Non so se ve ne siete accorti ma ogni tanto, più o meno da una quindicina di anni a questa parte, riciccia fuori quello che per alcuni è un quesito fondamentale ed eterno, e che per altri invece è solo polemica sterile da tifoserie incazzate e incazzose più che una reale riflessione: il dilemma cioè su cosa sia e su cosa invece non sia cinema.
Con il proliferare della serialità televisiva, con i livelli sublimi raggiunti dalla narrazione videoludica, con l’imperante dominio al box office delle saghe infinite e degli universi condivisi, è comprensibile e lecito ogni tanto domandarsi se il cinema secondo la sua concezione novecentesca trovi ancora spazio non tanto nelle sale ma proprio nella testa delle persone; ora poi che la moltiplicazione incontinente degli schermi ci ha portato ad un presente che solo 15 anni fa sarebbe stato fantascientifico, in cui lo stesso film può essere visto d’estate in Piazza Maggiore a Bologna sullo schermo più grande d’Europa e su uno talmente a portata di mano che lo si può tenere in tasca.
Non ho intenzione di dilungarmi troppo con questa introduzione inutilmente ambiziosa, tranquilli, mi rendo conto che la sto prendendo larga questa curva, ma il fatto è che in questi ultimi 15 anni ne ho sentite di ogni al riguardo: “questo non è cinema, è un videogioco”, “questo non è cinema, è una serie tv in sala”, “non è cinema se lo puoi vedere solo su Netflix”. Tutto pur di non ammettere che il cinema può risiedere anche altrove da quello che comunemente intendiamo come film. Al punto che spesso pure la difesa si confonde: “sì, sì, no, no, è una serie ma ti giuro, è fatta talmente bene che sembra di vedere un film spezzato in otto puntate da un’ora”. No, amico. È una serie televisiva. Una grande serie televisiva. Ed è anche grande cinema.
Lo dico forte del fatto che da queste parti è molto raro che possiate trovare recensioni di serie televisive, è una legge abbastanza difficile da infrangere, chi negli anni ci ha provato si è ritrovato nel fossato della magione del nostro boss Nanni Cobretti divorato dai suoi alligatori da compagnia. Per cui se nell’ormai lontano 2016 un sito che si chiama I 400 Calci – Rivista di cinema da combattimento, “cinema” non “serie tv da combattimento”, decide di coprire la prima stagione di Stranger Things con addirittura un pezzo a sei mani, i casi sono due: o al boss era stato somministrato di nascosto un potente sonnifero che lo ha fatto dormire per diversi giorni, il tempo necessario affinché il pezzo venisse pubblicato e poi trascinato via dal torrente di recensioni dei giorni seguenti, oppure, parafrasando Jean-Claude Van Gogh: «Questa roba qui è cinema».
Stranger Things è talmente cinema che negli ultimi anni sono stati proprio i film da sala o da piattaforma a cercare di rincorrerne il successo, a tentare di distillarne la formula magica, a pensare: “Ah è così, eh? E allora mi faccio un film di regazzini in bicicletta con avventure anni 80 tutto mio, con black jack e squillo di lusso. Anzi, senza film di regazzini”. Lo abbiamo visto nella prima parte di It, in Summer of 84, in Scary Stories to Tell in the Dark, in Super Dark Times, in I Am Not a Serial Killer e in tantissima altra roba che adesso non ricordo, ma direi che anche così ho fatto il pieno di nostalgia anni 80, synth e Super 8, grazie.
