti cagare, ma loro fanno tutti schifo come impostazione, e i peggiori sono proprio quelli che di mestiere fanno magari pure gli attori (clan Izzo, sto parlando con voi).
Hai idea di quali siano gli attuali tempi di lavorazione?
Io sì, perché con alcuni professionisti ci ho anche parlato personalmente.
E guarda caso, la qualità si alza vertiginosamente proprio quando gli vengono dati più soldi e più tempo.
Sono soprattutto quelle due cose a mancare, motivo per il quale negli ultimi otto anni Francesco Vairano credo abbia lavorato, come dialoghista e direttore, solo su una grandissima produzione: Gli Anelli del Potere.
Chi di mestiere fa anche l’attore ha una marcia in più rispetto ai colleghi, infatti chi calca di meno il palcoscenico e fa meno cinema risulta essere anche peggiore dei suoi colleghi, come dimostrano certi prodotti fatti in un certo polo del doppiaggio (indizio: non è quello romano).
Negli USA quando andavo al cinema chiedevo abitualmente per mia nonna gli occhialini che ti permettevano di vedere il sottotitolo in lingua di tua scelta. Era data come opzione per i non-udenti, ma e’ utilissima anche in altri contesti.
Più che l’abolizione del doppiaggio il vero progresso sarebbe che diventassero più comuni le proiezioni in lingua originale che si alternano con quelle doppiate. Attualmente sono poche (e neppure per tutti i film) nelle grandi città. Fuori dalle grandi città neanche a parlarne.
Io penso che chi difende il doppiaggio a spada tratta forse non abbia mai visto un film in lingua originale, altrimenti capirebbe l’enorme differenza che c’è tra le due versioni. E non è una questione di nerd, woke o altro, né di snobismo
Sono cresciuto con i film doppiati come tutti, nel 2008 scaricai “No Country for Old Men”, e da allora non riesco più a vedere nulla di doppiato. Perchè voglio sentire la voce dell’attore. Perchè cambia tono, inflessione, l’emozione trasmessa. Perchè un tempo non solo doppiavano, ma si inventavano anche di sana pianta i dialoghi (nella VO di Beverly Hills Cop non c’è un singolo riferimento al colore della pelle di Eddie Murphy). Perchè debbono anche riprodurre i rumori ambientali
Perchè passi al limite per un grande produzione anglosassone, dove magari ci scappano i soldi per un buon doppiaggio. Provate a vedere un film giapponese o koreano, provai una volta con Kitano, se me lo doppiavo da solo avrei ottenuto un risultato migliore
Si leggere i sottotitoli può essere faticoso, può distrarre in parte. Ma almeno ti guardi il film per come è stato concepito e realizzato. Altrimenti è come ascoltare una canzone rifatta da un altro: qualcuno spenderebbe mai soldi per un album, boh, dei Pink Floyd suonato da gente pagata 1000 euro a canzone?
Cinque alti e basta
No, ti LEGGI il film cercando di guardarlo, poi semmai lo ricominci guardandolo davvero e cercando di capire al volo anche quello che dicono, e nel mentre ti chiedi se davvero in tutto questo sei riuscito ad apprezzare tutte le inflessioni e gli accenti ecc che contraddistinguono l’audio originale dal doppiaggio, oppure se a questo punto tanto valeva semplicemente guardarlo doppiato senza sbattimenti e apprezzandolo uguale…
PS: che poi tanti dei film calciabili hanno “attori” che quando non si esibiscono nella loro specialità ma “recitano” hanno solo da guadagnarci dal doppiaggio XD
il problema di dover leggere il film si pone solo per film ultra verbosi e magari in lingue improbabili…se non si capisce mezza parola d’inglese e il film è tutto parlato vabbè inutile anche star qua a parlarne…poter scegliere sarebbe sempre meglio..ma da noi la scelta semplicemente non c’è
Certo che puoi scegliere, mica il doppiaggio italiano cancella dalla faccia della terra il film in lingua originale, solo non al cinema magari, ma è sempre molto di più della premessa da snob elitari del cazzo “la vogliamo smettere col doppiaggio?” comunque… da un lato c’è il non poter vedere il film in lingua originale al cinema, dall’altro il non poter vedere il film in italiano da nessuna parte.
al cinema (di quello si parla..a casa non rileva) da noi nn puoi scegliere e fine..sta cosa elitaria della lingua originale ve la siete inventata oggi…poi se non riuscite a cogliere un briciolo di provocazione e/o ironia nelle recensioni … che du palle ultimamente… altro che woke
guarda caso proprio questo film al cinema da noi c’è sia in italiano che in VO
vabbè…sei fratello di quello che contava gli incassi?
