Che io ricordi, questo Axel F è appena il secondo sequel della storia che viene intitolato come il brano della colonna sonora dopo Staying Alive. Ricordo però che questa cosa era nell’aria negli ’80s: a un certo punto ad esempio qualcuno si impossessò dei diritti di Eye of the Tiger dei Survivor e, sempre usandola come brano portante, ci intitolò un action con Gary Busey che non ha niente a che fare con Rocky. Guardate che roba, ho appena iniziato il pezzo e già sono tentato di buttare tutto alle ortiche e raccontarvi quest’altra cosa molto più interessante. Amen, prossima volta: oggi, purtroppo, tocca ad Axel F.
SIGLA!
(e ringraziate che non ho messo la versione di Crazy Frog)
È una vita che Eddie Murphy cerca di dare un nuovo capitolo a Beverly Hills Cop, ma non funziona mai.
Quando hanno voglia gli studios non ha voglia lui, e viceversa. E più si va avanti, più cambia la concezione di cosa vuole vedere la gente da un sequel di Beverly Hills Cop. Ad esempio, ci sono stati multipli tentativi di ambientare un’avventura a Londra. Ve lo immaginate un film intitolato Beverly Hills Cop che parla di un poliziotto di Detroit in trasferta a Londra? Dopo una serie di (fortunatamente?) false partenze si arriva al 2013, in cui il mercato sembra voler chiedere una serie tv in cui Eddie fa coppia con un figlio interpretato da Brandon T. Jackson: è un momento talmente sbagliato che il pilot viene concluso ma la serie non viene mai girata.
Nel 2024 c’è una nuova buzzword in città: “legacy sequel“.
I legacy sequel sono come quando vai a vedere un concerto della band che ti piaceva da regazzino. Tu non vuoi vedere i figli dei Guns’N’Roses, né tanto meno dei rimpiazzi qualsiasi: tu vuoi vedere proprio loro, non importa quanto vecchi. E non vuoi sentire i pezzi nuovi dei Guns’N’Roses, nossignore! Vuoi sentire di nuovo tutta la rabbia adolescenziale di Appetite for Destruction, cantata dal 62enne Axl Rose. Tu vuoi andare al concerto dei Limp Bizkit e vedere Fred Durst a 54 anni col berretto all’indietro che fa i doppi sensi volgari e saltella su Rollin’. Vuoi andare al concerto degli AC/DC e vedere Angus Young a 69 anni vestito da scolaretto. Vuoi andare a vedere The Who e incazzarti abbestia se Roger Daltrey, 80 anni, non canta il leggendario verso “I hope I die before I get old“. Lo so perché ho fatto personalmente tutte queste cose (quella dei Limp Bizkit involontaria, erano di spalla ai Faith No More).
Questo sono i legacy sequel: non importa che le esigenze narrative dell’arte del cinema non abbiano nulla a che vedere con il mettere una canzone di 4 minuti dietro l’altra, il concetto che cercano di applicare è identico. A confronto, il progetto degli Expendables era coraggioso.
Ci siamo?
Ora: se avete scommesso che Axel F inizia con The Heat Is On di Glenn Frey su una carrellata su Detroit non avete vinto nulla.
Se avete scommesso che la scena d’azione successiva è sulle note di Neutron Dance delle Pointer Sisters avete perso! È su Shakedown di Bob Seger, il tema di Beverly Hills Cop II. Neutron Dance è sulla terza scena action. Grandi dibattiti su questa scaletta controversa in fase di produzione. Piuttosto manca Stir It Up di Patty LaBelle, in favore di Here We Go! che è Lil Nas X che rappa su un remix cinematico di Axel F, che personalmente mi indigna e rivoglio indietro i soldi del biglietto del concerto.
Canzoni a parte, il concetto di legacy sequel prevede ovviamente una compilation di scene e citazioni già note, e ve lo garantisco: potete più o meno raccontarvi il film da soli, e indovinereste quasi tutto.