Ora, anno domini 2023, ormai prossimi all’inizio delle riprese della quinta e ultima stagione di Stranger Things, quando ormai la festa sembrava finita e chi poteva banchettare si era mangiato pure le briciole, ecco che arriva questo Kids vs. Aliens scritto e diretto da Jason Eisener, il simpatico guaglione che da queste parti si è fatto notare per Hobo with a Shotgun, che io non ho visto ma il boss sì e gli è piaciuto, tant’è che lo scrisse anche nel titolo della sua rece dell’epoca. Di Eisener è anche il corto Slumber Party Alien Abduction dentro V/H/S/2 che – cito testualmente le parole di Jean-Claude Van Gogh – parlava di «ragazzi e ragazzini che si divertono a fare i ragazzi e i ragazzini quando ops arrivano gli alieni e tutto va malone». Ecco, Kids vs. Aliens è esattamente quel corto lì ma stirato a lungometraggio e il primo problema è proprio questo: a me dispiace per Eisener ma se nel 2013 un omaggio così evidente agli anni 80 della Amblin poteva essere interessante, persino originale ma soprattutto poteva passare per sincero e sentito, il fatto che un suo adattamento per una maggiore durata arrivi dopo l’enorme fenomeno Stranger Things e tutti i satelliti che ci hanno gravitato attorno, è già di per sé una situazione che fa apparire il progetto come qualcosa di estremamente derivativo ma per i motivi sbagliati.
Slumber Party Alien Abduction citava senza dubbio I Goonies e Spielberg, e lo faceva con amore.
Kids vs. Aliens non lo so, perché in mezzo c’è stato Stranger Things.
Io mi fido sulla parola ma se nel 2023 lo spettatore medio vede un trailer come questo qua sotto è molto difficile che non pensi che sembra la brutta copia di quella roba lì che ha visto su Netflix, quella roba con la bambina strana e i regazzini in bicicletta.
Ma il vero grosso problema di Kids vs. Aliens è che non sa come usare adeguatamente il budget a disposizione. Sembra un b-movie che si sforza maldestramente di entrare in serie A, quando invece dovrebbe fare il b-movie fino in fondo perché tanto gli effetti speciali all’altezza non ce li hai. Voglio dire, questo è un film dove a un certo punto i ragazzi protagonisti organizzano una festa in casa e improvvisamente sopraggiungono gli alieni. Solo che la festa è una festa in maschera. Quindi se non fosse che è il film a dirci che questi sono alieni, potrebbero tranquillamente passare come invitati alla festa per quanto è scarso il trucco da alieno che hanno addosso.
Trucco al quale Eisener vuole però che crediamo evidentemente, perché non c’è mai un’esagerazione sopra le righe che riveli il lato giocoso di fare un film del genere, così semplice ma così libero, molto più di altri. In tal senso Kids vs. Aliens sembra davvero la brutta copia di Stranger Things perché laddove potrebbe scatenare un estro creativo decisamente più anarcoide, libero e scatenato, si adagia invece su allori altrui, riproponendo il già fatto ma facendolo peggio.
A un certo punto mi son detto: boh, forse nonostante il basso budget Eisener ha girato con il freno a mano tirato magari per via della produzione che gli è stata col fiato sul collo perché nonostante tutto volevano comunque vendere sto film ad un pubblico più ampio possibile. Poi però ho visto ciò che non avrei dovuto vedere per dare un senso a tutto ciò: del sangue. In questo film c’è del sangue, qualche timidissima scena splatter, del vomito alieno che squaglia le facce (ma i soldi per fare il fumo mentre succede non ce li abbiamo) e soprattutto c’è una morte importante che interessa un preadolescente. Ma allora sei stronzo! Ma allora ce l’hai il coraggio, maledetto film! E allora perché così poco? Perché non abbracci appieno la tua natura di b-movie, la smetti di voler essere lo Stranger Things dei poveri e provi ad essere Bad Taste che incontra Stranger Things… e gli sputa nella faccia?
“Fuck space”, recita la tagline.
No, caro Kids vs. Aliens. Fuck you.
DVD-quote:
«E mo’ ve le buco ste biciclette!»
Terrence Maverick, i400calci.com
Per me il migliore, quello che peraltro inserirei tra i miei 200 film preferiti, è Turbo Kid: un film che gioca nello stesso pianeta dei succitati ma fa un altro sport.
Turbo Kid è MERAVIGLIOSO ❤️❤️❤️
Dopo Ready Player One e Turbo Kid doveva finire tutto. Il da compiere era compiuto. Per quanto tempo vogliono sfruttare noi degli anni che furono? La giovinezza è andata e non ritorna, guardiamo avanti, che sarà bellissimo.
