Ciao amici, sono George Rohmer, e sono qui per parlarvi di relazioni tossiche. In particolare, sono qui per parlarvi di gaslighting. Che cos’è il gaslighting? È quel tipo di relazione in cui il vostro partner vi manipola in modo da farvi dubitare di voi stessi e della vostra percezione della realtà. Vi faccio un esempio: il Marvel Cinematic Universe. Vi sono piaciuti i film dopo Avengers: Endgame? Bello Shang-Chi, vero? Eternals, beh dai, se non altro aveva tentato qualcosa di diverso. Ah, Black Widow! Black Widow aveva trovato un modo intelligente per dare spessore a un prequel. Per non parlare di Ant-Man and the Wasp: Quantumania, che aveva finalmente introdotto il Next Big Bad del MCU!
Bene, amici, sono qui per dirvi che siete stati gabbati. Siete stati manipolati da un partner tossico, i Marvel Studios (non vado a fare un nome preciso perché non vorrei accostarlo a questa simpatica, seppur borderline, metafora sul gaslighting, ché poi magari mi fa pure causa il signore il cui nome fa rima con Blevin Blaighi), che vi hanno convinto di aver visto una serie di bei film. Ecco, no, erano dei film di merda. E ci voleva James Gunn per dimostrarcelo. Sigla!
Guardiani della Galassia Vol. 3 gioca in tutto un altro campionato rispetto ai film della Fase 4 e ad Ant-Man. Il motivo è semplice, e mi ha stimolato una riflessione a cui tornerò in fondo al pezzo: c’è dietro un regista. James Gunn è un Autore nel vero senso della parola: ha una sua agenda personale, delle cose di cui vuole parlare, ha uno stile riconoscibile, ed è capace di indirizzare la macchina miliardaria Marvel in modo da cavare il meglio da ogni reparto.
Il risultato è un film immaginifico – sì, lo so, ho usato la parola “immaginifico”; fammi causa, Blevin Blaighi! – in cui ogni sequenza è un’esplosione di inventiva registica e scenografica, in cui per davvero si sfrutta al meglio l’idea di essere a zonzo per una galassia stracolma di luoghi pazzeschi e personaggi bizzarri. Dai costumi agli ambienti e alla caratterizzazione dei personaggi, anche quelli minori, anche quelli che hanno solamente una scena (sto parlando con te, Nathan Fillion), quello di Guardiani della Galassia Vol. 3 è un mondo ricco e stratificato. Gunn è bravissimo a scrivere dei tormentoni e delle pistole di Cechov da far deflagrare al momento giusto per ottenere il massimo effetto, comico o drammatico che sia. È un maestro nel far respirare tutto, personaggi e luoghi, in modo da permettere allo spettatore di assorbire tutto quanto e godersi lo spettacolo pienamente. Il paragone con Ant-Man and the Wasp: Quantumania è particolarmente umiliante: ricordate quei brutti green screen e quella generale sciatteria che impediva al mondo quantico, chiaramente studiato nei dettagli sulla carta, di esplodere sullo schermo? Ecco, sarà anche che Gunn ha avuto più supporto e più tempo per finire gli effetti visivi come si deve, ma qui potete tranquillamente dimenticare quella roba e farvi trascinare in un’avventura cosmica che mi piace definire “avvolgente”.
Di Guardiani della Galassia Vol. 3 mi hanno colpito diverse cose, e tutte riconducono sempre a lui, James Gunn. C’è ad esempio il tasso di violenza più spinto: il film inizia con una sequenza di guerriglia a Knowhere, il nuovo quartier generale dei Guardiani (ma come, Fabrizio, non mi hai visto lo speciale natalizio di Guardians of the Galaxy? Corri subito a rimediare!), in cui viene anche versata una discreta quantità di sangue, di quello rosso, sia chiaro. Incredibile a dirsi per un universo in cui ormai non si vede una goccia di sangue manco quando uno viene sgozzato (e infatti tanti auguri con Blade, raga!). Si vede che James Gunn, forte del suo status di autore rispettato – e forse anche della figura di merda della Disney, che lo ha licenziato e ha poi dovuto fare marcia indietro con la coda tra le gambe – ha potuto passarla liscia con molta più roba rispetto ai suoi meno blasonati colleghi.
Ma non parlo solo della violenza grafica: Guardiani della Galassia Vol. 3 è un film violentissimo ed esplicito anche a livello psicologico. Per dire, uno dei temi centrali sono gli esperimenti sugli animali, e non è che Gunn si nasconda dietro un dito quando c’è da spingere il pedale sui dettagli raccapriccianti, la manipolazione fisica e psicologica che quel mattacchione dell’Alto Evoluzionario (lo so, è una frase abusata ma… forse uno dei migliori villain Marvel di sempre pur nella sua semplicità) impone ai suoi sudditi. È tutto giustificato dal fatto che il film parla di Rocket e delle sue origini, dei traumi che ha subito e che non aveva mai raccontato. Ma il film avrebbe potuto tranquillamente raccontare tutto questo senza essere disturbante, avrebbe potuto mettersi in riga con il resto della produzione Disney e vagamente accennare cose potenzialmente interessanti senza mai approfondirle, il modus operandi perfetto per il PG-13. Ma a Gunn non frega un cazzo, lavora ai confini del rating R, ci infila pure il primo “fuck” non censurato nella storia del MCU a uso gag, e GLIELO LASCIANO FARE. Perché lui ha una visione e sa quello che fa. Perché lui è il nuovo boss della DC e che fai, gli dici che non può mica?
