“Chiagn’ mò, chiagn’ aropp’”
(vecchio detto napoletano) *
Ho una speciale colonna in cui inserisco una categoria di film di cui è sempre molto difficile parlare.
In questa speciale colonna, ci metto quei remake/reboot che toccano qualcosa di “sacro”: quelli che, quando vengono annunciati, la reazione media della gente è “ma nooo, ma come si permettono, ma come osano! Farà cacare di sicuro! È un, uhm, approccio aggressivo di natura intima e non consenziente alla mia infanzia!!!” così, prima ancora di saperne qualsiasi altra cosa al riguardo. Di pura pancia, senza ulteriori informazioni. Drammaticamente spesso si tratta delle stesse persone che poi si fiondano comunque a vederlo il primo giorno, senza mai cambiare di umore né prima né durante né dopo la visione ma pagando in ogni caso il biglietto (e il viaggio, e i popcorn). Ma non divaghiamo.
In questa mia speciale colonna ci metto in realtà un sottoinsieme di questi remake/reboot che toccano qualcosa di “sacro”: ci metto nello specifico quelli che, a guardare bene, ci si approcciano nel modo giusto.
Qual è il modo giusto?
Grazie per la domanda.
Il modo giusto, Fabrizio, è quello con cui si rifà un film perché si intende degnarsi di aggiungerci qualcosa.
Lo si rifà prendendone lo scheletro e lo spirito, e ne si crea una evoluzione, o una versione alternativa.
Si tratta il materiale di partenza come la traccia di un tema, e lo si svolge a modo proprio: cogliendone il senso, e plasmandolo, riarrangiandolo in un modo che abbia senso riproporre nel suo tempo.
Sono tutti discorsi che, ovviamente, non hanno niente a che vedere con il fare soldi e il dare al pubblico ciò che vuole. Che, freddi e brutali dati di incassi alla mano, consiste spesso in “la stessa identica cosa scena per scena battuta per battuta, ma con una sequenza in più in cui qualcuno soffia via la polvere da un oggetto simbolico mentre la colonna sonora viene riarrangiata in versione più epica e un giovane guarda un anziano con rispetto e ammirazione”.
Sono discorsi che non convinceranno mai gli studios, nessuno di loro. E quindi un po’ velleitari.
Però che vi devo dire?
Non stiamo a fare il teatro shakespeariano – in quel caso posso capire che hanno valore anche le ricostruzioni fedeli perché lo sappiamo tutti che i master in HD delle riprese degli spettacoli originali andarono sfortunatamente perduti nell’incendio di un magazzino.
La mia umile e personale opinione è che, per soddisfare il bisogno di rivedere qualcosa che avete già visto, c’avete l’abbonamento a Netflix apposta.
SIGLA!
Il vantaggio di un brand come il Corvo è che tecnicamente lo si può piegare a piacere.
Alle origini del Corvo c’è un sentimento di impotenza e frustrazione che viene catalizzato in una storia di vendetta sovrannaturale.
Un tizio viene ammazzato insieme a una persona cara, un corvo lo resuscita per il tempo necessario alla vendetta, per farlo lui si pitta la fazza. C’è poco world building, e quel poco che c’è non sembra essere trattato in modo rigoroso nei film e fumetti usciti finora: era una storia nata per essere umorale e autoconclusiva, e si vede.
Dopo la morte di Brandon Lee durante le riprese del primo film il cambio di protagonista si è rivelato obbligatorio, ed è probabilmente meno forzato raccontare una storia nuova ogni volta che dare un senso a un vero e proprio sequel – la serie tv ad esempio, che riprende i personaggi originali, già dal primo episodio si discosta rivelando che Top Dollar non è il vero responsabile degli omicidi e giocandosela di avventure in avventure mentre Eric Draven indaga su cosa è successo veramente.
Il nuovo Corvo, in modo comprensibile ma tutt’altro che scontato, pensa che non siamo più nel 1994.
Di conseguenza, se non vuoi raccontare di un Corvo 50enne interpretato da qualcuno tipo Keanu Reeves o Jason Statham, che resuscita di nuovo per vendicare (che ne so) la piccola amica Sarah ormai cresciuta tornando nel suo vecchio attico e soffiando via la polvere dalla sua chitarra mentre parte un remix cinematico di Burn e la 15enne Sarah Jr. lo guarda con rispetto e ammirazione, l’unica è cambiare target e rivolgersi direttamente ai giovini d’oggi. Del resto ha senso riproporre i Nine Inch Nails? Trent Reznor oggi fa le colonne sonore dei film coi tennisti che pomiciano coi churros.
Quindi, a quel punto, viene riscritto tutto. Tutto!
Ok, non l’inizio col cavallo che rimane impigliato nel filo spinato, quello viene dal fumetto. E se siamo veramente molto pignoli, si può considerare nostalgico/citazionista l’uso a un certo punto di Disorder dei Joy Division, anche se il vecchio film usava Dead Souls (rifatta dai NIN).
Per il resto, cari amici e amiche che 30 anni fa eleggevate il seminale film di Alex Proyas a nuova Bibbia, questo film non si rivolge a voi. Questo film si rivolge ai vostri nipoti: quelli che si pittano la fazza direttamente coi tatuaggi permanenti.
Il nuovo Corvo fa una serie di scelte interessanti.
La prima è quella di raccontare la storia in modo lineare: lo scopo è chiaramente quello di coinvolgerti nella storia d’amore maledetta tra Eric (Bill Skarsgård) e Shelly (FKA Twigs), dal loro primissimo incontro in un istituto correzionale alla fuga e alla conseguente cotta fulminante. Qui è dove si cerca maggiormente di cogliere il mood e rispecchiare il target di riferimento. Il film non vuole che ti fidi: vuole che, quando i due vengono uccisi, tu senta tutta la rabbia e la frustrazione di Eric e capisca e condivida la sua reazione una volta resuscitato. Tu sei in viaggio con Eric. La tagline è “True Love Never Dies”.
Poi riscrive completamente il cattivo: subito non mi aveva convinto, trovavo una complicazione inutile infilare Shelly in un complesso intrigo criminale invece che renderla vittima di un’ingiustizia inspiegabile e banale come in origine. Qui è dove ci si allontana di più dallo spirito originale del fumetto. Ma ripensandoci, è anche dove viene fatta la correzione più opportuna. Rendendo il cattivo un uomo ricco e potente, non un uomo della strada come nel fumetto o un goth eccentrico come nel film, la vicenda sembra effettivamente un pelo meno fascista. L’extra-passo di dargli un potere sovrannaturale di natura malvagia aiuta sia a contestualizzare l’atmosfera surreale del film che a rendere la vendetta più digeribile: le motivazioni di Eric possono interamente sorreggersi sulla sua tragica vicenda personale senza echeggiare commenti sociali inopportuni – più Romeo e Giulietta di menare, meno Charles Bronson che ha letto troppo Rimbaud.
