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The Plane – La recensione

George Rohmer
di George Rohmer | 30/01/202317

Non è facile scegliere i titoli. Prendiamo ad esempio il titolo di questo pezzo: non è uno dei miei titoli migliori, lo ammetto. Però a sua difesa va detto che è un titolo meta, ironico. Nella tradizione delle nostre live ora vi spiego perché fa ridere: fa ridere perché è composto da articolo determinativo e sostantivo, esattamente come il titolo del film che vado a recensire, The Plane. Ed esattamente come il titolo del film che vado a recensire, è iper-generico. (Poi, ci sarebbe da fare tutto un discorso sul fatto che il titolo originale, “Plane”, per qualche strana ragione risulta meno generico di “The Plane”; vedete, bisogna sempre dare retta a Sean Parker.)

Non è facile scegliere i titoli, ma è estremamente importante e va fatto con cura. Perché, altrimenti, rischi di far passare il messaggio sbagliato. In questo caso, che The Plane, il film, sia generico quanto The Plane, il titolo. Ci avrei giurato che lo fosse, ma per fortuna non è così. Non è un film perfetto, non è un capolavoro che ricorderemo per sempre, ma è un onesto e solido action di 100 minuti che fa il suo dovere.

I protagonisti.

Gerard Butler interpreta Brodie Torrance, che con un nome così non poteva che essere un teenager ribelle nella Los Angeles degli anni ’50, e invece è un pilota scozzese, vedovo e padre dotato di un solidissimo codice d’onore che, a volte, lo ha spinto oltre la linea di ciò che la società ritiene accettabile. Da allora, Brodie sta facendo ammenda pilotando voli di seconda fascia, ma resta un pilota della madonna e un uomo tutto d’un pezzo. Brodie si ritrova a pilotare un volo notturno il 31 dicembre, e spera di tornare in tempo per festeggiare il Capodanno con la figlia. Peccato che un’avaria tecnica lo costringa a un miracoloso atterraggio d’emergenza in una non meglio identificata isola del Pacifico. Un’isola in mano a un gruppo di pericolosi guerriglieri che, nasato l’affare, decidono di rapire i passeggeri e l’equipaggio per chiedere un ingente riscatto. Starà a Brodie e Louis Gaspare (Mike Colter, il Luke Cage di Netflix), un prigioniero che stava venendo trasportato sul volo, salvare capra e cavoli.

La premessa, bisogna ammetterlo, non è per niente male, e per fortuna non è l’unica cosa buona del film. Tanto per cominciare, Gerard Butler si sta scegliendo davvero bene i ruoli ultimamente, e qui ci crede quel tanto che basta per donare al suo Brodie Torrance un’umanità e una vulnerabilità che lo rendono un eroe efficace. Quando arriva il primo scontro corpo a corpo con uno dei guerriglieri, brutale e caotico il giusto, Brodie tira fuori tutto il suo istinto di sopravvivenza e riesce ad avere la meglio. Ma la sua reazione, dopo aver strangolato il cattivone, è qualcosa che non si vede spesso in questo tipo di prodotto: Brodie è sconvolto all’idea di aver ucciso un uomo. Il fatto che abbia un background come pilota della RAF rende il tutto ancora più sfumato e interessante: siamo abituati a ex militari che hanno visto l’azione e sono già stati costretti a uccidere; Brodie invece era semplicemente un pilota e non ha mai dovuto farlo. Louis Gaspare è l’altra faccia della medaglia: anche lui è un ex militare che, al contrario, si è arruolato (nella legione straniera) dopo aver ucciso una persona, e ha un rapporto completamente diverso con la morte, nel senso che non esita a togliere la vita a qualcuno, se necessario. Sono i perfetti opposti da film e fanno un’ottima coppia d’azione, in cui i gesti contano molto più delle parole.

I cattivi.

Il problema di The Plane, se mai, è che è troppo “realistico” per il suo stesso bene. Ho messo la parola realistico tra virgolette perché, è chiaro, a questo punto del film abbiamo già assistito a un atterraggio di fortuna su una stradina in mezzo alla giungla di un’isola sperduta nel Pacifico. Però è vero che la sceneggiatura di Charles Cumming e J.P. Davis, e la regia di Jean-François Richet, autore di Blood Father, Nemico pubblico n. 1 e del remake di Distretto 13, fanno di tutto per non trasformare il film in Commando. Brodie e Louis devono lavorare di fino, stare nascosti, muoversi in silenzio ed evitare a tutti i costi lo scontro diretto. Non siamo nel mondo degli action anni ’80, ma in uno più adiacente al nostro. E, nella realtà, in due contro un esercito non potrebbero sopravvivere.

