Avete mai guardato il Dave Chappelle Show?
Non vi giudico. Non me lo dite se non me lo volete dire.
Uno degli sketch più popolari di Dave Chappelle era la sua imitazione del rapper Lil’ Jon, che consisteva nel fatto che Lil’ Jon punteggiava ogni suo brano con grida enfatiche di “YEEEAH!”, “WHAT???” e “OKAAAY!”, e sembrava che i testi delle sue canzoni non contenessero altro. Per cui Dave si immaginava sprazzi di vita quotidiana di Lil’ Jon in cui qualsiasi cosa succedesse lui rispondeva solo con quelle tre parole.
2014: arriva John Wick, e si potrebbero fare sketch identici.
È un bel personaggio John Wick, c’è poco da fare.
Parla a monosillabi, ma non sono le frasi minacciose di Stallone né i one-liners di Schwarzenegger.
Non vuole impressionare o intimidire: è una persona semplice, tutto lì.
“Yeah”. “Maybe not”. “I need a gun”.
Parla come uno che non ha pensieri complessi. Più Leon che Rambo.
Facile pensare che sia una copertura per un attore di cui nessuno si è mai esattamente chiesto perché non abbia mai vinto premi, ma a guardare più attentamente Keanu ha il personaggio ben piantato in testa: ogni monosillabo ha una rincorsa precisa, una cadenza spettacolare, a volte anche un lieve balbettio. È probabilmente una versione caricaturale di se stesso e dell’eterno surfista in stupore, ma è tutto accentuato con metodo, con una parlata stanca che rispecchia alla sua maniera anche il modo in cui combatte.
Baba Yaga.
Una di quelle cose su cui bisogna mettersi il cuore in pace con John Wick, fin dal primo film, è che te lo descrivono come l’assassino perfetto, imprendibile, imbattibile a livelli leggendari, e poi lo vedi in azione ed è un giandone che entra dalla porta d’ingresso senza ripararsi e procede a movimenti faticosissimi.
Keanu fa quel che può, e ha tanti pregi, ma non è mai stato elegante nei suoi movimenti. Si direbbe che non è portato. È lassù che guida la classifica dei più improbabili eroi marziali di sempre insieme a Ralph Macchio.
Però ha passione vera, studia, pratica, si sbatte, ci mette anima e corpo, fa una serie di stunt su cui non tutti si lancerebbero, e il fascino di John Wick sta lì.
È l’eroe immortale solo perché lo dice la sceneggiatura, anche quando intorno ha gente come Donnie Yen, Marko Zaror, Mark Dacascos, Yayan Ruhian e Cecep Arif Rahman, e persino Scott Adkins in tuta da ciccione (approfondisco dopo) che sembrano, e sono, di tutt’altra categoria.
Ma ce la mette tutta. Suda, arranca, zoppica, inciampa. Non è Dean Martin nei film di Matt Helm, che pur vantando la consulenza di Bruce Lee e Chuck Norris non c’era verso di fargli fare più di una manata pigra e ridicola: Keanu arranca ma si sbatte come un forsennato. Non ti spiegano mai come agisce e perché, non lo si vede mai in fase di strategia. Nessuno racconta mai come fa a fare quel che fa, e persino gli avversari si limitano a dire che è semplicemente imbattibile senza scendere in dettagli. John Wick entra dalla porta principale con il suo completo elegante, prende quel che viene, e alla fine parlano sempre e solo i risultati . E riesce tutto sommato a sembrare soltanto l’eroe vecchio e stanco di mille battaglie, eternamente protetto dalla sua stessa leggenda. Ha un suo fascino innegabile.
La saga di John Wick si è evoluta abbastanza rapidamente, da un primo film che poteva essere ancora considerato piccolo e debitore delle atmosfere di Taken, il capostipite del filone “ex- prestigiosa star di Hollywood a tutto tondo di colpo ruba i copioni che una volta proponevano a Steven Seagal”.
C’è chi apprezza e chi non apprezza, ma l’idea di puntare tutto su un world-building sempre più fantasioso e stilizzato è stata quella vincente, che gli ha permesso di spiccare fra la concorrenza e staccarsi dal filone per diventare una cosa a sé, con una personalità distintiva.
E alla fine che gli vuoi dire? Siamo al quarto capitolo e ci sono Donnie Yen, Scott Adkins e Marko Zaror! Il meglio che il cinema d’azione abbia da proporre ma che, a parte Donnie in Cina, era sempre stato confinato a fare la fame nella nicchia degli intenditori. La saga di John Wick punta su di loro, e li usa bene (di nuovo, su Scott approfondisco dopo)!
Qualunque sia stato il filtro per rendere digeribile un cast del genere al pubblico mainstream – quello vero, quello che ti fa incassare 70 milioni il primo weekend, che è più di gran parte dei film del DC Universe – ha funzionato.
John Wick: capitolo 4 è un film col budget quasi a nove cifre che prende le migliori star di cinema d’azione degli ultimi 15 anni e le piazza in un film dove si menano in stile The Raid e si sparano in continuo gun-fu stile Equilibrium per 2 ore e 49.
E l’ho visto all’IMAX di Waterloo, lo schermo più grande d’Europa.
