Quando uno come David Cronenberg decide di chiudere un cerchio della sua impareggiabile carriera riprendendo spunti e titolo da un suo cortometraggio degli inizi, è il segnale per far partire la retrospettiva. E noi, puntualissimi, rispondiamo. Seguiteci nel nostro nuovo, imprescindibile speciale: Le basi – David Cronenberg.
Un po’ il classico film di sesso e lamiere.
Del resto dove vuoi andare dopo Inseparabili, La mosca e La zona morta e poi Il pasto nudo? Se si volesse procedere e aumentare la posta in gioco, se si volesse raccontare ancora qualcosa di significativo sul rapporto tra carne e mondo moderno non si potrebbe che finire in zona Tsukamoto, cioè lavorare con il metallo. Però Tsukamoto ha il terrore del metallo, del cemento e di tutto quello che è duro e freddo rispetto a quello che è caldo e morbido (la carne). Cronenberg invece ne è attratto. Non pensa come Julia Ducournau che il metallo sia la parte migliore di noi, che possa migliorare e completare l’uomo. Lui vuole solo scoparselo, ne è solo e semplicemente sessualmente attratto. Niente di strano.
Dunque prima di arrivare a fare sesso con i joypad in eXistenZ, facendosi penetrare dai cavi, arriva a fare sesso con le lamiere se non proprio con le auto. Per farlo è obbligato a scrivere una storia, cosa che non interessa a nessuno figuriamoci a lui. Ma tant’è. Quindi c’è un regista che ha un incidente nel quale finisce tramortito ma, tra le lamiere dell’altra auto, vede Holly Hunter strapparsi un pezzo d’abito e rivelare una tetta. La cosa lo turba e sconvolge più del rischio di morte. Scopre di essere attratto sessualmente dalle auto e dalle auto danneggiate, dalle lamiere piegate e le carrozzerie abbozzate. Così inizia a frequentare gente che per lavoro ricostruisce e replica incidenti famosi, pensando che siano palesemente anche quelli dei malati di incidenti e, colpo di scena (no), lo sono!!! Da lì in poi è tutto un incidente pieno di passione. Incidenti a cazzo duro. Letteralmente!
Gli incontri (o scontri ahahahah!) e i rapporti sessuali sono sempre più estremi tra amanti del radiatore bagnato e del parafango turgido. Ad un certo punto viene coinvolta anche Rosanna Arquette con dei tutori alle gambe per via di un incidente che le ha rese non perfettamente funzionanti. Mezza essere umano, mezza cicatrice, mezza metallo. Così il protagonista scopre definitivamente che anche le cicatrici umane lo eccitano e parte tutto un parallelo tra le fessure del corpo e le fessure delle auto. Cicatrici che paiono vagine in cui desidererebbe tantissimo entrare. Uno di questi malati di incidenti alla fine andrà troppo in là e ci sarà una specie di inseguimento con lui assatanato e il regista che in fondo, nonostante l’eccitazione, preferirebbe vivere.
Qualcuno aveva mai filmato una cosa simile? No. All’epoca lo sdegno fu pari all’entusiasmo. Crash è uno dei film in assoluto più facili da rigettare. Non ha una trama, non ha un intreccio, i personaggi sono praticamente inesistenti e tutto è un pretesto per la perversione di sesso&lamiere. Se non siete interessati a questo (che non capisco come possa essere!) beh allora il film ha poco da dirvi. Se invece siete interessati è uno dei documenti più assurdi e spiazzanti che parla, per analogia, del rapporto dell’uomo con lo scenario moderno (in cui auto e metallo regnano), di come ci viva e di come questo prometta ibridazioni e stimoli la carne invece di limitarla (come avviene invece nei film di Tsukamoto).
Lo capite subito, dall’inizio, quando una donna esce una tetta per poterla spremere contro la lamiera di un piccolo aeroplano e poi viene posseduta. In quel capezzolo su lamiera c’è tutto come solo Cronenberg lo può filmare, cioè come fosse un buon porno. È solo un’anticipazione ovviamente perché poi ci saranno momenti di incredibile capacità filmica in cui riprende un atto sessuale dentro un autolavaggio. L’eccitazione durante la chiusura delle portiere e poi i paralleli tra il petting e i passaggi del lavaggio, le pezze bagnate di sapone che strusciano l’auto da fuori e i getti d’acqua finale come fossero l’orgasmo. Sesso a tre (due persone e un’auto) che si chiude con una mano sporca di seme che si pulisce sulla pelle di un sedile.
