
Se guardi abbastanza a lungo nel buco, il CdA Netflix guarda dentro di te.
Uscito in Spagna nel 2019, ma arrivato nel resto del mondo su Nesquik a marzo 2020, in pieno Covid, Il buco di Galder Gaztelu-Urrutia fu un piccolo fenomeno, senza dubbio aiutato dalla situazione del cazzo che stavamo vivendo: venne visto da 56 milioni di utenze nelle prime settimane di programmazione, uno dei risultati migliori per un originale della piattaforma. Che, non lo fai il sequel?
Ed eccoci qua, è il 2024, la pandemia (le cui distopie reali si riflettevano molto bene nel film, anche se involontariamente) non è che un vago ricordo per alcuni, o un trauma sottovalutato per molti altri che non vanno dallo psicologo, ma la situazione nel mondo non è che sia tanto migliorata. Anzi! Ben due guerre grosse e vicine, il ritorno dei fascismi, l’apocalisse climatica, cani e gatti che vivono insieme, masse isteriche che votano male. Tutto sembra andare a rotoli e Galder Gaztelu-Urrutia, insieme al fedele co-sceneggiatore David Desola e alla new entry jimmybobiana Egoitz Moreno, non vedeva l’ora di raccontarcelo. Gaztelu-Urrutia, diciamocelo, è come quel tizio che incontri a una festa e ti attacca una pezza infinita su quanto il mondo faccia cagare, martellando su due tre concetti, sentendosi profondo ma rimanendo in realtà molto in superficie, e tu gli rispondi “D’altra parte è così” e ingolli un altro spritz.

“Basta far casino!”
Ma ora immaginate questo scenario, dato che di metaforoni stiamo parlando e quindi mi pare giusto procedere per metafore: immaginate che questa persona che vi attacca una pezza infinita, uomo o donna che sia, a piacere in base al vostro orientamento sessuale, sia di una bellezza mozzafiato. Beh non esageriamo mozzafiato, che sia di bella presenza, ecco. E quindi insomma voi siate disposti a portare un po’ più di pazienza del dovuto con la speranza, magari, che si vada a parare da qualche parte alla fine. Ecco, questo è un po’ quello che succede con Il buco – Capitolo 2.
Perché alla fine a me Il buco non era piaciuto troppo (niente battute, smettetela, si intitola così!), ma devo ammettere che me l’ero visto tutto perché aveva un suo stile, aveva una trovata visiva centrale forte e quindi si faceva guardare, nella speranza che nel finale non buttasse un po’ tutto via in tirate misticheggianti. Ovviamente era proprio quello che succedeva, che domande, era chiaro sin dall’inizio: Il buco fa parte di quella categoria di film – in cui piazzo anche, primo che mi viene in mente, Madre! di Aronofsky – dove non conta la coerenza interna ma conta il messaggio, la metafora appunto. Non c’è una giustificazione per l’esistenza di quel posto infernale, i dettagli sono vaghi, non esiste un mondo esterno perché “la fossa” (non sarebbe stato un titolo italiano migliore?) È il mondo, il resto non conta.

“Metafora? Io non vedo nessuna metafora! HAR HAR HAR!”
Ecco, a me in genere questo tipo di film non piace, perché grazie al cazzo: è troppo facile sbarazzarsi di ogni coordinata reale e fabbricare da zero un mondo che segue leggi e logiche perfette per quello che vuoi dire. I film “a tesi” (madonna, che brutto termine) migliori sono quelli che riescono a celare fino al momento giusto la metafora, rivelandola solo quando serve per farti restare di merda. Il buco invece si svolge in un carcere verticale, in cui una piattaforma stracolma di cibo scende di livello in livello: in alto tutti si abbuffano e non lasciano un cazzo a quelli sotto, finché la gente non inizia a ribellarsi. Il buco – Capitolo 2 riprende la stessa idea e ci butta dentro un sistema di leggi creato da un’élite di rivoluzionari per far sì che tutti possano mangiare abbastanza, una controrivoluzione quando l’élite di rivoluzionari inizia ad applicare le regole in maniera fin troppo ferrea, nonché banalità messe in bocca ai personaggi del livello di “Siamo prigionieri di noi stessi!” e “Quelli in alto hanno più responsabilità di quelli in basso!”. E poi, non contento, ci appiccica un finale ancora più vago/misticheggiante del primo capitolo, durante il quale però ci sono alcune delle trovate e delle immagini più belle della saga, di quel tipo che per una volta va bene che non vengano spiegate perché sono fighe di per sé.