Ad esempio, indovinereste di sicuro che Axel Foley torna in azione a Beverly Hills per via di un’emergenza che riguarda Taggart e Rosewood, entrambi maleducatamente strappati alla pensione (l’ultimo film di Judge Reinhold è del 2017!) e si vede: è un discreto contrasto con Axel Foley, squattrinato poliziotto 63enne di Detroit che a quanto pare ha sempre speso la sua sudata paghetta dall’estetista. Se non altro il film ci concede la decenza di non passare tutto il film in loro compagnia, e li rimpiazza con Joseph Gordon Levitt nel ruolo di “sono qui per svolgere delle funzioni tecniche con professionalità senza dare fastidio, come il nuovo compagno di vostra madre che non pretende di essere chiamato papà”.
Indovinereste che il cattivo è il potente e intoccabile magnate di turno, questa volta interpretato da una garanzia come Kevin Bacon.
Nel campo delle novità forzate, sapete cosa indovinereste? Indovinereste che Axel Foley ha una figlia (Taylour Paige) con cui ha un rapporto burrascoso; indovinereste che la figlia sta a Beverly Hills e che in qualche modo è coinvolta nel caso; indovinereste che lavorare insieme al caso, nonostante l’iniziale resistenza, li porterà a riconciliarsi.
Su questo una parentesi la voglio aprire: quante volte abbiamo visto una storia simile? Non me la voglio prendere con il cliché per se stesso, ma per come inevitabilmente si risolve. La premessa è sempre uguale: l’eroe non ha un rapporto con partner/prole perché ha sempre messo il proprio lavoro davanti agli affetti famigliari, ed è assenteista per fedeltà prioritaria alla propria missione. Tutto questo non ci viene mostrato, ma sempre raccontato dagli altri, così siamo liberi di immaginarci che stiano esagerando per eccessiva sensibilità, non importa quanto il nostro protagonista sembri onorevolmente pentito. E come fa, puntualmente, ogni volta, il nostro eroe a ripianare le divergenze? Forse che si ravvede e cambia le sue priorità? Forse che rinuncia ad andare in missione per stare con la famiglia? Macché: basta che in qualche modo dimostri di essere davvero ma davvero ma proprio davvero bravo nel suo lavoro, e va tutto a posto. Spesso a un certo punto la sua famiglia è coinvolta direttamente e lui la salva: ancora più facile, le priorità coincidono! Cos’ha quindi imparato il nostro protagonista? Niente, ha praticamente ribadito di aver sempre fatto le scelte giuste. È puro fumo negli occhi: l’illusione di darci un protagonista “complesso”, “problematico”, quando invece è come se una moglie accusasse il marito di preferire le partite di calcio a lei e il marito “risolvesse” la situazione portandola allo stadio a farle vedere quanto è bravo a cantare le canzoncine degli ultrà. Ah beh.
Inutile comunque dilungarsi sul resto dei recuperi nostalgici, dal ritorno di Serge (spoiler: non mi ha mai fatto ridere manco nell’originale) alla casa di Rosewood col poster di Rambo 2, a quello che volete voi. Avete capito l’antifona.
La colpa è ovviamente in buona parte di Top Gun Maverick: dietro alla marea di cliché e citazioni all’originale era riuscito a nascondere una storia e un messaggio, semplice ma sentito, da raccontare e portare avanti con coerenza e convinzione – il jackpot insomma, e il vero motivo per cui avevano apprezzato tutti e non solo i nostalgici. Ma vuoi che Hollywood si accorga della differenza? È troppo sottile. Hanno solo visto un legacy sequel che rifà le stesse cose dell’originale e fa un miliardo e mezzo di paperdollari, e quello continuano a fare, che il resto è troppo difficile.
In questo sottogenere, Axel F tutto sommato un po’ di dignità la mantiene. Non ha senso, eh? Voglio dire, quanto può essere “pesce fuor d’acqua” Axel Foley alla sua quarta visita a Beverly Hills? E non ha niente da dire, se non fornire a Eddie Murphy la sua periodica occasione di prendere aria fuori dal contesto dei film per famiglie in cui si è cacciato da ormai trent’anni. Però Eddie è ancora in forma, e c’è attenzione nel dare al tutto una confezione decorosa.