QUALCHE SPOILER…

Va tutto benissimo finché non arriva la svolta di trama con l’entrata in scena di una squadra di mercenari, giunti sull’isola per salvare i superstiti. Ed è qui che il film un po’ si smorza, perché la coppia Brodie/Louis si perde. Louis diventa solo un altro tizio che spara col mitra in direzione dei cattivi insieme ai mercenari, mentre Brodie assolve ad altri compiti da un’altra parte. Il buddy movie diventa un film di guerriglia e, perso l’elemento che lo rendeva unico, cioè questi due personaggi ben scritti e ben assortiti, e le loro tattiche e i sotterfugi per affrontare il nemico, The Plane diventa più… plain. Scusate.

FINE SPOILER.

I rinforzi.

Resta un buon film d’azione, che dura un’ora e quaranta ragazzi, da quanto tempo non ci godiamo più un film da un’ora e quaranta? Non è un caso che Richet abbia diretto il remake di Distretto 13: nella premessa dell’uomo di legge (che qui è un pilota, ok, ma ci capiamo) costretto ad allearsi con un criminale per fermare un male più grande c’è tanto Carpenter e c’è tanto western*. E va bene così.

DVD quote:

“L’action.”
George Rohmer, i400Calci.com

>> IMDb | Trailer

*Ironico che Gerard Butler abbia già calpestato questo stesso terreno, ma dall’altra parte della barricata.

George Rohmer
Autore del post: George Rohmer
"Ne me quitte Bub"
D
k

tags: brodie torrance Charles Cumming daniella pineda Distretto 13 film il cui titolo italiano aggiunge il the al titolo originale gerard butler i film da un'ora e quaranta i titoli sono importanti j.p. davis Jean-François Richet john carpenter osserva compiaciuto leonida e luke cage mike colter paul ben-victor sean parker aveva ragione the plane tony goldwyn

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17 Commenti

  1. Past 30/01/2023 | 10:17

    praticamente il cinema a medio budget di successo è tutto sulle spalle di butler, se no sono solo blockbuster o horror e vari a budget quasi zero.

    Rispondi
  2. tommaso 30/01/2023 | 10:54

    Cavolo, me l’avevi quasi venduto, ma poi lo spoiler mi ha ucciso quel po’ di vago interesse: la tragedia dei terzi atti mandati in vacca e’ la tragedia del cinema di genere medio degli ultimi dieci e piu’ anni.

    Rispondi
  3. Adolf Hit-Girl 30/01/2023 | 10:57

    La vecchia di sopra sta passando il marchingegno che usa per pulire casa: un cingolato della seconda guerra mondiale con un panno swiffer attaccato alla botola di emergenza. Non sento un cazzo di quello che scrivo, ma proviamoci lo stesso: io a questo film darò fiducia, perchè ormai Gerard è il mio attore da cestone preferito, in entrambi i sensi. Il primo è attore da cestone preferito, proprio come attore; il secondo è attore da cestone preferito inteso come cestone preferito, che è il secondo del grande negozio del centro commerciale in cui i dvd vanno dai 7,99 ai 9,99 max. L’ altro cestone ha roba dai 2 ai 4,99, e sono dvd in cui Gerard non spara: 300 e 300 cofanetto doppio. Ieri sera mi sono visto quello in cui gli rapiscono la moglie e lui fa tutto di testa sua, con un anticipo di 6 minuti sulla Polizia, che quindi ne esce bene. Orbene, al netto del fatto che il film ha la più brutta splosione in cgi tra tutte le splosioni in cgi ed è un pregio rispetto al resto del girato, mentre guardavo la pellicola mi è partita la multipupillodistractomia sul fisico di Gerard e la sua inevitabile decadenza come eroe action. E qui mi è partito un pensiero, una convinzione, che magari non sento proprio al 100% ( maledetta vecchia col cingolato) ma al 70 ci arrivo: Gerard ormai è forse destinato a fare il ruolo di quello che sta a metà tra impiegato del catasto a Busto Arsizio e Navy Seal cazzutissimo a (inserire posto molto brutto ma in cui un Navy Seal ci sguazza), proprio per quella decadenza che stanno subendo i suoi bicipiti e la sua fazza. Quindi Gerard è un po’ tutti noi, che siamo stati Navy Seal cazzutissimi in gioventù e ora ci imboschiamo nei catasti di tutto il mondo, ma nei momenti in cui è richiesto (tipo quando ci rapiscono la moglie ma poi ce la rendono gratis perchè una cagacazzi del genere…) ci si attiva la memoria del muscolo. Vedrò anche questo, perchè mi sto rendendo conto che Gerard è uno di me, che sono uno da cestone, che se tornasse single potrebbe essere tirato sù solo da una disperata con pochi soldi e voglia di divertirsi in maniera ignorante per un’ ora e quaranta. Grazie della rece, buon George, ma ora rispondo alla vecchia con un album dei Dry Cleaner, che è la roba più potente(?) che ho in collezione e spero che la vecchia sforzandosi di udire qualcosa recuperi qualcosina e si renda conto che il cingolato swifferato può nuocere al lavoro del mio otorinolaringoahia.
    (forza gerard, ritorna agli steroidi as soon as possible e la vita tornerà a sorridere)

    Rispondi
    • Diegetico 31/01/2023 | 22:27

      “Non sento un cazzo di quello che scrivo” te la rubo.

