Di prendere la fortunata serie di videogiochi Borderlands creata dalla Gearbox Software e farne un film se ne parlava dal 2011.
Il primo ad avvicinarsi al progetto è il nostro amico Leigh Whannell nel 2015, ma nel giro di pochi mesi del suo coinvolgimento non si sa più nulla.
Da qui la sceneggiatura passa per diverse mani: da Aron Berg, incaricato a quanto pare di farne una versione Rated R, fino a Craig Mazin, che ci mette mano quando annunciano Eli Roth alla regia, nel febbraio 2020.
Un anno dopo lo script viene riscritto da Juel Taylor e Tony Rettenmaier, e in seguito nuovamente dallo stesso Roth.
Quello stesso anno Borderlands viene girato, tra aprile e giugno 2021, durante la pandemia.
Dopodiché inizia il calvario della post-produzione. Tra continue modifiche e riscritture, la data di uscita del film viene rimandata più volte. Nel 2023 c’è addirittura bisogno di due settimane di reshoot, ma Roth è ormai impegnato sul set di Thanksgiving così a fare l’ultimo quarto di miglio ci pensa il nostro amico Tim Miller.
Ed è qui che Mazin perde la brocca. Non riconoscendo più nulla della sua sceneggiatura a giugno 2023 manda a fanculo tutti, prende le distanze dal progetto e chiede che il suo nome venga rimosso dai credits. Così ora tra gli sceneggiatori di Borderlands appare Roth e un certo Joe Crombie che Mazin nega essere il suo pseudonimo, è solo un tale con una pagina IMDb dove appare un unico film al quale ha partecipato guarda caso proprio come sceneggiatore ed è guarda caso proprio Borderlands.
Che poi, considerando che lo script è il risultato disastroso di tanti anni per tante mani (tra le quali, non ve l’ho detto, anche quelle di Oren Uziel, Zak Olkewicz, Chris Bremner e Sam Levinson) può essere benissimo che Joe Crombie sia l’Unico Anello degli pseudonimi: uno solo per ghermirli e nel buio incatenarli.
A questo punto se la situazione non è già abbastanza esilarante da far presagire il peggio, sappiate che qualcuno a un certo punto ha pensato che la mano di Roth fosse un po’ troppo brutale, evidentemente dal regista di Hostel questi si aspettavano qualcosa tipo Bear nella grande casa blu, e quindi pare che dal film, a detta dello stunt coordinator Jimmy O’Dee, siano state tagliate varie scene di teste volanti e piedi mozzati per andare incontro al PG-13.
Ora, secondo voi com’è sto film?
Eh.
Fate un bel respiro e ne parliamo dopo la… SIGLA!
Io non conosco Borderlands, la serie videoludica. Non ci ho mai giocato, ma sulla pagina Wikipedia dedicatale c’è questa frase all’inizio che dice: «La serie ha ricevuto il plauso della critica specializzata per lo stile di gioco cooperativo, la grafica cartoonesca e l’umorismo che la caratterizza» e guardando il trailer del primo capitolo della saga io ci credo.
Credo anche che Borderlands, il film, abbia cercato disperatamente di inseguire quello stile di gioco cooperativo, quella grafica cartoonesca e quel tipo di umorismo, abbia insomma sognato di avere anche lui, sulla sua pagina wiki, quella bella frase che inizia con “ha ricevuto il plauso della critica”. Invece purtroppo Borderlands si ritrova con una percentuale di gradimento del 10% su Rotten Tomatoes e tutta la critica che lo prende a schiaffetti sulla nuca come facciamo noi su Twitch con quel babbo di Timothée Chalamet.
Se lo chiedete a me, che sarebbe stato brutto forte lo si capiva già dal trailer. C’è tutto il cinema che piace a noi ma fatto MALE.
C’è Mad Max… ma fatto male.
C’è Star Wars…ma fatto male.
E ovviamente c’è Guardiani della Galassia… ma fatto male!
Nel raccontare questa avventura che spazia tra astronavi e deserti, durante la quale verrà a formarsi una classica Armata Brancaleone, composta da reietti che sfidano forze assai più grandi e minacciose di loro, Roth sembra aver abbandonato dal principio qualunque ambizione di fare qualcosa di visivamente interessante e sorprendente, spingendo invece forte sul pedale del già visto sperando che nessuno si accorga che questa volta è la versione discount.
Borderlands più che un film sembra una lista delle cose da non mettere in nessuna lista quando si vuole fare un film di questo tipo nel 2024.
