La prima cosa che ho pensato quando ho visto la locandina di Missing è stata “ma questo non era già uscito due anni fa? 🤔🤔🤔” (e sì, l’ho pensato con anche le emoji) perché in realtà stavo pensando a Searching — sbagliando anche in questo caso perché in realtà è uscito non due ma ben 5 anni fa! Ma quanto è vero il detto che sbagliando si impara, non ci ero andato poi così lontano: Missing e Searching sono in effetti uno il seguito spirituale dell’altro o, se vogliamo usare un’espressione un po’ oscura che di questi tempi non si sente molto spesso, fanno parte (insieme a un terzo film, Run) dello stesso universo cinematografico condiviso.
La premessa di Missing è praticamente identica a quella di Searching, e infatti i due sceneggiatori del primo film, Sev Ohanian e Aneesh Chaganty, sono segnati come co-autori del secondo; i registi di Missing, gli esordienti Nicholas Johnson e William Merrick, erano i montatori di Searching e di Run; Searching e Missing sono inoltre prodotti dalla stessa persona, la divinità kazaka del caos Timurbekmambetov. In Missing, infine, si fanno alcuni riferimenti a eventi accaduti in Searching e in Run.
In tutto questo io ho visto Searching e Run? No. Me ne fotte qualcosa e/o mi serve per poter parlare di Missing? Nemmeno. Ma mi sembrava una curiosità simpatica con cui iniziare. O magari siete tra quei completisti che non hanno ancora visto gli ultimi 23 film Marvel perché devono prima finire Agents of S.H.I.E.L.D. e in tal caso vi ho messi in guardia: IN GUARDIA!
Ora, quando dico che La premessa di Missing è identica a quella di Searching, non sto esagerando, è letteralmente la stessa ma a ruoli invertiti: se nel film del del 2018 un padre vedovo si metteva alla ricerca della figlia scomparsa, in questo una figlia orfana di padre si mette alla ricerca della madre sparita durante una vacanza col nuovo fidanzato. In entrambi i casi la polizia è di poco o nessun aiuto e tutto quello su cui possono fare affidamento i protagonisti per riabbracciare i propri cari sono le tecnologie a disposizione di ogni persona comune: posta elettronica, social, cronologia di internet eccetera. Entrambi i film iniziano addirittura nello stesso modo (lo so perché ho letto la recensione di Casanova): una serie di video, mail, telefonare, auto, viaggi e fogli di giornale raccontano la vita idilliaca di una famiglia perfetta finché il genitore X non si è ammalato e morto lasciando soli e un po’ alienati gli altri due.
Ma, soprattutto, entrambi i film hanno interamente luogo sul desktop di un computer – cosa che una decina d’anni fa era ancora una trovata figa wow siamo nel futuro questi compiuters eh signora mia?, ma oggi è un format con tutti i crismi e anche un nome, lo screenlife movie, con le sue regole e i suoi padri fondatori (il sopraccitato Timurbekmambetov), buono per l’horror come per la commedia e, come ogni cosa su questa verde terra di Dio, soggetto a risultati altalenanti a seconda di quanto è brava la persona che ci sta dietro.
Tutto quello che vediamo, dicevo, per l’intera durata del film, è ciò che una persona può vedere al computer: siti, app di messaggistica, videochat, social, VPN, mappe… C’è tanto voiceover perché mi hanno detto che ora gli adolescenti si mandano i vocali e se un personaggio si vede in faccia dev’esserci un motivo sensato perché stia usando una webcam. Il concetto di montaggio è abbastanza stravolto e i movimenti di macchina sono spesso letteralmente i movimenti del mouse che sposta una finestra che stava in mezzo al cazzo per fare spazio a un’altra. La differenza tra regista, montatore e videomaker non è mai stata più sottile e capite anche voi che, anche se esistono una serie di escamotage che sono ormai codificati, è ancora una bella sfida raccontare un’intera storia così. Per cui la domanda che è più naturale farsi è: riesce Missing a tenere alta l’attenzione dello spettatore per un’ora e 50 o ci spareremo nelle palle prima?