Guardiani della Galassia Vol. 3 è anche un film sulle relazioni tossiche, e qui vi lascio un attimo per meravigliarvi della maestria con cui vi ho ricondotto a questo tema dopo averlo accennato in apertura, lasciandovi credere che lo abbia fatto apposta mentre in realtà me ne sono accorto solo adesso. Il cuore del film è dimostrare come dei rapporti di amicizia puliti, sani, siano l’unico antidoto possibile ai rapporti tossici che ci incasinano la vita. La relazione tra Rocket e l’Alto Evoluzionario, ad esempio, ma anche quella tra Peter e la nuova Gamora, con lui che non accetta che lei sia una persona diversa da quella che ricordava. Non a caso, da scrittore raffinato qual è, Gunn ha voluto Adam Warlock nel film: gli serve come cartina di tornasole, termometro di tossicità. È attraverso il suo arco di maturazione che Gunn esplicita questo tema.Guardando il film ho cominciato a pensare che James Gunn sogni di essere il nuovo Guillermo del Toro. C’è lo stesso amore per i diversi, i reietti, i mostri, lo stesso ribaltamento di prospettiva: i veri mostri sono gli umani. C’è una scena emblematica in questo senso, in cui i peggiori mostri lovecraftiani possibili vengono dipinti come delle creature spaventate e bisognose di comprensione e affetto. C’è tanto CUORE in Guardiani della Galassia Vol. 3, tanto amore per ogni creatura, al punto che, se amate gli animalini, vi ritroverete a sudare dagli occhi in più di un punto.
Il primo Guardiani della Galassia aveva stupito per quel mix perfetto di comicità, leggerezza e azione che né la Marvel né Gunn sono stati poi in grado di replicare, dai Thor di Taika Waititi a Guardiani della Galassia Vol. 2. Forse nemmeno il Vol. 3 ci riesce, ma non gli importa, perché Gunn stavolta gioca su altri registri. Non è che manchino le gag, ma c’è molto più melodramma e, soprattutto, Gunn evita la trappola del secondo capitolo, in cui le battute finivano per minare anche i momenti drammatici. Qui tutto funziona: le battute fanno ridere, i pugni nello stomaco fanno male.
Al netto di un primo atto un po’ frettoloso e di flashback spesso male inseriti, Guardiani della Galassia Vol. 3 è un sequel capace di fare tesoro di tutto ciò che è venuto prima, persino degli errori, per regalarci un’esperienza di grande impatto visivo e narrativo. Vedetelo su uno schermo molto grande e luminoso, perché lo merita.
E ora chiudo con la riflessione in fondo al pezzo. Da anni, ormai, Blevin Blaighi si è convinto, e ci ha convinto, che in fondo non servano dei veri autori dietro ai film Marvel. Che basti il lavoro della writers’ room e del reparto effetti visivi, con le sue dettagliate previz, e che dietro la macchina da presa ci debba essere solamente un professionista capace di ubbidire e non rompere più di tanto i coglioni. Ne ha parlato molto bene Quantum in questo ottimo pezzo. Per quanto mi riguarda, invece, Guardiani della Galassia Vol. 3 e, in forma sicuramente minore, Doctor Strange nel Multiverso della Follia dimostrano che un regista vero fa sempre la differenza. Lo si percepisce, pure quando, come nel caso di Sam Raimi, il regista in questione lavora un po’ con la mano sinistra e l’assegno che gli penzola davanti. Forse ci vuole proprio un ritorno a una maggiore diversificazione tra le proposte Marvel, c’è bisogno di osare stilisticamente, di sperimentare, per quanto possibile. C’è bisogno di fare dei bei film, alla fine. Sembra complicato, ma invece è semplice. O forse sembra semplice, ma invece è complicato. Una delle due.
Disney+ quote:
“Bentornati procioni, bentornata Marvel.”
George Rohmer, i400Calci.com
P.S.: sì, in questo film c’è anche Sylvester Stallone. Sì, appare molto poco però fa sempre la sua porca figura.
Che dire, intanto sono molto contento di essere arrivato uno.
Poi, il film mi è piaciuto molto, sono d’accordo con la recensione ma specialmente con il finale. Si rischia che questo sia l’ultimo film con un anima dell’MCU, con un tratto distintivo, con dei motivi d’interesse. Spero si rendano conto di aver imboccato la strada sbagliata, anche a livello di personaggi ed interpreti.
Allora, non parlo direttamente al recensore, e ricordo bene che No Way Home fu accolto tiepidamente qui, ma tutto questo leggere che GOG 3 è il miglior film Marvel da anni a questa parte mi fa davvero incacchiare
È evidente che il popolo di internet 2023 ha davvero la memoria corta: non sono passati neanche due anni da No Way Home che già ci siamo dimenticati che mezzo mondo lo accolse come il meglio film dei Marvel Studios di sempre!
Così, per dire
Ci sarebbero anche le opinioni personali: non solo l’ultimo Spider-Man, ma anche Wakanda Forever mi era piaciuto di più, forte del fatto che appunto anche registicamente mi sembrava non avesse nulla da invidiare a questo.
A me i film dei GOG non sono mai piaciuti, e per quanto questo sia il migliore del terzetto, anche il terzo non mi garba troppo, nonostante gli indubbi pregi: belle riprese e bei carrelli, una coerenza interna solida (e finalmente!), ottime scene d’azione (lo scontro nel corridoio sul finale, per dire) ma anche qui ridimensiono, non è più il 2015, i Marvel Studios sono cambiati e gli effetti speciali hanno fatto passi da gigante, quello che abbiamo visto è esteticamente e cineticamente bellissimo ma ormai (mi, che cinico che sono diventato) è la prassi sia nei MS sia nel resto di Hollywood
Anche la squadra suicida di Gunn mi era piaciuto di più: è proprio quella fra Gunn e i MS/Disney che è una relazione che non ha mai funzionato a dovere (o bella, sono rientrato nella metafora!)