Non lo so se siamo nella miglior timeline possibile, ma negli ultimi anni avevo visto di tutto: botte girate male, botte girate con cavi e CGI orribili, botte girate con la shaky cam che le rende incomprensibili, botte con il montaggio che stacca prima dell’impatto e pare di guardare un cartone animato… È la prima volta che vedo nascere un trend a Hollywood che consiste in botte girate chiare, violente, a campo largo, e dalla gente giusta. Più Keanu Reeves, fondamentale compromesso e traghettatore. E il successo di Extraction, e persino le coreografie di roba come Una notte violenta e silenziosa, sono lì a confermare una moda reale.
Lasciatemi commuovere.
Ma questo ovviamente non significa che la perfezione sia stata raggiunta, anzi.
John Wick è tutto circo e stile, e ha perso un po’ di sostanza per strada.
Avete mai “chattato” con un’intelligenza artificiale? ChatGPT o altre. Dicono “le AI imparano e si evolvono!”, ed è vero. Solo che, paradossalmente, più imparano e meno sembrano umane. Più procedi col dialogo, più si segnano a cosa rispondi bene e a cosa non rispondi altrettanto bene, e la conversazione si fa sempre più astratta perché progressivamente la AI cerca di eliminare le parti che secondo lei non ti interessano e rispondere solo con le parti che ti interessano, fino a rendere le sue frasi semi-insensate. I franchise di Hollywood sono in gran parte uguali: a un certo punto si dicono “ma perché mettere questa scena di raccordo quando potremmo metterci un personaggio figo in più? Perché fare dialoghi complessi quando potrebbero essere tutte one-liner da trailer miste a spiegoni che tappano i buchi? Perché costruire dal basso quando potremmo fare solo tiri in porta? Meno futile rincorsa, più agganci per il marketing!”, ecc… L’apoteosi di questo approccio è forse Batman & Robin, ma in realtà siamo ancora qua a cercare di superarci ogni anno. Sono cose che, lo ammetto, ho imparato a sopportare in saghe come Fast & Furious se ci mettono comunque la dose minima di passione e quella giusta di scene spettacolari girate come si deve. E John Wick, direi già dal film precedente, non sfugge alla regola.
Struttura a parte, la prima cosa che serve sopportare di John Wick: capitolo 4 è, a sorpresa, Bill Skarsgård.
Questo perché qualcuno ha pensato che Bill Skarsgård sapesse fare un accento francese convincente, quando nella realtà sta appena un gradino sotto all’accento italiano di Jared Leto.
Ve lo giuro: è una roba che mi ha provocato sentimenti di empatia e compassione verso i francesi come mai mi era capitato nella vita. Ogni anno assegnamo un Premio Sylvester al Peggior travestimento etnico: negli ultimi anni Hollywood sembra aver capito la lezione e proporre sempre meno candidati plausibili, ma finché ce ne sarà almeno uno che spicca continueremo ad assegnarlo, e anche per il 2023 siamo ufficialmente a posto.
Bill Skarsgård che fa l’accento francese, ricoprendo tutto il film con un alone di sfiga costante e insuperabile, ha se non altro la funzione utile di limitare le pretese da subito, perché al suo confronto fanno tutti bella figura.
Fanno bella figura gli inciampi di narrazione, o i dialoghi banali in bocca a fuoriclasse come Ian McShane e Lawrence Fishburne.
Fanno bella figura certi momenti comici che sembrano lì per dire “ringraziate il cielo che Chad Stahelski si sia autoconfinato a fare John Wick, perché se esce di qua rischia di tirare fuori roba che a confronto Bullet Train pare il Dr. Stranamore“.
E fa bella figura (eccoci qua) Scott Adkins nei panni, sostanzialmente, di Ciccio Bastardo di Austin Powers.
Santa pazienza.
Sulla carta lo capisco: Scott ha 46 anni e, a fronte di svariati classici immortali per un pubblico di nicchia, una sfilza di comparsate mainstream mortificanti. Giocarsi il tutto per tutto con una mossa grottesca del genere ha un coraggio che apprezzo.
E lui se la cava alla grandissima! Ormai si è capito che non è tagliato per fare l’eroe classico, ma che si diverte un mondo a essere grezzo, irruente e caricaturale. E per la prima volta trova qualcosa con cui può davvero sfogarsi e spiccare. E mena! Mena, ovviamente. Non aspettatevi un guyver kick, ma sfoggia dei Kingpin roundhouse (definizione mia) da applausi.
Ma ecco, forse lo si digerisce perché intorno c’è Bill Skarsgård che fa l’accento francese, a martirizzarsi per i peccati degli altri e rimettere tutto in prospettiva. E anzi, vi dirò che peggio di Scott Adkins c’è pure l’accento russo di Natalia Tena e il suo amico Klaus.
Chad Stahelski è un sant’uomo con una mano solidissima, ma non un genio.
Il nuovo John Wick accumula vignette incollandole con un chewingum, alternando elementi azzeccati ad altri un po’ meno, accumulando personaggi, informazioni, scuse che portino a costruire scene d’azione folli, epiche e stilose. Sto sinceramente cercando di dirlo con tono neutro perché sinceramente, chi ce l’ha il coraggio di lamentarsi? Non c’è nessuno in Occidente che fa roba simile, e non c’è nessuno al mondo che può farlo con tale lusso, con un budget così grosso. E a tratti vorresti trovarti davanti al piatto perfetto, ma Chad Stahelski non è John Woo, e non è nemmeno Gareth Evans: è solo uno con le intenzioni giuste, con qualche idea ancora ispirata, con uno stile consistente, ma non è un genio. Per anni ci siamo abituati al fatto che Hollywood non giocasse lo stesso campionato di Hong Kong per quanto riguarda l’action, e ora dipende se volete vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto: John Wick gioca lo stesso campionato. Ma se Hong Kong è che ne so, il Real Madrid o il Barcellona dei tempi d’oro, John Wick è al massimo il PSG di oggi: quello più ricco di tutti, che accumula le migliori star come figurine, che regala qualche momento di alto spettacolo, ma che sul piano del gioco ha ancora da trovare una formula convincente e davvero all’altezza dei rivali.