Alex F parte a mille, con un ritmo action e la gag del veicolo insolito mutuata dall’inseguimento in betoniera in Beverly Hills Cop II: la stessa trovata, per sicurezza, verrà ripetuta un altro paio di volte. Ma proprio quando sembra che il film voglia provare a fare concorrenza a Bad Boys – legittimo, visto l’equivoco che gira attorno al fatto che si tratti di un franchise comico – il ritmo si addormenta progressivamente fino a sdraiarsi esausto in un finale a corto di qualsiasi guizzo.
Gli obiettivi minimi sono comunque raggiunti:
– tutto sommato non ci si vergogna a guardarlo;
– è meglio di Beverly Hills Cop III, secco;
– in confronto a un legacy sequel totalmente impresentabile come Il principe cerca figlio, pare Arma letale 2.
Se vi accontentate, accomodatevi.
Streaming-quote:
“Hehehehihihihi”
Eddie Murphy mentre va in banca
Vedere questi film con tuo figlio quindicenne che ti dice papà a me non è piaciuto e tu a dirgli che non capisce un cazzo e che la sua generazione non ha nerbo/gusto/senso ma poi dentro di te sapere che ha ragione (ma guai a dirlo ad alta voce) e riguardarsi l’originale da solo al cesso per ricatturare il tempo che fu e ricordarti quando da quindicenne rifiutasti di finire di vedere il posto delle fragole con tua madre xchè due palle. Per vedere zio Tibia.
Be’, per apprezzare Il Posto delle Fragole a 15 anni uno deve essere proprio un bambino prodigio.
Basta darsi delle arie. Infatti a me piacque 🥴
“Axel F tutto sommato un po’ di dignità la mantiene”
Un film che si lascia vedere: credevo molto peggio, come da tradizione Netflix.
Rosewood interpretato da Mickey Rourke è fantastico!
Il brutto è che Rourke ormai non somiglia più nemmeno lontanamente a sé stesso…
E dai, è un filmetto gradevole per nostalgici: senza il minimo guizzo ma l’effetto revival non lo richiede, anzi.
Mi domando quale patto col diavolo (o con un plastico) abbia fatto Murphy, perché è davvero immutabile nei secoli!
Judge Reinhold oggi in confronto a Mickey Rourke oggi pare il Mickey Rourke dell’88
La stessa sensazione che ho avuto guardando Indiana Jones 5: inutile, che non significa brutto.
“hehehehihihihihi” però dovrebbe essere Tonino Accolla mentre Eddy Murphy va in banca
Ma anche la stessa sensazione della recente trilogia di Star Wars.
Oggi si guardano i film in lingua originale e blablablablablabla, ma Axel Foley senza la voce di Tonino Accolla per me è già una nota stonata.
Unpopular opion: accolla appiattiva da morire Eddie Murphy.
Io ne ho una ancora più impopolare sul perché, specie in quegli anni, sentisse il bisogno di dargli una risata più calcata e stravagante.
Dai, un po’ mi piacciono questi sequel (a patto che abbiano un minimo di dignità, come questo e non come quell’altro con Murphy francamente imbarazzante). È la coperta di Linus per noi 40enni e oltre, cresciuti con altro cinema e altri gusti. Come dice bene il Capo Nanni: siamo dei grandissimi rompicoglioni che vogliono le medesime cose di 30 anni fa. Diverse ma uguali. E già che manca Accolla a doppiare Eddie, mi girano le palle.
Ovviamente questo non è per nulla un capolavoro e nemmeno si avvicina ad un buon voto, ma per i tempi, gli interpreti, le auto-citazioni e soprattutto il non voler auto-sabotarsi, una sufficienza gliela si dà. Meglio del 3 a mani basse, ma se non fosse per Murphy e co. non gioca nemmeno nello stesso campionato dei primi due.
il Regista Fred Durst….
