AVVERTENZA!
In questo pezzo si parla di ragni, aracnidi, ottozampe, creatori di ragnatele. Ci saranno quindi un sacco di foto di ragni, aracnidi, ottozampe, creatori di ragnatele. Se soffrite di aracnofobia GIRATE ALLA LARGA. Lasciate che a dirvelo sia un esperto in materia, il pappagallo Loretto:
Buonasera, amiche e amici dei 400 calci! Benvenute e benvenuti a questa nuova puntata di Superquark. Questa sera parleremo di evoluzione convergente: trattasi di un fenomeno per il quale due specie, anche molto distanti filogeneticamente ma sottoposte a pressioni ambientali paragonabili, sviluppano adattamenti molto simili a queste pressioni. Squali e delfini, per esempio, pur appartenendo a classi diverse, hanno tendenzialmente la stessa forma idrodinamica, dovuta al fatto che se sei bislungo e scivoloso nuoti meglio. Organi o strutture che svolgono la stessa funzione ma hanno origine diversa (per esempio le ali degli insetti, che si sono sviluppate indipendentemente dalle zampe, e quelle degli uccelli, che sono invece arti modificati) vengono chiamati analoghi.
Ogni tanto il fenomeno dell’evoluzione convergente fa capolino anche al cinema. Tra il 2023 e il 2024, per esempio, in seguito alla pressione ambientale dovuta alla carenza di film su ragni assassini che vengono adottati da persone ingenue e crescono fino a infestare l’intero condominio, sono usciti sia Infested sia Sting. Il primo è un piccolo film francese, scritto e diretto dall’esordiente Sébastien Vanicek con l’aiuto anche di Netflix, il che mi fa sperare che prima o poi possa arrivare anche in Italia. Ambientato nelle banlieu parigine, parla di un ragazzo che compra un ragno esotico e se ne prende cura fino a che questo diventa grossissimo e comincia a riprodursi a ritmo insostenibile. Il secondo è un film australiano lievemente più grosso, scritto e diretto dal quasi esordiente Kiah Roache-Turner*. Ambientato in un generico condominio australiano, parla di una bambina che adotta un ragno alieno e se ne prende cura fino a che questo diventa grossissimo e comincia a mangiarsi il palazzo.
Con l’eccezione di quella roba con Adam Sandler astronauta e Paul Dano ragno spaziale ASMR, era da un po’ che non si vedevano film con i ragni giganti, ed è quindi bello a prescindere godersi la convergenza evolutiva che ha portato due persone ai lati opposti del pianeta ad avere circa la stessa idea. Soprattutto perché i due l’hanno declinata nel modo più diverso possibile e immaginabile! Infested è un film europeo, tutto metafore e disagio. Sting è un film australiano, tutte cazzate e slapstick scorretta. Il ragno francese è realistico e persino connotato tassonomicamente (è indicato come membro della famiglia dei Sicariidae, alla quale appartiene anche l’ormai ahilui arcinoto ragno violino); il ragno australiano è alieno. In ambedue le opere, però, c’è per fortuna una discreta quantità di ultraviolenza e tutta la tensione che potete immaginarvi quando il mostro di turno esce dalle fottute pareti. Ora, dopo la SIGLA!, andremo ad analizzare nel dettaglio questo interessante fenomeno di evoluzione aracnide convergente anche un po’ spaziale.
Metafore a otto zampe: Infested
Kaleb è un ragazzo francese che vive con la sorella MANON in un orrido casermone popolare disegnato da un architetto sotto LSD o in alternativa che ce l’aveva a morte con i poveri e godeva nell’immaginarli vivere in un edificio che ha questa forma:
Kaleb vorrebbe anche avere i genitori, Manon Serve: il palazzone è come una grande famiglia, e Infested, essendo un film di pochi soldi e tante suggestioni, costruisce una fitta rete di rapporti anche di forza tra gli abitanti di questa specie di Oreo gigante, che sarà poi l’esoscheletro che tiene in piedi tutto. È un film con idee interessanti in questo senso: il protagonista è anche una specie di capetto del palazzo, che sgrida gli amici quando si comportano in maniera poco civile e intralciano il lavoro della signora Zhao, che di lavoro tenta di tenere pulito questo enorme scrigno di sudiciume che è l’intera ambientazione di Infested. Ma Kaleb non è un bullo né un violento, e per di più è un grande amante degli animali: nel senso che colleziona specie esotiche di artropodi, per cui la sua cameretta è tappezzata di terrari pieni di ragni, serpenti, scorpioni e zanzare.