    • Adolf Hit-Girl 02/02/2023 | 11:05

      Siccome è roba mia, non chiedo una citazione, ma solo mettere l’ icona * (asterisco) dopo “scrivo”. Così uno poi scende sotto per vedere a cosa porta l’ icona e non trova nulla, facendosi quindi grandi domande esistenziali. Grazie*

    • Kits but can change it if unapropriate 05/02/2023 | 16:19

      hahah mi hai fatto venire in mente tanti anni fa durante una partita di ad&d a casa di un amico a un certo punto, non ricordo bene neanche perchè, avevamo iniziato a battere i pugni a ritmo sul tavolo della sala (probabilmente stavamo gentilmente esigendo che l’ospite ci portasse da mangiare) ma insomma il giorno dopo la vicina di sotto chiese spiegazioni alla madre del mio amico perchè aveva “sentito atterrare un elicottero” al piano di sopra…

  4. Landis Buzzanca 30/01/2023 | 12:59

    decisamente comprato, ma…

    …davvero la trama dipende da “il volo X ha un’avaria e casca sull’isola dove *casualmente* comanda un gruppo di pericolosi guerriglieri”?

    (ok, ok, sto a guarda’ er capello, però crishto la pigrizia)

    Contento di vedere Mike Colter in un action, dovrebbero dargliene di più!

    Rispondi
    • Adolf Hit-Girl 30/01/2023 | 18:32

      La solita penisola gestita da mafiosi in usufrutto con altra brutta gente non era disponibile causa evento canoro.

  5. Marsellus Wallace 30/01/2023 | 19:49

    La peggior vaccata a mia memoria la fece la distribuzione italiana del superbo “Layer cake” (tanto il film quanto il titolo) che credendo che l’originale fosse troppo evocativo ed elucubrativo per un film che “se spara”, pensò bene di venir incontro alle nostre facoltà mentali sostituendolo con l’insulso ma altrettanto anglofono “The pusher”.

    Rispondi
    • tommaso 31/01/2023 | 08:26

      Per altro nello stesso periodo in cui usciva la trilogia Pusher di Refn, tanto che per anni io stesso ho creduto che il film con Craig fosse il solito istant-remake americano di un prodotto europeo.

      Oh, ma la tradizione dei titoli da/di/per mentecatti non c’entra nulla con l’attuale disaffezione per il cinema degli italiani… certo, come no?! Anzi, ogni tanto mi sento dire che i distributori italiani sanno il fatto loro e certe scelte sono sensate. Infatti vediamo i risultati.

    • GIOCHER 31/01/2023 | 09:45

      E nessuno che ammetta sia “Sully meets ConAir”
      Per questo funzia

      ( se ho capito bene: il titolo originale é Plane e qui in Italia hanno aggiunto il The davanti? )

    • Marsellus Wallace 31/01/2023 | 12:36

      Tommaso, Layer cake è un film inglese, quindi de facto è anche europeo. Ma ammetto che dopo la brexit faccio un po di casino anch’io ;)

  6. GIOCHER 31/01/2023 | 09:48

    E nessuno che ammetta sia “Sully meets ConAir”
    Per questo funzia

    ( se ho capito bene: il titolo originale é Plane e qui in Italia hanno aggiunto il The davanti? )

    Rispondi
  7. Oliver Die Hardy 02/02/2023 | 09:47

    Sicuramente al passo con i tempi: la squadra che arriva a coprire le spalle all’Eroe per pareggiare la disparità numerica non è più il 7mo Cavalleggeri, non è più una pattuglia di Berretti Verdi, non è più un generico manipolo di militi yuessei ma è direttamente un team di mercenari (pardon: Security Contractors).
    Contemporaneo!

    Rispondi
  8. Gigi Proiettile 05/02/2023 | 20:07

    ‘Brodie (Brodie), guarda questa che body-e’

    scusate

    Rispondi
  9. Il Mastodonte dei Giovi 14/02/2023 | 08:08

    Gerard Butler è sempre piú Bertolino.

    Rispondi
  10. Il mastodonte dei giovi 14/02/2023 | 08:12

    Film dozzinale da pescare nel famoso cestone con gadget 1 euro ed espadrillas spaiate.

    Rispondi

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