“Mamma Mia! Here We Go Again” conta come sequel col titolo di una canzone?
No perché già l’originale lo era
Visto ieri sera e me ne sono pentito quasi subito. Non è il film più brutto del mondo, ma è davvero mediocre…
Comunque Beverly Hills Cop III aveva un prologo bomba, con la strage iniziale e l’attesa della stessa in cui Landis giocava da par suo col ritmo e la musica, tra rallentamenti e accelerazioni, identificazioni e crudelta’ inaspettate. Poi purtroppo iniziava il film.
(La verifica mi ha chiesto di identificare le palme, ah!)
Certe volte un “nuovo” film è anche troppo. Certe volte basterebbe una reunion del cast originale, come quando Doc e Marty arrivano con la Delorean all’evento X. Due battute, un abbraccio e tutti a casa, senza far danni.
Dopo la qoltellata al quore che è stato Il principe cerca figlio, non ci speravo nemmeno nella guardabilità di questo qui, e invece il capo dice di si, quindi lo guarderò.
Basta darsi delle arie. Infatti a me piacque 🥴
Rispondevo a Gigos
Quando ero un bimbo adoravo Eddie Murphy, credo di aver visto tutti i suoi film sino a Pluto Nash (il primo con una trama che non fosse la fotocopia del film precedente, peccato facesse schifo tutto da solo). Ho ritrovato Eddie con Dolemite Is my name (un bello e solido film a mio avviso), però mi sa che è stata una mosca bianca. Questo, boh. A me già non era piaciuto il 2, figurarsi il 4…
Io mi ci sono accontentato bene. Sarà x nostalgici, ma l’ho trovato un film divertente e un sequel + riuscito di molti altri. Cmq ti stimo capo. A vedere i Limp Bizkit di spalla ai Faith No More c’ero anch’io e han fatto un concerto della Madonna 😎🤘
Che caldo senza senso che faceva. L’hai visto il furgone delle merendine che è andato a fuoco?
Il caldo me lo ricordo. Il furgone a in fiamme no. Cmq, a scanso di equivoci, sto parlando di una data a Milano di una quindicina di anni fa. Era giugno e avevano spostato tutto all’interno di un palazzetto all’ultimo minuto. Prima dei Limp Bizkit c’erano i Lacuna Coil. Mi ricordo che ero sotto al palco già con loro e sudavo a star fermo, nonostante la calca dovesse ancora arrivare. E’ stato un bel concerto survivor 😅
Esattamente quello. Il furgone è andato a fuoco nel primo pomeriggio. Se compravi una bottiglietta d’acqua tenuta fuori dal frigo ci potevi cuocere la pasta.
Aridateme Bowfinger.
Beccati stronzacchioni! <3
Non so, io tutta sta dignità non ce l’ho davvero vista. Le citazioni che diventano ricalco calligrafico per quanto sono didascaliche, la stessa identica colonna sonora, Taggart che torna dalla pensione cui era andato trenta (TRENTA! C’era andato prima del terzo capitolo, ricordiamolo) anni fa… ma soprattutto, diobono, non sono più gli anni ’80: NON puoi convincermi che ci sia sempre un deficiente a guardia dei posti chiave che Foley può intortare con due stronzate recitate con l’accento buffo, non è più credibile, è davvero troppo pigro e noi non siamo più così ingenui. Per me è un NO convintissimo, ma tipo che persino il 3 era migliore.
Non è che i Faith no More ormai siano meno legacy dei Limp Barzotti….
il passato sta bene dove sta (disse quello che ieri pomeriggio ha visto Max Cavalera, ridotto come un Humpy Dumpy barbuto, riproporre i brani black thrash satanisti di quando era adolescente)
E dicendo le stesse bestemmie in italiano 😂😂 Visto l’anno scorso. Ormai sembra un bandito messicano scappato da un western. Ma gli si vuol bene cmq
Niente, sono qui solo per omaggiare le Pointer Sisters. Sparisco subito.
…Bah,nn l’ho trovato così malaccio.