Ho detto ragni? In realtà, per qualche inspiegabile motivo, Kaleb non ha neanche un ragno! Per cui, quando gli viene offerta la possibilità di acquisirne uno proveniente da un generico ma esotico deserto del Medio Oriente, lui ci si tuffa a pesce, e torna a casa tutto contento con il suo nuovo amico a otto zampe in una scatola. Problema: il ragno si mangia la scatola e comincia a vagare per il palazzo, mordendo la gente, iniettando loro le sue uova sottopelle, trasmettendo una disgustosa forma di morbo della morte e moltiplicandosi a velocità supersonica. Per cui nel giro di pochi minuti il palazzo è invaso da questi ragni che diventano più grossi scena dopo scena, e il go-go-governo interviene mettendo l’edificio in quarantena e chiudendo i condomini nei propri appartamenti.
Dice la leggenda che una volta un regista europeo fece un film di genere senza metterci dentro metafore né politica. Oggi quel regista è un terrorista dell’ISIS, e si è già fatto saltare per aria sei volte in sei luoghi diversi. Vanicek conosce questa storia, non ci crede fino in fondo ma non vuole correre rischi: nel momento in cui l’obbrobrio architettonico finisce in quarantena, Infested diventa un film che parla anche di altro. Di cosa non è mai chiaro fino in fondo: potrebbe essere un film #nogreenpass che ricicla orrori e paranoie del primo lockdown da COVID-19 come anche un’opera sociopolitica che parla dello Stato che abbandona certi angoli dimenticati delle sue metropoli e che trova nella polizia locale e nella sua brutalità il perfetto braccio armato. O magari è solo un’autobiografia, visto che Vanicek ha raccontato di essere cresciuto in un contesto simile. O un film sulla famiglia. Metaforoni, comunque, e plurimi livelli di lettura.
Per fortuna tutte queste ragnatele ideologiche non si mettono mai tra i piedi, e non sono mai usate a scapito di quello che dovrebbe essere il primo scopo di un film del genere: mettere ansia, disgusto, angoscia e anche un po’ paura. Come detto, Infested è costato non più di otto (8), per cui deve risparmiare sull’azione e non può esagerare con i suoi mostrini a otto zampe (consapevole di questo suo limite, Vanicek cita spesso Frogs). Questo significa che le vicende umane sono sempre in primo piano, ma sullo sfondo compaiono, prima piccoli e sfuggenti, poi sempre più numerosi e minacciosi, i ragni che stanno infestando l’intero palazzo nel totale disinteresse dei propri abitanti, troppo interessati a inseguire le loro beghe personali. È una forma di orrore basata sul fatto che lo spettatore sa tutto e i protagonisti quasi nulla, il genere di tensione e anche frustrazione che ti spinge a urlare verso lo schermo “GUARDA CHE ALLE TUE SPALLE C’È UN RAGNO GIGANTISSIMO CHE TI VUOLE MANGIARE LA FACCIA”.
Due difetti. Innanzitutto Vanicek ci tiene fin troppo ai rapporti tra personaggi, ben costruiti e ben gestiti, certo, ma fin troppo ripetitivi nelle loro interazioni; una sforbiciata qui, un taglietto là avrebbero fatto bene a un film che non ha alcun bisogno di durare un’ora e tre quarti. E poi il buio e la confusione, giustificabili con il budget ma usati in maniera pienamente efficace solo in un paio di sequenze (una particolarmente efficace in un corridoio), e ahimè non nel finalone climax botte e mazzate. C’è comunque un minimo di catarsi che si nasconde tra i proiettili (dei quali avremmo fatto a meno), e questo fatto sommato alla grande quantità di ragni giganti fanno di Infested un film aracnide comunque gustoso e consigliato.
Web quote (ah ah l’avete capita)
«Gustoso e croccante come il morbo della morte»
(Stanlio Kubrick, i400calci.com)
The Spider From Mars: Sting
Dice la leggenda che una volta un regista australiano fece un film di genere senza metterci dentro teste che esplodono e assurdità australiane assortite. Quel regista oggi è un cryptobro, con un patrimonio in Dogecoin del valore di quindici e mezzo. Kiah Roache-Turner conosce questa storia, ci crede tantissimo e quindi il suo Sting è esattamente quello che ci si aspetta da un creature feature from a land down under. E cioè un film che a un’occhiata superficiale potrebbe sembrare una horror-comedy per tutta la famiglia, che però contiene tanta violenza creativa del genere che non vorreste mai far vedere al vostro pargolo seienne. Ci sono teste che esplodono, animalini carini che muoiono male e una protagonista che si mangia la scena e arriva a rubare spazio financo al ragno spaziale.
Perché sì, in Sting c’è un ragno spaziale! Esso precipita sulla Terra su un piccolo asteroide, e si ritrova suo malgrado in una casa di bambole appartenente a una sorta di Frau Blucher australiana. L’inizio è fulminante, strapieno di idee deliziose: i titoli di testa con il ragno che cammina tra gli arredi in miniatura, per esempio,
, ma anche il modo in cui conosciamo la nostra protagonista, che gira per i condotti di areazione del condominio e può quindi accedere a ogni appartamento, compreso quello di Frau Blucher, dove ha l’abitudine di rubare ogni tanto una bambola, decapitarla e fotografarla per il suo account Instagram di bambole decapitate.