Concordo sulle idee di Feige sullo sceneggiatore operaio: serve un immaginatore come Raimi
Non concordo sui MS: posso anche essere cambiato io, ma mi sembra che dopo Endgame facciano film migliori presi singolarmente
Non certo Quantumania, ma in generale azzeccano meglio i singoli film
Non seguendo più in modo organico l’MCU e in generale i film di supereroi, ho recuperato per curiosità Wakanda Forever un paio di settimane fa: sinceramente l’ho trovato uno dei film peggiori degli ultimi anni, lentissimo e a tratti sconclusionato.
Capisco che molti tendano a darne un giudizio positivo sulla scia dell’emozione per Boseman, ma il film in sé ha tanti tanti problemi
I gusti son gusti e non si discute, ma questo film secondo me è fatto con il cuore, è in film sincero e che “arriva dritto” : fa ridere quando vuole farlo, commuove quando deve e ti colpisce quando ti vuole colpire.
E racconta una storia fatta di tante piccole grande storie insieme, un vero film corale.
Una famiglia (scusa Dom).
Gunn è un grande, e qui si vede.
Wakanda Forever è più noioso di una lezione di algebra del Consorzio Nettuno.
No Way Home da amante di Spiderman l’ho apprezzato perché ci ho trovato lo spirito del fumetto in diversi punti, ma la sceneggiatura è oggettivamente scritta da un gibbone con un pennarello nel cvlo.
Ma mezzo mondo chi?! No Way Home era un film con un hype altissimo, ma non ricordo queste recensioni entusiaste (si tratta di uno dei migliori di questa fase quattro, il che significa un film decente e poco più). Questo può essere che sia meglio (non c’è sta gran concorrenza, in fondo).
Ma la triste (o forse neanche così triste) realtà è che, DC o Marvel che siano, le pigiamate hanno rotto il cazzo anche a chi, come il sottoscritto, le ha amate. Bene fa la DC ad affidarsi a Gunn (Suicide Squad era una bella eccezione- proprio per il suo essere unico, senza doveri di coerenza narrativa con altri 200 film o altre menate), ma non credo che cambierà la sostanza: la continuity è il male. La tomba della creatività
Non ho ancora visto il film, che non mi perderò, ma il tuo discorso sull’evoluzione degli effetti speciali è molto interessante.
Perché secondo me questo concetto è un rapporto causa/effetto il cui leit motiv è diventato “non ci basta mai! vogliamo di più!”.
Farò un discorso apocalittico: questa prostrazione uber alles verso gli effetti speciali sta uccidendo il cinema.
Un po’ come quelli che ti dicono “eh ma sono finite le idee!”.
Mi dispiace solo che il bagaglio culturale cinematografico occidentale oggi sia ridotto a questa assoluta percezione superficiale per cui una qualsiasi espressione artistica dopo tot tempo “è scaduta”/”va fuori moda”/”invecchia male”/”old!”.
Ma le storie? Le sceneggiature? La bravura del regista?
Niente, non contano più niente. Contano solo gli effetti speciali.
Che siano sempre aggiornati eh, mi raccomando. Altrimenti è roba vecchia che va snobbata!
Al cinema mi immagino implosioni alla Kenshiro di questo pubblico “esigente” (o ignorante?) davanti a film come Superman di Donner (riproposto proprio di recente in sala).
@J.J. Bad: Sì, certe volte il pubblico odierno mi pare spaccato a metà tra un 50% che rincorre un nostalgismo deleterio e un altro 50% per cui tutto quello che è venuto prima del 2010 è roba da boomer. Sono due posizioni estreme e contrapposte assolutamente deleterie
In mezzo alle due posizioni, mettendo d’accordo un po’ tutti, ci sta ad esempio Top Gun Maverick.
Quindi fare cinema blockbuster di qualità, non usa&getta ma che resti nella storia, è ancora possibile.
Per coadiuvare questa possibilità facendo investire ancora tutto sul grande schermo. inevitabilmente dovremmo eliminare o ridimensionare i fuorviantissimi portali streaming e riportare il senso critico e la cultura cinematografica nella testa delle persone.
Secondo me. Forse è impossibile perché c’è chi dirà che non si torna indietro.
Eh ma in tal caso la morte del grande schermo è solo questione di tempo e gli stiamo scavando la fossa. Tutti.
La discussione è interessante, perchè mi ricorda un pezzo che ho avuto modo di leggere poco tempo fa e parla proprio del fatto che non si producano più blockbuster d’autore. Top Gun Maverick sarà sicuramente un blockbuster di qualità, ma l’esempio che portava l’articolo è Apocalypse Now, film che costato all’epoca circa 31 milioni di $, più di 150 ai prezzi attuali, ma che è entrato nella storia del cinema.
Oggi c’è qualche studio che darebbe 150 milioni di dollari per un film d’autore? Non un eccellente, ben fatto e personale film d’azione, proprio un film d’autore.
Secondo me no, ed è un pezzo importante di cinema che non c’è più. Se hai una visione autoriale, delirante, originale ed artisticamente eccellente puoi ancora realizzarla ma SOLO se costa poco.
D’accordo, ma ammettiamo tutti allora che questa non è una evoluzione del cinema.
E’ una evoluzione del business, ma il cinema di qualità ci perde. La storia del cinema ci perde.
