Raccolta differenziata è la video-rubrica che dà una nuova possibilità a film inizialmente sottovalutati da pubblico e/o critica.

Vi diamo il benvenuto, sotto lo sguardo severo ma in fondo benevolo di questo antico telefonino.
Il 2003! Ve lo ricordate? Sono passati vent’anni! Nel 2003 eravamo giovani, innocenti, sbarazzini e soprattutto blu. Noi si era blu, il mondo intorno a noi era blu, il Nokia 3310 era blu a meno che non foste tra quegli scriteriati che gli cambiavano la cover. E in questo tripudio di filtri spuntò un giorno al cinema il primo lungometraggio di un uomo che dedicherà il resto della sua carriera a farci incazzare. Underworld segnò il debutto alla regia di Len Wiseman, il debutto nel cinema che conta (dopo anni sprecati a inseguire Shakespeare e Kenneth Branagh) di Kate Beckinsale, ma soprattutto il debutto, ben cinque anni prima di quell’altra roba là, dell’epico scontro tra vampiri (belli, nobili, ricchi, sensuali) e lupi mannari (che puzzano di cane bagnato). Che incredibile tuffo nel passato! Ne abbiamo parlato ieri sera, eccovi il video completo della serata:
PREMIO JIMMY BOBO
- Mark Viniello (foam department), Hill Vinot (mold maker) e Phil A. Pinot (conductor / orchestrations) 43%
- Attila Kiss (assistant property master) 23%
- Donna Bis (key hair stylist: second unit) 20%
- Amber Meno (office assistant) 9%
- Mark Mangino (adr supervisor e inventore degli spuntini) 5%
Congratulazioni al Trio Etilico composto da Viniello, Vinot e Pinot! In alto i calici! E ricordate: se vi abbonate al nostro canale Twitch il vostro voto vale doppio.

“Daaaaai!”
PROSSIMI APPUNTAMENTI SU TWITCH
Lunedì 2 ottobre, ore 21: LA PALESTRA DEI 400 CALCI
Il nostro consueto appuntamento con le news più calciabili della settimana
Giovedì 5 ottobre, ore 21: per la rubrica Sala dei trofei, visto che si parla tanto di intelligenze artificiali che ci ruberanno il lavoro, di ChatGPT e pure dell’ultimo film di Gareth Edwards The Creator, abbiamo deciso di fare un salto all’indietro alle origini dei robottini senzienti cinematografici, e di parlare di quella volta che un giovane Leslie Nielsen andò nello spazio. Preparatevi a Il pianeta proibito!
TRAMA: tipo La tempesta di Shakespeare (seconda volta che il tizio morto che forse scriveva teatro ma forse no perché aveva dei ghost writer almeno se chiedete a Roland Emmerich viene citato nello stesso pezzo sui 400 calci) ma ambientata su un altro pianeta, e con un robottino intelligente che nella tragedia originale mancava. Ci sono anche Leslie Nielsen e Morbius – non quello, però. [IMDb | Trailer]
Un grazie finale alla videosigla di Christian Aliprandi e Dario Cogliati, all’inno Trenodia per le vittime di Val Verde di Ludwig Van Verhoeven e alla sigla 400 Calci dei Nanowar of Steel.
Oddio… Pearl Harbor non è cinema che conta? Perché ok, di menare forse c’è solo una robina futile sul tema “chi è morto giace e chi è vivo si da pace”, ma Michelone Baia, vuoi o non vuoi è uno di casa
Pearl Harbor è un film per americani fatto da americani, come tanti altri ok ma non lo metterei nel film da annoverare nella storia del cinema.
L’unica cosa che conta riguardo Pearl Harbour è la recensione di Federico Frusciante su Youtube, è da tre anni che ogni tanto la riguardo e rido sempre come se fosse la prima volta.
ah ah Frusciante vs Bay è un classico…e quanto ha ragione
Nell’estetica del vampirismo di allora (fine ’90/inizio 2000) andavano molto di moda le tute in pelle.
Io infatti Underworld lo collego strettamente al Blade di Snipes.
P.S.: Leslie Nielsen da giovane era preciso identico a Picone di Ficarra e Picone
Ahahahahah, vero
Scusate, dal #teamdifferita, volevo dire che senza nulla togliere agli altri redattori, l’accoppiata Stanlio – Cicciolina è una delle migliori degli ultimi mesi…
All’accostamento tra I love radio rock e radio freccia mi sono cappottato!
E a parte questo, minchi@ underworld non lo rivedo tipo dal 2004 e mi ricordo che già allora non è che mi avesse fatto impazzire, ma mi avete fatto venire voglia di rivederlo.
Underworld può essere considerato il capostipite del colour-grading dozzinale diciamo quello che rovina i film. Pensatelo senza quel filtro blu non avrebbe perso nulla anzi
Prima per andare in messico serviva la moglie incinta per sbaglio ora è sufficiente un viraggio beige/verdino.
a me disturba in generale, in pochissimi casi ha aggiunto qualcosa al film è l’equivalente del tabasco nei cibi messicani più ce n’è e più la base fa Kakare; la salsa di soia sul cibo orientale o l’olio a profusione nella cucina italiana. E’ il termometro della dozzinalità, addirittura risce a rovinare film che un 7 l’avrebbero anche raggiunto, tipo maverik.
Legateje e mani a questi (cit bombolo)
ps: Quel tonno ha rovinato tutto il film ha ragione cicciolina W