Mi pare di vederlo quell’adorabile briccone di Roth che tutto contento se ne va al lavoro pensando: «Beh, ci ho messo gli inseguimenti pazzi nel deserto e i colori saturi alla Fury Road, che c’è una parte dell’internet che ci va giù di testa per queste robe. Ci ho messo le battute, i pezzoni pop-rock e i personaggi buffi come nei Guardiani, che adesso son tutte cose imprescindibili. Ah, e ci ho messo pure i soldati spaziali che sembrano stormtrooper e un robottino che è praticamente una fusione tra C-3PO e R2-D2 ma mooolto più rompicoglioni doppiato da quella sagoma di Jack Black! Cosa potrà mai andare storto?».
E quindi si presenta sul set e gira quest’accozzaglia di citazioni, riferimenti, rimandi e – chiamiamoli come vanno chiamati in questi casi – furti di creatività altrui, con la pigrizia di chi pensa basti in fondo seguire lo zeitgeist per fare qualcosa di buono.
Dimenticandosi però di non essere né George Miller, né James Gunn, né George Lucas.
L’avventura di questo cast stellare tutti terribilmente spaesati e fuori ruolo (soprattutto Cate Blanchett che, oltretutto, tra trucco, parrucco e de-aging grafico in post produzione, è il personaggio che risulta più visivamente artificioso) imboccherà snodi narrativi usurati e prevedibili, conditi da un umorismo che faccio un po’ fatica a identificarne il target di riferimento, intendo in termini di età, credo si aggiri intorno agli 8, 9, massimo 10 anni? Per capirci: a un certo punto Kevin Hart brontola perché si ritrova con gli interni del veicolo inzozzati dal piscio di un mostro grosso e Jack Black il robottino rompicazzo lo corregge dicendogli che si tratta di un 67% di urina e di un 14% di feci. Questo è il tipo e il livello di umorismo che troverete in questo film. Siete avvertiti.
È davvero un peccato perché poteva essere un gran film questo Borderlands.
Fosse stato molto meno ruffiano e ci si fosse sforzati di trovare un modo più audace di raccontare, di intrattenere e di coinvolgere lo spettatore (ma forse in primo luogo non si doveva telefonare a Roth) sono certo ne avrebbe giovato, anche a costo di mantenere una struttura più convenzionale. Invece qui non c’è la minima capacità di destare l’attenzione dalla stanchezza e dalla noia, è tutto così finto e dimenticabile, così poco interessante e divertente, così raffazzonato, così Joe Crombie.
Seriamente: ho fatto una fatica immane ad arrivare fino in fondo.
Proviamo a immaginare per un attimo come sarebbe stato Borderlands se avessero mantenuto il Rated R e invece di fargli fare solo le due settimane di reshoot al buon Tim Miller gli avessero dato in mano l’intero film e carta bianca sulla sceneggiatura. E a quel punto Miller telefona a Rhett Reese e Paul Wernick e rimettono su la vecchia band del primo Deadpool.
È già tutto molto più giusto, vero?
E ora… SIGLA DI CHIUSURA!
Quote:
«Mamma mia che fatica arrivare fino in fondo a sto film»
Terrence Maverick, i400calci.com
Però complimenti a Cate Blanchett per l’omaggio alla pettinatura di Pina Fantozzi al cenone del Maestro Canello.
Peccato però che qui non usino il trucco per arrivare prima alla fine del film ^^
Sarò quasi certamente io, beninteso, ma in totale onestà non posso negare che pur provenendo da dinamiche e avversità produttive agli antipodi, non ho trovato la benchè minima differenza tra questo film e Deadpool + Wolverine.
Anzi : sono pressochè identici per resa e qualità della fruizione.
“Dimenticandosi però di non essere né George Miller, né James Gunn, né George Lucas.”
E soprattutto l’amicone Tarantino, che prende dagli altri ma poi rielabora con uno stile personale e facilmente riconoscibile. Roth da lui ha imparato solo la prima parte, e chiaramente è il peccato capitale di questo disastro. Come se in Italia volessimo fare un film di supereroi e poi lo facciamo fare a un settantenne, roba da matti.
“Per capirci: a un certo punto Kevin Hart brontola perché si ritrova con gli interni del veicolo inzozzati dal piscio di un mostro grosso e Jack Black il robottino rompicazzo lo corregge dicendogli che si tratta di un 67% di urina e di un 14% di feci. Questo è il tipo e il livello di umorismo che troverete in questo film. Siete avvertiti.”
Mi basta questo per evitarlo come la peste.
Ma poi mi dico : come si fa a chiamare Eli Roth che e’ un regista horror / splatter a dirigere una sorta di Guardiani della Galassia dei poveri ?
Volendo rimanere in un PG-13 ? Con Eli Roth alla regia ? Seriamente ?