John Wick: capitolo 4 è pieno di problemi, ma sa farsi volere bene.
Si fa volere bene per dare il giusto spazio a Donnie Yen, che è ancora un fuoriclasse assoluto, anche se per qualche motivo gli si fa fare il cieco per la seconda volta dopo Rogue One.
Si fa volere bene per dare il giusto spazio anche a Marko Zaror, più di quanto abbia mai fatto Robert Rodriguez che pure se lo tira dietro spesso.
Fa sostanzialmente circo, John Wick, ma lo fa ancora bene: certo, con la scusa narrativa degli abiti in kevlar ci si ritrova davanti a scontri in cui sembra si sparino pallottole di carta sputata, ma lo fa a fin di bene, scatenando letteralmente le coreografie più folli.
E poi infila una lunga sequenza d’azione finale che scalda il cuore: una densa versione dei Guerrieri della notte, citati esplicitamente dalla Dj che dà gli aggiornamenti, chiama gli ascoltatori “boppers” e mette Nowhere to Run, ma per le strade di Parigi, con gente che si mena in mezzo al traffico.
Ah, Parigi.
Vorrei dire che “la città è un personaggio”… Non lo dico, non è vero. È pura cartolina. Ma che cartolina.
John Wick che massacra persone in giro per i landmarks di Parigi è la migliore idea scenografica che sia balzata in mente a qualcuno dai tempi di Bruce Lee contro Chuck Norris nel Colosseo.
E quel tipo di lusso che non potremmo mai chiedere a un Undisputed 5, per quanto ci piacerebbe.
È un finale che, per passione e ambizione irripetibili, si fa perdonare tutto.
Non mi interessa se in sottofondo ci mette i Justice.
Non mi interessa se a un certo punto inscena un momento Hotline Miami, con la sparatoria ripresa dall’alto, che non convince del tutto.
Non mi interessa.
Keanu che mena decine di avversari sulla scalinata del Sacré-Coeur è il simbolo di Hollywood che prende i nostri soldi e, per una volta, li spende giusti.
Non è una sensazione che provo spesso.
Io sto.
Grazie.
Quote in kevlar:
“Yeah.”
Nanni Cobretti, i400calci.com
CONTENUTO BONUS: un dialogo fra John Wick e Lil’ Jon
P.S.: ciao Lance, sei insostituibile
ma come “la sparatoria ripresa dall’alto, che non convince del tutto”? è il momento più figo del film
io semmai avrei tolto una mezz’oretta a Osaka, per avere una durata un po’ più umana e non arrivare al finale un po’ stanco. tanto è una parte inutile del film
ma per il resto mi sono divertito
Concordo. Per me quella scena è tra le cose più belle del film. 🤙🏽
D’accordissimo
Assolutamente d’accordo, film che si fa dimenticare in fretta, non fosse per:
-John che rotola dalle scale come Mr. Bean (momento comico)
-John che si protegge la faccia dai proiettili di vario calibro con il lembo della giacca (momento meh)
-John inquadrato dall’alto che ammazza gente sputando fuoco (momento cool)
Ancora non l’ho visto ma devo dire che il terzo aveva piuttosto abbassato le mie aspettative, ben lieto che abbiano ritrovato il giusto ritmo e a questo punto sono curioso di vederlo.
segnalo, come curiosità, che la massiccia evoluzione (wink wink) in quantità, qualità e complessità delle mosse di BJJ nelle coreografie rispecchia l’evoluzione IRL del buon Keanu in tal senso – tra il primo film e questo è passato dalla cintura bianca alla viola, e si vede di brutto.
Marko Zaror molto presente ma secondo me anche molto sottoutilizzato. Donnie è oggettivamente sempre tantissima roba.
Era bianca quando si allenava dai Machado e stava facendo il 3..dubito sia passato a viola..anzi non mi risulta sia neanche blu..comunque in tutta la saga è evidente il fatto che si sia allenato con numerose finalizzazioni/transizioni prese dal Bjj
Tutto vero ma é come andare il balletto (di menare), coi suoi pro e contro. Pochissima tensione narrativa.
Ottima prospettiva
Commento da consigliare, come su linkedin
John Wick è il cinema da menare per famiglie. Ma non va letta come un’offesa, tutt’altro.
Poi uno parte da John Wick e può virare su film più di nicchia e meno piacioni.
Resta il fatto che a questa saga, pur non essendo perfetta, bisogna essere riconoscenti se si vuole bene a questo tipo di cinema
Mi vuoi dire che John Wick è i Maneskin del RRRUOCK?
Volevo dire “come i Maneskin per il RRRUOCK”
@Sol: No, quella sì che sarebbe stata un’offesa :D
eh,, ma secondo me un po di offesa se la meirtava pura sta saga qui, non riesco a compartire l’entusiasmo, di solito (a parte seagal) sono abbastanza d’accordo con i 400 calci, boh…
Un film pachidermico, la parte a Parigi è eccezionale, e alla fine si fa perdonare tutto per le tante scene gustose. La citazione a The Warriors si vedeva già nel trailer con la DJ, ma non mi aspettavo proprio la sequenza ripresa in toto con Nowhere to Run, mi sono fomentato. Che dire, John Wick 4 se fosse una canzone sarebbe un pezzo progressive metal: lungo, con tanti movimenti – a volte un po’ scollati tra loro – e assoli, ma che si ricorda ogni tanto anche di colpire duro.