E poi il tocco che mi è piaciuto di più: il Corvo è immortale, ma il suo corpo sente comunque dolore. Se tu gli spari, lui poi si rialza ma prima soffre come un cane lo stesso. Probabilmente era un aspetto pre-esistente, ma qua è sottolineato e usato meglio, e questo aiuta a delineare meglio il personaggio con un aspetto che aggiunge al mood generale della vicenda.
E prima che vi spaventiate: il film è Rated R. Si vede sesso, le chiappe di Bill e un sacco di violenza.
Ok, mi sa che ho aperto una parentesi troppo lunga, cosa stavo dicendo?
Ah sì: ho una speciale colonna in cui inserisco una categoria di film di cui è sempre molto difficile parlare.
In questa speciale colonna, ci metto quei remake/reboot che toccano qualcosa di “sacro”, e più precisamente il sottoinsieme di quelli che, a guardare bene, ci si approcciano nel modo giusto.
Ma, ancora più precisamente, in questa colonna ci metto il sotto-sottoinsieme dei remake di roba sacra che hanno l’approccio giusto ma poi purtroppo, per sfortuna di coincidenze di circostanza casuale, fanno cagare lo stesso.
E qui si posiziona il nuovo Corvo.
Ci si posiziona il nuovo Corvo insieme a, per fare un altro paio di esempi, il Robocop del 2014 e il Ghostbusters del 2016.
Perché sì, tutto quello che vi ho elencato sopra è vero, e il problema è che, ahimè, è realizzato malissimo.
Il problema è che Rupert Sanders fa ancora una volta il Rupert Sanders: quello che si intrippa a fare visual art patinata – manco quella bella e/o interessante, ma quella da pubblicità dei profumi, quella che commissioni per vendere l’altissima risoluzione dello schermo del telefonino nuovo – e su tutto il resto va col pilota automatico e gli esce di un blando deprimente.
Guardi il nuovo Corvo e ti pare di vedere uno che sta girando uno spot per Balenciaga che a un certo punto si rende conto che il video deve durare un paio d’ore e i suoi fotomodelli in movimento devono anche diventare personaggi, e si imbarazza.
Prendiamo anche gli spunti che ho trovato positivi: il cattivo. Il cattivo ha il superpotere di sbarleccarti le orecchie e farti impazzire. Ci sta, è molto Corvo, è spiegata come una cosa simile alle leggendarie 30 ore di sofferenza che l’eroe originale infliggeva a Top Dollar per sconfiggerlo, ma è rappresentata in modo ridicolo, e se il Rupert Sanders mi sbaglia anche i visual è finita.
Prendiamo la storia d’amore. È strategicamente giusto dargli spazio e importanza, ma se non me la sento di esprimermi sulle romanticherie gotico-moderne che si scambiano perché non è il mio settore di competenza, posso comunque dirvi questo: l’intesa tra FKA Twigs e Bill Skarsgård è inesistente. Sembra di vedere il provino di due che si sono incontrati per la prima volta e stanno dando una prima passata ai dialoghi. E sapete qual è la cosa pesa? È che, fra i due, a convincere maggiormente è FKA Twigs. Che non è nemmeno un’attrice.
Il problema maggiore alla resa dei conti sta proprio lì: Bill Skarsgård.
Brandon Lee aveva dimostrato come si potesse prendere un copione stupidino e mangiarselo rendendolo immortale: Bill Skarsgård, che ha un background ben più ricco e variopinto e non privo di performance convincenti, è a disagio dall’inizio alla fine. Ottimo altrove, qui è spaesato e un buco nero di carisma. E alla fine, nonostante sia esteticamente perfetto, l’ancora che si porta appresso tutti i difetti del film trascinandoli sul fondo è lui, a cui probabilmente hanno chiesto “rispecchia i giovini d’oggi” e lui ha risposto “ma checcazzo ne so, io ho passato l’adolescenza in Svezia a studiare Strindberg”.
Non mi esprimo sulla colonna sonora, ma magari aver dietro un nome di riferimento come all’epoca era Trent Reznor avrebbe aiutato a individuare il target con maggior precisione e a non finire che nella scena in cui lui si applica il trucco da Corvo in fazza c’è sotto Enya.
Il senso di frustrazione generale, probabilmente, si può sintetizzare con un’unica scelta: ok rinunciare a citare nostalgicamente il vecchio tormentone “non può piovere per sempre”, sono molto contento di questa botta di orgoglio e di indipendenza creativa, ma davvero l’idea migliore era rimpiazzarlo con, uhm, “piangi ora, piangi poi”?…
Quindi, per chiarezza: io questa roba non la salvo neanche per sbaglio.
Ma mi rode, perché le intenzioni sembravano quelle giuste e qualche idea sulla carta era interessante. Anzi, lasciatemi essere onesto fino in fondo: la scena d’azione finale, con il massacro al teatro dell’opera, è l’unica davvero figa e se tutto il film fosse stato così grideremmo al trionfo, ma arriva quando era ormai un’ora che non sapevo se soffrire fino in fondo o andarmene dalla sala e si tratta di cinque minuti di improvvisa gloria in un oceano di desolazione.
Ma come lo spiego a quelli che di pura pancia, prima di avere qualsiasi informazione, avevano urlato “farà sicuramente cagare”?
Quelli, giustamente, vedono solo che ci hanno preso, e a me un po’ dispiace perché non ci si dovrebbe limitare a osservare la corrispondenza tra pregiudizio cieco e risultato complessivo finale. Che ne so, immaginate di non aver mai mangiato la pizza, e poi arriva qualcuno che vi fa assaggiare una hawaiiana. Fa cagare, siamo tutti quanti d’accordo, ma vi pare un buon motivo per rifiutarsi a priori di mangiare un qualsiasi altro tipo di pizza in vita vostra? Non sarebbe meglio essere in grado di discernere e capire perché fa schifo? Essere in grado di analizzare e capire che a volte bastano piccoli ritocchi, tipo togliere l’ananas e rimpiazzarla con NIENTE, per ottenere qualcosa di molto meglio? È questo il bello della nostra passione. E il momento in cui io ho capito che il nuovo Corvo faceva cagare, è stato quando di colpo hanno spostato la release da giugno ad agosto.
Il nuovo Corvo non era per forza una hawaiiana: poteva essere una buona pizza, ma l’impasto è stato messo insieme con poca convinzione e con ingredienti scadenti e poco cotti.
Per quel che mi riguarda è colpa del cuoco, non della ricetta. **
Più che il pubblico però mi preoccupano gli studios: se da una cosa del genere imparano solo che devono stare alla larga dal tentare un approccio un po’ più fresco della media, è finita.
