Sala dei trofei è la video-rubrica che si occupa di catalogare i grandi classici del cinema da combattimento.
Henry Lee Lucas è stato un grandissimo cazzaro. È stato anche un serial killer, o comunque una persona che ha ucciso altre persone – ma quante? La sua storia, squallida e desolante come solo certe storie americane sanno essere, è quella di uno squilibrato che cominciò a confessare omicidi a nastro per far felice la polizia e ottenere un trattamento semi-decente in galera, e che diventò quindi di fatto un trucchetto usato dalla giustizia per chiudere casi irrisolti. E questo non toglie nulla al fatto che abbia ammazzato della gente, eh: lo rende solo un serial killer cazzaro, appunto, la cui storia è stata raccontata da John McNaughton in Henry, pioggia di sangue, che è contemporaneamente un classico dello slasher pur non essendo uno slasher, e una delle esperienze di visione più dure e shockanti (lo dico?) della storia del cinema. Ne abbiamo parlato con un po’ di disgusto qui, eccovi il filmato integrale:
PREMIO JIMMY BOBO
- John Whynot (score mixer) 44%
- Steve Katsaros (production driver) 23%
- Frank Biro (driver) e Frank Macchia (score synth programmer) 21%
- Sam Saletta (“Obnoxious Boy #2) 13%
- Chuck Pelini (special thanks) 0%
Congratulazioni a John Whynot, che l’ha buttata un po’ lì senza crederci troppo e alla fine ha vinto il jackpot! E ricordate: se vi abbonate al nostro canale Twitch il vostro voto vale doppio!
PROSSIMI APPUNTAMENTI SU TWITCH
Lunedì 11 aprile febbraio, ore 21: LA PALESTRA DEI 400 CALCI! Appuntamento con le news più calciabili e con l’immancabile rubrica “Che cos’ha fatto Jared Leto questa settimana”.
Giovedì 18 aprile, ore 21: si avvicinano gli Oscar e un nostro triste amico è seriamente candidato a portare a casa il premio grosso. Contemporaneamente, esce Spaceman, un film con Adam Sandler e un’astronave. Infine, c’è un film che compie dieci anni, è opera del triste amico e parla di astronavi: abbiamo deciso di mettere insieme queste tre cose e parlarvi una volta per tutte di Interstellar.
TRAMA: qualcuno si è perso Matt Damon su un pianeta sperduto per l’ennesima volta. Christopher Nolan costruisce un complicato edificio narrativo per giustificare un’altra missione di soccorso. [IMDb | Trailer]
Un grazie finale alla videosigla di Christian Aliprandi e Dario Cogliati, all’inno Trenodia per le vittime di Val Verde di Ludwig Van Verhoeven e alla sigla 400 Calci dei Nanowar of Steel.
E soprattutto un grazie con le lacrime agli occhi a Teo Segale, amico vero, fancalcista onorario, una di quelle persone senza le quali probabilmente non saremmo qui e più in generale una di quelle persone che rendono il mondo un posto migliore semplicemente essendoci. Ora Teo non c’è più e noi stiamo malissimo, e siamo riusciti a salutarlo solo così.
Film che colpisce “Henry: pioggia di sangue” , nel suo essere crudo e dimesso
Più che la banalità, direi che si metta a rappresentare la normalità del male, nel suo squallore più quotidiano
Come ho segnalato nella chat, trovo interessante che questo film sia stato realizzato praticamente in contemporanea a Dylan Dog, vanno a esplorare gli stessi meandri della natura umana.
Il primo aggettivo che mi viene in mente da abbinare a questo film è: sclaviano.
Onore alla memoria 🫡 al fancalcista onorario, che ha chiaramente fatto tanto per questa nostra piccola comunità
Ottimo regista John McNaughton, forse arrivato troppo tardi per affermarsi alla scuola dei duri alla Carpenter o Romero a cui apparteneva. Confermo che “Normal Life” e’ una bomba, come anche il gran b-movie “The Borrower / Il cacciatore di teste”.
“Mad Dog and Glory / Lo sbirro, il boss e la bionda” consiglio a Nanni di rivederlo. E’ molto piu’ un film indipendente alla Jarmusch o stile Landis piu’ stralunato, che non un film propriamente hollywoodiano. Gran film per me, molto 90s.
Alla fine qui da noi e’ salito alla ribalta per la stroncatura di Nanni Non Cobretti.
Che poi non ho mai capito se ce l’aveva col film, con la rece del film o con il giudizio della critica nei confronti del film.
Sarebbe anche ora di rivalutarlo per i suoi meriti, anche se e’ da trattare con cautela.
Molta cautela.
Visto solo due volte: la prima a un’eta’ totalmente sbagliata. E infatti mi ha sconvolto.
Ho impiegato anni, per avere il coraggio di vederlo di nuovo.
Un film per cui il VM14 ha ragione di esistere, una volta tanto. Oppure il VM18, anche senza scomodare il genere a luci rosse.
Ha un cinismo e una crudezza a dir poco estremi, ed e’ girato con uno stile documentaristico, asciutto, senza compiacimenti ne’ falsa morale.
Come il protagonista, che alla fine non cerca ne’ scusanti ne pieta’ per le efferate gesta che compie.
Certe scene fanno davvero sudare freddo, e restano difficili da dimenticare.
Una su tutte, la strage della famiglia in videotape.
Lascia un gran disagio addosso.
Piccola curiosita’: ricordo che la primissima versione in vhs della Penta Video finiva con due righe in cui spiegavano che Henry venne arrestato.
Nell’originale non c’e’.
Ma mi piace pensare che nella scena in cui Otis schianta contro a un palo la cinepresa che hanno rubato, subito dopo qualcuno abbia l’abbia raccolta e abbia visto i filmati delle loro turpi imprese.
E che l’abbia consegnata alla polizia.
Ricordo che la prima volta che ne lessi fu su un Dylan Dog Horror Fest, altre epoche, forse pre-internet o quasi. Descrizione da film horror più disturbante di sempre che generò timore reverenziale ed aspettative altissime.
Quando anni dopo riuscii finalmente a vederlo rammento che il film non mi colpì in modo particolare.
Una delle prime lezioni apprese su quello che oggi si definisce hype.
>Dylan Dog Horror Fest>
Intendevo Dylan Dog Almanacco della Paura.
Da vedere in weekend insieme a c’est arrive’ pres de chez nous
*vous