La trama funziona, i meccanismi di citazione nn troppi invasivi(certo nn vedo i primi due da un pezzo),Murphy un po a freno ma misurato(pollice chuck norris in su).
Cattivo nella media/buona.
Anche se un paio di cose nn mi hanno convinto; gli attori un po troppo imbolsiti(certo mica sono tutti possono conservarsi bene)
Le scene d’azione invece nn mi hanno convinto affatto:noiose,e senza mordente, mi riferisco alla regia,montaggio ecc., tipica estetica e meccanica sciatta degna della corrente di questi tempi.
Tutto sommato nn è peggiore di tanti altri prodotti del gruppo di cui sopra.
P.s.
Nella gara ai migliori sequel tra i vari, padrino parte seconda ,aliens, terminator 2 ,la casa 2 e il secondo mad max,chissà perché ci dimentichiamo sempre il secondo beverly hills cop.
Filmone! marà a causa del dio in terra Tony?
Dalla gente di Bart,qui è tutto, a te la linea Kent…
Mumble, per me Beverly Hills Cop 2 è come Rocky IV: rappresenta la quintessenza degli anni ’80 e gli vuoi tanto bene…ma con buona pace di Monica e Tonica, il primo gli dava la pista da tutti gli altri pdv.
Quindi non lo metterei tra gli altri, giustissimi sequeldellamadonna.
Però è una bella riflessione
Io mi gusto i film del passato come macchina del tempo, mi torna in mente come mangiavo la girella e rivedo la faccia di ma nonna. Vederne una celebrazione appiccicata al presente mi fa solo tristezza. Voglio nuovi miti, la nostalgia è un guilty pleasure da vhs a dicembre mentre moglie e figlio dormono e mi stappo il prosecco tra mille lucine fioche e scelgo tra Willow e corto circuito. Dove guerre stellari si chiama così e finisce, con una grande festa tra le sequoie, nel 1983
Esiste una reaction “100% I feel you”?
99% I feel you, il prosecco no grazie.
presente anch’io a Milano (credo) 15 anni fa, ricordo il caldo, non ricordo il furgone bruciato, ricordo un energumeno che cantando a squarciagola I started a joke mi diede in amicizia una manata grossa come un badile sul petto lasciandomi rantolante.
Non ricordo se fosse quello o uno precedente il concerto in cui Mike Patton disse che avrebbe gradito un bel sorso di amaro Braulio, causando il delirio.
@Bandini: non ricordo la citazione del Braulio (probabilissima) ma ricordo che disse “Sono contento di essere qui a Milazzo” e poi credo introdusse Easy dicendo “ed ecco il nostro brano per Sanremo”
Probabilmente lo disse nel concerto di qualche anno prima all’allora palatrussardi. L’anno sinceramente non riesco a ricordarlo.
Bei tempi (sospirone).
Robert ti voglio bene, la penso esattamente come te
Sono esattamente sulla stessa lunghezza d’onda di @Robert de nicchia.
Aggiungo un paio di cose che mi stanno proprio di traverso:
Proprio non si trovava uno straccio di doppiatore con la voce un pochino più vicina ad Accolla?
E poi sono dei VECCHI, cazzo, dei VECCHI!!! Andate al minuto 6:10 a vedere come scende le scale il nostro Eddie: alla fine fa il saltino da VECCHIO che scende dall’autobus, capito? Il cazzo di SALTINO.
In quel momento per me è finito il film.
Ma poi non capisco, negli altri film lui era l’outsider (per di più nero) che cercava di farsi spazio a suon di battute e perculate.
Qua va in giro che pare il Papa, qualunque cosa dica o faccia è quella giusta. Sembra una di quelle feste aziendali dove c’è il Capo che racconta l barzelletta che tutti conoscono e tutti ridono lo stesso perchè è il Capo.
E’ inutile che ce la stiamo tanto a menare perchè “in fondo è dignitoso”, “tutto sommato fa il suo”, ma de che?