Vinile-quote:
“Non ho più parole, non ho più pensieri”
Nanni Cobretti, i400calci.com
* non è vero, l’ho inventato io – corretto da un amico di Napoli che per coincidenza si chiama Fabrizio. Suonava bene. Siate coraggiosi, dateci un Corvo neomelodico!
** la colpa è del cuoco, oppure del fatto che i titoli di testa sono interamente composti, con effetto abbastanza comico, da una lunga serie di produttori che sembra non finire mai.
Bellissima analisi che si smarca dal dover attaccare/difendere il film come solitamente avviene nelle recensioni. Soprattutto il timore finale sugli studios che non mettano propriamente a fuoco la causa dell’insuccesso e si caghino sotto nel futuro.
Per un attimo mi hai spaventato…
Lo ammetto, ero uno dei Farà cagare a prescindere, perché al film originale ci sono affezionato.
Poi il trailer tutto sommato mi aveva dato una speranza, l’estetica era buona e faceva sperare in una bella tamarrata sanguinosa, cosa puntualmente smentita da tutti.
Alla fine Death Sentence è il miglior remake del Corvo che abbiamo, e senza resurrezione ne faccia pittata.
Bellissima recensione. Di un film del quale era facilissimo dire a prescindere “fa cagare”, con la consapevolezza che al 90% la si avrebbe azzeccata si può cmq dare un giudizio più complesso e motivato. Insomma si capisce che una possibilità gliela si è data.
Mentre i miei soldi non li avrà. Rientra in quell’infinito insieme chiamato “lo vedo quando passa in streaming”.
Recensione stupenda, il detto napoletano in apertura mi ha spezzato :D
L’idea del Corvo cinquantenne interpretato da Keanu o da Statham che torna per vendicare Shelly soffiando sulla chitarra impolverata nel suo vecchio attico comunque è figa, lo guarderei.
Per il resto io però l’ho già scritto più volte: Il Corvo originale secondo me ha raggiunto lo status che ha per la tragedia capitata a Brandon Lee. Non sto dicendo che sia brutto eh
Grazie. Ma se un film è brutto, la gente non lo guarda ripetutamente solo perché il protagonista è morto.
Ma infatti l’ho scritto, non dico che sia brutto, penso però che lo status di cult che ha acquisito sia in gran parte dovuto alla vicenda di Brandon Lee
Quindi dici proprio in barba alle innovazioni stilistiche e all’avere intercettato in pieno un target con una colonna sonora stravenduta?
Sulla colonna sonora ci siamo, sulle innovazioni stilistiche… insomma, Il Corvo è un film tipicamente anni ’90, per dire l’ambientazione perennemente notturna e piovosa era un marchio di fabbrica tipico di quel decennio
Eh no, prima del Corvo c’era solo il Batman di Burton, e quella roba lì era diversa. Ti confondi con quello che è venuto dopo. Tutto un altro mood.
Per me mica troppo diversa, Batman Returns è del ’92 e ci aveva già fatto vedere bande di freaks matti e pitturati in faccia compiere atti di violenza in ambientazioni gotiche notturne.
Tanto che il film seguente di Proyas è stato “Dark City”, giusto per mettere le cose in chiaro già a partire dal titolo
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questo forse è meglio
e se mi firmo Obar, mannaggia al cazzo, c’è un perchè
La domanda base che dobbiamo porci è la seguente:
ma con tutti i mille modi in cui possiamo spendere soldi e il tempo nella nostra vita, perché buttarli nel pattume per vedere l’ennesimo inutile remake-a-tavolino di un titolo anni 70/80/90 ??
Io non ci sprecherei nemmeno il fiato per sta roba. Dobbiamo far passare il messaggio che ci hanno rotto il cazzo, che li boicottiamo.
Talvolta, e di questi tempi sempre più di frequente, la Verità si fa strada nell’inconscio collettivo con la consueta, accecante luce.
Di conseguenza, che questo film muovesse all’evacuazione è risultato ovvio fin da subito a chiunque percepisca il mondo per tramite d’emozione e senza necessità del vaglio dell’intelletto.
La recensione è pregevole, e mi permetto di integrarla citando nientemeno che Michael Wincott/Top Dollar nel capolavoro immortale del 1994, quando parla della “Notte del Diavolo”, esprimendo inorridito disappunto in quanto “La Grande Idea” era “diventata istituzione”.
Ecco: l’immensità de IL Corvo (1994) stava nella Grande Idea, quello di oggi è mer(d)a istituzione.
Ok sì, però alla fine di tutto fa cagare proprio come già suggeriva il trailer
Scusate, salto la parte di chi si lamenta dei reboot perché è una lagna sui lagnosi.
Parliamo del film: brutto, molto ma molto brutto.
Non hanno capito una minca della storia (occhio, parlo del fumetto, che comunque puoi adattare come ti pare ma che ha comunque un concetto), la storia d’amore dovrebbe essere intensa ed è invece imbarazzante. Shelley ha la bocca semi aperta per tutto il film e lo sguardo da triglia, Eric è sul bus ad ascoltare dal cellulare trap con le parolacce. Sono due protagonisti piatti, noiosi, brutti, ridicoli.
I cattivi sono piatti, noiosi, osceni e senza carisma (il cattivo principale è il sosia del mio meccanico).
Le coreografie sono piatte, noiose, oscene.
Fanno le facce buffe, il set è patinato, Eric non prova coinvolgimento serio ma si guarda allo specchio gli addominali (ci sta, è uno spot lungo due ore).
Il film si rivolge ai giovani, si dice:in sala c’erano solo vecchi di merda come me, perché (rullo di tamburi) chi cazzo va al cinema se non i vecchi di merda come me?
Beccatevi queste due ore di sofferenza, tutte assieme.
Prendo spunto dal tuo finale: ok che le major fanno i film principalmente per gli IUSSEI, quindi parlare di noi povera provincia dell’impero è forse fuori fuoco
Ma al cinema io vedo solo o vecchi di merda come noi (cit.) o ragazzini ragazzini o 60enni a vedere i film di margheritabuy
Il senso di settare il 99,99% delle produzioni sulla fascia 15/25 anni che non ci va al cinema quale sarebbe?
Premesso che non ho l’età per aver nipoti a cui è rivolto il film visto che già il primo è più vecchio di me.
Perché mi puzzava già questo nuovo film? Perché dietro a mio avviso c’è uno dei peggiori registi degli ultimi 20 anni roba che manco Snyder e non capisco come ottenga questi lavori.
L’altro motivo è la sensazione che sia stato in larga parte scritto da produzione e marketing e direi che ci abbia visto giusto.