E noi pecore mettiamo sempre la testa sotto la sabbia, troppo presi dalla moda del momento…
Poi esce fuori il tizio medio (spesso viziatissimo e che abusa di questa modernità vuota) che ti giustifica tutto con “eh ma son finite le idee!!”.
See vabbè.
@GGJJ: SPOILER, non c’erano neanche allora gli studios che mettevano l’equivalente di 150 milioni di oggi per Apocalypse Now, Coppola pagò per buona parte di tasca sua, fallì malissimo, gli studios impararono di aver schivato un proiettile. Probabilmente l’articolo era interessante, ma faceva l’esempio sbagliato.
Oggi la cosa più vicina a un film d’autore costato 200 milioni è Dune – Parte 1 e altri 200 per Dune – Parte 2. E fidatevi che per trovare esempi coraggiosi simili – è un “brand”, ma un brand minore con un pessimo precedente, e un film a ritmi lenti e anti-commerciali – tocca andare indietro di parecchi, parecchi anni.
@Nanni e GGJJ: “Killers of the flower moon” di Scorsese credo sia sui 200 milioni (e pure “The Irishman” veleggiava su cifre simili)
@Nanni: grazie mille per la storia di Apocalypse Now, di sicuro istruttiva. Ma pur ammettendo che una mitica “età dell’oro” nella quale gli studios davano milioni come se piovessero ad autori visionari non è mai esistita, la sensazione che oggi i film ad alto budget siano solo quelli di puro intrattenimento non riesco a farmela passare. Voglio dire, mettiamo che nel 1968 non sia mai esistito “2001 odissea nello spazio” tanto per dire uno di quei film che secondo me forse ce n’è qualcuno allo stesso livello, meglio nessuno. Se oggi se ne uscisse, che ne so, Darren Aronofsky (tanto per dire uno abbastanza drocato) con la stessa sceneggiatura, le stesse idee visive, le stesse necessità secondo te glieli darebbero i soldi necessari, sapendo che oggi per avere lo stesso tipo d’impatto visivo veramente gli servirebbero almeno 150 milioni?
Dune è un contro esempio fino ad un certo punto secondo me, primo perchè il tuo discorso può anche essere rovesciato (è cmq un brand, è basato su idee seminali della SF che è facile che vengano almeno visivamente spettacolari, ha cmq quel sapore di “Star Wars” anche se sarebbe il contrario..) e poi perchè non a caso prima di sganciare per il 2 lo studio ha voluto cmq vedere come andava l’1, è il motivo per il quale per vedere come finisce la storia (si ok, ovvio che lo sappiamo già ma è per dire…) dobbiamo aspettare 3 anni.
Discorso interessante quello tra autorialità e soldi investiti.
Allora, Il padrino maggior incasso del 1972 di Coppola è costato un 7 milioni di dollari rispetto ad un incasso di 290 milioni.
Il braccio violento della legge costato del 1971 costato 1,8 milioni ne ha incassati 75. Il successo appare quindi relativamente collegato all’investimento.
Anzi, ci sono stati casi eclatanti di fallimenti di case di produzione come con il Gattopardo e i Cancelli del cielo le volte che i produttori hanno fatto il passo più lungo della gamba. Motivo per cui i produttori sono sempre stati attenti a dove mettevano il loro denaro.
A partire dagli anni ’80 in poi il successo di un film autoriale è sempre stato più marginale perché il pubblico cercava qualcosa più legato alla meraviglia visiva e agli effetti speciali.
Mi sembra di ricordare che il primo Indiana Jones venne aspramente criticato per la sua trama all’epoca, ritenuta fiacca, ma era soppiantata da una successione di azione e avventura allora senza pari.
E Guerre stellari di Lucas? Venne spernacchiato dai colleghi De Palma e Spielberg per la trama infantile.
Oggi, forse uno dei pochi autori che incassa bene e che ha una buona libertà creativa, Quentin Tarantino, non incasserà mai quanto un cinecomic qualunque. Everything Everywhere All at Once dei Daniels, che si è portato a casa la bellezza di 7 oscar, ha incassato 140 milioni di dollari. Cifra buona ma non eclatante.
Sembrerebbe quindi che esiste un pubblico ancora per gli autori, ma più ridotto. Forse in parte perché il tipo di pubblico dei cinema attuali è diverso, composto per lo più da ragazzi e non da adulti.
Tutti i film d’autore devono avere almeno un gancio commerciale di qualche tipo se serve un budget grosso. I film si fanno quando pensi in qualche modo di poter riavere i soldi indietro, questa è la base fondamentale sempre. Detto questo, Dune non ha bisogno di essere rovesciato: ho solo detto che è la cosa più vicina a un kolossal d’autore che abbiamo avuto da parecchi anni a questa parte. Questo perché costa come un film commerciale ma non è diretto come un film commerciale, che è un po’ quello che vogliamo capire se esiste ancora in questo discorso, se ho afferrato giusto. Villeneuve ha fatto il sequel di Blade Runner: è costato molto, l’ha fatto lento e ostico come l’originale, ha floppato come l’originale, gli hanno dato altri 200 milioni lo stesso per un altro film ancora più azzardato (meno conosciuto dal grande pubblico di oggi, più difficile da adattare, e in più con alle spalle un flop che non è mai stato rivalutato), gli hanno detto “fallo pure lento e difficile come quell’altro flop che hai fatto l’anno scorso”, Villeneuve ha eseguito pompandosi giusto di un sacco di nomi grossi e sufficientemente furbi nel cast, e se parliamo di incassi al box-office è arrivato a malapena in pari e hanno deciso di fargli fare la seconda parte lo stesso. Non esistono casi altrettanto coraggiosi negli ultimi anni, con l’eccezione di Scorsese che da parte di Netflix era principalmente un investimento per comprarsi del prestigio e non comunicare i risultati come al loro solito. E il nuovo di Scorsese è un altro miracolo costato 200 milioni ma anche 50 maledettissimi anni di street cred immenso, e lo sappiamo che non farà i soldi marveliani che dovrebbe fare.
