A Vincent lo vogliono fare fuori tutti. E non è difficile capirli. Viene da infilargli una penna nella mano o dargli un colpo in faccia con il portatile chiuso anche a noi che guardiamo, che è un problema per il film. L’idea in teoria sarebbe che noi (il pubblico) siamo dalla parte di Vincent e non ci spieghiamo come mai di colpo, un giorno, la sua vita è martoriata dal fatto che alcune persone, apparentemente senza motivo, lo vogliono uccidere e non si fermano fino a che lui non esce dal loro campo visivo. In teoria c’è qualcosa che sta contagiando alcune persone, Vincent non è l’unico che subisce questi attacchi e forse è in corso una specie di apocalisse. In teoria. Nella pratica non si crea il mistero perché è evidente come mai lo vogliano uccidere: Vincent è così moscio, triste, remissivo e insopportabile che anche se non ci fosse questa specie di contagio varrebbe comunque la pena farlo fuori. A prescindere.
Inizia così (male!) un film che appartiene alla categoria di quelli che sanno molto bene di stare manipolando materia da exploitation, ma sono così avanti e così intellettualmente superiori da farlo con l’occhio distaccato, rendendosi conto di manipolare materia bassa, tuttavia con la capacità di elevarla. È il gesto definitivo di snobismo cinematografico: rileggere un film commerciale con la lente del cinema d’autore. Tutto in Vincent deve morire grida occhiali rotti, tutto è una versione politicamente consapevole, iniettata di intellettualismo e gonfiata a canotto di pretese, di un film italiano di serie B degli anni ‘80 (quelli proprio dell’ultima fase, disperati e senza soldi). Non che manchino le scene “d’azione” eh! Questo tipo di film deve rispettare le regole perché si basa sull’imitazione del cinema formulaico (che a sua volta le regole le rispettano sempre). Ma è azione proprio ai minimi, azione da chi non l’ha mai vista. E se l’ha vista non l’ha guardata.
Accade che Vincent si sposta in campagna per non vedere nessuno, incontra un vicino di casa che ovviamente lo aggredisce anche lui e finiranno nello schifo della fossa biologica a menarsi. Il vicino invasato come gli altri per ucciderlo, Vincent che disperato cerca di sopravvivere. Capito??? La fossa biologica, la merda, la lotta per sopravvivere, la società malata… E quando sembra che l’apocalisse possa scoppiare, perché Vincent incontra un altro come lui, un barbone che dice di essere stato un professore universitario prima di questa maledizione (Dio santo! Un professore universitario!), e scopre online una specie di gruppo in cui tutti quelli come lui si danno consigli, quando si fa un cane perché i cani possono rilevare i raptus di rabbia di chi lo vuole attaccare, ecco quando un qualsiasi vero film d’exploitation sarebbe entrato nel vivo, qui arriva la storia d’amore.
Vincent, in una svolta a bassissimo tasso di plausibilità, incontra una cameriera che deve soldi a piccoli criminali, resiste a qualche attacco omicida di lei e se ne innamora. Ricambiato! I due imparano a convivere con i raptus omicidi. Come mai questa cameriera si sia innamorata di un uomo grigio, inutile e depresso come Vincent, nonostante la sua sindrome preoccupante, rimane un mistero. Ma che ci importa? Questo è (si schiarisce la voce) “PIÙ DI UN FILM DI EXPLOITATION”. Però (la voce torna normale) è anche molto meno di un film intellettuale. Ma molto molto meno. È l’imitazione di un trend, la riproposizione senza fantasia di quello che fanno cineasti molto migliori, copiato e rifatto perché è quello che si fa in questo momento storico.
E il fatto che per tutto il tempo siamo abbastanza contenti che tutti attacchino quel cretino di Vincent, è la dimostrazione del fatto che Stephan Castang (che questo capolavoro l’ha scritto e diretto), non sta rendendo omaggio a un genere che conosce. Non è uno di quei registi che questo tipo di film effettivamente li hanno amati, li sanno a memoria e li ripropongono personalizzati, adeguati e fatti propri. Castang semmai ha visto quelle imitazioni lì, quelle versioni già rimasticate e ha pensato di poterlo fare anche lui. Magari si è anche visto un paio di veri film d’exploitation per l’occasione, giusto per vedere l’effetto che fa. Ma non c’è niente qui che anche solo ricordi le vere dinamiche, che richiami quel senso di soddisfazione che è l’obiettivo di un film di questo genere. Questo è cinema apocalittico da cocktail, da presentazione sofisticata. E quando arriva il finalone aperto (e come ti sbagli) lo sconforto è totale.
Dvd-quote suggerita:
“Se non l’ammazzano loro lo faccio io”
Jackie Lang, i400calci.com
Alla frase “si fa un cane” sono corso qua giù a scrivere questo commento.
Ahah
Anch’io per qualche secondo ho pensato male (o bene, nel senso che magari il film ne avrebbe beneficiato).
Poi ho riletto la frase un paio di volte e ho capito.
Ho dovuto rileggere la recensione per capire che effettivamente “si fa un cane” era inteso in un altro senso :-)
Chissà da altre parti il film è stato assolutamente lodato.