Quindi regia pessima unita a sceneggiatura pessima e cosa vuoi che ne esca? Per dire l’ultimo alien ha una sceneggiatura mediocre e riciclata ma che tutto sommato scorre e soprattutto è ben diretto. Qua diventa difficile far passare un’ora e mezza da quanto leggo e difatti non andrò a vederlo.
Per me si può reimpastare quanto si vuole una vecchia storia, poi magari il nuovo lavoro mi convince meno ma non è un problema, può pure accadere il contrario. L’importante è che sia fatto da maestranze competenti e che sentano qualcosa dentro per l’opera che non sia solo l’odore di dollari per poi scoprire che sotto in realtà c’è nascosta,male, una montagna di merda. Alla fine delle buone intenzioni me ne faccio poco senza capacità.
Ma vedi, questi discorsi hanno senso. I discorsi invece di vedere una foto di Skarsgård e dire “l’intero film farà cagare unicamente perché lui è pittato diverso per attirare una generazione che non è la mia” sono quelli che fatico a capire. Quello è il segnale che, al limite, non è specificatamente un film indirizzato a te il che non ne fa un film brutto di default. Poi sul regista sono d’accordissimo, è dove ho storto il naso pure io la prima volta.
Obbiettivamente: Skarsgaard, per quanti muscoli gli abbiano appiccicato addosso, ha una faccia da cazzo, perfetta per il suo ruolo in Barbarians e NIENTE ALTRO, e il taglio di capelli fa cagare.
Serve altro per fottere un film sul nascere (Accidenti, mi è scappato un involontario omaggio a Srpski Film!)?
@Vandal, boh, se mi facessi fermare da un protagonista con la pettinatura da coglione non avrei mai guardato i Masters of the Universe, per esempio…
Non è tanto una questione fisiognomica, quanto di mimica e accessori.
Il BLADE di Checco Zalone credo proprio non lo guarderei; a quello di “Marsala” Ali, nonostante la sua faccia da Bugs Bunny, del tutto inadatta al ruolo, darò senz’altro una chance.
All’epoca, anche la scelta di Snipes mi aveva convinto poco, visti i dentoni e gli occhi a palla, eppure, grazie a una serie di accorgimenti davvero intelligenti e un’interpretazione sentita e assolutamente perfetta, attore e personaggio si sono fusi alla perfezione in un’unica icona.
Nel caso di Skarsgaard l’impresa era difficile, ma magari non impossibile, ci avesse lavorato gente di talento.
Sì Nanni, c’è sicuramente chi non accetta che un’opera della propria giovinezza venga reinterpretata per parlare anche ad altri o talvolta anche solo per mostrare una nuova maturità dell’ autore (vedi la polemica sulla tetralogia di Evangelion ritenuta da molti non abbastanza deprimente e che Anno ha scritto dopo il matrimonio in un periodo di maggior felicità).
Però si spera che anche questi brontoloni assopiscano un po’ le lagnanze di fronte ad opere di livello. Purtroppo spesso a fianco al poco “rispetto” della materia originale v’è anche il pressappochismo tecnico di chi ci lavora e pur essendo 2 fattori separati visto che spesso si affiancano molti li sovrappongano e trovano il secondo effetto del primo. La pochezza della regia e sceneggiatura figlia dello stravolgimento dell’ opera, quando in realtà non è vero. Vedasi Shining di Kubrick, Blade runner di Scott o anche solo Dracula di coppola che non è proprio fedelissimo al romanzo (molta più enfasi sui sentimenti, sia a livello amoroso ma anche più generale) eppure sono capolavori.
P.s.:ti dirò che ho visto Ghost in the Shell e quello sul cacciatore del regista e mi sono piaciuti meno del Dampyr della Bonelli che sicuramente non è un capolavoro e l’ha fatto un regista di pubblicità.
Perdonami ma c’è una domanda che mi faccio ormai da un po’ di tempo: quanto bisogna essere rincoglioniti per far partire l’hype per l’ennesimo reboot/remake/reminchia che annunciano un giorno si e uno no?
Cosa caspita serve ancora per capire che stanno puntando ormai solo su film/franchise in serie?
E dopo l’ennesimo annuncio di questo genere, quando vedo gente che non solo ha speranze e si esalta, ma addirittura si lamenta di coloro che si lamentano, mi chiedo proprio a che livello di rincoglionimento e infantilismo stia il nerd medio di oggi.
Anche di fronte all’ennesima presa per il culo si esalta a priori. Boh.
I film di menare mica impediscono di crescere!
“rispecchia i giovini d’oggi” e lui ha risposto “ma checcazzo ne so, io ho passato l’adolescenza in Svezia a studiare Strindberg”
ahahahahahahahahhahahahahahahah!
“Siate coraggiosi, dateci un Corvo neomelodico!”
Se ti vuoi accontentare c’è un fan film italiano in cui gli attori parlano con un “lievissimo” accento pugliese (e ti aspetti da un momento all’altro un “non può piovere per sempre, porca puttena maledetta”
Quindi i famosi “volatili per diabetici” erano i corvi?
1) Già detto nel post e nei commenti ma ribadisco che la regola della coerenza è: se già sei certo che un film ti farà schifo perché per ragioni affettive detesti l’idea stessa che esso esista: non lo guardare, non spenderci soldi. Per questo non ho visto quasi nessun remake live action dei classici Disney. Così non devi arrabbiarti e voti col tuo portafoglio, perfetto.
2) Capo vorrei sarei curioso di avere altri esempi, si potrebbe dare una sbirciatina a queste liste matrioska?
Non ricordo granché della matematica di 2a superiore ma si dovrebbe scrivere una roba tipo:
⊃ Cinema
⊇ remake/reboot che toccano qualcosa di “sacro”
⊇ ci si approcciano nel modo giusto
⊇ fanno cagare lo stesso
Nel senso che vuoi degli esempi per ogni passaggio o che vuoi che espando la lista della categoria finale, dove oltre al nuovo Corvo ho già messo anche Robocop 2014 e Ghostbusters 2016?
Mi sarebbe piaciuto qualche esempio per ogni categoria.
Le aspettative erano basse, dati i giudizi già letti online, ma il film è davvero più insulso ancora del previsto.
Non credo ci sia un aspetto che funzioni (ed io non sono neanche questo grande fan dell’originale, quindi ero anche ben disposto a ricevere una nuova take sul tema).
Terribile.
Risparmiate assolutamente i soldi del biglietto.
“Il Corvo” per la generazione Z. Peccato che la generazione Z non si riconosca e non comprenda praticamente nulla dell’immaginario “gotico”. Hanno mischiato estetica e musica goth con estetica e musica trap. Con Eric Draven che sembra più una versione arrabbiata di Achille Lauro che un non-morto in cerca di vendetta. Offesa garantita per i “vecchi” e mancata comprensione dell’estetica per i “giovani”.