Per cui, ecco, faccio fatica a volergli completamente male a Il buco – Capitolo 2, perché a Galder Gaztelu-Urrutia ci aggrada l’ultraviolenza, non lesina mai quando c’è da mettere in scena orge di mazzate e sa controllare e rendere bene il caos derivato dal panico e dalla fame. Insomma, lo vorrei vedere alle prese con del materiale meno pretenzioso, al di fuori di questa nicchia, ma che dico, di questa fossa che si è scavato da solo.
Netflix Top 10 quote:
“Più divertente che leggere Internazionale”
George Rohmer, i400Calci.com
Mi piace quando parli di “situazioni del cazzo”…
;)
nella stessa categoria ci metterei anche Snowpiercer… anche lì l’idea del treno è un po’ scema, serve solo come pretesto per parlare di ingiustizie sociali
Il primo mi era abbastanza piaciuto.
Questo francamente non ho capito dove voleva andare a parare…
SPOILER
Voglio dire una volta che sai quanti piani ci sono e che ognuno ha scelto un piatto che si ripresenterà ogni giorno che cazzo ci vuole a mangiare ogni giorno qualcosa anche di diverso purché sia una portata singola.
In pratica chi è in alto avrebbe solo più scelta, ma a random per un mese e nessuno avrebbe la paura di non mangiare che alla fine è la chiave di ogni disastro nella fossa…
FINE SPOILER
Forse non ho capito io qualcosa, ma pensando di avere una soluzione non sono entrato nella metafora
Il bello e’ che ‘sta metafora tanto semplice e dritta e’ pure sbagliata! Pensateci:
se il cibo sono i beni disponibili e i livelli sono le varie classi sociali, che cazzo mi significa che ogni giorno vengono tutti rimescolati? Non e’ che il giorno prima uno e’ miliardario e il giorno dopo povero in canna o viceversa, succedera’ un caso su milioni, al massimo uno si sposterebbe di un livello e dopo giorni di decisioni prese bene/male e fortuna/sfiga. MAGARI fosse cosi’, perche’ saremmo tutti piu’ sensibilizzati alla poverta’ (ci saremmo passati anche noi) e meno invidiosi dei ricchi (potremmo esserlo noi domani e senza alcuno sforzo) e la gente non si comporterebbe come si comporta quella di questo stupidissimo film e questo ingiustissimo mondo.
@Jacopo: Snowpiercer in confronto e’ un saggio filosofico
Boh, il rimescolamento servirà a dimostrare che la differenza tra vittima e carnefice è solo una questione di opportunità
PS ma il fatto che nessuno si preoccupi di come/da dove/perche’ arrivi il cibo e’ perche’ il regista e’ un negazionista del cambiamento climatico, giusto? …se no mi sono perso :D
@George Rohmer
“è troppo facile sbarazzarsi di ogni coordinata reale e fabbricare da zero un mondo che segue leggi e logiche perfette per quello che vuoi dire.”
Premessa onesta: Non ho visto il film (ho visto il primo, però), lo vedrò stasera quindi se vuoi spernacchiarmi lo accetterò senza se e senza ma. Tanto tornerò comunque a dire la mia cum grano salis.
Ma mi concentro sulla frase che ho citato poco sopra. Scusa, ma il voler a tutti i costi contestualizzare o trovare uno spazio fisico e plausibile in un mondo di fantasia che esiste “as is” (a botte di prequel e sequel non richiesti da nessuno), non è ad esempio il motivo per cui il primo “THE CUBE” era una genialata e i seguiti delle merde secche?
Siete voi che avete coniato la metafora “dell’acquario” (che trovo geniale) :-)
E’ un film a cui si può volere tranquillamente bene.
Le cose spagnole che capitombolano in quel di netflix sono produzioni spesso naif ma sincere e hanno qualcosa di “nuovo” da portare al catalogo; o meglio: sono spesso esagerate, con la spia del buongusto accesa ogni tanto sì e ogni tanto no, ma con un sentore dietro di purezza un po’ tenera che te le fa in fondo apprezzare così nel loro esser grezze.
S P O I L E R
Per chi non ha visto il primo film diventa più difficile capire il finale, o il funzionamento della piattaforma.
Quindi va visto per forza il primo. Se hai visto il primo, e ce l’hai fresco in mente, il finale mistico diventa più digeribile – che sussumerei così: c’è modo di redimersi, cercando di aiutare chi verrà dopo di noi una volta che siamo stati catapultati in questo mondaccio villano.
E quella possibilità di espiazione lì che arriva nei tempi di recupero mi è piaciuta
Ci sta un Maccosa di cui nessuno parla, il cibo sulla piattaforma, se ci sono 333 livelli, significa che ci sono potenzialmente ( visto che in tanti muoiono ) 666 esseri umani, e quindi 666 piatti diversi, ecco, a me non sembrano più che un centinaio, dove minchia ci stanno 666 piatti in quella piattaforma ? E non dimentichiamo che se uno muore il cibo che ha richiesto viene preparato lo stesso anche se morto. Comunque si, conosco già la risposta, devi sospendere la realtà Jena.