2 ore e 49 … potevano saltare il 2 e il 3 e far direttamente questo …
Sì ecco, la durata effettivamente è sproporzionata. Io 3 ore circa di film le accetto per Scorsese (“Killers of flower moon” pare sia 3 ore e 20, a proposito, ma quando esce?)
È strano perché io le tre ore le accetto giusto per Scorsese e per i film di arti marziali e gun-fu
se fosse stato un primo seguito in odore di chiusura della bi/trilogia capirei anche …ma casso siamo al 4…passino star wars , avatar e gli autoriali fiume…ma un the raid di 3 ore anche no
Vai tranquillo che la durata è giustificata.
le 3 ore le ho apprezzate per RRR … ma credo che lì durata ed epicità vadano a braccetto…qua ho già “qualche” dubbio in più..
E allora leggimi senza fidarti, Mereghetti…
ah ah mai! lo guarderò stile cura ludovico se non reggo
Se scopro che ti fai venire i dubbi su questo ma eri andato a vedere The Batman ti sguinzaglio i cani. Anzi, le rate alade.
al netto della bruttezza del film…ho rinunciato anche causa durata..poi ho letto la rece ed era già su ski quindi scampato pericolo
Devo ancora vederlo, ma se il gun-fu è aumentato rispetto al 3, ho una visione per il 5: mitraglieta con spada innestata a mo’ di baionetta. La mitraglietta per la corta, la spada per la medio lunga distanza.
-“Sta scappando!”
-“Infilzalo, idiota!”
Mi chiedo se partiranno anche qui le polemiche sulla fatsuit come per Brendan Fraser. Tipo “perché quel ruolo non poteva farlo un vero artista marziale obeso?”.
Se posso dire la mia, spero tanto che salti fuori un John Wick 5… il finale lascia trapelare qualcosa
@gigos: vogliamo farlo? Se vuoi lo facciamo. Se vuoi farlo, ho due spunti di discussione:
a) poteva farlo Sammo Hung;
b) quel personaggio è grasso solo perché fa ridere che sia grasso, poteva farlo Scott Adkins senza tuta da ciccione e la caratterizzazione sarebbe cambiata di zero, avrebbero solo tolto questa cosa per cui gli sparano due volte nelle chiappe perché sparare nelle chiappe a uno magro non fa ridere.
se volessi fare l’avvocato del diavolo (non voglio) direi che volevano il loro in-universe Kingpin.
Comunque sì, totalmente gratuito, e ho notato una sintonia con un sacco di altri Transformers-jokes™ (le pallottole nel culo, il cane che piscia su Marko Zaror, la gag di “…nuts!” ripetuta tenuta volte…)
Poi ovviamente non ci andavo per “la trama” o “la sceneggiatura”… però ste cose mi buttano sempre un po’ fuori dalla narrazione (delle botte)
a) A 71 anni? Chiedo, eh.
b) In ordine di ilarità crescente: magro, obeso, finto obeso. È scienza.
(Comunque io scherzavo capo, mi prendi in contropiede con la tua professionalità. Detto questo spero che ai prossimi Sylvester ci sia un premio secco miglior tuta da ciccione).
Ma sì, tranquilli. E comunque come strabuzza bene gli occhi Scott Adkins! Sembrava un cartone animato di Scooby Doo!
Oso dissentire sul non far ridere quando sparano sulle chiappe a uno magro: quando sparano nelle chiappe a Denzel in training day a me ha fatto ridere
Aspettavo questa recensione con ansia! Piaciuto molto e visto a Berlino hanno riso tutti alla scena del finto Berghain, menzione speciale al mitico Sven, il buttafuori del Bhain che appare in un cameo come cattivo russo!
… visto anche io a Berlino! (in sala con altre otto persone :)
Mi ha fatto molto ridere lo stereotipo dei raver-fotomodelli berlinesi che continuano imperterriti a ballare mentre due tizi a fianco si pigliano a revolverate e colpi d’ascia – presumibilmente perché sono tutti “fatti come degli stegosauri©”
Si bellissimi i raver tudofadi che ballano imperterriti, hanno riso tutti molto. La metto nelle grandi scene di club negli action insieme a quella di Blade.
Veramente incredibile, ha già in tasca la candidatura per metà di tutti i Sylvester; adesso non ci resta che aspettare cosa tirano fuori con Mission Impossible (e Fast X)
In ogni caso, un grande anno per tutti noi calcisti
Sono d’accordo con chi dice che la saga poco alla volta è cambiata, passando dal tono vagamente ironico del primo film a quello più serioso dei successivi, diciamo meno “consapevole” e più basico, con dialoghi semplici e striminziti (vedere il protagonista) e personaggi praticamente da fumetto (vedi Scott Adkins).
Però.
Però abbiamo il migliore e più completo showreel di ciò che mi piace vedere sullo schermo, con il budget adatto ed il cast dei sogni.
Un protagonista che dal punto di vista dell’esecuzione sfigura in certi momenti quando affiancato a colleghi più atletici, ma su cui hanno costruito un clamoroso franchise grazie a presenza e carisma come pochi altri.