Con il messaggio (a mio parere pericoloso, ma sono un generazione X) che la comune passione per l’uso di droga “unisca” in una storia d’amore. (A questo proposito ho letto un commento interessante, in altro luogo, in cui si diceva che se i due protagonisti avessero completato un percorso di recupero e ne fossero usciti completamente, prima del loro “triste destino”, la cosa avrebbe aggiunto gravitas, e probabilmente è vero).
Sono d’accordissimo con Nanni quando dice che l’intenzione di base poteva essere buona, ma vado oltre dicendo che “Il Corvo” non è il film adatto per una revisione in salsa generazione Z. Non ha nulla che li possa attrarre nel suo materiale di base.
Se pensiamo alle “passioni” (o ai “miti”) della generazione Z, abbiamo droga, microcriminalità, soldi, macchinoni, musica trap, “pistole nella Fendi”, etc. Ovviamente non dico che i ragazzi di oggi siano criminali, dico solo che questo è spessissimo il loro immaginario “fico”; come per noi lo erano Swartzy, Van Damme e Stallone anche se non andavamo in giro a sparare e a prendere a calci rotanti nessuno.
Comunque, con quell’immaginario di cui sopra… sapete qual’è un flim che potrebbe stare BENISSIMO rifare per i “Z”, con l’estetica trap/pistole/abiti firmati/tatuaggi in da la fazza?
Crocifiggetemi pure: SCARFACE!
Qualcuno rifaccia Scarface con un Tony Montana trapper, vestito Gucci, con una culona al fianco, un macchinone viola con le lucine blu, che gira in discoteca con la sua “crew” e ha la faccia tatuata con più semi delle carte di un mazzo da poker.
Successo garantito. In streaming, naturalmente.
Boh non so, sarò in minoranza ma credo che questa cosa di generalizzare in base alle generazioni (“a quelli nati tra gli anni 1965 e 1980 piace questo, a quelli nati tra il 1981 ed il 1995 piace quest’altro, a quelli nati dopo piace quest’altro ancora”) sia una delle più grosse puttanate di questa epoca, ed il risultato sono proprio film come questo qua
@Frederick Fellin-Krueger: sì il succo sta lì. Io arrivo a riconoscere il look di Skarsgård come qualcosa di recente, e arrivo a capire che di sicuro anche i giovani d’oggi hanno angosce represse da qualche parte che esprimono in arte e in musica che non ascolto più. Riconosco pure che musicalmente manca un vero filo conduttore che avrebbe aiutato, come quando Trent Reznor aveva prodotto la soundtrack dell’originale facendo su una compilation della madonna ma soprattutto coerente, e scelte come Enya a caso sono un indizio dell’avere la mira solo parzialmente chiara. Al resto, come diceva qualcuno più su, risponde il fatto che in sala ci sono andati solo i vecchi che puntualmente non avevano nulla da cui essere intrattenuti – il segnale che il marketing aveva comunque finito per appoggiarsi solo a ricordare l’originale invece che dedicarsi al vero target. La mia speranza è che non smettano di provarci, ma che semplicemente ci provino con maggior cognizione. Non è impossibile: Wednesday, per quanto mi faccia ribrezzo, ha funzionato proprio coi più giovani.
P.S.: Scarface lo vuole rifare Guadagnino
Non voglio essere frainteso: probabilmente non è un fattore di “generazioni” quanto di “spirito dell’epoca”.
Sono sicuro che ci siano ragazzini che ascoltano ancora i Cure e i NIN, così come ci sono cinquantenni che ascoltano Blanco ed Elodie (e ne conosco di entrambi). I punti che volevo passare sono in realtà due:
1) Esistono epoche e gusti relativi. Oggi – a mio parere – non è il momento del goth.
2) Se vuoi “rimodernare” un’opera, devi tenere conto dei suoi “colori” fondamentali e domandarti se quegli stessi colori sono attraenti oggi (o essere cosciente del fatto che dovrai usarne altri).
Detto questo, è ovviamente possibilissimo rifare film e rifarli bene, ma se pensate a tutti i (pochi) esempi, hanno tutti in comune il fatto di aver abbandonato i “colori” originali e averne abbracciati di nuovi, molto più contemporanei. La Cosa di Carpenter non è più un commentario sulla paura del Comunismo, ma un lavoro sulla paranoia. Scarface stesso è radicalmente “piantato” nell’ecosistema della sua epoca. Uno dei problemi di questo Corvo è proprio che non ha il coraggio di abbandonare completamente l’eststica gotica per abbracciare (con rischio ma con vera innovazione) l’estetica trap e street che lo avrebbe reso probabilmente più “inserito” nell’epoca odierna.
Parare personale e discutibilissimo, lo so.
Niente,tu scrivi macchinoni e io continuo a leggere mattacchioni…
Non ce la posso fare…
È quello che dico pure io – mi manca solo una conoscenza adeguata della cultura trap per capire dove esattamente hanno sbagliato e quante speranze ci fossero nel lasciare comunque un retrogusto goth. Qualche tocco mi è parso una buona idea (li ho elencati) ma in generale in quel senso riconosco solo che si avverte la sensazione di miscuglio e indecisione.
@killing joke, concordo assolutamente. Anche perché sono periodi di quasi vent’anni l’uno, quindi troppo vasti e da un estremo all’altro i rapporti sociali, economici e tecnologici sono variati tantissimo.
Anche perché a dirla tutta anche tra i giovani non v’è solo chi ascolta trap, c’è chi ascolta rap, chi punk, chi folk e folk rock o tanto metal specie in alcune varianti come il Power metal
Alcuni generi del rock come il grunge non vanno più molto ma fare un film “trap” con perfino poca convinzione quando non tutto il pubblico di riferimento apprezza così tanto la trap per me’ è un azzardo se non supportato da una guida esperta come sottolinea Nanni.
No scusate pensavo che la piaga della trap fosse una puttanata tutta italiana, il parto malsano delle cricche discografiche che avevano finalmente trovato modo di ammorbarci ancora peggio che con la canzone d’amore all’italiana. Mi state invece dicendo che anche nel resto del mondo si pompato ‘sto trashume?
Colpa della nostra generazione di merda cmq; la nostra colpa non è la nostalgia, quanto a quella siamo solo vittime di chi c’è la propina, la nostra colpa è stata aver sdoganato tutto lo sdoganabile e picconato tutto ciò che c’era di sacro a colpi di ironia, consapevolezza e metacazzole, ma poi non essere stati in grado di rimanere lì a presidiare, porca zozza, abbiamo spianato la strada a tutti questi ritardati che in tempo avremmo impallinato e invece adesso imperversano.