Scusate ragazzi,ma Oppenheimer come lo collochiamo?
Certo, nessuno lavora per beneficenza è chiaro che se gli studios investono è per guadagnarci, autore o meno. Quindi forse possiamo dire che, rispetto a qualche anno fa, forse semplicemente i film d’autore, anche se spettacolari, molto più raramente fanno grossi incassi? Mi era appena venuto in mente Robert Eggers, alla fine a lui i soldi per un kolossal (The Northman) l’hanno dati ma in effetti è stato un mezzo flop.
Ciao Nanni, perfettamente d’accordo con tutto quello che dici.
Volevo solo evidenziare come una volta con piccoli investimenti un film d’autore era anche capare di guadagnare davvero tanto. Oggi è più difficile, anzi un investimento di 200 milioni su un film autoriale è un grosso rischio.
Spero per Scorsese che li recuperi.
Nolan io lo considero un autore. Effettivamente forse uno dei poche che fa davvero grossi incassi.
A me viene il dubbio che il problema produttivo, almeno per un 50%, dipenda dal fatto che il pubblico dei blockbuster non alza più il culo per andare al cinema, ormai totalmente dipendente nella propria vita da vari schermi più o meno piccoli.
Ma d’altronde in questa epoca è diventato così impopolare e “da boomer” sostenere che questo streaming senza regole è la morte del cinema. Nonostante stiamo assistendo proprio a questo evidente fenomeno.
@Maybe: è ancora così in realtà. Spendi poco e puoi provare più o meno quello che vuoi. Vale sia per il cinema d’autore che per i vari progetti Blumhouse, A24, ecc… E cresci dal basso. È anche il modo con cui nascono i franchise più inaspettati, tipo John Wick. Il primo costa poco, guadagna molto, il secondo costa di più, continua a incassare in proporzione, nel quarto puoi permetterti di affittare i maggiori landmarks di Parigi per fare del gun-fu apocalittico. Ma dovevi partire piccolo e crescere con calma. Di questi tempi si è un po’ abbassata la cifra che vale la pena investire negli esperimenti, ma son cose che si continuano a fare e che periodicamente tirano fuori delle chicche sia qualitative che remunerative.
Però a tal proposito mi fa sempre ridere, in controtendenza, la storia di Johnny Mnemonic di cui vi parlavamo in diretta qui: https://www.i400calci.com/2023/03/raccolta-differenziata-johnny-mnemonic-400-live-episodio-98/
In breve:
– tizio dice “vorrei fare un film sperimentale in bianco e nero per 5 milioni”, gli dicono di no;
– lo stesso tizio allora dice “ok, stesso identico progetto, ma a colori e con Keanu Reeves, per 30 milioni”, gli dicono ok.
@John 4°Di Millius: sì, Nolan è l’altra vera eccezione che gira oggi, e campa di un misto tra sudato street cred, il colpaccio di Batman, e il miracolo vero che furono gli incassi di Inception. Però pure lui inizia a sudare forte per fare davvero quel che vuole, e bisognerà vedere come andrà Oppenheimer (che intanto nel dubbio ha messo mezza Hollywood nel cast).
Chissà, forse non è così lontano il tempo in cui la tecnologia ci permetterà di avere kolossal low budget, addirittura artigianali.
Sarà forse quella “la morte del cinema”? – pronunciato con l’inflessione dei parrucconi che in origine furono la nemesi di questo sito?
È un po’ OT sull’OT, ma la prospettiva mi suscita non poche riflessioni.
Concordo con la rece, anche a me e’ piaciuto un sacco. Unico punto debole del film il villain, per essere praticamente un dio le prende sempre dai guardiani che non sembrano impegnarsi particolarmente o fare chissa’ quale piano per sconfiggerlo, quindi insomma non viene mai nessun dubbio che non ce la possano fare. Comunque bello
Per pietà, ditemi che Adam Warlock è venuto bene nonostante l’imbarazzante faccione del’interprete!
Meh
Come scrivevo sotto per me è sprecato ma è abbastanza fedele al Warlock delle primissime origini. Comunque il film è bello lo stesso e si spera che il personaggio crescerà in futuro. Poteva andare peggio.
Body shaming ne abbiamo?
Si vede che c’è tanto cuore in questo film, capace di emozionare come non mai; Gunn ci mancherà, ma sono sicuro che non deluderà le aspettative con il suo Superman tra un paio d’anni
Per i matusa come me che vengono dai fumetti, non è un discorso nuovo:
ho cominciato a leggere gli X-Men con la gestione Grant Morrison e già lì (ma immagino anche nel passato, eh, solo che io ne sono venuto a conoscenza in quel momento) c’era questo problema del “Bellissima la visione autoriale ma poi il prossimo cristiano che viene come se lega dopo la fine del mondo?”
‘sta roba per dire che mi spiace che Gunn si sia andato a infognare nella DC (sono contento per il suo conto in banca) perché sono piuttosto pessimista su queste dinamiche di serializzazione e sposo la visione di Boris 3: “Un’altra televisione non è possibile” cit.
Anche con le migliori premesse e proposito, mi sbrigo ad aggiungere “secondo me”, gli Autori finiranno per fuggire di nuovo perché non sopporteranno di doversi legare a un prima e a un dopo e, soprattutto, di omologarsi esteticamente.