Mereghè, co ‘sta storia dei portatori di caffè o dei fratelli de…Io prodoppiaggio tutta la vita, per il semplice fatto che o sai tutto l’ inglese minuto per minuto, o inevitabilmente ti perdi pezzi di dialogo. E rischi soprattutto di non capire giochi di parole, proverbi, motti, che in inglese hanno un uso gergale comunissimo, ma in italiano no. E ti ritrovi a chiederti “perchè ha detto che la gallina in cucina non fa le trecce ai peli del buco del culo del mulo?” ( traduzione di antico proverbio inglese, che equivale al nostro “rosso di sera, bel tempo si spera”. fidati )
scrivo portatori di caffè per essere educato quando leggo “ragionamenti” ad minchiam…potrei scrivere altro … manon serve
Madaisu non ha detto cose ad minchiam. Ci ha preso, per me. Se non sai bene l’ inglese o qualsiasi altra lingua, e te lo guardi sottotitolato, non fai una buona visione. Guardi sotto ma ti perdi per forza qualcosa del resto che succede in alto, a meno che tu non sia “Mantenna, la spia con gli occhi ad antenna”. Io i film sottotitolati li guardo, per carità, ma preferisco farlo se è un film che in italiano so a memoria o se è una cosa che nei dialoghi non ha il suo punto di forza. The Human Centipede sottotitolato ce l’ ho fatta tranquillamente e mi sono goduto tutto il bendidio in alto. Se devo guardare Inception con gli spiegoni e guardare anche in alto, rischio di non ca…no, aspetta, non ci ho capito un cazzo neanche in italiano. Vabbe’, facciamo Filmconspiegoneascelta e chiudiamola così. George per me ha ragione quando dice che non si può valutare bene una performance se non la si guarda in originale. È vero. È una cosa che ho sempre detto a quelli che “Bob De Niro è un grande attore” e lo deducevano perchè fa le facce o perchè fa incasso. Ma l’ Italia non è pronta per i film solo in lingua originale al cinema.
capisco lo sforzo di leggere (normalmente, non tra le righe e nemmeno i sottotitoli al cinema) i commenti ma il discorso, a fronte dei deliri “elitari” , era semplicissimo: se oggi vado in una multisala standard ( non quella che per caso ha il film originale sotto casa sua, che non è campione rappresentatitivo del mondo) e voglio vedere un film in lingua originale perchè magari ne potrebbe valere la pena (Hateful 8, Bladerunner, Dune, per dirne 3 a caso che avrei guardato volentieri non doppiati) semplicemente trovo una proiezione su n (numero alto a caso)..quindi non c’è scelta.
Se uno non vede bene, se uno non capisce una mazza di inglese, se uno vuole sentire la recitazione di Pannofino, se non ha una gran coordinazione occhio cervello, se non ha sbatti ecc… invece non ha problemi…poi a casa il 99 per cento della gente si guarda la roba sottotitolata guardando il cellulare e il soffitto contemporaneamente e non si lamenta..però al cinema guai
Be’, Giorgione l’ ha buttata giù diversa: si parla proprio di tutto originale e non di ampliare la possibilità e basta. Che poi al cinema se vuoi vedertelo sottotitolato ma finisci nelle prime file, auguri: un torcicollo che neanche dopo una gangbang. Pensa che gli elefanti invece si arrangiano: ne ho visto uno ieri farsi un autosoffocone con la proboscide (senza sottotitoli). Ma vado fuori tema. Se invece mi dici di aumentare di 3 su N invece di 1 su N , te l’ appoggio e te lo spingo.
Il caffè.
e bravo che hai citato Beverly hills cop.
L’iconica risata di eddie murphy non esiste in LO. E’ un invenzione di tonino accolla.
tanto per dire come viene stravolto tutto dai doppiatori fin dall’epoca del muto.
Questo film ancora non l’ho visto ma vorrei esprimere una considerazione: è una mia impressione o si è venuto a creare una sorta di sotto filone cinematografico? No, perchè ricordo che l’anno scorso è stato Mel Gibson a interpretare un Babbo Natale in un film diciamo irriverente, e ricordo che qui sui Calci si è parlato di un film in cui il Babbo veniva preso e catturato.