Il Buco, Joker, Il Gladiatore, film resi indimenticabili anche per merito di degne conclusioni, compiute o lasciate alle libere interpretazioni. E invece oggi tutto deve essere ripreso, spiegato, espanso, a beneficio di spettatori ragazzini, che vogliono caramelle allo stesso gusto fino all’indigestione ed a vantaggio di produttori altrettanto famelici, che giocano sul sicuro ed anelano al franchising, massimo guadagno con il minimo sforzo creativo, Se ha funzionato una volta perche’ non ripetere il giochino all’infinito? Del resto orde di consumatori scomodano il termine “canone” per opere di finzione oppure traducono a sproposito ambientazione con “lore”, a dimostrazione di aver perso il contatto con la realta’, rifugiati in mondi immaginari trattati come pupazzi di gomma, da tendere allo spasimo per non annoiarsi, anche a costo di lacerarli.
Come bambini bloccati nello sviluppo, incapaci di dire basta e quindi di voltare pagina.
parlando di rigori di logica non parati e mal calciati, pensate che io l’ho invece visto senza sapere che fosse un prequel, ergo nella piena convinzione che si trattasse del sequel e misteri della mistica, del sonno perso, del cibo pesante, you name it, il film mi è scivolato ugualmente bene per 3/4 buoni. poi ho iniziato a non capirci più una ricca sega neanche giocando di continui rewind e step back e di là non c’è stato verso di lavorar di ago e filo e mi son detta che dovrei smetterla di vedere 4 film al giorno. ripensandolo a freddo, anche come prequel (e in tal senso non guasterebbe un rewatch ma siamo così distanti dal primo che chi ne ha voglia…) non ci arrivo con la testa sui seguenti passaggi, che vedi caso riguardano tutti il rullo finale quindi forse forse il problema non è del tutto mio ma anche un po’ di regista e sceneggiatori (ovviamente SUPERSPOILER):
1) la rivolta verso la fine con la piramide di bambini/ragazzini che riconducibilità ha col resto della storia e i suoi principali protagonisti, compresi i due del primo capitolo (il più magro dei quali è il sosia di cruciani)?
2) chi è il bimbo afro coi rasta che viene scelto dai rivoltosi? è un sogno capocchiato a muzzo? un ricordo? un’allucinazione? che legame ha – se ce l’ha – col primo capitolo?
3) per quali non ancora studiate proprietà della fisica gli smistacadaveri che vediamo nel finale (e annessi corpi smobilitati) galleggiano privi di gravità come se fossero sulla luna o sott’acqua?
4) perché nel basamento finale tutti i personaggi che abbiamo visto morire male nella prima mezz’ora sono ancora vivi? si tratta di un’ellisse narrativa o vado per il rincoglionimento senile anticipato??
qualcuno mi dà una manina santa?
3) La mia teoria per gli smistacadaveri e che si trovano in un grande satellite artificiale, quando smette di girare su se stesso manca la gravità e spostano le persone. E da qui ne consegue l’ovvia teoria che il film sia ambientato nel futuro.
non ci avevo assolutamente pensato e ci potrebbe effettivamente stare, d’altronde buco è anagramma di cubo e in alcuni aspetti i due film si somigliano. ragionandola a freddo temo che le mandate più confusionarie dei 20′ finali siano tutte aposiopesi che troveranno una quadra in un eventuale terzo troncone, che a rigore dovrà a questo punto essere un pre-prequel più che un salto in avanti. questo comunque così com’è è più un honeypot per teorici del web che altro.
1 E’ una piramide sociale ed i bambini, ammesso che esistano, imparano presto a sgomitare per primeggiare, a dimostrazione che il sistema in cui siamo immersi corrompe fin dalla giovane eta’. Il vincitore della scalata e’ gia’ colpevole, per le logiche distorte della fossa, quindi viene premiato con l’ingresso nella prigione, dove presumibilmente sara’ destinato a morire.
2 E’ il mezzo con cui la protagonista potra’ espiare il proprio peccato
3 Forse perche’ sono in un satellite artificiale
4 La protagonista li rivede perche’ e’ in punto di morte oppure e’ morta
Rimane un film inutile che sembra girato per par condicio, ove il primo era una critica al capitalismo questo prende di mira i regimi socialisti, mostrando come il prezzo da pagare per una relativa equita’ sociale sia una dittatura che sconfina facilmente in un rigore eccessivo seguito da abusi di potere.