Riprendo la citazione a Boris 3 e la completo:”Un’altra televisione non è possibile, ma non è nemmeno auspicabile”
A noi spettatori, non conviene nemmeno che chi ha una visione autoriale si vada a infognare in questa roba (mo diteme che pure voi non preferireste che Gunn facesse qualcosa di veramente suo)
Gunn non delude mai. Il mio preferito resta THE Suicide Squad ma pure questo è bello bello.
SPOILERINI?
Un solo appunto da nerd schifoso: io Adam Warlock lo amo da tempi non sospetti e attendevo con ansia il suo arrivo. Devo dire che mi è sembrato un po’ sprecato, dopo anni di indizi e strizzatine d’occhio nelle scene post me lo ritrovo personaggio secondario.
Interessante la lettura di Rohmer come termometro di tossicità, non ci avevo pensato, ma onestamente uscito dalla sala la mia impressione era che se lo avessero sostituito all’inizio con un altro sgerro (tipo Bebop OOOPS intendevo Warpig) la storia sarebbe andata uguale.
Mi ha fatto un po’ strano vederlo aggressivo e rimbambito ma poi mi sono ricordato che nasceva così anche nei fumetti, prima di crescere e diventare il leader uber-carismatico che amiamo, l’unico in grado di affrontare Thanos da pari a pari (purtroppo quel treno è passato, vabbè).
Bella la Controterra ma strano che Gunn non l’abbia sfruttata per giocarsi i metaforoni cristologici, anche solo come gag (correzione: in effetti c’è la gag della nascita di Adamo con scambio, Adam nella parte di Dio).
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Scusate il muro di testo ma già non commento più, per una volta che ho guardato un film, e per di più in tempo…
Piu’ che Autori, basterebbe non avere dei bot a dirigere i film ma gente che ancora possiede un’anima, tipo i Russo quando ancora non erano dei mitomani a cui affidano badilate di soldi per robette.
Su GotG3 ha dei momenti che, nel contesto MCU, definirei quasi orrorifici e adulti (cioe’ il protagonista e’ UBRIACO, santo cielo nessuno pensa ai bambini?) che danno una spinta in piu’ a un film molto dritto e molto consapevole del rapporto creatosi tra questi personaggi e il pubblico. Personalmente mi aspettavo piu’ morte se devo fare del puntalcazzismo.
Non sono d’accordo sul villain, ennesimo pazzo in overacting che fa cose turpi spiegate in un breve monologo e via, in confronto la guardia di Nathan Fillion e’ un personaggio stratificato e complesso.
Il problema è che o hai l’universo condiviso o hai l’autorialità, è chiaro che la scelta sia questa e tertium non datur. Al massimo hanno la libertà di una sequenza “personale” per fare notare che i registi cambiano a seconda del film, ma poi basta.
Da quel che ho capito è stato anche il motivo per cui Ed Norton nei panni di Bruce Banner è durato solo per un film
Mi è sceso l Hype dopo Endgame, ottima conclusione.
Ora la Disney/marvel ne fa troppi (pure si Star wars), ovvio non riuscire a stargli dietro.
I guardiani alla fine sono cazzoni simpatici, li si conosce, questo credo lo guarderò.
Finito questo però, non ha attesa x altri film di pigiami.
Stando in tema Gunn, è uscito su netflix Suicide 2, sono molto curioso di vederlo!
Comunque che i film della fase 4 (escluso No Way Home) fossero film di scaro livello era palese anche prima che uscisse questo GOTG vol.3, tanto per dire.
Il film si lascia guardare, ma è giusto chiudere qui. La formula è vecchia e stra-abusata, e qualche canzone e animaletto in meno non mi avrebbero fatto schifo
Nota di merito per il solito Batistone, che come sempre si mangia il film
cmq gran bel titolo per una gran bella recensione! Bravo George!
il primo carino ed esaltato il giusto per la freschezza e la pseudo originalità nel mondo pigiamato già stantio..il secondo orripilante …vediamo questo …
Stessa mia opinione sui primi due capitoli
Gunn usa il turpiloquio perché sta puntando a prendersi gli AA.
(La recensione me l’ha venduto, mi sa che sospendo temporaneamente il mio “Marvel Ban ©” e questo me lo vedo)
non so, a me questa lettura che i film marvel sono peggiorati dopo endgame fa pensare altrettanto al gaslighting, e mi da l’idea che sia una visione di chi prima era infoiato e poi si è stancato.
io li guardo perchè ero un marvel fan da regazzino, ma i problemi (di struttura, di scrittura e di modello narrativo) ci sono sempre stati fin dall’inizio.
hulk, thor, capitan america, iron man 2, thor the dark world, age of ultron, ant-man, doctor strange, ant man and wasp, capitan marvel, far from home, tutti film che condividono al 90% sempre il modello marvel (partenza frizzante con umorismo sbarazzino, evoluzione inesorabile fino ad un finale che si perde nell’uso estremo di computer grafica al grido di “piu grosso è mejo”) e al 100% il non farcela fino in fondo.
Sono d’accordo, molti film marvel pre-avengers erano discutibili, non mi pare che uno Shang-Chi possa essere considerato peggio di un Iron man 2 e 3, i Thor, o ant man 2, o cap 3…
Penso tu abbia molta ragione: la cosa che è cambiata non è il livello di qualità generale (filmoni, filmacci, e filmedi ce li avevamo nella fase uno come ce li abbiamo ora) dei film, è l’occhio con cui li si sta guardando. Prima l’entusiasmo faceva passare sopra a molti problemi, ora quest’entusiasmo si è sgonfiato e i problemi risaltano e danno più fastidio.
concordo.
la noia tende a prevalere almeno in chi ha una certa età.
l’indulgenza viene meno.
ero anche molto più giovane io stesso quando uscirono. e per essere chiaro per me gli Iron Man erano film a sè stanti.
resta che questo GoTG3 si eleva al di sopra.