Insomma, non è che zitto zitto si sta creando un nuovo sotto genere sotto il nostro naso? vabbè che, a naso appunto XD XD, questo film con Harbour pare guardare più a “Deadpool” che altro.
Certo, se devo pensare a uno sguardo eversivo su Babbo Natale, dipinto come disilluso, io normalmente guardo ai fumetti e eleggo “Manetta e L’indagine Natalizia” come storia preferita in merito
Sul doppiaggio… Io vivo all’estero e quindi non ho scelta. Dove sto io il doppiaggio non esiste.
Però signora mia i doppiaggi di una volta (e qui era tutta campagna…). Mi sono sparato tanti classici al cinema (i classici 400calcistici, ovvio), e devo ammettere che rivisti in originale non mi sono piaciuti. E poi alcune one liner in italiano spaccano davvero.
P. S. Mi riferisco a roba tipo Rambo, Commando, Terminator, Robocop, Detective Stone, Rocky, ecc. Questo tipo di classici.
Che poi George c’è un potenziale da sfruttare mica da scherzo: Santa Lucia. Un horror in cui la Santa cieca gira per le case e acceca i bimbi cattivi o quelli che cercano di vederla. Il protagonista sarà ovviamente un Fabrizio Bogoni qualsiasi, che crede molto a Santa Lucia anche perchè ha la madre ipovedente, finchè un suo compagno cieco e chiuso in sè stesso gli dice: ” Guarda che Santa Lucia è tua mamma”. Dramma. Il Bogoni torna a casa piangendo, vuole chiedere a sua madre se è vero che Santa Lucia non esiste, ma scopre cose ancora peggiori…Il budget sarà a offerta libera, l’ importante è trovare attori romani che sappiano parlare in veneto.
Un giorno ti racconterò nei minimi dettagli di quando mia sorella, a 6 anni e molto più sveglia di me, decise di piazzare delle trappole per Santa Lucia per vendicarmi, poichè il giorno 12 mi limitai ad aprire la finestra quando mia mamma mi disse “Guarda che c’è Santa Lucia in giardino” ,e come aprii mi beccai in piena fazza un’ arancia lanciata dal “marito” di Santa Lucia. E lo farò piangendo, sappilo. TVB
Non vedremo mai un “Lobo – Sangue a Natale”.
Come no?!
https://www.youtube.com/watch?v=4Ki-A4yOyH4&t=73s
Migliore storia natalizia di sempre! Grazie Simon Bisley!
su sta cosa della percezione del fattone della propria arte devo ammettere che io per anni ero convinto che da ubriaco mi uscivano idee musicale piú fresce, innovative e sopratutto belle fino a che non ho avuto la triste idea di registrarmi e ri ascoltarmi da sobrio :(
Boh, a me Wirkola piace. Ho apprezzato praticamente tutti i suoi film (in quanto roba divertente, non certo capolavori del cinema), in particolare il secondo Dead Snow e Seven Sisters. Noto, è vero, un certo imborghesimento recente (“lo spirito natalizio” qui va a pari passo con “l’amore coniugale” in “The Trip”, che pure partiva da un presupposto mica male).
Il doppiaggio, personalmente, mi ha salvato dalla vocina da papero di Marlon Brando. Quando l’ho sentito in apocalypse now non ci potevo credere, sembrava come se hulk si fosse abbassato i pantaloni mostrando un pisellino piccolo piccolo. Ed anche quella di Sorrentino mi sembrava una voce di Gibson che ne valorizzasse i personaggi piu’guasconi e matti. Punto di vista poco condivisibile ma tant’é. Con mio figlio invece ho visto the Croods 2 e avrei voluto fare causa. Il figlio o nipote di Gassman ed un’ altra stonata romana non me li spiego se non facendo cattivi pensieri
1 contro: mi chiamo paul, ve li fate da voi i vostri gol
1 pro: danko, nato stanco
La percentuale di fruizione in lingua originale sulle piattaforme è inferiore al 10%. Questo rivela quanto non sia vero che gli spettatori si stiano abituando a “scegliere” l’originale.
A me nn dispiace Wirkola ma è da horror comedy, certo non gli fai John Wick