Il primo grande pregio di Sting è che è un film con una bambina contro un mostro, solo che la bambina è matta in culo. Interpretata in maniera clamorosa da Alyla Browne, che magari ricordete come giovane Furiosa in, ehm, Furiosa, nel momento in cui scopre il ragno spaziale che passeggia per la casa di bambole che scopriamo appartenere alla sua prozia decide che è il suo nuovo migliore amico, e se lo porta a casa. Amica, in realtà: la battezza Sting, ispirata non dai Police ma dalla spada di Bilbo in Lo Hobbit, e comincia a darle da mangiare gli scarafaggi che trova nella cucina di casa – c’è meno disagio che in Infested, il palazzo non è altrettanto decadente, ma vi pare che un film australiano si faccia sfuggire l’occasione di buttarci dentro un po’ di schifo?
Molte delle cose che ho scritto per Infested si possono ripetere pari pari per Sting. Il palazzo è un ecosistema, con una struttura di potere ben definita, e certo al posto dei problemi politici ci sono quelli familiari che piagano la povera Charlotte e la spingono a essere matta in culo, ma i due film hanno la stessa anima, la stessa idea di raccontare le vite di queste persone mentre sullo sfondo un ragno che diventa sempre più grosso si mangia pappagallini, gattini e a un certo punto pure dolci vecchiette. Solo che Sting è come la sua protagonista, cioè matto in culo appunto, e al posto del terrore e della tensione e del disagio ci mette i jump scare scemi, la commedia horror, e pure una dose non eccessiva ma apprezzabile di splatter di scuola Peter Jackson.
È adorabile, l’ho già scritto? Fin troppo preoccupato dei suoi personaggi (c’è tutta una sottotrama sul rapporto figlia-patrigno e sul fatto che lei scrive fumetti per passione e lui li disegna per mestiere che non aveva bisogno di occupare così tanto minutaggio), ma pronto ad accelerare e a fare cose strane e disgustose ogni volta che il ragno spaziale entra in azione. Dura novanta minuti, poi! Ci potete credere? Ho riso un sacco in almeno quattro momenti diversi, e non mi sono indignato nemmeno quando il finale promette un sequel senza alcuna vergogna.
Riassumendo: se Infested è una sorta di [•REC] con i ragni al posto degli zombi, Sting è un Poltergeist con i ragni al posto dei, ehm, poltergeist, e con una barriera di ultraviolenza all’ingresso che lo rende sconsigliabile al di sotto di un’età che lascio stabilire arbitrariamente a voi perché io non me ne intendo. E quando a fine anno ci sarà da scegliere le morti migliori della stagione, state certi che il film di Kiah Roache-Turner farà capolino.
Web quote (la ripeto così magari questa volta la capite)
«Se non vi basta ‘ragno spaziale’ siete una causa persa»
(Stanlio Kubrick, i400calci.com)
*sì è un regista di ragni che si chiama Scarafaggio Pirlatore di cognome.
visto il trailer “alla cieca” proprio alla proiezione di Furiosa, sul dettaglio [SPOILER?] della dodicenne che fa “clack-clack” col fucile a pompa guardando oltre l’orizzonte ho pensato “Australia…”
non lo vedrò – because of schifo – ma dovrei.
Ma perché il tizio nella sigla sembra Drexl Spivey con tatuaggi maori?
1) Bravo Stanlio Kubrick. Pezzone sia per qualità che per quantità.
2) Vi dirò che a me l’Arènes de Picasso in Noisy-le-Grand sembra abbastanza una figata, almeno da vedere. Da viverci non so.
3) Kiah “gira blatte” Roache-Turner lo esigo come wild card al Jimmy Bobo dei prossimi Sylvester.
4) Appendice alla lettura: https://www.thegamer.com/spider-pokemon-ranked/ Primo posto sacrosanto. Dài, quanto spacca Araquanid?
Scusate ma il mio cervello è quasi andato… Infested non era stato recensito sempre da Stanlio qualche tempo fa??? Sono sicuro di aver letto una recensione e mi sembrava sugli stessi toni… :) :) :)
forse questo (omonimo) grande classico del 2002?
https://m.imdb.com/title/tt0287497/
Tutto ok, solo che Sting è ambientato a New York, non in Australia.
Giusto per fare la punta al cazzo il titolo originale di Infested è Vermines
C’entra nulla, ma non saprei dove postare. The Well lo coprirete?
Aspettando Arachnid con Matilda Lutz 😉