Visto che la recensione si apre parlando di gaslighting, secondo me gaslighting è proprio il fatto che appena esce il nuovo mega film (o serie tv) di una qualche saga/universo famosissimo (MCU, Star Wars, ISDA, HP, ecc… ) subito in tanti gridano al capolavoro (e ne sono sinceramente convinti). E questa recensione ne è l’esempio. Insomma, il classico effetto “a caldo”, che poi passato un po’ di tempo svanisce e spesso a distanza di qualche anno si finisce per chiedersi “ma davvero uscito dalla sala avevo pensato che fosse un capolavoro? Com’è possibile?”
O forse sarò io che non riesco ad apprezzare del tutto questo genere, eppure dai cinecomic (e più in generale dal mega blockbuster di turno) non chiedo molto, mi basta che siano dinamici e che riescano a intrattenere: già se mi tengono due ore senza annoiarmi allora per me hanno fatto il loro, poi sul resto magari ci passo pure sopra. Sembra poco, ma a quanto pare non lo è… E infatti anche GOG3 è semplicemente noioso. Se tanto mi dà tanto, preferisco i toni più scanzonati dei primi due, o di Thor Ragnarok, o di alcuni Spider-man… Nulla di che, ma almeno sono film che si guardano volentieri. GOG 3, invece, pur mantenendo un pizzico del caratteristico brio (ma davvero poco), sbrodola troppo sull’epicheggiante e sui forti sentimenti che però non sono nulla di nuovo (tutti sanno che se fai le scene strappalacrime con gli animali carini allora ti piace vincere facile, infatti se tutti i flashback su Rocket non fossero con gli animaletti ma con esseri umani non gliene fregherebbe più nulla a nessuno). Anche il villain è patetico.
Ah, non concordo sulla questione registi: o per questo genere di film avere un regista blasonato non serve assolutamente a nulla, oppure sia Raimi che Gunn sono decisamente sopravvalutati. Doctor Strange nel multiverso della follia è orrendo, mentre di Gunn i migliori restano i Slither e Super.
Ecce homo qui est faba.
Doc Strange 2 l’ho recuperato in streaming come quasi tutte le pigiamate e non mi è dispiaciuto, un discreto passatempo.
Il punto però è sempre quello: se non te lo dicessero capiresti che è un film di Sam Raimi?
No, è il solito prodotto standardizzato (cosa che non era invece la trilogia raimiana di Spider-Man, riconoscibilissima come opera di Raimi sia nei pregi che nei difetti).
L’unica sequenza degna di nota dove si vede la mano di Raimi è quella del Doc Strange zombie
Ti prego, quando scrivi acronimi, falli tutti in inglese o tutti in italiano: mi sono scervellato per almeno 40 secondi per capire che ISDA era LOTR!
E poi qualcuno mi deve spiegare cosa ci sia di entusiasmante in Suicide Squad (entrambi!): sarò ignorante e buzzurro, ma li ho trovati talmente patetici da non riuscire a terminarne la visione, e a tutt’oggi non so come vadano a finire…
Meravigliosa recensione ! Dovendo trovare le parole ( tranne il gaslighting ? Dove sei andato a pescarla sta roba. ) penso avrei scritto e condiviso le stesse parole e me la sento cucita addosso . Non sono propenso a scrivere o commentare in genere , ma la recensione mi ha davvero colpito . Idem per il film . Erano davvero tanti anni che non mi assaporavo una pellicola fatta col cuore l’ho amato alla follia davvero meravigliosa pellicola.
Vero, James Gunn è un regista unico e grandioso, speriamo faccia bene alla DC…
James Gunn fuoriclasse e devo dire che di tutta la sua filmografia includendo anche Tromeo & Juliet ed escludendo lo speciale di Natale (che probabilmente c’aveva da regalare un pony al nipote) non ha proprio mai sbagliato un colpo oscillando fra il divertente e l’entusiasmante. Vorrei però spezzare una lancia in favore di registi come Cretton e Zhao, che una loro visione molto chiara hanno dimostrato di avercela nei rispettivi film indie: non credo sia la loro visione a mancare, semmai il potere contrattuale (non solo economico, ma ideativo) per poter spingere di più la storia verso il film che avrebbero voluto fare.
Film molto bello che davvero si fa fatica a incasellare nell’attuale mondo Marvel rivolto a un pubblico più infantile, e infatti i riferimenti con il resto del mondo della Case delle Idee sono assenti.
Qui veleggiamo tranquillamente dalle parti dell’horror body, con un pazzo dottor Moreau sadico e ossessionato. Alcune scene e crudeltà sugli animali si fa fatica a sopportale. Direi che siamo dalle parti di Freak di Dylan Dog. Il cattivo mi ha ricordato un coinquilino ai tempi dell’università che testava prodotti cosmetici sui beagle.
Le domande a questo punto sono:
a) Quanto incasserà questo film, e di conseguenza è possibile una nuova strada per il Mondo Marvel diventando più adulto?
b) Questo film potrà fare da volano per il resto della produzione Marvel?
Per la prima domanda, prendendo come riferimento il genere western quando andava per la maggiore, e che ad un certo punto prima di spegnersi ha preso una deriva crepuscolare e malinconica, direi che sarà lo stesso anche per il genere supereroistico. Magari ci vorrà ancora qualche anno.