È ovviamente un film intero di auto stuprate (perché loro, ahimè, fanno ben poco), in cui si guardano e si sentono le lamiere mentre si guarda e sente la carne prima di penetrarla o penetrare delle cicatrici (momento altissimo per il cinema tutto). Videoarte mascherata da film, in cui la logica non conta niente e l’intuizione è tutto. Però è qualcosa di fuori dall’umano, in cui ogni elemento è ripreso non per quello che è davvero ma per quello che può suggerire di essere. E noi, pubblico, lo capiamo al volo, come fosse sempre stato naturale scoparsi un’auto in un autolavaggio o guardare a lamiere contorte e pensare a quanto siano eccitanti le cicatrici giganti. Ancora di più, in Crash ad un certo punto Cronenberg ci porta in bici senza rotelle tenendoci per il sellino così a lungo che quando compare la grossa cicatrice di Rosanna Arquette pensiamo che sia lui a sostenerci e dirci che paiono le labbra di una vagina e invece ci ha lasciato andare da un po’ e stiamo andando da soli, l’abbiamo fatta noi l’associazione, indipendenti e finalmente dentro il mondo delle cicatrici da scoparsi in auto.
Dvd-quote suggerita:
“Gente che ci gode a fare gli incidenti”
Jackie Lang, i400calci.com
Giusto fare il rompicazzo, ma almeno citare che il film è tratto da Crash di James Ballard, in cui teorizzava che gli incidenti d’auto x l’uomo del ventesimo secolo erano una nuova forma di sessualità. Il libro perfetto da adattare x Cronenberg, chi altri poteva farlo?
Mi sbaglierò, ma in questi anni venti ormai inoltrati, questa cosa degli incidenti e delle auto non mi pare invecchiata benissimo
Non capisco bene se questa idea era proposta come duratura nel tempo o se era vista come il futuro, ma nel caso non mi pare ci abbiano proprio azzeccato: mi sembra che il rapporto con le autovetture sia cambiato rispetto a 30 anni fa
Non riesco a credere che il captcha mi abbia chiesto di selezionare le auto per il commento qui sopra !!!!!!
Hahah pure a me
Credo sia l’unico libro di Ballard che mi abbia ucciso di noia. Non sono riuscito ad andare oltre il 30%.
Cronenberg alla stato puro. Decisamente oltre Videodrome (la nuova carne recentemente ripresa da se stesso in Crime of the futures).
Freddo, misurato, estremo.
E, sì: avresti dovuto scrivere (e conoscere) che il film è derivativo da “Crash” di Ballard (in allora già citato dal duo Tamburini / Liberatore nel loro fumetto Ranxerox).
Probabilmente se avessi letto Crash non avresti recensito così superficialmente.
Ero andato a vederlo al cinema con la mia ragazza, ed entrambi lo avevamo trovato strepitoso, pur essendo tra quelli a cui delle auto non importa proprio una mazza. Film per tutti. Tutti quelli che ci capiscono di cinema…
Giusto per completare la (magnifica) recensione, vorrei ricordare che in più occasioni per manifestare la propria smisurata ammirazione per il regista canadese, Tsukamoto si è definito “figlio di Cronenberg”.
P.S. (OT)
Non so se i pregiati autori seguono la serie tv “The Last of Us”, ma vedendola non ho fatto a meno di pensare alla recensione apparsa in questo sito di “Uncharted”, quando si dice che avremo delle buone trasposizioni di videogiochi quando chi le farà smetterà di vergognarsi del materiale originale, come accaduto coi fumetti. Beh, alla fine è successo.
i 400 calci vedono il futuro
Avete ragione.
Considerando che il gioco stesso e’ gia’ il miglior film di se’ stesso, (come Uncharted, del resto) e scusate il gioco di parole…hanno fatto un ottimo lavoro.