Vi voglio troppo bene per tenervi sulle spine: sì, ci riesce. Incredibilmente. Il rischio di diventare una colossale, ripetitivissima rottura di cazzo dopo 15 minuti era dietro l’angolo eppure non ha un solo momento di stanca. Parte del merito va all’attrice protagonista, Storm Reid (se guardate i telefilms più cool dovreste averla vista in Euphoria e nell’episodio 7 di The Last of Us), che si carica sulle spalle la quasi totalità del film, e a una trama orgogliosamente soap per la quale non c’è colpo di scena troppo stupido per non essere usato. Tuttavia, almeno per quel che mi riguarda, i pregi più grossi sono altri due.
Il primo è la varietà di trovate messe in pratica per far progredire la trama. Banalmente, che cazzo mi invento per continuare a far succedere cose senza che la protagonista alzi il culo da davanti al computer per quasi due ore. E qui Johnson e Merrick (che oltre che registi sono sceneggiatori) tirano fuori dal cilindro una quantità di idee ingegnose che trasformano limiti insormontabili in punti di forza. Ve ne dico una perché è la più simpa: nella prima parte del film le ricerche di ‘sta madre dispersa si concentrano in Colombia, ma come fa la figlia a indagare senza muoversi dalla sua cameretta? Va sull’equivalente colombiano di TaskRabbit e assume un tuttofare del posto, tale Javi (Joaquim de Almeida, il cattivo di Fast Five!), e lo manda in giro per Cartagena a parlare con la gente e raccogliere indizi. Apparentemente Javi assolve al doppio ruolo di tizio che fa fisicamente le cose che non può fare la protagonista e interlocutore con cui la protagonista può confrontarsi (indispensabile in ogni giallo). Pian piano, però, si rivela un personaggio vero e proprio, con una personalità, una storia, una serie di motivi per fare quello che fa – insomma, non un plot device con le gambe, ma un elemento in più che arricchisce il racconto.
L’altra cosa è che, al netto di qualche inevitabile forzatura, il film è estremamente verosimile nel suo ritratto della tecnologia e delle persone che usano la tecnologia. Si vede che Missing è stato scritto da qualcuno che conosce i compiuteirz, non per forza smanettoni, ma comunque non gente che crede che digitando molto in fretta si entri nella realtà virtuale di Tron con le scritte verdi che ti sfrecciano intorno e sconfiggi i virus lanciando onde energetiche di codice. E questo, cazzate a parte, favorisce l’immedesimazione indispensabile affinché una storia del genere funzioni, non tanto perché anche noi abbiamo perso i genitori in Colombia, ma perché tutto quello che succede risuona immediatamente con la nostra esperienza di tutti i giorni. Missing ti fa dire di continuo “ahah anche io avrei fatto così” o “ora mi do fuoco” fino a “guarda sto babbo che non ha messo l’autenticazione in due fattori su Gmail”.
E poi non odiate anche voi quando nei film la gente cerca le cose su Google ma non è Google, è una roba tipo “Best Internet Search Device” ma con la grafica e i colori di Google? Mi sono sempre chiesto se è una questione di soldi o di (inspiegabile) pudore, comunque Missing ‘sti problemi non se li fa. Si usano Siri, Google Maps, Spotify, l’Apple Watch… c’è pure una scena in cui Javi dice “ma io non ho FaceTime, scaricati Whatsapp come i cristiani” e devo dire che in quanto persona che vive fuori dagli Stati Uniti mi sono sentito finalmente vendicato.
In soldoni, il bello di Missing è che non tira i remi in barca solo perché ha un’idea figa di messa in scena. Non avendo visto Searching non sono in grado di dire se è uguale, superiore o inferiore al suo predecessore, ma si sforza di fare bene tutto e questo non era per niente scontato (di sicuro non me lo aspettavo io) per un thriller da cestone a basso budget con tre attori. Se devo trovare un difetto a tutti i costi, ma qui si rischia di andare nel filosofico e preferirei non assumermi questa responsabilità, magari non è proprio incoraggiante la naturalezza con cui un film del genere dice “beh dai, meno male che in caso di emergenza si può violare la privacy di pressoché chiunque senza essere la CIA”. Ma che volete farci o, come dicono i giovani: 🤷🤷🤷
Streaming quote:
“Finalmente un film che ha il coraggio di dire che solo i matusa usano Facebook”
Quantum Tarantino (non un matusa), i400calci.com
Wow! Bella recensione, che mi ha messo voglia di recuperare la trilogia e mi ha fatto scoprire cose nuove: il termine screenlife movies, per esempio, di cui ricordo che , appunto, era uscito qualche timido esponente anni fa, ma vedo che evidentemente continua ancora e sembra essere un sottogenere consolidato, o non gli avrebbero dato un nome e quelli che leggo essere “escamotage codificati” .