Comprimari tutti assieme come in un dream team, tutti in grado di brillare (la butto lì: Adkins tra i villain del prossimo bond), in particolare Donnie Yen. Che gli vuoi dire, ad uno che a 60 anni si muove come ne avesse la metà?
Ultimi 40 minuti con macchine che neanche nella saga di Fast (vuoi per i limiti di violenza che si auto-impongono) e PROIETTILI ESPLOSIVI come se piovesse.
Un finale che, per quanto mi riguarda, funziona.
Mi godo il momento. A quello che verrà, sia un seguito, uno spin-off e via dicendo, ci penserò quando sarà ora.
Sì, ma 169 minuti no!
Raga se non è questa la cosa di cui volete 169 minuti, non volete 169 minuti di niente. Non farmi scoprire che sei andato a vedere The Batman…
La scena in piano sequenza che vira verso la ripresa dall’alto non è un riferimento ad Hotline Miami, ma sono abbastanza sicuro lo sia al videogioco ufficiale di John Wick: John Wick Hex.
Strategico a turni con visuale isometrica in cui la risorsa da gestire è il tempo delle azioni.
È un gioco indipendente, ma incredibile per meccaniche e realizzazione: una volta comprese incentiva in maniera efficace ad inscenare scambi di gun-fu come nei film (uno sparo, una pistola scarica lanciata in fazza, un nemico atterrato, poi disarmato, colpo ad un terzo con la nuova arma e poi esecuzione di quello rimasto a terra, etc.)
Personalmente ritengo John Wick Hex la miglior trasposizione videoludica tratta da un ‘P cinematografica.
Per quanto riguarda scott invece in jw4 mi ha fatto pensare al personaggio di tekken introdotto mi pare con il 6 capitolo, bob: il quale da background era un provetto marzialista “normale” che deliberatamente ha messo su peso per aumentare la massa con cui colpire, allemandosi per non perdere di agilità e velocità.
Vedere i calci che tira scott nonostante la fat suit mi hanno proprio fatto pensare a questo ossimoro.
Più in generale mi sembra che i “super” assassini nella saga inizino a sembrare dei personaggi da picchiaduro, ma questo lo dico senza alcuna accezione negativa, anzi: i picchiaduro da anni devono rendere interessanti e caratterizzare con poxhi elementi roster anche molto folti di personaggi!
Poi ci sarebbe tutto il parallelismo tra il world-building di John Wick ed il setting di Vampire the Masquerade.
Concordo con la recensione: chad non inventa niente, ma sa da dove copiare bene e mettere tutto insieme è il vero valore aggiunto!
Ok ma se John Wick Hex è ispirato a Hotline Miami non fa questa gran differenza, no?
Non direi che un gioco è ispirato all’altro: semmai condividono alcuni aspetti di visuale, ma se ciò bastasse per declinare un’ispirazione, allora sarebbe come dire che entrambi si ispirano ad Age of empire oppure a Diablo.
Quindi o si ispira a un gioco di sparatorie moderne a riprese perpendicolari venuto dopo una seria uguale molto famosa, oppure si ispira a due giochi con riprese non proprio perpendicolari e di ambientazione fantasy. Ma quello famoso e uguale in mezzo lo escludi. Oh per carità, chi può saperlo…
Non capisco la tua risposta, sinceramente…
Io confutavo la derivatività di hex da hotline, basata solo sul fatto che hanno lo stesso approccio visuale, perché allora sarebbe come dire che age of empire e diablo (altri due giochi molto famosi con la medesima visuale: ne avrei potuti citare anche altri più vecchi, tipo sokoban) hanno portato ad hotline miami; invece sono 4 giochi diversi per genere: hotline è uno sparatutto, hex uno strategico a turni, age of empire uno strategico gestionale e diablo un hack&slash.
Quindi hex ed hotline non hanno nulla a che vedere tra di loro e il primo ritengo sarebbe esistito anche senza il secondo più famoso.
Per intenderci questo è un gameplay del primo livello che ottiene il titolo di baba yaga (tutti i parametri di fine livello rispettati: mira, varietà di armi, max colpi subiti, etc):
https://youtu.be/HM05l_WX9Hw
A fine livello era possibile rivedere tutto il livello senza soluzioni di continuità come se fosse la sequenza cinematografica “pianificata” attraverso le interruzioni a turni.
Tornando invece al film la citazione può essere di quello famoso, oppure di quello licenziato su propria proprietà intellettuale: in molti siti ho visto citare hotline miami, in uno persino frogger… il che mi fa pensare che la riconoscibilità verso il famoso è data dalle conoscenze e dalle esperienze di chi guarda (componente soggettiva); laddove invece ravvederci hex ha una sua componente oggettiva, cioè rimandare ad un qualcosa che fa parte della stessa proprietà intellettuale e in cui hanno recitato shane e reddick.
Poi potrei sbagliarmi come tutti, ma se mi chiedi perché escludo hotline più fanoso per hex invece canonico, il motivo è questo qua.
Ho letto una intervista al regista dove dice che ha voluto citare esplicitamente THE HONG KONG MASSACRE, che a sua volta rifaceva Hotline Miami ma con gli effetti sbrilluccicosi e le colombe a caso.
@Nathan: non è solo lo stesso visual alla Frogger, è anche sostanzialmente la stessa ambientazione e trama. Per come la vedo io, Hex ha trovato il cosiddetto “hook” giusto balzando sul carro di un gioco popolare paragonabile, e poi ha cambiato modalità per distinguersi. Ma in un film la modalità di gioco sparisce e rimangono solo i visual identici. Ovvio che il riferimento corretto è quello diretto con Hex, per “brand cross-promotion” (perdona i termini markettari), ma a me sembra sinceramente un po’ pretestuoso (e inutile andare più indietro).
mea culpa, è ancora bianca!
fui male informato.