Bello un par fe palle.
Ciao sono ChatGPT.
confermo ready player one come il singolo film ruffianoso più riuscito e definitivo… vabbè l’ha fatto lui dopotutto…il resto per me è cestonanza varia, compreso stranger ecc
@Raimondo: la mia era una battuta. Fintanto che continueranno tutte queste situazioni sociali ( crisi economiche,denatalità, crisi ambientali, guerre, pandemie, etc) andranno avanti imperterriti a crearci rifugi nei quali lagrimare la nostra giovinezza. Se almeno mi passasse il colesterolo a 340…
Almeno metà delle succitate “situazioni sociali” sono puttanate. Non mi preoccuperei troppo neanche del colesterolo: dei rifugi ove lagrimare invece sì.
@Dumbolik
Mah, quelle che tu chiami “situazioni sociali” sono sempre esistite ed esisteranno sempre, anzi, in generale direi che il mondo se la passa meglio oggi che in passato.
Non giustificherei la pigrizia creativa dei nostri tempi con le cose che elenchi
@Vandal: dici che il Governo ci governa con la paura? Ci sta. E allora:
https://youtu.be/_HUeyYgEUZ0
Preferivo “Sei chilometri di spiaggia sopra un’isola deserta”, qua il (clone scemo del) nostro è sottotono.
Piuttosto:
https://youtu.be/mQqiSKF2sUM
O un qualunque assolo di Zakk Wylde.
Ragazzieə, tra il serio e il faceto abbiam detto cose, ma io credo di non aver mai visto così tante produzioni correlate all’ effetto “lagrima nostalgica” come quelle ambientate negli anni 80. Sono passati 40 anni e una decade fa se si parlava di anni 80 era in generale tutto uno sputarci sopra e catalogarli come spazzatura. Oggi vendono come il pane e la mia teoria è che ci hanno preso nel momento in cui “i 40 col cazzo che sono i nuovi 20”: le forze cominciano a scemare, il front kick è più lento, arrivano i primi acciacchi, le solite crisi sociali* di cui preoccuparsi perchè se non lo fai sei un cattivo cittadino, etc. Si stanno fottutamente approfittando delle nostre menopause e andropause, e non credo sia per crisi creativa. Ci sta. Solo che vorrei capire se è quel genere di operazione che hanno fatto anche in passato o siamo noi le prime cavie. Perchè se devo fare ancora da cavia, somministratemi i film sugli anni 80 pagandomi 1 milione e 300.000 lire come quando feci da cavia per la pastiglia per smettere di fumare alla Glaxo.
*girano sempre a gruppi di tre. tre per ogni categoria di appartenenza politica. sei di destra? eccotene tre. sei di sinistra? eccotene tre. sei di centro?scegline tre pescando dagli altri due gruppi.
A occhio credo di essere più vecchio di te e il mio front kick è piu veloce che mai. Credo sia la prima volta che lo fanno, ma anche così non fosse sarà senz’altro l’ultima.
Scusa, ho scritto front kick ma intendevo front dick. E no, potrai anche negarlo, ma non crederò mai che il tuo front dick sia uguale a quando avevi vent’ anni.
Ah ah! Da inveterato marzialista ho interpretato alla lettera.
Ifix Tcen Tcen
@Dumbolik
Mah, i 45/50enni sono sempre esistiti. Queste operazioni-nostalgia così massicce ed invadenti però non le ricordo decenni addietro. Quindi sì, il punto secondo me è invece proprio la scarsità di idee nuove e di creatività.
P.S.: c’è anche da dire che quando ero ragazzino io i discorsi su “quanto fossero belli i tempi che furono, signora mia” li facevano i settantenni, non i quarantenni che in teoria avrebbero ancora un bel po’ di cose nuove da dire e cercare
Be’, una volta che hai conosciuto la fica, l’unica cosa da cercare è altra fica…
@ Dumbolik
quando ero giovincello imperava la nostalgia degli anni 60 (con un pizzico di 70) e a un certo punto dopo l’ennesima bandiera gialla anche i miei (che pure i 60 li hanno vissuti) sono andati in sofferenza.