Per la seconda, non credo. Immagino che il prossimo film, The Marvels sarà un fiasco epocale. Dovranno aspettare il prossimo Spider-man o i Fantastici 4 per rilanciarsi.
Secondo le tue previsioni The Marvels sarà un fiasco addirittura epocale.
Può darsi, chi lo sa?
E perché mai non dovrebbe essere un fiasco altrettanto epocale il TERZO DICO IL TERZO reboot dei Fantastici Quattro? Forse è più probabile che questo sarà un fiasco.
In ogni caso io penso che l’unica realistica previsione verso i film dei supereroi in genere, a questo punto sia quella dello STIAMO A VEDERE COSA SUCCEDE.
Secondo me è l’unica possibilità, perché di umili certezze dopo 20 anni di film di supereroi io ne avrei solo una: siamo in una fase di stanca dovuta alla sovrabbondanza del genere.
Beh, ho immaginato che The Marvels possa essere un flop perché l’uscita è slittata. Forse segno che hanno avuto dei problemi nei primi test con il pubblico. Inoltre il personaggio di Capitan Marvel è un personaggio difficile con cui empatizzare. Il primo film ha incassato bene, ma non ha lasciato genericamente un buon ricordo. E poi alcuni anni fa c’era un altro spirito verso ogni film di supereroi. Più che altro un desiderio di completezza che ti spingeva a vederli tutti, cosa che ora mi pare sia passato.
Ho buone aspettative verso i Fantastici 4 perché sono personaggi classici con un buon seguito e immagino ci sarà una maggior cura nella realizzazione dei loro film.
Detto questo, se si tornasse a fare un po’ più film di fantascienza non mi dispiacerebbe.
Non solo c’è Sly in carneossa ma succede una cosa da Sly che da sola merita lo schermo grosso e luminescente..grazie a queste bella edificante lezione ora conosco meglio il fenomeno della eroicità tossica anche detto gaSlyting.
Porcamiseria. Tutte quelle volte, nel corso degli anni, che ho sfottuto Sly per il fatto che annuncia progetti che poi non esistono, e mai una volta che mi sia venuto in mente di chiamarlo gaSlyting. Da qua in poi te la rubo, ma ogni volta che mi vedrai farlo goditi la sensazione di sapere che era tua.
Andata
Per me arriverà prima una app che consentirà a qualsiasi pinco pallino di fare un film. E magari diffonderlo pure in rete. E magari avere dei follower che ne decretano il successo.
I quali magari lanciano pure una nuova moda.
Mi sto facendo venire il vomito da solo…
Ma in effetti mancherebbe solo tale fenomeno in questa epoca dove “vale tutto”.
Bel titolo. Gunn a Del Toro forse ci sta facendo veramente un pensierino. Film che rispetto al canone Marvel / Disney morde un po’ il freno e si permette quindi anche qualche sdolcinatura in più; belle idee ma non spinte al massimo, CGI curata, diversity a volontà. Ma il mondo reale sarà Superman.
Marvel / Disney.
Parlando di relazioni quella tra me e voi dei Calci è malata, nel senso che vi seguo da un bel po’, ma non ho mai scritto. Non per una mia volontà, ma perché i film li vedo parecchio tempo dopo la vostra recensione e non mi va di fare necroposting.
Sono quasi sempre d’accordo con i vistri giudizi, questa volta non fa eccezione.
Non tollero molto i film di supereroi che si prendono molto sul serio, quel “bene a tutti i costi” con i “buoni senza macchia” non mi piacciono, preferisco roba tipo Deadpool o GOTG o The Boys.
Il primo GOTG era il giusto mix fantascienza/ironia/cazzonaggine, il secondo invece troppa cazzonaggine, cioè divertente, intrattenente, ma lì finiva.
Questo invece mi ha fatto ridere, mi ha fatto sudare dagli occhi e i pugni mi hanno fatto male, l’ho visto una volta ed ho deciso di ripartire da capo con la trilogia con in mezzo i due Avengers (che non ho visto per i motivi di cui sopra) per avere più chiaro l’arco narrativo generale.
James Gunn qui ha fatto un filmone, ovviamente nella cetegoria film di supereroi/avventure nello spazio, spero non si sminchi troppo con il prossimo film, che vedrò per fede, a meno che non lo stronchiate male voi.
Scrivo fresco fresco dall’uscita dalla sala. Il film è carino e sicuramente molto meglio delle ultime uscite Marvel, ma non mi è sembrato assolutamente all’altezza del primo.
Troppe idee riciclate all’infinito, troppe scene al rallentatore con la musicona drammatica, troppe canzoncine in sottofondo messe lì solo per strizzare l’occhio.
Come hanno già detto altri, manca completamente il senso delle forze in gioco, qualsiasi supermostro incredibile ed immortale viene abbattuto a schiaffoni o a freccette o a telecinesi canina. Se lo si fa una volta mi va anche bene, ma se è una costante del film fa scendere completamente la tensione.
Lo so che non è un film drammatico, però così diventa veramente una pagliacciata continua.
Unica serie della catena dei pigiami a salvarsi per vari motivi…si riprende dopo l’abominio del secondo …certo a tratti è estenuante tra musical non cantati e inutilissime gag allungabrodo…il tutto per poi chiudere quasi di fretta il film tra nemici sconfitti e scelte dei protagonisti buttate lì sul finale…bruttini anche gli animaletti e la storia del procione acchiappalacrime per carità ma si può dire banale?… vabbè gli si perdona molto perché almeno ci si prova e a tratti ci si riesce…certo se voglio vedere qualcosa di spaziale schizzato contemporaneo e quasiadulto riguardo Valerian…