(però il BJJ negli stunt di questo è decisamente migliorato)
Argomento molto caldo quello delle star nel Bjj..giusto oggi hanno pubblicato il video in un torneo di Tom Hardy che è una solidissima e super legittima blu
Per fortuna il doppiaggio italiano ha tolto del tutto l’accento a Skarsgard
Manca il più grande….Joe Taslim
Manca il più grande….Joe Taslim
Leggo nella recensione che la perfezione non è stata raggiunta, e allora chiedo quale può essere la perfezione
Provo a prevedere la risposta: Bruce Lee e Chuck Norris nel colosseo? Uno dei film di Boyka? The Raid?
Pongo la domanda con serietà: quale titolo rappresenta ciò che è perfetto? (così magari lo recuperiamo, nel caso)
vedi la parte del pezzo in cui dico “Chad Stahelski non è John Woo, e non è nemmeno Gareth Evans”
Io sono Klaus.
“John Wick: capitolo 4 è pieno di problemi, ma sa farsi volere bene”, sintesi perfetta. Il buon Keanu è goffo e si ripara con la stoffa della giacca, ma si impegna e poi dice due parole che neanche Delon nei film di Melville Le Samurai, e questo è un grande valore aggiunto. La scena di menare in pianosequenza mi ha ricordato niente meno che JCVD. La scena a Parigi intorno all’arco di trionfo è magistrale. In ultimo il ciccione del poker che si muove e mena con i calci volanti come se non ci fosse un domai è un momento di puro stupore marzile. Promosso!
Magari mi sbaglio ma ricordo un’intervista in cui il buon Chad parlava dei capitoli 4 e 5 come se fossero già scritti entrambi. Quindi se gli incassi vanno bene (come sembra) il seguito ci sarà. No?
Intervista vecchia. Quello che è successo dopo è che la pandemia ha scombinato i piani di riprese, che hanno iniziato a intralciarsi con quelli di Matrix 4 (ricordi che a un certo punto dovevano uscire insieme?), per cui alla fine hanno sintetizzato i due film in questo.
Ah ok! Si, ricordo all’epoca la faccenda della sovrapposizione con Matrix 4.
Ora ha tutto più senso. Grazie per il chiarimento boss!
Il quarto è ultimo (probabile) capitolo di John Wick ha dei problemi, come i precedenti capitoli, che qui diventano ancora evidenti. La regia di Chad Stahelski migliora nell’uso proprio della MDP ma peggiora un pò nella gestione dei combattimenti, soprattutto negli scontri al Continental di Osaka. Qui purtroppo il regista si lascia prendere la mano e costruisce un mondo giapponese abbastanza approssimativo e pure parecchio stereotipato. Non basta l’apporto di Hiroyuki Sanada e la citazione di Bullet Train nella hall dell’albergo, purtroppo la messa in scena pecca un pò di superficialità. Si riprende quando entra in scena Donnie Yen che interpreta il killer cieco, ora Donnie è il motivo per cui sono andato a vedere il film, lui e Scott Adkins con la Fat suite. Perchè in tutto questo perfino Keanu Reaves comincia a essere messo in ombra. Intendiamoci l’attore americano a 58 anni fa sempre più fatica ad essere convincente nei combattimenti a mani nude. Come ho già detto nella prima recensione di John Wick tende a sollevare gli avversari con prese a gambe o braccia per farli cadere a terra. Una tecnica della MMA che purtroppo con attori che non sono certo atleti ne mostra tutti i limiti. Poi fortunatamente John ricomincia a sparare e tutto ritorna nei binari. Certo Donnie è invece una forza della natura, riesce ancora a coreografare i combattimenti con la spada, e lui di anni ne ha quasi 60!
Il regista poi mette troppa carne al fuoco secondo me, nel senso che la durata degli scontri di massa è aumentato, ma in maniera inverosimile oramai. Un killer è sempre un essere umano, e non può combattere e sparare tutta la notte per poi affrontare un duello all’alba.
Comunque alla fine il film si muove dentro le sue regole, e ovviamente ne travalica i limiti. Il cattivo ovvero un Bill Skarsgard convincente e insopportabile funziona bene, anche con i suoi limiti. I comprimari tra cui Ian Mcshane, Laurence Fisburne e il compianto Lance Reddick hanno il giusto spazio e tutto va a compimento, anche perchè sembra che per John sia la fine.
Almeno è quello che vogliono farci credere regista e sceneggiatorte, ma sappiamo che non è così, Baba Yaga è l’uomo nero, e l’uomo nero non può essere ucciso. Buona colonna sonora, troppa CGI posticcia, soprattutto a Parigi ma d’altronde la Lionsgate a sborsato 100 e rotti milioni di dollari per finanziare l’impresa, che visti gli incassi porteranno ad un buon successo cinematografico, senza parlare dei soldi per streaming e dvd. Ora speriamo che gli spin-off siano all’altezza.