Mah,io non sono neanche un grande fan del film originale.Anche per me e’ assunto a titolo cult dopo la morte di Lee.Per il resto lo ricordo come un film con una gran colonna sonora,un look del protagonista azzeccatissimo e al meno un paio di gran bravi caratteristi come Ernie Hudson e Michael Wincott.Ma non e’ che gia’ nel 94 mi avesse colpito particolarmente (io avevo 18 anni nel 94 giusto per contestualizzare).
Questo remake io l’ho inteso come semplicemente inutile come la maggior parte dei remake di film anni 80 e 90(Ghostbusters,Karate kid,Footloose,Point Break,Robocop,Totall Recall,Fright Night etc etc etc).Pero’ poteva avere un suo senso.evidentemente non lo ha.Dal trailer avrei detto che la scelta azzeccata fosse proprio Skargaard e invece…
Lo vedro’ quando passera’ in straming perche’ una chance la voglio dare a tutti.Non boccio a prescindere.
Non credo sia sacrilegio dire che il film aveva soprattutto meriti artistici/estetici, più che di sostanza.
Però in una certa misura quella estetica era essa stessa sostanza.
Poi c’è un dato culturale non così irrilevante.
Pensiamo al discorso di Top Dollar prima della grande sparatoria (“L’avidità è da dilettanti, il disordine, il caos, l’anarchia, lì è la vera grandezza”) e confrontiamolo con quel “L’avidità è giusta”, che nelle parole di Gordon Gekko sintetizzava (benissimo) le illusioni di perpetuo godimento dei ricchi anni 80 (ripresi, e secondo me perculati, di recentissimo, da Maxxxine – sull’intento satirico di quest’ultimo non che io sia certo); e vediamo rappresentate al 100% le disillusioni, il franare del terreno sotto i piedi, la mancanza di capisaldi cui aggrapparsi per cercare di capire la vita, qualcosa che ha fortemente interessato il percorso di molta della generazione “schiacciata”, in Usa e in Occidente.
Gli anni 90 sono stati un decennio abbastanza cupo e pessimistico e IL CORVO ha letto e riproposto molto bene lo stile e il sentore di quel tempo.Ma per me non si eleva piu’ in su di un discreto film.
Il parallelo che hai proposto tu tra Il corvo e Wall street ci sta tutto perche’ e’ la sintesi di due modi di intendere la vita in maniera sempre estrema (avidita’ estrema da una parte,anarchia estrema dall’altra)
Per come lo ricordo io gran parte dell’hype dell’epoca era per il fatto che dopo la morte di Lee (che non era ancora una star di primissimo livello, questo film sarebbe dovuto essere la sua consacrazione) la pellicola venne completata con effetti digitali, che per l’epoca fu veramente un salto nel futuro, una roba da fantascienza
Anche ,sicuramente una buona parte della curiosita’ era dettata dalla scena in digitale dove avevano “resucitato” Lee (e onestamente non ricordo piu’ nemmeno quale fosse).
Sono tutte cose che giustificano un ottimo incasso il primo weekend, ma non una moda durata oltre un decennio, un iconografia ancora ricordata, diversi film che l’hanno imitato. Sono discorsi che non capisco, sinceramente, e che trovo davvero riduttivi. Una volta che hai visto (e non riconosciuto, perché è roba di tre secondi giocata benissimo) la scena del rimpiazzo della fazza (che comunque dovevi aver visto le featurette per sapere che esiste, mica stava nel trailer o nel poster), chi te lo fa fare di riguardarlo di continuo se non è – per motivi totalmente suoi, e senza essere comunque per forza un capolavoro – uno di quei pochi film che si riguardano volentieri di continuo per 30 anni?
Parlo ovviamente a titolo personale : io il Corvo non lo rivedo da una ventina d’anni.Non mi entusiasmo’ all’epoca e non ho interesse a rivederlo neanche ora.Non era di mio gusto,prefersco un’altro tipo di cinema.
Per me non e’ nulla di piu’ di un discreto film.
E se mi dici che ha tutto questo seguito di gente che lo continua arivedere da 30 anni a questa parte io rimango financo sorpreso.
L’approccio non era giusto nemmeno un po’.
Partendo dal fatto che ci sono tantissimi fumetti del corvo con personaggi diversi e molto interessanti da cui si poteva attingere a piene mani, si và invece a modificare, leggi sputtanare, la storia originale, coi nomi originali, senza alcun senso. E non ci sarebbe stato nulla di male nel fare un film molto più simile al fumetto di quanto non lo fosse quello del 94. Questo doveva essere l’approccio, ogni altro approccio, soprattutto quello utilizzato, è da seggiolate nella ghigna, come direbbe qualcuno…
Ma cosa vuoi salvare in questo film ? Neanche l intro , faccio sempre riferimento al primo capolavoro indiscusso…. Questo remake/ robot che sia non sadda fare…
È un robot.
“non ci si dovrebbe limitare a osservare la corrispondenza tra pregiudizio cieco e risultato complessivo finale”.
Lo si dovrebbe insegnare tipo prima dell’alfabeto.
Mi son sempre chiesto come mai facessero così tanta fatica a trarre un sequel decente da un concept così facilmente affrontabile antologicamente come Il Corvo e senza tutta la lore scassaminchia degli altri franchise da dover incastrare. Nel 2° film (che non guardo da esattamente quando è uscito al cinema e – sarà ch’ero giovane – ricordo con affetto) un po’ l’avevano intuito. Su questo, rischiare per rischiare, avrei reso direttamente FKA Twigs una corva e via.
Uno dei pochi casi in cui il cambio di sesso del protagonista sarebbe stata una scelta azzeccatissima e per nulla forzata, e invece nemmeno quello hanno preso….
Non ho visto questo remake (reboot?), e passerò senza rimorsi. Ma in realtà mi ero perso pure l’originale, vedendolo dolo in tv dopo anni, per il banale motivo che l’estetica goth non mi ha mai ispirato altro che un moderato fastidio. Credevo come hanno scritto altri che il successo all’uscita fosse dovuto in gran parte alla tragedia di Lee, e mi sbagliavo di grosso. Il corvo originale si è guadagnato lo status di cult con pieno merito, perchè quello che sulla carta era robetta anche pretenziosa, è dosata miracolosamente bene. Regia, fotografia, recitazione, scrittura, tutto è al posto giusto e attiva la coolness in maniera magistrale, senza mai cali di tono, e con un confronto finale tra i migliori mai visti. Riprenderlo in mano era quindi impresa difficilissima, a cui sembra non aver creduto nemmeno il regista, oppure non ne era proprio all’altezza, in quanto non granché dotato, se devo dare credito ad altri commenti. Peccato, anche e soprattutto per quanto paventato da Nanni. Timore molto concreto, visto che in effetti, sta già accadendo.