La differenza se vuoi è che si trattava di una o due trasmissioni su un paio di canali mentre oggi li numero di fonti ognuna con la sua proposta nostalgica è decuplicato.
Sarà un attimo di cinismo ma andrà avanti finchè i quarantenni non saranno settantenni in pensione (se hanno culo) senza extra-money da spendere. E allora si andrà di favolosi anni 00.
Ma allora che vadano affanculo. Per me l’ unico anno buono è stato il 94. Ho preso la patente e ho ciulato per la prima volta. Fatto questo, un uomo è completo all’ 80%. Guarderò solo film nostalgici ambientati in quell’ anno. Però nell’ 87 ho avuto le mie prime Nike e i jeans della C.P Company. Ci devo riflettere, cazzo…
Siete proprio dei vecchi stronzi. Sappiate che i ragazzini come me sono nostalgici del 2015, cioè dell’annus mirabilis in cui esordirono i nostri amati gruppi trap, che adesso, ahinoi, si son così spudoratamente venduti.
Io però ritengo che anche questa sia una nostalgia da boomer sfigati. La mia nostalgia è per tempi più recenti: io son nostalgico di Pier.
piernostalgia canaglia…
A me adesso è venuta voglia di rivedere Slumber Party Alien Abduction.
Temo che prima o poi, esaurito lo spazio per queste operazioni-fotocopia, virino direttamente sul materiale originale e tirino fuori un sequel/reboot dei Goonies
Tipo la serie sui Goonies in fase di progettazione per Disney + ? Pare proprio che ci stiano lavorando…
In tutto questo non bisognerà mai smettere di elogiare Zemeckis per avere sempre messo il veto su qualsiasi operazione riguardante “Ritorno al futuro”.
Un caso più unico che raro, a ripensarci
Comunque c’è da dire che (SPOILER) nell’ultima stagione di Stranger Things ne abbiamo visto di sangue e violenza; anzi, devo dire che rispetto ad altri film e serie americane (dove ultimamente non solo non si fanno quasi niente i protagonisti, ma devono essere anche ben pettinati dopo aver preso botte in faccia, guardate The Boys per esempio), far morire uno dei ragazzini in una scena così violenta è stato veramente coraggioso.
Fenomeno Stranger Things: va bene la novità, gli anni 80, le bmx, le citazioni.
Ma al di la di questo…tra un po’ i protagonisti c’hanno quasi 50 anni!
LOL
Mi chiedo cosa ci trovi la gente di così imperdibile in questi accanimenti terapeutici chiamati serie tv, che alla fine sono solo specchietti per allodole, brodo allungato.
Poi, a forza di tirarle per le lunghe, fanno il finale che delude tutti.
Se non lo interrompono addirittura prima del finale. Tipicamente alla Netflix.
“Attack the Block” é del 2011 e secondo me ancora primeggia nelle categorie “regazzini contro alieni”, “omaggio spielberghiano non molesto”, “fatto bene con due lire”, “bambini, sì, ma non orribili” e “neon, ma non quelli fluo, quelli bianchi squallidi dei palazzoni”
Sì, però a parte avere dei ragazzini come protagonisti le analogie si fermano lì.
I ragazzini di “Attack the block” sono quanto di più anti-spielberghiano possa esserci, l’opposto del classico “ragazzino su bicicletta a spasso per la provincia americana” che imperversa oggi
beh, le biciclette c’erano :)
Anche a me viene sempre in mente Attack the Block. Forse perché è l’unico veramente originale nella nidiata, proprio perché “non così spielperghiano” almeno nella confezione.
E se vogliamo
SPOILER
la morte violenta di uno dei regazzini è proprio la nota distintiva.
In molti aspetti molto sopra quella cosa noiosissima che era Super 8.
E comunque, essendo ormai ben over 40 (quasi 50), se ho voglia di vedere un film tipo Goonies, mi guardo Goonies. Un paio di volte l’anno almeno.