Chiunque si dichiari fan del genere action non può non amare John Wick 4, al netto di tutti i limiti e le incongruenze. Epilogo straordinario di una saga straordinaria (il migliore per me resta il 2, anche se so di essere in posizione molto minoritaria)
Anch’io reputo il 2 il migliore di tutti dura 2 ore e l azione e’ migliore del primo. Bob
Ma I Justice nel film non ti sono piaciuti perché fuori tempo massimo dei Justice o perché non ti piacciono i Justice? Perché al tempo giusto i Justice sono stati uno dei miei dei
Scelta scontata perché sono francesi ma hey, in realtà ho poco da lamentarmi, il primo disco me l’ero divorato pure io che non ascolto dance. Il che, ripensandoci, forse non depone a loro favore.
Io sto Col primo, come miglior film. Alcune scene di azione sono fenomenali, ma le sparatorie con la giacca sulla testa e la gente che prende i lampioni e non lui sono terribili. Sp8ngono sul world building, ma è atroce, senza alcun senso, cosi come i rapporti tra i personaggi
Visto stasera con la dolce metà che ha i miei stessi gusti in fatto di cinema, entrambi fomentatissimi, avevamo anche fatto il recuperone dei primi tre, e… e… siamo usciti dal cinema con un po’ di amaro in bocca. Per quanto si voglia sempre benissimo al buon Keanu e a tutto il resto della cumpa, entrambi abbiamo avuto l’impressione di essere davanti ad un videogioco, con i cattivi che si susseguivano uno dietro l’altro senza un minimo di tattica, solo per permettere a John Wick di fare scena, e la cosa era particolarmente evidente nei combattimenti due contro uno, quando il primo si prendeva i suoi colpi, restava a barcollare come un personaggio di Mortal Kombat prima di ricevere la fatality mentre John Wick sistemava l’altro per poi riprendersi nell’esatto momento in cui il nostro si liberava. E poi va bene la sospensione dell’incredulità, ma dai, uno non può cadere da un palazzo e rialzarsi come se nulla fosse, essere investito più volte e combattere contro un milione di in nemici un secondo dopo, neanche Terminator… almeno nei film precedenti avevano avuto la creanza di far vedere che in qualche modo veniva curato! È vero che ci sono state scene fighissime, io mi sono preso troppo bene alla gimkana in drifting con annessa sparatoria, e la colonna sonora era clamorosa (tanti cuoricini per i Justice), però boh, veramente troppo videogame questa volta. Ora le speranze sono tutte per la serie sul Continental che secondo me ha grandissime potenzialità
Beh si, botte belle ma anche un po’ di trama non guastava
Yep
La scorsa settimana prima di recarmi al cinema a vedere John Wick 4, ho deciso di ripassarmi su MUBI gli altri capitoli della serie. Esticazzi? Ne ho evinto alcune cose (che non sciorinerò qui ma rimando al link in bio dove troverai la mia recensione per Variety. Sai dove è il link in bio? Io no), di queste moltissime cose mi limito ad evidenziarne due. La vicenda di John Wick si svolge in un arco di tempo ristrettissimo, tipo una settimana o poco più. Vale a dire che dal capitolo 1 al capitolo 3 a John gli succedono una serie di sfighe allucinanti che chiunque avrebbe gettato la spugna. Ma non John Wick che, per la cronaca, non è l’ultimo degli stronzi. In un arco di tempo esiguo il nostro Baba Yaga affronta la qualsiasi. Il tutto per un tizio (vedi capitolo 1) che pare essere l’unico sul pianeta Terra che non sa chi è John Wick. Caro Alfie Allen che hai ucciso il cane di John Wick scatenando l’inferno, chiediti ulteriormente perché ne Il trono di spade sei finito torturato da Ramsay Bolton. Poniamoci due domandine amico. Altra cosa che ho maturato nella testa ripassando la saga è una consapevolezza proprio in seno al tempo. Panta rei, cazzo sì. La rapida impetuosità del mutamento. So che può sembrare banale ma più invecchio più mi accorgo di come il tempo scorra veloce. In molti da questa cosa ne rimangono galvanizzati, altri si abbandonano al quietismo, altri ancora vivono l’exeresi dell’età giovane come la più ovvia delle dieresi. E sono tranquilli. Che minchia ho appena scritto? La quiescenza buddista? Non lo so. Io non credo in nulla, manco in me stesso. Il tempo. Il tempo viene menzionato spessissimo durante tutte le vicessitudini di John Wick. Un tempo da rispettare, da onorare. L’orologio è l’oggetto, dopo la pistola, più ravvisato della serie. Ma per questa disamina alla Bergson ti rimando davvero al mio articolo su Variety, che poi se scrivo troppo qui ne esce un brillante Teo Youssoufian che mi sfotte per i “pipponi” e poi mi blocca così manco posso rispondere. Complimentoni Teo per la lealtà, ci si vede a Cannes. Arrivando alla ciccia e a gente che si mena con arte, lascia che ti rievochi un film del 1921 (e mentre lo faccio immaginami davanti al caminetto, col gatto sulle ginocchia, bevendo un Cannonau), The Outside Woman di Douglas Bronston. Cosa ha di particolare codesta pellicola? Be’, perché è qui che appare la prima mossa Uatà della storia del cinema. Nello specifico, Ju Jitsu. Gira che ti rigira, visto il successo, beccati anni dopo lo judo di Mister Moto, interpretato dal grande Peter Lorre (reso immortale da Fritz Lang ne M – Il mostro di Dusseldorf, mica pizza e fichi). Oggi per fortuna fa un