Non ricordo un anno così pieno di flopponi soprattutto perché alcuni film sono meritevoli di incassi migliori.
si…ok…. va bene tutto…. ma io dico….. ma sti giovani……. di fare un qualcosa di LORO e per LORO senza scopiazzare, rebootare o riesumare cose che non li riguardano ce la faranno mai??? siamo un pò limitatini…. parlano tanto di vecchi nostalgici e “boomer” (AHAHAHAH!!!!) e poi sono sempre dietro a pescare dai gloriosi anni ’80 (e qui anche ’90) perchè le idee nei loro cervelli scarseggiano…. mah….
Cioè la tua tesi è che sono i giovani a fare i reboot dei film anni ’80??
I film (almeno quelli mainstream) li fanno i vecchi per i giovani mica i giovani per i giovani. Quindi direi che al massimo siamo noi che non abbiamo più una idea che sia una
Che rece Capo. Gran bella lettura, grazie.
Il film non lo guarderò, ho deciso da tempo di evitare questi remake-reboot. E dopo il penultimo Indiana Jones, il penultimo Ghostbusters, ed esserci cascato con Axel F., ho deciso che mollerò anche i Legacy Sequel. Mi danno imbarazzo empatico. Semplicemente non li guardo e “voto col mio portafoglio” come ha detto qualcuno sopra.
Non ho molto tempo da dedicare al cinema purtroppo (per quello ci sarà la pensione spero) quindi devo scegliere.
Grazie ancora Boss!
Qui per servire.
Ok, Rambo: Last Blood mi è piaciuto un sacco, ma essendo Stallone immortale e non essendoci nessuna traccia della “nuova generazione” che si fa strada (già mi avevano dato fastidio i dottori senza frontiere del quarto) conta come semplice sequel.
Cliffhanger 2, con la figlia che deve salvare Stallone in ostaggio in cima alle dolomiti, già lo vedo peggio, ma Silvestro sa come si fanno ‘ste cose. Sperém. Aspetterò la rece dei Calci e deciderò.
Allora, vè che comodità, la questione è molto semplice, guardate questa scena:
https://www.youtube.com/watch?v=_Jca1mYS_aQ
Non vi piace? Lasciate perdere, il resto è molto peggio.
Vi piace? È tutto quello che vi serve vedere. È l’unico momento in cui il film sembra svegliarsi e fare qualcosa di ispirato.
Io a un film tutto così avrei applaudito.
E invece.
Ora la linko anche nel pezzo.
Io ho trovato ben fatto l'”effetto t-800″, che poteva essere sfruttato meglio/in modo più incisivo, ma ridicola la sequenza tutta – peraltro abbastanza lenta e ripetitiva nel complesso; non ha l’eleganza del gun fu alla John Wick, non ha il ritmo delle sparatorie alla John Woo, imho è un gran pasticcio, ed in sala mi ha suscitato più ilarità che altro (specie con quegli spuntoni di katana, che sembra Wolverine in D&W, solo che qui il mood doveva essere più serio nelle intenzioni, almeno credo. Opinione strettamente personale, peraltro NON andrò certamente per una seconda visione (magari vista una seconda volta, questa sequenza è meglio di come l’ho percepita in presa diretta, boh…)
Se posso, aggiungo: dare al protagonista la cadenza alla T-800 (lento, anche impacciato, ma inesorabile) poteva essere una bella trovata – avrebbe anche staccato rispetto all’originale, e tanto; ed avrebbe enfatizzato l’aspetto (interessante) del dolore fisico che il protagonista affronta, quando viene ferito. Così com’è, pochi istanti azzeccati in un mare di azione noiosa e ripetitiva (la sequenza a teatro tutta, peraltro secondo me anche coreografata male: dato che protagonista e “cattivi” si muovono per il teatro in un modo che non ha senso, ma neppure un qualche pregio artistico). Era più convincente l’originale di 30 anni fa, e sì che di mezzo qualcosa nelle coreografie di combattimento c’è anche stata.
il mio cervello ha aspettato tutto il tempo una voce fuori campo che dicesse “…le nuvó parfám… de Christian Diór…”
immagino di stare nel gruppo (affollato) del “salto volentieri”
Il film fa cagare, punto.
Non c’è molto da dire (a prescindere dal fatto che è un reboot/remake).
Ho 46 anni e non mi vergogno di dire che al di la della colonna sonora a me ha fatto cagare anche l’originale…
Se il compianto (?) Brandon Lee non fosse morto durante le riprese il film non se lo sarebbe cacato nessuno.
Invece dovresti (vergognarti).
Credevo di essere l’unico a cui il Corvo Originale ha fatto cagare…oggi nn sono piu solo
Penso di aver appena letto una delle recensioni più belle della storia dei Calci.
Nanni, sei sempre più grande.
Grazie, onoratissimo
Ho sorriso fortissimo dalla prima all’ultima riga. Vorrei essere svegliato ogni mattina così. Grazie
Dei diecimila sequel reboot ecc proposti negli ultimi n anni questo lo metto tra i più inutili sotto ogni punto di vista…il primo era un piccolo instant cult (per vari motivi già detti nella recensione più altri)..questo letteralmente non ha pubblico di riferimento passato presente e futuro…mistero.
Premio “dignità” almeno per non averlo associato a qualche cosa pigiamosa come ha fatto , e sta ancora facendo, quell’idiota che ha partorito joker e relativo seguito.
A ottobre bre su Netflix esce il nuovo di Timo Tjahjanto spero lo recensiate.