La sparo: diventerà un filone come I found footage? The next big thing?
E mi devo informare su cosa sia questo TaskRabbit
In generale: ottimo pezzo, ben scritto e soprattutto obiettivo è ben piantato nella realtà, abile anche a fare divulgazione senza essere saccente. Avercene!
task rabbit è un servizio di tuttofare: ti scarichi l’app, scegli la categoria (pulizie, trasloco, montaggio mobili, cose così..) e ti mandano a casa uno che ti fa sti lavori, paghi online e recensisci il tipo. è auspicabile che esista un servizio del genere, andando ad alimentare la macchina della gig economy e dei lavoratori privi di tutele e in balia delle recensioni di qualsasi stronzo? no, ma non è questa la sede per parlarne.
sulla possibilità che lo screenlife movie diventi un filone: per essere un filone, lo è già. pervasivo come i found footage? non credo perché comunque è più sbatti fare un film così che riprendere male in soggettiva uno che scappa da un mostro che non si vede per un’ora e quaranta.
Nel filone found footage
Archive 81 qualcuno l ha visto per caso
Archive 81 non è un found footage, ma una serie in cui il protagonista trova un footage :) Davvero, non è la stessa cosa è l’ho trovata un’intelligente variazione sul tema ff.
Searching non era male, e in generale questo filone screenlife movies (mamma mia che terminone) mi sembra che stimoli un po’ la creatività di chi li gira.
Ah ma quindi Run è già uscito? Merita?
ho letto il riassunto su wiki e mi ha fatto sbadigliare, ma son gusti
Se è quello con Sarah Paulson ( american horror story) è una stronzata.
Sto missing non so ,io hp visto questo di missing ed è una bomba https://m.imdb.com/title/tt15482370/
Un filmetto giallo per adolescenti girato con 1000 lire. Il Cinema è un’altra cosa. Stiamo scivolando…
Per Searching ero talmente in hype che rapii nel sonno Dumbolika per portarla all’ ultimo spettacolo. Le dissi “Questo film è una bomba!”. Lei dormì tutto il tempo, io mi divertii un casino perchè era come un film coi sottotitoli che comparivano ovunque sullo schermo. Ad un certo punto sono impazzito e sono corso verso lo schermo e ogni volta che appariva la finestrella di un messaggio cercavo di colpirla con la scarpa, tipo quel gioco che si fa in sala giochi col martello di gomma. Poi Dumbolika mi ha svegliato chè eravamo gli ultimi della sala e siamo andati a farci un cheesburger dallo sporco. L’ ho rivisto con calma tempo dopo e niente, un 7- gliel’ ho dato. Ripeterei l’ esperienza con questo Missing? Sì, ma stando sul letto, pc in mano e non muovendomi di un metro, che secondo me la figata del primo erano tutte quelle finestrelle a schermo, però ormai mi sa che visto il primo visti tutti. Ma, lo stesso, mi hai convinto. Bravo.
Bella rece ma io che sto h24 (bella espressione eh?) davanti a uno schermo di computer, col ca**o che mi guardo un film dove si vede tutto il tempo lo schermo di un computer. Che poi non oso immaginare che cosa accade se uno se lo guarda sul compiuter, cioè non gli viene da cliccare per chiudere le finestre o aprirne altre?
è esattamente come l’ho guardato io e: sì.
Tutto bello (pure npò palloso) ma n’ho capito che c’entra co cinema di menare e da combattimento sto film, che ve stà a prende il morbo da hipster ? Dai su.
A me è piaciuto. Non un capolavoro, ma esattamente come Searching hanno sfruttato bene il mezzo.
La ragazzina è una vera investigatrice privata!
Mi ha tenuto letteralmente incollato per tutta la durata.
Archive 81 non è un found footage, ma una serie in cui il protagonista trova un footage :) Davvero, non è la stessa cosa è l’ho trovata un’intelligente variazione sul tema ff.