Mi sembra ovvio che fosse la scelta piu’ sbagliata in essere
In realtà pure James Gunn veniva da film horror trash splatter. Ma lui ha talento ^^
Ma perché sta roba (tra l’altro tra tutti i mal …anche mal pubblicizzata…manco sapevo che esistesse fino a due giorni fa) non la lasciano all’ animazione e risparmiano facce di attori più o meno cani e soprattutto l’imbarazzo di registi e sceneggiatori … Pensa se avessero fatto la stessa cosa per cose come League of Legends ..ok che lì probabilmente ci han speso non poco per produrlo ma è lo stesso principio dell’uomo ragno animato e di quello non…il primo ha un senso il secondo è ormai pura spazzatura
io sto cercando la sceneggiatura, saranno 3 pagine e la vorrei stampare, una roba così banale, vuota e prevedibile che è arte
Il gioco lo conosco bene ed è veramente divertente ma è un gioco dove il gameplay la fa da padrona. Sparare con armi stranissime create dall’ engine del gioco mischiando pezzi,per esempio con pistole spara bolle esplosive. Il tutto però con una spruzzata di gestione del loot tipo ARPG alla Diablo. E ovviamente l’umorismo, scanzonato e spesso scazzato, un po’ di parodia del capitalismo e cose così. Nessuna vetta altissima ma nemmeno la pochezza delle percentuali di liquami differenti. Claptrap è anzi tra i personaggi preferiti di tutti.
Trasporre un gioco del genere è difficile e l’unica è che regista e sceneggiatore abbiano una idea veramente forte che difficilmente però può essere molto simile al gioco venendo qui meno il gameplay. Qua è un lavoro prodotto svogliatamente e anche da alcuni incompetenti misconosciuti. Poi già a me Roth non piace nell’ horror, che per me se non fosse per la nicchia in cui lavora se ne sarebbe parlato molto di meno, ma che senso ha chiamarlo per fare altro? Che poi pure il gioco non ha nulla di horror e anzi ha pure poco gore e splatter o perlomeno i colori e il disegno alleggerisce tutto.
Almeno in Deadpool 3 traspare il divertimento di tutta la truppa, che non è sufficiente per farlo muovere ma è abbastanza per non fare schifezze e gli effetti sono comunque migliori.
L’esterica ricorda molto quella Tank Girl, ovviamente in versiona edulcorata per le platee del 2024 e senza l’anima punk/DIY di Tank Girl
*estetica
Solo per completisti di Gina Gershon
Io l’ho trovato un film molto centrato sul riferimento d’origine, sia per estetica che per tematiche: borderlands è fondamentalmente tanto ignorante quanto scanzonato, una sorta di frullato di fantascienza anni 50 mescolata con l’ipertrofia dei comics anni 90.
Tutti gli aspetti citati nella recensione vengono dal videogioco: i colori “alla Fury Road”? Sono in realtà precedenti nella versione videoludica (tutta in cell-shading); il robottino poco ispirato? È uno dei personaggi non giocabili più amati fin dal primo capitolo; idem l’estetica dei crimson e così via…
L’unico difetto che trovo al film è che ha un target iper-specializzato in chi ha giocato e soprattutto ha apprezzato Borderlands, tanto che chi non ha passato una buona fetta di tempo col controller su Pandora difficilmente potrà apprezzare il prodotto, magari riconoscendo gli “ingredienti” con cui il pranzo è stato cucinato, ma non potendo conoscere le “portate” create proprio con quegli ingredienti.
D’altrocanto però hanno tentato una rinarrazione a metà tra i primi capitoli che alla fine si colloca in un piano nareativo alternativo: vista l’ultra-specializzazione del target avrebbero potuto osare di più sul lato transmediale e raccontare un nuovo tassello di borderlands integrato nella narrativa sia dei capitoli sparatutto, che di quelli che un tempo si chiamavano “avventure punta e clicca”.
In generale il film ha soddisfatto le mie aspettative ed il tempo è volato (non come con quel mappazzone di Godzilla minus 1).
Beh, allora l’umorismo perlomeno l’hanno preso bene dalla serie. Come faccia a piacere quel tipo di umorismo lì però non me lo spiego. Ho provato a giocarli tutti e tre, gli episodi principali di Borderlands, e li ho tutti mollati dopo 4-5 ore perché sceneggiatura e soprattutto battute sono insostenibili. L’unica roba di Borderlands decente era il gioco a bivi Tales from the Borderlands degli ormai defunti Telltale Games, che però vabbè, se canni pure la storia in giochi che hanno solo la storia (e lo hanno fatto, vedi quella porcheria di Batman), soddolori.
E niente, nemmeno Cate Blanchett roscia risolleva minimamente il film, eh? Questo per dire lo spreco.