Purtroppo il film si Sanders soffre di una trama che già nell’originale non è che fomentasse tutto questo interesse… la frase di lancio “l’amore non muore mia” è probabilmente uno degli stereotipi di marketing più ingenuo e trito che si sia sentito negli ultimi anni. Perchè spesso se sbagli il marketing sbagli pure il film, e ovviamente il pubblico passa ad altro. Intendiamoci, dato che si sono spesi giumi d’inchiostro sul paragone tra il corvo del 1994 e questo reebot di 30 anni dopo io personalmente ho una modesta idea. Il film del 94 ha raggiunto il livello di Cult solo per la morte del protagonista Brandon Lee, ovviamente Stampa e Televisione all’epoca gli unici media presenti ci sono andati a notte, spingendo il film, certo a fronte di un budget di 23 milioni di dollari ne ha incassati 50 solo sul mercato USA per un totale nel mondo di 96 milioni di dollari. Poco anche secondo gli standar degli anni 90, ma comunque il film ha avuto una seconda vita nell’Home Video, vendendo e affittando numeri ragguardevoli in fatto di WHS. Comunque tornando al remake il problema è che come il film originale anche questo appare troppo didascalico. Sanders non azzecca la trama (quasi) per niente, ma almeno riesce a creare un immagine DIVERSA dall’originale, praticamente non scopiazzando niente del mediocre film di Proyas. Perchè comunque il film di Proyas è mediocre, buono per i ragazzini e ragazzini che all’epoca erano incuriositi dalla messa in scena Dark e dalla violenza eccessiva ma stereotipata, che era figli di quegli anni. Io l’ho visto a 14 anni e al di là del personaggio di Michael Wilkot e Brandon Lee non è che mi sia bagnato più di tanto. Il tema della vendetta spietata e ossessiva mi risultò subito ripetitiva e stereotipata, soprattutto perchè i cattivi vengono uccisi uno dopo l’altro sempre in modi diversi con il corvo che mette la sua firma…
Sanders qui si prende invece più tempo per mostrare la dervia di Eric eShelly, dopo che si incontrano nella struttura di Rehab ma personalmente non mi hanno coinvolto più di tanto… Sono solo due ragazzi derelitti, fatti e un pò superficiali troppo concentrati sui propri problemi e senza una vera vita: niente lavoro, Eric non ha neanche la casa. Abbassare l’età dei protagonisti serviva secondo la produzione a far immedesimare ragazzini e ragazzine che sono nella fase della ribellione e della conoscenza delle droghe e della incomprensione accompagnata dalla fase poetica. Purtroppo è una roba che in questa epoca funziona poco. Almeno nella seconda parte Sanders accellera, regalando una buona dose di violenza e sangue, con sparatorie ed uccisioni, una menzione per l’uso delle location praghesi che Sanders ha sfruttato al massimo, tra cui il Teatro dell’opera. Gli attori comprimari sono mere comparse, in tutto questo unica altra nota positiva, oltre alla musica che certo non è d’impatto come quella del film del 94 ma assolve alla sua funzione è Danny Huston. Il suo mefistofelico personaggio ha maggiori sfaccettature e rappresenta non un cattivo per scelta ma per necessità. Analizzando la natura umana di Victor Roeg, che come il mostro di Frankenstein vuole vivere per sempre sfruttando la mortalità altrui. Insomma se questo e altro potenziale fosse stato sfruttato adeguatamente dalla produzione Sanders avrebbe fatto un horror-movie più complesso almeno nelle intenzioni e diretto ad un pubblico più variegato. Onestamente Billy Skarsgard non mi dispiace, come protagonista caratterizza cerca di essere diverso dall’originale e ci riesce, forse usando troppi tatuaggi e fondotinta nero anche se lo fa praticamente nel finale al Teatro dell’opera. Comunque un flop ha sempre nuova vita in home video e Streaming, e questo non farà eccezione.
Oddio,il villain è abbastanza noioso (il tema del patto col diavolo non è esattamente una novità, e le possibili complessità a monte di questa scelta non emergono affatto): peraltro, sulla base del patto, non mi sentirei di definirlo come un cattivo per necessità e non per scelta. Top Dollar era proprio un’altra cosa – un po’ per la fazza ed il look, un po’ perché, sia pure senza chissà quali sfumature, era la incarnazione di certe idee di anarchia violenta (molto anni 90) un po’ meno unte e bisunte del solito e stravisto Faust di turno – es V per Vendetta, il fumetto, non il film. Anche l’idea che sussurrando tolga il senno alle proprie vittime e le costringa ad atti di violenza o auto-violenza – così presumibilmente foraggiando il Diavolo di anime “pure”, anche se a rigore questo non ha senso neppure per il credente – è secondo me più banale del concept alla base del cattivo del 94, che almeno evitava il ricorso a triti luoghi comuni soprannaturali.
Vero che Top Dollar con Michael Vilcot faceva la sua porca figura, ma effettivamente qui che potevi fare? Mettere un altro signore della droga con strega giapponese a fianco che era la sorella carnale? Insomma paradossalmente Victor compare pochissimo e questa come idea poteva funzionare, tipo deus e machina nascosto sul trono dietro al paravento. Purtroppo la produzione, sottolineo ha optato per un confronto finale che paradossalmente però mostra anche la natura caduca di Roeg, costretto a mandare altre anime all’inferno al posto suo. Comunque era proprio l’idea di fare un remake del corvo che è sempre stata sbagliata. Diverso quello che stanno facendo sempre alla Lionsgate con the Highlander, l’ultimo immortale. Intanto c’è Chad Statelski alla regia, insomma il regista di John Wick nonchè ex-stuntman di Keanu Reeves. Poi c’è Henry Cavill come immortale ovvero Connor McLoud. Che rispetto al ruolo che fu dell’affascinante ma basso e poco atletico Christopher Lambert ci sta tutto. Per il Curga staremo a vedere… personalmente ci vedrei bene Momoa.
Siamo nel campo del fanta-cinema, e comunque io non ho mai visto un copione in vita mia, né ho studiato la materia, però quello che mi viene in mente, qualora si volesse tentare una ulteriore iterazione del personaggio, è che potrebbe intraprendersi una strada diversa nella caratterizzazione del protagonista – ed esempio dandogli un aspetto deforme/grottesco e una moralità più ambigua, ma siamo sempre nella chiacchiera a ruota libera.
Mi gioco il mio commento da boomer, dicendo che di Trent Reznor ce n’è uno solo.
…e io mi gioco la mia risposta da Generation X dicendoti che ti “lovvo” per il tuo commento. :-D
Bruttissimo film. Non mi ha preso neanche per un secondo. La fotografia patinata non ha nulla da invidiare alla “Gotham city” messa in scena nel film di Proyas.
Vidi il primo al cinema quando uscì e sebbene fosse di struttura piuttosto elementare con personaggi tagliati con l’ accetta lo considero tuttora un capolavoro (il fumetto lo è ancora di più)
Nient’ altro che un non riuscito tentativo di accalappiare una generazione che non legge fumetti e non va al cinema ( e che ha in generale una soglia di attenzione inferiore ai tre minuti).
Facendo un discorso più ampio, se Hollywood propone solo e unicamente improbabili sequel/ reboot di vecchi franchise e cinecomics a raffica vuol dire che l’ industria cinematografica è oramai morta.
Boh. Rifare Il corvo è come rifare Easy Rider. Faccio correre i motociclisti a 300 mentre si filmano col telefono coi maneskin a palla? Il corvo era proprio lo spirito dei 90. Non puoi trasferire uno spirito in un’ epoca che ha un altro spirito. Tolti gli anno 90 del film resta un revenge movie dall’aldila’. A sto punto cambia animale, chessò, un pitbull
Nanni, l’ hawaiana a me piace. Davvero. Volevo solo dirtelo cosí al mio funerale avrai qualcosa da dire su di me. Magari facendo una prova microfono, prima.
Fosse stato uno dei tanti capitoli della saga,poteva anche uscirne bene… purtroppo hanno voluto per forza utilizzare i nomi Eric e Shelly…quindi…