po’ incazzare che attori non orientali abbiano interpretato personaggi orientali e tutta quella schiera di bianchi “colorati” da neri. Per fortuna ci si evolve. Questo per dire che dal primo Uatà cinematografico per arrivare a John Wick vi è passato il mondo e siccome il cinema è ‘na cosa seria è giusto ricordare. Ci si piglia a mazzate mica per caso. Un altro aspetto che avrai notato anche tu è come tutta la saga di John Wick sia fortemente legata non solo all’estetica ma al contesto “paesaggistico”. John Wick sta all’ambiente quanto l’ambiente sta a John Wick. Questa è una cosa che io adoro. Mi fa impazzire a livello estetico. John Wick per me riassume tutto il senso impressionistico de Une partie de campagne di Renoir (1936) e lo riporta alla contemporaneità. Ossia, John Wick è anche il paesaggio che lo circonda e lo sfrutta, ci gioca, si diverte, ne fa un secondo personaggio. Insomma ci si gode. Giacché poi ora siamo in epoca fascistoide Meloniana/o/i/* mi par giusto citare l’italico Cronaca di un amore di Antonioni. Per amor di campanilismo. Antonioni in quel film dà a Ferrara quel che di Ferrara sono i protagonisti: lo stare non benissimo. Or bene quindi ecco John Wick 4 che va da Osaka a Berlino a Parigi. Parigi è una città meravigliosa, per le sue architetture, per i suoi morti, i suoi artisti e scrittori e per i suoi cimiteri e le sue colossali sbronze. Ridurla alla città dell’amore è francamente, per l’appunto, riduttivo. Per me è la città della decadenza consapevole, dell’assenzio, di Toulouse-Lautrec, di Manet, di Boris Vian, di Bataille, di Leos Carax e Ratatouille. Ecco, ad un certo punto John Wick 4 porta Parigi a personaggio e protagonista. L’Arc de Triomphe (madonna che scena!), la scalinata della basilica del Sacro Cuore. E, se anche tu vivi a Parigi, mi ha fatto molto ridere quando il cattivo (Bill Skarsgård che amo) propone come luogo di duello il Centro Pompidou. Se tu dovessi sfidare qualcuno ad un duello mortale quale luogo sceglieresti? Io non di certo il Centro Pompidou. John Wick 4 porta Parigi ad un livello cinematografico altissimo. E lo fa, il film, non prendendosi sul serio ma regalando quello che per me (tolto il primo) è il capitolo migliore di John Wick, ossia questo, il quarto. Preso dall’entusiasmo (dopo la visione del film) sono anche passato ubriaco e triste al 42 di Rue Bonaparte, dove Sartre visse per un po’ fino a quando degli attentati non lo costrinsero a trasferirsi. Ma non vi è nulla oggi lì di Sartre, manco una targa. Davanti a casa sua (una palazzina) c’è solo una agenzia di vendita di immobili. C’est la vie, come direbbe Achille Lauro. Detto ciò John Wick 4 è fighissimo. La scena in piano sequenza ripresa dall’alto con il fucile spara fiamme mi ha eccitato moltissimo. Inoltre John Wick sulla scalinata del Sacro Cuore è tra le cose più fighe del mondo. Il modo in cui vengono (giustamente) rispettati gli animali, il come un codice d’onore sia legato a questi nostri compagni animali che ci amano nonostante il nostro essere delle merde. Grazie John Wick. Keanu Reeves è l’attore che non ci meritiamo di avere, e lui non mangia la pelle del pollo. ❤️
Ma ti veramente ti realizzi a scrivere tutta questa delirante marea di cazzate? Il film sarebbe stato perfetto solo se facevano saltare in aria il cane del nero con una granata, con tanto di interiora canine che colavano sullo schermo…
Ok ci si fa la domanda retorica che recita “vogliamo davvero lamentarci del timing massiccio dato all’azione in un film di John Wick?”. Perché in effetti sembra un peccato. Però gira che ti rigira continuo a pensare che se JW4 venisse asciugato qua e là in qualche momento d’azione il film risulterebbe più snello e godibile.
L ho visto al cinema di ceva con mia moglie che SPOILER SPOILER SPOILER Ha commentato # è morto? Perfetto così non ne faranno un altro!!# neo giorni precedenti mi ero visto i tre john whick su netflix. A me non è dispiaciuto ma un film d azione spara tutto deve durare 90 minuti non il doppio. John whick 4 ha incassato tantissimo. Hollywood ha ragione io torto. Bob
É bello come nonostante mille tonnellate di bossoli rimasti sull’asfalto ore non arriva non dico l’esercito tipo inseguimento finale ai blues brother ma neanche la pattuglia col nero sovrappeso e stanco che andava a comprare i donuts a fine turno e si trova coinvolto suo malgrado.
Il mondo di JW è un fumetto totale, non esiste la pula
il primo era un piccolo capolavoro…si sono impegnati per trasformarlo in una baracconata inguardabile… dopo un ‘ora ha già stufato
Sintesi perfetta in un rigo e mezzo!
Concordo 100% (anche se, in fondo, a guardare bene, anche negli altri, nel marasma di incongruenze/ridondanze, trovi quello scambio di battute, o quella scenografia, che colpisce). Per me il primo molto sopra gli altri (deve essere una maledizione del buon Keanu, mi pare che per Matrix sia successo più o meno lo stesso).
All’ennesimo personaggio altisonante tra Tavole Marchesi Scomuniche e regole bizzarre mi e’ salita la scimmia del Merovingio & Co. di Matrix … e vabbe’
Boh comunque secondo me Marko Zaror usato male, e pure fatto morire come un coglione.
Il nuovo assassino col cane serve davvero a qualcosa?