Uno dei miei film preferiti di sempre, Top 5 sicuramente.
Altro romanzo maledetto, altro capolavoro.
Qui Cronenberg dipinge il suo quadro piu’ cinico, crudo e ferocemente nichilista.
Non che il materiale di partenza fosse un inno alla gioia, ma puntava decisamente piu’ sul torbido.
Qui gli scoppiati che rappresenta paiono l’ultimo branco di superstiti di un’umanità ormai allo sfascio e alla deriva.
Certo, ci sono anche gli altri. Ma sembrano fugaci come ombre.
Fantasmi, che si notano neanche. Men che meno ci fanno caso i protagonisti, tutti presi dalle loro morose imprese.
Nulla ha piu’ senso. Al punto che per sentire qualcosa non rimane che sfrociarsi a 200 all’ora. E se la si scampa lo si fa solo per trombare li’, sul posto, tra lamiere e rottami. Totalmente incuranti di ferite, traumi, fratture e lacerazioni varie.
Certe scene causano malessere fisico, davvero.
Complice anche il fatto che il gruppetto si trasforma ben presto in un ammasso di mutanti bio-meccanici, strapieni di tutori e protesi per sorreggere i loro corpi storpiati e tumefatti a suon di schianti.
Emblematico l’inseguimento finale.
Che stanno facendo, quei due?
Vogliono fuggire? Vogliono godere? Vogliono morire?
E chi lo sa.
I miei amici con cui condivido la passione per il cinema (ma con film decisamente piu’ canonici) pellicole cosi’ le hanno sempre bollate come roba buona giusto per farsi le seghe mentali.
Direi che hanno ragione. Ma e’ stato un vero piacere, spararsela di gusto.
La mia impressione e’ che con questo Cronenberg abbia toccato vette mai piu’ raggiunte.
Ormai non gli rimaneva che girare American Psycho.
E infatti
Pare che dovesse toccare a lui, stando a quanto ho letto.
Un altro rammarico di questa vita. Insieme allo Spider-Man che NON ha girato Cameron e al Resident Evil che NON ha girato Romero.
Il fatto è che se lui avesse girato American Psycho probabilmente non avrebbe segato le parti in cui “le potai i capezzoli con una forbice” presenti nel libro. Rispetto al libro, quello che si è visto al cinema è un programmino per bambini. Ma a dire la verità, nel libro non trovo neppure spunti così interessanti riguardo alle metamorfosi/mutazioni che da sempre interessano Cronenberg.
Beh, pur di vedere cosa tirava fuori mi sarei anche accontentato di un “banale” lavoretto su commissione.
Ricordo che all’epoca il film segnò una piccola pagina di storia della critica cinematorgrafica, almeno in Italia: molte discussioni tra i critici da rivista specializzata (Cineforum, Duel, Segnocinema, …) e i quotidianisti, con i primi che accusavano gli altri di incompetenza per presunta incapacità di capire il valore del film, e i secondi che accusavano i primi di affezionarsi per snobismo a un’opera ermetica.
Vide giusto chi colse il valore di Crash, che paradossalmente a 30 anni di distanza è ancora avanti con i tempi…
Lo vidi al cinema perché all epoca cronenberg non me lo perdevo. Non mi piacque . Non mi ricordo praticamente nulla ma non ho la minima intenzione di rivederlo bob
Difficile capire il senso della recensione, se non a prenderla come un gioco. Il film è semplicemente il migliore di Cronenberg assieme a Cosmopolis e a Dead Ringers. Videodrome, tanto amato, sta un po’ sotto.
A me pare chiarissima
semplicemente in base a?
Secondo me il più amato dalla fanbase di questo sito è existenz.
Cosmopolis? Serious? Boh, forse ho visto un altro film
Senza far troppi panegirici e raccomandazioni di stampo caricaturiale. Già solo il monologo del personaggio di Koteas, sulla morte di James Dean è cinema puro. Il resto vien da sé
Se Videodrome aveva visto i successivi 40 anni del rapporto tra essere umano e mass media, questo fa lo stesso anche se anziché i mass media e il rapporto dell’uomo con sé stesso. Film IN CRE DI BI LE