Ci sarà un motivo se in ogni saga che si rispetti all’eroe spettano due opzioni: o non può restare dove vorrebbe (e si allontana nel tramonto per non tornare più) o muore.
M U O R E, capito?
PS(Una sola cosa, secondo me, è riuscita a catturare lo spirito dei vecchi film. La battuta sulla macchina della Fischer-Price e le poliziotte della Lego. Quello era il vero Foley, stronzi)
Ferma un attimo però. Beverly Hills che spalanca le porte a Foley ovunque lui vada semplicemente perché fa una risatina e una battuta o semplicemente con la presenza , è una cosa del secondo capitolo a opera di San Tony Scott .
È un sequel girato fuori tempo massimo, nel quale provano a riproporre la formula dei primi due episodi, ma la realtà è che tutti, compreso Eddie Murphy, non hanno più la freschezza di un tempo. Di sicuro meglio del terzo episodio, ma non ci voleva molto.
Bacon e Gordon-Levitt professionali, a tratti con il pilota automatico; quello che dispiace è vedere i comprimari della saga un po’ male in arnese.
Un film fatto per accontentare i fan, ma alla fine della visione rimane un velo di tristezza. Una volta Foley trascinava i riluttanti Taggart e Rosewood negli strip club, qui il massimo della trasgressione è fuggire dall’ospedale per andare a mangiare una bistecca.
Ma soprattutto, quanto spaccavano i faith no more?
A parte fred durst che piaceva solo ai minchioni e a chi non capisce un cazzo di musica tipo il 97% dei lettori dei 400 calci compreso qualche admin, mi trovi d’accordo; il film è la didascalia di un libro di scienze che parla di rimozione selettiva dei ricordi. Quanto erano belli gli anni 80 e quanto è bello rievocarli oggi con attori tenuti insieme con lo spago. Io adoro questa operazione, soprattutto qui in italia dove l’età mediana mi fa sentire sempre giovane e ho grosse speranze per il mio futuro… da sempre giovane.
Il film non l’ho ancora visto ma devo mettermi a dieta e tutto questa moda del colorgrading mi mette sempre un certo languore, come quando passano un brano di un trapper a caso che non riesco a distinguere. E’ un’ansia nervosa? Un fastidio strisciante? Non lo so ma nel frattempo mi iscrivo in palestra.
Non è che l’ennesima spiegazione del perchè i film dell’ultima decade si trovano gratis sulle piattaforme mentre quelli degli anni ’80-’90 si pagano tutti a parte. P.S. quali sarebbero “storia e massaggio” di Top Gun Maverick? No perchè mi sa che mi sono un pò sfuggiti…
Che bello un film per 50/60enni fatto da 60enni (americani quindi raramente con una salute di ferro) solo per farsi scherzi e occhiolini a vicenda. Quando invece le più vecchie generazioni dovrebbero insegnare ai cineasti più giovani e ai compagni di sala che guardano il film a distinguere un inseguimento in auto di vivere e morire a Los Angeles o di un blues Brothers da quello di un don matteo. Non limitarsi a farsi quattro risatine e ricordare i bei tempi andati, cioè poi farlo ma con comparsate in qualche evento o con dei cameo o se proprio con un cortometraggio. Non è è obbligatorio che tutto diventi un lungometraggio.
Ok che ormai i ragazzi hanno sempre meno soldi e sono sempre meno ma qua è proprio fregarsene anche della funzione di mentore delle vecchie generazioni. Col nonno (finché c’era) vederti la trilogia del dollaro, ombre rosse, alcuni musical, rapporto confidenziale ecc. Con mio padre i film di Carpenter Cronenberg, Spielberg,friedkin, I due Scott, J. Fury ecc. Ora qualche ottimo film per fortuna esce ma mi trovo perlopiù in mezzo o tra 60enni che si credono 20enni e fanno battute solo per loro (e che ormai cui loro nemmeno ridono veramente) o action scialbi o roba alla Deadpool fatta solo per tiktok.
E io che speravo creassero eredi i registi di cui sopra.