La sensazione è che alcune storie un po’ “intellettuali” vengano premiate a prescindere anche se non innovative, non scritte meglio di altre e magari pure dirette peggio.
Dovrei però vederlo per dare un giudizio, perché dal trailer non sembra avere neanche un gran montaggio ma magari è colpa del trailer.
Ma mi sa che abbia fatto meglio a giocare a Hellblade 2 piuttosto che cercare questo film.
Ma quindi un film ispirato alla canzone “Milano e Vincenzo”? Mitico Alberto Fortis!
A me non è dispiaciuto affatto, ma posso sottoscrivere tutti i difetti esposti da Jackie L
Vez, siete voi che avete elevato i film con cui Van Damme si pagava la bamba a opere d’arte eh.. Questo film è chiaramente stato fatto da uno che voleva solo racimolare un po’ del vostro amore, e voi lo prendete a pizze in faccia.
Siete bravi ma a volte vi pigliate degli abbagli anche voi…
Detto da uno che non ha visto il film e a cui piace 500 giorni insieme.
State cadendo veramente nel baratro della cialtronaggine, spero sia un periodo, ma si vede dalle dirette su Twitch e YouTube che non siete minimamente preparati.
Visto appena uscito senza saperne nulla,cosa che faccio spesso ,e devo dire che mi ha preso .
Francamente non capisco come vi potesse stare così sul cazzo ,a me ha incuriosito,la trama, e lui fatto tenerezza allo stesso tempo.
Comunque la lotta nella merda è da cineteca.
Film assolutamente passabile, oserei dire addirittura piacevole. Una stroncatura così mi pare francamente eccessiva. De gustibus , ci mancherebbe
Io il film non l’ho visto ma devo dire che se non fosse per tutto l’astio che leggo nella recensione mi sembrerebbe anche interessante.. recensione un po’ approssimativa se posso dire: non ci sono info sul film o sugli attori o su un qualunque motivo per cui dovrebbe interessarmi non dico vedere il film, ma leggere la stessa recensione. Boh, a volte le cose scritte con antipatia fanno il giro e sono divertenti da leggere, in questo caso, se posso permettermi, no.
Alla prossima dai.
Per le informazioni tecniche mettiamo un link alla scheda IMDb del film in coda a tutte le nostre recensioni (e anche il trailer).
Scusa Nanni, il discorso imdb non regge molto perché la recensione io la leggo perché magari non conosco il film in questione e mi interessa il parere del recensore. Leggo per sapere se mi interessa il film o no. In alcuni casi (spesso) questo porta a interessarti di un film che non sapevi di voler vedere (cito sempre Diamanti Grezzi a cui a priori non avrei dato due lire) e in altri magari a schivare una sola. Se si recensisce un film “famoso” puoi magari anche saltare qualche preambolo, che ne so esce l’ultimo Venom sappiamo più o meno tutti la storia di questo personaggio ICONICO [cit. Luotto] e ok. Ma presentare un film mai sentito (oh magari sono io che sono ignorante) per sparlarne solamente senza neppure farmi capire perché me ne dovrebbe fregare qualcosa… diciamo che la recensione ha lo stesso problema che Jackie stesso dice del film: non si capisce bene perché dovrebbe interessarmi leggerla e l’argomento viene trattato con un pelo troppo di spocchia.
Non prendetela sul personale, io le recensioni me le leggo praticamente tutte come forma di intrattenimento di per sé, al di là del film… alcune vengono meglio (quella tua del pianeta delle simmie ultimamente) altre peggio.
Ma figurati, è che semplicemente non sono sicuro di aver capito cosa ti manchi rispetto ad altri pezzi (che per carità, è ovvio e fisiologico che possano o meno soddisfare una percentuale di chi legge e un’altra no). Per me la questione è che la trama era interessante (è spiegata), il trailer pure (è linkato), e al limite ci manca una riga in cui specifichiamo che è uscito in sala in Italia (io non sono lì, non so in quante sale sia uscito o quanto abbiano pompato il suddetto trailer, non so quanto sia ovvio, mancanza mia).
Guarda mi sono riletto la recensione per capire se la mia opinione fosse dovuta al fatto che è venerdì e sono tre giorni (quattro con oggi) di bestemmie sul lavoro… no niente, la rece non mi ha convinto, sembra esserci proprio un’antipatia nei confronti del .. regista? Del film? Non so… non è neanche che non mi piaccia lo stile del recensore perché ho visto le ultime che aveva scritto ed erano tutt’altra roba (anche rebel moon che aveva criticato per esempio).
Magari è solo che è venerdì anche per il buon Jackie dai…
Grazie per la risposta comunque
Questo tipo di film deve rispettare le regole perché si basa sull’imitazione del cinema formulaico (che a sua volta le regole le rispettano sempre). >>>>>> *le rispetta
Oh, mo respiro meglio! : )
Diciamo che il meglio lo da alla fine, cioè nella sequenza in cui rimangono imbottigliati sulla strada per andarsene e scoppia il finimondo.
Ecco, quella parte è fatta proprio bene e se il film fosse stato tutto su quella lunghezza d’onda staremmo parlando di un nuovo “28 giorni dopo” (con cui ci sono parecchi punti in comune).
Però in generale non è da buttare
Nel dubbio stasera me lo guardo